Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

RoW ~ Dopo la Tempesta

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Ark
view post Posted on 26/5/2015, 12:45






     Daved Hanlon era in piedi a guardare la luce del mattino illuminare la desolante vista fuori dalla finestra. Un volto sottile ed affilato era riflesso sul vetro, i suoi lunghi capelli corvini erano tenuti all’indietro, legati assieme da un pezzo di spago formando un codino. Gli occhi neri erano appesantiti da profonde occhiaie, le palpebre che sembravano non sbattere mai. Non era mai riuscito a dormire molto, e nell’ultimo periodo la sua mente era puntata verso un’unica cosa, la brama talmente forte da non dargli riposo.
     Cercate, luridi scansafatiche, cercate! Pensava continuamente, le mani che stringevano con impazienza l’elsa di una spada, un’arma che faceva in modo non si allontanasse mai da lui.
     Sapeva che i suoi stessi uomini pensassero che fosse pazzo. Oh, non osavano di certo dirglielo direttamente, tuttavia lui non era uno stupido. Lo leggeva nei loro occhi, carpiva pezzi di conversazioni sussurrate che svanivano subito quando lui si avvicinava. Nessuno comprende, pensò con un sospiro, ma non mi sarei dovuto aspettare altro. Probabilmente Daved era pazzo davvero, tuttavia era un pazzo con uno scopo e con i mezzi per raggiungerlo.
     La stanza in cui si trovava era la più alta dell’edificio, in modo che potesse avere un’ottima visuale della città. Gli piaceva osservare le macerie, perché il crollo della città aveva significato l’inizio della sua rinascita. Non era stato altro che un brigante di bassa lega, prima, a malapena in grado di sopravvivere. Adesso coloro che lo deridevano lavoravano per lui, oppure erano morti nel ghiaccio. Lui invece era sopravvissuto, e nella devastazione aveva trovato forza.
     Da buono a nulla era diventato il Re.
     Purtroppo ultimamente in città era difficile trovare del buon mobilio ancora intatto, e questo spiegava la semplicità degli ornamenti nella sua stanza. Sul tavolo di legno con a malapena qualche rifinitura, procurato dai resti di una taverna, era srotolata una mappa della città. Un boccale e dei pezzi di intonaco tenevano fermi gli angoli. Diversi pezzi della mappa erano segnati dei punti neri di varie dimensioni, dove i crolli maggiori avevano reso il percorso inagibile, con tutta la parte che una volta aveva rappresentato il Cuore di Marmo completamente cancellata. Un vero peccato, perché quell’edificio sarebbe stato un alloggio ancora più degno di quello che stava sfruttando al momento.
     Avrebbe anche potuto trovare degli abiti adatti al suo rango. Ciò che era costretto a indossare non era affatto alla sua altezza. Stivali di cuoio, pantaloni neri rattoppati e coperti di sporco, una giacca marrone dal tessuto talmente liso che sembrava stesse per sfilarsi via. Quegli stracci andavano bene per Daved il tagliaborse, ma Daved il Re meritava di meglio.
     Sentì il suono di coperte strusciate accanto a sé, ma non vi badò. Sul letto a baldacchino dormiva una ragazza completamente nuda, una di quelle che si era fatto procurare dai suoi uomini. Usarle come intrattenimento gli permetteva di passare più velocemente le notti insonni, ed erano una piacevole distrazione. Chissà se stava dormendo, o se anche lei stava aspettando il momento giusto per saltargli alla gola. Il pensiero lo divertì, stampando un sorrisetto su quel volto scarno. L’ultima delle ragazze che aveva goduto della sua ospitalità aveva provato a reagire, ma s’era amaramente pentita del suo gesto. Fortunatamente tutte quelle che erano venute dopo – ogni volta che si stancava se ne faceva procurare un’altra - avevano imparato chi comandava. Sarebbe stato un peccato rovinare così tante graziose fanciulle.
     Di tutte le ragazze che i suoi uomini avevano procurato dalle campagne e dai sopravvissuti, però, ce n’era una che voleva davvero avere tra le sue mani. Era sotto il suo controllo, certo, ma… la temeva ancora. Presto però avrebbe avuto la forza per fare qualsiasi cosa volesse, e quel pensiero accentuò il ghigno sul suo volto.
     Un forte bussare alla porta lo distolse dai suoi pensieri di gloria.
     « Signore! » disse una voce ovattata, e con pochi passi Daved percorse la stanza per aprire l’entrata, trovandosi davanti uno dei suoi tirapiedi.
     « Spero tu abbia un buon motivo per venire da me così presto, Flinn. »
     Flinn, un uomo tarchiato e con un volto che sarebbe potuto essere ritenuto piacevole se non fosse stato per il naso spezzato più volte, s’irrigidì sotto lo sguardo severo di Daved. Indossava una normale armatura di cuoio, ed al fianco portava una mazza ferrata.
     « S-ono stati avvistati degli intrusi, mio signore. »
     Daved annuì, soddisfatto. Intrusi significava nuova forza lavoro.
     « Ottimo. Raduna delle squadre e fai in modo che vengano catturate. » rispose il Re, facendo per voltarsi di nuovo verso la finestra, tuttavia venne interrotto dalla protesta dell’uomo.
     « C-c’è un problema… » cominciò lui timoroso, e aveva ben ragione di esserlo. Daved non voleva problemi. Voleva risultati.
     Lo sguardo freddo che ricevette lo indusse a spiegarsi meglio.
     « Q-questi intrusi non sono come i soliti contadini in cerca di rifugio, mio signore. Sono bene armati, e sembrano sapere come usare le loro armi. P-potrebbero riuscire a trovarci… »
     Daved non rispose, si limitò a guardarlo con sguardo freddo. Provava rabbia, ma il suo non era il tipo di furore esplosivo. Aveva presto imparato che un’ira glaciale e controllata era molto meglio per avere l’attenzione di coloro che dovevano obbedirti, e per dare una maggior dimostrazione la lama che stava impugnando cominciò a brillare di una debole luce, cosa che fece impallidire ancora di più Flinn, che indietreggiò di un passo. Sapeva bene che non doveva sfidarlo.
     « Non ci troveranno mai, non finché abbiamo lei. » sibilò « Ora raduna il resto della tua feccia e fai come ti viene ordinato. »
     Flinn diede una fugace occhiata alla spada, poi per un attimo ebbe l’arroganza di guardare Daved negli occhi. C’era forse rabbia repressa nel suo sguardo? No, quel Flinn non avrebbe mai avuto il fegato di sfidarlo. Erano stati compagni, un tempo, tuttavia quello era prima che Daved ottenesse il rango che gli spettava. Adesso lui era su un livello completamente diverso, era timoroso, cieco, limitato. Le vecchie amicizie dovevano essere abbandonate, come il resto del passato.
     Chiuse la porta, svegliando di soprassalto la ragazza che dormiva nel suo letto togliendo di colpo le coperte e rivelando il suo giovane corpo nudo. Lei sussultò sorpresa e distolse lo sguardo, tuttavia non fece per nascondersi. Dei lividi giallastri ancora erano testimoni di ciò che la aspettava se non collaborava, e rapidamente anche lei aveva compreso il suo posto.
     Presto avrebbe ottenuto ciò che stava cercando, e nell'attesa un po' di svago era il benvenuto.

      Il sole del mattino brillava sulle macerie di Basiledra, illuminando le strade distrutte e gli edifici crollati. L’atmosfera era silenziosa e desolata, nient’altro che l’ombra di ciò che la capitale era stata. Non potevi muovere un passo senza calpestare detriti, pezzi d’intonaco, mobilio delle case gettate fuori durante il lavoro degli sciacalli. Un guscio vuoto, a prima vista, ma che aveva ancora dei segreti da rivelare.
     Delle forze in moto in quella città ve n’erano di ancora inconsapevoli del ruolo che avrebbero avuto negli eventi che avrebbero depurato o condannato ancora di più la capitale.
     Camminavano per le strade di Basiledra, ognuno alla ricerca di qualcosa: ricordi, risposte, altri per la salvezza di qualcuno che non conoscevano. Tutti loro erano consapevoli del fatto che quel luogo non era sicuro per i viandanti, ciò nonostante avevano deciso di recarvisi.
     Se ne sarebbero pentiti, una volta sentito il sibilo delle prime frecce?

Qm Point
     Avete piena libertà sul luogo in cui volete iniziare la scena, senza alcun vincolo su come siete arrivati o cosa state facendo di preciso. A un certo punto, però, tutti voi sentite all'improvviso il sibilo di diverse frecce scagliate verso di voi: un attacco a sorpresa mosso da tre dei gruppi di briganti che popolano attualmente la città.
     Sono uomini che hanno cominciato a seguirvi fin dai primi momenti, cercando di tenersi nascosti in modo da poter aspettare il momento giusto per attaccare. Se ne avete i mezzi, però, sentitevi liberi di scoprirli e mandare in fumo i loro piani.
     Considerate le frecce come un danno ad area di potenza Alta - e dunque un danno Medio a testa -, da cui dovrete difendervi, dopodiché il vostro compito è descrivere un autoconclusivo con questi uomini. Complessivamente la loro pericolosità sarà di un livello inferiore alla vostra, decidete voi se farne tanti ma deboli o pochi ma mediamente forti, così come potete sbizzarrirvi per quanto riguarda l'equipaggiamento che possiedono - oltre alle balestre che stanno attualmente usando contro di voi -, nei limiti del buonsenso.
     Per la maggior parte gli uomini utilizzano solo tecniche fisiche, tuttavia se volete dare rudimenti di magia o poteri psionici ad uno di loro siete liberi di farlo.
     Non combattono con l'obiettivo di uccidervi, bensì catturarvi. Potete scegliere se lasciarglielo fare, catturarli voi stessi oppure ucciderli tutti, e in generale reagire come più vi compiace.

     Per ogni domanda mi trovate nel topic di Confronto. Avete 7 giorni di tempo.


 
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view post Posted on 28/5/2015, 18:59
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Cavalier Fata
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Rise of the Whisper ~ Dopo la Tempesta.
« Come si chiama una ricerca impossibile?
Una ricerca devoto alla fede in cui non si teme la morte?
Crociata. »

Nonostante la palese riluttanza di Patrick e Jeanne, chiesi loro di scortare gli Artigli e le cinque, nuovissime, manovalanze donate da Zeno a Terra Grigia senza di me. Io avevo ancora qualcosa da fare nella terra di nessuno che era Basiledra. Quello che cercavo, invero, avrebbe potuto non esistere più, o essere andato semplicemente perso... eppur dovevo tentare, dovevo essere sicura che non vi fosse più nemmeno una piccola possibilità. Solo allora avrei potuto lasciare andare quella cerca, quella crociata solitaria nel nome di chi, altrimenti, nessuno avrebbe più ricordato. Mentre arrancavo sulle macerie esterne della città, dopo essermi separata dai miei compagni, intravidi una figura piuttosto difficile da confondere dirigersi nella medesima direzione: era Sir Erein. Rimasi sorpresa dal vederlo lì, per quanto ne sapevo aveva cose ben più urgenti e importanti di cui discutere, specialmente se il suo corteggiamento verso Ryellia, prima o dopo, si sarebbe trasformato in qualcosa di tangibile. Spinta dalla curiosità, oltre che dal desiderio di salutare una persona amica, mi avvicinai facendomi notare sin dalla distanza. Dopo una serie di cortesi e formali presentazioni non tardò a dirmi il motivo della sua presenza; stava recandosi verso gli archivi, o quello che ne restava dopo il cataclisma, per ricercare notizie in merito a qualcosa di profondamente personale. Per cortesia non indagai ulteriormente, preferendo che fosse lo stesso Erein a illuminarmi se e quando lo avesse ritenuto necessario.
Portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio destro, con un gesto piuttosto meccanico, lo misi al corrente di una voce che mi aveva riferito Jeanne poco prima, a cui però non avevo dato troppo peso sino a quel momento, ovvero che una ragazza risultava essere stata rapita. In altre circostanze sarei stata molto più coinvolta, soprattutto perché, almeno a ricordare il trattamento che volevano riservarmi quei cinque manigoldi alla cattedrale, a quella poveretta non sarebbe andata affatto bene. Solo che non potevo rischiare la mia intera squadra in una cosa del genere, mentre la mia vita e quella del signore di Deyrnas erano ampiamente più sacrificabili. Ovviamente, quest'ultimo pensiero, mi astenni dal proferirlo.

« Una ragazza rapita? » mormorò, particolarmente poco convinto. « Se fossi ipocrita direi che la cosa non mi sorprende ma mi indigna... »
« In verità non penso sia un caso isolato. Prima stavo accompagnando i miei ragazzi a rendere omaggio ai defunti e un gruppo di banditi ci ha assaliti. Ora contribuiranno a costruire le case a Terra Grigia. » sorrisi, raggiante, quasi a voler trasformare quelle parole in un valido invito. « Tuttavia, forse, possiamo fare una buona azione strada facendo... »
La cosa parve essere apprezzata, giacché si prodigò in una piccola battuta ironica per poi appoggiarmi una mano sulla spalla, con fare amichevole. « Idee da dove partire? »
Alzai lentamente la mancina per indicare la cattedrale che svettava ancora silenziosa. « Io sono stata lì, non c'è nient'altro che polvere. » se mi fossi dovuta nascondere a Basiledra, probabilmente, avrei scelto il punto più scosceso e difficile da raggiungere, quindi potevamo provare a partire dal fu simbolo del potere dei re. « Possiamo provare a dirigerci verso il cuore di marmo... o quello che ne è rimasto. Se qualcuno ha cercato rifugio, probabilmente è andato nel luogo più impervio da controllare! »
In quel mentre, tuttavia, Erein si prodigò in un discorso che sulle prime mi risultò poco chiaro, riguardo al fatto che i nobili avessero la necessità di mostrarsi sempre duri con gli altri e che, invece, il merito di aver salvato la ragazza sarebbe ricaduto unicamente su di me. Se avessimo avuto la possibilità di salvarla, per quale motivo avrebbe dovuto lasciare a me tutti i benefici? E poi non stavamo andando a fare propaganda politica, ma a salvare una vita e a ripulire lo squallore che regnava sovrano tra le macerie.
« Noi Nobili dobbiamo sembrare arcigni, crudeli e disinteressati al popolo ... Proprio come il nostro nobile e temuto Aedh! »
Piuttosto imbarazzata e poco desiderosa di proseguire quella conversazione, specie alla luce dell'incontro segreto avuto nemmeno un'ora prima con Zeno, abbozzai un sorriso di circostanza e una frase di cortesia, sperando che non avesse desiderio di indagare in merito a quella risposta abbastanza evasiva.
« Non ho avuto il piacere di conoscerlo di persona. » quindi mi voltai verso le rovine, muovendo i primi passi. « Venite, sire, vi faccio strada. »

[ ... ]


Le rovine della città erano tetre e macabre esattamente come poco prima. L'unica differenza era che, con l'avanzare del giorno, la luce rendeva meno spettrale e silenziosa la città, dando l'illusione che, col tempo, le cose si sarebbero ristabilite naturalmente. Le prime piante avevano già fatto breccia sulle mura abbandonate e lungo le strade, mentre i profondi crepacci nel terreno avevano dato i natali a grossi e umidi licheni verdi. Camminando al fianco dell'elfo più volte provai il forte impulso di chiedere qualcosa in merito alla relazione amorosa che stava avendo con la mia signora, ma ogni volta mi sembrava inopportuno o sconveniente. Era un buon partito, nonostante non fosse un essere umano, e su questo non potevo certamente discutere, ma il fatto che nessuno di loro due avesse trovato importante interpellarmi a riguardo... mi ingelosiva immensamente. Non avrei avuto nulla da ridire, ovviamente, ero pur sempre una serva e non era mio compito giudicare l'operato dei miei superiori! Eppure, quella piccola scintilla di femminile orgoglio mi imponeva una morigerata indisposizione per quella mancanza di considerazione. Straordinario era, inoltre, il fatto che a dispetto del mio profondo altruismo e desiderio di giustizia, quando c'era un discorso che riguardava la dama Rossa ogni cosa passasse in secondo piano, inclusa la vita di quella ragazza.
Sospirai, cercando di ordinare in modo moralmente corretto i miei pensieri, e sperando che il mio compagno non si rendesse conto di quanto fossi interiormente combattuta in quegli istanti. Superato un piccolo promontorio artificiale, creatosi a causa del crollo di un grosso palazzo, mi bloccai per esaminare la zona.

Dovevamo stare molto attenti: se avevano sorpreso e gabbato Zeno, che di esperienza ne aveva immensamente più di me, altri briganti avrebbero potuto aggredirci lungo la strada. Tuttavia, almeno per quanto riuscivano a vedere i miei occhi, non v'era nulla altro che una città silenziosa. Sospirai nuovamente, osservando la distruzione. E d'improvviso, quasi come un brivido gelido, un pensiero mi scosse: chissà che fine aveva fatto Astryd Lorch. Iohan era fuggito, lo avevamo visto tutti, e Mathias giaceva morto in fondo a qualche burrone, ma della sua giovane sorella non c'era più traccia. Chissà, magari la fortuna ci avrebbe arriso permettendoci di ritrovare i suoi resti scheletrici da poter riportare al Nord. Sorrisi a Erein, facendogli cenno di proseguire. Senza sapere dove andare, di preciso, trovare qualcosa nella capitale era come cercare un ago in un pagliaio.

[ ... ]


Stavamo camminando da più di un'ora dentro quello che restava delle strade cittadine, il nostro andamento non era veloce e risentiva enormemente delle pessime condizioni del terreno, quando qualcosa attirò l'attenzione dell'elfo. I suoi sensi, decisamente più sviluppati dei miei, captarono qualcosa nelle vicinanze, probabilmente una minaccia, e non tardò a mettermene al corrente.

« Mmm abbiamo degli ammiratori. » sussurrò, rivolgendosi al mio orecchio. « Forse è meglio tenere alta la guardia, la città non è poi così deserta come sembra e i tuoi amici non sono gli unici abitanti. »

La cosa non mi sorprese più di tanto e, senza nemmeno riflettere, con un movimento naturale, sfoderai entrambe le spade guardandomi intorno. Tra quei detriti potevano essere appostate decine di briganti, della peggiore specie per giunta, ma finché non si fossero fatti vedere non avrei potuto fare nulla. Probabilmente il nostro atteggiamento guardingo e l'aver messo mano alle armi, mise in allarme gli uomini che ci stavano attendendo: il sibilo acuto e inconfondibile di una salva di frecce raggiunse le mie orecchie un istante dopo aver scorto delle sagome alzarsi dal terreno. Quella feccia non solo ci aveva seguito, aspettando il momento propizio per colpire.. e probabilmente lo aveva già fatto con persone indifese, uccidendole per pochi spiccioli.

« Signore! »

avvisai Erein, frapponendomi nella traiettoria di tiro roteando velocemente una spada a formare un sottile scudo traslucido, azzurro, davanti a noi e le frecce vi si infransero contro cadendo inerti al suolo. In quel momento i numerosi pensieri e turbamenti di poco prima vennero semplicemente meno, e tutto quello che il mio corpo e la mia mente volevano fare era combattere. In un certo qual senso avevo bisogno di sfogare la frustrazione, il senso di impotenza che avevo iniziato a provare nei confronti degli eventi. E quella situazione era perfetta per dimostrare anche allo Stregone cosa avrei potuto fare.

Mi lanciai in avanti proprio nel momento in cui una decina di uomini caricavano la nostra posizione. Erano vestiti in modo piuttosto raffazzonato, similarmente a quelli che avevo già incontrato, con pezzi di armature saccheggiate ai soldati caduti legate assieme da lacci di cuoio. Le armi, invece, erano state semplicemente cannibalizzate dalle armerie cittadine, tanto che lo scintillio dell'acciaio tirato a lucido persisteva anche dopo tante settimane di assoluta incuria. Ci superavano di cinque a uno, nel numero, e sebbene non credessi nella loro abilità come combattenti temevo la loro ferocia. Erano tutti uomini, almeno quelli che vennero verso di me, sporchi e con le barbe incolte. Abbassai le spade pronta a deviare i loro primi colpi e a contrattaccare, ma Erein fu decisamente più veloce.

« E così si attaccano le donzelle? » pur senza voltarmi a guardarlo lo immaginai sorridere a quelle parole. « Ecco una donna per cui morire... peccato che sia solo nella tua testa... »

il brigante perse l'equilibro e rovinò a terra colpito da qualche violenta malia. Senza badarci troppo ingaggiai gli altri quattro in combattimento.
Senza troppa difficoltà riuscii a fronteggiare la moltitudine di colpi che mi scatenarono addosso, tutti portati senza un minimo di grazia o coordinazione. Attaccavano come bestie, prediligendo la mera forza alla tecnica. Nel mezzo della battaglia recitai mentalmente una piccola invocazione, sentendo il mio corpo irrigidirsi e tendersi sotto l'influsso del potere di Zoikar. Purtroppo, però, quell'istante in cui la mia mente fu distratta dalla lotta uno di quei vigliacchi scivolò alle mie spalle cercando di conficcarmi la spada nella spina dorsale: per mia fortuna non aveva idea di come superare le difese della corazza, tanto che la punta della lama deviò sul fianco aprendo una brutta ferita sopra le costole. Il dolore e la rabbia per quell'attacco indecente mi costrinsero a voltarmi di scatto, mulinando un fendente così forte che, nonostante avesse anteposto la sua arma alla mia, perse la presa. Subito dopo si ritrovò la mia spada conficcata nella carne sino all'osso della spalla.
Cadde al suolo, urlando come un'ossesso, mentre il sangue gli lordava rapidamente la manica colando poi al suolo.
Alla vista di quella mia brusca reazione, nonché forza decisamente inadeguata per la mia misera fisicità, i tre restanti assalitori parvero avere un secondo di ripensamento, arrestando il loro incessante attacco per rivalutare la minaccia. Altri nemici, invece, si erano fiondati contro Erein vedendo in lui una preda più facile, illudendosi erroneamente che fossi la sua guardia del corpo. Uno, in particolare, si stava avvicinando da una angolazione cieca e temetti che potesse ferire gravemente il Re, colpendolo a tradimento. Ignorando il dolore della ferita mi mossi per intercettarlo e, senza alcuna remora, mi parai davanti a lui assestandogli un violento calcio diretto contro il ginocchio destro: il rumore secco della rotula ridotta in frantumi dal mio stivale fu solamente il coronamento di quell'azione.

« Un re che combatte, eh? Questo non se lo aspettavano! »

dissi, presa dal combattimento, mentre con un movimento fluido delle spade recidevo la testa del bastardo col ginocchio spezzato.

Ansimavo un poco, avevo già la corazza macchiata da numerosi schizzi di sangue, oltre che da quello che fuoriusciva piuttosto insistentemente dal mio fianco, eppure non potevo negare a me stessa che mi piacesse combattere. Non saprei dire se provare piacere nel combattimento, nell'adempimento del proprio dovere, sia qualcosa di negativo o di cui provare vergogna... ma a me piaceva. Sentire il dolore delle ferite mi ricordava per cosa stavo combattendo, mi faceva sentire viva. Inoltre, almeno per come la vedevo io, lottare fianco a fianco a Erein non faceva altro che aumentare la nostra affinità, la nostra capacità di prenderci cura gli uni degli altri.
Il gruppo che si era un attimo spaventato per la mia reazione mi raggiunse nuovamente, pochi istanti dopo, incalzando un colpo dietro l'altro nel tentativo di vendicare il loro compagno caduto, ma stavolta ero pronta e con un rapido passo all'indietro bloccai i tentativi di aggiramento. Uno di loro, con una grossa cicatrice sul volto, si spazientì di vedermi combattere sulla difensiva e, invece di aggirarmi caricò direttamente: la sua mole, molto più massiccia della mia, mi travolse lanciandomi gambe all'aria mentre le sue mani andavano a bloccare le mie impedendomi di usare le spade. Con un movimento brusco mi torse i polsi obbligandomi a lasciare la presa sulle armi e a soffocare un grido di dolore. Invece di tagliarmi la gola, però, i suoi compari mi accerchiarono tenendomi sotto la minaccia delle armi.
Erein, notandomi in grande difficoltà, intervenne facendo qualcosa al bruto che mi stava immobilizzando. Non riuscivo affatto a capire in che modo ci stesse riuscendo, ma la forza dell'uomo parve venire meno e con uno strattone liberai la mano destra, arrivando al pugnale sulla coscia. Un momento dopo gli avevo aperto un profondo taglio sulla carotide da cui, però, anziché sangue denso e copioso fuoriuscì un liquido amaranto tenue. Inutile dire che la cosa sorprese tanto me quanto i disgraziati che mi stavano minacciando. Disgustata, ma decisa a non farmi catturare da quella marmaglia, sfruttai la mia posizione al suolo per conficcare il pugnale dentro la coscia di uno di loro, mentre un secondo, meno fortunato, ricevette un possente colpo con il mio guanto corazzato dritto nei testicoli.

« Spero faccia male, bastardo! » rotolai di lato evitando i colpi dell'ultimo uomo rimasto in piedi. A quel punto, non senza un minimo di incertezza, riuscii ad alzarmi, seppur senza avere il tempo di raccogliere le armi o recuperare il pugnale.
Mi passai il dorso della mano sulla bocca, dove un taglio aveva spaccato il labbro superiore.
« Prega Zoikar che non ci rimanga la cicatrice. »
« Pregherai tu quando finirai tra le mie mani, sgualdrina! »
Gli saltai letteralmente addosso, buttandolo a terra e salendogli sopra cavalcioni.
« IO »
Un pugno ferrato lo raggiunse sulla mandibola.
« NON »
Un altro, sulla tempia.
« SONO »
Un terzo, senza pietà.
« UNA SGUALDRINA »
Un quarto, e la lucidità negli occhi pesti dell'uomo iniziò a sparire.
« SONO UN »
Mi alzai, rifilandogli un calcio sul volto.

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« CAVALIERE! »
« Odio questi briganti, altro che seconda possibilità, Padre Zeno. »


Ansimavo e tremavo per quell'improvviso scatto di rabbia. Era per colpa di persone come quelle, ignoranti e selvagge, se il Dortan si era trasformato in una cloaca a cielo aperto, se la speranza di un futuro migliore stentava a rilucere. Non mi importava di avere le mani coperte dal sangue di quella gente, se nemmeno il più retto dei Corvi era riuscito a redimerli sicuramente non lo avrei fatto io. Eppure epurare il mondo dalla loro presenza non mi recava disturbo alcuno, eccezion fatta per il lieve giramento di testa che mi dava l'odore forte e pungente del sangue. Giacevano quasi tutti al suolo, morti o moribondi, tranne uno, alto almeno due metri e con una stazza impressionante anche per un soldato allenato che aveva preso alla gola Erein cercando di strangolarlo.
Afferrai in corsa una delle mie spade, andando al salvataggio.

« Oi, Pauvre connard! »

Assieme a quella volgarissima offesa gli conficcai un dieci centimetri buoni d'acciaio dentro le vertebre. Con un brutale scossone le recisi di netto, mentre un suono inquietante di tessuto lacerato accompagnava la caduta dell'uomo. Urlò per un paio di secondi, quasi fosse un maiale sgozzato, ma poi il dolore lo portò allo svenimento. Oramai non rimaneva nessuno più in piedi, se non noi due.
Mi accertai con uno scambio di sguardi che il Re stesse bene, poi appoggiai le mani sulle ginocchia inspirando profondamente per recuperare dallo sforzo e dalle contusioni riportate in battaglia. A dispetto di qualsiasi allenamento avere un uomo pesante il doppio di me che mi aveva gettata al suolo non era stato propriamente piacevole.

A quel punto, camminando lentamente, mi avvicinai all'uomo che avevo colpito col pugnale, l'unico che fosse ancora in grado di pensare lucidamente. Poggiai il piede sull'impugnatura dell'arma, spingendola leggermente più a fondo.

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« Considerati fortunato, per ora ti è rimasta almeno la virilità. Per ora. Sai niente di una ragazza tenuta prigioniera? »



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B. 5% - M 10% - A. 20% - C. 40%

Capacità Speciali: 8 -2 - 1 = 5 Forza.
Stato fisico: 125% -10% - 10% (Danno) - 5% - 5% (Danno) = 95%
Stato mentale: 75% -10% = 65%
Riserve Energetiche: 100% -10% = 90%
Stato Emotivo: Furiosa, disgustata, arrabbiata.
Ferite: Taglio al costato destro, lieve stortura dei polsi, affaticamento generale per il combattimento.

Equipaggiamento:
• Spada Bastarda. (Arma bianca, spada bastarda) [Fianco]
• Spada Lunga. (Arma bianca, spada lunga) [Fianco]
• Braccio Corazzato. (Arma bianca, conta come maglio) [Sx]
• Pugnale. (Arma bianca, coltello) [nella gamba di un nemico.]
• Corazza Mista. (Protezione mista, metallo-stoffa, medio-pesante)
• Moschetto. (Arma a polvere nera, da distanza,) [Schiena]

Passive in uso:
- Baluardo della Fede: Sono molti, e infidi, i detrattori della fede e della giustizia. Essi s'annidano come piaghe nei vicoli bui, nelle zone malfamate, nelle strade fuori vista ed attaccano chi non è pronto, l'impreparato. Molte volte ho visto questi individui meschini adempiere al loro immorale dovere indisturbati e ho provveduto, di mio pugno, a farmi istruire in ogni maniera possibile per non cadere, a mia volta, in futili tranelli. Il mio scudo è la mia fede, la mia arma l'addestramento, la salvezza la troverò perseguendo la giustizia.
[Passiva Talento Guardiana I - Accortezza. Capacità di innalzare barriere difensive a tempo zero, senza bisogno di impiegare tempi di reazione prolungati] (Utilizzi:6-1=5)

- Europa, il grande sguardo: Difendere se stessi è facile, spesso istintivo, si reagisce muovendo le gambe, muovendo la spada, spostandosi e danzando in un turbinare di acciaio e morte. Ma in battaglia non siamo mai da soli. Io non ero da sola, almeno. Mathias Lorch mi ha insegnato cosa possa significare doversi prendere cura di persone che non hai il potere di salvare. Sulla mia coscienza pesano già abbastanza innocenti da non volermi macchiare le mani di altro sangue... anche se so che sarà necessario. Ancora e ancora. Io vigilerò, sorveglierò, non mi lascerò ingannare più.
[Passiva Talento Guardiana II - Responsabilità. Capacità di lanciare difese ad Area con la medesima potenza del loro costo] (Utilizzo:6-1=5)

- C'è solo Guerra: L'umanità ha visto migliaia di guerre, di privazioni, di tumulti. Ogni uomo o donna è consapevole che la sua vita dipende dalla guerra e che solo con essa i grandi regni sono stati in grado di appianare le loro divergenze. Battersi è l'unica lingua che conoscono gli umani, ed ogni uomo è naturalmente propenso a destreggiarsi in battaglia e brandire le armi per il bene del suo popolo.
[Passiva Raziale: Esperienza. Azzurra potrà difendersi adeguatamente da attacchi multipli o inaspettati di natura fisica non tecnica, rendendo di fatto sportivo destreggiarsi tra numerosi colpi o attacchi complessi.] (Utilizzi:6-1= 5)


Attive usate:
- Un solo Credo, un solo Dio, un solo Re: Ho una sola morale, un solo Sovrano ed un unico Re a cui inginocchiarmi. E questo è ciò che l'umanità tutta dovrebbe aspirare ad avere. Io combatterò per loro, combatterò per loro e per me stessa, fintanto che avrò fiato. Richiamerò gli scintillanti cavalieri di un remoto passato, possenti leoni e incantevoli draghi, tutti composti da una soffusa ed impenetrabile luce, pronti a morire diecimila volte per salvare l'altrui vita. Sarà questione di un singolo istante, di un fugace guizzo dal mondo delle tenebre, appariranno e spariranno prima che io possa anche solo guardarli. Eppure, quando tutto sarà finito, li ricorderò piangendo d'amore.
Azzurra è in grado di materializzare scudi dalle forme più disparate, animali o antropomorfe, in base al dispendio della tecnica. Maggiore è il consumo e più importante sarà la forma assunta dallo scudo stesso. L'effetto è puramente scenico.
[Personale 5/25. Difesa Variabile Media di potenza un grado inferiore al consumo, ad Area, che materializza scudi. Attinge da Energia. Natura Magica]

- Orazione della Guerra - Fervore Combattente: Azzurra porta con se un sigillo sacro, nel quale è iscritta una preghiera al Sovrano. Questo genere di sigillo racchiude un incantesimo dall'enorme potere che non tutti sono in grado di sopportare sulla propria pelle e nel proprio animo: ottenere i benefici di tale potere richiede un sacrificio, una fermezza assoluta nel fisico e nella mente, l'accettazione incondizionata della propria fede e della propria rettitudine. Una volta recitata la preghiera questa proverà il fisico e la mente di Azzurra, inducendole l'apertura di ferite sul corpo e oscurandole la mente con visioni di gloria, che ne indeboliranno leggermente le difese. In cambio, tuttavia, ella riceverà una forza ben superiore a quella umanamente sviluppabile dal suo corpo.
Azzurra può, recitando una preghiera, ottenere un potenzialmente complessivo di 8CS alla Forza, subendo un violento contraccolpo psicofisico.
[Personale 3/25. Consumo Alto. Attinge Medio da Autodanno Fisico e Medio da Mente. Power-Up 8CS alla Forza. Natura Magica]

- Vantaggio Tattico: In combattimento tutto è lecito. Indebolire l'avversario è parte integrante della lotta: debilitare, mortificare, indebolire. Concentrare la propria forza in un singolo colpo, seppur non troppo esagerato, può fare la differenza tra la vita e la morte e può fornire quel vantaggio tale che, nel cuore della lotta, può essere la chiave di volta per risolvere lo scontro.
Azzurra compierà un attacco un attacco diretto, armato o a mani nude, mirando ad una articolazione o un osso preciso, nel tentativo di indebolirlo e debilitarne le funzioni.
[Personale 8/25. Consumo Basso. Attinge a Autodanno Fisico. Danneggia Fisico. Natura Fisica]


Note:Inizio dicendo che ho voluto collegare questa giocata e il mio incontro con Zeno, in quanto avvengono immediatamente in sequenza, i riferimenti quindi sono riconducibili a "Atto di Fede". Ringrazio da subito Malzhar che ha acconsentito a creare una storia di background - seppur accennata per non rendere il post un mattone - e aver reso lo scontro autoconclusivo molto più divertente portandolo su un piano narrativo e meno meramente tecnico. Abbiamo scelto di affrontare la lotta assieme, salvandoci a vicenda e supportandoci in maniera dinamica, anziché fare ognuno per se, e devo dire che mi sono divertito enormemente a scrivere, nonostante la faticaccia! I nemici sono cinque, più uno che ho usato come carne da macello per poterlo interrogare in seguito, (una decina in totale, cinque per uno) Di seguito faccio un breve riassunto delle azioni salienti, sperando che sia bastevole.

A) Erein scopre i nemici con un auspex, Azzurra usa la passiva di difesa istantanea per difendere dai dardi, con una difesa ad area media coadiuvata da apposita passiva, entrambi.
B) Erein uccide uno dei miei nemici con una sua tecnica psionica, Azzurra ingaggia battaglia con quattro briganti che l'attaccano fisicamente con una moltitudine di colpi. Usando la passiva "c'è solo guerra" Azzurra è in grado di bloccare o evitare tutti i danni ma viene aggirata da un nemico, che la ferisce al fianco attaccandola a tradimento (danno Medio)
C) Azzurra usa il suo power up a questo punto, guadagnando 8 CS in forza e ne usa subito due per mettere fuori gioco l'uomo che l'ha ferita. A questo punto vede Erein in pericolo e disingaggia per intervenire in soccorso dell'alleato: usa "vantaggio tattico" per spezzare il ginocchio di un aggressore, poi lo decapita con un colpo fisico.
D) A questo punto i tre che aveva disingaggiato tornano a colpirla, uno in particolare la placca e la butta al suolo, torcendole i polsi per farle perdere la presa sulle spade (danni Basso). I briganti, come da Qm point, non cercano di ucciderla ma di catturarla. Erein interviene nuovamente con una tecnica che trasforma il sangue in acqua, dando modo ad Azzurra di liberarsi e uccidere l'uomo che la bloccava.
E) Ancora a terra conficca il pugnale nella gamba di uno e rifila un pugno con 1 cs in Forza nei testicoli di un altro, rotolando via dai colpi di un terzo sopraggiunto per dare man forte. A questo punto Azzurra, disarmata, decide di lasciarsi andare e massacra di pugni l'ultimo aggressore rimasto. (Sì, mi sono divertito qui, mi ci voleva *_* )
F) Un uomo enorme, l'ultimo della cricca, afferra Erein per il collo cercando di strozzarlo, e Azzurra approfitta della sua distrazione per conficcagli la spada nella colonna vertebrale e spezzargliela.

Alla fine va dall'uomo a cui ha conficcato il pugnale nella gamba e lo interroga.
Evil Azzurra is Evil.

Non sono un fan degli autoconclusivi, ho cercato di renderlo più movimentato e divertente possibile, tralasciando volutamente la parte tecnica in favore di un qualcosa di più narrativo e, perché no, anche divertente spero ^^ buona lettura.
 
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Nawarashi
view post Posted on 1/6/2015, 16:32





L'allegro scribano - Fuori dall'ingresso



Era una nottata come tante altre. Il mantello mi teneva al caldo dalla brezza notturna che solcava le strade, facendo cigolare le finestre di tutto il viale. Lo locanda, seppur malmessa, era l'unica fonte di luce e calore in tutto il vicinato, quella cara catapecchia a cui spesso tornavo dai miei viaggi. Mi avvicinai alla porta per varcare la soglia quando una voce fermò i miei passi.

< Mia figlia è stata rapita a Basiledra! Aiutatemi! >



Guardai dietro di me e vidi una figura mescolarsi con le ombre. Un uomo stanco e affamato, arrancava come un fantasma ripetendo il suo lamento per tutto il suo cammino. Lo guardai per un po', ascoltando la sua supplica, cercando di capire chi avessi davanti. Decisi di avvicinarmi cautamente, ponendogli una mano sulla spalla ma lui non si fermò, ne si voltò. Ripeteva la stessa frase all'infinito, camminando come un guscio vuoto fino a svanire nell'oscurità, con le mura degli edifici vicini che ancora echeggiavano il suo lamento. La strada deserta, solo io a sentire la sua richiesta d'appello, quasi come fosse uno stupido scherzo del crudele destino che a quei tempi mi perseguitava.

Conoscevo Basiledra e sapevo che quel posto non era decisamente adatto a una bambina, ne a un qualsiasi essere umano sano di mente. Una voce dentro di me mi voleva spingere ad ignorare la richiesta, a scansare quanto successo etichettandolo come una mera visione dovuta alla stanchezza. Tuttavia la voce di mio padre nella mia testa era chiara, dovevo assolvere i miei doveri come protettore degli innocenti, come suo sostituto e come debito verso la mia famiglia.
Ancora una volta, avrei marciato per la mia dannata crociata. Solo, nella notte.


Basiledra - mattino del terzo giorno di cammino.



Rovine. La decadenza umana si mostrava in quel che prima era chiamato "Basiledra", una fortezza ormai caduta sotto i colpi della cupidigia e della corruzione tipiche della nostra infame razza. Mobili, edifici, palazzi, qualsiasi cosa era rasa al suolo senza distinzione di alcun genere, un'intera cultura si sgretolava al di sotto dei miei piedi, portando nella sua perdita tutti i frammenti di vita del popolo che ha vissuto quei luoghi, ormai ombre dei fasti di un tempo. Mi guardavo intorno, cercando qualcosa di cui non avevo il minimo indizio. Di certo non sarebbe apparsa nessuna ragazzina dicendomi "Ehylà sono dispersa! Aiutami per favore!", per poi prendermi per mano e condurmi verso la ricompensa e il bacio della principessa del castello.

Non nutrivo nessuna speranza per quella bambina. Probabilmente era già stata presa in custodia dagli sciacalli e dai criminali di vario stampo che pullulavano quelle terre dimenticate da Dio. Del resto, chiunque poteva assalirti in quelle zone. Certe volte si trattava di soldati senza onore o traditori, nei casi peggiori si poteva anche incontrare la peggiore feccia psicopatica del Dortan, dato che la giurisdizione era un concetto ameno per la nuova Basiledra. Tutto ciò significava che le probabilità di trovare viva l'innocente fanciulla erano prossime allo zero assoluto, sempre che non abbiano deciso di farne il loro personale giocattolo sessuale. In quel caso sarebbe durata fino a quando il suo corpo sfumato non fosse servito più neanche come latrina.

Bhe, almeno, a differenza di quanto accade nelle corti, loro non cercavano di nasconderlo tra le lussuose tende dei loro letti a baldacchino. Tra quella distesa di detriti e i lussuosi palazzi, le differenze tra i suoi abitanti erano più sottili di quanto ci si poteva aspettare, ne ero certo.

Camminavo da qualche ora ormai, scandagliando il terreno in cerca di qualche traccia recente di un passaggio di qualcuno, ma senza nessun risultato. Sembrava come se fossi il primo a scandagliare quella zona da anni, il che era decisamente strano e poco plausibile. Ad un certo punto, però, sentii un rumore improvviso provenire da poco distante rispetto alla mia posizione, facendo allarmare i miei sensi. Mi girai immediatamente, notando mio malgrado una selva di frecce coinvolgere verso di me a tutta velocità, il che mi portò ad una sola conclusione: ero caduto in una delle trappole più comuni del mondo.
Istintivamente, creai un muro d'ombra intorno a me per difendermi da quell'attacco. Sentii le punte infrangersi contro quella spessa parete di pece mentre, prima ancora che si dissolvesse, mi resi invisibile per evitare di essere preso di nuovo di mira. A quel punto mi interessava solo uscirne vivo piuttosto che affrontare a viso aperto i padroni di casa.
Una volta dissolta la mia difesa, guardai verso l'origine di quell'assalto: notai tre uomini guardarsi intorno cercando di vedere dove fossi finito, balestre ancora pronte a sparare un nuovo colpo. Ingaggiarli sarebbe stato poco prudente, vista la loro superiorità numerica e il vantaggio della distanza, dovevo assolutamente guadagnare tempo e trovare una via di fuga. Mi concentrai ulteriormente, rendendo i miei passi silenziosi per allontanarmi e ripararmi dietro un muro di un edificio crollato, sufficientemente distante dalla posizione in cui mi ero difeso. Aguzzai le orecchie, cercando di sentire le loro voci mentre ragionavo sul da farsi, sporgendomi di tanto in tanto controllando che nessuno mi venisse vicino.

Chi diavolo erano quelli? Non credo ce l'avessero con me in particolare, piuttosto la mia ipotesi era che fossero banditi che attaccassero i poveri sventurati che passavano da quelle parti. Da quel poco che ho visto, non sembravano così forti ma neanche degli sprovveduti dato che riuscivano a nascondere la loro presenza tra tutte quelle macerie. Oltre alle armi a distanza, avevano pugnali e spade dalla loro, rendendo il combattimento ravvicinato un inferno per i tipi come me. Se non stavo attento, avrei potuto essere circondato e ucciso, anche se effettivamente ero ancora invisibile e dunque al sicuro da quell'eventualità.
Mi mossi cautamente di rovina in rovina, guardando se avevo degli inseguitori alle mie calcagna, stando attento a non inciampare nelle assi di legno sparse un po' ovunque. In una casa diroccata trovai un nemico che scandagliava il circondario in cerca della mia presenza, rivoltando mobili e detriti nel suo passaggio. Ero abbastanza sicuro che fosse da solo, perciò mi avvicinai cautamente, sfruttando il vantaggio di non poter essere ne visto ne sentito. Quello di fronte a me era un uomo abbastanza vecchio e magro, pieno di cicatrici in volto ed equipaggiato con una leggera armatura di cuoio recanti strane effigi rosse. I suoi capelli corti e marroni erano l'unico colore della sua faccia, considerando gli occhi neri e la benda sulla bocca del medesimo colore. All'apparenza, sembrava il classico furfante delle grandi città, senza arte ne parte. Sarebbe stato un gioco da ragazzi interrogarlo puntandogli una lama alla gola, in modo da avere qualche indizio sulla ragazzina in questione. Se la fortuna mi avesse assistito, avrei evitato spargimenti di sangue da entrambe le parti. Mi mossi verso di lui, arrivandogli molto vicino.

< Mi dispiace, amico, ma io posso vederti. >



Lanciò un piccolo pugnale verso di me che riuscii ad evitare per un pelo grazie ai miei riflessi, tuttavia quell'oggetto attirò a se tutte la mia attenzione, facendomi abbassare la guardia verso il nemico che mi era di fronte. Un errore fatale in quanto egli approfittò del mio scarto a destra e della distrazione causata dal pugnale per saltarmi addosso, buttandomi a terra e conficcandomi un oggetto appuntito nel braccio. Urlai di dolore mentre scalciavo via il suo corpo da sopra il mio, respirando affannosamente dalla rabbia e dalla fatica per la rapida colluttazione. Sembrava che il mio nemico avesse una sorta di vista potenziata o qualche diavoleria auspex simile per vedermi, o percepirmi, vista la precisione con cui aveva mirato il pugnale. Mi guardai il braccio, vedendo un piccolo segno di puntura sul bicipite. Lo guardai mentre sorrideva beffardo, camminando verso di me in maniera rilassata e rimettendo nella tasca una sorta di piccolo aggeggio di vetro.

"Mai sottovalutare il tuo avversario! Folle!" pensai mentre mi lanciavo verso di lui a pugnale sguainato.... o meglio.. era quello che avrei voluto fare. Il mio corpo non rispondeva più ai miei comandi, ero paralizzato sul posto ed i miei sensi iniziarono a svanire. I miei tentativi di resistere erano inutili, sentivo ogni mio lembo di carne intorpidirsi ad una velocità allarmante. Come se non ci fosse fine al peggio, vidi gli altri suoi compari avvicinarsi a me con tutta la calma del mondo, ridendo di gusto mentre mi piegavo lentamente verso il suolo.

< T'ho iniettato un piccolo liquido che ti farà stare buono per un po'. > Proferì il mio assalitore mentre recuperava il pugnale che aveva lanciato con no chalance.. < E non ti garantiamo che non ci divertiremo con il tuo culo mentre stai dormendo! > Schernì uno dei due dandomi un leggero calcio sul didietro facendomi strisciare sulle macerie. La mia mente non era neanche più in grado di percepire il dolore o la rabbia, ne riuscivo a reagire. Il mio desiderio di ucciderli tutti era assillante quanto la sensazione di svenimento. Il mio corpo era pesante come una montagna, qualsiasi movimento mi risultava impossibile.
Le loro risate accompagnarono il buio che si fece largo tra le mie palpebre, portando al silenzio totale mentre uno di loro tirava fuori una corda e mi legava.






B. 5% - M. 10% - A. 20% - C. 40%
Energia [150] - Fisico [75] - Mente [75]



Condizioni Fisiche: 100% - Ferita da puntura sul braccio destro. Svenuto
Condizioni mentali:75% - Narcotizzato.
Energia:90%

Equipaggiamento:

• Huginn e Munin: Sui fianchi, nascosti dal mantello.

• Draugr: Spada sottile, fodera attaccata alla cintola.

• Blóðughófi: Meccanismo a pietra focaia posto sotto la manica. Proiettili 5/5

• Coltelli da Lancio: Piccoli coltelletti da lancio. 4/4

• Fune: Una semplice fune.

Abilità passive:

You can't hear me: Allein ha preso a cuore la definizione "Silenzioso come un Fantasma", infatti ha affinato il suo fisico in modo che, quando serva, possa evitare di emettere qualsiasi rumore mentre si muove in qualunque ambiente. Gli occhi non sono l'unica cosa che bisogna ingannare, anche gli altri sensi hanno bisogno di essere ammaliati.
[Pergamena del Ladro Velo Sonoro - Passiva 6 / 5 utilizzi. Natura Fisica]

Abilità attive:

You can't see me: L'abilità più importante per un Assassino è quella di potersi rendere invisibile e colpire da questo stato d'invisibilità. Allein, spendendo un costo pari ad Alto in fisico, riesce a mimetizzarsi con l'ambiente circostante risultando invisibile, celando il proprio corpo per due turni, senza però annullare eventuali rumori prodotti o tracce lasciate dal proprio passaggio. Inoltre, potrà aggiungere 2 CS alla propria riserva e il prossimo attacco fisico che effettuerà contro il suo avversario sottrarrà a questi 2 CS, se non difeso. L'effetto funziona solo se Allein è ancora invisibile al nemico.
Questa tecnica è stata affinata fin nei minimi dettagli, è l'asso nella manica dell'organizzazione e il perfetto modus operandi per uccidere.
[Pergamena del Ladro Occultamento Maledetto Fortificato - Costo Alto in Fisico. Natura Fisica]

Wall of shadows.: Molte volte un assassino può desiderare di avere qualche protezione in più, capitano alcuni momenti in cui sei praticamente spacciato con quattro cannoni puntati alla testa. Un vero assassino dei Valravne sa bene come difendersi in questo caso. Spendendo un costo pari a Medio e facendo svolazzare il proprio mantello intorno a se, egli creerà una piccola cupola d'ombra grande poco più di lui, che lo proteggerà da danni fisici o magici di livello Medio o inferiore per quel turno in cui viene attaccato. Ovviamente non può spostarsi durante questa tecnica ne può attaccare, può solo pianificare o preparare la prossima mossa. Nonostante queste limitazioni, rimane un'ottima difesa contro bombe e attacchi ad area inevitabili.
(Abilità personale/Costo Medio in Energia. Tecnica Difensiva. Natura Magica)

Note:

Allein, quando viene assalito, utilizza WallofShadows per proteggersi dalle frecce. Successivamente diventa invisibile e guadagna 2 CS. Cerca di fuggire fino a quando non incontra un bandito che per comodità chiamerò Fellone.
Fellone usa un Auspex visivo che gli permette di percepirmi attraverso la vista. Da qui mi tira un bel pugnale ravvicinato che evito usando le mie due CS. Purtroppo Fellone usa la pergamena del ladro di distrazione sul pugnale dalla quale Allein non riesce a difendersi dato che non può prevedere la mossa. Da qui, il nemico usa 2 CS per venirmi addosso e conficcarmi il narcotico nel corpo, del quale era equipaggiato solo con una dose. E' un narcotico molto potente che mi mette K.O. e mi cattura. Spero di aver agito nel giusto nei termini della quest. A voi! :)

 
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view post Posted on 2/6/2015, 00:48

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Il destino ha una sua ironia, quasi crudele. Basiledra è stata per anni il simbolo della mia disfatta, la sede del nemico che mi ha costretto a scappare rischiando la mia stessa esistenza. Caduto il suo più noto Sovrano perse, almeno per me, di qualunque interesse; poi un giorno un nemico a lungo sottovalutato decise che era giunta l’ora di azzardare oltre ogni rosea speranza di successo. Quell’audace, onorevole, sciocco fu premiato dalla buona sorte e vinse. Ma quale amara, vana vittoria quella fu … Non era nemmeno riuscito ad agguantare il frutto dolce del trionfo che qualcuno gli piantò una lama tra le scapole mandando a marcire sogni, gloria, ideali e ovviamente la sua vita. Il suo infame successore era d’un’altra pasta. Un barbaro violento, una tirannica belva assetata di sangue. Riuscì a guastare tutto … ma fu anche la mia fortuna.
L’odio è una pianticella contorta facile da far crescere e difficile da eradicare. Avvelena, corrompe, soffoca ogni altro arbusto ma - rare volte – se saggiamente innestata con altri più miti sentimenti e nutrita con il dolce elisir degli ideali può diventare un maestoso albero di vita … o quantomeno un appiglio per sfuggire alla morte. Mathias Lorch seminò la sua messe d’odio a me toccò semplicemente convertirla a mio uso.
In un glorioso giorno Malzhar Rahl, gonfio di rancore e livido di ideali, mutò il panorama disfatto di una Basiledra già condannata alla rovina nel luogo più dolce che abbia mai veduto. Divenne così, la Città dei Re, il simbolo della libertà riconquistata ed oggi potrebbe diventare qualcosa di ancor più sublime … Il simbolo della mia completa rivalsa.
Se un posto esiste in cui posso trovare la prova che cerco non è forse Basiledra quel luogo? In quale altra città, infatti, potrei trovare una maggior concentrazione di conoscenza araldica?
La base dei Pari, dove avevo incontrato il buon Aedh distava poco e mi consentiva di dirigermi nella Capitale in rovina senza sprecare troppo tempo. Congedai il mio seguito e mi avviai verso la mia solitaria ricerca che solitaria rimase per ben poco tempo, giacché per strada incontrai la mia cara Lady Azzurra.
Un colpo di fortuna, in una sola persona erano condensate svariate virtù: era mia amica, conosceva bene la materia che andavo a studiare ed era nativa di quell’agglomerato di edifici, strade e leggende chiamato Basiledra. Il prezzo per i suoi servigi era il solito: una buona azione.
«Una ragazza rapita?» – mormorai quando conobbi in cosa quella buona azione consisteva - « Se fossi ipocrita direi che la cosa non mi sorprende ma mi indigna ...»
Ed io in quel giorno non mi sentivo particolarmente ipocrita. Credevo che il buon cuore della pulcelle
mi portasse a distribuire pane, sorrisi, conforto e candide menzogne su un futuro migliore alla schiera di orfani che infestavano la rovinata capitale come ratti i cunicoli delle fogne … ed evidentemente mi sbagliavo. Il suo animo di cavaliere ambiva a ben più ardite e nobili imprese: salvare la donzella in pericolo e spezzare gli infami rapitori per l’appunto.
Devo ammetterlo che di sangue e battaglia ne avevo abbastanza ma come avrei potuto dirle di no?
« In verità non penso sia nemmeno un caso isolato. Prima stavo accompagnando i miei ragazzi a rendere omaggio ai defunti e un gruppo di banditi ci ha assaliti. Ora contribuiranno a costruire le case a Terra Grigia. ...» – al solo sentir nominare banditi ed orfani convertiti lo stomaco inveì contro il suo stesso padrone spendendo una staffilata acida a tormentarmi. Di banditi ne avevo visti fin troppi e quei giovani volenterosi mi puzzavano di Corvi Leici. Che Azzurra avesse cambiato d’un tratto parrocchia? Non ci sarebbe stato nulla di stupefacente, in fondo il suo buon cuore era candido come le maschere dei tirapiedi di Zeno.
Mascherai i miei pensieri con il mai troppo abusato mantello di facezie «Insomma Lady Azzura vogliamo proprio rovinare la mia cattiva reputazione?» - le posai una mano sulla spalla, come per rassicurarla sulla mia adesione e le chiesi - «Idee da dove partire?»
« Io sono stata lì, non c'è nient'altro che polvere.» .-disse indicando la famigerata Cattedrale. Non trattenni un sospiro di sollievo. Anche dei corvi, bianchi o neri che fossero, ne avevo abbastanza e un tour nella loro tana non avrebbe aiutato a migliorare il mio umore. « Possiamo provare a dirigerci verso il cuore di marmo... o quello che ne è rimasto. Se qualcuno ha cercato rifugio, probabilmente è andato nel luogo più impervio da raggiungere!
«E sia compiremo la buona azione quotidiana ma ti avverto mia cara sarai tu a prendertene il merito ... – scherzai ancora - « Noi Nobili dobbiamo sembrare arcigni, crudeli e disinteressati al popolo ... Proprio come il nostro nobile e temuto Aedh!»
Sorridendo e rispondendo con cortesia la Pulcelle mi ricordò che forse era il caso di iniziare la ricerca e così entrammo nella Città dei Re … o in quello che era rimasto.


Spettrale, miserabile, irriconoscibile. A questo si era ridotta la città dei Re e nemmeno la compagnia di Azzurra migliorò il malumore con cui quella decadenza mi artigliò il petto. La gloria del Dortan putrefaceva e sulle sue ferite si affollavano come tanti putridi vermi derelitti, poveracci e banditi.
La Pulcelle mi guardava serrando le labbra, voleva dirmi qualcosa, moriva dalla voglia di chiedermelo ma la sua educazione la tratteneva dal farlo. Le sorrisi con calore come a dirle “ non temere, fai pure la tua domanda”. Forse rispondere a qualche oziosa questione da femmina mi avrebbe distratto dal patetico spettacolo offerto dalla Città dei Re.
I miei sensi erano all’erta, non desideravo ricevere una pugnalata alle spalle e morire per l’infezione provocata da una lama lurida per sfamare un tagliagole scheletrico e malnutrito. La mia precauzione non venne sprecata -« Mmm abbiamo degli ammiratori…»- sussurrai «…forse è meglio tenere alta la guardia, la città non è poi così deserta come sembra e i tuoi amici non sono gli unici abitanti…»
Non completai nemmeno la frase che ci furono addosso. Prima una pioggia di frecce deviate dalla sapiente arte cavalleresca di Azzurra, poi comparvero loro … I famigerati bastardi che infestavano Basiledra.
Quasi come se fosse un naturale riflesso raccolsi le frecce e le rispedii al mittente con un fluido gesto della mano. Il primo dei nemici rimase impalato dalle sue stesse armi e cadde a terra, miserabile puntaspilli sanguinolento quale era. Feci in tempo a cacciarmi in gola la spezia rossaa giovane donna si lanciò con temeraria furia guerriera nella mischia.
Si muoveva con la grazia tipica del suo genere e con una letalità che cozzava violentemente con il suo temperamento fatto di estemporanei rossori, parole, gentili e sorrisi. Uno dei malviventi stava per colpirla alle spalle. Sorrisi …
« E così si attaccano le donzelle? » – tuonai, si tuonai. Qualcuno definì la mia voce seta e tuono una volta, quell’espressione mi piacque molto. - « Ecco una donna per cui morire... peccato che sia solo nella tua testa... »
Chissà quale sublime agonia o immonda perversione riempì la mente del brigante mentre il suo corpo cedeva al collasso della sua psiche. Me ne vennero incontro due … Uno era un omiciattolo scheletrico, dagli occhi cisposi e la pelle talmente lurida da sembrare nera. Faceva scivolare il pugnale tra le dita in un virtuosismo da taverna di quart’ordine. Il secondo era di sicuro un disertore. Gli avambracci muscolosi e una tunica stracciata con impresso il simbolo di una qualche ignota casata minore lo qualificavano come tale. Impugnava una rozza mazza da guerra ricavata da un randello in cui era stati inseriti dei chiodi.
Il secondo caricò prendendomi alla sprovvista. Evidentemente non lo impressionava il mio aspetto ne’ la mia magia. Mi colpì alla spalla facendomi rovinare al suolo.
« Bel colpo! Ammazzalo! Ammazzalo! Sfracellagli la faccia!» – lo incitò il segaligno.
L’impatto con il terreno mi fece mordere la lingua. Il soldato rinnegato sollevò la mazza e colpì, pochi centimetri più a sinistra e la mia testa avrebbe lordato con le cervella il bel selciato della capitale. Compresi come mai aveva sbagliato quando mi saltò con le ginocchia sul petto togliendomi il respiro. L’occhio destro era lattiginoso, vacuo ed evidentemente cieco.
Digrignando iniziò a colpirmi con la testa. Il primo colpo mancò il bersaglio andando ad impattare sul terreno. Sollevò la testa urlando, la fronte grondante di sangue e lerciume raccolto da terra e colpì di nuovo. Fronte contro fronte … Prima che potesse sferrare il terzo assalto gli ficcai due dita nell’occhio sano e spinsi in profondità nell’orbita. L’ometto dei coltelli strillò mentre il suo compare barcollava urlando oscenità. Lanciò il primo coltello mentre mi rialzavo, la lama scarsamente affilata mi squarciò la sopravveste. Ancora in ginocchio frugai tra le pieghe del mantello. Le mie dita si strinsero intorno ad una superficie porosa, fresca e tondeggiante. Altofuoco o piscio di alchimista come lo chiamavano i bifolchi. Lo presi in faccia. Le urla che si levarono dal suo volto in fiamme riempiranno i miei incubi per molti mesi. In un turbinio di lame, acciaio e vesti, frattanto, la Lady non demordeva,
accerchiata come una volpe dai mastini. Un’infame le teneva stretti i polsi, altri cercavano di colpirla.
Non potevo raggiungerla, stordito com’ero rischiavo solo di metterla in maggior pericolo. Se la conoscevo bene si sarebbe distratta, avrebbe privilegiato la mia sicurezza alla sua … Non potevo permetterlo, ma nemmeno avrei potuto consentire a quei bruti di macellarla.
« Mae'n troi ei waed yn y dŵr ennill dros y ddaear ac yn dod ag ef mewn ystafelloedd dosbarth oer o'ch Abyss Tramuta il suo sangue in acqua, rapiscilo dalla terra e conducilo nelle fredde aule del tuo Abisso.» - salmodiai.
Il canto degli Annegati risuonò a Basiledra dopo chissà quanto tempo. Il volto de malcapitato si fece cianotico mentre i suoi polmoni e le sue vene si riempivano d’acqua salmastra. Fitte di dolore mi colpirono il petto, lasciandomi più debole del previsto. A testimonianza del prezzo pagato per invocare il rituale dell’Vojund, un rivolo di sangue annacquato mi colò dalle labbra.
«Ciò che è morto, rimanga cadavere!» – sentenziai distorcendo il motto degli Annegati. L’Abisso non dovette ritenere quell’oltraggio di suo gusto perché pochi istanti dopo anch’io boccheggiavo. Sollevato da un immane bruto che costringeva la mia carotide con le sue dita larghe il triplo del normale stavo per rendere l’anima agli dei quando …
« Oi, Pauvre connard! »
Crollai insieme a lui stramazzato per mano di Azzurra, la mia salvatrice.
Tossì un paio di volte, in ginocchio ad insozzarmi le vesti come mai prima d’allora.
«Ecco cosa ci si guadagna a fare le tue stramaledette buone azioni mia Lady!»


CITAZIONE

D7g4Hgy
CS: 3 | Intelligenza| Corallo - utilizzato.
Critico 40| Alto 20 | Medio 10 | Basso 5



Fisico:(75%-5% -20% ) 50% Contusioni sparse, ferita d’arma da taglio superficiale ( totale di basso) + autodanno alto;
Mente: 70%, confusione (basso).
Energia: 150 %- 20% - 10% = 120%
Passive in Uso:
° Auspex (Amuleto dell’Auspex),



Riassunto Post: Come già spiegato da Last abbiamo deciso di affrontare insieme i nemici, seppur combattendoli separatamente da un punto di vista tecnico; per amor di narrazione ho suddiviso anche io in 5 avversari il mio nemico pericolosità B.
Puntaspilli (1/5)~ Semplicemente carne da macello. Erein usa la tecnica mens agitat molem per raccogliere le frecce precedentemente scagliate dai briganti ed inchiodare il malcapitato. Lo stegone si prepara -inoltre- assumendo la “spezia rossa”, un’imitazione della più nota spezia Lancaster. (Uso del corallo)
Lo zozzone! (2/5) ~ Azzurra si getta nella mischia attirando su di se molti nemici. Uno in particolare è preso di mira da Erein il quale - prima che il brigante possa nuocere alla sua compagna di viaggio – annichilisce la sua mente con una visione erotica, a suo dire un equo contrappasso per aver aggredito una donzella.
Il soldato rinnegato e il Lanciatore di Coltelli 3 e 4/5~ Le cose si mettono male: Erein ha attratto l’attenzione di due malviventi, che decidono di fargli la proverbiale pelle. Mentre il primo bandito armato di coltelli lo tiene sotto tiro, il secondo tagliagole colpisce ( subendo parte del basso annotato come “contusioni”) alla spalla il Cavaliere dei Boschi ( il titolo c’è l’ho e lo uso U_U) e lo atterra con un colpo della sua rudimentale mazza. Una volta rovinato al suolo Erein subisce le testate del nemico ( danno basso da confusione alla mente) ma sfrutta i suoi Cs in intelligenza per neutralizzare l’avversario accecandolo.
A questo punto il Lanciatore di Coltelli lo aggredisce con le sue lame ( completando il basso succitato) ma viene colpito in pieno da un ampolla contenente una sostanza volubile e altamente infiammabile che si incendia a contatto con l’aria.
L’Annegato Ma il buon Re di Derynas non fa in tempo a liberarsi dei suoi aggressori che già un altro problema gli si manifesta con urgenza: Azzurra è circondata e trattenuta da uno dei malviventi. Senza pensarci due volte, lo stregone utilizza uno dei rituali appresi in passato per annegare il bandito e annacquargli il sangue, subendo però il contraccolpo della magia.

Attive:

Mens agitat molem

Un vecchio adagio afferma che la mente è in grado di smuovere le montagne. Mai affermazione si rivela più vera in relazione ad un esperto di Magia delle Ombre. Un adepto di questi misteri usa la forza della sua volontà per muovere ciò che lo circonda, usandolo di volta in volta per offendere o difendersi. Esseri viventi e cose inanimate soccombono alla volontà dello Stregone subendo la forza repulsiva o attrattiva sprigionata dalla sua mente.

[Personale 1/25 Il mago lancia una scarica di potere telecinetico che ha come bersaglio un nemico o un oggetto, con lo scopo di infliggere danni o difendersi. La tecnica ha natura Magica e provoca danni al fisico. Il mago scaglia una scarica telecinetica verso un oggetto o verso il proprio avversario, allo scopo di scagliarli o di attirarli verso di sé. La tecnica infligge danni da impatto o da contatto con l'oggetto scagliato. A seconda delle situazione è possibile utilizzare questa tecnica anche con una valenza offensiva o difensiva. Consumo di energia: Medio. Danneggia il fisico.]

Heddwch o Yffrie ~ Pace di Yffrie

Yffrie non è solo la Madre, Lei è anche la Donna. I suoi misteri non sono solo quelli del parto, del focolare domestico e dell'amore materno ma anche quelli della sensualità e della lussuria.
Ho conosciuto i sottili piaceri che una Concubina Sacra può concedere ...I bordelli d'Oriente non potranno mai fornire servigi altrettanto sublimi. Ho amato una di loro, contravvenendo alle regole che impongono di non avere alcun compagno una di loro ha amato me. Eravamo giovani e ripercorrevamo gli errori che furono di colro che ci avevano preceduti. Il tempio dell' Isola dei Mille Piaceri ci perdonò entrambi e ci offrì la possibilità di proseguire il nostro ...come dire... apprendistato ai misteri della Madre?
In un mese di gioia che mai dimenticherò imparammo che l'eros è un'arma affilata ed efficiente. La Pace di Yffrie è un esempio di ciò: colui o colei che la usa infonde un senso di tale, impareggiabile estasi erotica da prosciugare qualsivoglia tipo di energia. Il povero bersaglio si troverà precipitato nel paradiso di amore profano che più preferisce ma ne uscirà inevitabilmente privato di forze. Debole, vulnerabile, sottomesso.
[ Personale 13/25. Psionica, consumo Alto, danneggia l'energia del bersaglio. L'effetto psionico è quello descritto nell'abilità]
Gwaed yn y Dŵr, Cychwyn o Voljund ~ Sangue in acqua, Iniziazione di Voljund

Gli Annegati sono un ordine sacerdotale molto famoso negli Arcipelaghi al di là del mare. I membri di questa conventicola sono scelti tra coloro che il mare resituisce alla terra dopo i naufragi. Figli dell'Abisso vengono chiamati e il loro destino è quello di servire Voljund ed apprenderne i misteri. Ma l'Iniziazione è qualcosa che supera persino l'orrore del naufragio. Sfruttando il dono del Dio gli Annegati mutano il sangue dell'iniziato in acqua provocandogli profonde lesioni interni e un dolore immenso. Solo coloro che sopravvivono a quest'ultimo passaggio vengono vestiti degli stracci che distinguono gli Annegati.
[Personale 11/25. Magica, consumo Alto, danno al fisico]

Note: //



 
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view post Posted on 2/6/2015, 16:33

Lamer
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Erano passati alcuni giorni da quando Lhotar e Bolg avevano combattuto contro Noah. Le scelte che quella notte avevano fatto erano ancora fin troppo grezze nel miscuglio di pensieri che vagavano senza meta nelle loro menti. Avevano deciso di aiutare il popolo, ma come? Fu però proprio in un villaggio nei dintorni di Basiledra che, fermandosi a sostare in una taverna, un contadino come tanti vedendolo con un equipaggiamento da battaglia gli si avvicino.

Il vecchio umano aveva occhiaie date dall'insonnia e due pupille grandi che riflettevano la disperazione che aveva provato in quel periodo dove la capitale che prima gli aveva dato protezione era diventato uno dei luoghi più pericolosi dei Quattro regni.
Quando iniziò a parlare e a raccontare la sua storia la sua voce, che il nano si era immaginato possente data la stazza del contadino, risultò invece tremante e flebile come se tutta quella massa di muscoli temprata dal lavoro nei campi e quelle ossa affaticate dagli anni fossero in realtà un travestimento di un anima fragile.

L'uomo gli raccontò di sua figlia, una ragazza come tante, rapita dai briganti che ormai spadroneggiavano nei resti della capitale e di come disperato aveva diffuso la voce nella speranza di trovare un valido guerriero pronto ad entrare nella fossa dei leoni ed uscirne con la fanciulla.

In un primo momento Lhotar pensò a come si sarebbero sentiti i suoi genitori se lui fosse scomparso nel nulla e se loro fossero ancora vivi. Immaginò le loro voci delicate da genitori affettuosi, immaginò sua padre brandire le armi di fattura nanica del suo popolo e sua madre intenta a tessere vestiti pregiati e a cucinare le migliori pietanze della loro tradizione.

Probabilmente più che il voler aiutare il prossimo fu il pensiero di come si sarebbero sentiti i suoi parenti a un ipotetica sua scomparsa ad accettare quell'ennesima sfida che lo avrebbe portato in uno dei pochi luoghi dove aveva rischiato la vita per qualcun'altro.

Al pensiero della capitale il nano fu costretto a rivedere i ricordi della battaglia contro Iohan, a quelle emozioni che lo avevano fatto sopravvivere e a quel legame tra lui e Bolg che gli aveva permesso di ferire, anche se lievemente, il suo nemico giurato.
La mattina dopo Lhotar si mise in marcia incontrandosi con Bolg solo quando fu uscito dal villaggio dove ovviamente il drago si era rifiutato di entrare per non mettere paura agli abitanti già terrorizzati dai pericoli derivanti dalla capitale. In quel frangente gli racconto dell'incontro avuto la sera prima e la sua decisione di aiutare il vecchio contadino.

Passò solo un giorno prima di arrivare a Basiledra grazie alla velocità di Bolg che librandosi in aria permise al nano di rivivere la stessa sensazione di quasi due anni prima quando aveva visto per la prima volta la marmoree città splendere come un gioiello di pregevole fattura al centro della campagna dorata per via delle spighe di grano al tempo rigogliose.

Quando arrivarono davanti alle rovine delle mura della capitale i due decisero di dividersi per impiegare meno tempo rimanendo comunque a una distanza tale da potersi aiutare in caso di pericolo. Fin da subito il paesaggio che si presentò davanti agli occhi del Doppielame lo spiazzò.

Tra il lastricato delle strade piccoli alberi erano cresciuti dando al panorama un aspetto trasandato mentre i ruderi delle case e dei negozi davano un aspetto ancora più desolato a quella che un tempo era il fiore all'occhiello di tutto il mondo umano.

Passarono giorni a cercare la fanciulla nelle svariate case in rovina di Basiledra dove in alcuni punti il ghiaccio del potere della spada senza un re era ancora presente a ricordare i mesi di tirannide passati nei Quattro Regni e la caduta di quella città. Quel pensiero fece preoccupare per certi versi Lhotar che immagino che rispetto all'anarchia più totale che si era venuta a formare forse era meglio avere un nemico comune che univa tutti gli abitanti di Dortan.

Fu all'alba del quinto giorno che però tutto cambiò. Fin da subito al nano parve di vedere ombre muoversi attorno a lui, ma in un primo momento pensò solamente che fossero scherzi della sua mente stanca per la ricerca, ma qualche ora dopo dovette ricredersi.

Tutto cominciò con un sibilo che allerto immediatamente i suoi sensi facendolo girare estraendo le spade. Cinque frecce erano dirette verso di lui. Immediatamente Lhotar portò le spade davanti a se parando due dardi mentre gli altri tre ferirono superficialmente la sua gamba destra e il suo braccio sinistro.

Ormai abituato al dolore il nano ignorò senza problemi il bruciore delle ferite preparandosi all'assalto che non tardò ad arrivare. Sette uomini stavano caricando verso di lui armati di spade arrugginite e asce da taglialegna probabilmente trovate nei dintorni di Basiledra.

Immediatamente il Doppielame si preparò allo scontro facendo comparire sul suo volto dei lineamenti neri e caricando a sua volta con un urlo di incoraggiamento il gruppetto, eppure il suo primo assalto non andò come sperato.

In inferiorità numerica Lhotar dovette parare i primi fendenti dei banditi che però gli rivelarono l'incompetenza del gruppo. Solo una delle sette armi riuscì a sfondare le sue difese ferendolo alla spalla sinistra.

Fu però in momento che dall'alto una figura alata scese dietro il gruppo di banditi eruttando immediatamente un fiume di fiamme verso gli aggressori. Tre dei sette furono investiti in pieno dall'ondata di fuoco eruttata dal drago blu e approfittando del momento il nano partì al contrattacco mentre nella sua mente cercava di capire il motivo dell'aggressione.

Un misto di confusione e felicità nel mettersi nuovamente alla prova accompagnò i movimenti precisi e poderosi del Doppielame che immediatamente incalzò uno dei banditi ferendolo due volte nella zona dell'addome.

L'urlo che uscì dai quattro feriti fece capire anche a Bolg che gli avversari che avevano davanti non erano nulla di particolare in confronto alla sfida che poco più di una settimana prima avevano dovuto affrontare. immediatamente i quattro feriti si misero a correre nella stessa direzione di dove erano arrivati provando a cercare riparo dal fuoco del drago e dalle spade del nano.

"Cosa state facendo!?" urlò l'unico che era riuscito a ferire il loro bersaglio. " Dobbiamo rimanere uniti se vogliamo catturarlo."

In quel momento pensò che quello che aveva parlato, un uomo che aveva appena passato l'adolescenza dalla carnagione chiara e vestito con un'armatura di cuoio leggero, era l'unico con un filo di buon senso. Immediatamente Bolg caricò i quattro in fuga colpendoli con un colpo di coda e facendoli ruzzolare in modo scoordinato il gruppetto che rialzandosi fecero notare di aver incassato il colpo.

"Fermo Bolg!" squillò il Doppielame preparandosi per il prossimo attacco. "Basteranno loro per darci le informazioni che cerchiamo."

A quel punto il drago chiuse semplicemente le vie di fuga al terzetto rimasto a combattere. Immediatamente il capo provò a caricare un ennesima volta il nano eseguendo tre attacchi veloci che costrinsero il nano a impegnarsi per non far passare neanche un colpo. Fu in quel momento che indietreggiando l'uomo si scagliò sul drago cercando di aprire una breccia della corazza di squame.

"Fratelli, fuggite, cercherò di tenerli occupati!"

In quel momento Lhotar provò seriamente stima per quel piccolo coraggioso guerriero che pur di salvare i fratelli era disposto a sacrificare la sua vita. Un gesto nobile, ma che, in caso fossero stati intenzionati realmente a ucciderli non sarebbe servito a nulla.

Basto una sguardo del nano infatti per far capire al Bolg di lasciare passare i due fratelli e di intrattenere il coraggioso bandito che inutilmente colpiva con forza la zampa del drago. Fu in quel momento, mentre il ragazzo era concentrato a colpire con foga il suo bersaglio Lhotar con un colpo secco diretto all'addome lo immobilizzò per poi scaraventarlo a terra con forza e bloccarlo con il suo peso mentre lo sfortunato urlò dal dolore per via dei suoi colpi.

"Caro ragazzo." Iniziò il nano posizionando la spada d'inverno sulla gola del bandito. "Non voglio ucciderti e se mi dirai ciò che voglio ti lascerò andare dai tuoi fratelli." A quel punto con l'altra mano prese la pipa e con una piccola fiammella di fuoco Bolg gliela accese. "Dimmi, perchè ci hai attaccato?"






Lhotar:

Corpo : 80%
Mente :75 %
Energia : 90%


Costi: Basso = 5% | Medio = 10% | Alto = 20% | Critico = 40%




Passive :

Impeto (talento): Consumando un utilizzo di questa passiva, i possessori di questo talento saranno quindi in grado di utilizzare la loro forza straordinaria per fare azioni normalmente precluse ai normali esseri umani, dal sollevare pesi eccessivi all'abbattimento di porte rinforzate a mani nude. (Numero di utilizzi: 6)

Resistenza (talento): Consumando un utilizzo di questa passiva il possessore potrà ignorare qualunque tipo di sofferenza fisica con il consumo di un utilizzo di questa passiva. Eventuali ferite e danni al loro corpo vanno però considerati per la loro importanza, come di norma. (Numero di utilizzi: 5) 6-1

Competizione (talento): Così, ogniqualvolta un possessore del talento dovesse assistere ad una tecnica avversaria di natura fisica, con il consumo di un utilizzo di questa passiva potrà aggiungere 1 CS prettamente fisica alla propria riserva. (Numero di utilizzi: 5) 6-1

Corpo d'acciaio (talento): consumando un utilizzo di questa passiva, infatti, potranno ignorare il danno degli attacchi fisici portati verso di loro senza l'ausilio di CS. (Numero di utilizzi: 5) 6-1

Abilità nanica (IV): passiva (5 utilizzi) 6-1
I compagniil compagno animale sarà in grado di utilizzare le pergamene e le abilità personali del pg.

Tattiche di combattimento (VII): Consumo di energia: Passiva (5 utilizzi) 6-1
Vittoria in caso di scontri tra cs alla pari

Spirito difensivo
Consumando un utilizzo di questa passiva, quando l'avversario proverà a ridurre la riserva di CS del guerriero invece ne toglierà una in meno.
consumo: passiva; (6 utilizzi)

Vigore riflesso
Quando un nemico utilizzerà una tecnica attiva che aumenta le CS nella sua riserva, al prezzo di un utilizzo di questa passiva, il guerriero sarà in grado di guadagnare 1 CS a sua volta; (determinazione).
consumo: passiva; (5 utilizzi) 6-1

Vigore condiviso
Consumando un utilizzo di questa passiva, quando il guerriero utilizzerà una tecnica di power-up potrà donare 1 CS ad un proprio alleato, rendendolo di fatto più utile alla battaglia. (forza).
consumo: passiva; (6 utilizzi)

Abilità razziale: Tenacia :Il personaggio non patirà la fame, la sete o la fatica in nessun caso.Il personaggio, però, consumerà comunque energia all'uso delle proprie tecniche. (6 utilizzi)

ira nanica(XIV): Attivando questa passiva il corpo di Lhotar verrà attraversato da righe ondulate nere che faranno affaticare di più il nano ma ne potenzieranno l'aspetto fisico. Tutte le mosse offensive fisiche avranno quindi una potenza doppia mentre tutte le tecniche nemiche dirette alle energie avranno una potenza doppia. (5 utilizzi) 6-1

Attive:



Parata (VI):Consumo di energia: Medio alle energie, difesa al corpo

Il guerriero, muovendo abilmente la propria arma o scudo davanti a sé, può proteggersi da un attacco nemico.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero potrà mulinare la propria arma, o sollevare il proprio scudo dinanzi a sé per bloccare, deflettere o intercettare un'offensiva fisica volta a danneggiarlo. La tecnica consiste in una difesa ampiamente personalizzabile, e può essere attuata anche a mani nude purché nei limiti di buonsenso e sportività. In nessun caso l'attacco parato potrà essere ritorto contro l'avversario. Può bloccare offensive di portata Media o inferiore.

Colpo duro (IX): Consumo di energia: Medio alle energie, danni fisici

Il guerriero esegue un attacco più potente del normale, in grado di ferire gravemente l'avversario.
La tecnica ha natura fisica. Consente al guerriero di eseguire una singola azione offensiva più pericolosa della norma. L'azione in questione potrà essere personalizzata con differenti stili o modalità di esecuzione, ma in ogni caso consisterà in uno ed un solo attacco - sia esso a mani nude o portato con un'arma bianca. La tecnica dura infatti solo il tempo necessario a portare a termine il colpo successivo al momento in cui è stata attivata. Andrà considerata come tecnica fisica di potenza Media e fronteggiata in quanto tale.

Contraccolpo (X):Consumo di energia: Autodanno medio al corpo e medio alle energie, danni fisici

Il guerriero esegue un'offensiva diretta in grado di respingere violentemente il proprio avversario.
La tecnica ha natura fisica. Il guerriero può eseguire questa tecnica sia fronteggiando fisicamente con un impeto travolgente il proprio avversario, sia eseguendo una qualche forma di presa marziale che possa sortire il medesimo effetto: scagliare lontano, o respingere con violenza il nemico. Le dinamiche della tecnica sono liberamente personalizzabili a discrezione del giocatore, purché non autoconclusive. Va considerata come tecnica offensiva di potenza Alta, e come tale è necessario fronteggiarla.

Intuito nanico (XI): consumo basso dalle energie, difende il corpo

Capendo le intenzioni dell'avversario Lhotar potrà schivare attacchi di potenza pari o inferiore a basso.



Oggetti usati:
Corallo X1


Riassunto:

Lhotar usa intuito nanico per difendersi dalle frecce subendo un basso, ma ignorando il dolore attraverso la passiva del talento

Lhotar attiva la passiva ira nanica e si difende dagli attacchi a 0cs con la passiva corpo d'acciaio, ma subendo un basso da un'attacco a 2 cs (power up natura fisica consumo energetico)

Bolg attacca usando un corallo ed utilizzando 2 cs in velocità contro tre briganti che vendono feriti ( 3 danni bassi)

Usando gli altri due cs del corallo e uno in determinazione dato dalla passiva vigore riflesso ferisce due volte al fisico uno dei banditi ( 2 danni bassi)

Bolg in vigore di tattiche di combattimento colpisce con un colpo di coda i quattro fuggitivi infliggendo a tutti un basso (bassoX4)

Il capo utilizza una tecnica a medio fisica (consumo energetico) consistente in 3 attacchi difesa con parata.

Il bandito colpisce a 0 cs Bolg, ma in vigore di tattiche di combattimento non subisce danni

Lhotar usa colpo duro (diventato di potenza alta grazie a ira nanica) e Contaccolpo (diventato di potenza critica) contro il bandito che si para con una difesa alta metà dal danno dell'impatto ( consumo energetico e mentale)


Banditi C 40% M 65% E 75%



Note:


Odio fare gli specchietti riassuntivi, seriamente XD

 
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Ark
view post Posted on 9/6/2015, 16:29






Lhotar ╮



     Candaeiar avrebbe anche voluto rispondere, ma l’unica cosa che riuscì a fare fu annaspare per cercare di riprendere fiato. Il suo corpo lottava frenetico per respirare, ma il colpo all’addome era stato talmente forte da bloccargli il respiro. Il ragazzo poteva sentire i suoi pensieri farsi sempre più lenti e piccole luci apparvero durante i suoi occhi, il colorito che passava dal rosso ad una leggera sfumatura bluastra.
     Soffoco… pensò, anche se buona parte di lui voleva gridare, il terrore della morte ben visibile nei suoi occhi marroni. Non voleva morire. Era ancora giovane, in quel periodo in cui ci si sente immortali e capaci di fare qualsiasi cosa. E come poteva pensare altrimenti? Il suo capo aveva accesso ad un potere che poteva venire solamente da una divinità, e nessuno poteva resistere loro. Quest’ultima certezza era, però, andata in mille pezzi.
     All’improvviso riuscì riprendere un po’ di fiato, un singulto strozzato ma che aveva lasciato passare un filo d'aria. Odorava di terra e sangue, eppure mai ne aveva sentito di altrettanto dolce. I rantoli divennero dei respiri affannosi che divennero forti colpi di tosse, e non poté fare altro che ruotare la testa di lato e sputare un grumo di sangue. Ogni respiro era una stilettata di dolore, ma lui si accorse che accettava quel dolore con gioia: era ancora vivo. Probabilmente gli ultimi colpi che aveva subito gli avevano spezzato qualche costola, nonostante fosse riuscito per miracolo a mitigare almeno lo spintone con cui l’aveva fatto volare via.
     La spada era lontano dalla sua mano, ma sapeva che non gli sarebbe servita a nulla. Con uno sforzo riuscì a smettere di tossire, e riportando lo sguardo verso l’alto vide quel malefico nano fumare tranquillamente la pipa, accesa dal fuoco del drago. Chi avrebbe mai pensato di vederne uno lì, nello scheletro sgretolato di Basiledra? Il guardare quella creatura lo rese improvvisamente più consapevole delle bruciature che circondavano il suo corpo.
     Maledizione, come facevano male!
     « N-non… » ebbe un altro eccesso di tosse, ma questo durò meno del primo e non tossì altro sangue « non vuoi uccidermi, eh? » Tentò di sorridere, spavaldo, ma non gli riuscì che una smorfia poco convincente « A me non pare. »
     La sua unica consolazione era che non avevano fallito completamente. Almeno era riuscito a far scappare i suoi compagni… Il risultato era stato disastroso, ma forse poteva rigirare le cose a loro vantaggio.
     « Dovevamo solo catturarti. »

Eerein, Azzurra ╮



     Flinn rimase immobile mentre quella donna terribile camminava lentamente verso di lui, digrignando i denti mentre con lo stivale conficcava un po’ più a fondo il pugnale che gli spuntava dalla coscia. Chi avrebbe detto che una ragazza dal volto così angelico potesse combattere in modo così brutale? Probabilmente aveva castrato per sempre Saddler con quel pugno ai testicoli. Beh, c’era una sorta di giustizia punitiva in questo. Lui era uno di quelli che erano stati contagiati dall’abitudine di Daved nello stuprare le donne, quando venivano scartate perché ne sceglieva un’altra. Non che Flinn potesse dare lezioni di integrità a nessuno. Aveva rubato, ingannato, fatto molte cose poco raccomandabili… Aveva anche ucciso, certo. Una persona non viveva a lungo nei vicoli di Basiledra se non imparava quella particolare lezione. Ma che fosse folgorato, perfino lui aveva dei limiti che non avrebbe mai superato.
     L’aveva detto a Daved che queste persone sembravano più forti, maledizione a lui ed alla sua stupidità! Flinn non era un soldato, era solo un tagliaborse come tanti che cercavano di sopravvivere, ad ogni mezzo. Non avrebbe nemmeno voluto partecipare a quella spedizione, ma aveva sottovalutato Daved quando aveva pensato che non si fosse accorto del modo in cui lo aveva guardato, poche ore prima. Gli aveva ordinato di unirsi a loro, e Flinn non poteva disubbidire ad un ordine diretto. Maledetto bastardo. Probabilmente non era un caso che lo avesse mandato con gli uomini che più disprezzava – a parte Daved stesso. Non si sarebbe sorpreso nemmeno tanto se per caso un "incidente" gli avrebbe impedito di tornare nel campo sano e salvo. Uomini gretti, meschini… e morti. Nessuno avrebbe sentito la loro mancanza, soprattutto Caira.
     Forse smetterà finalmente di piangere quando saprà la fine che ha fatto Saddler.
     Quel pensiero aggiunse una punta di dolcezza al dolore terribile che proveniva dalla gamba.
     « Pietà! » gridò, senza vergogna nel dimostrare paura di fronte a quella donna guerriero e l’elfo che scagliava frecce senza un arco e faceva strane cose guardandoti « Ti prego! Basta! »

Allein ╮



     Baelder sorrideva soddisfatto mentre il suo compagno gettava senza troppe cerimonie il corpo del ragazzo snello dentro ad una delle celle, indenne seppur ancora legato come un salame. Aveva dimostrato capacità niente male nel nascondersi, e se Baelder non si fosse trovato lì probabilmente sarebbe riuscito a fuggire senza troppe difficoltà. Per sua sfortuna però aveva incontrato qualcuno in grado di vedere oltre ai suoi trucchetti. Era stato abbastanza semplice catturarlo, a quel punto, non si aspettava di essere trovato e questo l’aveva portato ad abbassare la guardia.
      « Intendi lasciarlo legato, Baelder? » chiese Sleete, l’omone che aveva trascinato il ragazzo per tutta la strada.
     « » rispose lui annuendo « Almeno fino a quando non sarà il suo turno. E dì alla guardia di tenerlo particolarmente d’occhio: non è come i contadini comuni. Può diventare invisibile. »
     Dopodiché sorrise, tastando la coppia di pugnali di ottima fattura che adesso erano assicurate alla sua cintura, così come i coltelli da lancio e quello strano marchingegno che si attaccava al polso. Gli sarebbe piaciuto provarlo, ma non era ancora il momento. « Anche se non credo sia altrettanto pericoloso senza questi. »
     Aveva un piccolo arsenale con sé, cosa che lo aveva abbastanza sorpreso. Con i coltelli in suo possesso ed il fioretto e l’armatura al sicuro nell’armeria, comunque, non aveva più motivo di temere rappresaglie da parte sua.
     Osservò gli uomini nelle altre celle, i più con braccia robuste e spalle larghe da contadino, ottime per il lavoro estenuante che Daved costringeva loro di fare da quando aveva trovato quella luminosa spada nelle macerie. Ce n’erano stati diversi altri, come mercanti od operai, tuttavia non erano abituati a simili sforzi ed erano stati… allontanati. Daved sembrava sinceramente convinto che ci fosse dell’altro, nascosto tra le rocce, ma fin ora non avevano trovato che sudore e pietra.
     Beh, a Baelder non importava granché. Aveva un luogo sicuro dove stare e poter studiare l’alchimia – il liquido che aveva usato per stordire il ragazzo era solo un prototipo, ma aveva funzionato davvero bene – e fin quando le cose rimanevano così lui non aveva motivo di lamentarsi.
     Le cose andavano bene così, e lui era troppo vecchio per ulteriori cambiamenti. Ce n’erano stati fin troppi, di recente, e non aveva più lo stesso fuoco nello spirito come molti dei giovani briganti che facevano parte di quel gruppo.
     « Questa volta abbiamo fatto un buon lavoro, ma la prossima volta state più concentrati. » disse ai tre che lo avevano seguito. Per la precisione era stato soltanto lui a fare tutto quanto, ma lui non era Daved. Non avrebbe insultato o umiliato i suoi uomini perché non erano stati in grado di reagire a qualcosa di evidentemente superiore alle loro capacità.
     I tre lo salutarono con un rispettoso cenno del capo, dopodiché se ne andarono.
     Baelder osservò ancora una volta il corpo ancora immobile del ragazzo, pensieroso.
     Tre gruppi erano andati a caccia, quel giorno.
     Dov’erano gli altri due?

Qm Point
     » Kremisy, Malzhar, Last Century ~ Non ho molto da dire: avete una persona da interrogare, e lo faremo in confronto.

     » Nawarashi ~ Per te la storia è leggermente diversa: ti risvegli all'interno di una cella, un quadrato di pietra di due metri per due. La porta è una spessa grata di ferro, hai un pagliericcio come giaciglio ed un vaso che dall'odore non viene cambiato da un po'. L'illuminazione è data da una serie di torce appese alle pareti. Ti accorgi di essere illeso - fortunatamente per te, il tuo culo non era gradito ai briganti - tuttavia sei completamente disarmato ed ancora legato dalla corda.
Una guardia armata leggermente meglio degli altri briganti fa avanti e indietro ad intervalli regolari, e dai suoni capisci che le celle intorno a te sono abitate, anche se non riesci a vederli a causa dei muri.

Per te ho anche un appunto da fare riguardo al tuo riassunto del post precedente.
CITAZIONE

B. 5% - M. 10% - A. 20% - C. 40%
Energia [150] - Fisico [75] - Mente [75]



Condizioni Fisiche: 100% - Ferita da puntura sul braccio destro. Svenuto
Condizioni mentali:75% - Narcotizzato.
Energia:90%

Nel tuo post hai speso un Alto in Fisico ed un Medio in Energia, tuttavia mi sembra tu non abbia ben capito come funzionano le nuove riserve energetiche. A quanto ho capito la tua distribuzione è quella più in alto, ma nella tua scheda è scritto in modo diverso: Fisico: 125% ~ Energia: 100% ~ Mente: 75%. Immagino la tua sia una semplice svista nello specchietto riassuntivo, ma anche in quel caso dovresti avere un 105% in fisico, e non un 100%.

     Per ogni domanda mi trovate nel topic di Confronto.


 
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view post Posted on 15/6/2015, 03:07
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Cavalier Fata
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Rise of the Whisper ~ Dopo la Tempesta.
« Come si chiama una ricerca impossibile?
Una ricerca devoto alla fede in cui non si teme la morte?
Crociata. »

« Ho avuto una brutta giornata, feccia, ma sento di avere ancora qualche azione buona da elargire prima di sera. » forse un poco iperbolico nei riguardi delle mie reali intenzioni, ma abbastanza plausibile dato il mio pessimo umore. « Stiamo cercando una donna rapita e ho come l'impressione che voialtri schifosi ne sappiate qualcosa. Ora, visto e considerato che io e il mio nobile accompagnatore daremo fuoco a tutto in ogni caso, la tua collaborazione sarebbe apprezzata. »

In realtà ero ben consapevole che non era colpa di un singolo individuo, ma di tutto quello che aveva colpito Basiledra ed il regno, eppure non riuscivo a digerire che qualcuno avesse preferito buttare all'aria ogni cosa piuttosto che sforzarsi di avere un nuovo inizio. Era come bruciare la propria libertà, niente di meno.

« Giusto perché tu non ti faccia strane idee, l'ultima volta che uno dei miei nemici mi ha messo le mani addosso l'ho fatto masticare da un drago. » accarezzai distrattamente il blasone dei Lancaster sulla mia corazza, giusto a sottolineare quanto fossero concrete le mie minacce. « È chiaro il messaggio? »


Erein, cogliendo la palla al balzo, inscenò un simpatico teatrino per avvalorare le mie doti persuasive, ma il tutto s'infranse contro la ferma volontà dell'uomo di non lasciarsi sopraffare. Aveva una merce di scambio che ci interessava e noi, di contro, non eravamo così cattivi da torturarlo per estorcergli quelle parole con la forza. A volte, e solo per brevi istanti, mi sarebbe piaciuto provare l'ebbrezza di essere un Arconte, senza morale e senza onore.

« Non vorrei deluderti, ma non riuscirete a dare fuoco proprio a nulla. Voi avete bisogno di me... così come io ho bisogno di voi. »
Prese un profondo respiro, quasi a volersi affermare sulle sue posizioni. Doveva essere realmente disperato per ignorare il pericolo... oppure molto stupido. In entrambe i casi quel gesto di sfida e arroganza mi irritò immensamente, arrivando a farmi serrare i pugni e digrignare i denti per non compiere un atto di cui mi sarei sicuramente pentita. La tensione ed il nervosismo di quei giorni erano palpabili, giocavo con poteri molto al di sopra della mia competenza, un passo falso e sarei finita a marcire in qualche prigione senza finestre. Dovevo essere quello che mio padre si era sempre aspettato da me: una brava attrice.
« Il nostro accampamento è nascosto, protetto. L'unico modo che avete per trovarlo è che sia io a condurvi lì. Daved non ha la lealtà di tutti. Io ed altri lo contestiamo, ma siamo pochi. Col vostro aiuto, però... la situazione potrebbe cambiare. »

Lo guardai negli occhi, trattenendo la rabbia. Poi, sospirando falsamente, guardai Erein. « Ho il labbro inferiore leso, sire? »
« Mmm » passò la mano delicatamente sul mio viso, osservando con fare esperto la ferita riportata. « Sì mia cara, leggermente contuso e spaccato. »
« Pazienza... » a quel punto, dovendo sfogarmi in qualche modo, cercai di rifilare un calcio minaccioso al brigante che, con un movimento dettato più dal desiderio di non rimanere sterile che dalla bravura, bloccò la mia gamba.
« Non mi piacciono i ladri! Considerati fortunato che abbiamo bisogno di te. » a quel punto, certa che non avrei potuto nuocergli senza annullare le nostre possibilità di scoprire la base dei banditi, sfilai la lama dalla sua coscia, liberandolo da quell'impedimento. « Spero che tu possa camminare velocemente prima che succeda qualcosa a quella ragazza. »

Era strano, quell'uomo. Non sembrava il classico ignorante privo di scrupoli, aveva qualcosa in più rispetto alla media dei bruti che giravano per le rovine, eppure sembrava aver seguito la medesima strada. Era quello che accadeva agli uomini buoni cui era stato strappato tutto? Rimanevano solo dei gusci vuoti che deambulavano attaccando i loro simili, come non morti fuori controllo o cani rabbiosi? Basiledra era casa di quella gente, come potevano averla ridotta ad un mero terreno di caccia? Quelle domande presero il sopravvento su di me, obbligandomi a chiedere delucidazioni al nostro giovane accompagnatore.
« Aspetta, puoi spiegarci che succede qui? Rapimenti, furti... siete una banda o cosa? E soprattutto, se non ti piacciono queste persone, perché stai con loro? Oggi sono stata io, ma domani potrebbe essere qualcuno che non si limiterà a prenderti a calci. » La mia voce aveva ancora un tono animato dalla rabbia e dal disappunto, ma il desiderio genuino di sapere la verità stava lentamente prendendo il sopravvento. Persino i miei atteggiamenti avevano iniziato ad essere meno aggressivi; arrivai a togliere anche la mano dall'elsa della spada in segno di fiducia. « Lo sai che la punizione per questi atti è la morte, vero? »

« Briganti, fuori casta, tagliaborse... Più o meno ciò che è rimasta della malavita di Basiledra dopo il crollo. Sciacalli dalle campagne circostanti venuti a razziare, e quelli sono i peggiori. Il che mi fa venire in mente che ti devo fare i complimenti per quel cazzotto a Sleete. Avrei voluto castrarlo io, a quello. » aveva l'aria triste, affranta, come se un grosso fardello gravasse sulla sua coscienza. Eppure faceva un lavoro che solamente in pochi avrebbero fatto avendo ancora una morale, un minimo di buonsenso. Non riuscii ad immaginare come doveva essere stato passare gli ultimi mesi in quell'inferno, senza leggi se non quelle degli animali, dove il pesce grande aveva il diritto divino di fagocitare quello piccolo.
« Ragazza mia, credi che io non abbia avuto la mia buona dose di calci nella mia vita? Che tu sia stata la prima ad avermi accoltellato? Resteresti sorpresa alle cose a cui un uomo può abituarsi... »
Sospirò, cercando qualcosa con gli occhi, lontano da tutto.
« E se ti dicessi che anche la punizione per non compiere questi atti è la morte? Rispondimi a questa domanda... Cosa faresti, se una delle poche persone che tu abbia mai chiamato amico diventasse il tuo peggiore incubo, uno che non hai e non avrai mai i mezzi di contrastare? »

« In questo mondo... » mi accorsi in quel momento di non sapere il nome del giovane, ma forse non era importante. Non volevo conoscerlo davvero, era vitale che restassi concentrata sulla mia missione. Se ci fosse stato tempo, forse, avrei approfondito quella conoscenza. « ...si possono fare due cose. Vivere e lasciare che siano gli altri a decidere come ucciderci, oppure scegliere come morire. Per cosa morire. » la mia voce assunse un tono più serio, basso, mentre la rabbia ed il disappunto scivolavano via parola dopo parola, quasi quel discorso avesse ridestato in me il desiderio protettivo e cavalleresco che tanto mi era caro. « Mio fratello un anno fa, sangue del mio sangue, mi ha costretta con la minaccia delle armi a rinunciare alla mia vita. Nessun amico, nessuna certezza. Da sola in questo bellissimo mondo. Sì, vorrei ucciderlo, e non ho i mezzi per contrastarlo senza che altri finiscano nel fuoco incrociato... » guardai di sfuggita Erein, involontariamente. Distolsi subito lo sguardo. « ...potevo diventare un'assassina o un cavaliere. E visto che sei ancora vivo, forse ho scelto bene la mia strada. »

« Avrei potuto scegliere di morire in più di un'occasione, certo... Spegnermi in un singolo atto di coraggiosa opposizione. » scosse la testa, quasi beffandosi di quel nobile pensiero. « Queste cose le fanno solo gli eroi nelle storie, ed io non sono un eroe. Inoltre che senso ha una morte che non cambia assolutamente nulla? Io ho scelto di piegarmi ed aspettare l'occasione giusta. » strinse le mani a pugno. « Se tutto va bene, l'ho appena trovata. So che la mia strada non è onorevole come la tua, e molti contesterebbero la tua decisione di risparmiarmi. Prima o poi pagherò per ciò che ho fatto, ma ho ancora qualcosa da fare. »


Non risposi. Non c'era niente che potessi dirgli, niente che avrebbe avuto per lui senso. Gli uomini vivevano e morivano nel modo che ritenevano più opportuno, in base a ciò che suggeriva loro il cuore. Solo perché il mio, bagnatosi infinite volte nella fede, non temeva di morire per ciò che credevo, non dovevo aspettarmi la medesima abnegazione dal resto del mondo. Quel discorso mi colpì nel profondo, facendomi riflettere sul senso del giusto e dello sbagliato. Per tutta la mia vita avevo sempre cercato di essere un'eroina, di dimostrare il mio coraggio ed il mio valore, di seguire alla lettera i grandi dettami della nobiltà d'animo e della Cortesia... ma dalle parole di un semplice ladro, mio malgrado, avevo scoperto che nulla di tutto ciò era universalizzabile. La gente comune aveva compiuto già abbastanza sacrifici, e non tutti possedevano il coraggio o la determinazione di gettarsi tra le fiamme. Era per questo che, prima di tutta quella follia, cavalieri e soldati davano la loro vita. Perché il resto del mondo non fosse obbligato a sottostare a delle regole troppo severe, troppo dure, troppo dolorose. E ora che non v'era più traccia dell'antico splendore degli eserciti, anche l'ultima linea di difesa era caduta ed il popolo doveva fronteggiare l'orrore con le proprie forze, cadendone vittima come una volpe troppo spaventata che fugge finendo tra le fauci del mastino. Non dissi niente, per il resto della nostra marcia, nemmeno il più piccolo accenno di parola.

L'entrata del covo era, ironicamente, a due passi da dove poche ore prima avevo incontrato Zeno. Nascosta alla vista da un cumulo di detriti. C'era della giustizia poetica nel fatto che i ladri che controllavano le rovine si fossero stabiliti nei pressi della cattedrale da cui, meno di un anno prima, governavano i Corvi. Guardai Erein con aria piuttosto colpevole, dato che avevo asserito con sicurezza di non aver trovato niente alla cattedrale.

« Vi devo delle scuse, Sire. Sembra che i nostri amici fossero proprio sotto al mio naso.»
Poi, portando la mano sulla spada, guardai la nostra guida.
« Se ci hai detto la verità, non ti verrà fatto alcun male e potrai ricominciare una nuova vita. »
Strinsi le dita attorno all'impugnatura della lama.
« Voglio pensare tu sia stato sincero. »



dividerazzurrafinale_zps51a4e64f
B. 5% - M 10% - A. 20% - C. 40%

Capacità Speciali: 5 Forza.
Stato fisico: 95%
Stato mentale: 65%
Riserve Energetiche: 90%
Stato Emotivo: Neutrale, concentrata.

Equipaggiamento:
• Spada Bastarda. (Arma bianca, spada bastarda) [Mano Dx]
• Spada Lunga. (Arma bianca, spada lunga) [Fianco]
• Braccio Corazzato. (Arma bianca, conta come maglio) [Sx]
• Pugnale. (Arma bianca, coltello) [Stivale]
• Corazza Mista. (Protezione mista, metallo-stoffa, medio-pesante)
• Moschetto. (Arma a polvere nera, da distanza,) [Schiena]

Passive in uso: ///

Attive usate: ///

Note:As the confronto (wat a inglreshe). Più un paio di frasi circostanziali.
 
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view post Posted on 17/6/2015, 18:50

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«Calma, calma, calma mia Lady ...» - affermai avvicinandomi zoppicando e poggiando una mano sulla spalla di Azzurra. La dolce Lady sembrava tutt'altro che dolce in quell'occasione. Per esperienza sapevo che un uomo disperato raramente si lascia intimorire da minacce di mali futuri ma è - solitamente- ben disposto ad ascoltare chi invece offre una via di scampo. Gli Inquisitori di Jhal-khar il Nefasto erano usi inviare i propri aguzzini nelle celle dei prigionieri prima di interrogarli. I torturatori prima mostravano gli strumenti di pena, spiegandone minuziosamente scopo ed effetti. In un secondo momento davano "un assaggio" di quegli arnesi atti ad infliggere dolore e umiliazione e poi attendevano ... Dopo una notte gli Inquisitori facevano visita agli sventurati, proponevano loro clemenza in cambio di una confessione e li avveniva il miracolo. Le bocche si schiudevano e anche i più restii parlavano. Questo perchè per quanto terribile fosse la fama degli Inquisitori di Jhal-khar Tiranno della Sedicesima Stirpe dei Ban, nominato il Nefasto per le nefandezze compiute, questi apparivano come un balsamo in grado di rimarginare ferite e risparmiare nuovo dolore. In termini meno eruditi si tratta del vetusto "gioco" della guardia buona e della guardia cattiva. Azzurra appariva proprio la quintessenza della guardia cattiva, mentre io con la mia andatura claudicante, il mio aspetto per nulla aggressivo potevo interpretare il ruolo rimanente e così feci ..
«... ti conviene fornirci le informazioni che richieste...» - affermai con tono insolitamente calmo e conciliante -« ... la dolce lady qui presente sente molto la questione e potrei non riuscire a tenerla sotto controllo. Sai come sono fatte le femmine... Appena una del loro debole sesso è minacciata si inalberano e cercano tutti i modi di vendicarsi. Lady Azzurra è specializzata nell'evirazione ..»
Come previsto le minacce non sortirono effetto ma il miele con cui le avevamo insaporite iniziò a sciogliere la lingua dell'uomo che sembrava assai più ben disposto nei nostri confronti. In un attimo senza nemmeno accorgercene eravamo passati da nemici a possibili salvatori.
« Ho labbro inferiore leso, sire? »
«Mmm» - La domanda della pulcelle mi stupì un poco, pensando che volesse sollievo da quella contusione le sfiorai il labbro delicatamente. - « si mia cara, leggermente contuso e spaccato»
« Pazienza... » risolse lei, punendo l'assalitore con un calcio in zone non propriamente pudiche.
« Non mi piacciono i ladri. Considerati fortunato che abbiamo bisogno di te. » proseguì snudando una lama . « Spero che tu possa camminare velocemente prima che succeda qualcosa a quella ragazza. »
Il brigante incassò con più buona grazia di quanto fosse lecito attendersi. L'anima tenero di Azzurra prevalse e i due iniziarono inaspettatamente a scambiarsi domande e risposte.
Tacqui, non mi interessava sentire le ragioni di quell'uomo. Mi interessava compiere quella dannata buona azione in tempi ragionevoli e tornare alla mia missione originaria.
Ma venni coinvolto comunque ...
« E se ti dicessi che anche la punizione per non compiere questi atti è la morte? Rispondimi a questa domanda... Cosa faresti, se una delle poche persone che tu abbia mai chiamato amico diventasse il tuo peggiore incubo, uno che non hai e non avrai mai i mezzi di contrastare? »
Le mie labbra si aprirono, la mia gola si schiuse e senza quasi accorgermene risposi - «Troverei il mezzo, qualunque sia il costo e ...Lo ucciderei.» - senza distogliere lo sguardo prosegui - «Chi sono esattamente i tuoi capi e dovi ci stai portando? » - chiesi sorridendo - «Sono stato il peggior incubo di molti, non mi dispiacerà esserlo per qualcun'altro.»
« Non è sempre così semplice. » - e invece semplice lo era, bastava trovare il modo ... Meno semplice sarebbe stato convinvere con il senso di colpa ma quella era tutt'altra faccenda. Quando bisogna scegliere tra morire intonsi dal peccato e sopravvivere macerandosi nei tormenti della propria zelante coscienza, la seconda opzione sembra essere l'unica scelta percorribile - « Il capo è uno solo, si chiama Daved Hanlon. Dubito che abbiate mai sentito il suo nome prima d'ora. Per quanto riguarda il dove vi sto portando, lo scoprirete tra poco. » - ci confessò, facendosi segno di segurilo. La situazione non mi piaceva affatto ma ormai eravamo in ballo, tanto valeva ballare fino alla fine.
Annuii. «Ti avverto non mi piacciono le soprese ...» - lo ammonii.



 
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view post Posted on 18/6/2015, 16:29

Lamer
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Il ragazzo era palesemente terrorizzato, eppure per certi punti di vista non poteva biasimarlo. Nonostante non avesse la minima intenzione di fargli troppo male, il fatto di essere catturato da un nano armato di due spade affilate e da un drago grande quasi sette volte un uomo non era sicuramente una cosa su cui si poteva sorvolare.

Il ragazzo aveva iniziato a tossire qualche secondo dopo l'impatto con il suolo. Forse aveva un pò esagerato, ma sicuramente non avrebbe potuto andare leggero non sapendo le vere capacità del suo avversario. Aveva pensato che piuttosto di perdere troppo tempo a giocare al gatto e il topo era meglio finire subito la partita e a quanto sembrava quella tattica aveva dato i suoi frutti.

Guardandolo dall'alto al basso Lhotar per un istante pensò di schernirlo su quella strana posizioni. Tutti lo sapevano, i nani guardano gli uomini dal basso all'alto, ma in quel buffo caso, nonostante il suo avversario arrivasse quasi al metro e ottanta come altezza, la situazione era invertita.

"Non vuoi uccidermi è?" Lo disse esprimendo tutto il suo odio verso di lui. "A me non sembra."

Il ragazzo finalmente era riuscito a dire qualcosa. probabilmente il colpo che gli aveva inferto era stato abbastanza potente da togliergli il respiro per qualche secondo e forse data la violenza dell'impatto anche rompergli qualche costola.

"Dovevamo solo catturarti."

A quel punto nella mente del Doppielame di dipinse un quadro di schiavitù che lui non aveva mai vissuto ma che per vie delle troppe generazioni della sua famiglia che erano state schiave attivarono il lui un fremito di rabbia e odio verso quel ragazzo che però il nano riuscì immediatamente a sedare. Se si fosse fatto trasportare dall'odio non avrebbe risolto nulla.

"Ucciderti? non dirmi che stai già soffrendo." Lo disse buttando la cenere sopra la testa del povero ragazzo. "Parla, te lo consiglio caldamente o giurò che preferirai la morte a me."

Ovviamente Lhotar non aveva la minima intenzione di fargli del male, ma date le circostanze avrebbe volentieri mentito pur di capire il motivo di quell'aggressione. A quanto pareva non volevano derubarlo e quindi non erano semplici banditi, ma non si spiegava il perchè avessero mandato contro un nano ben armato e un drago decisamente pericoloso solo un pugno di uomini mal organizzati.

"Te l'ho detto, dovevamo solo catturarti e portarti al nostro campo!" Lo disse con la paura negli occhi e tossendo nel tentativo di liberarsi dalla cenere "Il nostro capo... vuole persone che scavino tra le macerie. Non so altro, lo giuro! "

Un capo. Quindi era un'organizzazione ad averlo attaccato anche se probabilmente esisteva un semplice leader e tanti lacchè. A quel punto guardò il ragazzo cercando di capire se stesse dicendo la verità. Poi gli sorse un'altro dubbio, cosa mai stavano cercando tra le macerie?

"Scavare? Cosa stanno cercando in un luogo del genere, solo..."

Fu a quel punto che una folle idea percorse la sua mente. Due erano le reliquie del Dortan che erano andate perduto quel giorno a Basiledra. La prima era Angelica, la spada di Medoro, la seconda era la spada senza un re e, se per caso il loro capo avesse scoperto in che preciso punto fosse scomparsa quella spada la minaccia che aveva ridotto la capitale in quello stato tornava ad essere un serio problema. Se ciò che stavano cercando era veramente una di quelle due spade dovevano essere fermati.

"Quello che state cercando nelle macerie é una spada? Rispondi velocemente, te lo consiglio."

" Non ne ho idea, lo giuro!"

Il ragazzo aveva iniziato a sudare per via dello scatto di Lhotar che era andato molto vicino dal trafiggergli un occhio con la spada. Il suo prigioniero era diventato pallido e aveva iniziato a grondare di sudore probabilmente impaurito dalla determinazione che probabilmente aveva udito nella voce del nano e dai suoi gesti decisi.

La tattica di minacciarlo a quanto pareva sembrava funzionare e anche se lui non era in grado di capire se stesse mentendo o no sembrava essere sincero quando il ragazzo rispondeva alle sue domande. Per un attimo passò nella mente del nano l'idea di mettere in pratica le minacce se per caso avesse smesso di parlare ma il senso di giustizia represse immediatamente quell'idea.

"Sai dove stanno scavando di preciso?"

"Ti ci posso portare."

La risposta sembrava sincera e a quel punto decise di cambiare argomento. Sicuramente si sarebbe fatto accompagnare dal ragazzo fino al luogo dello scavo, ma lui era giunto a Basiledra con un altro obbiettivo ed era giunto il momento di indagare anche sulla bambina.

"Ottimo, ma non ho ancora finito." Lo guardò in malo modo soffiando il denso fumo della pipa verso la faccia del povero ragazzo mentre lo diceva. "Io sono venuto per cercare una ragazzina, per caso sai se il tuo capo tiene tutte le povere sventurate nello stesso posto?"

"Sì, sono tutte nello stesso posto! Adesso mi farai alzare? "

"Si, credo che il mio peso sia immenso data la mia stazza ahahahah." A quel punto si alza rinfoderando una delle due spade tenendo l'altra pronta ad ogni evenienza. "Sali sul drago ora."

Finalmente il ragazzo gli aveva dato tutte le informazioni basilari che gli servivano e mentre il ragazzo impaurito si apprestava ad eseguire l'ordine salendo su Bolg Lhotar ripensò alla battaglia che si era svolta in quel cielo qualche tempo prima.

Per un attimo rivide la sagoma bruna di Brunnen e quella blu di Bolg sfrecciare l'una contro l'altra, rivide il bagliore che aveva unito lui e il suo compagno per l'ultimo assalto e percepì che da quel giorno lui era diventato più forte e mentre finalmente il drago spiccò il volo dirigendosi verso il Cuore di Marmo su istruzione del ragazzo Lhotar pensò che la prossima volta che avrebbe rivisto Iohan non avrebbe fallito.




chiedo scusa per aver chiesto la proroga e per questo post abbastanza scarso, ma capitemi, oggi ho vissuto l'incubo del 905 di coloro che che fa lo scientifico, MATEMATICA!!
 
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Ark
view post Posted on 26/6/2015, 17:45






Erein, Azzurra ╮



     Ogni passo che lo avvicinava all’accampamento lo rendeva più nervoso. Quante volte s’era costretto a riportare giù le mani che alzava per torcersi? Era una situazione strana. Dopo tanto tempo passato ad aspettare, aveva pensato che quando finalmente le cose iniziavano a muoversi si sarebbe sentito elettrizzato, pronto a combattere… e invece nulla di tutto questo. Era terrorizzato.
     Parlare con la ragazza e l’elfo gli era stato d’aiuto, facendo uscire per la prima volta quei sentimenti che non aveva mai potuto o voluto esternare. Chi l’avrebbe mai detto che le sue carte migliori sarebbero state delle persone che avevano cercato di ucciderlo, e per giunta appartenenti alla nobiltà? L’elfo, a giudicare da come la ragazza si rivolgeva a lui, era nientemeno che un Re! Si domandò se avrebbe dovuto rivolgersi a lui con l’adeguato rispetto, ma scacciò in fretta il pensiero. Dopo una vita passata a rifuggire la nobiltà, specie quando era stato un nobile a buttarti sul lastrico e costringerti al brigantaggio, certi modi li perdevi per sempre.
     L’uomo si fermò davanti all’entrata dell’accampamento, appoggiando più peso sulla gamba destra e tirando un sospiro di sollievo quando il dolore alla gamba sinistra scemò un poco, diventando un lieve pulsare. Davanti a lui c’erano le tende dei briganti che stavano sotto a Daved, dove c’era chi andava a passo spedito per assolvere qualche compito o chi oziava giocando a dadi seduti in cerchio.
     Flinn si domandò cosa stessero vedendo i suoi strani salvatori, sotto l’effetto del potere di quella ragazza. Probabilmente nient’altro che macerie. Non aveva mai capito perché l’accampamento era inaccessibile a chiunque tranne loro, ma qualsiasi cosa era stata fatta era dannatamente efficace.
     « Non chiedere scusa » disse ad Azzurra « Non avreste mai potuto trovarci nemmeno con cento uomini alla nostra ricerca. »
     Sorrise nel vedere la ragazza stringere l’elsa della sua spada, anche se non era perché dubitava delle sue minacce, o le sottovalutava. Sapeva perfettamente che non sarebbe durato un secondo, se avesse dovuto mettersi alla prova contro di lei. Sorrideva perché trovava divertente che lei pensasse che lui avesse ancora paura della morte.
     « Avvicinatevi » disse « E capirete il perché. »
     Flinn non sapeva come avvenisse, se il paesaggio si sarebbe lentamente trasformato oppure cambiasse da un momento all’altro, ma in verità non aveva importanza. Aspettò che lo raggiungessero, in modo che la sua vicinanza al varco dell’accampamento permettesse loro di vedere oltre l’illusione, e s’incamminò verso il centro delle tende.
     Gli venne incontro Carn. Sulla trentina e dal corpo snello, era uno dei primi che aveva arruolato nella loro rivolta, non appena Flinn s’era reso conto dei cambiamenti negli atteggiamenti di Daved. Non era stato facile né sicuro avvicinarsi ai suoi “compagni” ed aspettarsi che tenessero la bocca chiusa, ma fino a quel momento era riuscito a non dare sospetti a chi avrebbe potuto tradirlo. Non era l’unico a non accettare la situazione, tuttavia erano sempre dannatamente pochi.
     « Carn, » disse Flinn una volta giunto a portata di voce « dobbiamo… »
     Fu interrotto da qualcosa di freddo trapassargli l’addome. Paralizzato dalla sorpresa s’appoggiò sul corpo dell’uomo che l’aveva pugnalato, il volto sottile a pochi centimetri dal suo. Provò a parlare, ma non gli uscì che un filo di voce. « Perché…? »
     Carn, sorreggendolo con un braccio mentre l’altro teneva il pugnale saldo all’interno del suo corpo, si limitò a bisbigliargli all’orecchio. All’occhio esterno di chi stava dietro Flinn, che non potevano vedere il pugnale, sarebbe sembrato che si stavano semplicemente sussurrando piani, anche se l’impressione sarebbe durata solo per pochi secondi.
     « Credevi che Daved fosse cieco? » sussurrò lui « Lui sapeva fin dall’inizio, grazie a me. Ti ha dato il tempo di trovare tutti i traditori, in modo da uccidervi tutti assieme. »
     Strattonò fuori il pugnale, e fu evidente a tutti cos’era successo dal sangue che colava copioso dalla ferita. Flinn si afflosciò mentre con la vista sfocata vedeva gli uomini nell’accampamento sfoderare all’improvviso le armi ed attaccare di sorpresa piccoli gruppi, che disperatamente stavano cercando di salvarsi la vita.
     Il suono di grida e metallo contro metallo riempì la zona mentre Flinn sprofondava nel buio, maledicendosi per la sua cecità.

Lhotar ╮



     Un vecchio zoppicava per le macerie di Basiledra, imprecando di tanto in tanto quando trovava un masso o una voragine che lo costringeva a cambiare completamente strada, o in generale senza una particolare scusa apparente.
     E di scuse, in ogni caso, ne aveva parecchie.
     « Sembrerà più credibile se a chiedere aiuto sarà un vecchio » borbottava scimmiottando il suo compagno dai tanti muscoli e poco cervello « Chi potrebbe pensare che io ho bisogno di una mano? »
     Bah. E così per causa sua era stato costretto a travestirsi e arrancare per villaggio in villaggio, ripetendo alla noia sempre la solita, patetica frase. Non si sarebbe sorpreso se avesse cominciato a ripeterla nel sonno. E come se non bastasse, mentre cercava di districarsi in quel labirinto distrutto che era diventata l’ormai ex capitale, qualche brigantello da strapazzo s’era messo in testa di assalirlo. I giovani d’oggi! Non c’era più rispetto!
     Sfortunatamente per loro lui portava sempre dietro il suo marchingegno per intercettare le frecce, ed era un’invenzione dannatamente utile. D’altro canto cosa potevano contro di lui delle balestre così antiquate? Come se un Sussurro si lasciasse sopraffare così facilmente, e l’aveva ben dimostrato quando aveva cominciato a colpirli con la balestra automatica che portava al polso. Il pensiero di quei ladruncoli che fuggivano urlando dai suoi colpi lo fece ridacchiare. Qualcuno era stato abbastanza abile da andarsene semplicemente ferito, ma lui non aveva tempo di inseguire giovinastri per la città. Aveva già camminato abbastanza per i suoi gusti.
     « Ilyr! Ce ne hai messo di tempo! »
     Il vecchio sbuffò. Tra lui e Kuro sembrava che dovesse fare sempre tutto di corsa!
     « La prossima volta ti farai tu la scarpinata allora, visto che almeno le gambe sei in grado di usarle come si deve se sei arrivato fin lassù! »
     Sergey, detto il Torchio, si limitò ad un ghigno e scese dal tetto dell’edificio semidistrutto che aveva scelto per osservare meglio la zona.
     « Qualche giovane disgraziato almeno ha risposto alla mia richiesta? » chiese il vecchio, e con suo grande sollievo l’uomo annuì.
     « Più di qualcuno, in effetti, ed hanno già incontrato i nostri amici. Tra l’altro… » disse, interrompendosi al suono di grosse ali che sbattevano e guardando verso l’alto. « Quello non è Lhotar? »

Qm Point
     » Malzhar, Last Century ~ Qui, mentre Flinn sviene davanti a voi in una pozza di sangue sempre più grande, inizia la battaglia per liberarsi dei briganti nemici e prendere il controllo dell'accampamento. Praticamente immaginatevi i briganti ribelli, colti di sorpresa ed in netta inferiorità numerica, che combattono contro quelli che sono fedeli a Daved. Il vostro compito questo turno è aiutare i ribelli, equilibrando le sorti che capite immediatamente essere a loro sfavore.
Per fare ciò avete a disposizione due punti, che in gdr significheranno che il vostro personaggio andrà in una determinata zona a dare una mano. Si possono usare al massimo due punti per la stessa zona, e questo significherà che la vittoria in quella zona sarà più significativa però contemporaneamente ne lascerete un'altra alla mercé dei briganti di Daved.
Le vostre scelte avranno delle ripercussioni su ciò che accadrà nelle parti finali della quest, alcune zone daranno bonus a entrambi mentre altre solo a chi effettivamente vi si reca, quindi scegliete bene dove puntare e dove lasciar perdere.
Queste sono le zone, che voi sapete indicativamente dove si trovano grazie a Flinn che durante il viaggio vi ha parlato dell'accampamento:

» Esterno della cattedrale
» Dormitorio delle ragazze rapite
» Sala Grande della Cattedrale
» Armeria
» Prigioni

L'esterno della cattedrale consideratelo come un territorio "bonus". Entrambi siete già lì, e potete decidere come comportarvi prima di avanzare.
Ovviamente, mentre siete all'interno della zona potete compiere ciò che volete, tra il parlare o combattere o quant'altro, e ce lo gestiremo in confronto. Per i combattimenti, energie spese e danni subiti lascio a voi la scelta, tenete presente che i briganti hanno più o meno la stessa pericolosità di quelli a inizio quest. Pericolosi se in tanti, nulla di preoccupante se presi singolarmente.
Considerate che la prima cosa che Carn farà sarà ordinare a qualcuno dei suoi uomini di uccidervi.
Per ogni domanda mi trovate in confronto.

» Kremisy ~ Tu hai un turno un po' più tranquillo. Mentre voli col tuo drago noti semplicemente delle figure familiari tra le rovine, Ilyr e Sergey. Gestirai la cosa in confronto assieme a Kuro.

» Nawarashi ~ Avendo abbandonato la quest, il tuo pg semplicemente si libera e fugge via di nascosto, senza che nessuno lo veda o interferisca.


 
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view post Posted on 4/7/2015, 19:28
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Cavalier Fata
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Rise of the Whisper ~ Dopo la Tempesta.
« Come si chiama una ricerca impossibile?
Una ricerca devoto alla fede in cui non si teme la morte?
Crociata. »

Avrei giurato sul mio onore che, a prescindere dalle parole di quell'uomo, le cose sarebbero andate degenerando. Non potevo aspettarmi nulla di buono da quelle persone, la sola idea di poter riuscire a convertirle o riportarle sulla retta via era sciocca. Ma non perché fossero uomini ignoranti o inutili, cattivi, ma semplicemente perché la vita aveva riservato loro un destino così avverso che il cambiamento, il divenire, gli era stato banalmente precluso. Non potevo e non dovevo fidarmi di quegli uomini, giacché nel mondo che andavo sognando non c'era posto per coloro che avevano scelto di vivere in quella maniera. E quando il nostro accompagnatore, come c'era da aspettarsi, ci condusse nell'accampamento tutto quello che si degnarono di regalargli fu una lama gelida dentro le carni. A ferirlo era stato un suo compagno, tale Carn, accusandolo di aver complottato contro la loro organizzazione e averla tradita. Afferrai la spada mentre attorno a noi era scoppiato un vero e proprio parapiglia. Ribelli e briganti stavano lottando praticamente ovunque e l'ultima a cosa a cui mi venne da pensare era la magra sorte che era toccata a quel disgraziato che si era preso la briga di portarci sino a lì. Non è un qualcosa di cui andassi fiera, quell'abbandono, ma nella mia vita avevo aiutato tante, troppe persone che avevano smarrito la via ricevendo solamente calci e tradimenti in risposta. Forse, dopo tutto, la sua morte sarebbe stata più dignitosa in quel modo che appeso ad una forca dove, giustamente, lo avrebbe voluto chiunque. Guardai Erein indicandogli la zona dove erano, in teoria, recluse le donne rapite.

« Io vado dalle donne, Dio solo sa cosa hanno fatto queste bestie. » poi aggiunsi. « Cerco di liberarle e di portarle all'armeria, se entro dieci minuti non vi vedo vengo a cercarvi. » poi, inginocchiandomi accanto al ferito, gli dissi due parole, semplici e dirette. « Non morire. » Ma già non poteva sentirmi.

Avrei potuto aiutarlo, in quel momento, ma non potevo rischiare di sprecare le mie energie per salvare una singola vita quando quella di decine di persone era in gioco. Innocenti, per giunta. Non ero insensibile, mi dispiaceva vederlo sanguinare privo di conoscenza, ma se avesse scelto di vivere diversamente, come tutti gli altri, continuando a credere in un mondo onesto, forse non sarebbe finito ad irrigare il terreno col proprio sangue. Scossi la testa per liberarla da quel pensiero, correndo nel campo verso la mia destinazione.

Quello che trovai al mio arrivo, nemmeno ad averci sperato davvero, erano proprio degli uomini intenti a trascinare alcune donne fuori da una casa adiacente alla Cattedrale. Non che mi aspettassi qualcosa di diverso, in verità, ma una rabbia furiosa e selvaggia mi montò nell'animo. Non c'era ragione o motivo per infangare il buon nome di quello che restava di Basiledra in quella maniera, era come se quella gente non desiderasse vivere ma sopravvivere. Non volevano lavorare i campi, costruire case o fare figli a cui insegnare qualcosa, ma solamente divertirsi, violentare, godere di ogni piacere su cui potessero mettere le mani... consapevoli che nessuno, mai, avrebbe pensato a far giustizia per le anime dimenticate in quella città abbandonata.
Ma non io. Non io che avevo visto tanta gente morire, schiacciata dal ghiaccio o mutilata dalle lame, su quelle stesse strade. Prima di permettere anche ad una sola di quelle persone di arrivare a vedere l'alba mi sarei strappata il cuore dal petto.
Un uomo, quello lasciato a fare da picchetto probabilmente, mi vide arrivare di gran carriera e mise mano ad un pesante randello con dei grossi chiodi conficcati dentro, minacciandomi. Aveva si e no trent'anni, lunghi capelli corvini e completamente sbarbato, ma in quel momento ai miei occhi non era altro che un sacco di carne e ossa da frantumare.

« E tu chi cazzo sei? Ragazzi, ragazzi qui c'è una donna libera! »

Nel dirlo, sfortuna per lui, voltò lievemente la testa e questo mi basto per afferrargli i capelli e strattonarlo violentemente verso il basso. Mentre perdeva l'equilibrio, strillando come un codardo, lo infilzai da parte a parte con la spada, lasciandolo per terra a rantolare e agonizzare nel suo stesso sangue.
Dall'interno uscì un altro uomo, stavolta più vecchio, di mezza età, con lo sguardo un poco allucinato e sconvolto, palesemente sorpreso alla vista del suo compagno accasciato al suolo e della mia persona davanti alla porta.

« Cazz- »

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Aprì bocca, forse cercando di dire qualcosa, ma un pugno lo raggiunse dritto sulla mandibola, frontale. Il rumore di una mezza dozzina di denti spezzati s'irradiò sin dentro la mia testa, tanto doloroso e violento doveva essere stato. Eppure non mi interessava, niente. Volevo solo calpestarli e farne una mattanza. Potevo tollerare qualsiasi cosa, ogni colore della pelle, ogni lingua, ogni usanza e, pur essendo una puritana ai massimi livelli, ogni tipo di piacere carnale... ma la violenza, lo stupro, il prendersela con coloro che nulla potevano fare se non subire e sopportare, spegneva ogni mia inibizione.

« Bastardi. » rifilai un calcio nello stomaco all'uomo che, oramai a terra, stava sputando saliva e sangue. « Vi ammazzerò tutti! »

L'ultimo rimasto, approfittando della distrazione fornita dal primo, fuggì in una stanza interna, attigua all'ingresso. Senza perdere un istante presi a corrergli dietro, mulinando la spada come presa da pazzia. Svoltato l'angolo cieco dello stipite della porta, però, quell'infame mi tese un agguato colpendomi alla tempia con un mattone: la vista divenne sfocata per qualche istante e persi la presa sulla spada, barcollando. Mi venne addosso, colpendomi ripetutamente con quell'arma improvvisata ma, per mia fortuna, l'armatura assorbì gran parte dei suoi assalti. Alla fine riuscii ad avere la meglio colpendolo un paio di volte alla bocca dello stomaco con il guanto ferrato. Quando accusò a sufficienza i colpi lo disarmai bloccandogli il polso e torcendolo di scatto. Imprecò violentemente, aprendo la mano come riflesso condizionato.

« Lasciami andare! Lasciami andare! »

cercò di impietosirmi, ma nemmeno lo guardai in faccia. Poteva essere anche un ragazzino di dieci anni per quello che mi riguardava, ma ciò che aveva fatto lo rendeva responsabile tale e quale a chiunque altro. Gli portai una mano sulla testa facendogli colpire violentemente il muro. Una, due, tre volte. Continuai sino a che del suo volto non rimase che una maschera di sangue impressa sulla parete. Sussurrò qualcosa nell'agonia, ma tutto quello che ricevette, in cambio, fu un ultimo, fatale colpo. Ansimavo e avevo un forte mal di testa a causa della contusione, ma almeno le donne erano salve. Mi passai la mancina sulla testa notando come stessi perdendo sangue, tirai su col naso non badandoci troppo.

« State bene? » mi rivolsi alle donne, tornando a far capolino fuori dalla porta. « Ho bisogno che facciate la vostra parte per uscire da qui. Riuscite tutte a camminare, siete ferite? » poi continuai. « C'è una armeria poco distante da qui, se riusciamo a raggiungerla possiamo barricarci dentro, ma non posso fare tutto questo da sola, ho bisogno del vostro aiuto. » era improbabile che riuscissero a combattere, ma non volevo lasciarle da sole: sarebbe stato un gioco da ragazzi per i banditi approfittarsi di nuovo di loro.
Ovviamente, però, erano troppo spaventate per seguirmi e dopo quello che avevano visto sfidavo chiunque a pensarla diversamente. Se potevano restare assieme e nascoste, chiaramente, forse sarebbero state persino più al sicuro che con me. Non sarei riuscita a proteggerle tutte e avrebbero finito per perdere la vita in molte, se non addirittura tutte. No, la cosa migliore, per quando mi facesse male, era lasciarle lì al sicuro.
« Dentro c'è una delle mie spade, prendete anche quest'altra... » sfoderai l'arma secondaria porgendola ad una delle donne. « ...e questo. » donai ad una seconda ragazza il mio pugnale. Ero disarmata, eccezione fatta per il braccio corazzato, ma mi sarei fatta bastare quello sino all'armeria.
« Andate e chiudete la porta, sbarratela con mobilio, tutto quello che avete! E aprite solo a me! »
Quelle annuirono, rintanandosi nell'abitazione mentre io, seppur con fatica, presi a camminare verso l'armeria.

Forse, continuavo a ripetermi, un giorno tutta quella follia collettiva sarebbe finita. Gli uomini avrebbero ristabilito l'equilibro nel loro mondo e nessuno, più si sarebbe permesso di distruggere la vita degli altri a quella maniera. Era inutile mentire a me stessa ed al resto del mondo: i Pari avevano causato quell'abominio e gli Arconti si erano resi partecipi in maniera indiscussa della medesima colpa. Forse per mia stupidità o forse perché banalmente una risposta semplice non esisteva, ero impossibilitata a capire il motivo per cui tutto quello era avvenuto. Il motivo reale, la causa scatenante. Avevamo combattuto - e perso - una guerra di cui non sapevo nemmeno chi fossero gli artefici. Ma sapevo chi avrebbe potuto porvi fine, ed era per questo che continuavo a combattere, nonostante tutto.

L'armeria, a dispetto di quanto credevo, era pressoché sgombera. All'interno presi possesso rapidamente di altre due spade, seppur non di buona fattura come le mie, sostituendole a quelle lasciate alle donne. La cosa più importante, tuttavia, era un sacchetto di erbe medicinali. Dovevano essere state lasciate lì dai tempi della guarnigione militare, ma sembravano ancora in perfette condizioni. Non avrebbero potuto far ricrescere un arto o guarito una testa mozzata, ma forse avrei potuto salvare quel bastardo, ammesso fosse ancora vivo, che ci aveva condotti lì. Guardai il sacchetto e poi la porta dell'armeria. Cosa avrei dovuto fare? Cosa era più giusto? Andare a cercare Erein, che stava tardando, o arrischiarmi a salvare la vita a un brigante qualsiasi, per pentito che si fosse?
Per molti sarebbe stata una scelta rapida, ma per me non lo era. Avevo degli obblighi vincolanti che superavano la mia volontà, non potevo sempre solo agire di testa mia e seguire il mio cuore. Eppure, quella volta, forse avrei scelto davvero secondo le mie ragioni.


dividerazzurrafinale_zps51a4e64f
B. 5% - M 10% - A. 20% - C. 40%

Capacità Speciali: 5-4=1 Forza.
Stato fisico: 95% - 5% = 90%
Stato mentale: 65%
Riserve Energetiche: 90%
Stato Emotivo: Neutrale, concentrata.

Equipaggiamento:
• Spada Bastarda. (Arma bianca, spada bastarda) [Lasciata alle Donne]
• Spada Lunga. (Arma bianca, spada lunga) [Lasciata alle Donne]
• Braccio Corazzato. (Arma bianca, conta come maglio) [Sx]
• Pugnale. (Arma bianca, coltello) [Lasciato alle Donne]
• Corazza Mista. (Protezione mista, metallo-stoffa, medio-pesante)
• Moschetto. (Arma a polvere nera, da distanza,) [Schiena]

Passive in uso: ///

Attive usate: ///

Note:Ho usato un Cs in forza per uccidere ciascuno dei nemici, tranne l'ultimo in cui ho usato 2 cs per rendere la cosa più impattante. Il totale speso (4CS) è un Medio e ho pensato di subire un basso per equilibrare le cose. Per il resto tutto come da confronto!
 
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view post Posted on 6/7/2015, 07:58

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Cattedrale ~ Esterno

Un illusione. No, non mi riferisco alla magia che proteggeva l’accampamento di quegli straccioni che si proclamavano banditi. La vera illusione era quella in cui si era crogiolato il buon Flinn: trovare lealtà ed onore in personaggi che a stento avevano le capacità intellettive per comprenderne il significato.
Lui e gli altri “furfanti gentiluomini” non potevano competere, i numeri non lo consentivano e avevano commesso il letale errore di fidarsi. Non appena la mattanza ebbe iniziò io e la mia fida Lady Azzurra fummo costretti a scegliere cosa fare …
Avrei optato per una strategica ritirata e avrei lasciato che quei cani randagi si sbranassero tra di loro … Ma non ci sarebbe stato verso di convincere Azzurra ad abbandonare chi era in difficoltà. Inghiottendo la bile che mi risalì lungo la gola mi costrinsi ad elaborare una strategia degna di tale nome.
«Taglia la testa e il corpo morirà …» – le sussurrai - « …E questi bifolchi sono abbastanza idioti da aver istituito il loro quartier generale nel punto più in vista qui intorno: la Cattedrale. Andrò lì e con un po’ di fortuna metteremo il punto a questa tua buona azione che si sta trasformando rapidamente in una vera seccatura ..» – le sorrisi, come per rassicurarla sulle mie buone intenzioni. Il contesto generale la turbava sin troppo e l’Azzurra che avevo visto pochi istanti prima era una donna completamente diversa da quella che avevo conosciuto. «Cerca di non impazzire mentre sono via …» – scherzai - «Se Ryellia scopre che la sua delicata e dolce Lady si è rotta e si è trasformata in una barbara che brandisce asce bipenni … Credo che sarà il mio corpo a rompersi di conseguenza…»

Cattedrale ~ Sala Grande



Numeri. Ecco come si vincono o si perdono le battaglie, con i numeri. Lasciate perdere chi vi dice il contrario. A parità di condizioni mille uomini faranno sempre a pezzi cento uomini, salvo che qualcuno non intervenga per riequilibrare le sorti della battaglia. Fortunatamente per i nostri onorevoli briganti ribelli io sono il perfetto esempio per spiegare il significato del termine deus ex machina .
Intrufolarsi nel quartier generale non fu’ difficile. I banditi sono carenti di disciplina, i loro accampamenti sono disordinati, caotici già senza aver bisogno di una rivolta all’interno.
Troppo presi dall’uccidersi gli uni con gli altri non mi prestarono particolare attenzione; non possedere un aspetto minaccioso, una volta tanto, mi tornò utile.
Oltrepassai masserizie, falò mezzi spenti, cumuli di lordura e cadaveri. Prosegui dritto senza degnare di uno sguardo i combattenti; avrei potuto convertire il caos in un arma a nostro vantaggio ma dovevo colpire con rapidità e senza destare attenzioni indesiderate.
La Cattedrale, fortunatamente, era un edificio troppo grande e architettonicamente complesso per essere ben sorvegliato. Luoghi di culto di quel tipo avevano navate laterali pullulanti di uscite secondarie, spesso erano sbarrate per consentire di incanalare il flusso di fedele lungo un’unica traiettoria e così controllarlo. L’ex sede del potere di Caino ora convertita a covo di tagliagole non faceva differenza ma per mia fortuna nessuno dei briganti si era preso il disturbo di preoccuparsi della sicurezza. Trovai una piccola porta sul lato est, all’interno una nicchia ombrosa in cui un qualche sconosciuto e nobile timorato di dio aveva fatto erigere un monumento funerario utile solo a raccogliere polvere. Una posizione discreta, ammantata dal buio da cui era possibile vedere senza essere visti … Chissà quanti mormorii, quanti volti di peccatori i corvi di Caino avevano scrutato con discrezione decidendo il da farsi e apparendo all’improvviso dalle ombre con impeccabile e scenografico tempismo.
Ciò che io vidi non era niente di buono. Tanti, troppi criminali erano riuniti in quel luogo ridotto a fetente tana di ladri. Un numero sufficiente a soffocare la rivolta nel sangue …
Farli uscire di li, significava perdere e perdere significava rischiare di morire.
« …ed io non morirò compiendo come ultimo atto della mia vita una buona azione. Non a quest’età almeno.» – scherzai. Ma non c’era proprio niente da ridere. Misi da parte l’ironico me stesso e sfoggiai il più truce e terrificante dei volti: quello del Re Stregone.
Non mi restava che colpire e farlo con tale forza da non consentire all’avversario di rialzarsi, mai più …



 
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view post Posted on 7/7/2015, 17:13

Lamer
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Era da qualche minuto che il gruppo sorvolava le rovine di Basiledra. Da quel punto di vista si poteva notare come il ghiaccio della Spada senza un re avesse totalmente cambiato quella città un tempo talmente gloriosa da non avere eguali. I crepacci e le fratture erano ancora ben visibili anche da quell'altezza, le case non sembravano più tali e la vegetazione aveva già iniziato a impadronirsi di ciò che gli uomini gli avevano sottratto.

Il ragazzo dietro di lui si teneva la mano sul costato, probabilmente cercando di non far vedere a lui i danni che i suoi colpi poderosi gli avevano riportato. Qualunque dolore quel ragazzo però stava sopportando sicuramente non era minimamente paragonabile a quelli che lui era stato costretto a provare.

La cicatrice sul suo busto a volte gli provocava delle fitte, anche se nell'ultimo periodo il dolore di queste era nettamente diminuito, ma ogni volta che quella sgradevole sensazione riempiva il suo corpo la sua mente rivedeva la spada del Lorch lacerargli la carne.

Era vero, lui poteva vantarsi di non essere morto incontrando faccia a faccia sia Sigmund, sia Astryd, Sia Iohan, ma in tutti e tre i casi era stato impotente in confronto alla forza che quelle persone avevano dentro di se ed ogni volta che ci pensava si sentiva debole, troppo debole.

Da quando aveva incontrato l'ultima volta Iohan si era allenato giorno dopo giorno e anche quando la ferita sanguinava la tenacia gli permetteva di andare avanti nei suoi pesanti allenamenti. Eppure più passava il tempo più capiva che sarebbe stato improbabile che, se avesse rincontrato il bastardo Lancaster nel prossimo futuro, sarebbe riuscito a cavarsela.

Fu la voce di Bolg però che lo riportò al presente. A quanto pareva il gruppo si trovava quasi a metà strada e con la memoria ricordò quando sorvolando Basiledra il Cuore di Marmo risplendeva di una luce abbagliante riflettendo i candidi raggi del sole.

"Hei Lotar." Disse il drago richiamando ancora il nano dalle sue immagini di un passato che non poteva più rinascere. "Mi stai ascoltando? Quei tipi la sotto non sono Ilyr e Sergey?"

A quel punto il Doppielame si ridestò completamente e guardando verso il basso vide i due personaggi scrutare il cielo nella loro direzione. A quel punto, vedendo il compagno assorto nel tentativo di riconoscere i due umani da quell'altezza Bolg iniziò a planare verso i due per facilitare al suo compagno il suo obbiettivo.

Solo quando arrivarono a cinquanta metri sopra i due entrambi capirono che si trattava proprio dei membri della mano e planando più velocemente il drago atterrò a qualche metro dai due guardandoli intensamente.

L'unico sussurro della mano che Bolg aveva realmente conosciuto era stato Yuri quando insieme al Redentore avevano liberato Morgane Holstein dall'infida manipolazione mentale che gli stavano applicando i membri della Guardia Insonne. I due sembravano personaggi tutti da scoprire, sopratutto il vecchietto gli suscitava un certo interesse.

"Tu ragazzo rimani sul drago." Disse Lhotar scendendo a terra e rinfoderando anche la spada che non aveva ancora riposto della custodia. "Sergey, Ilyr, sono felice di rivedervi sani e salvi, ma cosa diavolo ci fate in questo luogo dimenticato da tutti?"

Ci fu un momento di pausa e in quei secondi il nano capì che c'era qualcosa che non quadrava. L'editto pacem in Theras aveva probabilmente ridotto il numero dei sussurri a sicuramente meno di un centinaio, contando che molti erano morti nella guerra contro la Guardia Insonne. Perchè allora non lo salutavano?

Fu in quel momento che Sergey avvicinandosi a Lhotar estrasse la spada appoggiandola alla gola del Doppielame. Immediatamente Bolg iniziò a ringhiare ma con un gesto della mano il suo compagno gli fece capire di rimanere fermo. L'uomo e il nano si guardarono per qualche secondo e probabilmente entrambi notarono l'assenza di paura negli occhi dell'altro.

"Lhotar Doppielame... dalla caduta di Basiledra ti sei dato alla pazza gioia, eh? Se dovessimo contare tutti i Sussurri che hanno tradito la loro causa faremmo notte, quindi rispondi. Sei ancora uno di noi, o anche tu hai tradito alla prima difficoltà?"

Ora lo identificavano come traditore. Per un istante pensò che anche i Pari appena avrebbero saputo che aveva deciso di aiutare i Leici o almeno di aiutare il popolo probabilmente lo avrebbero bollato con un traditore. Eppure dai sussurri non si sarebbe mai aspettato di essere accusato di una colpa che mai avrebbe potuto commettere.

Lui che aveva aiutato i sussurri a capire cosa stesse succedendo al Nord, lui che era tornato più veloce possibile per aiutare a difendere Basiledra, lui che dopo la caduta di questa aveva lottato da solo e con loro per liberare i Quattro Regni dal domino della Guardia Insonne ora veniva accusato di tradimento? Nonostante questo però riuscì a reprimere lo sdegno di quell'accusa e a ragionare lucidamente

"Se avessi voluto tradirvi quel giorno non mi sarei procurato questa." A quel punto si tolse ila parte superiore dei suoi vestiti rimanendo solo coni pantaloni mostrando così la vistosa cicatrice che gli percorreva tutto il busto. "Non mi sono procurato questa per nulla, ma da solo ho notato che non posso salvare questo regno." Lo disse accendendosi la pipa. "Se Caino vince, questo regno é condannato, se vince Ahed, il rischio che il regno non sia realmente unito é altissimo e se vincono i Leici ci vorrebbe almeno una decade prima che riescano a governare il regno. Ho provato a difendere questo regno prima per i pari e poi per i leici, ma non sono servito a nulla. E voi? Avete abbandonato questo regno? Avete abbandonato il sogno di yuri? É da mesi che non sento parlare più di voi."


Le ultime frasi le disse senza pensarci. Per lui era così strano che per mesi nessuno dei sussurri lo avesse contattato. Gli unici membri dell'organizzazione che aveva visto in quei tempi erano stati Shaoran e Kirin quando erano stati teletrasportati nell'Onerion, ma non era riuscito a parlarci.

Forse era la rabbia o il fatto che da solo Lhotar non riusciva a combinare nulla di concreto che lo avevano spinto a parlare così, ma sapeva perfettamente che la mano non si sarebbe mai permessa di abbandonare il regno. Fu in quel momento che Sergey ripose la lama nel fodero sorridendogli e mentre in nano aspirava dalla pipa l'uomo cominciò a parlargli.

", Pari, Leici... se qualcuno di loro agisse veramente per il Bene del Regno lo sosterremmo senza alcuna esitazione, ma al momento non possiamo fare altro che muoverci nel silenzio. Se Caino avesse più senno potrebbe essere una buona guida, se Zeno fosse più realista potrebbe prendere le decisioni scomode che competono ad un capo, e se noi fossimo di più potremmo sostenere i pari per controllarli come facevamo un tempo, ma ahimè non possiamo percorrere nessuna di queste strade. Ma non dubitare, Sussurro. Non siamo rimasti immobili a guardare il Regno cadere in malora, e siamo qui per un motivo ben preciso: ci stiamo preparando a qualcosa di grosso, e per questo ci serve potere. Stiamo cercando delle armi."

Armi. Quel dubbio che aveva voluto rimuovere dalla mente tornava a tartassarlo ed inconsciamente si girò a guardare il suo prigioniero guida. Per un attimo sperò che Sergey non avrebbe applicato i suoi metodi su di lui e sperava ancora di più che quel piccolo umano avesse detto la verità.

"Immagino non armi qualunque vero? " lo disse sbuffando il denso fumo. " Quel ragazzo che mi porto dietro ha parlato di alcuni scavi, se la vostra ricerca e la loro sono collegate, significa che ci potrebbero essere brutte notizie." A quel punto aspirò nuovamente sedendosi su un rudere. " Se invece non centra nulla con i loro lavori, perché non siete andati nell'armeria della cittá?"

Lo disse in tono ironico, ma probabilmente non fu abbastanza eloquente. Immediatamente sia Sergey che Ilyr fecero della facce talmente strane che Lhotar quasi si pentì di aver parlato in quel modo. Addirittura Bolg si mise una zampa sul muso facendo capire esplicitamente che, quando voleva,il nano era un vero idiota.

" Secondo te cerchiamo pezzi di ferro in armerie abbandonate in città in rovina? Non insultarci, Lhotar. "

"Fra le rovine di Basiledra sono disperse un paio d'armi di eccezionale potenza, dovresti saperlo. Siamo qui per quelle ovviamente. Ma.. chi diavolo è il tizio che ti stai portando dietro? "

Per un attimo il Doppielame tirò un sospiro di sollievo capendo di essere stato abbastanza stupido a dire quella frase, ma immediatamente la domanda di Ilyr attirò la sua attenzione. Era vero,non voleva che gli si facesse del male, ma forse poteva rendersi finalmente utile.

"é il tizio che probabilmente sa dove sono quelle armi. Alcuni briganti stanno scavando per cercare a mio parere o Angelica o la Spada senza un re." Si grattò la barba mentre con le mani svuotava la pipa. " Lui è la mia guida prigioniero, si può dire, trovato dopo una scaramuccia irritante a colpi di frecce e tanta incompetenza dal punto di vista strategico."

A quel punto vide chiaramente gli occhi di Sregey illuminarsi e ilyr prepararsi a una scena che probabilmente per la mano era di routine. Dentro di se Lhotar sperava che ciò che gli avesse detto fosse vero, ma in quel momento capì perchè; se lo avessero torturato la sua idea di portare giustizia senza uccidere si sarebbe rilevata peggiore di applicarla con la spada.

" Angelica e la Spada senza un Re... che coincidenza... "

A quel punto Sergey agì. Costrinse senza torturarlo troppo a dirgli ciò che sapeva e velocemente, probabilmente per via del terrore che il guercio suscitava in lui, gli rispose. Ciò che gli aveva detto a lui era del tutto falso. Lo stava portando verso il Cuore di Marmo per allontanarlo dal vero obbiettivo e gli disse anche come era avvenuto il loro incontro.

Eppure la cosa che interessò di più i sussurri fu che, nel terrore, il ragazzo si fece sfuggire che probabilmente una delle due spade era già nelle loro mani. A quel punto il nano non riuscì a trattenersi. Se fino a quel momento aveva creduto che la gentilezza potesse pagare ora era convinto che solo le sue lame potessero far ragionare le persone.

Con una rapidità straordinaria la spada d'inverno saettò verso la mano del disgraziato amputando senza difficoltà il mignolo e l'anulare della mano sinistra. La rabbia che stava provando dentro gli ricordò la prima promessa che si era fatto quando aveva scoperto la verità sul suo passato. Io porterò giustizia a qualsiasi costo, e ora sapeva come fare.

"Bastardo, io ti ho dato una possibilità di uscirne illeso e tu hai osato ingannarmi. Segrey, promettimi che lo torturerai a dovere per sapere dove il suo capo si trova." A quel punto pulì la spada e si mise a sedere guardando lo sventurato con aria quasi compiaciuta. "Guercio, non abbiamo molto tempo quindi fai del tuo meglio."

Le urla e i lamenti che vennero dopo sembrarono uscire dagli inferi, eppure nessuno dei sussurri ne il drago sembrarono farci caso. Per Bolg era molto più fastidioso il russare del nano, per i membri della mano quella situazione era normalissima e Lhotar si ricordava alla perfezione le urla di terrore durante l'ultima battaglia a Basiledra.

Dopo una decina di minuti Sergey disse che all'inizio aveva provato a convincere il ragazzo a portarli nel luogo dove probabilmente risiedeva la spada, ma quando aveva capito che era tutto inutile aveva dato sfoggio di tutte le sue abilità e il ragazzo aveva implorato pietà dicendo che il loro campo era nei pressi della cattedrale.

A quel punto Sergey senza dire troppe parole iniziò ad incamminarsi verso la casa del Sovrano mentre Ilyr rimase lì pronto probabilmente a ricominciare a cercare l'altra spada. Fu allora che il nano chiese al vecchio sussurro se qualcuno potesse aiutare lui e Sergey nell'impresa e quando gli rispose negativamente Lhotar ne fu quasi felice.

Tutte le sue missioni migliori durante le vicende dell'anno precedente erano avvenute quando aveva viaggiato fianco a fianco con un membro della mano e ora poteva dimostrare se fosse solo un caso o no. Velocemente Lhotar salì sul Bolg e appena raggiunto Sergey lo invitò a salire su di esso.

"Sergey, hai mai provato l'ebbrezza di toccare il cielo? Bene, oggi puoi farlo e insieme prenderemo quella spada."

Immediatamente Bolg spiccò il volo verso l'alto e appena intravide la cattedrale sfrecciò verso di essa a tutta velocità. Finalmente lui sarebbe stato utile, finalmente aveva capito che l'unico modo in cui poteva portare giustizia era con le sue lame, finalmente aveva capito che non poteva portare avanti quella guerra da solo.

 
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Ark
view post Posted on 13/7/2015, 18:57






Erein, Azzurra, Lhotar ╮



     Daved Hanlon era in piedi davanti alla finestra, ad osservare il suo glorioso trionfo con un sorriso sul volto sottile e dai lineamenti affilati. Da quella distanza le sagome erano a malapena riconoscibili, tuttavia capiva abbastanza da intuire il momento in cui, come da accordi, Carn piantava a Flinn un pugnale nella pancia. Avrebbe preferito uccidere quel bastardo traditore di persona, ma non gli piaceva sporcarsi le mani se aveva altri che potevano farlo per lui. In verità era anche sorpreso che Flinn fosse tornato vivo dalla missione: aveva detto chiaramente ai suoi uomini di ucciderlo e fare finta che fosse stato un incidente. Avrebbe comunque dovuto liberarsi di tutti coloro che erano in combutta con lui, ma avrebbe potuto usare metodi meno definitivi, tipo costringerli a scavare senza riposo né cibo, finché non sarebbero semplicemente morti dalla stanchezza. Le scommesse che ne sarebbero venute fuori sarebbero state un ottimo intrattenimento per i suoi ragazzi.
     Ma poco importava, alla fine tutto è bene quel che finisce bene! Adesso Daved non avrebbe dovuto fare altro che godersi lo spettacolo di coloro che avevano osato sfidarlo venire trucidati senza pietà dai suoi uomini fedeli.
     Fu effettivamente il massacro che aveva preventivato. Grazie a Carn sapevano perfettamente chi era dentro fino al collo nella rivolta, e non fu difficile fare in modo che venissero tutti accerchiati con un vantaggio di minimo tre a uno. Parecchi furono feriti ancora prima che potessero estrarre le armi, ed i pochi sopravvissuti lottavano disperatamente per la vita.
     Non sapeva quando Flinn volesse far effettivamente dare inizio a tutto: non l’aveva rivelato a nessuno, nemmeno a Carn. Almeno in una cosa aveva dimostrato buon senso, anche se conoscendo la sua indole era più probabile che semplicemente non ne avesse idea nemmeno lui. L’aver portato con sé due persone che non aveva mai visto prima lo incuriosiva, specialmente perché da come si muovevano non sembravano prigionieri legati.
     Beh, il fatto che lo avessero lasciato a terra a morire senza dedicargli nemmeno uno sguardo era la prova finale che quel povero stronzo non aveva assolutamente idea di come scegliersi i propri alleati. Nemmeno i suoi nemici, se è per quello. Era già incredibile che un semplice artigiano come lui fosse sopravvissuto nei bassifondi, dopo che la sua attività era andata perduta a causa dei debiti, la sua casa distrutta da un incendio causato dai suoi rivali ed una moglie e figlia morte tra le fiamme. Per tutto quel tempo era sopravvissuto tenendo la testa bassa, facendo ciò che persone più importanti di lui gli dicevano di fare, e nel momento in cui aveva deciso di comportarsi da uomo e lottare era stato semplicemente accoltellato e lasciato a terra, dimenticato da tutti.
     Non c’era da sorprendersi che il piano ideato da una simile parodia d’uomo fosse andato così male.

     Fu esattamente mentre faceva quel pensiero che notò la prima cosa che stava andando storta.
     Le grida. Perché non erano finite? Quanto tempo ci voleva perché ammazzassero quattro disperati che con una simile superiorità numerica? Osservando meglio il campo di battaglia, notò che in qualche modo gli uomini che attendevano all’interno della cattedrale, nel salone sotto la sua stanza, non erano usciti. Anzi, vi stavano entrando i ribelli!
     Con un grido di rabbia si allontanò dalla finestra per scendere e dire ai suoi uomini di muovere il culo, tuttavia quando vi arrivò davanti la scena davanti a lui lo lasciò impietrito. Un elfo, uno dei due che era giunto con Flinn, stava tenendo a bada da solo TUTTI i suoi uomini, che cercavano di circondarlo senza successo. L’elfo si trovava con le spalle al muro e sanguinava da qualche ferita, tuttavia impediva con movimenti rapidi e letali di avvicinarglisi. Molti erano a terra, per lo più con tagli letali ed altri dove Daved non riusciva ad intuire la causa della morte.
     « INACCETTABILE! » gridò il Re che non era un Re di fronte a quello spettacolo, incapace di concepire come un solo spadaccino fosse in grado di decimare in tal modo i suoi uomini.
     Alzò in alto la spada conosciuta come Angelica. Un’opera d’arte più che una semplice arma, con l’impugnatura di cuoio nero che si adattava perfettamente alla sua mano, la guardia crociata in lega di ferro celeste, la lama d’acciaio e titanio decorata con motivi gotici.
     Un’arma che lui aveva trovato nelle macerie e che lo aveva elevato rispetto agli altri. La lama cominciò a brillare, rispondendo alla volontà di Daved di distruggere i propri nemici. Le Spade di Luce, la tecnica più famosa del precedente possessore della spada, riapparvero un’altra volta ancora nella città di Basiledra. Un vero e proprio Sole cominciò a formarsi sopra all’accampamento, visibile da ogni parte delle rovine, composto da centinaia di spade.
     Daved rise mentre dimostrava al mondo il proprio potere, un potere che in realtà non era degno di avere, né che era in grado di controllare del tutto. Presto s’accorse che creare così tante spade era diverso dal crearne una o due, come le volte che era stato costretto ad intimidire gli uomini che lavoravano per lui.
     Il suo limite giunse quando le spade divennero qualche centinaio, un numero notevolmente inferiore rispetto a quelle che erano apparse durante l’assedio di Basiledra, ma comunque una forza assolutamente da non sottovalutare.
     Per qualche attimo le spade rimasero a fluttuare in aria, poi all’improvviso giunse la pioggia. Le Spade di Luce cominciarono a calare veloci e potenti su tutto l’accampamento, colpendo qualsiasi cosa. Daved avrebbe voluto colpire solo i suoi nemici… ma era una forma di controllo a lui esclusa. Le Lame colpirono la Cattedrale, fracassando le finestre e rompendo la pietra, distruggendo ogni cosa che c’era all’interno, scuotendo la terra, trucidando uomini leali o ribelli.
     Fu il caos.

     L’innaturale luce filtrò nella stanza del dormitorio dove le ragazze si erano rifugiate, che nel vederla si strinsero tra di loro, sussurrando preoccupate. Lì, inconsapevole di ciò che le stava accadendo intorno, Astryd Lorch prendeva tranquillamente il thè assieme a delle bambole. Da quando Daved l’aveva trovata, mesi prima, aveva reagito in modo molto particolare alla presenza di Angelica: in qualche modo, s’era convinta che Daved fosse Mathias Lorch, suo fratellastro. Per questo lo aveva aiutato quando gli aveva chiesto aiuto per nascondere lui ed i suoi compagni, nascondendo l’accampamento in un’illusione che poteva essere oltrepassata solo da una mente che lei aveva toccato e, quindi, sincronizzato con l’illusione.
     Accanto a lei v’erano le ragazze che col tempo erano state rapite, il cui compito era assicurarsi che non le mancasse nulla mentre non venivano prese e portate via per soddisfare i sordidi piaceri di Daved e dei suoi scagnozzi. Adesso Astryd era il loro ultimo baluardo di difesa nel caos che s’era generato: lei non tollerava qualsiasi forma di violenza, e da quando uno degli uomini aveva provato a maltrattare qualcuno in sua presenza lei s’era limitata a guardarlo con quel suo sguardo innocente, e l’uomo s’era presto ritrovato in ginocchio a piangere in preda a chissà quali visioni. Era stato trovato il giorno dopo appeso alla corda con la quale s'era impiccato, lasciando solo un biglietto di scuse miste a farneticazioni.
     In breve tutti avevano imparato a camminare in punta di piedi quando c’era lei, perfino Daved, e questo significava che nessun uomo avrebbe mai osato rapire una delle ragazze finché lei era all’interno della stanza. Un piano dannatamente efficace, tuttavia solo verso i pericoli comuni.
     Nulla poteva salvarle dalla Spada di Luce che cadde nell’edificio, distruggendo il tetto e spezzando in due il tavolino dove Astryd aveva posato le tazzine, in un fracasso di legno distrutto e grida femminili. Quanto la polvere si diradò migliorando la visibilità, Astryd Lorch si stava osservando le mani ricoperte di rosso, il sangue che le colava da una ferita alla fronte che risultava ancora più vivido grazie al pallore della sua pelle.
     Viva quasi per miracolo, assieme a poche ragazze che gemevano tra le macerie, si ritrovò nel mezzo dei cadaveri delle persone che col tempo aveva imparato ad apprezzare e amare come sorelle maggiori.
     Il suo grido fu qualcosa di disumano, acuto, lungo e che utilizzò ogni filo di aria dei polmoni. La sua mente completamente fuori controllo emanò un impulso psichico che si espanse in tutte le direzioni, come un’onda d’urto che investì la psiche di chiunque fosse sopravvissuto al terribile attacco di Daved.
     Inconsciamente, Astryd stava facendo ciò che più aborriva: stava uccidendo.

Qm Point
     Dunque ragazzi, questo sarà il mio ultimo post da Qm in questa quest.

» Cosa succede ~ La scena che vi si presenta è questa: Daved usa la tecnica di Medoro, il Sole, e fa cadere una pioggia di spade di luce per tutto l'accampamento. Non riuscendone a mantenere il controllo, però, finisce con il colpire la Cattedrale stessa, distruggendo le vetrate e qualche muro - senza che però l'edificio abbia subito ingenti danni - e ferendo tutti, alleati o nemici. Le spade cadono anche addosso alla casa dove stanno le ragazze, traumatizzando in questo modo Astryd Lorch che impazzisce e spara un attacco psionico ad area, colpendo chiunque nell'accampamento.

» Da cosa dovete difendervi ~ La tecnica di Daved conta come un Critico sul fisico verso ciascuno di voi, mentre la tecnica di Astryd conta come un Alto alla mente per ciascuno.

» Dove vi trovate ~ Azzurra è ancora nell'Armeria quando tutto questo succede, Malzhar invece vede Daved castare la tecnica con i propri occhi. Lhotar invece viene investito dalle spade mentre ormai è arrivato in volo sopra l'accampamento.

» Cosa dovete fare ~ Per lo più dovete semplicemente combattere sia Astryd che Daved contemporanemente, e lo gestiremo in confronto.

Inoltre assegno ad Azzurra ed Erein un danno Medio autoconclusivo al fisico.
La motivazione è la fine del mio ultimo qm point, dove dico chiaramente che venite attaccati da un gruppo di scagnozzi di Carn. Non dico che avreste dovuto spendere chissà quali energie nell'eliminarli, tuttavia il fatto che nessuno dei due li abbia proprio calcolati all'interno del post mi costringe a darvi questa penalità.

Altra nota per Malzhar: tu non hai descritto il combattimento alla fine del tuo scorso post, ma siccome mi ritengo responsabile per una poca chiarezza non avrà alcuna ripercussione per la quest. Semplicemente il tuo post inizia descrivendo ciò che succede, per poi difenderti dalle tecniche e con il combattimento che seguirà.
Per qualsiasi genere di domanda mi trovate in confronto.


 
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view post Posted on 18/7/2015, 17:47

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Dopo la Tempesta~ Il sole di Medoro sorge ancora ...

Quel giorno il Sole di Medoro sorse di nuovo su Basiledra. Un sole simile a quello originale quanto una mosca assomiglia ad un’aquila eppure tremenda fu la sua alba.
Stavo preparando la mia offensiva quando uno di quei miserabili topi di fogna mi sbucò di fianco mandando all’aria qualsivoglia effetto sorpresa. Preso alla sprovvista estrassi l’arma confacente il mio rango, una spada ornamentale ottimamente affilata ma non particolarmente notevole in fatto di lunghezza e peso, e la infilai nello stomaco del bandito prima che potesse spaccarmi la testa con la sua monumentale mazza ferrata.
Forse avrei dovuto tagliargli la gola … Urlò il disgraziato, strillò come una scrofa al macello attirando l’attenzione degli altri suoi pari. In un attimo sciamarono intorno come calabroni infuriati, calabroni armati di ogni sorta di armamento rubato a quella che un tempo era stata l’armeria della città più splendente del Dortan. Elevati nel numero, inferiori nell’abilità. Persino io che non sono uno spadaccino provetto ero in grado di tenerli a bada senza problemi. I primi cinque erano troppo sicuri di se per veder folgorare la lama nella pallida luce di un rosone che faceva filtrare un singolo, raggio di sole arrossato dal vetro colorato.
Rossa divenne anche la spada quando l’affondai nello spazio intercostale del primo, la mulinai tagliando la testa del secondo e la feci calare mozzando di netto muscoli, tendini ed ossa dell’avambraccio del terzo.
Poi giunse la sottile, crudele ebrezza del sangue e persi coscienza del movimento del mio braccio e dei tonfi che seguivano la caduta di uomini divenuti cadaveri. Solo il sorgere del Sole di Medoro mi ridestò … E fu un amaro risveglio.
Caddero, lame lucenti come l’oro fuso, seminando morte in ogni dove. Macellati dalla mano del loro stesso capo, i briganti diedero mostra del loro coraggio fuggendo pur senza trovare salvezza.
La Cattedrale non sopportò quel duplice affronto alla sacralità delle sua mura e ruggendo iniziò a collassare su se stessa, seppellendo l’infamità di coloro che avevano osato occuparla ed infangare l’onore del Cavaliere più onorevole de Quattro Regni sotto una pioggia di calcinacci.
Zoikar, che ama chi porta giustizia, mi protesse. Indurì la mia pelle salvandomi dalla maggior parte dei danni ma volle anche punirmi per aver sparso sangue nella sua casa lasciando così che una parte delle spade di luce mi ferisse. Poi giunse l’urlo …
Sentii l’anima vibrare intensamente, così forte che per poco non ebbi l’impressione di andare in pezzi. C’era solo una persona in grado di scatenare così tanto potere, una persona per la cui vita Malzhar Rahl era morto: Astrid Lorch. Pregai, supplicai gli dei di salvarci tutti. Astrid era una creatura gentile ma dotata di una forza mostruosa, una forza in grado di assassinare un intero esercito con un solo sguardo. Lei dovevamo temere, più di tutti, più di tutto in quell’ammasso di rovine che era stata Basiledra.
Sfinito dal sangue, annebbiato dall’urlo caddi in terra. Poggiai la punta della spada in terra usandola come leva per sollevarmi e …
Una cataratta di frammenti di vetro, un basso ruggito e quel dannato nano apparve con il suo tre volte maledetto drago! Lo vidi gettarsi contro il Capo dei Briganti e mentalmente levai una bestemmia a tutti i suoi antenati: mi aveva rovinato il piano d’attacco. L’idea era quella di scatenare tutto il terrificante potere del mio esercito di ombre su Daved e i suoi scagnozzi ma con la mezza tacca tra i piedi non avrei potuto agire a quella maniera, non senza coinvolgerlo. Azzurra me lo avrebbe rimproverato e con lei anche Ryllia. Senza contare le mille, noiose scuse in cui mi sarei dovuto profondere per non offendere quella razza di testardi, nanerottoli, barbuti! Non rimaneva altro da fare che colpire con chirurgica precisione e dove le difese del mio avversario avevano ceduto. Le lame di Angelica, probabilmente, non avevano ferito colui che le aveva evocate ma l’urlo della dolce, innocente Lady Lorch era giunto così inaspettato e violento da non poter essere evitato, almeno in ipotesi. Tanto valeva battere su quel tasto e distruggere la mente di quel folle prima che potesse partorire qualche altro malsano proposito.
«R-razza di idi-idiota!» – balbettai - «S-sai che fine ha fatto l’ultimo padrone di quella spada?» – lasciai che dalla mia gola secca uscisse una risata, almeno quella era l’intenzione, il rumore che ne eruppe fu nei fatti più simile ad un rantolo.
«Ucciso da un uomo del nord e poi divorato dai suoi cani. Se era una morte orrenda che volevi, bastava chiederlo! » – cercai di assumere un tono solenne - «Assaggia dunque la furia del Nord, sciocco! Kjed, Signora dell’Inverno, Cacciatrice Divina, manifestati ti imploro. Possa la tua muta di cani dilaniare le carni di questo infedele, giacché grande è la sua arroganza! »
Istillai nella sua mente l’immagine della candida cacciatrice, sfolgorante nella sua pallida bellezza, circondata da una muta di grossi cani ringhianti. Era solo un trucco, un ombra sul muro. Ma lui non poteva saperlo, almeno così speravo. Uno scoppio seguì le mie parole. Mi voltai in direzione dell’improvvisa fonte di rumore temendo l’arrivo di un qualche altro, nuovo nemico era vicino, incredibilmente vicino. Lo scoppio mi aveva fatto ronzare l’orecchio mezzo assordato mi voltai per liquidare quell’ennesimo avanzo di prigione invece … Quanto amai quella donna in quell’istante. La testa attaccata alla spalla, l’occhio sinistro chiuso per migliorare la mira. Azzurra, la cara Lady Azzurra aveva appena scaricato nella spalla del buon brigante qualche libbra di ottimo piombo Lancaster… Invano.
Quasi non s’arrendesse alla morte quel lurido sacco di feci ci scagliò contro un fascio di luce. Credeva di essere veloce il bastardo ed effettivamente lo fu’ ma non a sufficienza. In un turbinio di vesti scomparvi dal punto di impatto del suo fascio di luce. Ciò che non fui in grado di evitare furono gli urli disperati che seguirono. Infusi di una pena talmente grande, talmente intensa da squarciare l’anima, da ridurre alla follia qualsiasi uomo… Persi il controllo. Totalmente.
«Voi due, al mio fianco se non volete crepare!» – strillai al nano e alla lady.
Poi la terra iniziò a tremare.

CITAZIONE
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CS: 3 | Intelligenza| Corallo - utilizzato.
Critico 40| Alto 20 | Medio 10 | Basso 5



Fisico:20% Macellato
Mente: 10% Fuori controllo.
Energia: 40% Stanco

Passive in Uso:


La Magia Sopravvive ~ Bisogna smentire la ridicola credenza secondo cui la magia può essere distrutta.
La magia non muore, non si distrugge, non può essere eliminata mai ! La magia sopravvive, si trasforma, si adatta e attende il momento giusto per manifestarsi in forme diverse. Non è un paradosso inspiegabile ma semplice e basilare sfruttamento dei residui di precedenti incantesimi e sortilegi ormai estinti o consumati. Il mago lascia che i residui dei suoi incantesimi sopravvivano, perdurino come un aura passiva che potenzia gli incantesimi che solitamente necessiterebbero di uno sforzo non proporzionato al risultato.
Incantesimi, maledizioni, sortilegi che coinvolgono ampie aree d’azione o numerosi soggetti possono risultare, infatti molto meno potenti della loro variante “ limitata”. Per ovviare a questo inconveniente lo stregone può colmare la differenza tra sforzo e risultato aggiungendo la magia residua che lo circonda a quest’ultimo, compensando in questo modo il difetto per così dire congenito di queste tipologie di incantesimi.
[ Passiva personale che parifica consumi e danni per le tecniche offensive ad area (6 usi) 2/25]





Attive:

Leviathan o Zoikar
I Corvi, Caino, Basiledra, il Re che non perde mai, il Leviatano, il Sovrano. Quale affascinante cultura possiede la federazione di Regni più nota e potente di tutto il Dorthan! Non conosco la storia dei Preti Neri di Acque Perdute, ma conosco il culto di Zoikar e riconosco nel Sovrano l'alter ego del Giusto. Una vecchia, sconosciuta leggenda dei Primogeniti racconta di un Alto Sacerdote di Zoikar, Uther Lothspell, che esercitava il suo ufficio di Voce della Legge tra gli uomini empi del decadente oriente. Costui era temuto, rispettato e riverito nonostante la sua venuta significasse una e una sola cosa: lavoro, molto, moltissimo lavoro per il Boia.
Zelante, devoto fino alla follia, cocciuto, arrogante, autoritario Uther riuscì comunque a dissipare tutto il carisma che esercitava sulle folle dell'Est in un solo giorno. In quel dì oscuro, in quell'alba di follia, il Sole sorse illuminando la piazza di Fujō-shi, la più empia e dissoluta delle città d'Oriente, disseminata di diecimila forche.
Il Giudice Pazzo, così lo chiamarono in seguito, aveva condannato l'intera città a morte. Forte dei ventimila uomini armati acquistati con l'oro delle requisizioni credeva di poter piegare la popolazione e costringerla a subire il supplizio con la mansuetudine di agnellini. Ma le cose andaro diversamente ...
Fujō-shi era perversa ma anche estremamente florida. La sua economia fondata su gilde di ladri e assissini, bordelli e case di piacere, mercanti di veleni e droghe di vario tipo aveva riempito le casse cittadine con un tale fiume d'oro che era impossibile quantificarne la reale ricchezza. Quel denaro scivolò dell'erario cittadino alle tasche dei mercenari assoldati da Uther Lothspell. In un attimo il Giudice Folle si ritrovò da solo contro trentamila uomini. La sentenza era stata pronunciata: morte, un orribile morte. Avrebbe subito tutte le torture che aveva ordinato di infliggere ai rei condannati da lui nell'arco della sua lunga carriera mentre i Taumaturghi d'Oriente mantenevano in vita il suo corpo e vigile la sua mente. Dopo ciò il suo corpo sarebbe stato bruciato e le ceneri disperse nel vento. Il Giudice Folle non fece motto, non si mosse, ne implorò pietà.
Fu allora che accadde l'imprevedibile: improvvisamente una luce accecante lo investì tramutandolo in un mostro dagli infiniti volti e dall'aspetto terrificante. Quel mostro aveva scaglie più dure del diamante, più resistenti delle fondamenta stesse della terra e nulla poteva ferirlo: ne magia, ne acciaio. ne acciaio.
L'intervento divino salvò quel giorno Uther ma la sua vita non durò a lungo. Zoikar, quel giorno, aveva ordinato al suo servitore di mutare natura. Un Giudice doveva commisurare pietà e zelo, compassione e risolutezza, giustizia e misericordia. Ma Uther era sordo da quell'orecchio. Così il Giusto decise di sturarglielo.
Si racconta che una notte lo si udì urlare disperato. Blaterava che la voce del suo Dio lo stesse assordando.
Lo trovarono morto. Il cuore scoppiato in petto e i timpani completamente sfondati.
[Variabile (Alto) magica, difensiva, personale 10/25. Il corpo del caster viene ricoperto da scaglie come se mutasse nella legendaria bestia divina nota come Leviatano.]

Ystwyll o Ddeg Duw ~ Epifania del Tredicesimo Dio.

C'è una tradizione eretica, proveniente da lontano che afferma che i Daimon siano nient'altro che l'ombra proiettata da un unico Dio. Costui sarebbe l'unico, vero Dio padrone di tutto ciò che esiste. Fu mia madre a portare questo culto su Theras insieme ad una sacerdotessa dalle abitudini esotiche. Gli altri Alti Sacerdoti disapprovavano e avrebbero voluto condannare entrmabe per eresia ma mia madre fu più scaltra....Convertì le farneticazioni circa l'esistenza di un unico Dio nel culto di T'al facendole confluire nell'Ordine Rosso.
[20/25. Variabile (Critico) , Psionica, Erein eleva una preghiera allo sconociuto Tredicesimo Dio e questa misteriosa entità farà apparire un simulacro vivente di uno dei Dodici Daimon provocando nel bersaglio una crisi mistica e danneggiando la sua mente.]

Llwybr o Haym ~ Sentiero di Haym

Il Bianco assiste i viandanti ed ad essi elargisce fortuna. I Candidi Pellegrini di Haym sono noti per portare il loro inaspettato supporto a chi viaggio ma nessuno ha mai compreso come facciano a comparire e scomparire in un determinato luogo in cui sia richiesta la loro presenza. Dopo anni di studio e svariati tentativi di imbonire quella congrega gelosa dei suoi saperi sono riuscito ad svelare l'arcano! Essi elevano un preghiera al loro Patrono e costui li trasporta immediatamente nel luogo desiderato, proteggendoli da qualsivoglia offesa, sottraendoli all'attacco del nemico proprio un istante prima che raggiunga il bersaglio e facendo risparmiare loro un enormità di denaro che gli altri sprecano in suole e stivali.
[Personale 16/25 consumo nullo, difesa assoluta di teletrasporto.]

Llid y T'al ~ Furia di T’al

I Primogeniti narrano che il Creatore, T’al, se adirato sia latore di una furia incontrollata e distruttiva. La violenza della sua ira è tale da scuotere le fondamenta stesse della terra, provocando terremoti, cataclismi e altri disastri naturali. Si narra che in un tempo distante i discepoli del suo culto viaggiassero di terra in terra evangelizzando le folle con sermoni e dimostrazioni di potere senza pari. Un giorno questi ferventi fedeli del Creatore giunsero in una terra il cui Re aveva osato raggiungere l’immortalità. Tale condizione offendeva il credo di T’al più di ogni altro peccato commesso dagli uomini. Poiché la rabbia del Creatore è tremenda a vedersi ma non giunge mai prima che il destinatario della stessa sia ammonito circa le conseguenze della sua condotta, i sacerdoti elfici chiesero al Re di rinunciare a quello che consideravano un abominio e una stortura della creazione. Questi, ovviamente, rifiutò e li sfidò a dimostrare la grandezza del loro dio tentando di ucciderlo. I sacerdoti sapevano che non esisteva magia, arma o stratagemma che potesse spegnere la vita del profano; solo il Re infatti poteva rinunciare al dono di una eterna vita, fu così che i sacerdoti ordirono un ingegnoso tranello.
Nottetempo si radunarono intorno alla sua reggia e scatenarono un terremoto che fece sprofondare la dimora nelle voragini infuocate che il ventre della terra ospita. Non potendo morire il Re era costretto a patire le pene derivanti dalla permanente immersione nella roccia fusa. Fu allora che i discepoli di T’al chiesero per la seconda volta al Re se volesse rinunciare all’immortalità e questi finalmente accettò.
Il Re morì e la volontà del Creatore venne rispettata. Da allora gli Elfi si tramandano questa storia, memori che non esiste altra vita se non quella che T’al assegna. Ma anche la memoria del sortilegio usato da quei devoti non si perse, fu trasfusa nei libri di magia rituale e imparata da coloro che erano così saldi nella loro fede da riuscire a tollerare il peso di una tale furia nel loro cuore.
[E' una tecnica ad area di natura magica, elemento terra. Il caster poggia una mano sul terreno e genera attorno a sé un vero e proprio terremoto capace di scuotere il campo di battaglia da cima a fondo a 360°. Le piante verranno in questo modo sradicate, i pendii potranno franare e le costruzioni in precaria condizione di stabilità crolleranno. Attorno al caster rimarrà disinteressata dalla tecnica una piccola area di terreno, così che lui non sia colpito dalla sua stessa tecnica. Mantenere l'equilibrio in queste condizioni sarà impossibile salvo facendo uso di difese fisiche di potenza Media o superiore. Questo terremoto può essere generato su qualsiasi tipo di terreno. La tecnica causa danni Medi ai personaggi coinvolti, e non può essere utilizzata come difesa. Consumo Alto. Danneggia il fisico. Personale 9/25. ]

Note: Allora, innanzitutto spero di non aver fatto errori con lo specchietto e il report delle risorse xD Un'unica nota di rilevo, Erein nei suoi discorsi afferma di sapere che è Astrid a bersagliarci con le sue psioniche. Prima tutto è una supposizione, nella sua arroganza Erein ritiene che le sue supposizioni corrispondano a certezze. Erein suppone che l'origine delle urla - booombangbang psioniche sia la Lorch sulla scorta di quanto ha appreso leggendo il cuore di Malzhar Rahl e "riconoscendone" il tipo di potere. Inoltre l'ultimo luogo in cui la dolce psionica è stata avvistata era proprio Basiledra. Non sono esattamente "prove" certe ma insomma, vabbè Erein è così quindi bona.


 
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19 replies since 26/5/2015, 12:45   583 views
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