Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Introduzione di un'immagine che sballa i codici.

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Blaubart
view post Posted on 4/7/2015, 15:01




Ho bisogno di aiuto. L'immagine in questione mi riduce i codici della scheda e non riesco ad introdurla rispettando questi ultimi.
La mia scheda la potete raggiungere tramite la mia firma.
Vorrei mettere l'immagine in allegato con i seguenti codici, per far sì che questa appaia al lato destro del testo. Accade però che le dimensioni del carattere si palesino in maniera differente. Chi mi offre una soluzione?

Attached Image: Winturuuth_Asgradel

Winturuuth_Asgradel

 
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view post Posted on 4/7/2015, 15:24
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Non sono mai stato interessato al sesso, né tantomeno agli affetti: non sono mai stato abituato a questi. Mi hanno raccontato che mia madre mi somigliasse in questo aspetto, così come nel corpo. Di fatto, mi concepì con disgusto, mi concepì forse per orgoglio; questo è quello che si dice di lei. Chioma color del latte, glabra e dalla carnagione chiara, occhi color del cielo del nord, turchese, come il mare prima di ghiacciare. Le somiglio molto, questo è quello che si dice di me. Che mi amasse, questo non è stato mai detto. Magra, pelle elastica, viso lievemente squadrato, occhi assottigliati, forse annoiati dalla vita, prolungati da pigmenti rossi fino alla tempia. E le labbra, certo, non smettono mai di dirlo: le labbra sue erano chiare, sottili e larghe, come il naso, così delicato. Le sopracciglia bianche, anch'esse sottili, e le ciglia assenti. La sua acconciatura di capelli era bella che raccolta in due trecce che le incorniciavano il volto, fino all’altezza del mento; la fronte era coperta da una frangia candida che le assottigliava ancor di più lo sguardo. Aveva le ossa sottili, mia madre, e vestiva bene. Sono uguale a lei.

Dicono di lei che fosse tanto bella quanto arrogante, piena di sé: in questo, io non le somiglio. Maestro Lamlisye dice che sono lievemente annoiato da ciò che mi circonda, che trovo scarsi stimoli in ciò che invece dovrebbe essere interessante. Non sono d’accordo: certo, è vero che la sorpresa è un sentimento non comune in me, ma non per questo mi allontano dalla curiosità nei confronti del sapere. E’ solo che non amo dimostrarlo. Sono una persona concentrata sul proprio sé e non sono noto per il mio altruismo e la mia gentilezza; non disdegno il dialogo col prossimo, purché ci sia del materiale scibile da condividere, purché nell’interlocutore ci sia del mistero o tantomeno qualcosa di interessante che mi spinga a farlo, a parlarci. Non sorrido spesso, Maestro Lamlisye me lo dice spesso e mi invita a cogliere le bellezze della vita con positività. E’ sempre stato un uomo che sa godere delle piccole cose, per questo ha la mia stima, ma purtroppo, ripeto, non sono un tipo che dimostra facilmente entusiasmo, nonché qualsiasi emozione che possiede al suo interno. Non sono una persona dalle doti comunicative, eppure posso con orgoglio ammettere di essere abbastanza carismatico. La vita politica di Lithien non mi ha mai attratto, sia chiaro, ma so come convincere le persone poiché non sono privo di argomentazioni. Credo in un mondo duro e poco aperto alle possibilità, sebbene io viva in un contesto sociale agiato e privo di difficoltà: finché rimango nella città in cui sono cresciuto, sono protetto da qualsiasi cosa, o almeno è con questa idea che sono cresciuto. Sono tendenzialmente ambizioso e sin dalla tenera età il mio interesse per le arti arcane si è palesato con misura. Lo studio è oramai divenuto mia abitudine, un po’ sotto forzatura e un po’ per noia. La noia è un aspetto della mia vita che mai capirò fino in fondo. A volte mi spaventa, tanto è forte nel mio animo. Ho sempre desiderato vivere l’avventura per le terre dell’Edhel, così come visitare l’Akeran, i quattro regni, l’oceano. Vasto è il nostro mondo, eppure io sono qui, chiuso tra le mura della città più antica e splendente del settentrione. Ovviamente non è male come sembra ma non sono portato ad accontentarmi di quello che già possiedo. Non amo prevaricare sull’altro, non ci penso mai, piuttosto desidero distinguermi grazie alle mie capacità - non escludo però un lieve opportunismo laddove ve ne sia bisogno. Sono un giovane diffidente, non un credulone, e valuto con precisione ciò che mi viene offerto e detto. Analizzo bene ciò che accade e non sono portato alla distrazione. Maestro Lamlisye aggiunge che sono un calcolatore talentoso, questo lo accetto.

Maestro Lamlisye ha sempre sostenuto, ripetendomelo durante la mia infanzia, che non sono un umano comune, che la mia discendenza è ricca, ancestrale. Me lo sono sempre chiesto, in effetti. I pigmenti rossi all’esterno dei miei occhi mi lasciavano spesso pensare, l’assenza di ciglia. Per queste piccole cose sono vissuto nella credenza di essere speciale, diverso. Che si badi, la mia non è presunzione o arroganza, quelle sono prerogative della mia defunta madre (per quello che mi hanno detto). Progenie dei draghi, queste le parole continue di Maestro Lamlisye: una discendenza di questa portata mi risultò, da piccolo, significativa, sebbene cercassi di viverla con equilibrio. Sostenevano che io non avessi memoria antica, così come accade agli altri veri draghi, e che forse non l’avevo ancora sviluppata, fatto sta che era certo io fossi discendente di questa incredibile razza, come tutti. Tutti ne sono certi... Maestro Lamlisye spesso usava raccontarmi, prima che mi addormentassi, quanto fossero splendide quelle creature e presto imparai molto di ciò che concerne i draghi, così come i Maegon e tutto il resto. La figura di mia madre era lontana ai miei occhi di bambino prodigio. Mia madre, Visènyse era il suo nome, era morta durante un viaggio, questo si diceva di ciò che le capitò. Era una donna temeraria, forte, una guerriera di tutto punto, forse un po’ piena di difetti caratteriali ma sicuramente piena di rispetto e stima da parte di chiunque. Alcuni la temevano. Quando mi mise al mondo viaggiò fino ad affidarmi ai maestri di Lithien, non era fatta per fare la madre; ebbene, se non era fatta per diventare genitrice, per quale motivo mi aveva messa al mondo? Era forse capace di amore? Maestro Lamlisye sostiene il contrario: mi ha sempre detto che fossi il frutto di un orgoglio, il desiderio che i suoi geni continuassero ad esistere dopo la sua morte. Non sempre le parole di Maestro Lamlisye le prendo per vere, eppure avevo il presentimento che fosse andata in questo modo, anche perché non era l’unico a sostenere certe teorie su mia madre. Ebbene, sono cresciuto nella Grande Città, non ho visto altro. Libri su libri, magia, apprendistato, studio dell’arcano, insomma, non ero un bambino che amava giocare con gli altri. Un bel giorno d’autunno, all’età di otto anni, decisi di entrare nella vasca la quale acqua era ancora troppo calda. Maestro Lamlisye comprese davvero la mia natura quando osservò il mio volto privo di alcuna reazione al contatto con l’acqua bollente, nessuna ustione. Ed io mi sentivo così tranquillo, fino a quando non assistetti alla reazione esagerata del maestro. Urlava, mi soccorse immediatamente e lui si ustionò le mani nell’acqua fumante. Ricordo che mi sentii in colpa nei giorni successivi, nel guardarlo medicarsi. Volevo dargli una mano, ma lui continuava a dirmi di non preoccuparmi, che piuttosto avrei dovuto concentrarmi sullo studio, sulle arti dell’evocazione e della magia. E così feci, nel meglio delle mie possibilità. Venni su in questo modo, sotto rigidità e con l’unica passione della musica, una delle pochissime possibilità d’evasione dalle pragmatiche discipline della magia e della cultura. Dedicai del tempo alle pratiche artistiche del violino e dell’arpa, strumenti regalatimi sotto le attenzioni di uno dei Grandi Maestri del Concilio dei Cinque, verso cui Maestro Lamlisye prova immenso rispetto e riverenza - spesso si prostra ai loro piedi, tanto è il rispetto che egli prova verso di loro. Personalmente, anche le loro personalità così misteriose mi affascinano, nonostante non conoscessi nessuno del Concilio. Non so se fosse un atto di cortesia, quello di uno di loro, di regalarmi strumenti di così alta qualità, o se fosse palesemente interessato al mio passato, a mia madre o chi lei fosse o chissà cosa. Tuttora, nei miei venti anni, non capisco perché sono stato più fortunato di altri. Un bastardo di padre ignoto, di madre la cui discendenza è antica e importante, non umana, trova asilo in una delle più antiche e importanti città del continente, uno dei maestri medi lo prende in cura e gli insegna le arti arcane e uno dei Cinque gli fa dono di due strumenti musicali di ottima fattura. Più cresco, più tutto ciò mi crea quesiti a cui non trovo risposta. E la mia voglia di viaggiare cresce sempre più.

Non sono un ragazzo molto religioso e non amo il fanatismo religioso, che reputo inoltre una grave chiusura della propria mente. Tuttavia, credo molto nella giustizia, laddove essa possa essere spietata o paradisiaca a seconda delle eventualità. L'ordine e l'equilibrio sono per me di fondamentale importanza e quando Maestro Lamlisye mi raccontò dei Daimon e dei culti a loro dedicati non potei che essere notevolmente attratto da Zoikar, Dio del giusto, dell'ordine, della legge e del governo. Le divinità non si interessano alle creature che popolano questo mondo: è per questo motivo che non ho intenzione di dedicare la mia esistenza ad una di loro. Mi limito a dispensare i miei ideali di equilibrio e di giustizia, portandoli avanti.



_______________

Così dovrebbe andare, ti basta metterlo all'interno della tabella, il codice che ti interessa è
CODICE
<div style="float: right; margin-left: 6px">[IMG=png]http://image.forumcommunity.it/9/0/8/6/0/4/0/1436018473.png[/IMG]</div>

da mettere prima dell'align=justify all'inizio del testo in size2.
 
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Blaubart
view post Posted on 4/7/2015, 15:28




Grazie per avermi prestato attenzione! Ma vorrei che il testo fosse più centrato rispetto ai margini imposti dalla struttura del post. E' comunque possibile?

Oh, okay, non avevo letto le tue parole! :v

Graaaasssie!
 
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view post Posted on 4/7/2015, 15:29
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Intendi i bordi a destra e sinistra?
Quelli sono dettati dalla larghezza della tabella iniziale. Avendoli settati a 800px nel corpo centrale, inserendo il codice che ti ho detto, rimarrà uguale. Te la posto qui.

Nome: Viinturuth
Divinità: Zoikar, il Giusto
Provenienza: Lithien
Linguaggi: Comune, Antico Theraniano
Età: 20 anni
Razza: Progenie dei draghi
Territorio: Edhel
Classe: Evocatore Sciamano
Talento: Ammaliatore
Pericolosità: Non calcolata
Fascia: Non attribuita
Conto: [x]

Risorse: Corpo 75% | Mente 75% | Energia 150%
Sinossi: Etereo, Androgino, Penetrante | Regale, Inespressivo, Giusto



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Non sono mai stato interessato al sesso, né tantomeno agli affetti: non sono mai stato abituato a questi. Mi hanno raccontato che mia madre mi somigliasse in questo aspetto, così come nel corpo. Di fatto, mi concepì con disgusto, mi concepì forse per orgoglio; questo è quello che si dice di lei. Chioma color del latte, glabra e dalla carnagione chiara, occhi color del cielo del nord, turchese, come il mare prima di ghiacciare. Le somiglio molto, questo è quello che si dice di me. Che mi amasse, questo non è stato mai detto. Magra, pelle elastica, viso lievemente squadrato, occhi assottigliati, forse annoiati dalla vita, prolungati da pigmenti rossi fino alla tempia. E le labbra, certo, non smettono mai di dirlo: le labbra sue erano chiare, sottili e larghe, come il naso, così delicato. Le sopracciglia bianche, anch'esse sottili, e le ciglia assenti. La sua acconciatura di capelli era bella che raccolta in due trecce che le incorniciavano il volto, fino all’altezza del mento; la fronte era coperta da una frangia candida che le assottigliava ancor di più lo sguardo. Aveva le ossa sottili, mia madre, e vestiva bene. Sono uguale a lei.

Dicono di lei che fosse tanto bella quanto arrogante, piena di sé: in questo, io non le somiglio. Maestro Lamlisye dice che sono lievemente annoiato da ciò che mi circonda, che trovo scarsi stimoli in ciò che invece dovrebbe essere interessante. Non sono d’accordo: certo, è vero che la sorpresa è un sentimento non comune in me, ma non per questo mi allontano dalla curiosità nei confronti del sapere. E’ solo che non amo dimostrarlo. Sono una persona concentrata sul proprio sé e non sono noto per il mio altruismo e la mia gentilezza; non disdegno il dialogo col prossimo, purché ci sia del materiale scibile da condividere, purché nell’interlocutore ci sia del mistero o tantomeno qualcosa di interessante che mi spinga a farlo, a parlarci. Non sorrido spesso, Maestro Lamlisye me lo dice spesso e mi invita a cogliere le bellezze della vita con positività. E’ sempre stato un uomo che sa godere delle piccole cose, per questo ha la mia stima, ma purtroppo, ripeto, non sono un tipo che dimostra facilmente entusiasmo, nonché qualsiasi emozione che possiede al suo interno. Non sono una persona dalle doti comunicative, eppure posso con orgoglio ammettere di essere abbastanza carismatico. La vita politica di Lithien non mi ha mai attratto, sia chiaro, ma so come convincere le persone poiché non sono privo di argomentazioni. Credo in un mondo duro e poco aperto alle possibilità, sebbene io viva in un contesto sociale agiato e privo di difficoltà: finché rimango nella città in cui sono cresciuto, sono protetto da qualsiasi cosa, o almeno è con questa idea che sono cresciuto. Sono tendenzialmente ambizioso e sin dalla tenera età il mio interesse per le arti arcane si è palesato con misura. Lo studio è oramai divenuto mia abitudine, un po’ sotto forzatura e un po’ per noia. La noia è un aspetto della mia vita che mai capirò fino in fondo. A volte mi spaventa, tanto è forte nel mio animo. Ho sempre desiderato vivere l’avventura per le terre dell’Edhel, così come visitare l’Akeran, i quattro regni, l’oceano. Vasto è il nostro mondo, eppure io sono qui, chiuso tra le mura della città più antica e splendente del settentrione. Ovviamente non è male come sembra ma non sono portato ad accontentarmi di quello che già possiedo. Non amo prevaricare sull’altro, non ci penso mai, piuttosto desidero distinguermi grazie alle mie capacità - non escludo però un lieve opportunismo laddove ve ne sia bisogno. Sono un giovane diffidente, non un credulone, e valuto con precisione ciò che mi viene offerto e detto. Analizzo bene ciò che accade e non sono portato alla distrazione. Maestro Lamlisye aggiunge che sono un calcolatore talentoso, questo lo accetto.

Maestro Lamlisye ha sempre sostenuto, ripetendomelo durante la mia infanzia, che non sono un umano comune, che la mia discendenza è ricca, ancestrale. Me lo sono sempre chiesto, in effetti. I pigmenti rossi all’esterno dei miei occhi mi lasciavano spesso pensare, l’assenza di ciglia. Per queste piccole cose sono vissuto nella credenza di essere speciale, diverso. Che si badi, la mia non è presunzione o arroganza, quelle sono prerogative della mia defunta madre (per quello che mi hanno detto). Progenie dei draghi, queste le parole continue di Maestro Lamlisye: una discendenza di questa portata mi risultò, da piccolo, significativa, sebbene cercassi di viverla con equilibrio. Sostenevano che io non avessi memoria antica, così come accade agli altri veri draghi, e che forse non l’avevo ancora sviluppata, fatto sta che era certo io fossi discendente di questa incredibile razza, come tutti. Tutti ne sono certi... Maestro Lamlisye spesso usava raccontarmi, prima che mi addormentassi, quanto fossero splendide quelle creature e presto imparai molto di ciò che concerne i draghi, così come i Maegon e tutto il resto. La figura di mia madre era lontana ai miei occhi di bambino prodigio. Mia madre, Visènyse era il suo nome, era morta durante un viaggio, questo si diceva di ciò che le capitò. Era una donna temeraria, forte, una guerriera di tutto punto, forse un po’ piena di difetti caratteriali ma sicuramente piena di rispetto e stima da parte di chiunque. Alcuni la temevano. Quando mi mise al mondo viaggiò fino ad affidarmi ai maestri di Lithien, non era fatta per fare la madre; ebbene, se non era fatta per diventare genitrice, per quale motivo mi aveva messa al mondo? Era forse capace di amore? Maestro Lamlisye sostiene il contrario: mi ha sempre detto che fossi il frutto di un orgoglio, il desiderio che i suoi geni continuassero ad esistere dopo la sua morte. Non sempre le parole di Maestro Lamlisye le prendo per vere, eppure avevo il presentimento che fosse andata in questo modo, anche perché non era l’unico a sostenere certe teorie su mia madre. Ebbene, sono cresciuto nella Grande Città, non ho visto altro. Libri su libri, magia, apprendistato, studio dell’arcano, insomma, non ero un bambino che amava giocare con gli altri. Un bel giorno d’autunno, all’età di otto anni, decisi di entrare nella vasca la quale acqua era ancora troppo calda. Maestro Lamlisye comprese davvero la mia natura quando osservò il mio volto privo di alcuna reazione al contatto con l’acqua bollente, nessuna ustione. Ed io mi sentivo così tranquillo, fino a quando non assistetti alla reazione esagerata del maestro. Urlava, mi soccorse immediatamente e lui si ustionò le mani nell’acqua fumante. Ricordo che mi sentii in colpa nei giorni successivi, nel guardarlo medicarsi. Volevo dargli una mano, ma lui continuava a dirmi di non preoccuparmi, che piuttosto avrei dovuto concentrarmi sullo studio, sulle arti dell’evocazione e della magia. E così feci, nel meglio delle mie possibilità. Venni su in questo modo, sotto rigidità e con l’unica passione della musica, una delle pochissime possibilità d’evasione dalle pragmatiche discipline della magia e della cultura. Dedicai del tempo alle pratiche artistiche del violino e dell’arpa, strumenti regalatimi sotto le attenzioni di uno dei Grandi Maestri del Concilio dei Cinque, verso cui Maestro Lamlisye prova immenso rispetto e riverenza - spesso si prostra ai loro piedi, tanto è il rispetto che egli prova verso di loro. Personalmente, anche le loro personalità così misteriose mi affascinano, nonostante non conoscessi nessuno del Concilio. Non so se fosse un atto di cortesia, quello di uno di loro, di regalarmi strumenti di così alta qualità, o se fosse palesemente interessato al mio passato, a mia madre o chi lei fosse o chissà cosa. Tuttora, nei miei venti anni, non capisco perché sono stato più fortunato di altri. Un bastardo di padre ignoto, di madre la cui discendenza è antica e importante, non umana, trova asilo in una delle più antiche e importanti città del continente, uno dei maestri medi lo prende in cura e gli insegna le arti arcane e uno dei Cinque gli fa dono di due strumenti musicali di ottima fattura. Più cresco, più tutto ciò mi crea quesiti a cui non trovo risposta. E la mia voglia di viaggiare cresce sempre più.

Non sono un ragazzo molto religioso e non amo il fanatismo religioso, che reputo inoltre una grave chiusura della propria mente. Tuttavia, credo molto nella giustizia, laddove essa possa essere spietata o paradisiaca a seconda delle eventualità. L'ordine e l'equilibrio sono per me di fondamentale importanza e quando Maestro Lamlisye mi raccontò dei Daimon e dei culti a loro dedicati non potei che essere notevolmente attratto da Zoikar, Dio del giusto, dell'ordine, della legge e del governo. Le divinità non si interessano alle creature che popolano questo mondo: è per questo motivo che non ho intenzione di dedicare la mia esistenza ad una di loro. Mi limito a dispensare i miei ideali di equilibrio e di giustizia, portandoli avanti.


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Effetti Personali

Violino, un regalo di un Maestro del Concilio dei Cinque. Non so chi di loro l'abbia pensato, né il suo nome né tantomeno il motivo di questo dono. La musica è una delle mie passioni e fortunatamente suonare questo strumento mi quieta, lascia che io possa evadere per un momento dallo studio e dall'impegno.

Arpa, un secondo regalo di un Maestro del Concilio dei Cinque, l'ignoto Maestro. Non so dire con certezza quale dei due strumenti mi piaccia di più suonare poiché le sensazioni che mi lasciano entrambi sono molto simili. Maestro Lamlisye sostiene che io suoni l'arpa divinamente e che preferisce di più questo strumento. Io, invece, non voglio decidere quale dei due sia più affine al mio animo. Il mio è un animo contorto, vi ho messo molti anni per poter dire di aver messo chiarezza all'interno della mia identità e tuttora bramo il desiderio di conoscenza di ciò che ha segnato la mia vita prima che io nascessi.

Pendente di Visènyse, un regalo di mia madre. Come già ho detto non l'ho mai conosciuta, eppure Maestro Lamlisye mi disse che appartenesse a lei e lei soltanto. Non mi stacco quasi mai da questo accessorio e lo tolgo solo per dormire. Negli anni ha acquisito via via più importanza, non perché sentissi la mancanza perpetua di una genitrice, quanto più per il fatto di poter avere qualcosa che potesse attestare l'appartenenza ai geni di cui sono fatto. Tra l'altro, è di ottima fattura e lo apprezzo molto esteticamente.

_ _ _ _ _ _ _


L'Altofuoco, o come preferisco chiamarlo io, il fuoco.
Non ho mai capito perché Maestro Lamlisye e gli altri suoi compagni di studio sostenessero che il fuoco emesso dal mio corpo venisse chiamato Altofuoco. Dicono che il fuoco in questione sia più denso ed efficace del fuoco comune che alimenta una fiaccola o un camino, che il fuoco dei draghi è più pericoloso, che la sua temperatura è più alta. Tutte teorie: secondo me non vi è alcuna differenza tra fuoco magico e fuoco naturale, forse è tutta una questione per elogiare la mia natura, per mettermi su un piedistallo. Ciò mi annoia.
Ad ogni modo ho imparato a domare questo elemento naturale più per talento che per volontà di studio. Usarlo al mio servizio sembra essere ormai più facile rispetto ai tempi dell'apprendistato, tanto è vero che ho imparato a mescolare l'arte dell'evocazione a quella del fuoco.

Danzatori d'Altofuoco
Sinuosi, agili, incandescenti | Ingenui, obbedienti, muti
2 CS in Agilità | Corpo 5%
Danni da ustione, urto, taglio
.

Non amo dare nomi alle cose, né tantomeno alle creature a cui dono la vita. Contrariamente a come si pensa, non ho un rapporto empatico con le evocazioni: le vedo piuttosto come armi esecutrici e obbedienti, al mio servizio. Ho studiato una vita affinché potessi vantare una simile abilità: esse sono assoggettate al mio potere e al mio soltanto. Ebbene, nonostante io non adori la pratica di dare nomi sono comunque costretto a definirne le qualità, fattore senza il quale non potrei evocare un bel nulla. I Danzatori, dunque, sono le creature che più spesso evoco per tutelare la mia incolumità fisica. Essi mi proteggono, sono armi della mia creazione. Imparai ad evocarli a undici anni, in sessione privata, senza dirlo al mio maestro; come già detto il mio era talento. Ricordo con simpatia quel giorno estivo in cui Maestro Lamlisye mi seguiva per punirmi a causa di un mio scherzo - a quell'età, sebbene io fossi più taciturno ed introverso, si è sempre tendenti ad essere birichini: io, per la precisione, tendevo a dimostrare i miei miglioramenti in modo architettato e teatrale: più che essere apprezzato per il mio talento, tenevo molto a rendere i miei apprendimenti belli come uno spettacolo circense: preferivo essere apprezzato per quello. Non facevo che nascondermi a lui, dunque, mentre mi inseguiva e in un bel corridoio lungo e largo, ovviamente scelto scenograficamente per ospitare la mia evocazione, lo feci attendere da uno dei Danzatori, che avevo appositamente creato per spaventare il maestro. Funzionò un po' ma non come avevo previsto: la preoccupazione che quello fosse un demone spinse Maestro Lamlisye a combatterlo e ai tempi non controllavo bene la volontà di codeste creature... Fortunatamente il maestro era un mago capace. Ad ogni modo, si tratta di slanciati figuri abbastanza alti, pochi centimetri in più ai miei, fluttuanti nell'aria, dall'essenza di fuoco e dal fisico asessuato. Sono fiamme danzanti, agili, abili contorsioniste a causa del fuoco immateriale di cui sono composte. Cosa più importante: non fanno domande, agiscono e basta. Nel tempo ho imparato ad addomesticarli ed ora sono alleati perfetti, come tutte le mie creature. Il loro fuoco è tale da bruciare le carni in un tocco, o almeno dovrebbe esserlo... non ho mai combattuto davvero e non saprei dire quali siano gli effetti di un loro attacco, eppure lo deduco: l'ustione non è cosa improbabile, così come i danni da taglio derivati dalle mani contundenti, così come i piedi, e eventuali danni da urto. Un giorno, ovviamente privo di qualsiasi timore, carezzai la guancia di uno di loro e non mi accadde nulla. Chissà come deve essere la sensazione di sentire la propria pelle bruciare... Maestro Lamlisye sostiene che io sia fortunato, il che a rigor di logica dovrebbe essere vero, ma mi piacerebbe tanto venire a conoscenza di una sensazione che probabilmente non proverò mai a causa della mia natura.

Colosso d'Altofuoco
Imponente, roccioso, incandescente | Rumoroso, esecutore, riverente
8 CS in Costituzione | Corpo 20%
Danni da ustione e urto.

Vi è una creatura che mi fece faticare molto, alimentando giorno dopo giorno il mio desiderio di possederla, crearla. L'evocazione dei classici golem è arte molto comune tra gli evocatori di ogni landa, questo è risaputo; tuttavia, il tempo per imparare questa specifica magia può variare a seconda della bravura dell'evocatore in questione. Nonostante il mio precoce talento, però, sono riuscito a governarne una solo poco prima dei miei diciannove anni. Lo studio di questa creatura non è stato affatto semplice: attribuendo l'elemento del fuoco alla roccia di cui sono composti questi costrutti mi è costata notevole fatica. Di fatto, è stato mio interesse sacrificare parti del corpo inutili alla creatura in questione, di modo che la concentrazione si sarebbe focalizzata sugli elementi più necessari a far sì che il costrutto venisse fuori senza nulla di superfluo. Essendo una creatura molto alta ho potuto sacrificarne la testa - del resto non l'ho certo studiato per ragioni di spionaggio! Ho radunato la maggior parte delle forze del fuoco nelle grosse braccia di questa creatura, che io chiamo semplicemente Colosso. Le energie per portarlo alla vita sono altamente dispendiose, eppure in caso di pericolo mi sembra che questa creatura possa essere la migliore di cui dispongo, capace di minacciare chi agirà contro la mia esistenza. Un'altra ragione per cui ho rinunciato alla sua testa è che sto cercando di studiare il modo per cavalcarlo. Sarebbe divertente.

 
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Blaubart
view post Posted on 4/7/2015, 15:33




Sìsì, avevo compreso, è che non avevo letto le tue parole!
Ti ringrazio infinitamente! :arross:

Sei ufficialmente il mio grafico di fiducia :sisi:

Ho visto la tua scheda e... beh.
 
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view post Posted on 4/7/2015, 15:33
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Figurati :caffè:
 
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Blaubart
view post Posted on 4/7/2015, 15:48




Aja. Vorrei mettere altre due immagini. Come si fa in questi casi...?

Questa vorrei metterla al lato sinistro del paragrafo "Danzatori d'Altofuoco":
CODICE
[IMG]http://i61.tinypic.com/2rpzjvk.jpg[/IMG]


Questa invece alla voce "Colosso d'Altofuoco":
CODICE
http://pre01.deviantart.net/2a8d/th/pre/i/2011/169/8/e/fire_colossus_design_by_ranoartwork-d3j8m1d.jpg


Non so se il testo esce male e quant'altro. Magari vanno modificate... Non so niente, solo che voglio in scheda queste due immagini! :v:
Ti prego, aiutami...
 
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view post Posted on 4/7/2015, 16:34
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Sono entrambe troppo grosse, fra l'altro credo che la seconda sia già in uso.
 
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Blaubart
view post Posted on 4/7/2015, 16:40




Qualcuno usa la stessa immagine? Ho fatto una ricerca con l'immagine stessa e non esistono risultati riconducibili ad Asgradel, questo vuol dire che nessuno l'ha postata, ergo non è in uso. Ad ogni modo, vedo come fare... dovrò ingegnarmi! :wosd:
 
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view post Posted on 4/7/2015, 16:46
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Dovresti ridurre le dimensioni con photoshop, per il resto il codice è lo stesso, devi solo modificare la voce 'float' da right a left.
 
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Blaubart
view post Posted on 4/7/2015, 16:57




Ricevuto, maestro! :wosd:
Per adesso ho messo dei link nella scheda, affinché possano essere visualizzate le immagini al di là di tutto. Più in là ragionerò sul come fare, magari le modificherò per farne immagini rettangolari da centrare. Idea che non sarebbe affatto male. :sisi:
 
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10 replies since 4/7/2015, 15:01   85 views
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