| Blaubart |
| | La discesa su quella liana iniziava ad essere difficoltosa e via via la visibilità diveniva sempre più effimera, fino al buio più totale. Eppure non volevo lamentarmi, non dissi una parola. Chiusi gli occhi, piuttosto, limitandomi a scendere quietamente affidandomi all’unico senso del tatto: avrei voluto evocare del fuoco ma avevo paura di bruciare la liana e, di conseguenza, far cadere da chissà quanti metri sia me che Maestro Virgil. Mi affidai dunque alle mani e alle caviglie: non avevo fretta e raggiungere la roccia con i soli piedi, anziché rovinosamente con tutto il corpo, era una pratica verso cui bisognava portare pazienza. Fortunatamente, Maestro Virgil evocò una leggera fiamma che illuminò il nostro cammino, una volta raggiunto la terra. Strizzai gli occhi per un istante poiché dovettero abituarsi alla magia del Discepolo del Quarto. Il terreno era… sabbioso. Non avevo mai visto la sabbia dal vivo, non che io ricordi, quantomeno. La temperatura era più alta rispetto alla superficie: non era un problema. Mura di pietre preziose, riverbero della magia fluttuante del mago che mi faceva da compagno, si resero palesi ai nostri occhi ed io le guardai: sul mio volto un infima reazione, millimetrica - dentro di me, la sorpresa grande; non amo manifestare entusiasmo abitualmente. E poi dei suoni, grugniti, forse. Mossi di scatto la testa verso quella direzione, poi il maestro parlò. Eravamo entrati in una caverna, o almeno questo sembrava nella luce fioca. « In guardia, Viinturuth. » Detto, fatto. Le mie risorse attentive s’attivarono improvvisamente, come a chi accade in situazioni di potenziale pericolo. « C’è qualcosa lì… » Non appena Maestro Virgil finì di pronunciare quelle parole con tutta la prudenza di cui disponeva, ecco che cademmo nel buio, improvvisamente. Sussultai, risucchiando l’aria dalla bocca per lo spavento e indietreggiai impulsivamente! La luce tornò nuovamente per portare conoscenza: due creature, visibilmente grottesche e dalle movenze minacciose si erano accorti della nostra presenza: ero preparato a questo ma è facile dirlo finché non si hanno davanti potenziali minacce alla propria incolumità. La furtività non era certo una buona alternativa per attaccarli di sorpresa. « Sono demoni dell'abisso, Viinturuth! Non so cosa ci facciano qui, ma è tempo di dimostrare le tue abilità da evocatore! Occupati del Tergan. » Vedere un Tergan dal vivo faceva tutt’altro effetto; ricordai velocemente il manuale di demonologia che Maestro Lamlisye mi invitò a leggere per saziare le mie curiosità in merito e seppi che quel tipo di creatura, dal fisico basso e dagli occhi selvaggi, non era tra le peggiori che si potessero incontrare. Quel particolare Tergan era armato di una specie di daga, e aveva una spada al suo fianco destro. Aveva mirato a me. In quel momento spalancai gli occhi, avrei preferito sparire. Ripeto, vedere un Tergan dal vivo faceva tutt’altro effetto; le figure dei manuali, i disegni dei testimoni non rendono per niente l’idea. Cercai la sicurezza, dovetti cercarla all’interno della mia mente. Da qualche parte pur doveva essere. Ed io rovistavo, certo, ma continuavo a sentirmi di pietra, bloccato in una condizione in cui mai in vita mi ero ritrovato. Il mio primo combattimento. L’orrida creatura iniziò a correre nella mia direzione urlando parole in una lingua che io non conoscevo, parole che avrebbero congelato il sangue dei bambini eppure dovetti reagire, dovetti riscaldare le mie membra da quelle urla minacciose, era mio dovere lottare. Per salvarmi, per salvare Lithien. Ultimamente vivevo l’Alta Città come una prigione da cui non sarei potuto mai uscire, eppure… mai prima d’ora sembrava casa. Una casa da difendere a tutti i costi. Alle mie orecchie arrivarono altri suoni e capii che Maestro Virgil si stava battendo con un demone più forte. Non lo guardai, dovevo concentrarmi sul Tergan, il quale era ora più vicino nella sua corsa. Continuava a urlare ma dovette smettere presto: il fuoco si concentrò a qualche metro da lui ed egli dovette frenarsi, ponendosi sull’attenti. Un Danzatore intervenne in mio soccorso, per mio volere, per difendermi e uccidere. [Medio -10% Energia ; -1 utilizzo Passiva “Evocazioni fortificate”] La sua chioma rubiconda, propria del fuoco che la costituiva, si muoveva nervosa assieme alle dita dello stesso. Il suo corpo, involucro, era pieno di materia cremisi e viva. Tornai a respirare, come se mi sentissi già più al sicuro. Il mostro aizzò la sua prima mossa e dovetti ammettere che avesse cervello: riconobbe me come nemico principale, motore dell’azione e della creazione della creatura che avevo appena evocato ai suoi danni. La scavalcò con dei trucchetti d’un’agilità particolare, un movimento corporeo buffo ma che avrebbe fatto ridere poco alla prima ferita che avrebbe potuto causare. Non appena ci fu lui nel mio campo visivo, avendo scavalcato il Danzatore, quest’ultimo tentò di afferrarlo con una mano, contorcendosi feroce, ma questi gli sfuggì, correndo con tutto sè stesso verso di me: il suo sguardo sembrava assaporare già il mio sangue. Già… la malvagità dei demoni. Sicuro di me stesso, stetti immobile, gli occhi puntati sui suoi, quieti e taglienti al contempo. Lungi da me impaurire i bambini di Lithien, o intimorire i maestri né i mercanti, ma se c’era qualcuno che avrei preferito ammaliare con la mia fermezza, quello era proprio il Tergan che avevo di fronte. “Tu mi temi, sei terrorizzato da me”, pensai. E così fu. [-1 utilizzo Passiva “Ammaliare”] Egli si bloccò dov’era e spalancò gli occhi, prima di diventare un tutt’uno con l’ombra, dissolvendosi nell’aria. [Nemico: Medio -10% Energia, Invisibilità psionica] Doveva essere un trucco magico, un’effetto d’invisibilità che avrebbero usato solo i codardi, gli ingiusti, ma i demoni di questo non si sono mai vergognati, è risaputo. Pensai così che volesse colpirmi con la sua arma senza che io mi accorgessi di lui. Il Danzatore era ora intento a girare nervosamente il suo collo e il suo busto per cercare il mostro. Mi sforzai per capire effettivamente se quella che avesse attuato fosse un’illusione o meno e fui costretto a sforzare le mie meningi, cercando di rendere lucida la mia mente: non ammettevo che qualcheduno potesse soggiogarla. Non potevo accettare di possedere mancanze alle mie capacità mentali in alcun modo. [Medio -10% Energia, Difesa Psionica] Eccolo! Distava ora a due passi da me ed era intenzionato a pugnalarmi in modo brutale: il timore che provava nei miei confronti ora era un misto di paura per la sopravvivenza e pura aggressività. Onde evitare quell’attacco feci un balzo all’indietro che, però, vista la mia negata agilità, finii in terra: una caduta che cercai di attutire con le mie mani, che divennero quindi sbucciate, scorticate, sul terreno ora roccioso oltre che sabbioso. [Danno basso, Corpo] Emisi un piccolo gemito di dolore e nel mentre il demone fu sorpreso dall’attacco incandescente del mio Danzatore. Aprendo la bocca, di fatto, questi emise una fiammata particolarmente agile e sinuosa che illuminò ancora di più il luogo tetro in cui eravamo tutti, amici e nemici. [-3 CS in Agilità, Danzatore d’Altofuoco (0 CS)] Essendo distratto nello sferrare un affondo sulle mie carni, il Tergan non si aspettò l’attacco del Danzatore, credendo che questi non lo vedesse, ma ora io avevo messo chiarezza nella sua mente; il fuoco arse e la schiena del mostro andò in fiamme, bruciandone le vesti lerce e lasciando un'ustione sostanziosa. [Nemico: Danno Alto, Corpo] Il Tergan urlò dal dolore ma riuscì a liberarsi delle vesti infuocate molto facilmente, strappandosele di dosso e rotolando verso sinistra per poi rialzarsi in un movimento davvero veloce. Il Danzatore mi guardò per un attimo con i suoi occhi di fuoco ed io ricambiai lo sguardo, un po’ spaventato dalla situazione. La mia creatura mi aveva salvato da un colpo potenzialmente letale… Riposai gli occhi atoni sul maligno. Non sembrava messo alle strette in ogni caso, il suo corpo reggeva in modo palese la sua energia e la sua volontà di volermi morto. Lo compresi. Del resto, così funziona la vita: la sopravvivenza, l’antagonismo, luoghi dove non c’è spazio per la convivenza. Aveva stretto a sé la propria daga ed ora, rialzatosi, non esitò a sfoderare la seconda arma. Il Danzatore, sfrecciato immediatamente all’assalto, tentò lesto di soffocare il Tergan con le sue stesse mani fumanti, le quali avevano già iniziato ad emettere gas opposti all’utilità dell’ossigeno - il suo fuoco esplose nell’aria fino a divenire nullo al veloce fendente di spada del mostro grottesco. Il Danzatore sparì dal luogo dove lo partorii. [Danzatore d’Altofuoco è sconfitto] Era ora rivolto verso di me; altre parole incomprensibili accentarono il suo disgusto nel vedermi ma io rimasi in silenzio, immobile, senza sapere se la mia staticità fosse frutto della paura o della sicurezza: gli strani scherzi della vita. Forse, semplicemente, non avevo il tempo per pensarci; accadde tutto velocemente. Nei suoi occhi ancora un lieve terrore, che sparì ai miei occhi nello stesso momento in cui ritentò di nascondersi in seno all’oscurità. [Nemico: Medio -10% Energia, Invisibilità psionica] Nuovamente sforzai la mia mente affinché potessi liberarmi dell’ennesima illusione ad area, della quale sembrava essere maestro: questi giochetti mi rendevano nervoso, oltretutto infastidito da un tale atteggiamento. Non potevo accettare l’idea di ricascare nuovamente nello stesso errore psichico - non avrei perso quel combattimento per una mancanza di questo tipo. Assolutamente. [Medio -10% Energia, Difesa Psionica] E nuovamente lo rividi: stavolta aveva optato per un giro più lungo onde evitare di attaccarmi in linea retta - il degradante mostro era in grado di ragionare in maniera lievemente più strategica di quanto pensassi - del resto avrei potuto pensare di attaccarlo in linea retta presupponendo un suo avanzamento. Fortunatamente questo fu per me un vantaggio: ebbi l’occasione per attaccarlo senza la fretta di un millisecondo. Per istinto, il mio desiderio di causargli un grade dolore si instillò nelle mie carni - non era mai accaduto ciò che avevo appena imparato a fare: dalle mie guance e dalla mia spalla destra nacque il fuoco, come se la mia pelle fosse un tutt’uno con questo elemento. In linea retta esso seguì il tragitto allo scopo di ardere nuovamente le carni del nemico, illuminando il segmento del proprio cammino. [Medio -10% Energia, Altofuoco] Fui sorpreso dalla maestria del Tergan nell’utilizzare le proprie lame allo scopo di una difesa magica: esse furono disposte a croce e si illuminarono di una strana tonalità di giallo. Il fuoco sparì nuovamente. [Nemico: Medio -10% Energia, Difesa Magica] Dovetti pensare in fretta a una veloce alternativa ma non feci in tempo: lui era già in movimento prima che me ne accorgessi e stavolta fu pericolosamente vicino: aizzò contro di me un fendente dall’acciaio ancora illuminato all’altezza dello sterno [Nemico: Medio -10% Energia, Attacco magico]; cercai di indietreggiare nuovamente ma stavolta i tentativi di difesa furono vani… Urlai dal dolore, incredibile ma vero: per la prima volta in vita mia qualcheduno aveva attentato alla mia vita non fallendo nel ferirmi. La ferita non era molto profonda, seppure il sangue uscisse copioso, ma potevo sentire la mia pelle aprirsi e irritarsi. [Danno Medio, Corpo] Però fu per istinto che io mi salvai nuovamente: il fuoco si separò dal derma degli avambracci diretto in distanza parecchio ravvicinata al viso spigoloso e aggressivo del Tergan, oltre che tangere anche il suo collo e il suo petto, seppur in maniera minore. [Medio -10% Energia, Altofuoco] E così fu; le urla indomite del grottesco demonio ricoprirono le mie orecchie in modo totale mentre costui indietreggiava tra le fiamme che, ambiziose e crudeli, iniziavano a mangiare il suo epidermide. [Nemico: Danno Medio, Corpo] Ed eccolo che si dimenava ora in terra, colpendosi con le stesse mani per far sì che queste potessero salvarlo. Iniziò a urlare nella medesima lingua, inveendo sulla rabbia che oramai s’era trasformata in estrema furia sin da pochi secondi addietro. Evocai un secondo Danzatore proprio davanti a me: stavolta quel lurido non mi avrebbe più toccato. [Medio -10% Energia ; -2 utilizzi Passiva “Evocazioni fortificate”] Portai la mano destra alla ferita, piegatomi lievemente dal dolore, mentre questa si sporcava di sangue caldo. Le armi del malcapitato, fortunatamente, erano cadute a terra durante l’attacco effettuato ed io potevo dire di trovarmi in netto vantaggio. Il Danzatore spalancò la sua bocca priva di denti e da essa fuoriuscì la seconda fiammata, anch’essa più agile e sinuosa, che continuò ad inveire sulle già gravose ferite del Tergan. [-0 CS in Agilità, Danzatore d’Altofuoco (4 CS in Agilità)] Le fiamme eteree e distruttive, però non sfiorarono nemmeno il mostro, ancora urlante, stridulo come mai prima d’ora: rotolando aveva evitato la fiammata del Danzatore. La mia creatura, però, continuava a girargli intorno, fiera di ciò che stava vedendo. Ed io volli continuare, creando una seconda fiammata, concentrandola nei palmi già prontamente consumati: questa si espanse, ricoprendo di un nuovo fuoco il Danzatore così come il Tergan [Alto -20% Energia: +4 CS in Agilità Danzatore d’Altofuoco (8 CS)], che io vedevo agitarsi ancora, urlante, dimenandosi nervoso; le sue articolazioni si muovevano in modo scattoso, sulla roccia sabbiosa della caverna in cui stavamo combattendo. [Nemico: Danno Medio, Corpo] I miei occhi non poterono staccarsi da una visione simile neanche se avessi voluto. Quel fuoco e quelle urla erano così ipnotiche che… Mi mancano le parole - forse descrivere quella sensazione sarebbe superfluo. Che io fossi crudele? Il fascino della giustizia è che il mezzo per ottenerla diviene una giustifica in ogni caso. Il Danzatore inveì ancora, inarrestabile: compresi che la sua natura fosse dettata da leggi pericolose, che la sua determinazione - ostinazione? - fosse inimitabile. Continuò con l’ennesima fiammata proveniente dal suo orifizio orale, stavolta palesemente veloce, sinuosa e carica come poche. [-3CS Danzatore d’Altofuoco (5 CS in Agilità)] Le urla del demone non si quietarono e il corpo non smise di muoversi compulsivo. Il Tergan era ormai preda delle fiamme più vive e non ne sarebbe uscito affatto indenne - gravissima era la sua condizione. [Nemico: Danno Alto, Corpo] Non era in grado di continuare la battaglia - il dolore. Questo stava provando: le carni cuocersi. Maestro Lamlisye sostiene che io sia fortunato ad essere immune al fuoco eppure, non so, non mi piace l’idea di non poter provare quella specifica sensazione. Qualcosa di simile, beh, era capitata proprio al mio sterno, eppure per ora riuscivo a sostenerne il fastidio. I Danzatori sono crudeli: in quel momento seppi che le mie creature avrebbero continuato a difendermi fino all’ultimo, fino a rendere cenere le proprie vittime al solo fine di difendere la mia incolumità danneggiando quella altrui. Esso si avvicinò lentamente al corpo dell’ammasso di fiamme che era diventato l’omuncolo - non riuscivo a vedere oltre il fuoco - e lo sollevò di peso con entrambe le mani, per il collo. E poi l’ultimo bacio di lava - altre fiamme, altre fiamme. [-5 CS Danzatore d’Altofuoco (0 CS)] Fino a divenire cenere. [Nemico: Danno Critico, Corpo] Il Danzatore lasciò cadere il corpo incenerito, carbonizzato o cos’altro fosse, del Tergan, prima di sollevare il capo verso l’alto, ingenuamente. Del resto questa era la loro personalità: ingenue creature al servizio di un ragazzo che fortunatamente aveva imparato a domarle con la sua personalità - parole di Maestro Lamlisye. La ferita era meno sopportabile di quanto credessi e mi rovinò lo spettacolo. Non riuscivo a capire se fosse perché ero poco abituato al dolore fisico o altro. Una fitta disdicevole mi fece ritrovare con le ginocchia a terra e le mie palpebre si spalancarono per l’immenso dolore. Avessi potuto urlare l’avrei fatto; guardai la mia ferita e questa era addirittura peggiorata… era diventata violacea, secernente un succo denso del medesimo colore - fu in quel momento che capii il vero scopo della tecnica spadaccina usata dal mio nemico poco tempo prima: una sorta di veleno rendeva le cose più difficili. [Danno Medio, Corpo.] Ma ero ancora vivo. Forse ancora per poco. Ironia della sorte? I Danzatori non sanno guarire le ferite del loro evocatore - piuttosto divengono anch’essi cenere, abbandonandoti al dolore.
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Risorse di Viinturuth: Energie = 150% -10% (Evocazione Danzatore) -10% (Difesa Psionica) -10% (Difesa Psionica) -10% (Altofuoco) -10% (Altofuoco) -10% (Evocazione Danzatore) - 20% (Altofuoco + 4 CS al Danzatore) = 70% Mente = 75% Corpo = 75% - 5% (Sbucciatura sostanziale dei palmi delle mani) - 10% (Ferita da fendente allo sterno) -10% (Veleno magico aggravante)= 50% Passiva “Ammaliare” [5/6] Passiva “Evocazioni Fortificate” [3/6] Risorse del Tergan: Energie = 100% -10% (Invisibilità) -10% (Invisibilità) -10% (Difesa Magica con lame) -20% (Fendente magico con veleno magico) = 50% Mente = 100% -0% (Timore) = 100% Corpo = 100% -20% (Ustione grave alla schiena) - 10% (Ustione al volto e al petto) - 10% (Ustioni ulteriori sulla base di altre ustioni diffuse sul volto e sul petto) - 20% (Ustioni di grado elevato sulle precedenti ustioni già gravissime) -40% (Aggravamento mortifero sulle ustioni già presenti) = 0% Morte. ______ Note: #WhiteEnergy Spero di averlo fatto il più correttamente possibile. Semplicemente, ho pensato che in determinate condizioni belliche come quelle descritte, un attacco fisico potesse danneggiare a livello critico il soggetto attaccato, poiché aggrava a livelli di gran lunga peggiori i danni già subiti in precedenza. Magari ho sbagliato… Gli appunti grigi nel testo vanno intesi ovviamente come tali al fine di comprendere meglio l'andazzo bellico e non sono parte del testo.
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