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La cicala, Contest di luglio - "Follia"

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Alb†raum
view post Posted on 11/7/2015, 08:31




Di una cicala voi vedete - sentite - i suoi tre ultimi giorni di vita. Un narcisistico strepitare che si conclude con un insetto morto a terra.
A me non rimangono tre giorni di vita, ma è come se sentissi ticchettare dietro di me un orologio. Memento mori. Ricordati che devi morire. Mi fa star male.

Sono ipocondriaco. Un falso malato, ma più di questo una persona che VUOLE essere malata. A volte mi tiro i lati della bocca fino a sentir male perché uno di essi mi sembra ispessito. Mi strattono i capelli, mi maciullo la lingua fra denti e gengive, mi comprimo il ventre per sentire qualcosa. Sono un uomo malato. Sono un uomo maligno. Memorie del sottosuolo di Dostoevskij. Ma di Dostoevskij soni più simile a Gan'ka, il mediocre, l'ottuso inaccontentabile.

Sono reduce di una notte insonne. Ho un feroce mal di denti che mi arriva fin sotto l'occhio, mi tappa la narice, mi brucia lo zigomo. Se cercassi questi sintomi, probabilmente troverei qualche malattia mortale, fulminante. Ho tormentato denti e gengive con dita e lingua. Ho graffiato e spinto e palpato. Il dolore aumentava, ma con essa la morbosità dei miei gesti, che sono aumentati di intensità. Avrei voluto strapparmela, a un certo punto. Ho desistito. Ora ricevo i frutti del mio affacendarmi.

Ipocondria è la paura dei sintomi, crea ansia e l'ansia ha di per sé sintomi anche evidenti. L'immaginazione si spinge avanti, sempre più avanti, fino alla pazzia.
Io sono pazzo? Forse sto esagerando il termine. Ma non è una pazzia VOLER essere malati a tutti i costi, trovare un sintomo dopo l'altro in un circolo che mai avrà fine, se non con la morte?

E poi che morte! La morte di una creatura sfatta, autodistruttasi con inutili preoccupazioni. Era già morta prima di cessare di vivere. Seneca, vero? La vita è breve, lo scrivo qui a parole come se lo accettassi, ma la verità è che la MIA vita è breve, e questo è inconcepibile. Io mi ammalo. Io muoio. Questo è Heidegger, invece. Sono così non autentico nella mia vita.

La verità è che sono egocentrico. Con la malattia vorrei essere amato, e allora fingo malattie - e arrivo a causarmene -, le desidero. Ma la verità è che desidero amore,il vostro amore, l'amore di chiunque. Voglio affondare in un applauso. Voglio controllare i battiti del vostro cuore così, quando il mio si fermerà, non avrà battuto invano.
Voi mi schernite, vero? Ora vedete cosa c'è dietro il mio piano, dietro questo scritto. Magari ne ridete pure, o mi disprezzate. Non comprendete la sofferenza con cui scrivo queste righe, da quali pensieri mi distraggo, o forse sì, ma vi limitate a compatirmi. Non fatelo.

Ho pensato al suicidio. Non oggi, ma in certi momenti in cui mi sentivo di non essere più umano, di essere tradito dal mio corpo. Mi odiavo. Ero un sacco di malattie che pensava solo alle proprie interiora, alle vene, ai tumori e alle sclerosi. Ho pianto. Ho desiderato perdere tutto - tutto! - per guarire. Ma alla fine ho deciso che di perdere la vita non ne valeva la pena. Io non voglio essere compatito, voglio essere amato, amato! Amato nella falsa convinzione di essere un genio incompreso, scacciato e zittito, soppresso. Non sono un genio. Non riesco a rassegnarmene. Come Gan'ka che perde ogni amico nella sua follia, io mi sto rinchiudendo in me stesso.

Sono un uomo malato... Sono un uomo maligno. Non sono un uomo attraente. Credo che mi faccia male il fegato. Del resto non me ne intendo nulla di medicina e non so con certezza cosa mi faccia male.



A voi che mi avete letto senza compatirmi od odiarmi, voi che avete capito, senza pietà o crudeltà, il mio bisogno di scrivere queste righe prim'ancora di sollevarmi dal letto, grazie. Siete un pubblico magnifico.

E forse solo voi capite che la cicala, per prepararsi a quei tre giorni di palcoscenico, vive quattro anni sul fondo della terra, a scavare morbosamente fra le radici e nutrirsi di linfa sotterranea. Suo è il canto del sottosuolo.
Ognuno di noi ha il suo canto del sottosuolo.
E il mio ticchetta. Memento mori.

Avete mai sentito quanto è solitario il canto di una cicala che muore di notte?

Applausi registrati.
Sipario.

La mia follia è postare questo contest. L'ho scritto al cellulare, due ore per comporlo. È autobiografico in buona parte. È scritto male nella sua interezza.

Promuovo la moda lanciata da Rob di whinare dei nostri problemi reali nei contest usando linguaggi filosofico-poetici ampollosi e, nel mio caso almeno, piuttosto vuoti.

La mia non è follia nel vero senso del termine quanto una psicosi. Siate voi a decidere quanto di folle ci sia nel mio comportamento e nelle mie parole.

Non l'ho riletto. Non ancora almeno.

Enjoy it :8):
 
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