Apprendista ·· - Group:
- Member
- Posts:
- 381
- Status:
| |
| Fu soltanto quando si rese conto che la fatina stava guardando nella sua direzione e sussurrando qualcosa all'orecchio dell'uomo, che Lothaen provò un certo senso di imbarazzo. Ma che diamine le era preso? Non era nella sua natura mettersi a fissare insistentemente la gente, sapeva quanto questo potesse dare fastidio, tuttavia doveva essere stata la stanchezza, sì, a giocarle quel brutto scherzo. Si voltò allora di scatto verso il bicchiere, ormai vuoto, appoggiato sul tavolo di fronte a lei. Era stata scortese, forse avrebbe dovuto chiedere scusa. Con la coda dell'occhio, però, vide l'uomo allontanarsi e ciò la sollevò un po'. Forse non sarebbe stato necessario chiedere scusa, o almeno era ciò che si augurava. Il fatto che non fosse molto brava con le scuse non era un difetto di poco conto: non voleva che le persone fraintendessero le sue parole e spesso si era trovata nei guai proprio per questa sua caratteristica. Per tale ragione, di solito era meglio evitare ogni inutile scambio di parole. Scorgendo l'uomo allontanarsi, pensò per un attimo che il "pericolo" fosse finito. Muovendo solo le pupille, senza spostare tutto il viso, seguì ancora la figura dell'uomo, giusto per essere più tranquilla, ma con sua sorpresa (o forse orrore) lo vide fermarsi. Il resto successe tutto in poco tempo. Quello che udì non le piacque molto. Non era solamente una sensazione, quella di avere la coda di paglia, era proprio la realtà. Lei lo stava fissando per non pervenuti motivi e lui se ne era accorto. Ora tendeva la mano proprio in sua direzione, cosa che la ragazza interpretò come un invito ad avvicinarsi a lui. * Bella mossa, Lothaen, davvero. E adesso? * Che fare, che fare? Doveva proprio piegarsi al buon senso e andare a chiedere scusa, oppure iniziare subito a farsi dei nemici, e attirare inutili sospetti, prima ancora di conoscere la città? Sospirò, socchiudendo gli occhi, con un'espressione che lasciava trasparire un po' di rassegnazione. Non poteva certo andarsene così, come se nulla fosse successo. Quel tizio meritava una spiegazione, anche se in effetti questa non esisteva. Si alzò in piedi, molto lentamente, si stiracchiò la schiena e senza troppa decisione iniziò ad avvicinarsi all'uomo dalla chioma blu, senza incrociare direttamente il suo sguardo. Giunta in piedi davanti a lui, fece spallucce, poi a mezza bocca, con un sorrisetto imbarazzato:- Temo che la stanchezza giochi brutti scherzi. Non era mia intenzione infastidirla. - A quel punto guardò gli occhi di quel tipo. Era abituata a guardare negli occhi durante una conversazione, anche se quella non si poteva del tutto definire tale. Restò per qualche istante ferma lì come una sciocca, ma senza staccare gli occhi da quelli dell'uomo. Con la mano destra, poi, si grattò una parte della nuca e finalmente distolse gli occhi dai suoi.
- Credo che, ehm... che stessi osservando la sua best-, la sua... fatina. - Abbozzò un sorriso. Sarà stato giusto definirla "fatina"? Be', comunque certamente meglio quello, rispetto a "bestiolina". Dannazione. Non era decisamente un contesto a lei favorevole. Come già detto, non era affatto brava con le scuse. Riusciva sempre a far trovare altri appigli perché gli altri potessero innervosirsi. Eppure si impegnava perché ciò non avvenisse, non lo faceva appositamente.- Non ho mai visto nulla del genere dalle mie parti. Eheh. - Non sapeva se fossero più imbarazzanti le sue parole o l'intera situazione. Se avesse avuto una pelle normale, molto probabilmente a quel punto sarebbe diventata completamente rossa in volto.Sentiti pure libero di indettagliare (?), tanto alla signorina qui piace leggere. Considerala come una vendetta verso le mie risposte in super ritardo ç_ç
|