Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Dall'Abisso - Ritirata

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view post Posted on 7/8/2015, 10:35
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Dall'Abisso....Ritirata



Mentre con un sospiro risale la superficie e la luce del sole disegna sul suo corpo scarno una parabola iridescente, livida nel chiarore lunare della pelle, Shahryar ha quasi il tempo di ricordare.

"Non esiste gioia più grande,
e sofferenza più insanabile
di quella che ai vincitori si avvince, nell'istante in cui essi vedono sul campo di battaglia
i segni della propria incontrastata dominazione"


Non ricorda da dove provenga questa strana citazione. In passato ebbe modo di leggere ed istruirsi abbastanza da avene per qualche vita intera - e forse una in più- ma ora quelle parole gli risalgono alla mente vaghe, come la nota sbiadita di una canzone un tempo abbastanza familiare ed ora, ahimè, tristemente sconosciuta. Per un attimo, quale creatura aliena rinvenuta sulla terra e lì lasciata a monito dell'impossibile incontro fra altrui e conosciuto, egli rimane lì, incerto nell'abbaccinare circostante, quasi stordito dal proprio improvviso e traditore, rimembrare.
Parole sagge.
Gli suggerisce qualcosa.
Di saggezza antica.
Incalza qualcos'altro.
Davvero più di quanto tu potresti anche solo osare pensarti e definirti.
Conclude infine un'ultima voce bassa e profonda, eco di respiro e di pulsante vita in lui nascosta e sopita.

Lo sguardo allora si abbassa, il corpo indugia, occhi bendati che si chiudono un attimo nella vaga espressione di turbamento e dolore assieme. Ed è solo così facendo che Shahryar è in grado di vedere una cosina brutta e piccola prostrata ai suoi piedi. Per un attimo la si sarebbe potuto scambiare per un groviglio di terra e sporco, maleodorante residuo di qualcosa forse non più bello e grazioso, ma di certo più pulito e profumato. Shahryar conosce quella "cosa". Un nulla a cui solo lui pare essere stato in grado di dare un nome che ora, perduto nell'onnipotenza del suo pensiero, trova assai difficile sillabare.
Possibile che anche gli dei fossero in grado di dimenticare?
"I"
dice però dopo un attimo. Aveva pensato che per vite di quel calibro, una semplice lettera sarebbe stata più che sufficiente a sintetizzarne esistenza ed identità. Oltretutto, essi parevano in grado di pronunciare poco o nulla più di quello...quindi...
"Alzati e parla"
poco o per nulla gentile, Shahryar sa che la sua voce pare cosa assai intimorente a quel piccolo grumo di polvere rinsecchita. Ma il semplice essere stato ricordato intimorisce in egual misura a inorgoglire il docile scendiletto.
"Un Grande pericolo"
farfuglia con strani accenti e sibili. Poi si china. Shahryar sa che egli non dirà nulla di più. Non sarebbe nelle sue facoltà farlo. Ma del resto le cimici non erano state progettate per altro al di fuori di quello. Vedere dove altri non vedevano, e avvertire. A lui il difficile compito di decifrare quelle visioni rosicchiate in territori dove nessun altro demone di "alto calibro" sarebbe potuto andare.
E quel messaggio diceva Morte.
Diceva Paura.
Diceva...nessuna vittoria così semplice potrebbe essere tale. Davvero credere che il mondo non avesse altro da fare se non attendere la venuta di un nuovo dominatore, un nuovo usurpatore, un altro -e ancor meno simpatico- sovrano dai modi affettati e dai metodi incivili?
Per un attimo a Shahryar era apparsa tanto reale, tanto possibile quella moltitudine di genti, ognuna con braccia tese all'insù nell'invocarlo, nel proclamarlo quale salvatore del Mondo Oscuro. Eppure egli sa, egli è più che conscio che sarebbe cosa assai più usuale che braccia così tese nascondessero pugnali e veleni piuttosto che fiori e tanta speranza...
Non è di un salvatore che hanno bisogno. Ma di un Dominatore.
Sibila la sua mente.
Ma nemmeno quello andrebbe bene. No. Nulla di ciò che ha definizione e struttura compiace l'animo insolente. Esso vuole dubitare. Esso vuole aggrovigliarsi e desiderare che, così facendo, qualcosa cambi per il semplice gusto di cambiare.
Per sua mano.
Alte, le grida delle sue genti lanciate all'impazzate nel mondo che sempre le respinge giunge alto, primordiale. E con esse, le urla del mondo ostile, degli elfi spaventati, di antichi amici divenuti nemici. E poi lui, I, che con occhi di niente lo guarda. Ed è preoccupato, lui, per il suo padrone. Una grande minaccia. Aveva detto. Eppure quale minaccia più grande della sua? Di Shahryar, il Signore dei tranelli?
5nmQQlc

Non conosci ancora abbastanza il Mondo per sottovalutarlo.
Lo pungola ancora qualcosa.
Non sai cosa vai calpestando poiché fino ad oggi esso ha calpestato te. Ed ora su, avanza, impavido ignorante, nella tana del lupo. Ma conosci almeno la lunghezza delle sue zanne? La potenza dei suoi artigli? O forse credi che basti un nome dell'Oscurità per renderti invincibile?
Esita ancora. Eppure questa volta è per ascoltare il suono tanto inconsueto della Ragione e della Prudenza che da qualche parte lo incalzano. Paiono piccole e magre, eppure la loro forza è senza pari.
Poi, in lontananza, eccola.
Una figura sottile e slanciata, nera come la notte eppure sgargiante in quel tumultuoso addensarsi. Ella avanza, certa della propria meta quasi quanto Shahryar che silente si prepara ad accoglierla con una mano protesa dinnanzi a sé. Quando lei l'afferra è strano avvertire il calore feroce della sua pelle tutta scaglie e squame, fuoco nascosto a divorarla da dentro. Non si china, pur apparendo chiaro che ella è serva e non semplice alleata del Signore delle Maschere. Ed è con tono altero che lo saluta nell'antica lingua di Theras.
"La sorte ci è favorevole, mio Lord" annuncia con occhi di giada "Le Ombre si sono ritirate in massa più a sud, attirate da qualcosa. La via è sgombra...per ora"
Shahryar annuisce piano
"Quanto durerà?"
Lei esita un istante. Potrebbe essere bella, se solo tutto il suo corpo non fosse progettato per contenere le vampe dell'inferno piuttosto che il calore di un uomo.
"Abbastanza"
conclude quindi senza sorridere. Ma è certo che una simile affermazione non sia stata data a caso, proprio al cospetto del proprio padrone.
Così, sottile, la repentina decisione. Come il dischiudersi di fauci mortali, bianche ed aguzze, Shahryar alza improvvisamente un braccio in alto, un nuovo suono come di cicale a dipanarsi dalla sua figura e tutt'intorno cogliendo l'udito di tutti i demoni di Shahryar e oltre.
Un grande pericolo sta per raggiungerci.
stride e cicaleggia
E' tempo di ritirarci verso nuove razzie, nuovi banchetti, nuove mete da conquistare.
Al suo fianco, la creatura di giada si lascia sfuggire un'occhiata tutt'attorno, quasi valutando con quella quali e quanti demoni avessero già abbandonato le proprie scorribande e lotte inferocite per seguire il Signore dei Labirinti. L'occhiata che Shahryar le rivolge a sua volta è sottile, eppure eloquente.
Molti non lo avrebbero seguito. Troppo forte è per le creature del sottosuolo il desiderio di libertà, di luce, per lasciare che una sola mente li guidi verso un futuro ancora incerto, ancora tutto da costruire. Tuttavia lei sogghigna mesta.
Ma tutte le guide che si rispettano devono prima o poi mettere alla prova le proprie qualità con una bella - e per carità necessaria- prova di fedeltà. Onde discernere i seguaci dagli approfittatori. I Servi dagli alleati. Coloro che infine si mostreranno capaci di cedere la propria vita per il proprio padrone e coloro che, viceversa, non si faranno scrupoli nel tentare di prendersela.
Shahryar chiude per un attimo gli occhi, esita, i rumori attorno a lui che via via si placano lasciando il posto allo sgomento e alla confusione. Poi, vago, il fioco rantolio di "I" che gli si accosta. La Cimice alza piano lo sguardo, una curva di totale e piena adorazione ad addolcire i suoi tratti deformi, a renderlo carino -quasi- per un istante agli occhi di Shahryar.
Eccolo il tuo Araldo.
Sorride qualcosa dentro di lui.
Eccola la tua Spia.
Alza il braccio ed invita la rovente creatura dalle forme femminili a seguitare al suo fianco.
Cosa mancava, ora?
Shahryar prende ad avanzare, passi lievi, passi leggeri e più pesanti, passi via via sempre più numerosi che lentamente prendono a sommarsi ai suoi soli mentre, calmo, egli si addentra nuovamente nelle oscurità della terra.
Forse una sposa.
Medita.
Forse un figlio.
Pondera.
Forse un grande e potente alleato.
E un giullare.
E perchè no, il pargolo di qualche potente nobilucolo da allevare quale merce di riscatto per una proficua ed eterna allenaza. Ma per quello...quello aveva già cominciato a provvedere da lungo tempo.



CITAZIONE
Esaurita la spinta propulsiva della risalita, le truppe di Shahryar si disperdono nelle piane dell'Edhel dandosi a razzie e saccheggi efferati. Qualcosa però li costringe ad una rapida quanto brusca ritirata: dal cielo infatti cominciano ad intravedersi figure alate e imponenti, qualcosa di abbastanza potente e pericoloso da lasciarli qualunque creatura lì presente basita ed esterrefatta al contempo.
Antiche sono infatti le leggende che parlano dei Draghi che ora si involano e con alito di fuoco prendono a dare la caccia ai demoni risaliti in superficie. Rapido Shahryar si appresta a guidare la ritirata incitando i suoi a ritornare nella sicurezza dell'oscurità, ma non tutti paiono ascoltarlo. Alcuni demoni, troppo assetati di sangue e libertà si rifiutano di cedere al suo comando e incuranti del pericolo rimangono in superficie. Per loro si alzano imponenti le fiamme della distruzione, alito di fuoco delle antiche creature di Theras riportate alla vita.
 
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