Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Corsa all'Oro ~ Galaverna.

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view post Posted on 1/9/2015, 10:56
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Cardine
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Svernare

Successe poco prima che le orde demoniache prendessero definitivamente il sopravvento. Poco prima che la minaccia tracimasse dalle impervie montagne dell'Edhel e che inondasse un Dortan all'oscuro dell'immane pericolo. Poco prima che gli Anahmid si arrendessero al fato, ridotti allo stremo nelle loro fortezze di pietra ghiacciata. Era proprio ai piedi delle impervie montagne che le truppe della Corte si erano concentrate, per portare distruzione nelle terre degli uomini.
   Forse Kjed e Voljund risposero alle innumerevoli preghiere dei propri fedeli, o forse fu qualche altra entità ad alimentarne la speranza: all'inizio la scintilla di salvezza si manifestò come un ruggito, bestiale e liberatorio, che fece tremare le valli e sollevò la neve dai picchi. Pareva essere stato l'Edhel stesso a gridare, sollevandosi in un impeto di fierezza pur trovandosi sull'orlo della disfatta. Quel verso, che di umano - o mortale - non aveva nulla, fece tremare ogni essere, dall'arcidemone più superbo al suo abietto servitore. Tutto questo successo proprio quando era chiaro alla Corte che la vittoria fosse solo una questione di tempo.
   I Creatori giunsero dal settentrione, spazzando via le nuvole con le loro possenti ali. Nessuno, né tra i demoni né tra gli Anahmid, credette davvero ai propri occhi finché questi non furono abbastanza vicini da udire il loro fiato - e a quel punto erano troppo vicini anche per mettersi in salvo. Centinaia di sagome alate, latrici di salvezza o morte, si erano profilate all'orizzonte di punto in bianco. Accorgendosi di loro, persino i pochi e nobili draghi che popolavano le cime da centinaia secoli si rintanarono più a fondo nella loro tane, vergognandosi dell'inferiorità della loro stirpe. Le altre creature delle montagne scomparvero, atterrite.
   Pochi Uomini di Pietra assistettero alla battaglia. I più vollero restare nel profondo delle roccaforti, attendendo che la tempesta di ali si spostasse dalle loro vette. Chi assistette all'attacco e lo raccontò non venne preso sul serio, se non dai bambini.

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Gli Anahmid riconquistarono le montagne dopo aver trascorso mesi di stenti, come fiere che, appena uscite da un lungo letargo, reclamano il loro territorio. Il nemico era stato spazzato via, o forse era solo stato sepolto sotto un enorme strato di neve ghiacciata; quale che fosse la verità, gli Uomini di Pietra non videro più un solo demone aggirarsi tra le cime per molto tempo a venire.


La muraglia di ghiaccio e pietra


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Migliaia di uomini si erano riuniti attorno al circolo di monoliti, e tutti loro restavano in perfetto silenzio mentre i più saggi prendevano la parola a turno.
   Si trovavano in un luogo peculiare: sorgeva sulla vetta di una montagna non particolarmente alta il cui picco, per qualche inspiegabile fenomeno, era stato come tranciato di netto, formando così un piccolo altipiano ricoperto di ghiaccio. Su di esso erano poi state portate - come resta un mistero - le pietre, disposte secondo un complicato disegno. Si trattava di un luogo pregno di magia e importanza storica per le popolazioni dell'Erydlyss, ed era rispettato anche da coloro che sulle montagne ci erano arrivati spòp negli ultimi tempi. Era infatti stato consacrato come uno dei più grandi altari a Voljund, divenendo la meta di numerosi fedeli e sacerdoti.
   Fu in quel luogo che, all'indomani della piaga demoniaca, gli Anahmid si riunirono. Su consiglio di molti eruditi venne indetto un concilio, il primo da molti secoli, dove ogni insediamento si presentò con un piccolo gruppo di ambasciatori e sacerdoti. Si discusse molto a lungo su quanto appena accaduto, come la minaccia demoniaca fosse stata sventata, e ancor più a lungo su ciò che di lì a poco sarebbe successo all'Erydlyss e all'Edhel intero. La preoccupazione nei confronti dell'immediato futuro era palpabile.
   «Abbiamo assistito a un cataclisma che sarebbe stato capace di terminare un'era, fratelli» dichiarò a un certo punto un vecchio dagli occhi grigi, la cui voce pareva il vento stesso in bufera. «Presto giungeranno uomini da tutto il continente, per reclamare ciò che a loro non appartiene: i tesori della nostra terra, emersi all'alba di questo nuovo inizio! Tesori che noi dobbiamo proteggere».
   Discussero a lungo, senza giungere a una conclusione vera e propria, mentre ognuno diceva la sua. Un uomo più giovane, i cui capelli parevano sottili fili di ferro coperti di ruggine, era arrivato a proporre persino di raccogliere servirsi dei manufatti magici, che erano comparsi persino sull'Erydlyss per scacciare gli stranieri e difendere le proprie dimore. Alcuni si erano dichiarati d'accordo con lui, ma molti altri coltivavano idee meno radicali. Numerosi insediamenti intendevano persino lucrare su questa fiumana di persone, poiché non molti erano in grado di garantire loro un passaggio sicuro tra le montagne. Tutti però non intendevano lasciare il destino del nord in mano ai ladri e ai criminali, e questo era stato sancito alla fine del concilio.

L'Erydlyss, da quel giorno in poi, divenne una muraglia di ghiaccio e pietra. In genere gli Anahmid non opponevano resistenza a chi intendesse valicare i passi, poiché parte della loro sopravvivenza era legata ai viaggiatori che intraprendevano le tratte commerciali verso nord, ma gran parte degli insediamenti si fece ancora più chiusa e protettiva nei confronti dei tesori dell'Edhel. Presto alcune fortezze divennero delle vere e proprie casseforti, dove venivano custodite le ricchezze che non riuscivano a tornare a sud.
   Così cominciò una nuova era per gli Uomini di Pietra, che ora più che mai si sentivano chiamati a proteggere la loro dimora e i suoi innumerevoli misteri, dissepolti dall'avvento dei draghi.
 
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