Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Sangue e Oro - Interludio, Corsa all'oro.

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view post Posted on 3/9/2015, 06:58
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Cavalier Fata
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Sangue e Oro ~ Interludio.
« Nell'Ysftalda scorrono solo
il Sangue e l'Oro. »


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Patrick, inginocchiato davanti alle macerie in cui un tempo c'era l'inizio della miniera quattro, poggiò un dito sul terreno portandoselo poi alle labbra, saggiandone il sapore. Rifletté qualche secondo prima di parlare, volgendo lo sguardo a me e poi a landon, alla mia sinistra, come se fosse indeciso sul rivelare o meno qualcosa. Poco distante, in un piccolo ospedale da campo, Ramira e un elfo degli Anahmid stavano discutendo animatamente in lingua Fad. Non riuscivo a comprendere una singola parola di quello che si stessero vicendevolmente dicendo, ma dal modo in cui lo facevano e dalla postura aggressiva che avevano presunsi, a ragione, che non fossero chiacchiere amichevoli. Alla colonia le cose erano andate male e dopo un paio di mesi la situazione era ancora instabile ed il passaggio a nord incerto. La stessa sorte era toccata ai nostri siti minerari.

« Ne sai qualcosa? » domandai, cercando di sbloccare Patrick dal suo evidente titubare. « È zolfo. Devono aver liberato una sacca di gas nelle profondità che ha fatto reazione con le luci dei minatori e... » girò la testa, accennando alle macerie. « ...bum. »
Landon si passò una mano sul viso, stancamente. Il vecchio Lancaster non ne poteva più di quegli imprevisti e delle perdite riportate a causa di incidenti di quel tipo, eppure non faceva assolutamente niente per ascoltare le mie lamentele in merito al diminuire il numero di gallerie o alla manutenzione dei cunicoli. Produttività è sacrificio, continuava a ripetere, ma nei suoi occhi non riusciva affatto a nascondere una costernazione evidente.
« Azzurra, quanti? »
« Undici: due elfi, un nano, due orchi, il resto erano uomini. Stiamo scavando per recuperarli, ma ci vorrà parecchio e c'è il rischio di altri crolli. »
Imprecò, dando un calcio ad alcuni detriti poco distanti.
« Se chiedessimo un geomante a Lithien forse ci aiuterebbe a trovare le zone a rischio. » azzardai, sicura che la reazione non sarebbe stata delle migliori. « Pagandolo con quali soldi? Oppure vogliamo andare in debito anche con quei cialtroni della torre d'avorio o come cazzo si chiama!? »
Si accarezzò nervosamente la folta barba bianca, respirando affannosamente per contenere quello scatto d'ira che, lo ammetto, avevo volutamente cercato di provocare. Dovevo agire su di lui se volevo evitare altre situazioni spiacevoli come quella.
« Vado a parlare con dama Ramira, vedo cosa posso fare. »

I nostri scavi non erano andati male, produttivamente parlando, tanto che alcune delle miniere avevano già fornito abbastanza materiale grezzo da poter avviare efficacemente una piccola attività, ma quello che ci mancava erano fondi: Aedh non sarebbe riuscito a sostenere il costo del lavoro, del salario e dei soldati atti alla guardia della colonia se non avesse ricevuto un introito fisso e, per quanto mi dispiacesse, blocchi di ferro, rame e carbone grezzi valevano meno di una zolla di terra. Ramira voleva ad ogni costo aumentare a dismisura la produzione, convinta che quella fosse la soluzione ad ogni problema e Landon, pur piangendo la miseria dei minatori, non si era minimamente preso in carico il compito di trovare una soluzione. Finché il minerale usciva, anche se venduto a pochi spiccioli, era meglio di niente. Non potevo dargli torto: mancavano le infrastrutture, mancava il personale, mancavano persino i compratori per quella mole di materie prime. Nel giro di un paio di mesi non avremo nemmeno più potuto comperare un sacco di grano dai mercanti, a quel ritmo. Ogni volta che incrociavo lo sguardo di Ramira mi trasmetteva qualcosa d'inquietante, quasi come se le sue parole mostrassero compassione e pietà per i morti, ma il suo cuore piangesse solo ed unicamente il danno alla tesoreria. Non potevamo continuare in quel modo e se Landon era troppo intento a ingraziarsi Aedh per far valere qualche minimo diritto a quei coloni, ci avrei pensato io a fronteggiare Ramira.

Quando mi avvicinai l'elfa si mosse di un passo nella mia direzione, come a volermi intercettare prima che io avessi tempo di prenderla alla sprovvista con le mie parole.
« Che sciagura... è davvero terribile quello che è accaduto. » di nuovo quello sguardo, falso e disturbante, emerse dai suoi occhi. « Mi stava giusto dicendo uno dei miei fratelli che... » l'Anahmid prese la parola bruscamente. « ...che dovete smetterla con queste gallerie. State agendo in maniera casuale, è la terza che crolla. »
Non potevamo negarlo anche volendo: per colpa della sete di ricchezza che molti si erano messi in testa, aiutati certamente dalle parole di Ramira stessa e dalla voglia di arricchirsi, tre gallerie erano crollate e quasi trenta persone erano state dichiarate morte o disperse. Quasi un ventesimo della colonia falciato via da incidenti minerari. Troppo, era troppo per qualsiasi premio ci attendesse alla fine.
« Abbiamo bisogno di queste miniere, senza la colonia morirà. »
« In questo modo muoiono i vostri uomini, dovete rallentare gli scavi. Non lo sto chiedendo, lo sto imponendo. »
La voce dell'elfo si inasprì di colpo, additandomi come se, di punto in bianco, fosse mia la colpa di tutto. Potevo capire anche quella reazione, dopo tutto Ramira viveva nell'Edhel, mentre io ed i miei compagni venivamo dal Dortan. Ci vedeva come una minaccia.
« Riduciamo gli scavi. Abbiamo ancora tre miniere attive, concentriamoci sull'estrazione di ferro e carbone, appena siamo economicamente stabili passiamo a estrarre in altri siti. Nel frattempo possiamo chiedere aiuto e individuare i luoghi più opportuni. »
« Non ci riusciamo, non bastano tre miniere, produciamo troppo poco, il materiale non vale niente ed è di qualità infima finché non lo raffiniamo! »
« E fatelo! Basta che non continuiate a trivellare la montagna o a breve l'intero ghiacciaio franerà addosso alle vostre case. »
Ramira rifilò uno spintone all'elfo, urlandogli contro qualcosa di incomprensibile ma che lui, a giudicare dal fatto che diventò paonazzo in volto, doveva aver interpretato come una sonora offesa. Prima che arrivassero ad accoltellarsi mi gettai nella mischia dividendoli, ma non senza aver ricevuto a mia volta una dolorosa gomitata al costato.
« Per l'amore di Dio fatela finita! » strillai, rivolgendomi prima a uno e poi all'altra. « Ci servono soldi, è vero, ma non possiamo ottenerli disintegrando la montagna e sperperando vite umane. Questa cosa è andata avanti sin troppo. Tre miniere fatevele bastare, Ramira. »

Quella, indignata, soffiò contro di me al pari di una gatta indispettita, andando verso l'ingresso della miniera. Mi passai le mani tra i capelli, ravvivandoli un poco e cercando di pensare ad una soluzione che, in qualche maniera, conciliasse denaro e sicurezza. L'avidità, di quella corsa all'oro, stava già costando la vita a troppe persone. E la sanità mentale di chi rimaneva in vita.

[ ... ]Colonia
« Trentasei ore dopo il crollo della miniera quattro. »

« So come fare. »
« Come fare cosa? » disse Landon, con Ramira che quasi gli faceva da controcanto.
« Salvare la colonia. » continuai, appoggiando entrambe le mani sul tavolo. « Niente più morti sul lavoro, niente più Anahmid infuriati. »
Ci eravamo riuniti d'urgenza dentro alla sede del consiglio, una piccola capanna che avevamo adibito a dibattiti di grande importanza. In realtà erano solo quattro pareti di legno inchiodate male con una copertura di paglia e fango, ma in quei momenti tutte le risorse erano concentrate ben altrove rispetto all'edilizia.
« Re Julien ha mosso la capitale a Ladeca. Ci sono buone opportunità di creare un mercato per i minerali. Possiamo trovare investitori che ci permettano di costruire una fucina, così da raffinare autonomamente il prodotto e rivenderlo a prezzo pieno. Niente più passaggi intermedi e niente più estrazione intensiva. »
I due si guardarono titubanti, indecisi se quell'idea potesse o meno a vere un fondo di verità. Il problema era sempre lo stesso: troppi morti, troppi pericoli. Tenere in piedi quel posto non era solo un dispendio di moneta sonante per Aedhe tutti i nostri benefattori, ma anche di persone. A causa delle asperità del territorio e del fatto che molti sentieri non erano neppure stati mai mappati, capitava spesso che soldati di pattuglia o minatori di ritorno dal lavoro venissero aggrediti da selvaggi o creature autoctone delle montagne. Con i morti della miniera quattro il conteggio totale delle vittime era salito a quarantaquattro. In meno di due mesi.
« Sentite andrò io, tornerò io a Ladeca e vedrò di fare quello che posso. Ho ancora alcune proprietà nelle valli, sono di quell'idiota di mio fratello ma legalmente appartengono a me: se riesco a venderle potrei avere una base di partenza. »
« A me sta bene. » Ramira, senza troppi giri di parole, liquidò il discorso. « Finché si guadagna puoi fare quello che vuoi. »
Landon si strinse nelle spalle. « Sir, vi prego, non serve che muoia altra gente in questa maniera, dobbiamo espanderci. » lui sbuffò a quelle parole, quasi infastidito.
« Va bene. Ma non dimenticarti che su queste montagne non siamo venuti per giocare a far politica... »
Girò il capo fissando fuori da una piccola finestra.
« Nell'Ystfalda scorrono solo sangue e oro. »



Intermezzo che serviva ad Azzurra per intrecciare indissolubilmente gli eventi di Corsa all'Oro con Z. Post molto semplice, ho voluto raccontare la situazione non rosea della colonia attraverso dialoghi veloci, anziché lunghe descrizioni, oltre a usarlo come spunto per "Avidità". Chi troppo vuole nulla stringe, Anahmid confirmed. Grazie per la lettura!

PS: per chi avesse dubbi la citazione del titolo è la seguente -> A Markarth scorrono solo il sangue e l'argento.
 
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