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Corsa all'oro ~ Insorgi

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DanT&
view post Posted on 3/9/2015, 19:36





Tre spose per tre fratelli
un'unica radice
Tre fronde e tre germogli
innumerevoli vite



Il braccio levato fece tacere gli astanti.
Era giunta l'ora del silenzio. Nessuno più si muoveva o rumoreggiava innanzi a lui.
Riuniti alle sue radici, sotto quello che i più giovani ancora indicavano come Padre, non comprendendone il nome, la sua figura giganteggiava. I suoi occhi abbracciarono tutto ed, impercettibilmente, fremettero. Dal destro, incontrollata, colò una lacrima amara.
Non ce la faceva.
Se l'era preparato quel discorso, se l'era ripetuto mille volte e più.
Eppure ora, di fronte alla sua gente, cedeva, fragile.
Fratelli!
Li chiamò guardando i loro volti. Uno ad uno, riscuotendo se stesso.
Triste è questo giorno per il popolo degli Arshaid, costretto ad abbandonare la sua terra.
Incontrò col palmo liscio la corteccia di Shaogal Crann, lentamente, assaporandone la porosità. Traendone forza per andare avanti nonostante il groppo in gola.
Antichi nemici ritornano dal passato per ghermire nella notte ciò che è nostro, ciò che da generazioni ci appartiene e ci sostenta, ciò che amiamo più della nostra stessa vita.
Si voltò verso l'Albero, fissandone il tronco muto, e così fecero tutti nel più assoluto silenzio, consci che sarebbe potuta essere l'ultima volta prima della Grande Ritirata annunciata qualche giorno prima. Lacrime silenziose bagnavano le radici che inondavano il terreno.
Tutto ciò era intollerabile.
Ma torneremo. Proruppe furente, la sua voce traboccante di rabbia.
E saremo carichi di meraviglie. Ognuna capace di spazzare via un monte con la stessa facilità con cui viene reciso un giunco.

I suoi occhi fiammeggiavano mentre le unghie affondavano nel palmo della mano candica.
Nessun legame, neppure il sangue, potrà fermarci.
Al buio della foresta nessuno rispose.
Si levò solo un unico grande grido.



Il braccio levato fece tacere gli astanti.
Adesso solo il lieve gocciolio delle stalattiti disturbava la quiete. Quanto sarebbe durata? Se lo chiesero in molti.
Il soffitto tremò di nuovo, ma nessuno si azzardò a fiatare. L'ordine era di rimanere in silenzio, sempre, fino a che la terra non si fosse placata. Fissò i volti dei suoi compagni, quasi uno ad uno, riconoscendone i più. Mentre lo faceva un globo argenteo che gettava luce sulla scena gli fluttuò vicino l'orecchio appuntito. Lo scacciò col dorso della mano annoiata. Dalle profondità della terra coglieva il gorgogliare argentino del fiume, guida e salvezza.
Amici!
Richiamò balzando in piedi sulla pietra arroccata.
Era piccola, ma il suo ghigno famelico e l'arco nero sulle spalle gli regalavano la popolarità di cui aveva bisogno.
Avete capito tutti che non c'è più posto per i Predatori, qui nei nostri sotterranei.
Mugugni d'approvazione e cenni d'assenso gli diedero la giusta spinta per andare avanti.
Seguiremo il fiume fino l'Erynbaran e lì ci stabiliremo fino a nuovo ordine.
Udì qualche mugugno insoddisfatto, ma non c'era scelta se non quella...o morire.
Non potevano più soffrire la fame e vivere nel terrore, non potevano più sopportare di essere cacciati come prede. Forse gli altri potevano, forse, ma no, lei no, e sarebbe partita anche da sola.
Sollevò il pugno con uno scatto stringendo una freccia nera con l'impennaggio rosso, un rosso liquido e gocciolante che brillò alla luce lattea dei globi magici creando un gioco di riflessi coi suoi capelli argentati.
Amici!
Urlò snudando i canini.
Seguiremo l'istinto e chissà a quale meraviglia ci porterà.
Leviamo i nostri archi, oscuriamo il cielo coi nostri dardi come i nostri avi ci hanno insegnato a fare.

Gli occhi si fecero vacui, visionari, per poi tornare ad ardere in un istante contente un'esplosione.
Amici!
Tuonò infilandosi la punta della freccia nel palmo della mano inondando di schizzi cremisi i più vicini.
Dimostriamo al mondo chi sono le prede e chi i Predatori! Dimostriamolo a tutti col sangue!



Il braccio levato fece tacere gli astanti.
A dire il vero nessuno parlava. Si era solo, tutti, piuttosto agitati.
Il crocevia era troppo piccolo per un cerchio perfetto, così molti si erano arrampicati su alberi e rocce ed osservavano dall'alto, silenziosi, grosse creature della foresta.
Provò ad osservarli, uno ad uno, ma non li riconosceva, non era loro amico. In tanti nascondevano il volto dietro sciarpe e turbanti al modo della tribù. Solo occhi, mille e più occhi, si susseguivano uno dietro l'altro senza battere ciglio. Ambrati, violetti, oro ed argento, tutti profondi come oceani ed immobili. Lo fissavano.
Era stato lui a tentare, lui a lasciare cumuli criptati di pietre e pietruzze ad ogni crocevia, ed ora eccoli lì. Non tutti, i più importanti. Quelli che sapevano, quelli che avevano capito, quelli che volevano sopravvivere.
Non era facile riunire i Rahm as Aid. Non accadeva da generazioni e forse non era mai successo.
Si schiarì la voce, indeciso e desiderando una domanda, ma solo lo stormire dei rami rispose.
Compagni!
Fece mostrando la bocca nascosta da un velo blu stinto.
I vostri passi vi hanno condotto a me ed in molti avete risposto all'appello. Più di quanti avrei sperato.
Sorrise, ma nessuno disse nulla. La foresta ascoltava.
Sin da piccoli ci insegnano che c'è un momento per viaggiare ed uno per riposarsi, uno per agire ed uno per pensare.
Portò l'indice alla tempia in un'espressione seria. Tutti sapevano il motivo di quella chiamata. Solo, nessun nomade si sarebbe mai sognato un'Assemblea. Così nessuno avrebbe fatto niente. Così si sarebbero estinti.
Abbassò le spalle, senza smettere di sorridere.
Non possiamo vincere.
Era una constatazione. Pura e semplice. Una pigna colpì il terreno vicino al piede destro, ma la ignorò. Provava la stessa cosa, lo chiamavano orgoglio nomade: senza casa, mai senza coraggio.
Non subito, non senza organizzarci.
Dalla manica tirò fuori una biglia argentata che catalizzò gli sguardi di tutti. L'aria, attorno all'oggetto, pareva sfrigolare d'elettricità.
Non senza queste...meraviglie.
Il cerchio si ruppe, in molti si allontanarono prendendo ognuno una strada diversa.
Ma dobbiamo fare in fretta.
Aggiunse.
Prima che cadano in mani sbagliate.
Nient'altro che un mormorio trasportato dal vento.
Corrente amica dei nomadi latrice di voci e notizie, e suoni anche, come quelli di una corsa.

 
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