Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Punti di vista, Corsa all'Oro

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Shervaar
view post Posted on 14/9/2015, 20:42




Soffiava un vento gelido e tagliente, uno di quelli che respirato a pieni polmoni ti leva il fiato congelandoti pure le bestemmie in bocca. Il sole alto nel cielo sembrava essere finto e neanche provava a scaldare quella fredda giornata che, nonostante tutto ciò, scorreva abbastanza tranquilla. Faceva un freddo infernale ed il vento secco ti spaccava la pelle, è vero, ma fuori non c’erano folli bufere di neve, non più almeno.
Mi chinai a raccogliere un pugno di soffice e candida neve fresca, lasciandomela sciogliere tra le dita mentre ci giocherellavo divertito. Strana roba la neve, ne liquida acqua ne rigido ghiaccio, nulla di particolarmente eccitante od importante in realtà, solo un fenomeno curioso.
Ebbi comunque appena il tempo di concedermi un sorriso divertito che una folata di vento più decisa delle altre mi provocò un brivido che mi scosse pure le budella. Asciugai velocemente la mano sul pesante mantello in cui ero avvolto e la ricacciai al sicuro dentro al Guanto da Lavoro avviandomi in cerca di informazioni. Quella mattina gli esploratori erano finalmente ritornati dalla loro ronda nei vicini valichi che congiungevano Edhel e Dortan dopo esser rimasti lì bloccati dalle intemperie per giorni e, a sentire le voci, sembravano avere notizie storiche.
Percorsi a grandi passi la via principale del borgo, come ogni giorno avevo fatto nell’ultima settimana aspettando che le tempeste a valle si placassero, quando lo sguardo mi cadde su un uomo infagottato a bordo strada. Era un volto nuovo e, nonostante vestisse come tutti gli altri anonimi e pesanti abiti di tela e pelle, non fu difficile non notarlo considerando che lì a Lamadiroccia ci abitavano appena cinquanta anime dimenticate.
Avamposto di esploratori, cercatori di fortuna e Uomini di Pietra, Lamadiroccia era un borgo arroccato sul fianco di una montagna per metà costruito di case scavate nella roccia e per metà di case costruite con la roccia scavata. Perennemente imbiancato e battuto dal vento, praticamente isolato dal mondo nei giorni di tempo avverso eppure punto strategico per il controllo e la difesa delle gole dell’Erydlyss.
Lì, in quell’angolo sperduto di mondo che richiamava solo uomini senza ormai più speranze o bramosi avventurieri e cercatori di fortuna, l'uomo aspettava tranquillo.
Non sbraitava, non sbracciava, non chiamava nessuno a gran voce come avrebbe fatto qualsiasi altro suo collega del sud: lì tra le montagne dell’Erydlyss nessuno sprecava preziosa aria calda dando fiato ad inutili parole e le mani la gente preferiva tenerle al caldo sotto le ascelle. Semplicemente fumava mesto la sua pipa. A suoi piedi un pesante telo di iuta marroncina era steso sul bianco mantello di neve mettendo in mostra merce di ogni tipo.
Era la prima cosa diversa che mi capitava dopo sei giorni di bianca monotonia, e non potendo resistere mi avvicinai incuriosito. Solo una sbirciata mi dissi; ed infatti una solo sbirciata bastò a folgorarmi sul posto quando notai mezzo nascosto dietro una coppa di fattura nanica, tra una cote ed un mortaio, un piccolo tesoro.
Oh, si. Sarebbe stato mio.
Feci un altro paio di passi, rapito da quella meraviglia. Le regolari e vorticose striature gialle e marroncine nel traslucido corpo ambrato erano solo un primo segnale a garantire l’autenticità del tutto. Le forme e le dimensioni un po’ irregolari di una noce poi erano più che veritiere, ma a levarmi ogni dubbio sul valore del pezzo fu il suo cuore nero, praticamente impossibile di ricreare artificialmente. Semplicemente la luce spariva nel centro del piccolo globo, come risucchiata con avidità in un buco nero.

<< Bello vero? >> azzardò finalmente il mercante quando ormai senza neanche rendermene conto ero arrivato ad un passo dalla mia piccola fantastica scoperta e mi ero accovacciato per ammirarne meglio i dettagli. L'uomo aveva un anonimo accento, ne del luogo ne di terre lontane, e nel parlare si scoprì il volto rivelando un viso che sapeva di navigato, con mento squadrato e brizzolato e due occhi marroni.
O almeno quello avrei visto se avessi staccato anche solo per un secondo gli occhi dal piccolo globo ambrato.
Risposi alla sua domanda annuendo stregato dopo un attimo. Tanto per non mostrarmi interessato, tanto per non dargli motivo di tirare sul prezzo, tanto perché insomma quello del commercio era il mio talento segreto…
<< Un pezzo unico ed autentico come avrai già notato, una vera rarità. Non sai cosa ho dovuto passare per mettere le mani su uni di questi. >>
<< Lo so bene in realtà >> pensai bene di rispondere, sempre perché non era mia intenzione dare l’idea di uno disposto a sborsare una fortuna. Ma come potevo rimanere impassibile davanti a ciò? La ghiandola pineale di un Lamash, uno delle più rare e vomitevoli creature sputate fuori dalle profondità del Baathos, e soprattutto uno dei più pericolosi e coriacei schifi che Theras avesse mai visto. Già di per se assurdamente sorprendente che qualcuno fosse riuscito a mettere le mani sul cadavere di uno di quei mostri antichi era ancora più incredibile che quel qualcuno avesse avuto anche l’accortezza di salvarne quella così graziosa e preziosa ghiandola.
<< Cento pezzi d’oro allora, solo perché una tale meraviglia non merita di rimanere invenduta tra le mie umili mani, e potrai tornare a casa ricco come mai lo sei stato. >>
<< Affare fatto cazzo. >>
Fortuna che questo rimase solo nella mia testa. Non che non avessi comunque ben nascosti nella mia Sacca degli Strumenti abbastanza minerali e piccoli tesori da raggiungere quel valore, ma era una follia. Sbavavo con avidità davanti a quella rarità, ingrediente fondamentale ed indispensabile per replicare quell’esperimento che era il fine ultimo del mio pellegrinare, ma nonostante tutto non potei non tentennare davanti quella richiesta.
Esitazione che non sfuggì all’altro.
<< Viene dall’altro capo del continente, ha secoli di storia e non è detto che ve ne siano altri simili in giro per il mondo, e tu che mi sembri un esperto questo lo sai bene>> rilanciò.
Tutto maledettamente vero. Non potei non domandarmi come mi ero procurato quel gioiellino la prima volta che avevo compiuto il mio viaggio in giro per il mondo. Non si va a caccia di Lamash come si va a caccia di cinghiali. Non si va a caccia di Lamash e basta.
E proprio per questo non me ne sarei andato di lì a mani vuote, ero pronto a tornare a casa in mutande tremante tra le gelate nevi dell’Erydlyss pur di non sputare in faccia a quella surreale botta di culo.
Mi avvicinai ancora un altro passo, ormai quasi calpestavo il resto della merce, e stregato tornai a consumare con gli occhi l’irregolare globo ambrato.
<< Guarda la cura nei dettagli, gli intarsi e le rune incise nell’oro massiccio, e ricorda che è miracolosamente arrivato a noi dai tempi della sec...>>
<< Ma che cazzo?... >>
Staccai finalmente gli occhi dal globo ambrato e notai di avere il naso ad un palmo da uno specchio tirato a lucido la cui cornice aveva un aspetto solo artificialmente antico.
<< Si e io sono così coglione da comprarmi uno specchio per poter ammirare tutte le mattine questo brutto grugno che mi ritrovo >> pensai divertito.
Di massiccio poi più che l’oro della cornice c’era solo il vano tentativo di rifilarmi una fregatura. Suddetta cornice infatti, se veramente d’oro massiccio, sarebbe affondata nella neve per ben più di quel centimetro scarso, come invece avrebbe fatto un qualche porcheria di lega laccata d’oro.
La neve caduta la notte stessa era ancora vergine e nel camminarci ci si affondava quattro buone dita oltre la caviglia prima di trovare lo strato di neve ormai vecchia e solida. Una cornice d’oro di quelle dimensioni sarebbe riccamente annegata nel manto innevato. Considerazioni di fatto inutili visto che quello specchio era l’ultimo dei miei interessi.
Sorrisi comunque di fronte all’equivoco e allungando un mano recuperai la piccola ghiandola sollevandola oltre lo specchio, tra me ed il mercante che mi guardava dall’alto.
<< Credo che cento pezzi d’oro siano un po’ troppi per un portafortuna d’ambra da tenere in tasca... >>
Mentii spudoratamente. Ora che lo tenevo stretto ad un palmo dal viso ogni dubbio che già non avevo era sparito per sempre. Magari quello non aveva idea di quale meraviglia avessi per le mani ed io volevo quel piccolo tesoro ad ogni costo.
Benché in realtà disposto se necessario a barattare anche le mutande per la piccola ghiandola non avevo certo intenzione di uscire da quella storia senza i miei minerali, le mie erbe, o qualsiasi altra cosa l’altro avesse voluto per quel baratto. Quelli erano i miei piccoli preziosi bambini e separarmene era solo l’ultima e più disperata delle opzioni.
Alla vista della piccola meraviglia ambrata in compenso l’altro scoppiò in una fragorosa risata.
<< Quello? Sono mesi che provo a venderlo come amuleto scaccia demoni a qualche citrullo. E’ tuo al prezzo di un buon bicchiere di caldo vino speziato. >>
Allungai una mano incredulo dentro la mia Sacca, recuperando un pugno di monete.
Veramente?
Niente scampagnate nelle oscure profondità del Baathos? niente spedizione suicida in dimenticate e oscure caverne? Spuntavo una delle voci più ostiche della lista dei reagenti da recuperare così, quasi per sbaglio?
Lasciai in mano al tipo molto più di quanto avesse chiesto e afferrando la ghiandola mi allontanai a grandi passi, incredulo e quasi pronto ad un qualsiasi scherzo del destino. Era tutto troppo inverosibilmente bello. Avevo ancora tutte le mie cose, anzi, avevo ancora tutti i miei tesori e avevo la Ghiandola! Ci fosse stato abbastanza spazio mi sarei infilato nella Sacca che tenevo a tracolla a crogiolarmi tra tutti i miei reagenti, i miei intrugli e i vari attrezzi che un attimo prima avevo pensato di sacrificare. Erano ancora tutti lì, anzi, ora erano ancora di più!
Tutto tanto inverosibilmente bello che perso e sognante feci un sonoro frontale con una montagna di pelliccia.
<< Nitro! >> ruggì quella, strappandomi ai miei sogni mentre cacciavo in un tasca il MIO nuovo tesoro, a riparo dalla vista di tutto e tutti.

Completamente perso tra i miei pensieri non notai l'uomo, sempre infagottato e tranquillo nel suo angolo, sorridere ricoprendosi il volto.

Legenda : Narrato - Pensato - Parlato - Mercante - Altro Tipo

Note:
Giocata che da inizio a qualcosa, non so ancora bene cosa :8D:
Seguirà sicuramente dell'altro sempre nell'ambito dell'evento.

Per il resto scena easy, presa molto come esercizio di scrittura su punti che mi sono stati fatti notare carenti.

 
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