Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

<b>[color=#297A29]Fratelli di sangue[/color]</b> - II, R., Corsa all'oro

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Lill'
view post Posted on 17/9/2015, 00:10





Non molto più a Sud di Samaberthe; nel Talamlith

   È così, certo. Mugugnò il nano, quasi parlando da solo.
   …crepare come un maiale
   Raccolse il bicchieretto di legno riempito dall’altra Lanterna, guardando fuori dalla finestra l’acqua venir giù a catinelle. Quel giorno, forse quello dopo, poi si sarebbero rimessi in viaggio. Trascorsa una settimana alla colonia, dove i carpentieri stavano iniziando a cercare rami e pellame per ricoprire i tetti delle prime case, Rick Gultermann si era infine deciso a scendere giù dalle montagne. Allora il temporale l’aveva colto, dandogli il bentornato nell’Edhel.
   E quindi, vi volete incontrare tutti per questa faccenda del porco?
Tornò con gli occhi a Niall, scansando l’idea di una storia degna da raccontare.

   “Per quello, sì.” Il cacciatore interruppe la bevuta; si pulì con la manica la barba rossiccia.
   “…per i draghi.

   “Tra due settimane, nel sud delle piane di Milmillitir


   E così il tempo passò, lentamente. Cincischiando nella grande aula, le due Lanterne scambiarono motti e notizie con gli abitanti di quel villaggio di frontiera, tra i più bassi degli Anhamid. Era capitato a volte, nei giorni precedenti, che i due si sedessero da soli, rabbuiandosi a vicenda dietro una fiaschetta di liquore. Il nano era arrivato dopo, ma non aveva fatto grossa differenza. Allora, quando il sole calava e neppure il Rosso aveva una battuta da fare sulle vecchie che cucinavano, gli Uomini di pietra sapevano che era meglio non chiedere. La sera in cui parlarono di quella riunione trascorse col solo picchiettio dell’acqua sulle assi della baita; poi, silenzio. Le nuvole cariche di pioggia coprivano la luna. Rick e Niall avevano preso accordi per smezzarsi il carico di armi che il nano si portava appresso da oltre le montagne, ognuno trovando le tribù e i villaggi più in necessità.
   Ma, Rick lo sapeva, per il Rosso dovevano tenerne alcune per loro; per le Llusern.
   C’era da chiarire la questione con quei mostri volanti.

   “Oh, ho anche qualcosa di tuo
disse Niall la mattina della partenza. “L’avevi lasciata prima di partire, credo, me l’ha ridata...”
Il cacciatore scosse la testa.
   “Non importa. Non porta fortuna, quest’arma.
Porse all’altro il ferro ricurvo, avvolto in un panno sfilacciato. Così Rick Gultermann si riappropriò della Vena di pietra.

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   Nelle due settimane che seguirono, Occhio di civetta non ritrovò i clan Rahm per cui aveva vagato nel Dortan in lungo e in largo, in cerca di armi. Non indagò oltre quel mistero. Percorse la colline floride che attorniavano il cuore boschivo della regione, ridiscese nella tundra rada. Fu dopo l’incontro con le Lanterne, come d’accordo con Niall, che decise di continuare comunque verso Nord col suo carretto di ferraglie; qualcuno avrebbe incontrato.
   Così prosegui per le piane di Milmillitir, fino all’altezza in cui queste si infrangevano contro le montagne più a nord, assai più secche e dure. Passarono dei soli e delle lune. Fu sulla sommità di una delle prime scarpate, un giorno, che trovò un gruppo di elfi. All’inizio prese quel campo incredibilmente attrezzato per una carovana Rahm, gli unici a percorrere normalmente quelle zone.
   Salute disse, avvicinandosi alle figure incappucciate. Il vento tirava forte, lì a Nord, e il fuoco al centro del campo era poco più che un buco nella terra gelida.
   « Efallai y byddwch yn dilyn y coiliau o Berion »
   Un elfo dai capelli argentei gli augurò in risposta.
   Rick Gultermann pensò che qualcosa da far strisciare al dio cieco l’aveva, ma su per il culo.

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Zopdwer



   Il gruppo proseguì il suo viaggio per la parte settentrionale del Talamtlith. In cerca di tesori, i cacciatori Neiru avevano accettato di buon grado Rick, o più che altro la sua conoscenza del territorio, in cambio di un posto nella spedizione. Gli elfi pallidi mancavano delle spiccate doti da esploratori dei loro cugini. Tuttavia, il grado di organizzazione del loro campo era ben diverso da quello di qualsiasi civiltà nell’Edhel.
   Possedevano strumenti in acciaio superiore per la scalata, tende e vestiti di tessuto lavorato con le macchine; persino le loro fiaschette, notò Rick, erano di metallo. Il capo della spedizione, un elfo androgino che rimaneva incappucciato anche col sole, era in possesso di alcune pietruzze arcane in grado di trattenere il calore, ultima stregoneria degli alchimisti importata dall’Akeran.
   Dal canto suo, il nano partecipava alle caccie del gruppo in silenzio. Non menzionò mai la propria infanzia sulle rive del Ran, o peggio, le vicissitudini di pochi anni prima sotto il Kravesh ni va. Scoprì che alcuni dei Predatori erano particolarmente giovani, anche se sapeva bene come le acque spiritate del Bacino deviassero e imbrogliassero persino il tempo, oltre a scemunire la coscienza con quei maledetti fumi.

   “Dovresti lasciar perdere quel ciarpame di ferro” gli disse una sera Sven, mentre sedevano attorno al fuoco in una grotta. Era il più esuberante tra i giovani, e quello che meglio aveva accolto quel viaggiatore solitario; per gli elfi era chiaro si trattasse di poco più che una saggia guida montana, con occhi e un’aura di strane reminiscenze, certo, ma comunque funzionale ai loro scopi. Rick s’era assicurato di non mostrare mai altrimenti. Aveva lasciato il suo carretto alle pendici dell’Erydlyss, quando il cavallo era morto di polmonite inzuppato di pioggia; di viaggi con mezzi simili non ne capitavano spesso.
   Sto bene così rispose.
Pensò a come Niall gli avesse proposto di prendersi tutte le armi, e ora doveva beccarsi le irrisioni degli elfi per quel carico sferragliante in spalla. Non aveva mai chiesto loro una mano, comunque. Rimaneva a volte indietro, curvo e lento, ma alla sera si piazzava senza fiatare nella loro bella tenda.
   “Andiamo”, continuò l’altro, “chiunque a Neirusines può fornirti armi con metallo appropriato. Si sa.
   Sven indicò le sue daghe, che luccicavano rossastre su un telo accanto al fuoco. Era disposto dall’altra parte delle braci, eppure Rick poteva intuire chiaramente la qualità dei suoi stivali, la foggia del cuoio nella sua cintura. Altri due ragazzi del gruppo assentirono, ridacchiando.
   “Insomma, le trovi se vuoi fare il macellaio da noi; se fai il minatore, chiaro; le trovi se fai il panettiere a tagliare gli sfilatini…
Ma dal panettiere sotto la montagna, Rick Gultermann lo sapeva bene, non avevano niente del genere.
   Lo sguardo del viandante spaziò nella spelonca, la bocca storta per via di quelle sbruffonerie. Un paio di Neiru sonnecchiava su delle stuoie. Il sempre incappuccaito Oedwaed, insieme ai più esperti, leggeva e annotava numeri nei rotoli di pergamena, giù in fondo alla grotta. Erano seduti su sgabelli portentosi, che si piegavano grazie a un perno; davanti a loro, uno stuolo di gingilli magici e altre meraviglie riposavano ammucchiati al suolo.

   “Guarda, io una volta l’ho vista la spada di un Danzatore. Non era poi così diversa
   Le voci dei ragazzi lo richiamarono.
   “Seh, un Danzatore.
   “Ma va, che dici!”
   “Ehi Rick… tu l’hai vista mai la spada di un danza-
   Fu in quel momento che la voce di Sven cambiò di tono.
   “-danzatore. Ora che ci penso,
si diceva ce n’era uno basso e tozzo, qualche tempo fa. Ai tempi degli ultimi scontri.

   Rick ci mise qualche istante a rispondere, ma i suoi occhi scuri si era già assottigliati. Indicò con una mano i propri calzoni bucherellati, stesi accanto al fuoco assieme alla bisaccia e alle armi.
   Beh… deve proprio averne un paio così, un danzatore.
I ragazzi risero, ma Sven continuò.
   “…Uno che lo sporco Crostascura aveva aizzato contro il Primo, uno dei cadetti. Uno che aveva fatto a pezzi fior di fiori nelle lotte delle gallerie…
   Di colpo era piombato il silenzio. Occhio di civetta si guardò intorno: i cani non guaivano più; udiva solo il crepitio dei ceppi davanti a lui, e il tintinnare della roncola invischiata nel suo fodero al ritmo del respiro. Anche Oedwed aveva smesso di scrivere sul suo sgabello, ora, e osservava la scena.
   “Ma, insomma”, Sven si distese in un sorriso, sempre seduto; si stiracchiò a braccia larghe dall’altra parte del fuoco. Quello non puoi essere tu
   Allora raggiunse con una mano il telo, e l’attimo dopo fu in piedi impugnando le daghe.
   Rick Gultermann non fece in tempo ad alzarsi. Semplicemente, si lasciò cadere a peso morto indietro dalla posizione seduta, spingendo con un piede i tizzoni tra le fiamme. Quando Sven gli piombò addosso, tra il fumo che s’era addensato sotto la bassa volta della grotta, la sua prima daga trovò il braccio di Rick.
   Occhio di civetta mugugnò per il dolore, evitando la seconda daga con una mossa di lato. Trasse un respiro, rimettendosi in piedi. Andiamo, disse, roteando il polso del braccio ferito. Non fare il matto, ragazzo.
   Tra i Neiru, chiunque avrebbe detto che quel pugnale non era andato poi così in profondità: Sven doveva essere stato interdetto dal fumo, che ora s’era fatto quasi nero e tangibile; non si vedevano altre spiegazioni alla salvezza di quel povero viaggiatore di fortuna. Oedwaed e gli altri si fecero più vicini, incuriositi dalla lotta. “Oh, no” sibilò l’elfo; “Niente del genere” e sferrò una terza, poi una quarta sferzata alternando il destro e il mancino, che sfiorò il volto di Rick. Il nano indietreggiò di qualche passo, rendendosi conto di avere la parete della grotta alle spalle. Quei maledetti cani conoscevano bene il suo odore, ormai. Gli elfi dalla pelle diafana lo attorniavano.
   Pfu! biascicò contro Sven, prendendo tempo.
   Meglio da un porco, che da una faccia-di-morto!
   E liberò la roncola dal fodero, menando un fendente carico di fumo magico tutt’intorno.

   Oh, allora era davvero un cadetto danzatore…
La voce di Oedwaed sovrastò tutti gli altri rumori.

   L’elfo incappucciato era rimasto immobile, in piedi dietro ai più giovani. Eppure, una strana schiuma verdastra aveva divorato quasi del tutto il fumo nero e scarlatto di Rick. Mi sorprende nessuno di voialtri l’abbia notato prima, con quegli occhi pieni di ombre… disse, mentre solo un grumo scuro era rimasto dell’incantesimo.
   Dopo, il gelo.

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Guardi in faccia una creatura giovane, dalla pelle di luna e dalla bellezza strana, di donna e di uomo.
Ed è evidente anche a te, che non ne capisci nulla.



   Ma che diav-
Il Neiru incappucciato sobbalzò, assieme a tutti nella grotta. Guardando al centro di ciò che era rimasto dei due incantesimi che si consumavano, entrambi figli del potere delle ombre, si intraveda qualcosa muoversi lentamente, ritmicamente. Come delle blande onde, ma non di un mare; qualcosa di più piatto, e di scuro.

E oggi come allora, guarda, scopri dei tuoi simili. Li scopri in fondo ai tuoi occhi, nascosti; li scopri mentre giocate danzando attorno a una torcia in una spelonca che, stai sicuro, a un certo punto diverrà stretta per te.
Ieri vedevi quattro figure, te compreso, oltre alla ragazza dalla pelle di luna. Ora?
Quanti sono con te?


   Oedwaed fu il primo a muoversi, lentamente. Quando l’immagine che non era un immagine, ma più una voce, un ricordo, si consumò del tutto, il capo della spedizione si portò tra Sven e Rick. Aveva trovato una nota conosciuta, in quella voce; una cadenza musicale simile a quella di chi, in gioventù, aveva avuto l’onore di incontrare. Benché le circostanze fossero strane, si rivolse a quel nano pulcioso, perché i segni erano inequivocabili.
   Credo che qualcuno nella Cerchia potrebbe essere interessato ai tuoi servigi
   Il fuoco alle spalle di Oedwed lambì i contorni della sua figura sottile. Quando li liberò dal cappuccio, sui capelli color della neve corsero riflessi rubescenti.

   ...Che ne dici, nano?
Rick, che s’era fatto più piccolo in una rientranza della parete, schioccò la lingua vistosamente. Per ora se l’era scampata, ma la sua mente cominciava a immaginare delle fini possibili per quella storia. Sperò che non fossero belle o degne, che non fossero niente: immaginare le cose poteva farti male.
   Mostrò i denti scheggiati in un nuovo schiocco di lingua, e guardò negli occhi di pece l’altro;
   occhi bui, iridi completamente nere.
   Occhi di un altro fallito Danzatore.


SPOILER (click to view)
EDIT- Errori vari ed eventuali.


Edited by Lill' - 17/9/2015, 01:33
 
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