Cavalier Fata ········ - Group:
- Member
- Posts:
- 7,592
- Location:
- Valinor
- Status:
| |
| Sangue e Oro ~ L'artiglio e il Leone. « Una volta qualcuno mi disse che "noi siamo il Lione". Sbagliava. Noi siamo la tempesta. » Il boato dello scoppio mi fece tremare anche le ossa, mentre con un cannocchiale osservavo l'impatto devastate di mezzo chilogrammo di ghisa che impattava contro il fianco roccioso di una rupe. Al mio fianco un paio di Artigli stavano ripristinando il falconetto alla sua posizione originale, dopo il rinculo, per far di nuovo fuoco. « Un grado e mezzo più in alto e mezzo a sinistra. » dissi all'artigliere. « Inoltre legatelo meglio, se quest'affare vi colpisce alle gambe è in grado di frantumarvi le ossa. » Una degli addetti, una ragazza piuttosto giovane, mi guardò con aria curiosa. « Signora, perché spariamo così in alto? » una domanda legittima, dopo tutto, ma a cui non potevo rispondere con la dovuta chiarezza. Non ancora, perlomeno. « Chi ti dice che i nostri nemici non sappiano volare? » le sorrisi, mentre sul suo volto di dipingeva solo altra perplessità. « Ricaricare. Voglio che siate in grado di sparare due colpi al minuto in sicurezza. »
[ ... ] Era giunto il momento, non potevamo più attendere. Forse i tempi avrebbero potuto essere più maturi e, forse, le cose si sarebbero potute assestare in maniera più vantaggiosa rispetto a quello che stava accedendo nei regni, eppure non avrei saputo restarmene ancora in silenzio. Entrai nel mio piccolo studio e, sedendomi alla scrivania, afferrai carta e piuma per scrivere la lettera che avrebbe davvero cambiato il mio destino. E non era indirizzata al Re, né a quel pallone gonfiato di Aedh Lancaster. E nemmeno a Padre Zeno. Loro non mi avrebbero potuta aiutare in quello che dovevo fare, c'era solamente una persona che avrei voluto al mio fianco quando la tempesta si sarebbe abbattuta non solo su di me, ma sull'intera colonia: Erein. Nonostante la caduta dei sussurri, gli unici che avrebbero ritenuto sbagliato il mio agire, decisi di non scrivere niente di compromettente, nulla di esplicito, solamente un'invito di poche semplici righe, formale e preciso.
Erein,È da qualche giorno che sono in visita alla colonia e volevo ringraziarvi dell'aiuto dato all'ospedale. Tempo al tempo, questo luogo crescerà, vorrei invitarvi ufficialmente a presenziare all'apertura della miniera sette, una vena aurifera scoperta da poco, perché ritengo che la vostra presenza possa allietare gli elfi che vivono qui. Di recente abbiamo avuto qualche problema di ordine pubblico, una visita dalla grande città aiuterà, ne sono certa, e scusate queste poche parole, ma il tempo è tiranno in questi giorni. Guerra e pace si sono susseguite dal nostro primo incontro, spero che accetterete questo invito per poter passare momenti sereni, lontani dalla frenesia e dalla problematicità cittadina. Vostra, Azzurra.
Attesi qualche secondo, piegando poi la lettera e sigillandola a ceralacca, apponendovi il drago Lancaster. Quella, come tante altre missive, sarebbe stata recapitata di lì a pochi giorni direttamente a Ladeca, al generico indirizzo dello stregone. Niente di più ordinario e banale che normale corrispondenza. Dall'angolo della stanza, però, qualcuno si mosse. Era rimasto fermo per tutto il tempo e, pur sapendo benissimo che era lì, quando aprì bocca sussultai, tanto ero immersa nel silenzio dei miei pensieri.« Azzurra... non si torna indietro. Siete sicura di volerlo fare? » Lo guardai, cercando di scrutare oltre il suo volto vissuto. Stranamente vi scoprii un timore non indifferente. Era la prima volta che vedevo un Lancaster avere paura di qualcosa ma, del resto, quella che stringevo tra le mani poteva diventare benissimo la nostra condanna a morte. « Landon... siete ancora in tempo per ritirarvi. » gli sussurrai, squadrandolo dalla testa ai piedi. « Azzurra io... » « Credete in Dio, voi? » Gli domandai, affilando lo sguardo. « ... » « Io l'ho visto e so cosa mi aspetta dall'altra parte. Se ci andrò, sarà con la mia spada in mano e la testa alta. » L'uomo abbassò lo sguardo, pensieroso. « Preparate i vostri uomini, è giunto il tempo che gli Artigli della giustizia taglino la gola alle Fauci della bestia. » Scena privata, si prega di non intervenire.
|