Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Ground Zero

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view post Posted on 6/10/2015, 00:27
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ground zero

IGMBRsE

« Bene. Siamo arrivati. Non ci spingeremo oltre. »
Edmond Lilandt scese dalla diligenza dei suoi benefattori con un piccolo saltello. L'impatto con i suoi stivali fece esplodere una pozzanghera, imbrattandogli le braghe. « Al diavolo. » Disse d'istinto, alzando le braccia al cielo mentre il gelo di quell'acqua piovana gli permeava fin nelle ossa. In tutta risposta un paio d'occhi fecero capolino dal posto di conducente, ricolmi di pentimento per aver accettato quel lavoro. « Come scusa? » La voce rauca del conducente tolse l'attenzione di Edmond dai suoi pantaloni e la riportò su altri problemi, questa volta di natura economica. « Come dicevo, non ci spingeremo oltre. Non so cosa tu sia venuto a fare in questo posto maledetto, ma se fossi in te chiederei a questo buon vecchietto di riportarti a casa. Pagando. » Finalmente il volto del conducente emerse del tutto, rivelando un viso segnato dall'età e dalle pustole. Il suo naso adunco pareva più adatto sulla faccia di qualche strega delle fiabe. Le labbra gli si schiusero in un sorriso sghembo, rivelando qualche dente marcio mentre una risatina gli passava sulla lingua. A quel punto Edmond non ce la fece proprio più di guardarlo in faccia e gli tirò una saccoccia di monete, che il conducente prese con avidità. Lo aprì ed inizio a contare le monete con l'indice della destra, ma non si risparmiò da fare qualche altro commento: « Dì un po', straniero... sei venuto qui solo per quella, vero? » Non la indicò, ma Edmond sapeva bene che si poteva riferire ad una cosa sola. Velta.
La Torre Spezzata si ergeva al centro dell'ancora distante città di Maktara, poco prima dell'orizzonte. Il suo profilo mutilato riusciva ancora a sfondare quella sottile linea, aggrappandosi al cielo con le sue ultime, vecchie dita. Il simbolo della decadenza della Seconda Era era ancora vivo, ma pareva che fosse stato tramutato in pietra. La luce del giorno accarezzava la torre come se fosse una signora anziana e stanca, donandole l'aria di magnifica antichità che meritava. Eppure, sotto quella pacifica apparenza, Velta non aveva mai smesso di animare le notti della regione liberando le Ombre più feroci per ogni dove. Neppure l'avventuriero più audace avrebbe sognato di esplorare le sue sale e Edmond non aveva intenzioni simili.
« No, no. » Gli rispose infatti, alzando il palmo in avanti come per bloccare quelle insinuazioni. « I morti vanno lasciati riposare in pace, vecchio mio. »
« Amen! » Concluse l'eccentrico conducente mentre girava la diligenza, senza nemmeno far riposare i cavalli. Era chiaro che voleva andarsene il prima possibile. I due si scambiarono un cenno di saluto e Edmond si mise immediatamente in cammino, proseguendo in avanti, verso Maktara.
Come un'onda di pietra, la città iniziò a tramutare il paesaggio molto presto. Gli edifici avevano sostituito gli altorilievi con l'edera e non una traccia di colore poteva ancora essere vista in quella che un tempo era una capitale florida e ricca di vita e virtù. In pochi ricordano che Eitinel non era stata la prima, e che anche lei un tempo possedeva qualcosa comparabile alla purezza di cuore. Dove fosse finita, questo Edmond non lo avrebbe mai scoperto. Ma il passato del Sorya era ora tutt'attorno a lui, come se si trovasse su gigantesco libro aperto del quale non sarebbe mai riuscito a leggere tutte le pagine.

Edmond non aveva una meta precisa. La Corsa all'Oro aveva contagiato anche lui, e come non avrebbe potuto? Tuttavia appena scese dalla barca, mettendo piede nella regione dell'Edhel, fu subito attratto da quel luogo che aveva causato così tanta sventura per lui. Era passato tanto tempo. Troppo. Ma era riuscito a rivedere Velta, che in passato aveva sfiorato, durante la Guerra del Crepuscolo. Il portale per la dimensione dell' "Asgradel" non esisteva più, così come il gorgo. Solo la scalinata che sembrava essere la lingua stessa degli inferi era rimasta intatta -persino la torre era ancora più spezzata di quanto non lo fosse già stata prima. Ma quella decadenza era naturale. Perfetta, quasi, nella sua malinconia. Ogni singola pietra di quel luogo era intrisa di una storia fitta e terribile, ma dimenticata, come se fosse un libro di incubi sullo scaffale più impolverato di una biblioteca deserta. Era destino, era inevitabilità.

Eppure, alcuni ricordi erano duri a morire. Ancora vagavano per quelle terre desolate, portando con sé il pesantissimo marchio di una storia fatta di brutti sogni, un segno impossibile da cancellare. Edmond condivideva, in parte, quel peso. Anche lui era stato partecipe e testimone della Guerra, anche lui era stato sputato dal grembo di un'entità divina. Ma c'era chi sapeva di più. Chi aveva vissuto di più. Chi conosceva altre storie, altri misteri, altre meraviglie.
Il fascino di tutto ciò non poté che dipingere un sottile sorriso sulle labbra del cacciatore di tesori.

Edmond seguì una scia di tracce particolarmente ispirata, ricca di glifi mai visti prima, caratteri antichi e strutture sempre più vecchie e decadenti. Gli sembrava di star proseguendo indietro nel tempo mentre gli edifici attorno a lui diventavano sempre più fatiscenti, sempre più simili alla terra nella quale sarebbero inevitabilmente sprofondati, un giorno. Poi, davanti a sé si aprì la vista di un santuario immerso nella vendicativa natura, che lo stava riconquistando. Alte colonne di pietra ancora solida accompagnarono i passi di un Edmond sempre più convinto che quella nostalgica visita non sarebbe servita solo a rinfrescargli la memoria della danza al crepuscolo.
Fu allora che un fruscio alle sue spalle si fece udire in tutta la sua sospettosità. Edmond, che di certo non era incauto, sapeva bene che quelle terre nascondevano creature terrificanti -soltanto l'ingombrante presenza del sole e il fortunato disallineamento del mondo delle ombre gli avevano concesso quella gita. Ma pareva che il tour sarebbe finito presto. Edmond si buttò tra due edifici, pronto a sfoderare la spada contro qualsiasi pericolo ma ben tenendosi nascosto da occhi che avrebbero potuto cercarlo.

Fu allora che vide come durante il giorno le ombre sono solo più grandi e spaventose.

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