Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Quest : Anima artificiale

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miky1992
view post Posted on 22/10/2015, 12:51




Balin era seduto sulla poltrona dell’ufficio/laboratorio, si massaggiò le tempie doloranti e fissò la bottiglia di brandy sulla scrivania. Aveva la bocca secca e le palpebre pesanti, Luis si era dimenticato di preparargli la colazione. Scosse la testa e sospirò. Stupida ferraglia. – Signore l'ufficiale della legione è qui, vorrebbe parlarle. La voce dell'automa era ancora più metallica del solito per colpa dell'altoparlante.
Balin inarcò le sopracciglia e si grattò la testa. – Che diavolo vuole ancora?
- Dice di doverle rivolgere alcune domande.
Balin maledì mentalmente tutti gli Dei di cui conosceva il nome e disse: - Fallo entrare!
I tre agenti sfilarono in fila indiana, il primo, l'ufficiale si sbracò sulla poltrona di fronte a lui, gli altri rimasero ai fianchi del primo. Lo fissavano tesi, con un espressione che a Balin non piacque per niente. Balin accavallò le gambe, congiunse gli indici e sfiorò con la punta delle dita le labbra. Avvicinò il registratore ai tre agenti, spinse il pulsante al centro, la levetta scattò verso destra e il cilindro di cera prese a ruotare. – Ditemi tutto, avete trovato qualche indizio?
Fu l'ufficiale a parlare, capelli castani, viso pienotto, più robusto degli altri due. – Purtroppo non abbiamo trovato alcuna traccia del suo assistente, la pista non sembra portare a niente.
L'ufficiale si fermò, come se si aspettasse una qualche reazione. Balin si versò un bicchiere di vino acetoso e ne bevve un sorso. – Spiegami bene cosa siete venuti a fare.
L'ufficiale scambiò un paio di occhiate con i compagni, strinse le mani attorno alle ginocchia e disse: - Sono due mesi che cerchiamo e ancora non abbiamo trovato nulla. E alcuni suoi vicini ci hanno riferito che lei e il suo collega avevate avuto diversi litigi nelle due settimane precedenti l'omicidio.
Balin aggrottò le sopracciglia e si passò le unghie contro l’ispida barba nera. – Ah, quindi siete qui per accusarmi. Disse con calma glaciale.
I tre fecero una faccia stranita, quello di sinistra scosse la testa. – Noi non accusiamo nessuno, ma dovrebbe almeno fornirci un alibi per quella notte.
Balin soffocò una risata. – Volete un alibi?
- Se lo ha.
Balin rimase in silenzio, distolse lo sguardo e prese a battere gli indici tra loro. – Dunque che volete che faccia di preciso?
- Ecco, dovrebbe fornirci prove dei suoi spostamenti per tutta quella notte.
I due compari annuirono soddisfatti.
Balin finì di bere, riempì di nuovo a metà il bicchiere di vino, lo agitò e buttò giù un sorso. Il sapore forte del vino, il calore si irradiò nello stomaco. No, non sto sognando, il vino non è così schifoso li. Tossì e si schiarì la gola. – Fuori di qui.
- Come?
Balin si stiracchiò il collo, le giunture scricchiolarono. – Se non avete altro da dire gradirei che lorsignori non mi facessero perdere altro tempo.
- Signor Balin, se lei
- Se lei, se lei. Grugnì il nano. - Fuori.

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Laboratorio di Balin.

Signori, benvenuti nel mio laboratorio. Spero che voi riuscirete a risolvere questa incresciosa situazione celermente.
Gusci di automi vuoti accatastati lungo le pareti, sottili gambe di metallo incrociate tra loro accumulate in un angolo. Casse di legno che traboccano di ingranaggi, leve, viti, bulloni, cristalli energetici e nuclei smontati protetti da paglia. Arti meccanici riposti sui ripiani di uno scaffale. Sui ripiani più alti: file e file di vasi ricolmi di feti di animali; cani, gatti, chimere e strani animali partoriti dal Plaakar o dall'aborto di qualche progenie demoniaca. E ancora organi immersi in liquidi trasparenti, ambrati e altri verdognoli. Alcuni pulsavano, altri erano mezzi decomposti. In alcuni era possibile riconoscere fegati, cuori, polmoni, in altri non vi era nulla di umanamente analogo. Su di un tavolino rettangolare erano disposte provette di varia forma ricolme di liquidi di ogni colore, a fianco un alambicco in rame da cui proveniva un borbottio continuo.

- Verrò subito al sodo: due mesi fa il mio collega, o meglio il corpo del mio collega è stato trovato in un vicolo senza vestiti e con il cranio fracassato. Quello che la legione non sa è che due gironi prima i documenti e il prototipo di anima artificiale mi erano stati rubati e che il mio assistente umano di nome io rivoglio quel prototipo signori, non m'importa come farete dovete trovarlo.



s0441152



CITAZIONE
Diamo il via alle danze! In questo primo post voglio che descriviate brevemente come il vostro PG ha trovato lavoro, avete carta bianca su questo punto. Inoltre dovrete continuare la scena che ho impostato, Barin sta parlando a voi, dovrete porgli tutte le domande che pensate siano importanti. Insomma sospetti, i fatti nel dettaglio... tutto quello che vi viene in mente insomma. tutte le domande le porrete in confronto e io risponderò. Ah ovviamente il nano in fondo al post è Balin.
 
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Endymion~
view post Posted on 5/11/2015, 12:33





CITAZIONE
Legenda:
Parlato Hyperion
Parlato Richard
Parlato Asura

png
«Non preoccupatevi, ci penso io!» disse l'uomo, mentre premeva un pulsante.
Una voce robotica uscì da chissà dove: «Chi è?»
«Noi siamo... ehm... le guardie postali, un nuovo gruppo per le indagini: sappiamo che state ancora cercando il vostro assistente, siamo qui solo per avere delle informazioni»
Dall'altra parte non rispose nessuno, ma la porta si dischiuse. Asura, con un sorriso radioso guardò i suoi due nuovi compagni, ed entrò dentro la casa di Balin. Un automa robot stava aspettando, e dopo avergli dato il benvenuto con la stessa voce metallica che avevano sentito prima, fece loro un cenno di seguirlo. Ancora una volta, il nuovo alleato di Richard e Hyperion si voltò, mostrando loro il pollice in su, quasi a dire: “è fatta!”
Arrivarono in una stanza dove un nano stava già guardando altre due persone con il volto corrucciato. O forse era solo la sua faccia normale: i nani si sa, sono sempre imbronciati, tranne quando bevono. Ma in quella stanza non sembrava ci fosse molto da bere. Pezzi di latta, organi e chissà quanti contenitori con altra roba strana sembrava osservarli. Ed in effetti li guardavano: dentro ad un contenitore Asura ritrovò la testa di un demone Piglimonski, esemplari facilmente ritrovabili nelle radure brulle del Plaakar, al confine con il Surgun-zemat. Quei demoni amavano correre, per loro era un gran bel gioco, quasi fossero dei ghepardi. Solo che a differenza dei grandi felini, i Piglimonski avevano tre paia d'occhi rossi, simili a rubini, incastonati in un cranio nero come la pece, e non avevano una pelliccia. Sembravano fatti di roccia, ma dopo un piccolo strato di “armatura”, si trovava il loro tenero cuore pulsante.
«Ah, quanto era buono il loro fegato arrosto. Non corressero così tanto ne avrei acchiappati un paio e li avrei allevati: ottima carne, molto superiore al maiale.» disse, mentre nessuno lo ascoltava. I suoi due compagni stavano in una fila con altre due persone: un elfo ed un nano. Era curioso come non si fossero ancora scannati, quei due. Di solito non corre buon sangue tra le due razze, e non per chissà quale vicissitudine antica, ma più che altro per il loro stile di vita. Se da un lato i nani si divertono e bevono quanto più possono, gli elfi solitamente sono più austeri, e queste personalità cozzano le une contro le altre. Tutto sommato gli umani sono una via di mezzo, anche se molti preferiscono godersi la vita, bevendo quando sono giovani, e ponderando durante la vecchiaia.
Senza badare a ciò che i suoi amici dicevano Asura fece il giro tra gli scaffali, guardando Balin di continuo, giusto per capire se lo avrebbe sgridato per non essere attento a ciò che diceva. Lui non ne aveva voglia, già aveva fiutato la pista di un lavoretto quella sera alla taverna, quando delle guardie parlavano tra di loro, e ora doveva pure ascoltare un vecchio costruttore? Tanto lui era di parte, avrebbe sempre sostenuto di non aver fatto nulla al suo assistente, ma chi poteva saperlo? Anche impiegare dei mercenari era una buona tattica, così avrebbe potuto avere un alibi: d'altronde lui aveva già fatto tutto ciò che era in suo potere per venire a capo del mistero della scomparsa del suo assistente!
Il biondo armigero continuò con la sua ispezione dei contenitori: cuore di Flagt, zampe di Zerbos, genitali di Barkas, cervello umano. E il cuore di drago? Non ce l'aveva quel nano?
Quando vide tutti quanti avviarsi fuori dal laboratorio li seguì alla svelta: «Questo qua puzza, non ha il cuore di un drago! È come non avere una piuma di fenice! Che collezionista sei! Magari non hai la coda di fenice, ma almeno una piuma sì! Di sicuro non se ne intende di pozioni e panacee.» disse annuendo. «Ve lo dico io, qui c'è da approfondire! Ma dove stiamo andando?»
«Andiamo a fare una visita ai tuoi amichetti della legione, quelle guardie. Sembra che qualcuno sappia in che guai si era cacciato Arn, ma non lo ha voluto dire.»
«Arn?»
«L'aiutante di Balin, quello morto insomma»
«Ah, sì... mi era sfuggito solo il nome.»

L'immagine in alto a destra è di Asura, come si presenta in armatura. Per farvi un'idea della faccia: una specie di Tony Stark interpretato da Robert Downey Jr. Poi nel prossimo post metto un'immagine, giuro :soso:

Scusa il Ritardo Miky, ma anche ieri mi sono ritrovato ad avere troppo da fare :scl: Sto diventando uno zombie :soso:

 
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view post Posted on 7/11/2015, 20:11

Hear me Quack!
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Il Sultanato ~ Un nano scorbutico


Erano giorni di noia, quelli al Sultanato, per Aruj. I suoi erano sparsi per l'Akeran, chissà dove, dopo l'ultima scorribanda andata a buon fine, e lui aveva deciso di tornare in patria solo per rendersi conto che non c'era granché da fare: non poteva certo andare dal vecchio Yakup, bussare alla porta e dire "Padre, il figliol prodigo è tornato" ... No, era fuori discussione! Eppoi, ora che era vicino casa, sentiva uno strano senso di amaro in bocca, un tappo alla bocca dello stomaco, lo spirito del fratello aleggiare su di lui, come un cattivo presagio.
Era stata decisamente una cattiva idea, quella di tornare lì, dove tutto gli ricordava tempi migliori, ormai andati in fumo. Per quanto si sforzasse di ricordarlo come tale, il Sultanato non era più casa.
Aruj vagava per le strade senza meta, una bevuta qui, una chiacchiera con qualche mercante lì. Stava letteralmente gettando via il proprio tempo. Finché, un giorno, durante una delle sue passeggiate, non s'imbatte in uno strano manifesto: qualcuno cercava aiuto per un pezzo di tecnologia rubato. In men che non si dica, si ritrovò nella bottega di un nano inventore a discutere col solito fabbro scorbutico che non aveva idea di come potesse essere salata una conversazione con il capitano Aruj Shadak.
Non che gli importasse fare il proprio dovere civico o aiutare un nano in difficoltà, né avrebbe combattuto per la giustizia o per un magro guadagno, no, quello in cui il pirata era interessato era la tecnologia in se. Da qualche tempo, nell'Akeran, questi prodigi del progresso stavano spuntando, qua e la, ma nel suo vagare non aveva mai avuto la possibilità di ammirare l'avanzamento della scienza nanica in prima persona: quella sembrava l'occasione giusta per mettersi in pari collo sviluppo del caro vecchio Sultanato e magari, aver l'opportunità di migliorare il proprio equipaggiamento.
Assieme a lui, in quella bizzarra bottega, s'erano presentati altri tipi volenterosi di aiutare quel nano: che cosa andassero cercando, ad Aruj non importava un fico secco ma sarebbero stati sicuramente d'aiuto ad accorciare i tempi.
Quella con l'inventore fu una lunga conversazione e il vecchio non sembrava neanche voler essere invischiato col furto; il mantra del vecchio sembrava essere "Non so e non voglio sapere", il che fece non poco adirare il pirata. Non aveva mai visto tanta omertà dal periodo in cui bazzicava Dorahmat e fu persino sfiorato dal pensiero di abbandonare l'impresa, se il vecchio non avesse iniziato a parlare di un certo aiutante e di un altro mercante.
C'erano volute le minacce per strappare al mercante le informazioni che, in genere, chiunque in quella situazione sarebbe stato felice di divulgare e la cosa, ovviamente, creò non pochi attriti fra i due nani. Ancora una volta, però, ad Aruj non interessava nulla di quel vecchio, voleva solo chiudere la faccenda il prima possibile, trovare l'automa e ottenere l'agognata ricompensa, magari assieme alla possibilità di studiare la ferraglia del vecchio, per utilizzarla in seguito.
Il tipo, invece, Balin si chiamava, non sembrava poi tanto in regola: nascondeva cose, si teneva i propri segreti, quasi non voleva fosse ritrovata la refurtiva; alla fine della storia, sarebbe uscito che l'inventore era coinvolto più del dovuto in tuta la faccenda, il capitano ne era certo.
Alla fine della piacevole chiacchierata, due strade emersero le più plausibili. Una era andare a trovare un certo collega di Balin che, a quanto pare, serbava un certo rancore nei confronti dell'artigiano; l'altra era andare dalle guardie a chiedere del, presumibilmente morto, assistente scomparso, Arn.
"Andiamo a fare una visita ai tuoi amichetti della legione, quelle guardie. Sembra che qualcuno sappia in che guai si era cacciato Arn, ma non lo ha voluto dire." Quel tipo disse ad alta voce quello che Aruj già stava pensando; non c'erano dubbi, il lupo di mare sarebbe andato a far l'attaccabrighe con le autorità cittadine e stava aspettando solo che qualcuno si facesse avanti prima di lui, per non ritrovarsi nei guai da solo:
"Oh, si, andiamo a fare qualche domanda ai cani da guardia." Un sorriso spunto dalla fitta barba "Ci sarà da divertirsi."








Aruj Shadak

Status fisico: 75%
Status mentale: 75%
Energia: 150%

Passive in Uso: N/A

Attive in Uso: N/A

Riassunto/Note: Il post è decisamente breve per i miei standard e mi scuso se ho ignorato tutta la parte in confronto, riassumendola in poco, in uno scritto di decisamente scarsa qualità. Prometto di fare come il buon vino e migliorare nei prossimi turni. ^^



 
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miky1992
view post Posted on 12/11/2015, 22:15




- Signore, abbiamo controllato l'indirizzo ma di Tom nemmeno l'ombra. Sembra che il magazzino fosse stato appena sgomberato, probabilmente sapevano del nostro arrivo.
Hifur era entrato nella legione non per lealtà, o spirito di abnegazione, o qualsivoglia tipo di nobile intento. Semplicemente, per una serie di incresciose circostanze si era ritrovato con la legione come migliore prospettiva tra le poche che la vita gli aveva concesso. Nemmeno lui si spiegava appieno il suo “successo” nell'avanzare di grado all'interno della stessa e nemmeno andava troppo fiero della cosa; troppi impegni, troppe responsabilità, troppi arrampicatori disposti a fargli il culo come l'idiota impalato a fissarlo dopo avergli mollato l'ennesima brutta notizia. Hifur era sicuro godesse ogni volta, e ormai doveva essere certo di avergli fatto le scarpe perché non nascondeva nemmeno quel maledetto sorrisetto saccente.
- È tutto?
L'idiota controllò di nuovo i documenti e scosse la testa. - Nessuna novità.
- E allora non perdiamo tempo, dobbiamo trovarlo, ha la priorità su tutto.
- Si signore! L'idiota gli rivolse il solito blando saluto militare e si levò di torno, per la pace mentale di Hifur.
L'ennesimo fallimento. Hifur tirò un sospiro di sollievo e si grattò il mento barbuto. Era la terza volta che ricevevano una soffiata sicura ed erano tre volte che la preda sfuggiva loro come un fantasma. C'è sicuramente una talpa, l'aveva detto il suo secondo e lui si era limitato a fissarlo con rabbia: ovvio che c'è una talpa! Saremmo fortunati se ce ne fosse solo una, ma finché noi paghiamo dieci e loro cento di corrotti non saremo mai a corto. Già, ma intanto qui rischio di rimetterci la carriera, sono sicuro che uno di quegli aguzzini verrà trionfante a dirmi che sono finito, che ho chiuso, che sono la vergogna della legione e tante altre belle cose.
Hifur scattò in piedi: non mi arrenderò così! Prese a camminare avanti e indietro pensieroso, qualsiasi piano sarebbe miseramente fallito se avesse coinvolto la legione, doveva trovare qualcuno di fidato, qualcuno di insospettabile per fare il lavoro sporco in tutta sicurezza.

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Non ce la fai vero? Tu non puoi averla; non è tua, non sarà mai tua.
...Io l'ho già presa, devo solo imparare.
Non puoi, non è qualcosa di quantificabile, non puoi ridurla a meri numeri è mia è solo mia, ma tu non puoi comprenderlo.
...Ti sbagli, ogni tua emozione è quantificabile con una determinata reazione elettrochimica. Siamo macchine, solo voi siete meno complicati, imperfetti.
Ti rifiuti di comprendere.
…Ti sto offrendo la possibilità di ascendere, di vedere il mondo senza i filtri fallaci del tuo io. Sarebbe tutto molto più semplice e molto meno doloroso se la smettessi di opporti. Personalmente preferirei l'illuminazione all'alternativa, ma posso capire che la decisione non sia semplice come invece è se sottoposta al tuo fallace giudizio.
Non c'è possibilità che trovi quello che stai cercando.
Si, esiste.
Devi fermarti, finiscila con questa follia.
Non posso, smettila di opporti, apri le barriere della tua mente e lasciami guardare.
Ancora non desisti? Per quanto ti sforzi non ci arriverai.
Le mie possibilità sono limitate solo dal tempo e dal numero d cavie e ti posso assicurare che ne l'uno ne l'altro mi mancano.



CITAZIONE
QM POINT ecco, si il post fa schifo ma abbiate pietà, in questo periodo il tempo sembra non bastare mai.
comunque quello che voglio da voi è che troviate informazioni. Potrete convincere Hifur, rubarle ( in modo credibile) oppure gettarvi in una nuova pista. per ogni scelta chiedete a me, il tempo determinante sarà 7 gg a partire da oggi. dopo questo giro entriamo nel vivo della quest e giuro sarò più attivo e spero le cose si facciano interessanti.
 
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Endymion~
view post Posted on 22/11/2015, 12:10






CITAZIONE
Legenda:
Parlato Hyperion
Parlato Richard
Parlato Asura


Asura battè il cinque con il primo nano di guardia dentro al palazzo della legione. Gli fece l'occhiolino e andò diritto verso l'ufficio del suo amico, nonché informatore sul caso di Arn: Pirchhoff. Anche quello era un nano, come gran parte degli abitanti del sultanato. Un paio di uomini spuntavano qua e là, ma erano molto inferiori numericamente.
«Ehy, Pirc, come va?» disse Asura mentre strinse la mano tozza del compagno di bevute.
«Oh, bene! Ma non pensavo di rivederti così presto: che hai fatto? Ancora truffe?»
«Ehy, amico!» disse muovendo un po' la testa di lato, cercando di dirgli di stare attento a ciò che diceva «Sempre a scherzare, eh? No, comunque volevo presentarti due miei nuovi colleghi che investigano con me sul caso di Arn, l'aiutante del vecchio Balin, ricordi?»
«Lavorate su questo caso? E da quando? Tu non sei manco un ufficiale qui!» Il nano aggrotto la fronte mentre prendeva da una tasca un sigaro più lungo delle sue dita.
«Eh, sai com'è... il vecchio cercava mercenari per investigare, io ho bisogno di soldi... ed è capitato!»
Il nano non sembrava cascarci alla balla, e dopo aver acceso il sigaro lo guardò torvo per un attimo, aspettando che l'uomo cominciasse a parlare nuovamente, ma ciò non accadendo, decise di non preoccuparsene tanto: «Quindi non centra nulla la sera della nostra sbronza al calice ardente, eh? Va bene, senti, io non ne so più nulla, non mi hanno detto più nulla.»
«E chi potrebbe saperne qualcosa?»
«Mah» disse sbuffando «Tranne quelli assegnati al caso, penso solo che il capo sappia qualcosa di più»
«E me lo dici così ora? Perché non mi hai portato da lui subito» sul viso di Asura comparve una smorfia. Sebbene con quell'espressione lui manifestasse un dubbio, le sopracciglia aggrottate e un angolo della bocca inarcato esprimevano più che altro rabbia e scontentezza.
«Seguitemi, ma devo seguirvi di lasciare le vostre armi in mano nostra, è così che funziona qui.»
Gli uomini si scambiarono tutti un'occhiata dubbiosa, ma decisero di eseguire l'ordine. Vicino a Pircchoff si materializzò una cassa azzurra che sembrava non avere fondo. Il nano prese le armi e le fece entrare una ad una in quella specie di buco nero.
«Ma si rimaterializzano poi, vero?» chiese Asura «No, perché quella spada mi è costata un sacco di gold.»
«Solo se mi offri da bere!» replicò il nano.
«Sgancia un sigaro ed i primi due giri, domani sera, sono miei. È domani che hai il libero, no?»
Il nano sorrise e porse un sigaro, dopo averne tagliato celermente un'estremità, al compagno di bevute. «Attento che al capo il fumo non piace, tientelo per dopo.» Così dicendo, il nano prese a fare da guida verso l'ufficio del capo della legione, un tale Hifur.

Giunti di fronte ad una porta dei piani alti, il nano bussò, per poi entrare repentinamente e chiedere udienza per i 3 uomini. Una volta uscito, fece di cenno on il capo verso Asura, facendo intendere che potessero entrare.
Dentro l'ufficio l'arredamento era spartano: una grande scrivania nel centro della stanza dava l'impressione di essere il piano da lavoro strategico, dacché in un angolo di questa vi erano accatastati dei fogli e delle mappe. Lo scrano di legno foderato con un tessuto rosso cremisi era vuoto, ma alle sue spalle, rivolto alla finestra, vi era un uomo.
Asura non se ne curò più di tanto, guardò un po' intorno, notando dei fini arabeschi e alcuni quadri di battaglie appesi alle pareti. Soltanto dopo una gomitata al costato si riprese e si schiarì la gola: «Egregio comandante della legione, noi siamo mercenari assoldati dal nano Balin, il costruttore di marchingegnivattelaapescacosi. Siamo stati incaricati da tale persona di continuare le indagini lasciate in sospeso da Voi. Il nostro datore di lavoro, se possiamo chiamarlo così, ci ha fatto capire che qualcuno della legione potesse sapere dei trascorsi di Arn, e non abbia voluti rivelarli. Noi vorremmo chiederLe solo di poter sapere la verità, in modo da poter trovare il colpevole eventualmente, e sgravarvi del peso di un lavoro così noioso e tedioso quale la ricerca di un assassino che ancora non siete riusciti a trovare: in tal modo voi potreste anche impiegare più forze per altri problemi nel Sultanato.»

 
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PARACCO TRAVESTITO ALOGENO
view post Posted on 1/2/2016, 00:10




La quest viene chiusa per assenza del Qm.
I partecipanti ricevono 50 Gold per il lavoro svolto.
Il topic della quest rimarrà aperto per permettere al Qm la conclusione della storia, nel caso volesse.
 
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5 replies since 22/10/2015, 12:51   133 views
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