Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Corsa all'oro~ Le ombre di Velta, Intralci

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Lill'
view post Posted on 2/11/2015, 22:32




Le ombre di Velta
Duello ufficiale

      Rick Gultermann, Rossa, B        Vahram "Al Patchouli", Rossa, A




Primo post: Rick Gultermann
Player Killing: On
Durata: Un post di presentazione e quattro post di combattimento.
Tempi di risposta: -
Arena: L'arena verrà definita dallo scritto dei due giocatori, di comune accordo, così come altri elementi che avremo cura di specificare di volta in volta.
 
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Lill'
view post Posted on 2/11/2015, 23:54






Hai paura dei fantasmi?
Be’. Gli incroci che portano nel Maktara, non mi ci fermo.
La voce acquosa rise da qualche parte nella semioscurità della foresta. Il mercenario cambiò posizione sul cumulo di rocce. I ghirigori antichi di quei cimeli rossicci gli si erano impressi nella culatta dell’armatura, tanto il cuoio sul suo deretano li aveva baciati. Si grattò la barba, realizzando che in effetti quello non era successo molto tempo prima. Intorno al mercenario i folletti continuavano a balzare qua e là tra i rimasugli della battaglia; la luce della luna arrivava filtrata dai rami sulle armature scheggiate, sui moribondi che ancora si trascinavano e sui corvi che zampettavano ovunque. Il mercenario si scosse, tornando a fissare la figura di donna che si perdeva nella penombra. Un corvo gli gracchiò qualcosa dal cumulo di rovine al suo fianco.
Questa la sento spesso” disse lei con timbro profondo. La sua voce riempiva l’intera foresta. Forse arrivava anche più in là, nella città che li circondava silenziosa oltre gli alberi (o non erano la stessa cosa, gli alberi e quei palazzoni tetri e slanciati da posto che di spazio non ne ha, con i muri pieni di striature giallognole per l’umidità?). Un folletto zittì un moribondo ai suoi piedi e gli rubò la collanina luccicante – il mercenario lo salutò con un cenno. Il folletto era un bambino, come gli altri.
Heh, voi dite che ascoltate; dite che conoscevate quel tale o quell’altro, e che i vostri padri avevano certi difetti che sono chiari e precisi. Però dimmi, se vi capita un’altra possibilità - domani - cos’è che davvero fareste di diverso?

Il mercenario cambiò posizione sul cumulo di rocce. Si alzò, si stiracchiò, si pulì i calzoni; le dita gli rimanevano incollate da un liquido vischioso. Dove si era seduto, la roccia era semplicemente grigia.



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   “Hai paura dei fantasmi?
   Stropicciò gl’occhi; il mondo si stiracchiò e brillò per un istante.
   E che ne so io...
   Rick mugugnò a denti stretti tra il sonno e la veglia. Il ragazzo seduto sulla stuoia accanto a lui ci pensò un momento, poi continuò: “È quando c’è quel vento. Ulav dice che ha visto la moglie morta cinquant’anni fa, e io stamattina ero all’ultimo turno di guardia prima e ti giuro che mio nonno mi ha detto della grotta, e -quando c’è quel vento che toglie le nuvole, poi…
   Così il giovane continuò nella sfilza di bubbole e fascinazioni in cui erano incappati da quando avevano messo piede nella foresta. Rick rinunciò a ignorarlo, e uscì dalla tenda comune. L’alba colorava di riflessi fiammeggianti la Foresta maledetta. Scrutò il cielo arrossato e sgombro di nuvole, ancora assonnato mentre si sciacquava la faccia nella tinozza comune. Nessun uccello cinguettava nel cuore del Gwathlaiss.
   Così Rick Gultermann, noto tra le Lanterne sue pari come Occhio di civetta, passò un altro giorno nell’ozio delle comuni attività quotidiane per sostentare un campo. Controllò la carne messa a essiccare -tanto ormai si era protratta la loro attesa- e esaminò i germogli di Shaogal Crann, disposti su tumuli di sassi in maniera egualmente distante tra loro; passò quindi diverso tempo a valutare la salute dei muli, che ancora soffrivano degli strascichi della febbre di palude. Solo dopo pranzo, finite le sue faccende, si assettò sui ciocchi di legna a masticare quelle spezie del Akeran che aveva requisito a dei fattori per la Cerchia. Scrutò fuori dalla linea delimitata dai mucchi di sassi. La luce già malata dei corti giorni d’autunno filtrava appena nel fitto della vegetazione, rivelando la causa di quei piccoli spazi aperti nel centro della foresta.
   Il cratere davanti al campo attendeva senza segni di vita.

   Non era stato un viaggio privo di intoppi, comunque. Nonostante l’inedia degli ultimi giorni, trovare di fretta e furia qualche Lanterna con cui penetrare nella Foresta maledetta si era rivelata un'impresa. I villaggi umani scarseggiavano nel cuore boschivo della regione e anche solo incontrare dei maledetti emissari sbarbatelli dei Rahm, dispersi così com’erano, significava perdere ore preziose. Alla fine aveva forzato la sua via passando dall'interno del territorio, con innumerevoli baruffe e scongiuri con gli Arshaid. Una volta, circondati su tre lati, aveva dovuto impugnare la Vena di pietra per convincerli. Proseguendo nel viaggio avevano abbattuto un paio di ombre infiltrate; avevano salvato un marmocchio elfo da dei ragni giganti. Poi s’erano risolti a tagliare per la palude per accorciare i tempi, e lì i muli avevano cominciato a piegare le gambe per via della febbre; fu per caso che incapparono in un vecchio Arshaid suonato in una capanna in cui si gelava. L’orecchie-a-punta era deciso a crepare lì al freddo piuttosto che lasciare il suo villaggio distrutto dai demoni su cui vegliava un Albero guardiano dalle estremità bruciate, e gli propose un suo rimedio di fanghi contro la malattia. Rick rispose sputando sul pavimento pieno di funghi della capanna. Il vecchio diceva che quell'Albero Padre era stato il suo migliore amico di gioventù, e non voleva sentirne.
   “Non faremo in tempo a trovare uno sciamano meno ...radicato e poi ripassare i confini del Gwathlaiss” gli aveva detto allora Hiorgi, una Lanterna di mezz-età dal sangue misto. “Non prima che le finestre sui sogni si riaprano, almeno.” Così, quando dalle pance degli animali s'iniziarono a indovinare con precisione gli organi gonfi, Rick aveva dovuto dare in pegno all’Arshaid parte dei soldi destinati alla Cerchia, per non trovarsi la sera a strofinare erba medica anche sui cazzi ingrossati dei muli.
   Quello che cercavano valeva perdere anche gli stivali.
   I giorni al campo gli passarono addosso senza grosse pretese. Rick Gultermann continuò a tenere d’occhio l’orrido che si apriva a pochi passi della radura, lì dove qualcosa di troppo pesante per germogliare nella superficie di boschi e poveri villaggi di taglialegna impauriti era caduto, fracassando il terrendo intorno in una corona di rocce irte e alte più d’un elfo. Il nano trascorreva ore a guardare nel fondo buio della spelonca. Una nebbia sottile ne copriva sempre la superficie, rendendola simile a un miraggio – un miraggio a portata di mano. “Dai, lascia perdere ogni tanto. Non succederà mica se la guardi male tutto il tempo!” aveva detto una volta il giovane Krig. Con due sbarbatelli come quello, Ulav il vecchio, Hiorgi che era l’unico capace e una Lanterna che doveva passare ancora il suo rito di iniziazione -se l’avesse saputo Donovan o la Banshee!-, con quel gruppo risicato Occhio di civetta aveva varcato la soglia di Maktara. Passata la prima cintura di incubi e stranezze, il centro della foresta si era rivelato tranquillo, come da indicazioni. Nessun figlio di Turmarsh li aveva ostacolati. Il raro periodo di calma si era protratto per qualche giorno, per poi chiuderli in un’isola di pace inquietante, con quel vento che scuoteva le fronde e le fibre stesse della realtà.
Ci aveva provato la prima sera, a mettere piede nell'orrido. Agganciato alle corde aveva tastato con un piede il vuoto, solo per toccare solida roccia, del tutto uguale a quella tutt'intorno.
Quella voragine non esisteva; non del tutto.
   “Gli Arshaid non parevano troppo sorpresi di veder qualche esterno diretto verso Gwathlaiss”, disse una sera Hiorgi, masticando le spezie del Sud assieme al nano della tenda. “In realtà anche quando mi hai trovato in quella taverna, quest’odore… beh, certo, ero ubriaco.
   Le pareti di pelle di animale avevano assunto ormai il sapore stesso delle spezie Akeraniane; ma non faceva niente. Valeva perdere anche le braghe.
   Quello non è l’unico ingresso, probabilmente… Rick sussurrò. Non c’era vero dubbio nella sua voce.

   Una mattina se ne stavano a poltrire nella tenda, quando uno dei ragazzi entrò tutto eccitato: diceva che avrebbero preso a calci in culo altre ombre, che quello doveva ben valere come rito d’iniziazione per lui, diamine. Occhio di civetta comprese subito che la nebbia si era alzata, ma non disse niente. Rimase qualche minuto a scrutare il cielo turchese, le poche nuvole smembrate dal vento e quel sole smunto che, per quanto brillante, pareva sempre nasconderti qualcosa. Anche quando iniziarono a smontare il campo il nano non si pronunciò.




SPOILER (click to view)
Fisico: 100%
Mente: 75%
Energie: 125%
CS: 0
Equipaggiamento: Martello, schiena; Scudo di ferro e legno, schiena; Armatura di cuoio [artefatto Noloriau], indossata [copertura totale eccetto mani, collo, testa e piedi] Falcetto [Artefatto Vena di Pietra], cintola; Asce da lancio [2/2], custodie nelle gambe.

Passive in uso

Attive

Riassunto e note
A te, Orto. Divertiamoci!


EDIT: quattro errori


Edited by Lill' - 3/11/2015, 19:53
 
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1 replies since 2/11/2015, 22:32   111 views
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