Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

La crociata del traditore ~ La rana e lo scorpione

« Older   Newer »
  Share  
Eitinel
view post Posted on 18/9/2016, 19:07 by: Eitinel
Avatar

And...bla..Bla..BLA
·······

Group:
Administrator
Posts:
6,262

Status:


Distant Echoes
__________________________________________

E' una bella storia
sospirò Leanne prima di poggiare il mento al tavolo. Sbattè piano le palpebre. Il Tè di Raymond misto alle spezie le dava sempre una certa sonnolenza. Poi sospirò.
Anche Aris mi raccontava sempre delle belle favole. Esitò, lo sguardo felino che si spostava appena sul profilo sgranato dell'altro. Fiabe di paura in realtà. Ma secondo lei quelle erano le sole capaci di insegnare come funzionava davvero la vita.
Difficile capire se avesse avuto davvero ragione.
Poco distante, Raymond alzò appena il capo dal profilo sbeccato della propria tazza scoccandole una lunga occhiata indagatoria.
Una tipa tosta questa Aris, o sbaglio?
Fece con apparente noncuranza. Lei scrollò le spalle scoprendosi suo malgrado a sorridere appena.
Più che tosta.
La migliore.
E dove si trova ora questa Aris?
Lei poggiò la guancia al tavolo.
E' da molto che non la vedo. Ha dovuto lasciarmi.
Il che valeva a dire che sicuramente non l'avrebbe mai più vista. E che di certo sarebbe stato saggio non andarla a cercare.
Come percependo il non detto, Raymond posò allora la tazza sul tavolo, uno sguardo lungo e pensieroso a ingrigire ancor più i suoi tratti intristiti.
Dove sono i tuoi genitori, Lyzari?
Fece cupo.
E' difficile da spiegare. Difficile e faticoso più di quanto dovrebbe esserlo per una bambina di pochi anni.
Ma lei scosse semplicemente le spalle.
Aris era la mia famiglia. Poi i Danzatori mi hanno adottata. Ora non appartengo più a nessuno.
E sarebbe stata una risposta assai decisa e definitiva se solo il retrogusto infantile della voce misto a quell'aura di innocenza non avessero fatto suonare quelle sue parole come
abbandono
paura
incertezza

Tuttavia Raymond pareva un uomo dal cuore assai più duro di quanto tutti quegli avvoltoi, tutti quei mendicanti credessero standosene tutto il giorno fuori dalla loro porta. Perché non disse nulla. Si alzò e con disinvoltura prese sia la propria che la tazza della bambina lavando entrambe in silenzio.
Lei rimase qualche istante a guardarlo, incerta sull'intendere indifferenza o una più decisa meditazione in quel comportamento. Infine tornò a dormire, la testa fulva che sprofondava senza pensieri nel cuscino più morbido che le fosse mai capitato di possedere in vita sua.

Quando si svegliò, un'idea di colazione l'attendeva sul tavolo. Poco più lontano un biglietto scritto con una grafia sottile ed elegante propria di coloro che abbiano studiato ma non si vantino di averlo fatto.

Sono al mercato.
whRLmuS

Saggiò con curiosità quelle parole, una vaga aspettativa su cosa quel messaggio avrebbe significato in termini di cibo a costringerla a guardare prima il pezzo di carta poi la finestra e poi di nuovo il pezzo di carta.
Probabilmente Raymond al mercato voleva andarci da solo. Meditò. Senza che una poppante gli si attaccasse alle braghe.
Si morse un labbro. Ma forse avrebbe potuto aiutarlo con le borse. Del resto per la sua età lei era molto forte.
Guardò ancora una volta la porta, sperando che l'entrare proprio in quell'attimo di Raymond potesse risolvere in un nulla di fatto le sue intense elucubrazioni.
Poi uscì.

-0-

Fuori la città le parve insieme familiare e straniera: i vicoli stretti, le porte in legno talvolta socchiuse, i grandi viali lastricati. Tutto di Lithien parlava di Nord e di Edhel, avvolta in quel manto assieme destabilizzante quanto affascinante. Eppure Leanne faticava a orientarsi in quella bianca vastità, abituata com'era alle tenebrose vie di Neirusiens. Lithien era...schivò una carovana di pellegrini...era bianca. E grande. E magica, ma non di quella magia putrida e corrotta come Neirusiens ma di qualcosa di assai più pulito e terso, simile allo scintillio della luce sull'acqua.
Quando giunse al mercato il capo di Leanne doleva terribilmente a causa del suo stare continuamente con il naso all'insù. Esitò un attimo, a disagio nel trovarsi così presto e così improvvisamente in un mondo sempre più sconosciuto e poi lo percepì. L'odore di Raymond. Qualcosa a metà fra terra e pelo, fra profumi sciupati e sangue incrostato.
Difficile capire se una donna avrebbe o meno trovato di proprio gradimento quella fragranza decadente. Forse troppo...animale?Di certo per Leanne fu quanto di più rassicurante le fosse capitato di percepire da molto, davvero molto tempo.
Quando gli si accostò, un mezzo sorriso furbo a incresparle le labbra, lui parve appena stupito nel vederla. La studiò per un attimo come complimentandosi e insieme chiedendosi come esattamente ella avesse fatto a raggiungerlo lì senza che nessuno le avesse mai spiegato alcunché della planimetria di Lithien. Infine sospirò.
"Tu cosa preferisci?"
"Tutto"
Mezzo sogghigno sottile
"Temo che tutto sia un po' al di sopra delle mie finanze per ora"
Lei si strinse nelle spalle
"Allora quello che piace a te"
Vago accigliarsi
"E se invece volessi farti un regalo?"
Nuova scrollata di spalle
"Perché vorresti regalarmi qualcosa?"
Le labbra di Raymond si schiusero allora in qualcosa di molto simile a un sospiro e sorriso assieme. Un po' come se egli fosse seccato ma stranamente divertito dall'indole di Leanne. Poi fece spallucce.
"Perché mi renderebbe felice, penso"
Questa volta fu il turno della bambina di guardare. E arricciare appena le labbra. Poi volgere lo sguardo alla bancarella lanciando un'occhiata meditabonda alla merce lì esposta. E infine alzò un dito.
"Quello"
"Quello ti piacerebbe?"
sogghignò Raymond quasi prendendola in giro
"Quello mi potrebbe servire, immagino"

qntBN0F

Poco più tardi entrambi fecero il loro ingresso nella piccola casupola in pietra. Raymond carico delle più varie cibarie e beni di prima necessità e Leanne poco dietro, un grande arco agganciato alla schiena completo di frecce di un vivo color porpora e faretra in pelle. Il negoziante aveva provato a sconsigliarne l'acquisto essendo l'arma misurata per un uomo adulto e non per una fanciulla della sua età ma Raymond aveva semplicemente ribadito che crescere era una qualità che dubitava Leanne non possedesse, motivo per cui che problema c'era a portarsi avanti?
Giunta in salotto la bambina si sfilò di dosso l'arco per posarlo con tutto il resto accanto al divano adibito a sua cuccetta. Poi si allontanò di qualche passo e in silenzio rimase qualche attimo a fissarlo. Raymond le concesse un sorriso bonario mettendosi viceversa a riordinare e preparare il pranzo. Quando fu pronto le si accostò e senza pensarci le mise allora una mano sulla spalla. Lei alzò di scatto lo sguardo incontrando quello di lui intento a studiarla.
"Spero che un giorno possa piacerti"
lo sentì dire con voce sottile. C'era davvero qualcosa di buono in quegli occhi, decretò improvvisamente. Qualcosa contro cui non sapeva esattamente come misurarsi ma che istintivamente la faceva sentire stranamente a casa.
"Posso restare con te?"
Chiese allora senza distogliere lo sguardo. Lui si limitò allora ad abbassare il proprio per un lungo attimo. Poi lo rialzò e semplicemente, le sorrise.

 
Top
5 replies since 7/11/2015, 20:56   630 views
  Share