Erydlyss - Il Nido di Lilith
«Treasures Seeker»
Non ci si fa caso, a volte, ma ogni persona che incontriamo anche per un breve istante in tutta la nostra esistenza ha una vita complicata e unica quanto la nostra. Magari non ti fermerai mai per parlare con chiunque di loro, probabilmente non ti soffermerai nel riflettere su quei piccoli segni capaci di raccontare una storia a se stante, ma sicuramente lascerai che ognuna di queste vite ti passi addosso in un'istante e senza curartene troppo. Ed i luoghi circostanti non sono certo da meno, dal più piccolo degli alberi al più grande e maestoso dei castelli, storie raccontate da piccoli segni e scritte che i più non possono o non vogliono vedere. La prima volta che ho avuto la possibilità di osservare questo laghetto è stato più o meno mezzo secolo fa, allora mi ero avventurata nelle regioni dell'Edhel per la prima volta e fui quantomeno incuriosita dalla forma di quel singolo sperone roccioso, piegato sul laghetto come bambù sospinto da un vento incessante. Il lago, che più che lago è uno stagno di considerevoli dimensioni, è però davvero profondo. Al primo tuffo per poco non saltai dritta dritta sullo sperone, fu davvero terrificante ciò che vidi sul fondale del Piangente. Svariati corpi, ormai ridotti a scheletri con indosso splendidi abiti e lunghe gonne, tutte donne. Accanto a loro spoglie di antichi cavalieri e uomini di tempi andati, coperti per lo più da vecchi manufatti appartenenti ad un'era ormai troppo lontana per essere ricordata. Da allora, ogni volta, giungo sempre qui, per perdermi tra le torbide acque del Piangente, tuffarmi senza paura alcuna da quel masso piegato come una madre che si dispera per la morte del proprio figlio. Una delle molte versioni, secondo gli uomini e le donne del vicino villaggio. Molti preferiscono non avvicinarsi, con i boschi sempre pieni di selvaggina c'è poco spazio per allegre scampagnate, ma con gli animali io ci vado d'accordo. Se non ci si capisce tra propri simili, in fondo, che triste e lugubre mondo sarebbe mai questo? Perché è questa la sicurezza del piangente, la quiete assoluta della solitudine montana. Mi ritengo sorpresa quando, emergendo con una curiosa anfora tenuta tra le braccia, noto una fiammella ai bordi del lago ed un omaccione inginocchiato dinnanzi ad essa, come se pregasse. Dall'aspetto rozzo si direbbe quasi un guardiacaccia, o forse un boscaiolo, però questo laghetto deve avere un profondo significato, per lui. Magari è un padre o un fratello di una delle molte anime che questo specchio d'acqua ha reclamato, venuto a pregare per la sua salvezza o per un pacifico riposo. O forse è solo un porco venuto a spiare le forme di una donzella indifesa. Improbabile, a vederlo non sembra affatto una cattiva persona. Però ho voglia di divertirmi un po, e questo omaccione barbuto fa proprio al caso mio. Lui è l'ora defunta anfora, scagliata con forza sufficiente da infrangersi brutalmente in prossimità del suo testone.
« Lo sapevo che sarebbe venuto un altro spione a rovinarmi il bagno serale, sciò! » Mi rivolgo direttamente a lui mentre con corte bracciate mi dirigo verso la sponda opposta del lago, preparandomi ad uscire. « Vai via, pervertito! »
« Chiedo venia, non intendevo disturbare bagni notturni in luoghi così… » Quel tono di voce così pacato e pacifico però tradiscono completamente la sua forma fisica. Mi sarei aspettata un vocione burbero, se non il ringhio di un orso. « ...bizzarri. »
« Non ha nulla di bizzarro questo posto, è solo un bel laghetto. » Falso, ovviamente, il fondale di questa piccola pozza d'acqua ha probabilmente più storie da raccontare del villaggio adiacente. Se si è disposti a esplorarne i fondali, si intende. « Anche se ci sono un sacco di cose buffe sul fondale... come quel vaso dorato con cui l'ho appena mancata. »
« Non credo di afferrare il vostro accento. » Una bella voce ed anche un buon orecchio, magari è un mezz'elfo ma... con un fisico così robusto non suona davvero come una valida opzione. « Voi non siete di queste parti, vero? »
« Sacrebleù, ti sembra modo di rivolgersi ad una signorina? » Non mi importa davvero di tali formalità, però ogni tanto potermi atteggiare a nobile mi diverte, per quanto possa rendermi un pochino antipatica agli altri. Come non mi importa il farmi vedere priva di qualsivoglia veste, per quel poco che c'è da guardare. « Almeno potreste presentarvi, e volgere il proprio sguardo lontano dalle mie gentil forme. »
« Dove ho messo le buone maniere…Il mio nome è Àlfar. Noto alle lande dell’Edhel con il soprannome di “Buonsangue”. Vi dispiace rivelarmi il vostro nome? O lo avete lasciato nel Dortan, insieme alla comune decenza di non tirare vasi alla gente? » Beh, ormai sono quasi certa che questo omaccione non sia nemmeno umano, perché sono quasi certa che spaccare legna non ti conceda il dono della levitazione. Inoltre ha un nome davvero pittoresco, quasi esotico, mi ricorda molto quelli sentiti nell'Akeran. « Penso vi convenga vestirvi…ho una faccenda da sbrigare e, per quanto possibilmente piacevole, la vostra pelle è un po’ troppo pallida per non distrarmi. »
Con un certo sgarbo mi lancia contro i vestiti che avevo avuto gran cura nel riporre su di un masso vicino, facendoli cadere nelle gelide acque del piangente, rendendoli momentaneamente inutilizzabili. Di ripicca schiaffeggio l'acqua del lago con colpi vigorosi, conducendo diversi spruzzi verso di lui prima di nuotare verso la riva del Piangente, poggiando il tutto su massi separati l'uno dall'altro. Mi basterà accendere un fuoco per farli asciugare, questione di pochi minuti, ma col senno di poi dovrei andarmene nuda e fradicia nella foresta perché il boscaiolo incantato ha una faccenda da sbrigare. Quanto mistero per una semplice visita ad un laghetto pieno di vecchie chincaglierie. Però, ripensandoci, un sacco di quelle cose la sotto devono essere dei veri e propri tesori per tutti gli avventurieri che si sono riversati nell'Edhel di questi tempi. magari anche lui è giunto qui per lo stesso motivo, vuole far suoi gli antichi tesori adagiati sul gelido fondale. Non mi importa molto di queste cose, anche se ho visto uno scudo che starebbe davvero bene sul caminetto di casa, a Ladeca. Eppure quel che ha fatto all'inizio, quella preghiera invocata silenziosamente a chissà quale daimon... c'è sotto qualcosa, ne sono certa. Non qualcosa, qualcuno, qualcuno che lui amava. Mi volto verso di lui, scruto l'interezza della sua figura più e più volte, chissà se il Buonsangue ha davvero un buon sapore come vuol far intendere il suo nomignolo. No no, non sarebbe educato, e poi ho portato con me la mia leccornia se dovesse venirmi fame. ora però devo togliermi questa semplice curiosità, devo capire cosa ci fa qui il signor Buonsangue, l'uomo che fluttuava sugli stagni.
« Beh, adesso di certo non posso vestirmi ne allontanarmi dal Piangente, sentiti ringraziamenti monsieur Bonsang. » Mi siedo su uno dei massi non occupati dai miei indumenti, poggiando il viso nelle mie mani, mosse per formare una coppa con cui abbracciarmi il volto. Continuo a soffermarmi su di lui, mentre il tramonto fa per svanire e lasciare posto al pacifico abbraccio della notte. « Dovevi volerle davvero un gran bene per fare tutta questa strada fin qui, solo per accendere una candela e pregare per lei. »