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Ruadh - I, Contest Novembre 2015 - Avventura (Akeran)

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view post Posted on 16/11/2015, 16:59
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Cardine
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R U A D H
I


«Ishmael! Ehi, nonnetto! Secondo te quello lì è davvero troppo stupido o è soltanto muto?»
   «Che Voljund t'ingoi, parla piano! E poi non sono affari nostri, non ti pare?»
   «Mi pare, mi pare. Ma quell'orecchie-a-punta è una tomba. Non ha sputato mezza parola da quando Taliesin lo ha assunto, e sono passate, vediamo, due settimane! E tu cos'hai da ridere, beduino? Si può sapere?»
   «Calmati, Alan, e lascia stare Juan. Non sono affari nostri. Ma il viaggio è stato tranquillo e le provviste non ci sono mai mancate. È solo un tipo riservato. E poi credo che Taliesin lo abbia assunto proprio per questo. Mi sembra uno sveglio, dal momento che ci ha portati fin quaggiù senza un graffio e con lo stomaco pieno»
   «Daresti dello sveglio a un tizio che fa attenzione a non calpestare le piantine del cazzo quando cammina? Andiamo!»
   «Sht! Quelli della sua razza sono fatti così, ragazzino. Preferirebbero ammazzarsi tra loro a dozzine, pur di salvare un dannato albero magico, e non sono solo io a dirlo. Per fortuna l'altro elfo sembra non pensare a queste cose. Sarà che è uno tanto studiato. Per non par… Ehi! Ti sei fatto male? Guarda a dove metti i piedi»
   «Juan, vuoi usarla come si deve, quella cazzo di torcia?»
   «Sta’ zitto, brutto muso di un pirata, aksi takdirde ben susacaksın»
   «Maledizione a te, alla tua lingua di merda e a questo buco. Buio, freddo e fetido. Mi romperò una caviglia, come minimo, e come se...»
   «Vuoi smetterla di urlare, una buona volta?»
   «E calmati! Taliesin non mi sente, è troppo lontano. Quei tre si sono messi a correre dal momento in cui hanno visto le prime scritte sui sassi del cazzo, e gli dei soli sanno cosa sperano di trovare di tanto interessante in questa caverna senza fine! E poi è da almeno un'ora intera che non smette di parlare con lo studioso»
   «Non fanno altro che discutere, hai ragione. Sembra un tizio fissato con queste cose antiche e inutili. E quando uno come lui incontra uno fissato coi soldi, come Taliesin...»
   «Ci finiamo di mezzo noi!»
   «Bah. Non ti lamentare, ingrato. Il bardo si sta dando da fare anche per noi due, non credi?»
   «Al diavolo! Su questo non ti sbagli. Guarda che razza sciabola ti ha recuperato! Era dal glorioso ritorno a Dorhamat, tre anni fa, che non ti vedevo con un gioiellino del genere in mano. E io… non potevo chiedere di meglio!»
   «Già. Ma fai attenzione a divertirti con quei due giocattoli, allora, o finirai per spararti in un piede»
   «Poco male, nonno, finché non mi saltano le dita»
   «Ma smettila!»
   «Oh. Si sono fermati»
   «Sht!»
   «…nismo tipico delle creature più antiche di cui si abbia traccia. E chi ci ha preceduto ha manomesso le trappole e aperto i passaggi con notevole maestria. Dovremmo fare attenzione. Queste iscrizioni sono vecchie di almeno un millennio, e indi-»
   «Grazie, grazie, basta così. Il tuo aiuto mi è stato fondamentale! Ora però si passa all'azione, e ci racconterai la storia sulla via del ritorno. Herbert, sei certo che le tracce di questo farabutto non tornino anche indietro?»
   «Ma guardalo, Ishmael! Gli risponde a gesti!»
   «Stai zitto!»
   «Bene, ciurma! D’ora in avanti state bene in guardia. Herbert e Solomon ci hanno fatto un enorme favore a condurci fin qui, ma ora tocca a noi. Qualche bestiola non del tutto umana ci ha preceduti; o è già morta, o farà la fine del topo in trappola. Almeno ci ha facilitato la passeggiata. Mano ai ferri del mestiere!»
   «Non vedo l'ora di fargli saltare la testa!»
   «E chiudi quel becco!»
   «Oh no, questo è lo spirito giusto, Ishmael. E ne approfitto per dirvi che sono davvero lieto che i miei, diciamo, doni vi siano stati tanto graditi».
   Sorrise.


***



La fiaccola, poggiata su di un macigno umido, liberava tremuli guizzi di luce. A muoversi qua e là senza sosta, al tenue bagliore che a malapena riusciva a penetrare la tenebra, era un piccolo pelleverde dalle proporzioni grottesche, un naso enorme, orecchie lunghe e denti affilati. Vestiva abiti di cuoio molto spesso e ruvido ma che non infastidiva di certo la sua pelle già scagliosa, e si portava appresso una notevole quantità di cordame e strumenti, alcuni dei quali appesi ad un cinturone, altri riposti in un sacchetto. Era sua abitudine canticchiare delle filastrocche in Aardens persino nei momenti più delicati, e si ritrovò a farlo anche mentre rimuoveva le ultime pietre da sopra il polveroso sarcofago. Aveva appena intravisto, dalla fessura dove il coperchio era stato scalfito, le ossa bianchissime che stringevano lo scettro dorato, ma il suo urlo di gioia venne frenato dal lontano ma chiaro rumore di un intruso.
   Il goblin si mosse veloce, soffocando la torcia già morente con il sacco degli attrezzi e sgusciando in un anfratto per nascondersi.
   Le due torce, una sorretta da Juan e una dall'elfo esploratore, illuminavano a malapena il vasto spazio scuro in cui i sei sbucarono. Luce fioca filtrava dalle spaccature del soffitto, troppo strette e in alto perché qualche assennato vi ci potesse calare direttamente. I cataclismi avevano infatti portato alla luce, nel Talamlith, anche siti sotterranei andati persi da secoli; molti di essi erano nient'altro scrigni, enormi e bui, per tesori dal valore inestimabile, lì sepolti nei secoli passati. Il vestiario del gruppetto spiccava nonostante la poca luce e Taliesin aveva molto insistito perché anche i due elfi, nuovi alle consuetudini della Ruadh, indossassero dei capi distintivi: a mantello, turbante, cappello e giubba si erano quindi aggiunti tunica e coprivolto, sempre di un rosso intenso. Come se questo non bastasse su quattro lembi di tessuto, legati attorno all'avambraccio sinistro della ciurma, figurava già il simbolo della società: un cerchio cremisi, tracciato su poco più che uno straccio sporco. Nonostante ciò persino Ishmael e Alano lo ostentavano orgogliosamente.
   Taliesin fece per schiarirsi la voce, e l'eco che ne derivò ebbe l'unico effetto di infastidirlo. Non aveva perso l'orecchio da musicista, nonostante ormai da tempo suonasse solo per diletto suo e degli altri compagni.
   «Vale. Andiamo a prenderlo!»
   Il goblin non poté fare altro che restare immobile, mentre il rumore dei dodici stivali si faceva sempre più forte. Quando poté sentire chiaramente l'odore della polvere sui loro indumenti, trattenne persino il respiro.
   «Forza, amico. Non vogliamo farti del male! Vogliamo solo parlare»
   Le parole, pronunciate con un tono pericolosamente mellifluo, ci impiegarono pochi istanti a convincerlo. Scivolò fuori dal nascondiglio, e comprese subito quanto caro gli sarebbe costata l'ingenuità appena commessa.
   Juan fece brillare i due lunghi pugnali ricurvi, mentre Ishmael si mise in guardia con la sciabola. Alan, invece, accarezzò con il pollice il cane di una delle sue grosse pistole. I due elfi erano intanto rimasi qualche passo indietro, e osservavano ora la scena con aria tesa. Taliesin, che in mano aveva solo la torcia, esibì il sorriso più malevolo del suo repertorio.
   «Beh, arrivati a questo facciamo le cose come si deve. Dunque. Ti ringraziamo, piccolo e orrendo essere, per averci aperto la strada. Sei stato un aiuto prezioso. Peccato che vogliamo la stessa cosa, e solo uno di noi due possa averla. Solo il più forte. Mai una fortuna, eh? Saluta quindi la Ruadh! E saluta que...»
   Fu in quel momento che Alan, ispirato fin nel profondo delle membra dalle parole del bardo, ghignò vittoriosamente e appoggiò la canna di una pistola alla spalla. Poiché era solito tenere sempre il dito sul grilletto, detonò il colpo per errore, ed il botto fece eco ben più di un paio di volte. Taliesin si girò, sconcertato dall'interruzione, appena in tempo per assistere allo schianto della mano di Ishmael sul coppino del giovane. Pensando che quel gesto potesse bastare, incrociò lo sguardo Juan rideva sotto i baffi e tornò a sorridere al goblin.
   «E saluta questo mondo, ecco! Adios!»
   «Fermi, vi prego!» fece il pelleverde con la sua voce stridula.
   Taliesin parve non averlo nemmeno sentito, poiché indicò agli altri di procedere con un gesto pigro, colmo terribile noncuranza. Un altro colpo esplose, ma Alan prese la mira troppo avventatamente: il proiettile sfrecciò a fianco del piccolo essere, che sfuggì alle seguenti sferzate di Juan con un rapido scatto. Allontanatosi con un altro balzo da Ishmael, troppo indaffarato a non inciampare tra le pietre per poter bruciare le distanze e passarlo a fil di spada, si fermò dinnanzi alla tomba e prese in mano il suo piccolo martello. La sola idea che volesse usarlo come strampalata arma divertì soprattutto Alan, che aveva appena finito di ricaricare, ma prima che potesse prendere di nuovo la mira il bardo lo bloccò.
   Il pelleverde aveva ora in mano un fagotto sporco, intriso di una polvere metallica. Un oggetto che non prometteva nulla di buono.
   «Va bene! Va benissimo»
   Il musico si avviò verso il goblin, con passo tranquillo.
   «Sei dei nostri»
   Ishmael spalancò la bocca, Alan imprecò ad alta voce e Juan si mise a sghignazzare com'era suo solito. Solomon e Herbert, assistendo alla scena, avevano assunto espressioni ancor più confuse di prima.
   «Non sono uno stupido» fece quello. Taliesin continuò a camminare, quasi ignorandolo e muovendosi dritto verso la tomba.
   «E io men che meno. Sei stato in gamba ad arrivare fin qui, e sei stato anche abbastanza sveglio da non farti uccidere. Tanto basta! Unisciti a noi e avrai la tua parte di ogni bottino. Che, nel caso non fosse chiaro, è ben più sostanziosa anche di questo buffo coso»
   Aveva ora infilato la mano nella tomba, e portato alla luce delle torce uno scettro dal valore inestimabile - o forse un inutile pezzo di ferro lucido. Gli occhi di Solomon si fecero lucidi, catturando il luccichio di quella preziosa reliquia.
   «Non voglio-»
   «Sì, l'ho già sentita questa storia. Andremo dove ti pare, salveremo chi ti pare, farai la tua bella figura - solo tu, se ti fa piacere - e tanti saluti. Avrai quel che ti pare. La mia proposta è puramente retorica, sei già dei nostri. Oh!»
   Un rumore poco promettente provenne dalle sue spalle. Il sarcofago di pietra si spezzò con un tuono secco, e dai frantumi emerse con lentezza disumana uno scheletro animato da chissà quale forza oscura.
   «Ma non mi dire!»


Edited by Hole. - 25/11/2015, 17:14
 
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