Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Rou ~ Stryd

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K i t a *
view post Posted on 2/9/2015, 20:18




Tra le fronde degli alberi il manipolo di uomini resisteva pazientemente in attesa del segnale. Era un gruppetto eterogeno, formato per lo più da pelleverde di differente specie, con un piccolo drappello di umani al seguito. Tutti erano chiusi in un silenzio pensieroso, alternando delle brevi occhiate al pelleverde più vecchio, che rimaneva eretto in piedi, il volto fieramente rivolto di fronte a sé. Ognuno dei presenti lo fissava ritmicamente, e quell’attenzione continuata lasciava facilmente desumere che si trattasse del capo.

Erano nascosti nella boscaglia già da diverso tempo; da poco lontano giungevano i rumori della battaglia che infuriava tra i due schieramenti, e anche quel fattore collaborava ad alimentare il loro nervosismo. Quello che sembrava soffrirne maggiormente era il pelleverde più piccolo, la cui pelle aveva per lo più una sfumatura rossastra, con grosse orecchie simile a un pipistrello. Era quello che più di frequente osservava l’imponente orco, che più spesso cambiava posizione, spostandosi da un albero all’altro, lasciando dietro di se il tintinnante rumore di oggetti di metallo che cozzano tra loro. Spesso si lasciava andare a esclamazioni in aardens, con cui manifestava tutta la sua frustrazione. Questo gli faceva guadagnare occhiate di pura disapprovazione da un altro dei pelleverde, alto e longilineo, il corpo avvolto in un pastrano chiaro, di cui si riusciva a intravedere la pelle più chiara del normale e vessata da bubboni. Non diceva nulla, si limitava a guardarlo carico d’astio per quel comportamento irrispettoso, per poi tornare a chiudersi nel suo concentrato mutismo, in attesa che l’orco impartisse loro il comando atteso.
L’ultimo dei pelleverde era poco più alto del goblin rossastro, e notevolmente più piazzato. Del gruppo era quello più taciturno e distaccato; le uniche volte che aveva distolto l’attenzione dai suoi pensieri era per rivolgere lo sguardo sull’orco. Il resto del tempo lo aveva trascorso a osservare il fogliame, o ad accarezzare il flessuoso drago nero adagiato sulla sua spalla. Si trattava di un esemplare cucciolo di Spettro Nero, razza piuttosto comune nella regione delle Hooglans. L’animale sostava sul padrone come il più fiero dei volatili, annusando l’aria e fremendo di tanto in tanto la lunga coda.

Dopo un tempo che pareva interminabile, Bara-Katal si scosse dal suo torpore. Irrigidì le braccia, stringendo i pugni, per poi voltarsi brevemente verso il resto del gruppo.
«È il momento.»
disse con voce profonda, macchiata da un lieve accento aardens.
Gli altri pelleverde si mossero come un solo uomo, mettendosi in piedi e muovendosi verso di lui. Il segnale era arrivato; era tempo di mettersi in azione.



CITAZIONE

QM Point ~

Benvenuti nella quarta quest del ciclo di Rou! Questo breve post introduttivo vuole inserirvi all’interno del contesto: vi trovate in un bosco poco distante dal campo di battaglia, in cui due delle tribù pelleverde più importanti combatte con una banda di mercenari che negli ultimi tempi stava assalendo e depredando i propri villaggi.
Mentre le due fazioni si danno battaglia, Bara-Katal ha in mente un approccio diverso: vuole introdursi nell’accampamento degli avversari e colpire i capi dei mercenari.
Cosa dovrete fare nel vostro post?
Anzitutto raccontare come siete stati assoldati dai pelleverde di Bara-Katal (le cui informazioni troverete al termine del QM point), i vostri giorni nell’accampamento pelleverde, la preparazione per la battaglia ecc, e infine dovrete decidere tra i vostri PG la tattica migliore per infiltrarvi nell’accampamento nemico. Sarà lo stesso Bara-Katal a domandarvelo, dopo avervi illustrato il suo piano, una volta che vi avrà condotto nella boscaglia. Fino a quel momento ciò che sapranno i vostri personaggi è che dovete partecipare alla guerra.
Potrete utilizzare il confronto per le vostre – eventuali – domande ai vari png e per mettervi d’accordo sulla strategia, nonché per chiarimenti di qualsiasi natura.
Buon divertimento!

vQuzqV9
MOORDEN
• cadaverico, snello e inquietante
• zelante, silenzioso e onorevole

Moorden è un rarissimo caso di progenie dei draghi brutta. Il sangue di drago nel suo corpo si è mescolato con quello di pelleverde (presumibilmente troll) trasformandolo in un essere osceno, pieno di scaglie più simili a bubboni che ad altro, con una mascella spellata che mostra lunghe file di denti e occhi luminosi incassati nel cranio. Il suo aspetto gli ha reso la vita particolarmente difficile, poiché è sempre stato denigrato e allontanato dai suoi coetanei. Per seppellire questi dispiaceri, lui si è concentrato in tutto e per tutto nell'addestramento, sviluppando una forza particolare anche grazie al suo sangue di drago.
Non essendo grosso e muscoloso come gli altri troll o gli orchi, Moorden ha dovuto sviluppare uno stile di combattimento particolare: uno stile che avvalorasse la sua condizione fisica e che gli permettesse di combattere agilmente anche contro avversari più potenti di lui. Così, è diventato un assassino; ha scoperto velocemente che una lama nella schiena del proprio nemico è efficace tanto quanto una spada nel cuore, e ha capito che il suo destino era quello di combattere non visto, di nascondersi e di uccidere i propri avversari a tradimento. Ha tratto dalla vergogna che provava nei confronti del suo aspetto la sua forza più grande: il sapersi nascondere.
Le capacità di Moorden sono dunque quelle più classiche degli assassini: è in grado di rendersi invisibile, di nascondere la propria aura, il proprio odore, le proprie tracce, di camminare sulle pareti, di mimetizzarsi e nascondersi. Usa pochissima magia e le sue CS sono pressoché tutte in Velocità.

XgHSP21
SAPP
• rosso, piccolo e pieno di cianfrusaglie
• sorridente, rumoroso e facilmente eccitabile

Non sono molti i goblin che riescono a farsi un nome all'interno della società pelleverde: siccome orchi e troll venerano soprattutto la forza fisica, i goblin sono spesso visti come un misto fra un amico da compatire e un animale domestico da accudire. Ma naturalmente ciò non è stato vero per Sapp.
Sapp è semplicemente un genio. Quando veniva razziato un villaggio, Sapp era l'unico che piuttosto di interessarsi al cibo o alle ricchezze, preferiva trafugare ai cadaveri di coloro che venivano uccisi qualsiasi cosa avessero addosso, dalle più inutili cianfrusaglie agli attrezzi più pericolosi. Dopodiché andava a casa e iniziava a studiare il meccanismo di ciò che aveva raccolto, ne comprendeva il funzionamento e lo trasformava: non passò molto tempo prima che Sapp imparò a costruire attrezzi di tutti i tipi e a portarli con sé nel corso delle proprie razzie. In breve i suoi compagni iniziarono a temerlo per la sua capacità di manipolare il fuoco a piacimento e di generare pericolose esplosioni in grado di incenerire anche gli orchi più robusti; il suo carattere lunatico ed animoso contribuirono a questa tendenza, lasciando gli altri pelleverde a sperare che il goblin trovasse sempre negli umani delle vittime soddisfacenti per proseguire con i propri esperimenti.
Sapp è in grado di costruire qualsiasi cosa partendo dalle cianfrusaglie e capire il funzionamento di qualsiasi meccanismo. Combatte principalmente con composti alchemici che si tramutano in bombe esplosive, fumogene, stordenti o simili. Ha una discreta conoscenza della polvere da sparo e utilizza spesso olio infiammabile in modo da dare l'idea di poter manipolare il fuoco. Non usa magia (anche se la replica con attrezzi meccanici) e le sue CS sono tutte Intelligenza.

MvFIiwE
BARA-KATAL
• imponente, muscoloso e segnato dal tempo
• saggio, determinato, tendente a momenti di solipsismo

Bara-Katal era un tempo il principale comandante delle armate dei pelleverde, e a buona ragione. Egli è alto più di due metri e le sue spalle sono larghe più di un metro e mezzo; le sue braccia sono grosse come tronchi d'albero e - nonostante l'età - il suo corpo mantiene perfettamente tutto il vigore della gioventù, rendendolo una vera e propria macchina da guerra. Non esistono altri orchi grandi e potenti come lui, né altrettanto vecchi.
Come se il suo fisico non fosse abbastanza minaccioso, l'orco dispone anche di una capacità di giudizio non indifferente: la sua mentalità è stata formata severamente sui campi di battaglia, errore dopo errore, e ormai sa perfettamente come comportarsi durante uno scontro. È uno stratega metodico e un attento analizzatore delle circostanze, che difficilmente si lascia sfuggire dettagli determinanti per l'esito del combattimento; forse non brillerà di fantasia ed originalità, ma la sua esperienza come generale e comandante di armate è inarrivabile.
Bara-Katal combatte principalmente in corpo a corpo, come un normale guerriero. Egli è in grado di evocare dal nulla armi e armature di qualsiasi forma, colore e dimensione, che poi può utilizzare lui stesso o distribuire fra i suoi compagni. Questo dono - lui sostiene che la capacità gli derivi da T'al in persona - gli permette di adattare il suo stile di combattimento a seconda delle necessità, poiché egli è maestro nell'utilizzo di qualsiasi arma. In uno scontro faccia a faccia l'orco è praticamente invincibile: la sua pelle è dura come l'acciaio, la sua forza gli permette di abbattere pareti di pietra a mani nude, i suoi riflessi eccellenti, la sua velocità buona e la sua maestria ineguagliata. Le sue CS sono numerose e ben distribuite, ma la maggior parte vanno alla forza fisica.

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GEESTE
• minuto, opulento e col muso schiacciato
• pigro, arrogante e colto

Geeste è un chierico pelleverde. Egli è in grado di entrare in contatto diretto con T'al, ed è la principale guida del gruppo all'interno dei Quattro Regni. Il suo carattere svogliato, il suo tono arrogante e il suo continuo defezionare anche i compiti più semplici lo portano spesso ad essere odiato dai suoi compagni, che tuttavia comprendono la necessità di portarselo dietro. D'altra parte il suo titolo è indiscusso! Geeste è senza dubbio il pelleverde più colto all'interno del gruppo e quello che più di tutti rispetta le tradizioni del suo popolo, pur conoscendo e onorando anche quelle degli altri. Inoltre egli ha dimostrato più volte di poter manifestare il potere dell'Unico Dio attraverso ruggiti lontani e densi nubi di fumo.
In realtà Geeste è un ingannatore opportunista. Egli è un maestro della magia illusionista e ciò gli ha permesso di scalare i ranghi della società pelleverde fino a diventare chierico, ingannando gli altri e facendo loro credere di essere in contatto diretto con T'al. Naturalmente egli si guarda bene dall'affermare il contrario, ed ogni volta che qualcuno dubita di lui, non esita a dimostrare la potenza del Dio intorno a sé. Neppure le sue conoscenze sono così estese come vorrebbe far credere; sono semplicemente più ampie di quelle di un pelleverde medio, ma arricchite da continue invenzioni e menzogne, che Geeste diffonde pigramente per proteggere il suo status.
Geeste è un illusionista e un ammaliatore; è in grado di mutare il proprio aspetto e quello di ciò che lo circonda, generando immagini e suoni precedentemente inesistenti. Può anche lanciare malie di convincimento sulle altre persone, spaventarle o confonderle a piacimento.

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DARKVLEUEL (Alascura)
• serpentino, nero e cucciolo
• animalesco, giocoso e incomprensibile

Stando a quanto dice Geeste, è normale che i chierici si facciano accompagnare da degli "Spettri Neri", una razza di draghi impura (quindi incapace sia di parlare che di trasformarsi) comune sulle Hooglans. Gli "Spettri Neri" sono simili a lunghi e sottili serpenti provvisti di ali membranose e arti scheletrici, e vengono così chiamati per la loro capacità di volare in assoluto silenzio: sono animali principalmente notturni e cacciano in maniera molto simile ai gufi, calando in assoluta quiete sulla preda e ghermendola con i propri artigli, senza che lei si sia accorta di nulla prima che sia troppo tardi.
Gli "Spettri Neri" possiedono anche eccellenti capacità sensoriali, ed è per questo che il gruppo ha deciso di portare Darkveuel con sé: il fiuto, l'udito e la vista perfetta del drago sarebbero state loro d'aiuto nel rintracciare la reliquia. Inoltre, benché questa razza di draghi sia moderatamente più debole delle altre, essi sono in grado di soffiare sottili strisce di fuoco in grado di raggiungere grandi distanze, muovendosi più in lunghezza che in larghezza.
Darkvleuel è appena un cucciolo e dunque è difficile da controllare; tuttavia spesso si dimostra più saggio e intuitivo di tutti i suoi compagni pelleverde, percependo il pericolo prima che esso si manifesti e intuendo quando la situazione sta per volgere al peggio. Esso è dotato di un'intuizione fuori dal comune, condividendo con gli animali quel tipo di presagi provano prima che succeda qualcosa di brutto.
Darkveuel ama calare sui propri nemici dall'alto, cavando i loro occhi con artigli e zanne, oppure rimanendo in volo e carbonizzandoli con il proprio fuoco. Si muove in assoluto silenzio e il suo colorito nero gli permette di confondersi facilmente tra le ombre; le sue percezioni e intuizioni fuori dal comune, inoltre, lo tengono spesso lontano dai guai più grossi.

 
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view post Posted on 6/9/2015, 17:46
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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Rou ~ Stryd - Durante la fuga -
Sentiva che quello che era successo a Lamia era stata una vera e propria disgrazia, lei credeva davvero di aver trovato il suo posto, dove nessuno l’avrebbe più tratta come una reietta mentre invece aveva solo trovato altre creature che volevano solo sfruttarla.

”Purtroppo questa è la natura dei demoni.”


Checché ne dicesse Lilith nel vano tentativo di difendere le loro vili azioni nel tentare di farla fuori nonostante fosse stata un’alleata, il cuore di Ririchiyo non riusciva a serbare meno rancore perché se quella era la loro natura allora i demoni facevano davvero schifo. Aveva imparato a convivere con Lilith, entrambe avevano capito che la loro vita dipendeva sempre da entrambe e dal gioco di squadra che stavano imparando a fare e, forse, per poter essere davvero felici non dovevano cercare il loro posto né nel mondo degli umani né in quello dei demoni. Forse, verso l’orizzonte, c’erano altre mete da raggiungere, altri luoghi dove avrebbero potuto trovare la pace. Sapeva che se fossero riuscite a stare tranquille la forza del suo carattere, la volontà di non dover per forza fare la guerra, avrebbe prima o poi influenzato anche il suo alter ego.

”Parli sul serio?”


”Stare in un posto senza nessuno con cui parlare…come degli eremiti…”


”…davvero potrebbe renderti felice una vita del genere?”


”Non credi di aver bisogno di legami?”


”Ma forse c’è altra gente come noi…non credi?”


Forse non era una certezza e sapevano entrambe che il mondo e la vita non si basavano su i se e i ma, in ogni caso non avevano molte alternative se non piangersi addosso oppure continuare a camminare anche se non avevano nessuno meta. Per loro c’era solo l’orizzonte e per le loro anime vuote nessuna promessa per il futuro.

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Ben presto il panorama cominciò a cambiare, anche troppo presto per i suoi gusti, arrivarono nei terreni del Dortan con un paio di giornate d’anticipo, quello che la ragazzina voleva fare era provare a raggiungere il suo villaggio natio, forse non c’era più nessuno che si ricordasse di lei o di sua madre ma quello era il posto dove erano accadute le cose più importanti della sua vita: era nata, aveva vissuto con sua madre, scoperto chi fosse suo padre, il primo contatto con Lilith, la morte della sua genitrice e, alla fine, la sua prima trasformazione. Decisamente era sicura che quella potesse essere la direzione giusta anche se la ricerca che si era prefissata questa volta era decisamente più difficile di quella precedente. Trovare un padre è più facile rispetto ad un posto dove poter vivere in pace senza essere obbligata a combattere tutti i giorni per la sua esistenza. Aveva solo sedici anni ma era stanca e sulle sue spalle sentiva un peso degno solo di una vecchia di cent’anni.
Solo quando arrivò nei territori delle Hooglans si rese conto di non aver fatto la scelta giusta. All’inizio le cose non sembrarono essere tanto malvagie e, nonostante il territorio selvaggio e pericoloso, la mente di Ririchiyo fu quasi sfiorata dall’idea di rimanere lì per sempre, da sola, come quel vecchio stregone che le aveva dato in dono la sua maschera, il suo talismano per poter far uscire Lilith ogni volta che si sarebbe ritenuto necessario.

”Non puoi decidere da sola…”


”…e io qui in un posto sperduto non ci voglio restare.”


Doveva aspettarselo in fondo, a quel demone non andava mai bene niente. Si tenne ben stretta al suo mantello da viaggio tirandosi bene il cappuccio sulla testa prima di alzare lo sguardo sulle montagne e iniziare il suo cammino attraverso quei terreni così terribilmente inospitali dove anche trovare qualcosa da mangiare poteva solo significare cercare degli animali da sacrificare per la sua vita. Significava lottare ancora.
Quando successe l’irreparabile aveva appena cominciato la salita di un piccolo sentiero che passava intorno ad una delle montagne più alte e anche se richiedeva più tempo permetteva di non salire fino alla cima. Proprio quando pensava di essere al sicuro una freccia sibilò al suo fianco andando a conficcarsi nella parete dietro di lei. Quello era un attacco, era abbastanza chiaro. Dalle scoscese pareti che affiancavano quel sentiero si sentirono dei passi, delle voci, delle urla e delle creature strane si palesarono in quel mare di pietra e sassi. Li aveva già visti da qualche parte ma non riusciva a ricordare dove.

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Senza pensarci un attimo di più la giovane estrasse la sua naginata e la puntò direttamente contro i suoi assalitori. Che cosa volevano da lei? Questi rimasero un po’ a distanza, senza saltarle subito addosso ma fissandola con grande interesse prima di guardarsi negli occhi. Erano un gruppo di cinque creature, non tutte uguali, però dalle sembianze molto simili.

«Non cerco guai, voglio attraversare queste terre senza problemi per poter tornare al mio luogo natio…mi lascerete passare?»


Chiese stando attenta a non far crollare il suo cappuccio. Per creature come quelle, forse, era già difficile fidarsi di un essere umano, figuriamoci se questo aveva le corna. Gli assalitori si guardarono per un attimo in faccia prima di giungere ad un muto accordo, poi uno di loro parlò con la sua voce bassa e cavernosa.

«Ti lasceremo passare e te ne potrai andare senza problemi ma ad una condizione…lavorerai per noi.»


In quel mondo tutto aveva un prezzo e qualsiasi cosa poteva essere usata come merce di scambio. Ormai Ririchiyo lo sapeva fin troppo bene. Quando sentì la proposta abbassò la sua arma, tenendola stretta fra le mani, e tenendo comunque la guardia alta per potersi difendere in caso di un nuovo attacco. Doveva rifletterci un attimo, valeva la pena invischiarsi negli affari altrui? Non poteva semplicemente provare ad ucciderli per continuare la sua strada?

”Loro sono in cinque…”



”…e tu da sola!”



”Secondo me sarebbe saggio accettare.”



E per una volta non era in totale disaccordo con Lilith, anzi, sembravano quasi delle parole sagge se solo non fossero state proferite da un demone. Alla fine annuì senza perdere altro tempo.

«Verrò con voi ma promettetemi che alla fine avrò la via libera, almeno dal vostro popolo, clan o quel diavolo che siete.»


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Era stata condotta fino al loro accampamento e stando insieme a loro aveva iniziato a capire, aveva iniziato a ricordare. Lentamente tutto riaffiorò nella sua mente partendo da quel sentiero pericoloso che avevano dovuto attraversare proprio in quelle terre, continuando con quel giovane che aveva segnato profondamente la sua vita e, alla fine, il pozzo dove lo aveva quasi ucciso. Non aveva mai provato un senso di colpa così profondo e ne ebbe paura perché quello non era esattamente il momento giusto per simili sentimenti, doveva solo pensare a sé stessa, era quello che aveva deciso, era quella al consapevolezza che avevano raggiunto insieme. Ad ogni modo ormai si era impegnata e per lei la parola data era più importante di qualsiasi altra cosa. Pelleverde, adesso se li ricordava, quindi non ebbe nemmeno timore a mostrare le sue corna, ad abbassare il suo cappuccio e a rimanere ferma nel luogo che le era stato preparato per dormire. Per sua fortuna era sola in quella piccola tenda, senza nessuno a darle fastidio o a metterle fretta. Il suo mantello giaceva abbandonato a terra mentre fra le sue mani si trovava la naginata, la stava pulendo, oliando, per poterla preparare al meglio alla battaglia che li aspettava. Era questo che lei faceva quando si doveva preparare ad un combattimento perché il pensiero la rendeva nervosa e la consapevolezza di poterci morire le stritolava il cuore e le viscere.

”Non avere paura…”



”…ci sono io con te…”



”Ricorda che insieme siamo invincibili.”



Sul fatto che avrebbero combattuto insieme era sicura ma sull’invincibilità aveva molto da ridire, di sciuro erano molto fortunate e in più di un’occasione aveva pensato quasi di avere un angelo custode che la osservava dal cielo peccato che lei non credesse in quel genere di crature.
Così rimase nella sua tenda, senza mettere naso fuori, facendosi forza con Lilith, preparando le sue armi e cercando di non morire dentro.

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Quando il momento finalmente giunse venne a scoprire che avrebbe agito con dei compagni. Una era una strana ragazza dagli occhi di gelo, l’espressione seria e un aspetto che trovava piuttosto bizzarro e che la fece in qualche modo sentire a suo agio, non trovò quindi la necessità di coprire le sue corna, in fondo non era l’unica ad avere tratti strani, l’altra, invece, era una faccia fin troppo famigliare e la giovane non riuscì a non lanciarle uno sguardo torvo. Quella cosa aveva tentato di ucciderla in più di un’occasione senza nemmeno avere delle riserve ma, in fondo, ci aveva provato anche lei. Non le rivolse la parola, non per prima almeno, non voleva avere alcun tipo di contatto con lei se non in momenti in cui si fosse rivelato strettamente necessario. Non aveva alcuna voglia di parlare sul perché era lì o sul motivo che l’aveva allontanata da Lamia, voleva solo essere lasciata in pace. E per un attimo maledì quei dannati pelle verde che l’avevano obbligata ad un simile incontro.
Solo quando si trovò in mezzo alla sterpaglia tutto venne buttato nel dimenticatoio. Quelle due erano soltanto delle alleate, almeno per ora, una volta terminata quella missione si sarebbe messa al sicuro prima di trovarsi in una posizione scomoda, non aveva intenzione di combattere di nuovo per la sua esistenza. Adesso i suoi occhi, però, erano fissi sul loro obiettivo, sull’accampamento nemico e doveva pensare solo a quello. Aveva passato tempo a prepararsi e adesso che era così vicina poteva sentire il cuore battere forte, forse troppo. Si doveva decidere un piano per potersi intrufolare e così fu, Odette si propose di uccidere le guardie e lasciare così che le due potessero eseguire il loro compito senza troppi problemi ma le avrebbe raggiunte? Ririchiyo, in cuor suo, sperava davvero di si. Era quasi sicura che sarebbe servito aiuto da ogni dove e per quanto quella giovane non le piacesse doveva purtroppo starci insieme. Vide la loro compagna partire con la sua operetta di bassa lega e le guardie non sembrarono per niente lasciarsi trasportare da quella cosa ma lei poteva vederli solo da lontano e le reazioni, in fondo, non erano poi così facili da intuire. Attese soltanto il momento buono per poter guardare Ciale e attendere una sua mossa per poi entrare insieme a lei nel villaggio e cercare subito un posto dove potersi nascondere, tirare le fila della situazione e andare così incontro al loro destino.


CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: Indenne
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia:
    Energia 125/125 %


    Mente 125/125%


    Corpo 50/50 %



»Equipaggiamento:
    -Arco
    -Naginata
    -Armatura naturale

»Oggetti:
    -Cristallo del talento
    -Amuleto lunare

»Talenti:
    -Affascinare
    -Maledire
    -Focalizzare
    -Trasmissione

- Specchietto riassuntivo -
Sfruttando il diversivo creato da Odette, Ririchiyo entra nel villaggio insieme a Ciale appostandosi dietro al primo nascondiglio utile se ce ne sono, in modo da poter studiare meglio il territorio.



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Lunatic ( )
view post Posted on 7/9/2015, 20:48




[ R o u : S t r y d ]

continua da qui.

Come faceva ad esserci vita in quel luogo? La sua gente era convinta da secoli che la superficie, eccettuata qualche area verde nel sud, fosse un'unica lastra di ghiaccio. Un paesaggio ben diverso da quello che si era trovata davanti: una distesa impressionante di sabbia e sole cocente, il caldo che picchiava prepotente cancellando ogni altra percezione sensoriale, come se volesse essere l'unico abitante di quel deserto.
I primi periodi non erano stati facili. Aveva sottovalutato cosa volesse dire vivere l'intera vita in una caverna, per quanto ampia, e poi uscire sotto lo sguardo impietoso del cielo. Quella vastità la sovrastava e voleva schiacciarla, la faceva sentire compressa e in pericolo, come se dall'alto potesse piombarle addosso la massa di azzurro e blu, le nuvole troppo distanti. Una minaccia continua che le faceva venire il desiderio, ricacciato nello stomaco a forza, di tornare a nascondersi in un buco. Invece si era costretta a procedere, lo sguardo fisso a terra contro l'albore del sole e l'oppressione del cielo, boccheggiando per aria ed acqua. Era stata dura.
Ma lei non era una bambina: era, o era stata, un'Agente veterano dell'Inquisizione Lunatica. C'erano cose nel suo allenamento che ancora tornavano a farla temere, talvolta; cose peggiori del caldo e degli spazi aperti.

Doveva riconoscere, però, di essere impreparata. Al ritmo con cui doveva bere, avrebbe presto finito le scorte d'acqua. Aveva ridimensionato drasticamente il suo vestiario, togliendosi la parte superiore della veste nera e violacea dell'Inquisizione e accorciando la gonna. Ovviamente, se fosse stata in un luogo abitato avrebbe evitato di andare in giro con una misera fascia a coprirle i seni, nemmeno fosse chissà quale tipo di accompagnatrice di piacere. Ma in superficie, da quanto aveva letto, vivevano solo creature solo vagamente senzienti. Allo stesso modo in cui si è imbarazzati nello stare nudi di fronte a un animale domestico, non aveva senso l'imbarazzo di fronte ai poveri bruti che abitavano quelle terre.


Eccetto che non tutti sembravano bruti. Nonostante il paesaggio desolato, c'erano creature nel deserto: uomini - di quelli la sua razza aveva mantenuto qualche conoscenza - e altre strane razze, dalle fisionomie esagerate e talvolta deformi. Ogni tanto aveva incontrato qualche viaggiatore solitario, avvolto in vesti leggere, che aveva riservato sguardi dubbiosi per le sue lunghe orecchie candide da Lagomorfa e il suo scarso vestiario. Quegli esseri erano in grado di parlare: non la lingua ufficiale della Profonda, ovviamente, ma qualcosa di molto simile al dialetto delle periferie.
Se potevano formulare frasi di senso compiuto - e dare tutte i sentori che ci fosse qualcosa di senziente dentro quelle teste - forse le sue informazioni sugli abitanti della superficie erano affidabili tanto quanto le sue mappe della stessa.

All'alba del settimo giorno aveva trovato un gruppo di viandanti più nutrito del solito. Uno di loro, un uomo dal volto coperto, le era corso incontro con una spada ricurva sguainata. Gli aveva infilato lo Spindalai nel ventre, sfruttando la sua stessa forza per sollevarlo sopra la testa e scagliarlo sulla sabbia. Qualunque fossero state le sue intenzioni, quella dimostrazione fece sì che nessuno seguisse le sue orme.
Aveva bisogno di quella gente, però. Con circospezione, si era unita al gruppo di viandanti, ascoltando i loro discorsi quando non parlavano nel loro dialetto incomprensibile. Dormendo poco o niente durante le soste per evitare che qualcuno le si buttasse addosso nel sonno. Facendo poche, mirate domande quando ne aveva l'occasione. Era come cercare di svuotare un bacino sotterraneo con un cucchiaino. C'erano regni là sopra, e fazioni, e razze, e città, un mondo e una moltitudine di intenti e di desideri che superava di gran lunga la sua capacità di mettere tutto al suo posto, di comprendere, di inquadrare.

«Non puoi fare a meno di pensarci, eh?»

Ciale sedeva a gambe larghe davanti al fuoco da campo, in mano la carcassa abbrustolita di un animale di cui non sapeva il nome, la luce delle fiamme che le danzava negli occhi. Con l'abbondanza di informazioni ed eventi degli ultimi giorni, aveva avuto poco tempo di pensare all'allucinazione - il coniglio nerastro privo di muso che la seguiva. Eppure era sempre stata lì. Aveva cominciato a pensare di doverne accettare la presenza: la commozione cerebrale che aveva causato la visione non sembrava volerla ammazzare, dopotutto.

«Una bestia accusata di venerare un falso dio...»

L'essere non la smetteva di parlare. Il peggio era che le sue affermazioni raramente andavano a vuoto. Da qualche sera la carovana non parlava altro che di Bara-Katal, un bestiale - quello che loro chiamavano pelleverde. Di quest'ultimo si diceva che fosse un Hoepriester - e chissà cosa diavolo voleva dire - impegnato a riconquistare il rispetto dei suoi simili. Ma non era quello a interessarle. La storia dei falsi dei, piuttosto ... il Re dell'eterno Giubilo aveva condotto, negli ultimi periodi, delle spedizioni sotterranee forsennate. Alcuni avevano descritto il suo agire ispirato da una sorta di "sacro fulgore".

Ciale si prese la testa fra le mani. Qualunque fosse l'entità in cui il Re aveva creduto, lei aveva creduto in lui per tutta la sua vita. E si era sbagliata.



«Sono qui per un motivo semplice.» Le parole in quella lingua le suonavano estranee, faceva fatica a sputarle fuori nell'assurdo accento della superficie. «Voglio ... col-kinar. Combattere per soldi. »


Detto fatto. Il suo arruolamento nello sparuto gruppo di pelleverde di Bara-Katal era stato facile. Per quanto si rendesse conto che fosse un'idea folle, aveva veramente bisogno di nuove finanze. Anche sottoforma di informazioni. La carovana aveva dato tutto quello che poteva, e la sua presenza lì non era meno fuori luogo di quanto non lo fosse in quel gruppo male assortito.

Le bestie del gruppo - ma forse avrebbe dovuto smettere di usare quel termine - erano di forme e dimensioni quasi completamente diverse. Non sembrava nemmeno facessero parte della stessa razza, a dire il vero. Era un'ulteriore fattore di confusione per lei. La popolazione Lagomorfa era molto più omogenea, ma cominciava a sospettare che la sua gente fosse in un numero infinitamente minore rispetto agli abitanti della superficie. Tra i tutti campeggiava la lucertola alata, un essere nero e scaglioso che le ricordava un po' le leggende sugli abitanti delle caverne.

Avrebbe avuto molto da chiedere, ma non poteva mostrare segni di debolezza di fronte a creature del tutte sconosciute. Nei suoi interrogatori era abituata ad essere sempre un passo avanti al bersaglio: come diceva il Generale, un interrogatorio è come una partita a scacchi, e si basa sulla capacità di vedere le mosse del nemico prima ancora che le muova. Paura, famiglia, dolore ... sapeva bene come il Lagomorfo medio reagiva a quegli stimoli. Ma i pelleverde per lei erano una stele di carne e muscoli indecifrabile; il meglio che poteva fare era rendersi indecifrabile a sua volta, standosene in silenzio e captando qualsiasi informazione si fossero lasciati sfuggire dai loro dialoghi.

Oltre a loro, nel gruppo c'erano altri componenti non meno bizzarri ai suoi occhi: due ragazzine. O almeno, le sembravano ragazzine umane, fatta eccezione per le corna di una delle due. Lo stesso, dovevano essere lì come mercenarie - come lei. Ciale si chiedeva se anche lei sembrava così inadatta alla guerra come le sembravano loro.

«Non hai perso la capacità di sputare giudizi.»



«È il momento.»

Non c'era voluto molto tempo per catapultarli nella battaglia. In quei giorni, il rispetto di Ciale per Bara-Katal era salito. Forse non era un campione rappresentativo di tutti i pelleverde, ma il vecchio orco aveva un'intelligenza notevole. Certamente non da bestia. Aveva visto Lagomorfi che sarebbero stati fortunati ad avere un decimo dell'ingegno e del carisma che quella creatura aveva dimostrato in poco tempo.

La compagnia si era radunata al riparo di una macchia d'alberi, di fronte alla battaglia che stava già infuriando. Poteva sentire le urla. L'accampamento delle Due Sorelle era dritto davanti a loro. Odette - ovvero l'umana con gli occhi pieni di nero - si era offerta per inscenare un diversivo e allontanare gli uomini di pattuglia. Per quanto poco la conoscesse, aveva almeno capito che non si doveva trattare di una ragazzina comune. Qualcosa era tremendamente fuori posto: guardandola le sembrava più di aver a che fare con un'adulta con una certa dose di scaltrezza.

«Allora noi andremo in ... avanguardia» disse, sforzandosi di trovare nella lingua a cui non era abituata. «Vediamo se c'è modo di passare.»


Ririchiyo sarebbe venuta con lei. Non c'era da stupirsi che i pelleverde lasciassero loro andare davanti: dopotutto era il compito più pericoloso, e loro erano i membri più sacrificabili di quella squadra nell'ottica di Bara-Katal. A Ciale era d'accordo, e il rischio non le importava. Fece un cenno alla compagna, che portava con sé un'arma notevole: a testimonianza del fatto che doveva avere, per forza, doti di guerriera.

Avrebbero lasciato la copertura offerta dalla macchia d'alberi per avvicinarsi all'accampamento, superando il perimetro di pattuglia delle sentinelle e cercando di mantenere un profilo basso. Una volta arrivate ai margini delle prime tende, avrebbero aspettato di vedere se c'era campo libero - e se il resto della squadra poteva seguirle.


Mi scuso per l'estrema asocialità della mia pg e per la quantità minima di interazione con gli altri, ma purtroppo non posso fare molto diversamente (per ora). Also, ho fatto un papiro enorme, ma essendo la mia seconda giocata (e praticamente la prima in cui Ciale vede razze diverse dalla propria) erano doverose delle spiegazioni. spero non sia pesante.




[ Ciale ]

Altera, sociopatica, zelante;
Sguardo gelido, attraente, minuta


Corpo (125 %) - Mente (75 %) - Energie (100 %)
Come d'accordo si avvicina all'accampamento con Ririchiyo, sfruttando il diversivo di Odette.
Nessuna passiva in uso.
Nessuna tecnica in uso.

Equip estratto:
Lo Spindalai

Via di mezzo tra una lancia e una spada, lo Spindalai è un'arma molto comune nel regno profondo di Cernaborg. Agli occhi di un abitante della superficie, ha le sembianze di una lunga lama nera, estremamente sottile ed estremamente affilata. L'esemplare preferito di Ciale arriva a misurare un metro e venti di lama, contro trenta centimetri di elsa. La difficoltà nel classificare quest'arma deriva dal suo aspetto: è troppo sottile e lungo per somigliare a una spada bastarda (circa due centimetri abbondanti di larghezza alla base della lama, che poi si riduce costantemente fino a diventare uno spillo in cima), non ha le caratteristiche della sciabola e del fioretto, visto la forma rigida e dritta e l'assenza di guardia, e infine fuori dalla categoria delle lance per ovvie ragioni, come la presenza di un contrappeso alla fine dell'elsa. L'uso che ne viene fatto lo vede come un ibrido, visto che può tagliare, perforare, e all'occorrenza inchiodare il corpo dei nemici. Il materiale di cui è forgiato - ferro nero delle profondità - impedisce che la lama sottile si spezzi ad ogni confronto con spade convenzionali, ma comunque quest'arma è famosa per aver bisogno di ingente manutenzione. In ultima analisi lo Spindalai si sposa bene con lo stile di combattimento dinamico dei lagomorfi, ma richiede un maestro per essere portato ai massimi livelli.
 
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view post Posted on 8/9/2015, 13:24
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Time Lost Centurion (3dh Economic Crisis Edition)
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Hooglans - Campo Sconosciuto
«The Ogre side of the war»

L'aria è carica degli odori più disparati. Carne arrostita, strani incensi dagli odori più insoliti, polveri metalliche tipiche di una forgia. Le mie dita si stringono attorno a qualcosa di morbido, una coperta fatta di pelliccia che mi avvolge interamente con fare amorevole e protettivo. Intorno a me suoni misti, chiacchiere in una lingua che non comprendo, magli che cozzano ritmicamente sul metallo arroventato e il piacevole scoppiettare dei fuochi da campo. Indosso non ho niente, cosa che mi lascia sorpresa e inizialmente anche un po perplessa. ora che ci penso... dove sono finita? Meglio ancora, dove stavo andando? Ero partita da Tannach, diretto a Nord con una carovana di coloni. Abbiamo superato il deserto con l'aiuto di alcuni Beduin e... e poi... hmmm... niente. Certo che è strano, non ho mai avuto problemi a ricordare qualcosa, a meno che certo non mi sia scordata di aver dimenticato! Non ci avevo mai pensato ad un'eventualità del genere. Apro chi occhi quel tanto che basta per scrutare i miei dintorni, osservando quelli che sembrano essere gli interni di una tenda. Interamente fatta di cuoio trattato, anche se non sembra essere pelle di mucca. La struttura ha uno stile ben lontano dalle geometriche tende umane, mostrando invece una composizione arrangiata, ma comunque ben strutturata nella sua utilità. E ci sono ben poche creature che usano un simile stile nel costruire le loro case. Mi basta muovere lo sguardo ai piedi del mio letto per notarlo, seduto su uno sgabello appena capace di reggerne la mole. La pelle verde come una lattuga, una stazza capace di far sentire il più forte dei cavalieri come un bambino, l'ossatura del viso squadrata e spigolosa come le mura di un castello. Due grosse zanne spuntano dal labbro inferiore, mentre gli occhi rossi come il sangue sono fissi su di me. Probabilmente stava aspettando che mi svegliassi, il motivo di ciò però non so davvero dirlo.



« Bonjour... » Il mastodontico orco non si scompone minimamente alle mie parole, semplicemente annuisce quel tanto necessario per farmi capire che ha capito. « ...dove sono? »

« In campo di Bara-Katal, capo dei senza clan. » La mano destra dell'orco scorre vicino al letto, afferrando un piccolo sacchetto di pelle, passandolo col meglio del suo garbo verso di me. « Trovato te sotto carro razziato, corpo freddo come ghiaccio di nord. Spiriti aiuta te, ora tu bene. Mangia. »



Indica il sacchetto stretto tra le mie mani, dall'interno un forte odore misto di sale e carne semi-cruda. Un piatto tipico per una tribù nomade, sostanzioso e facile da mantenere nel tempo. Carne secca di capra o pecora, dipende da quali punti la tribù è solita passare durante i suoi viaggi. Rossa e dura, appetitosa alla vista e ancora intrisa di sangue. Senza fare troppi complimenti affondo i denti sul mio pasto, consumandolo con calma e gustandomi ogni boccone. la maggior parte delle persone tende a schifare questo genere di pasti, ma fosse per me ne avrei almeno una porzione al giorno. Per un attimo mi era sembrato di vedere un sorriso ammiccante palesarsi sul volto duro dell'orco, ma se l'ha fatto allora si è rapidamente corretto per non farsi notare. Ed ora che ci penso, perché mai ha deciso di salvarmi? Certo gli orchi non sono i mostri che la gente si immagina, ma un simile trattamento riservato ad un umano? A meno che... uno dei loro sciamani non sia riuscito a riconoscere qualcosa in me? No no, piuttosto improbabile, la mia gente non si è mai interessata particolarmente alle tribù pelleverde se non per scopi puramente accademici.



« Mi hai... salvata? Perché? » Finisco l'ultimo pezzo di carne secca, porgendo il sacchetto vuoto verso l'orco. Lo afferra con estrema calma, appoggiandolo su una roccia levigata li vicino. « Ah, te ne sono grata, davvero! Solo non mi è mai capitata di essere salvata da un orco? »

« Cuore di pelleverde duro, ma cuore sempre li. Morte innocente non piace agli spiriti. » Con quella frase l'orco si alza dal piccolo sgabello, scostando i lembi della tenda per uscire, lanciandomi un'ultima occhiata. « Riposa un poco, corpo ancora freddo. Vestiti su roccia. »



Ho aspettato un po, crogiolandomi nel tepore delle morbide coperte prima di osare fuori dal giaciglio, indossando i miei vestiti ed avventurandomi all'esterno della tenda. Il campo è semplicemente... immenso. Normalmente una tribù di orchi non conta più di un centinaio di orchi, ma questo... saranno almeno due o tre centinaia! Tutti dediti a svolgere il proprio compito, come tante formiche laboriose che lavorano comunemente per il bene della propria colonia. Fabbri e falegnami, cacciatori e allevatori, pelleverde di ogni etnia e provenienza che svolgono il proprio compito senza litigio o disappunto alcuno. ha un che di divertente pensare che i civilizzati e diplomatici umani, invece, spendano la maggior parte del loro tempo a litigare persino con il proprio vicino. Certo la loro cultura è piuttosto primitiva, se paragonata a quella umana o elfica. Però il culto degli spiriti elementali e dei guardiani delle foreste ha un che di sorprendente, quasi mistico nei loro curiosi rituali. Qualche orco o ogre mi lancia una rapida occhiata,. borbottando qualcosa nella loro lingua madre prima di ritornare al suo compito. Ed è solo quando inizio a chiedere in giro che cosa sia la causa di tutto quel trambusto, che scopro la vera situazione di quegli strani orchi. Sono in guerra, non tra di loro ma con un uomo che brandisce poteri oscuri e terribili, stranamente interessato a mietere vittime su vittime tra le tribù pelleverde. Cosa sarà, vendetta? Semplice crudeltà? La cosa certo non mi va a genio, ragion per cui devo trovare un modo per aiutare in questo piccolo conflitto, prima di procedere a nord.



[...]



Mi piace agire di soppiatto, scivolare tra le ombre e osservare il mio nemico in tutte le sue piccole sfaccettature. Il modo d'agire, le piccole chiacchiere da campo, il continuo e casuale vivere in una tesa situazione quale è la guerra. Impari ad osservare il nemico per quello che non è, vai oltre le barriere imposte dal conflitto ed impari ad apprezzare la sua umanità, la sua semplicità. Se lo osservi abbastanza a lungo, cominci persino a capire che tu e il nemico siete quasi identici. Ma per gli orchi è diverso, questo loro già lo sanno! Per loro la guerra è letteralmente un gioco, con le sue regole e i suoi piccoli pregi. Questa, per lo meno, è la regola generale. Qui la cosa è diversa, non è più un gioco, nemmeno per loro. Questo nemico ha continuato a mietere vittime su vittime tra le montagne, dedicandosi esclusivamente agli accampamenti dei pelleverde. Inoltre c'è la storia dei poteri oscuri, qualcosa che all'inizio avevo correlato a semplici superstizioni spirituali. Eppure, nel semplice avvicinarmi all'accampamento, ho percepito qualcosa di spiacevole. L'aria era insolitamente pesante, carica del fetido olezzo di putrefazione e decadimento comuni su un campo di battaglia. Un po forti, ma in fondo posso accusare solo il mio acuto olfatto per questo. Bara-Katal non è come la maggior parte dei pelleverde, cosa facile da capire considerata la compagnia che si porta dietro e le tattiche tutt'altro che onorevoli usate per far guerra ai suoi nemici. Un orco senza un clan che ha sfidato le leggi del suo popolo per il bene della sua stessa specie. Oh, giusto, c'è anche la mia demonietta preferita qui con me! Coincidenza, o volontà del fato? Beh, magari a battaglia finita potrò parlarle un pochino, cercare di risolvere la situazione così tesa tra noi due. L'altra, invece, è semplicemente adorabile. Non so nemmeno come si chiami ma-... guardala, come vorrei poter afferrare quelle lunghe orecchie e stropicciarle tra le mie mani. Devono essere morbidissime... e chissà, magari ha anche una piccola coda cotonata nascosta nei pantaloni! Comunque, adesso bisogna trovare un modo per infilarsi nel loro campo e tagliare la testa al toro. Spero solo non sia un ragno, quello è in grado di muoversi anche senza testa. Siamo posizionati sul lato del campo meno sorvegliato, l'unica pattuglia è composta da un paio di mercenari ed un'accoppiata di... cani bradi? No, siamo troppo a sud per quelli, anche se la taglia sembra proprio quella. Non so cosa dire in merito alla coniglietta senza nome, ma Ririchiyo non è il genere di persona capace di agire da diversivo, se le cose si mettessero male probabilmente se la darebbe a gambe levate.



« Va bene, ci penso io a distrarre quei cattivoni. Appena si concentrano su di me voi entrate, vi raggiungerò il prima possibile. » Mi rivolgo alle due con voce briosa, in fondo non dovrei avere grossi problemi anche se la situazione volgesse al peggio. « Bene, alllora vado. »



Mi sposto quel tanto che basta per far muovere con semplicità le mie partner, preparandomi per la mia piccola recita. Sguardo sconfortato, le gambe che fanno per cedere ad ogni passo di quella spericolata corsa fuori dalla boscaglia, verso i miei nobili salvatori. Da li un atto che viene con grande naturalezza, uno struggente racconto su come i perfidi pelleverde avessero catturato me e la mia famiglia, intenzionati a venderci come schiavi al miglior offerente prima che una guardia distratta mi permettesse un'occasione per scappare da quell'inferno fatto di rozzi barbari e strambi sciamani. Solo adesso mi accorgo che quel puzzo stantio, quell'aria satura di decadimento, sembra essere così vicina dal farmi venire in mente le vecchie cripte usate dai negromanti per creare i propri servi. Davvero stupido da parte mia non accorgermi subito della realtà dei fatti, considerare con tale sufficienza le voci nel campo dei Pelleverde. Non-Morti, talmente deboli da non poter essere nemmeno considerati Ghoul. Se non altro, però, si spiega come mai questo esercito sia riuscito a rimanere nelle Hooglans per così tanto tempo pur non essendo virtualmente in grado di aver accesso a grandi quantità di cibo e vettovaglie di sorta. Instancabili, priva di rimorso e volontà, le truppe ideali per qualsivoglia conquistatore privo di scrupoli. Normalmente un necromante non è in grado di controllare un numero di servi talmente vasto da solo, perché se lo fosse allora potremmo benissimo affrontare un nemico al di là delle nostre possibilità. Oh, giusto, sono anche sotto attacco. L'unico considerevole vantaggio è la scarsa forza dei miei avversari. Gli zombie sono troppo lenti e impacciati per costituire una seria minaccia, i cani invece anche se veloci sono talmente affamati dall'attaccare con fare prevedibile e disperato.



« Sacré bleu, quanta scortesia! » Fortuna che hanno le capacità tattiche di un pollo, non si prendono nemmeno la briga di circondarmi. Scartare i cani in velocità è una passeggiata, rotolare sotto le gambe di uno degli zombie anche di più. « Adieu! »

Combattere i Non-Morti non è difficile come molti immaginano, bisogna solo sapere dove colpire e con che forza piazzare l'attacco. Bisogna innanzitutto disabilitare le loro capacità motorie, cosa per nulla semplice se li si paragona ad un vivente qualsiasi. Danneggiare o recidere un tendine non è sufficiente, bisogna necessariamente ledere buona parte dell'arto sino a tranciarla. Però c'è un vantaggio, i non-morti di bassa lega come Zombie, Scheletri, Ghoul e quant'altro non dispongono di grandi capacità sensoriali. Ed ingannare i sensi è una cosa che mi riesce benissimo. Tempo di voltarsi e tutto ciò che trovano è il nulla più totale, si guardano intorno con fare confuso alla disperata ricerca dell'intruso, ma senza successo alcuno. Adesso è solo questione di secondi prima che uno dei due segua i suoi semplici ordini e si diriga a dare l'allarme, ragion per cui dovrò essere rapida e decisa nel chiudere questa partita in una sola mano. Dalla mia cosa ho? Una pistola di prim'ordine, una buona conoscenza dell'anatomia dei miei nemici e... corvi. Attirati qui dalla battaglia, pronti a saziarsi delle carni dei caduti non appena la battaglia volgerà al termine. Affamati, feroci, desiderosi di succulenta carne da sgranocchiare sotto i loro becchi. Basta uno semplice sforzo di volontà per attirare la loro attenzione ed eccoli, si lanciano in picchiata contro i due cadaveri deambulanti, cavando i loro occhi con decisione mentre questi semplicemente spariscono in un nugolo di piume nere. Forse lasceranno le ossa, o magari si porteranno via anche quelle? I cani dal canto loro sono inferociti come mai, si scagliano contro i corvi cercando di morsicarne qualcuno, soddisfare il loro malsano appetito. Ingerisco la caramella, sfruttando quella semplice baraonda per cogliere i due segugi alla sprovvista. Il primo cade subito, affondo l'intero avambraccio nella sua gola per recidergli entrambe le carotidi, lasciandolo ad una rapida morte per dissanguamento. Il secondo, invece, si volta istintivamente verso il compagno caduto, ringhiando ferocemente dove immagina possa trovarsi il suo nemico. Le zampe posteriori si flettono, lo sguardo fisso verso la sua preda invisibile, si prepara a spiccare un salto rivolto verso di me. Metto mano alla pistola e aspetto, aspetto quel leggero scatto che anticipa il balzo, ed arriva puntuale. Scarto sulla destra, il corpo scarno del mastino mi passa di fianco mentre la pistola rilascia un singolo colpo silente, dritto al cuore. Il cane stramazza al suolo, ed i corvi vanno a ghermire le sue carni. Nel frattempo i due cadaveri si agitano, scalciano e deambulano per scansare i miei famelici amici piumati, invano. L'unica cosa che posso fare per loro e strappargli la testa con un colpo netto, mettere fine alla loro maledizione e garantire la pace eterna alla loro anima.



« Bene, voi restate a banchettare qui. » La maggior parte dei corvi sembrano disdegnare la pessima qualità della carne decomposta, preferendo invece la poca ma succosa carne di mastino. « Io vado a cercare le altre, spero solo non si siano cacciate nei guai! »



Trovarle non fu affatto semplice, c'era una flebile traccia simile all'aroma che i funghi di profondità sono soliti emanare, rilasciato dalla fredda coniglietta. Però in mezzo a tutta quella puzza non era affatto semplice riuscire a tenere una chiara traccia del loro odore. Fortunatamente non sono andate troppo in profondità all'interno del campo, infatti sono ben nascoste dietro una delle tende, probabilmente aspettando che Bara-Katal faccia la sua mossa. Grazie all'incantesimo di invisibilità e la mia ferina agilità raggiungerle è fin troppo facile, ed in fondo ho persino distratto quei brutti zombie, mi merito una piccola ricompensa. Mi avvicino di soppiatto alle spalle della capretta, avvinghiando le braccia intorno al suo busto, poggiando delicatamente il capo sulla sua spalla sinistra. Le mie parole un semplice sussurro, espresso con tono comicamente sensuale.



« Scusate per l'attesa, a quanto pare il nostro cattivone è un necromante. » Faccio scorrere gli occhi verso la figura della coniglietta, soffermandomi brevemente sulle sue lunghe orecchie. « I morti sono avversari ostici, bisogna fare molta attenzione. Cercate di decapitarli, quello è il modo più rapido per disabilitarli. »



Non appena ci ricongiungeremo con la squadra di Bara-Katal dovrò informare anche loro in merito all'entità del nemico, all'effettiva pericolosità di ciò che stiamo per affrontare. Ultimamente la Necromanzia, o come la chiamano qui la "magia del sangue" sembra essere divenuta cosa comune tra alcune associazioni dell'Akeran. Una in particolare sembra farne uso ben più delle altre, mi chiedo se non ci siano loro in mezzo a questo attacco mirato. Chissà, forse ci siamo infilati in una catacomba solo per trovare un nido di vipere.






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Riassunto

CS { 2 Forza; 2 Velocità }

Fisico {75%} ~ Mente {75%} ~ Energie {100%}




Passive:

» Amuleto dell'Auspex: (5/6)
» Passiva Razziale - Scurovisione: (6/6)
» Passiva Razziale - Sensi Migliorati: (5/6)
» Passiva Razziale - Mira precisa: (6/6)
» Passiva Acrobata - Funanbolo: (6/6)
» Passiva Acrobata - Caduta Lenta: (6/6)
» Passiva Acrobata - Scalatore: (5/6)
» Passiva Acrobata - Contorsionista: (5/6)
» Passiva Ladro - Celarsi: (5/6)
» Passiva Ladro - Velo Sonoro: (5/6)
» Passiva Ladro - Velo d'Ombra: (5/6)


Attive:

Occultamento: La mia istruzione nelle arti magiche è stato altrettanto esemplare. In molti non lo sanno ma il vampirismo ha una natura strettamente legata alla magia, permettendo verosimilmente ad ogni vampiro di apprendere le arti magiche con grande rapidità e semplicità rispetto ad un essere umano o a qualunque appartenente alle razze comuni del Thedas. La magia si suddivide in varie scuole e la mia preferita è senza ombra di dubbio quella dell'Illusione. La prima capacità che io abbia mai appreso è stata quella di divenire completamente invisibile, e vi assicuro che la cosa non è semplice come sembra! Ci vogliono settimane di pratica, senza contare il fatto che il corpo all'inizio non riesce ad orientarsi se non riesce a vedersi. Può suonare strano ma è la pura e semplice verità! Certo la fatica è remunerativa quando puoi semplicemente sparire in un battito di ciglio e lasciare il tuo nemico li, imbambolato come un babbeo.
La pergamena è una tecnica di invisibilità di natura magica che rende il caster invisibile per l'intero turno in cui viene utilizzata. Questa però non è in grado di annullare un qualunque suono prodotto dal proprio corpo o le tracce lasciate dal proprio passaggio. [Media]

Empatia Animale: Oh si, ogni vampiro ha dei talenti insoliti che variano dalla natura della persona prima della trasformazione, il mio è quello di poter parlare con gli animali empaticamente e fargli fare quello che voglio io. Non importa se siano mammiferi o pesci, insetti o uccelli, riesco a sentire gli animali intorno a me e loro riescono a sentirmi. Se sono in pericolo essi vengono in mio soccorso, dal ratto più piccolo al lupo più cattivo di tutta la foresta. I miei preferiti però rimangono i pipistrelli, loro sono molto più carini dei ratti o dei lupi.
Odette è in grado di richiamare intorno a se la fauna locale per attaccare il nemico, infliggendo un danno di natura Fisica pari al consumo. Gli animali richiamati non persistono nell'area e si ritirano dopo aver sferrato l'attacco. A consumo Nullo la tecnica può essere usata per generare effetti scenici o comunque non più potenti di un effetto Passivo. [Critico]

[Corallo]





Per il combattimento Odette fa uso delle sue Passive da Acrobata e ladro in concomitanza con l'Invisibilità e un utilizzo critico della sua Variabile per spicciarsi rapidamente con i suoi nemici. A questo ho aggiunto anche l'uso del Corallo per dare sufficiente peso agli attacchi fisici. Poi ho usato la razziale dei sensi migliorati per rintracciare Misato e Luna, ricongiungendomi a loro prima che l'invisibilità giungesse a termine. E questo è quanto, si si :sisi:


 
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view post Posted on 11/9/2015, 21:41
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Cavalier Fata
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Non appena la strada fu sgomberata dalle guardie anche Bara-katal si mosse assieme al minuto manipolo di fedelissimi. Superò i cadaveri dei non morti per unirsi silenziosamente al gruppo andato in avanscoperta. Aveva lo sguardo preoccupato e piuttosto serio, come se ci fosse qualcosa di profondamente disturbante in quello che aveva appena visto. Rimase per un secondo ad osservare l'interno del campo, meditando su cosa potessero fare per dar manforte ai fratelli in difficoltà al fronte.
Il campo, visto dall'interno, non brillava per eleganza né per organizzazione: tende montate in fretta e furia padroneggiavano la vista, così come piccoli fuochi attorno ai quali riposavano soldati, vivi questa volta, feriti o esausti dal combattimento. Tuttavia, a differenza di poco prima con le sentinelle, lo sguardo dei sorveglianti sembrava incredibilmente più vigile, quasi avessero intuito che qualcosa non andava nell'aria. Ad una certa Sapp si prodigò in un verso gutturale per niente elegante, indicando una grossa tenda posta sul limitare delle altre, sorvegliata da una sola guardia. Il vecchio Bara-katal si passò una mano sul mento, poco convinto, ma aveva capito subito quanto il compagno gli stava velatamente suggerendo. Avevano la possibilità di infliggere un duro colpo ai mercenari provocando caos tra le loro fila, ma il rischio di venire scoperti era notevole, di certo non riusciva a trovare il coraggio di fidarsi completamente di quei suoi alleati, che tanto avevano fatto bene dall'essersi quasi fatti scoprire. Tuttavia, in quella situazione, pensò che le loro vite valevano meno della missione, meno della salvezza dei fratelli e dei clan.

Si voltò, parlando a bassa voce perché, nonostante il clangore della battaglia, orecchie indiscrete non potessero sentirlo.
« Quella tenda. » sibilò, rivolgendosi con lo sguardo laddove Sapp gli aveva indicato poco prima. « Crediamo sia la loro armeria. »
« Non vi mentirò, avete fatto un disastro lì fuori, ripetete quella cosa qui dentro e siamo tutti morti prima di dieci secondi. »
Quelle parole uscirono palesemente accusatorie, non era soddisfatto, ma se ne sarebbe fatto una ragione in una maniera o nell'altra.
« Le nostre squadre qui si dividono: una agirà come diversivo per l'altra. Lo scopo è superare il campo e trovare chiunque stia facendo questo. Quello che vi sto chiedendo è cosa volete fare; superare il campo mentre io e i miei compagni sistemiamo le scorte o viceversa? »



Incrociò le braccia, guardandoli dall'alto al basso. Non lo faceva per arroganza, nei suoi occhi e nelle sue parole non c'era traccia di acredine, ma era palpabile la sua titubanza. Nessuno avrebbe potuto biasimarlo, non dopo aver affidato la propria vita a degli stranieri. Il tempo andava stringendo, le urla dei combattimenti si facevano sempre più feroci ed ogni secondo che lui e gli altri perdevano in chiacchiere dozzine di orchi finivano sotto i colpi dei mercenari sostenuti dalla negromanzia.

« Decidete in fretta, ossicini. Non abbiamo tutta la notte. »
Grugnì Sapp, dondolando tra le mani un'ampolla di liquido giallognolo dall'aria pericolosa.
« Haastig! »

[ ... ]


Nel cuore dell'accampamento, dalla parte opposta di dove il gruppo di assaltatori si era infiltrato, una tenda particolarmente bella rispetto alle altre riluceva grazie ad una fioca lanterna. All'interno due figure femminili stavano discutendo a bassa voce, quasi come se la mole di dolore e morte che le circondava non avesse affatto influito sulla loro attività serale. Una delle due, però, pareva più agitata dell'altra e dopo una breve discussione si adagiò in un angolo cercando di calmarsi. L'altra, chinandosi su di lei, la rassicurò.

Senza%20titolo-1_zps5eq4dq2e

« C'è qualcosa nell'aria, lo sento anche io. »
Quella alzò la testa, timidamente.
« Saremo pronte. »



CITAZIONE
QM Point ~
Mi scuso per il ritardo, innanzitutto. Avrei voluto descrivervi di più ma voglio che la quest sia attiva, piena di scelte da parte vostra, quindi considerate il mio post come uno spunto narrativo. Bara-katal non è felice di quello che avete fatto, ma ora vi pone davanti una nuova scelta: attrarre l'attenzione oppure sgattaiolare di nascosto oltre il grosso del campo.

Inoltre fate la conoscenza di una meccanica particolare, ossia dei "Punti Allerta". Questa è una meccanica tenutavi volutamente segreta al primo turno, ma che adesso si rivela: ogni vostra azione fornisce dei "punti allerta" (PA da ora), maggiori questi saranno più alta sarà la difesa attorno all'obiettivo della vostra missione. Ogni turno avrà da 1 a 5 punti allerta, dove 1 è il minimo e 5 il massimo. NB: le scelte fatele liberamente perché è il modo in cui le fate a determinare i PA

• Per aver allertato le guardie e non aver nascosto i cadaveri adeguatamente ottenere 4 su 5 Punti Allerta.
 
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view post Posted on 16/9/2015, 20:50
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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Rou ~ Stryd - Abbandono -
Ferma, in mezzo alla sterpaglia, riuscì solo a capire quanto la vita fosse in realtà crudele. Lei voleva solo starsene tranquilla e avere meno rotture di scatole perché, ormai l’aveva capito, cercare un proprio posto in quel mondo voleva dire soltanto dover combattere ogni singolo giorno della propria vita e lei, sinceramente, si stava proprio stufando. E alla grande.
Anche adesso era solo una lotta a chi aveva la determinazione o lo spirito di sopravvivenza più forte, sperava davvero di non essere battuta anche perché era di nuovo immischiata in una lotta che non era la sua. Tutte le azioni compiute fino a quel momento non erano state fatte con particolare furbizia e tutto ciò era riuscito soltanto a far capire che da quelle parti gironzolava qualcuno di sospetto e Bara Katal fu piuttosto chiaro sulla cosa: ripetere una cosa simile avrebbe segnato le loro vite. No, non poteva assolutamente permetterlo.

«Pensiamo noi al diversivo? In fondo mi pare che la giovane qui sia molto brava a fingere di non farsi vedere…»


Annuì piuttosto seccata e con una lingua tagliente indicando Odette. No, non riusciva a farsela entrare in simpatia ed era convinta che se le circostanze non le avessero obbligate ad essere alleate avrebbero già iniziato un duello all’ultimo sangue. Per quanto non volesse stare più nemmeno dalla parte dei demoni questo non voleva dire che tutta la gente che aveva cercato di ucciderla ora le stesse simpatica, di sicuro la cosa non poteva valere per la vampira. Continuò a guardare davanti a sé in attesa che le due compagne finissero di decidere e alla fine si mossero.
Odette suggerì di andare avanti lei stessa celandosi fra le ombre, rendendosi invisibile, cosa che Ririchiyo invidiava profondamente perché non essere vista poteva solo essere un dono dal suo punto di vista. La ragazzina tirò anche giù l’arco dalle sue spalle preparando pure una freccia dalla sua faretra e iniziando a incanalare un po’ di potere demoniaco.

«Se qualcosa dovesse andare storto e dovessero vederti corri verso di noi, proverò a coprirti la fuga ma ricorda che non rischierò la mia vita per te.»


Voleva essere sincera e per quanto le circostanze l’avessero resa ancora più egoista e intransigente questo non voleva dire che fosse una bugiarda, al contrario, la verità rischiava quasi di allungarti la vita. Rimase quindi ferma guardando Odette andare verso il suo destino. Ci furono lunghi attimi di silenzio e vide la pelle diafana della giovane sparire fra le ombre e le pieghe di quel piccolo villaggio poi non vi fu nient’altro che urla, fiamme e esplosioni. Che diavolo era successo? L’unica cosa che regnava nello sguardo della piccola mezzo demone furono solo la visione dei soldati che correvano in giro tentando di spegnere il fuoco, il loro scalpiccio allarmato ma della loro compagna non vi era traccia. Cercò di guardare meglio lasciando che i suoi occhi ametista controllassero ogni singolo centimetro fino a trovare Odette ma di lei non vi era alcuna traccia. Alle loro orecchie arrivò anche la voce di Bara Katal ma il loro significato ne era sconosciuto; troppo lontano, troppo distante perché le sue parole potessero avere un qualche senso ma, ora, dovevano assolutamente decidere cosa fare.

«Non so tu ma io non intendo buttarmi in mezzo a quella folla di persone. Non intendo uccidere inutilmente ed essendo noi in due non mi sembra nemmeno una cosa saggia. Io raggiungerò Bara Katal….vieni con me?»


Certo le aveva fatto una domanda ma non rimase nemmeno ferma ad attendere una risposta lasciando che questa rimanesse ad aleggiare nel vento senza mai raggiungere le sue orecchie. Rimise via arco e freccia sulla sua schiena, si voltò semplicemente, cercando di rimanere nascosta per poter così arrivare a raggiungere il loro gruppo.

”E così abbandoni la tua amichetta? Sei davvero cattiva, non ti facevo così cinica.”


Ridacchiò Lilith. Nonostante le sue parole avessero il preciso intento di ferirla, questa scivolarono addosso a Ririchiyo come acqua, non le importava nulla di quella persona e, soprattutto era stata chiara: se l’azione si fosse rivelata suicida lei non avrebbe alzato un solo dito per lei.

”Vuoi per caso morire qui, Lilith? In questo caso non credo ci siano problemi sai?”


Ribattè raggiungendo il demone con il proprio pensiero. Intanto il terreno passava sotto di lei mentre batteva metro su metro cercando di ricongiungersi con i pelleverde.

”Rilassati, scherzavo. Però quel sangue potevi prendertelo, non mi paghi il tributo come si fa con gli dei?”


”Un Dio?!? Per quanto mi riguarda sei a malapena un essere vivente quindi perdonami se non amo spargere sangue per niente. Quando sarà il tuo turno farai quello che vuoi.”


Ririchiyo poteva sentirla l’eccitazione del demone a quelle parole, non vedeva l’ora che la osa si avverasse e, in parte , la giovane ne aveva anche paura: Lilith era una mina vagante.

”E quando succederà? Quando sarà il mio turno?”


Ririchiyo non rispose, lasciò che quella domanda rimanesse sospesa fra loro due ma mai, come in quel momento, sentiva la maschera al suo fianco più pesante. Il loro legame che non fosse dettato dagli astri, una volontà per cui soltanto le azioni della giovane avrebbero potuto richiamare il demone e viceversa.
Quando sarebbe stato il suo turno? Solo quando se la sarebbero vista brutta ma non glielo avrebbe detto, tanto lo sapevano entrambe che il demone era la riserva per la loro sopravvivenza. Quindi continuò a camminare cercando di arrivare a destinazione e senza nemmeno controllare che Ciale fosse dietro di lei, il suo menefreghismo era davvero terribile e non era visibile, mai, non come in quelle circostanze.
Quando arrivarono a destinazione quello che trovarono fu una vera oscenità per Ririchiyo ma un toccasana per Lilith che ridacchiò piuttosto contenta da dentro l’anima della ragazzina. Mezza dozzina di corpi giacevano a terra senza alcuna vita ma questo non sconvolse assolutamente la ragazzina perché se quelli erano conciati così forse se l’erano cercata. Alzò il suo sguardo ametista da suolo insanguinato fino all’orco che, alla loro vista, iniziò ad urlare qualcosa di incomprensibile, probabilmente Ardens, solo una volta che si fu accorto del suo errore ripetè la frase, questa volta in una lingua che potessero capire anche loro.

« Veloci, andiamo adesso, il loro generale deve essere più avanti! »


Il generale, il loro obiettivo era proprio quello ed era più avanti. Sapere che la sua mèta era quasi raggiunta le fece sussultare il cuore, poteva vedere la luce in fondo al tunnel e la speranza di lasciare quel posto viva si faceva strada in lei sempre più velocemente. Si stava tranquillizzando quando una strana luce negli occhi degli orchi la distrasse; stava guardando qualcosa alle loro spalle e a giudicare dal suo sguardo non era niente di buono.

”Voltati!”


Una cosa era certa: non le servivano gli ordini del demone per sapere che la cosa che stava spaventando, o disgustando, l’orco era proprio dietro di lei. Girandosi si trovò davanti uno spettacolo a dir poco raccapricciante infatti gli uomini morti stavano tornando in qualche modo in vita, rimettendosi in piedi anche nei casi in cui qualche arto o pezzo di corpo fosse saltato via. Rimase ferma, paralizzata senza capire cosa stesse succedendo, per caso quello voleva dire che non si potevano uccidere?

”Come possiamo distruggere qualcuno che non può morire?”


Anche se demone lei non era dotata di una vita immortale e combattere contro cose che non potevano morire dava da sola la risposta di come sarebbe finito quello scontro: con la loro dipartita.
Per fortuna la voce di Sapp la risvegliò da quel torpore di terrore e, nonostante le gambe tremassero terribilmente, fece i primi passi per allontanarsi da lì.

« Dannazione! Andate avanti, ossicini, ci pensiamo noi qui. »


Imprecò Sapp e Ririchiyo non se lo fece ripetere due volte, quando finalmente si fu accertata che le sue gambe erano tornate al loro stato normale prese a camminare più veloce senza più badare molto a nascondersi, ormai era decisamente troppo tardi.
Proprio mentre camminavano a passo svelto verso la zona di comando un altro esercito piuttosto nutrito e questo non ci voleva. Avevano nemici ovunque: davanti a loro, alle loro spalle…serviva forse un miracolo?

”No, serve solo che ti riprendi. Che diavolo stai combinando? Forza, concentrati.”


Lilith non aveva assolutamente torto, doveva cercare di concentrarsi il meglio che poteva. Prese un profondo respiro mentre vedeva quegli uomini pesantemente armati prepararsi al loro attacco. Non attese nulla, non aspetto altro, lanciò solo uno sguardo a Ciale annuendo, quasi a cercare il suo sostegno per quella battaglia e poi partì. Si tirò giù l’arco dalla schiena, incoccando velocemente una freccia e lanciandola verso il terreno impregnata di potere demoniaco. Il suo obiettivo era quello di alzare un velo di terriccio che impedisse loro di vederlo e magari che ne accecasse un paio, sicuramente quello in prima fila. Di nuovo ne incoccò un’altra, anche questa colma di potere oscuro e la lanciò ai piedi del piccolo esercito per cercare di creare un’esplosione abbastanza grossa per ferirne il più possibile e lasciare la fine di quell’incontro alla sua compagna. Doveva fidarsi di lei, il brutto di lavorare in squadra era quello perché lei si fidava soltanto di sé stessa. Nessun altro, quasi quasi nemmeno di Lilith.


CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: Indenne
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia:
    Energia 110/125 %


    Mente 115/125%


    Corpo 50/50 %



»Equipaggiamento:
    -Arco
    -Naginata
    -Armatura naturale

»Oggetti:
    -Cristallo del talento
    -Amuleto lunare

»Talenti:
    -Affascinare
    -Maledire
    -Focalizzare
    -Trasmissione

- Attacco -
[ブラインド] “Buraindo”
    »Sia in forma umana che in forma demoniaca, Ririchiyo e Lilith sono in grado di richiamare a sé il potere demoniaco per poter accecare l’avversario e lasciandolo confuso per qualche istante. Utilizzata in fase di difesa può causare autonclusività e l’effetto dura un solo turno ed è una tecnica a natura psionica. Se portata a segno causa un basso all'energia«
    consumo: basso energia

[爆発] “Bakuhatsu”
    »Ogni volta che usa il suo arco, Ririchiyo è in grado di imprimere nella sua freccia il potere del demone che è in grado di condividere con Lilith, aumentando così il suo potere e facendo esplodere l’obiettivo; se invece la utilizza in forma di demone Lilith non avrà alcun bisogno di utilizzare armi vere e proprie ma si creerà una lancia col suo potere demoniaco ed è di natura magica.
    Se il colpo va a segno, in entrambi i casi, causerà un danno alto al singolo bersaglio e sarà sempre riconoscibile come “fonte” del danno. Se portata a segno causa un alto al corpo.«
    consumo: medio energia, medio mente


- Specchietto riassuntivo -
Con il primo attacco cerca di accecarne il più possibile ma se può colpire un solo obiettivo quello più davanti a tutti mentre con il secondo attacco cerca di far esplodere il terreno ai loro piedi per ferirli, nel caso potesse colpire un solo bersaglio allora lo farebbe su quello più vicino a Ciale in maniera tale da darle la possibilità di ingaggiare e quindi seguirla.



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Edited by Misato Kojima - 17/9/2015, 13:11
 
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view post Posted on 18/9/2015, 16:00




[ R o u : S t r y d ]


Disappunto. Non ci voleva molto a caprine il motivo: i cadaveri delle sentinelle uccise da Odette erano stati lasciati a marcire all'aria aperta, continuando a svolgere il loro lavoro di avvertire l'accampamento anche dopo la morte. Nell'interno l'aspetto delle guardie era più vigile, ma soprattutto sembravano esseri umani e non abomini. A dire la verità, Ciale non era sicura che avrebbe saputo fare di meglio. Nel suo lavoro c'era stato bisogno di segretezza, a volte, ma lo status di Inquisitrice ti apriva tutte le porte.
Erano gli eretici e i traditori che cacciava a cui aveva dato la caccia ad aver bisogno di strisciare come ratti.

« Le nostre squadre qui si dividono: una agirà come diversivo per l'altra. Lo scopo è superare il campo e trovare chiunque stia facendo questo. Quello che vi sto chiedendo è cosa volete fare; superare il campo mentre io e i miei compagni sistemiamo le scorte o viceversa?»


Bruciare le scorte sembrava il piano migliore. Avrebbero potuto entrare nella tenda, dare fuoco a un'estremità, e uscire dalla parte opposta squarciando la parete. Le sue compagne erano d'accordo almeno in parte sulla sua decisione; prima che potessero discuterne molto, quella chiamata Odette si fece di nuovo avanti e si appropriò dell'ampolla di Sapp.

«Intraprendente, non credi?» La visione saltellava ai margini del suo campo visivo, il solito tono ironico nella voce. Aveva sperato di non essere importunata durante la missione, invece ... Ririchiyo apostrofò l'altra ragazzina, promettendole copertura - probabilmente con l'arco che teneva indosso. Le due si erano già conosciute - Ciale ne aveva già preso nota - ma sembrava esserci un rapporto di odio-amore tra loro. Forse stavano solo cercando di cooperare. Come avrebbe dovuto fare lei; una straniera che non sapeva nulla e a malapena parlava la lingua.
Khit, imprecò tra sé.

In qualche modo la sagoma di Odette sparì nella notte. Per quanto si sforzasse, non riusciva a vederla. Evidentemente la ragazzina aveva buoni motivi per andare avanti da sola se ... il suo flusso di pensiero fu interrotto da un lampo di luce, la tenda della presupposta armeria che si accendeva come una torcia nella notte. Piccole torce più piccole si agitavano ai suoi bordi, danzandoci attorno. Per quanto il fumo e la distanza coprissero i dettagli, non serviva essere un genio per capire cosa fossero. Soldati. Questo spettacolo durò solo per pochi secondi, tuttavia, perché dopo un boato infernale esplose nell'aria notturna con una ferocia tale da ferirle l'udito.

Sicuramente avevano avuto il loro diversivo.

«Non so tu ma io non intendo buttarmi in mezzo a quella folla di persone. Non intendo uccidere inutilmente ed essendo noi in due non mi sembra nemmeno una cosa saggia. Io raggiungerò Bara Katal….vieni con me?»

In lontananza, Bara-Katal imprecava nella sua strana lingua.

«... certo.»

Seguì la ragazzina con le corna, mantenendo un passo svelto e un profilo basso. Lo spindalai ancora estratto, nella destra, pronto a conficcarsi in qualcosa. Pensò a quello che aveva detto: se fossero riusciti nella missione di uccidere le due sorelle, l'esercito si sarebbe smembrato e sarebbe stato fatto a pezzi dai pelleverde. Chissà che ne pensavano loro di uccidere inutilmente.
Bara-Katal e il gruppo erano in mezzo a un cerchio di uomini morti.

«Veloci, andiamo adesso, il loro generale deve essere più avanti!»

Qualcosa di strano però brillò nei suoi occhi mentre lo diceva. Ciale si girò verso la strada appena percorsa; dal sito dell'esplosione i caduti si alzavano, braccia martoriate e gambe mancanti, i visi ridotti a un macello di carne divelta e bruciata. Sentì una stretta nello stomaco. Abomini disgustosi.


«Dannazione! Andate avanti, ossicini, ci pensiamo noi qui. »

«Mutilateli» disse, schifata. «.. più facile ucciderli la seconda volta.»

Il suo consiglio era di mutilare gli avversari vivi, ovviamente, in modo che sarebbero tornati a combattere con arti menomati o mancanti. Ovviamente, non sarebbe servito a nulla contro i nemici già rianimati. Ma nella velocità del momento non c'era tempo per spiegarsi o per aggiustare la grammatica.

Lei e Ririchiyo continuarono verso il cuore del campo, allertate dal clangore metallico di uomini armati a passo di marcia veloce. Un gruppo nutrito di guardie arrivarono nella loro direzione, con armature pesanti e completamente equipaggiati. Un corpo d'elité di qualche genere. Questo è ... pessimo, pensò. Ce n'erano dieci per ognuna: nel tempo sprecato ad affrontarli, sarebbero potuti arrivare altri rinforzi. O risorgere. Non aveva idea di cosa potesse fare la sua malcapitata compagna, oltretutto.

Si scambiarono un'occhiata. Ririchiyo estrasse l'arco e incoccò subito l'arma: l'avrebbe coperta. Ciale la superò, la freccia alleata che sibilava precedendola. C'era anche un altro problema: per quanto avesse detto agli altri di mutilare i nemici, la sua arma - lo spindalai - non era adatta allo scopo. Serviva a trapassare le armature, infliggere dolore e trafiggere gli organi, non a ridurre l'avversario in una massa pulsante di carne spiaccicata. Poteva ucciderli velocemente, ma non poteva evitare che tornassero.

Il colpo alleato sollevò una cortina di polvere, arrestando di poco l'avanzata dei nemici ma soprattutto impedendone la visibilità. Una seconda freccia seguì la prima, esplodendo in mezzo al mucchio. L'Inquisitrice fu felice di non essersi trovata sulla sua traiettoria. Ciale estrasse una manciata di kho-tehk nella sinistra, aumentando il ritmo in vista dello scontro. Arrivata a un metro dalla linea di guardie, balzò in aria, superando la nube sollevata da Ririchiyo.

I suoi nemici non si sarebbero aspettati di vederla saltare nel cielo notturno, i muscoli delle sue gambe che la sollevavano diversi metri da suolo. Durante il saltò scagliò quattro pugnali, mirando alla cieca sotto di sé. Avrebbe provato ad atterrare su uno degli uomini, anticipando il suo arrivo con la punta dello spindalai. La spada lancia, spinta dal suo peso e dalla caduta, avrebbe dovuto perforare senza problemi il petto del poveraccio. Una volta atterrata - e abbattuto il primo bersaglio con l'impeto del suo attacco - avrebbe riguadagnato terreno, si sarebbe girata e avrebbe tentato di sfruttare l'elemento sorpresa per trafiggere un altro avversario.

L'allucinazione nella sua testa zampettava tra i nemici, come a indicarle i bersagli.





[ Ciale ]

Altera, sociopatica, zelante;
Sguardo gelido, attraente, minuta


Corpo (120 %) - Mente (75 %) - Energie (95 %)
CS Velocità: 1 (2 guadagnati, 1 usato)

Allora, non so se ho esagerato con gli attacchi, in caso chiedo venia. Mi sono reso conto che il mio pg ha solo tecniche per colpire il singolo bersaglio, quindi sono dovuto andare giù di fisici.

Nell'ordine, Ciale aspetta gli attacchi di Ririchiyo, ma si prepara con la fortificazione guerriera, aumentando 1 Cs alla velocità - che raddoppia subito grazie all'uso della passiva. Poi compie un salto di quattro metri - tecnica - per superare gli avversari e prenderli di sorpresa. Mentre è in volo lancia quattro kho-tehk, che sono appunto pugnali da lancio, ma non può mirare ovviamente. Cerca di atterrare su uno del gruppo e di trafiggerlo, per poi sistemarsi e sfruttare la sopresa per un secondo attacco fulmineo, potenziato da un CS alla velocità.

• Vigore riflesso
[ Molti guerrieri cercano nella guerra soltanto il compiacimento personale, e vedono negli scontri continui solo un modo per dimostrarsi il migliore sotto gli occhi del mondo, superando i propri avversari anche quando sembrano inarrestabili. Quando un nemico utilizzerà una tecnica attiva che aumenta le CS nella sua riserva, al prezzo di un utilizzo di questa passiva, il guerriero sarà in grado di guadagnare 1 CS (Forza) a sua volta. ]
( Numero di utilizzi: 6 5 ).

• Fortificazione guerriera

[ Il guerriero userà le sue abilità per potenziare il proprio fisico in vista dello scontro, ottenendo 1 CS (Velocità) da aggiungere alla sua riserva. Inoltre, questa tecnica fornisce al guerriero per la durata di un turno la capacità di vincere tutti gli scontri fisici, a parità di CS utilizzate. ]
( Attiva. Consumo Basso, riserva fisica )

• Balzo
[ Ciale è stata allenata a fare buon uso della potente muscolatura delle sue gambe. Se necessario, può compiere un singolo, veloce salto, fino ad arrivare a un massimo di quattro metri in qualsiasi direzione. L'utilità di questa tecnica non sta tanto nella distanza raggiunta, quando dalla velocità di esecuzione: dei salti/scatti di anche solo mezzo metro possono essere usati per evitare attacchi o tecniche di natura fisica. ]
(Attiva, difesa fisica, natura fisica. Consumo Basso, riserva energetica)

Equip estratto:
Lo Spindalai

Via di mezzo tra una lancia e una spada, lo Spindalai è un'arma molto comune nel regno profondo di Cernaborg. Agli occhi di un abitante della superficie, ha le sembianze di una lunga lama nera, estremamente sottile ed estremamente affilata. L'esemplare preferito di Ciale arriva a misurare un metro e venti di lama, contro trenta centimetri di elsa. La difficoltà nel classificare quest'arma deriva dal suo aspetto: è troppo sottile e lungo per somigliare a una spada bastarda (circa due centimetri abbondanti di larghezza alla base della lama, che poi si riduce costantemente fino a diventare uno spillo in cima), non ha le caratteristiche della sciabola e del fioretto, visto la forma rigida e dritta e l'assenza di guardia, e infine fuori dalla categoria delle lance per ovvie ragioni, come la presenza di un contrappeso alla fine dell'elsa. L'uso che ne viene fatto lo vede come un ibrido, visto che può tagliare, perforare, e all'occorrenza inchiodare il corpo dei nemici. Il materiale di cui è forgiato - ferro nero delle profondità - impedisce che la lama sottile si spezzi ad ogni confronto con spade convenzionali, ma comunque quest'arma è famosa per aver bisogno di ingente manutenzione. In ultima analisi lo Spindalai si sposa bene con lo stile di combattimento dinamico dei lagomorfi, ma richiede un maestro per essere portato ai massimi livelli.

I Kho-tehk

Concettualmente simili ai pugnali da lancio, i Kho-tehk sono l'evoluzione naturale di questi ultimi e alcune varietà di spilli che usano certe popolazioni umane. Si tratta di lunghi chiodi di ferro nero, appuntiti da entrambe le parti e sottilissimi: sono pensati per essere lanciati contro un nemico e colpire efficacemente delle zone vulnerabili, riuscendo - in mani esperte - a trovare la strada nei punti deboli di un'armatura. La distribuzione del materiale nei Kho-tehk non è uniforme: sono più pesanti alle estremità per favorire il lancio, e deboli nel centro: per questo sono tendenzialmente fragili se dovessero essere usati, per esempio, per bloccare un pugnale nemico.
 
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view post Posted on 19/9/2015, 18:48
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Time Lost Centurion (3dh Economic Crisis Edition)
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Hooglans - Campo Sconosciuto
«A tale of Vampires and Barbecues»

Non chiedo poi tanto. grazie Odette, per aver affrontato dei fetidi zombie mentre un nutrito mucchio di orchi si infiltrava nel campo. grazie per esserti nascosta per aver attirato l'attenzione su di te mentre tutti gli altri si nascondevano lontani dallo sguardo delle guardie. No, davvero, non c'è di che! La prossima volta ci mando la capretta a fare da diversivo, anche se con ogni probabilità si sarebbe ritrovata con una natica masticata ed un paio di dita in meno. Ah, non importa, in fondo è ancora piccola. Non dovrei prendermela così, anche se davvero un modo migliore per farli entrare non c'è l'avevo. Tutto sommato avrei dovuto farmi aiutare, ma mica lo sapevo che stavamo affrontando un Necromante! Come diceva sempre un cavaliere di mia conoscenza: I non morti vanno presi con un pizzico di cautela ed una bella Morning Star. Le guardie sono tutte in subbuglio, ma almeno siamo tutti riusciti ad entrare nel campo. Adesso arriva la parte veramente difficile, ovvero arrivare nella tenda di comando e sconfiggere il loro leader. Piccola nota, le persone all'interno sembrano essere tutte vive e vegete. Il che significa che i mercenari si faranno pagare un piccolo sovrapprezzo per concedere al necromante i diritti di rianimare i loro compagni caduti. Beh, se prima pensavo avere degli scrupoli, adesso potrò tranquillamente farne a meno. Adesso il buon Bara ci grazia anche di una scelta: Andare a cercare e uccidere il Necromante per conto nostro o creare un valido diversivo così dal dare loro il tempo necessario per eliminarlo. Non sono nemmeno i numeri a preoccuparmi, quanto gli scarsi talenti di cui le mie compagne dispongono quando si deve passare inosservati. Meglio se me la sbrigo per conto mio, non vorrei che qui si finisca per causare qualche sorta di pasticcio, specialmente quando c'è in ballo una fiala di Fuoco Liquido da gestire. Morale della favola? vado di nuovo io.



« Non preoccupatevi, ci penso io a darvi il vostro diversivo, oui oui! » Osservo intentamente la fialetta datami da Sapp, osservando il denso liquido al suo interno in controluce prima di svanire ancora una volta nel nulla. « Piuttosto, cercate di non farvi vedere! »



Raggiungere la tenda non ha richiesto il ben che minimo sforzo, a quanto pare i cari necromanti non sono poi abbastanza astuti dal disporre delle guardie magiche per segnalare la presenza di illusionisti di sorta. La tenda poi si nota con fin troppa facilità, sostanzialmente più grande rispetto alle altre e con una guardia a tenere d'occhio l'ingresso. Senza pensarci troppo su scaglio la fiala contro il mio bersaglio, assistendo al rapido divampare delle fiamme. Delle grida provengono dall'interno della tenda, probabilmente un altro paio di guardie presenti all'interno della stessa in caso di problemi. Ed un odore stranamente acre, qualcosa di familiare che ho già avuto modo di percepire quando mi trovavo nell'Akeran.



« Oh, polvere nera! » Penso ad alta voce, non che qualcuno possa udirmi, comunque. Il pensiero mi passa nuovamente per la testa, concretizzandosi in una frazione di secondo. « Polvere... nera? Oh cavolo! »



Le gambe si irrigidiscono, scattando come delle molle in direzione della tenda di comando. Un secondo, forse poco più, poi un boato assordante preannuncia il violento impatto dell'onda d'urto sulla mia schiena. Impongo le mani in avanti, esibendomi in una magnifica capriola senza pubblico per osservarmi, continuando a correre. Detriti fiammeggianti vengono sparati in ogni direzione, ferendo ed uccidendo più di qualche guardia mentre altre vengono brutalmente ferite o menomate indelebilmente dal rogo generatosi. In pochi attimi l'intero campo sembra essersi trasformato in un rogo degno di una pira funebre, ed avrebbe un che di pittoresco se non ci fossi anche io sul menù della braciolata! Hmmm... dove si sono cacciate le mie fedeli compagne? Mi avranno dato per spacciata, che sorpresa! Poi, come se aver rischiato una prematura morte da arrosticino non fosse bastato, Bara sembra essersi cacciato nei guai. E pensare che mi ero pure raccomandata sul non farsi scoprire, ma niente. Oh, e i Non-Morti, non dimentichiamoci i Non-Morti. I rimasugli dell'esplosione, alla vista. Alcuni di loro fanno persino fatica a muovere le articolazioni, con l'armatura sciolta direttamente sulla carne. Ma in fondo è questo il bello dell'avere dei servetti Non-Morti, niente lamentele da parte delle truppe! Ora la situazione sembra essersi ribaltata, con le mie adorabili compagne alle prese con una sorta di guardia pretoriana del necromante. Tutti vivi e vegeti, ben vestiti oltretutto! Non sembrano essere mercenari, mi ricordano più le guardie personali di un nobile. Hmmm... potrebbe anche essere... mai dare nulla per scontato, specialmente con i necromanti! magari è il figlio i figlia di un nobile che è stato ucciso durante una razzia di pelle verde. ha preso ciò che le spettava della sua eredità, ha assoldato dei mercenari e si è diretta con la sua guardia nelle Hooglans per uccidere gli orchi cattivi. Probabilmente si dilettava nelle arti oscure già da prima, fin troppo tipico. Però... sembrano comunque in svantaggio, ne approfitterò per tagliare un paio di tendini prima di dirigermi alla tenda di comando. Devo stare attenta a non farmi notare, magari riuscirò a capire quale è il piano dietro a questi attacchi, prima di dare il colpo di grazia.






¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
Riassunto

CS { 0 }

Fisico {75%} ~ Mente {75%} ~ Energie {70%}




Passive:

» Amuleto dell'Auspex: (4/6)
» Passiva Razziale - Scurovisione: (6/6)
» Passiva Razziale - Sensi Migliorati: (4/6)
» Passiva Razziale - Mira precisa: (6/6)
» Passiva Acrobata - Funanbolo: (4/6)
» Passiva Acrobata - Caduta Lenta: (6/6)
» Passiva Acrobata - Scalatore: (4/6)
» Passiva Acrobata - Contorsionista: (4/6)
» Passiva Ladro - Celarsi: (4/6)
» Passiva Ladro - Velo Sonoro: (4/6)
» Passiva Ladro - Velo d'Ombra: (4/6)


Attive:

Occultamento: La mia istruzione nelle arti magiche è stato altrettanto esemplare. In molti non lo sanno ma il vampirismo ha una natura strettamente legata alla magia, permettendo verosimilmente ad ogni vampiro di apprendere le arti magiche con grande rapidità e semplicità rispetto ad un essere umano o a qualunque appartenente alle razze comuni del Thedas. La magia si suddivide in varie scuole e la mia preferita è senza ombra di dubbio quella dell'Illusione. La prima capacità che io abbia mai appreso è stata quella di divenire completamente invisibile, e vi assicuro che la cosa non è semplice come sembra! Ci vogliono settimane di pratica, senza contare il fatto che il corpo all'inizio non riesce ad orientarsi se non riesce a vedersi. Può suonare strano ma è la pura e semplice verità! Certo la fatica è remunerativa quando puoi semplicemente sparire in un battito di ciglio e lasciare il tuo nemico li, imbambolato come un babbeo.
La pergamena è una tecnica di invisibilità di natura magica che rende il caster invisibile per l'intero turno in cui viene utilizzata. Questa però non è in grado di annullare un qualunque suono prodotto dal proprio corpo o le tracce lasciate dal proprio passaggio. [Media]

Corpo Sfuggente: Poi, beh, forse sto solo sottolineando l'ovvio ma molti vampiri sono tendenzialmente ben più rapidi delle comuni razze mortali. Oh ci sono sempre i cavalieri pronti a votarsi alla pura forza bruta, ma i più furbi sanno che la velocità è alla base di ogni scontro. Qual'è il miglior modo per difendersi? Non farsi colpire, ovvio! Il cavarsi d'impiccio è un'arte a se stante, a dirla tutta. Ho speso qualche decennio di vita nella vecchia Tanaach e li ho conosciuto un ragazzino, uno dei molti orfani mendicanti che si trovano li. Mi ha insegnato un sacco di cose interessanti. Sfilare soldi dalle borse altrui, scassinare porte e divincolarsi dalle manette della guardia cittadina. Ahhhh... quelli si che erano bei tempi.
Odette è in grado di schivare o eludere la maggioranza degli attacchi di natura Fisica e magiche con un consumo pari al danno inflitto. A consumo Nullo la tecnica può essere usata per scassinare serrature e forzare manette che non siano protette da incantesimi o effetti specifici.
[Alta]





Tutto come da confronto, unico dettaglio è che Odette si prodigherà in qualche attacco debilitante a 0CS rivolto alla guardia scelta prima di dirigersi verso la tenda di comando per spiare il presunto necromante. Per muoversi nell'Accampamento e nell'ingaggiare le guardie odette use le sue passive da ladro e Acrobata, obviously :sisi:


 
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view post Posted on 21/9/2015, 05:49
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Gli orchi, alle prese con i risorti, dettero prova del loro valore. Non erano combattenti marziali, nemmeno disciplinati, ma il loro agire feroce e selvaggio rendeva ogni colpo fatale. Seguendo il prezioso consiglio di Ciale, mirarono a smembrare gli uomini che gli si gettavano contro, uscendone sempre e comunque vittoriosi. Lo stesso Bara-katal, pur nell'età non proprio giovane, dimostrava una prestanza nel combattimento che ben pochi, nel regno, avrebbero saputo uguagliare. L'élite mercenaria incaricata di affrontare gli aggressori, invece, ebbe vita incredibilmente più facile. Alcuni di loro vennero sopraffatti dall'assalto iniziale delle due donne, ma tutto sommato le perdite non erano così gravi come, invece, avrebbero potuto essere. Del resto la piccola Odette aveva scelto, quasi per ripicca, di defilarsi senza esporsi eccessivamente al rischio. Il combattimento infuriò per alcuni minuti, costringendo Sapp e il piccolo di drago a volgere la loro attenzione agli alleati, per evitare che venissero agevolmente schiacciati. Con non poca fatica e una discreta dose di fortuna, tuttavia, la maggior parte dei nemici subirono ferite troppo gravi anche solo per provare a tornare in vita. Una vittoria pirrica, a dir poco, ma pur sempre una vittoria. Agli occhi di Bara-katal non importava affatto quale forma o quale nome avesse la vittoria, sapeva solo di non poter fallire e non l'avrebbe fatto. Mancava solamente un singolo ostacolo a determinare il successo dell'impresa e si trovava direttamente davanti a loro.

Le urla dei combattimenti si erano mescolate, ben presto, a quelle dei feriti e del panico generale, lanciando sull'accampamento un'atmosfera surreale. Gli orchi erano ricoperti di sangue e, con i tratti bestiali in evidenza, il tutto sembrava accomunarli molto più a delle fiere che a semplici persone. Eppure, nonostante le apparenze, il vero mostro non giaceva tra di loro, ma dritto davanti: la tenda degli ufficiali, rimasta finalmente isolata e priva di protezione era a disposizione. Numerosi pelleverde e uomini erano caduti per raggiungere quell'obiettivo, non restava che fare un ultimo sforzo e abbattere chiunque si celasse dietro quella carneficina. Bara-katal, camminando lentamente verso le due donne, le guardò con profonda preoccupazione.

« Questo è il momento. » disse, sommessamente. « Attacchiamo e mettiamo fine a quest'agonia. I nostri fratelli hanno perduto abbastanza anime per una sola giornata. » alle sue spalle i compagni si prodigarono in cenni d'assenso e grugniti d'approvazione. « Dove è la piccola che era con voi? Spero non sia morta... onestamente temo di aver fatto un errore permettendole di venire, ma oramai è tardi. Se non siete troppo provate, o spaventate, venite con me. »
Detto questo si mosse, rapidamente, in direzione della tenda. Sembrava che nulla al mondo potesse smuoverlo dal gettarsi a capofitto sulla stoffa e sui sostegni mulinando colpi come una furia. Anche senza particolare empatia lo si poteva leggere nei suoi occhi quel desiderio, ferale e incontrollabile, di porre fine alla battaglia.
« Aspetta. » ringhiò Sapp. « Potrebbe essere una trappola... loro sanno che stiamo arrivando! »
Frugò in una delle sue tante borse estraendone una manciata di fialette opache e sporche.
« Possiamo stanarlo con queste! »
L'orco guardò le ampolle, restando interdetto.
« Voi due cose ne pensate? »

[ ... ]

« Li ho sentiti! » strillò, la prima delle due donne, quella dai capelli corvini. « Li ho sentito sorella, stanno arrivando! Stanno arrivando! »
Per rassicurarla una ragazza dai capelli fulvi e ben acconciati le cinse le spalle, stringendola in un abbraccio piuttosto accorato e sentito.
« Non devi avere paura. » le sussurrò. « Finché siamo assieme nostra madre ci ha detto che nulla potrà sconfiggerci. »
Le passò una mano sul viso, accarezzandole i capelli. Avevano entrambi gli occhi estremamente cinerei, di un grigio quasi innaturale.
« Mi bastano due minuti... »
« Poi sarò pronta. »
E nel dirlo si allontanò dall'abbraccio della consanguinea per gettarsi in fretta e furia su una pila di pergamene vecchie e ingiallite.
Qualunque cosa stesse cercando, con tanta foga, avrebbe risollevato le sorti di quella battaglia che, a malincuore, stava volgendo lentamente al peggio.



CITAZIONE
QM Point ~
Eccoci qui. Altro post molto dinamico. Avete sconfitto i mercenari, more or less, ma non in maniera brillante. Vi siete coordinati a stento, non sarebbero occorse strategia chissà quanto complesse, ma un semplice "prima attacco io poi attacchi tu" non è propriamente una scelta strategicamente efficiente >w<. Oltre al fatto che Odette, avendo scelto di non combattere (attacchi a 0 cs in movimento durante una fase stealth...) vi ha sottratto un enorme potenziale offensivo. Peccato, per il resto eravate andati magnificamente. Adesso avete una nuova scelta, da fare in confronto.
Lucious, nel post ha descritto di essere già andato oltre privato dell'invisibilità, verresti avvistato all'istante, anche per te c'è il confronto in cui puoi scegliere se tornare indietro o proseguire nel tuo piano.

• Per aver allertato le guardie e non aver nascosto i cadaveri adeguatamente ottenete 4 su 5 Punti Allerta.
• Per non aver collaborato tutti e tre adeguatamente ottenete 3 su 5 Punti Allerta.

La prossima scelta, in confronto, determinerà i vostri ultimi punti allerta, siate saggi.
 
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view post Posted on 18/10/2015, 21:29
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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Rou ~ Stryd - L’urlo della donna -
Era ora di attaccare, era ora di distruggere definitivamente la minaccia e arrivare una volta per tutte alla fine di quella storia. Ririchiyo iniziava a sentirsi stanca e spossata e aveva solo bisogno di riposo. Certo, poteva lasciare il posto a Lilith ma un demone sul campo di battaglia non le sembrava la scelta giusto perché quella doveva essere la sua ultima spiaggia, la scelta da prendere quando ogni altra era ormai stata utilizzata fino alla fine.
Sapp diede loro qualcosa, delle fiale. Sentì Ciale chiedere cosa ci fosse lì dentro e le venne risposto che era pieno di gas tossico. Dentro di sé sentì Lilith lanciare un lungo fischio di approvazione, lei adorava quelle cose, ogni volta che un’anima abbandonava il suo sacro tempio lei festeggiava. In questo erano molto diverse, soltanto nella conservazione della propria vita, che condividevano, erano uguali.

"Mi piace come agiscono. Sai, io adoro gli assassini."


”Peccato che loro non mi sembrino molto contento di prendersi quelle vite.”


In fondo solo gli esseri sadici come i demoni potevano gioire delle disgrazie degli altri e lei non lo faceva, semplicemente ne rimaneva indifferente e pensava solo che era meglio se capitava a qualcun altro piuttosto che a lei. Quel mondo l’aveva trasformata in una creatura cinica ed egoista e lei si era lasciata plasmare dai terribili eventi che le erano passati accanto, sfiorandola, a volte prendendola anche a calci, e alla fine era diventata quello che era.
I suoi occhi erano fissi sulla fiala mentre le voci arrivavano alle sue orecchie ovattate, quasi come se fossero troppo lontani. Si stavano organizzando su come agire e doveva cercare di essere partecipe anche lei. Alzò di scatto la testa guardandosi in giro in cerca della vampira ma di lei non vi trovò alcuna traccia. La riteneva sempre di più inutile, che senso poteva avere sparire in quella maniera? Forse lo faceva perché era convinta che se loro fossero morti lei se la sarebbe cavata comunque, forse era sicura che loro fossero appendici che si potevano anche lasciare indietro. Digrignò i denti stringendo appena la fialetta nella mano destra prima di tornare presente a quello che stava succedendo e alzare lo sguardo sia su Ciale che su tutti gli altri.

«Purtroppo penso che non ci sia molto da fare. Direi di avvicinarci alla tenda e prendere le quattro posizioni cardinali, ci darete una mano vero?»


Difficilmente si sarebbe aspettata una risposta negativa, in fondo in quella battaglia erano tutti coinvolti e, anzi, lei era stata portata lì proprio da loro. Sentirli negare un aiuto l’avrebbe solo resa cattiva e allora si che si sarebbe comportata come una mina vagante, fregandosene altamente di chi moriva e di chi sopravviveva. Se la volevano dalla loro parte dovevano dimostrarsi attivi nel voler vincere a tutti i costi. Proprio come aveva pensato loro annuirono e, tutti insieme, scivolarono silenziosamente fino alla tenda per poter prendere le proprie posizioni e, alla fine, lanciarono tutti insieme le fialette all’interno della tenda.

"Secondo te cosa verrà fuori? Un angelo oppure un demone?"


Ridacchiò Lilith dentro la sua anima. Trovava il tutto terribilmente divertente, questo era evidente, ma la ragazzina non aveva tempo di stare dietro alla sua ilarità, doveva stare concentrata. Con gli occhi seguì la fialetta lungo tutto il suo arco e quando questo sparì oltre i lembi sentì il suo cuore prendere a battere all’impazzata. Era andato bene? Oppure no? Sarebbe uscito qualcuno?
Il fumo iniziò ad alzarsi alto nell’aria e Rirchiyo si coprì appena il naso con la mano per non vomitare al sentire l’odore nauseabondo che quello strano composto mandava nell’aria, intanto lasciava i suoi occhi liberi di schizzare a destra e a sinistra per poter vedere se ci fossero strani movimenti o anime vive. Prima del gas era arrivato anche il fuoco, il cui fumo si era mischiato al gas e riuscì a mandare in tilt la ragazzina che per un attimo non capì più niente. Cosa stava succedendo? Era forse stata Odette?

”No, non può essere stata così idiota.”


Pensò per un attimo. Il fuoco era scoppiato prima e questo poteva soltanto dire che aveva avvisato gli abitanti della tenda, oppure davvero loro erano stati così veloci da prenderli comunque?
Le sue domande trovarono risposta fin troppo in fretta perché, non molto lontano dalla tenda, vide due donne, una rossa e una mora. La prima sembra rimanere ferma, inerte, guardandoli però con occhi carichi di disprezzo, la seconda, invece, li fissò per un secondo prima di estrarre uno stocco che avrebbe potuto ucciderli tutti se avesse dimostrato di essere abile con quella lama. Questo non ci voleva, sperava in uno scontro facile facile e invece le cose erano peggiorate. Non si guardò più in giro, non si curò nemmeno di controllare se Odette fosse ricomparsa, di lei non gliene fregava più niente, era diventata completamente inutile dopo la sua stupidata e dopo aver dimostrato di non essere in grado di lavorare insieme a loro. Ciale era la sua unica risorsa e speranza, doveva cercare di puntare su di lei. Cercò lo sguardo della ragazza, nella speranza che pensasse le sue stesse cose, nella speranza di poterglielo cogliere dietro le sue iridi ma non ne ebbe poi tanto il tempo perché dovevano agire e dovevano farlo prima di ritrovarsi l’arma che li passava da parte a parte.

«Attaccale con tutto quello che hai. Cerco di supportarti. Forza facciamole fuori.»


Uccidere prima di essere uccisa. Ormai era diventata una costante della sua vita senza la quale sapeva che non avrebbe mai visto l’alba del giorno dopo. Senza attendere un secondo di più si lasciò riempire dal potere del demone, cercando lo sguardo della mora. Quando lo trovò i suoi occhi diventarono due piccole luci ametista e, insieme a Lilith, provò in qualche modo a prendere possesso della donna in maniera tale da tenerla buona, da lasciarla a terra e non averla come problema. Una volta fatto ciò avrebbe alzato il suo arco per puntarglielo addosso, facendo scorrere il potere demoniaco fino alla punta della freccia e scoccarla verso la donna per poterla accecare.
Questo era il suo contributo per Ciale, questo era il regalo che le avrebbe fatto per poterla aiutare a tagliare la gola ad entrambe e, in cuor suo, sperava davvero che ci riuscisse senza problemi.
Trattenne a stento un urlo quando vide uno dei suoi colpi andare a segno e, quindi, la mora a terra, urlante, accecata dal suo attacco e dalla sua freccia ma qualcosa non andava: quell’urlo non aveva nulla di umano. Ririchiyo fu quasi costretta a portarsi le mani alle orecchie per non sentire i timpani esplodere. Cosa diavolo stava succedendo e chi erano quelle donne? Tutto divenne confuso, troppo per vedere la donna ferirsi, troppo per poter anche solo capire quello che stava succedendo, anche solo per cercare con lo sguardo Ciale.

"Falla smettere….mi sta facendo diventare matta."


Anche le parole di Lilith si dispersero nella sua coscienza senza essere in grado di poterla sentire. Cadde in ginocchio tenendo le mani premute contro le orecchie e cercando di concentrarsi sul suo respiro ma anche quello era troppo affannato.
In quei pochi istanti si pentì di aver accettato, non voleva morire lì, eppure se non fosse riuscita a tornare presente alla situazione sarebbe stato un risultato piuttosto inevitabile. Cadde in ginocchio lasciando le altre due al proprio destino e sentendo la sua voce che, per il dolore che stava passando tutto il suo corpo, abbandonava le sue labbra, alzandosi insieme a quello della mora, urlando insieme a lei il suo dolore ma, sapeva bene, sorpassarlo sarebbe stato ben difficile.


CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: Indenne
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia:
    Energia 105/125 %


    Mente 95/125%


    Corpo 50/50 %



»Equipaggiamento:
    -Arco
    -Naginata
    -Armatura naturale

»Oggetti:
    -Cristallo del talento
    -Amuleto lunare

»Talenti:
    -Affascinare 1/6
    -Maledire 0/6
    -Focalizzare 0/6
    -Trasmissione 0/6

- Attacchi -
Affascinare:
    » Gli ammaliatori hanno sviluppato naturalmente un'influenza tale sugli altri da essere in grado di condizionarne la volontà semplicemente con la loro presenza. Essi potranno emanare un'aura attorno a loro influenzando qualunque persona sia presente nei dintorni, inducendoli a non contraddire l'ammaliatore o a seguirlo, o ancora a temerlo. Con il consumo di un utilizzo di questa passiva, dunque, l'Ammaliatore sarà in grado di emanare un'aura di ammaliamento che conta come un'influenza psionica passiva con effetto da personalizzare liberamente, purché non si discosti troppo dai principi enunciati.«
[ブラインド] “Buraindo”
    »Sia in forma umana che in forma demoniaca, Ririchiyo e Lilith sono in grado di richiamare a sé il potere demoniaco per poter accecare l’avversario e lasciandolo confuso per qualche istante. Utilizzata in fase di difesa può causare autonclusività e l’effetto dura un solo turno ed è una tecnica a natura psionica. Se portata a segno causa un basso all'energia«
    consumo: basso energia


- Specchietto riassuntivo -
Attacca con entrambi la mora e alla fine incassa il colpo ad area cadendo in ginocchio e urlando per il dolore.



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view post Posted on 20/10/2015, 12:46
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Time Lost Centurion (3dh Economic Crisis Edition)
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Roma! Roma? Si, Roma.

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Hooglans - Campo Sconosciuto
«Divided we Fall»

Stanno tramando qualcosa, non che questa sia una sorpresa giunti a questo punto. Non si sono accorte di me e questo è un bene, ma qualunque cosa possa risollevare le sorti della battaglia si trova chiaramente in mezzo a quel mucchio di cartacce. Quella dai capelli rossi sembra davvero arrabbiata, manda fogli all'aria uno dopo l'altro nella disperata ricerca di qualunque cosa le serva per fermare l'attacco dei pelle verde. L'altra invece sembra quasi succube degli eventi, se ne sta in disparte mentre la Rossa continua a frugare, a cercare qualunque sorta di artefatto o formula magica le servano per capovolgere la situazione. Potrei aspettare che trovi l'oggetto in questione, strapparglielo dalle mani e poi darmela a gambe levate. Ma se fallissi? Non so cosa cerchi, ma ho la certezza che la cosa non volgerà affatto a nostro favore se trovasse qualunque cosa stia cercando. Usano delle lampade ad olio, non ho bisogno d'altro. Trovare un punto cieco non è difficile, un semplice lancio di lanterna e la ricolma pila di pergamene viene data rapidamente alle fiamme. Da qui in poi non gli rimane che fuggire, ma finiranno semplicemente nelle fauci di bara e dei suoi allegri pelle verde. Poi accade l'inaspettato, uno strano fumo verdastro inizia a riempire rapidamente la tenda, cogliendomi con le spalle al muro o-... beh, al telo. I polmoni si incendiano, gli occhi si fanno gonfi come se dovessi piangere la dipartita di Zoikar solo sa quale persona cara. L'equilibrio mi abbandona rapidamente e mi ritrovo al suolo, tossente e dolorante, quasi del tutto cieca e incapace di capire cosa stia succedendo. Se non altro il miasma nauseabondo sempre dissiparsi con una certa rapidità, permettendomi di seguire la scia di aria fresca prevenienti dall'ingresso della tenda.



« Ugh... » Le budella si contraggono violentemente, mi devo sforzare per non riggettare fuori qualunque cosa sia rimasta nel mio stomaco. Per quanto mi sforzi, non riesco ad emettere nulla più di qualche rantolo alternato a colpi di tosse. « Ch-... »



Solo allora, udendo le grida dei pelle verde, capii che il miasma velenoso era stato opera loro. In fondo non è che ci sia stata una grande coordinazione, senza contare che in fondo non glie ne è davvero fregato molto di venirmi a cercare una volta causata l'esplosione. Forse dovrei farmi semplicemente da parte, lasciare che da qui in poi se la sbrighino loro? Riesco ad intravedere le sagome delle due donne, non fosse per i capelli rosso fuoco della prima probabilmente non sarei nemmeno in grado di distinguere l'una dall'altra. Gah, che situazione del cavolo. Sembrano pronte alla battaglia, gli orchi e le due, devo fare qualcosa per volgere lo scontro in loro favore, cercare di incapacitarne almeno una. Non sono proprio nelle condizioni di alzarmi e menare pugnalate, ma posso ancora sfruttare qualche turchetto mentale. Scombussolare un po le idee alla rossa, dare un'apertura agli altri per colpire. Se non fosse per il fatto che la mia influenza quella non sembra nemmeno sentirla. Come se non bastasse l'altra grida talmente forte dal farmi quasi svenire, costringendomi a rotolare su un fianco e a coprirmi le orecchie in preda al dolore più atroce. In fondo perché non aggiungere una bella emicrania alla lista delle cose che stanno cercando di uccidermi quest'oggi. Riapro gli occhi e di sagome dai capelli rossi mi sembra di vederne due, perfino! Ormai ci vedo anche doppio, vorrei proprio sapere cosa diamine ci hanno messo in quel gas. Se non fosse che la seconda sagoma sembra distaccarsi dalla prima, correndo rapidamente verso di me. La buona notizia è che non ci vedo doppio. La cattiva è che qualcuno ha studiato parecchia Evocazione. Tutto ciò che riesco a fare è rotolare da un lato e dall'altro come un pezzetto di carne impazzito che cerca di impanarsi col terriccio del campo. Nemmeno la mia dura scorza sembra essere molto efficace, nonostante tutto. Due affondi sicuramente, il primo mi prende di striscio sulla spalla, fortunatamente evita l'osso. Il secondo affonda direttamente nel petto, a rigor di logica colpendo il cuore o comunque le sue dirette vicinanze. Piangerei dal dolore se potessi, ma al momento non sono nelle condizioni di farlo, e probabilmente rimarrò in questo stato per un bel po. Però... dal loro punto di vista ho ricevuto delle ferite letali per un essere umano. Già, meglio smettere di muoversi e fingersi morta, per ora. Chissà che la cosa non volga a mio favore, alla lunga.






¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
Riassunto

CS { 0 }

Fisico {40%} ~ Mente {55%} ~ Energie {40%}




Passive:

» Amuleto dell'Auspex: (3/6)
» Passiva Razziale - Scurovisione: (6/6)
» Passiva Razziale - Sensi Migliorati: (3/6)
» Passiva Razziale - Mira precisa: (5/6)
» Passiva Acrobata - Funanbolo: (3/6)
» Passiva Acrobata - Caduta Lenta: (6/6)
» Passiva Acrobata - Scalatore: (4/6)
» Passiva Acrobata - Contorsionista: (3/6)
» Passiva Ladro - Celarsi: (3/6)
» Passiva Ladro - Velo Sonoro: (3/6)
» Passiva Ladro - Velo d'Ombra: (3/6)


Attive:

Occultamento: La mia istruzione nelle arti magiche è stato altrettanto esemplare. In molti non lo sanno ma il vampirismo ha una natura strettamente legata alla magia, permettendo verosimilmente ad ogni vampiro di apprendere le arti magiche con grande rapidità e semplicità rispetto ad un essere umano o a qualunque appartenente alle razze comuni del Thedas. La magia si suddivide in varie scuole e la mia preferita è senza ombra di dubbio quella dell'Illusione. La prima capacità che io abbia mai appreso è stata quella di divenire completamente invisibile, e vi assicuro che la cosa non è semplice come sembra! Ci vogliono settimane di pratica, senza contare il fatto che il corpo all'inizio non riesce ad orientarsi se non riesce a vedersi. Può suonare strano ma è la pura e semplice verità! Certo la fatica è remunerativa quando puoi semplicemente sparire in un battito di ciglio e lasciare il tuo nemico li, imbambolato come un babbeo.
La pergamena è una tecnica di invisibilità di natura magica che rende il caster invisibile per l'intero turno in cui viene utilizzata. Questa però non è in grado di annullare un qualunque suono prodotto dal proprio corpo o le tracce lasciate dal proprio passaggio. [Consumo Medio]

Mente Sfuggente: Ed insomma, se tutti vanno in giro con un bel fucile, non vedo perché non dovrei farlo anche io! Imparare a bloccare le influenze mentali non è difficile, ma usare la tua contro gli altri ha richiesto svariati mesi di allenamento! Alla fine ogni vampiro sviluppa un'emozione specifica del suo anima che, quando richiesto, può instillare nella mente dei suoi nemici. La mia sembra essere l'empatia, un aumento della comprensione emotiva altrui che sembra spingere i miei nemici in una sorta di pausa riflessiva, facendogli riconsiderare le proprie azioni con quella che si può definire come la sensibilizzazione del proprio animo. Inoltre, con un piccolo aiuto da parte della mamma, sono in grado di percepire quelle flebili onde psioniche che le persone producono quando si mente. E questo mondo di bugiardi non è mai a corto, no no!
Spendendo un consumo in Energia di entità Variabile, Odette sarà in grado di colpire la risorsa Mente dell'avversario, cagionando danno pari al consumo e scoraggia il bersaglio dall'intraprendere azioni belligeranti. A consumo Nullo Odette sarà in grado di capire istintivamente se il suo interlocutore o qualcuno nelle sue dirette vicinanze stia mentendo.

[Consumo Alto]





Tutto come da confronto, odette incassa pienamente l'urlo e un Medio + basso dagli affondi della copia, sfruttando le passive da Contorsionista e Funambolo insieme all'armatura naturale per resistere il basso.


 
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Lunatic ( )
view post Posted on 23/10/2015, 15:05




[ R o u : S t r y d ]



«Attacchiamo e mettiamo fine a quest'agonia.» Non che ci fosse bisogno di chiedere. Il capo pelleverde era abbastanza esplicito, anche se le preoccupazioni per la "piccola che era con loro" sembravano fuori luogo. Non erano, dopotutto, solo mercenari? Avrebbe dovuto solo preoccuparsi che non fosse andata al soldo del nemico. A pensarci bene, Ciale non poteva esserne sicura lei stessa. Dall'entrata nel campo gli eventi si erano susseguiti troppo in fretta per tenerne traccia.

«Se non siete troppo provate, o spaventate, venite con me.» Sbuffò, le orecchie che si piegavano in una posa asimmetrica. Era chiaro quale fosse la sua opinione in materia.
Nel frattempo Bara-katal si era gettato contro la tenda, fermato solo dalle preoccupazioni - e dalle risorse - di Sapp. Circondarono la tenda, cercando di stanare le due sorelle con i gas velenosi. E in un certo senso ci riuscirono. Qualcosa, però, non andava, anche se non le era chiaro che cosa. Prima che le ampolle cominciassero a spandere il gas nauseabondo, fuoco e fumo comparvero all'interno del tendone. Era previsto? La Lagomorfa avrebbe chiesto conferma, se solo non si fossero divisi per controllare meglio la zona. Vicino a lei c'era solo Ririchyio, che cercava di coprirsi il volto per tenere lontano il miasma.
Non molto tempo dopo due figure femminili emersero dalla nube. Le due sorelle, se doveva indovinare.

«Attaccale con tutto quello che hai. Cerco di supportarti. Forza facciamole fuori.»

Annuì, stringendo la sua arma, mentre la compagna impugnava l'arco.

Nel poco tempo che avevano per gestire la faccenda, Ciale ricorse istintivamente alle tattiche apprese da giovane. Nello specifico potevano combattere ad armi pari - due contro due, ma non sarebbe stato intelligente. Dovevano dividere e conquistare, ponendo fine alla vita delle due sorelle una per una. Dalla sua rapida valutazione, la donna con i capelli rossi era sicuramente più pericolosa, quindi doveva essere uccisa per prima, separandola almeno dall'altra. Provò a intimidire la seconda con un trucchetto appreso ai tempi dell'Inquisizione Lunatica, anche se la situazione era troppo concitata perché avesse effetto; nonostante quello, mentre caricava venne superata da una freccia di Ririchiyo che servì ad accecare il bersaglio.
Ciale sorrise, dentro di sé. Per quanto non si fossero accordate, la sua malcapitata compagna d'armi doveva aver intuito il suo pensiero. A quel punto caricò lo spindalai per affondarlo nel petto della rossa, preparandosi anche a colpirla al volto con la mano chiodata.

La lama venne deviata dalla controparte avversaria, per quanto l'infusione psionica avesse fatto il suo lavoro; subito dopo l'artiglio trovò le orbite della donna e Ciale premette, non riuscendo ad accecarla ma esercitando una pressione sufficiente a toglierle la vista per un po'. Nel frattempo un urlo disumano provenne dalla sua sinistra, in direzione della mora; Ciale sentì la voce rimbalzarle nei timpani fino al cervello in una fitta di dolorosissimo rumore.

Istintivamente barcollò all'indietro, interrompendo l'attacco. Avrebbe voluto rannicchiarsi a terra e stringersi le lunghe orecchie con le mani, ma non ci sarebbe stato comportamento più suicida di quello. Si costrinse a riguadagnare una posizione di guardia, l'incipit di un'emicrania che prendeva possesso delle sue tempie. Nella distanza, la visione del coniglio nero sembrò ingigantirsi enormemente, come se quell'esserino causato dalla sua malattia mentale venisse ingigantito dal dolore del momento. Scosse la testa. Nel frattempo la "sua" avversaria aveva avuto modo di estrarre un oggetto dalla tasca, prima di recitare un incantesimo e sdoppiarsi letteralmente in due.

Khit! pensò, mentre una delle due versioni della donna si avventava contro Ririchiyo e l'altra le sferrava un colpo alle gambe. Sarebbe stato troppo pericoloso farsi colpire quando aveva perso l'impeto iniziale: Ciale fece un piccolo salto all'indietro, sfruttando la sua innata velocità, e lo usò come trampolino di lancio per un balzo più grande. In questo modo evitò gli attacchi della rossa: il calcio che l'avrebbe mandata a terra e soprattutto lo stocco che l'avrebbe infilzata.

L'avversaria le urlò qualcosa nella sua lingua, e poteva solo sperare che non fosse un altro sortilegio. La situazione sarebbe peggiorata esponenzialmente se non avessero concluso presto. Ai margini del suo campo visivo notò che Odette era ricomparsa, fugando per il momento i dubbi sulla sua possibile fuga, morte, o defezione; anche gli orchi erano arrivati a dare man forte.
Fissò la nemica, ancora parzialmente rallentata e accecata dal suo attacco precedente. Caricò un affondo con lo spindalai, potendo solo sperare che uccidendo la donna che aveva davanti avrebbe terminato anche la sua copia. Avrebbe provato a conficcarle la spada tra le scapole, all'attaccatura del collo, dove con un po' di fortuna la punta sottile della sua arma avrebbe perforato la trachea e l'avrebbe fatta affogare nel suo stesso sangue.



«»




[ Ciale ]

Altera, sociopatica, zelante;
Sguardo gelido, attraente, minuta


Corpo (95 %) - Mente (45 %) - Energie (90 %)
CS Velocità: 0 (1 usato)

Per quanto riguarda il post, dopo le azioni in confronto, Ciale subisce l'urlo della donna mora come danni mentali. L'urlo la destabilizza un po', ma riesce a difendersi dai fisici della rossa spendendo un CS alla velocità contro il calcio e una difesa basa (il balzo) contro la stoccata. Dopodichè attacca a sua volta, combinando la tecnica "accusa" - attacco fisico alto, tramite la spada - alla tecnica usata in confronto "Infusione lunatica", che finisce in questo turno.

Tecniche usate nella fase di confronto:

• Autorità [Pur essendo temibili, gli agenti dell'Inquisizione non venivano allenati come soldati regolari. La loro esistenza doveva sopprimere il dissenso ancor prima che si manifestasse. La vista di uno di loro doveva instillare sottomissione, e far perdere al bersaglio la voglia stessa di ribellarsi e lottare.]
(Numero di utilizzi: 6 5 - passiva del talento "Pacifismo")

• Infusione Lunatica
[ C'è qualcosa di straniante in Ciale, qualcosa che nasconde bene sotto l'atteggiamento serio e che le faceva accettare i comportamenti folli e maniacali del suo Re. Qualcosa nel sovrano folle e nelle sue regole che aveva in qualche modo assorbito. In battaglia può perdere la sua tipica compostezza, beneficiando in qualche modo di questa furia recondita. Il cambiamento esterno sarà percepibile nella sua espressione, nella postura, e nella maniera in cui compie gli attacchi fisici. Questi ultimi saranno accompagnati, per due turni, da un'influenza psionica bassa sotto forma di paura, che si manifesterà mentre l'attacco viene eseguito e a prescindere della sua riuscita. Il nemico dovrà quindi prima difendersi da un danno psionico basso e poi dall'attacco, o lasciarsi scoperto al primo e affrontare- terrorizzato - il secondo. Questa capacità trae forza dalle energie mentali di Ciale, lasciandola psicologicamente più stanca quando termina. ]
(Attiva, due turni. Gli attacchi fisici (max 2) lanciano un'offensiva psionica bassa, danno ala mente. Consumo medio, riserva mentale)


• Inverno di Kjeld

[ Una tecnica marziale perfezionata dalla stessa Ciale. Si tratta di un singolo colpo, in genere portato col palmo di mano aperto o con due dita piegate, indice e anulare, verso il volto del nemico. L'attacco è mirato a dare un singolo shock e una forte pressione sugli occhi. Se eseguito correttamente, i nervi ottici del bersaglio risentiranno dell'attacco oscurando per un breve periodo la vista del nemico. L'effetto si manifesta - con un breve ritardo - nel turno successivo a quando è stato effettuato l'attacco. ]
(Attiva, attacco fisico, nessun danno. Consumo Basso, riserva fisica)


Tecniche usate a fine turno:

• Balzo
[ Ciale è stata allenata a fare buon uso della potente muscolatura delle sue gambe. Se necessario, può compiere un singolo, veloce salto, fino ad arrivare a un massimo di quattro metri in qualsiasi direzione. L'utilità di questa tecnica non sta tanto nella distanza raggiunta, quando dalla velocità di esecuzione: dei salti/scatti di anche solo mezzo metro possono essere usati per evitare attacchi o tecniche di natura fisica. ]
(Attiva, difesa fisica, natura fisica. Consumo Basso, riserva energetica)

• Accusa
[ Prima di eseguire una condanna, è necessario avere un capo di imputazione che apra il passaggio alle indagini. L'Inquisizione Lunatica aveva una maniera particolare per assicurarsi che gli imputati non scappassero: al minimo cenno di resistenza venivano attaccati, e provavano un assaggio del processo. Nello specifico Ciale può eseguire un singolo affondo, in genere eseguito con la spada, mirato a ferire l'accusato (danno Alto al corpo). L'obiettivo non è mai uccidere, quanto infliggere dolore: tipicamente mirando a un punto debole. ]
(Attiva, attacco fisico, danno al corpo. Consumo Alto, riserva fisica)

Equip estratto:
Lo Spindalai

Via di mezzo tra una lancia e una spada, lo Spindalai è un'arma molto comune nel regno profondo di Cernaborg. Agli occhi di un abitante della superficie, ha le sembianze di una lunga lama nera, estremamente sottile ed estremamente affilata. L'esemplare preferito di Ciale arriva a misurare un metro e venti di lama, contro trenta centimetri di elsa. La difficoltà nel classificare quest'arma deriva dal suo aspetto: è troppo sottile e lungo per somigliare a una spada bastarda (circa due centimetri abbondanti di larghezza alla base della lama, che poi si riduce costantemente fino a diventare uno spillo in cima), non ha le caratteristiche della sciabola e del fioretto, visto la forma rigida e dritta e l'assenza di guardia, e infine fuori dalla categoria delle lance per ovvie ragioni, come la presenza di un contrappeso alla fine dell'elsa. L'uso che ne viene fatto lo vede come un ibrido, visto che può tagliare, perforare, e all'occorrenza inchiodare il corpo dei nemici. Il materiale di cui è forgiato - ferro nero delle profondità - impedisce che la lama sottile si spezzi ad ogni confronto con spade convenzionali, ma comunque quest'arma è famosa per aver bisogno di ingente manutenzione. In ultima analisi lo Spindalai si sposa bene con lo stile di combattimento dinamico dei lagomorfi, ma richiede un maestro per essere portato ai massimi livelli.

I Kho-tehk

Concettualmente simili ai pugnali da lancio, i Kho-tehk sono l'evoluzione naturale di questi ultimi e alcune varietà di spilli che usano certe popolazioni umane. Si tratta di lunghi chiodi di ferro nero, appuntiti da entrambe le parti e sottilissimi: sono pensati per essere lanciati contro un nemico e colpire efficacemente delle zone vulnerabili, riuscendo - in mani esperte - a trovare la strada nei punti deboli di un'armatura. La distribuzione del materiale nei Kho-tehk non è uniforme: sono più pesanti alle estremità per favorire il lancio, e deboli nel centro: per questo sono tendenzialmente fragili se dovessero essere usati, per esempio, per bloccare un pugnale nemico.
 
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view post Posted on 24/10/2015, 14:16
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Maestro
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C'era qualcosa.
Il silenzio che diveniva perforante. Si dipanava e ribatteva, ritmato dai colpi delle lame e delle carni che si dilaniavano al trapassare di esse; si scindevano in schizzi vacui e stentati mugolii, trattenuti entro le labbra serrate per non apparire troppo deboli, o troppo morti. E, nel mentre, il silenzio attorno si divorava tutto il resto. Orchi e uomini, mischiati in un nugolo di ardore e sangue, sembravano zittirsi dinanzi alla danza della morte che prendeva forma e sostanza in due sorelle armate del proprio odio.
Per il mondo. Per gli uomini.
Per chi rifugge.

Eppure, qualcosa non andava. Nel variopinto mondo a tinte rosse che si dipanava intorno all'unica tenda centrale, mancava qualcosa.
Mancava il pericolo di quell'ultima battaglia. Mancava l'ardimento e la pietà di una guerra che aveva piegato intere tribù pelleverde, fino a divenire terrore nelle orecchie degli infanti e monito nei cuori degli anziani. Mancava la fatica e la disillusione di porre fine a un tormento, che si spazzava via in pochi colpi di spada e altrettanti mugolii di circostanza.
Era facile. Era troppo facile.

E con quel pensiero in gola, qualcuno moriva.
La rossa aveva due volti. Due facce, l'una il contrario dell'altra. La prima era un volto scevro di emozioni; era il pallido suo viso, ardimentoso e combattivo che si spargeva indefesso sull'arma della piccola Odette. O sul corpo attorno a essa. Infierisce, la rossa. Infierisce e starnazza con un piccolo lascito di morbosa passione, mentre il coltello puntella più volte il tenero corpicino, prodigandosi in altrettanti fiotti di sangue rossiccio.
Eppure, quando sembrava scivolare verso un psicotico connubio di omicida passione, il suo sorriso inarcato in un'espressione malevola diventava visibile come il silenzio attorno a essa. Spariva, in un tenue lampo di luce che la stessa Odette faticava a comprendere.
L'altro volto della rossa, infatti, era quello che si stanzia dinanzi a Ciale. L'altro volto era crucciato e stanco; teneva a stento gli occhi aperti e si prodigava in rapidi e affannati soffi di stanchezza, come se il petto gli si fosse costretto in un abbraccio troppo stretto, dettato dal dolore e dalla fatica. E mentre si lanciava in un'agguato altrettanto complicato, la sua spada mancò il bersaglio e ne ricevette un presente tutt'altro che caritatevole.
La lama di ciale emise un rumore sordo quando passò attraverso le ossa delle scapole. Si fece largo come una penna sul foglio di condanna, trapassando pietà e sentimenti con la delicatezza di un boia sulla gogna. La lama le passò il collo da parte a parte, e quei suoi occhi semichiusi strabuzzarono d'istinto, fissando il volto della sua nemica e scrutando - in esso - quello della sua morte.
La copia svanì in un istante e, con essa, tutte le speranze della rossa. La sua bocca si riempì di un grumo di sangue, che non fece in tempo nemmeno a sputare all'infuori.
Le gocciolò tra le vesti strappate, passando attraverso i seni come una collana troppo raccapricciante per adornarla per davvero.
E, in quel lascito di sofferenza con cui si congedava dall'impietoso mondo, ebbe solo il tempo di pronunciare una parola.

« ...أمي... »
umi

E qualcuno le fece eco, poco distante.
Se ne accorsero dopo, quando il rintocco di quella parola sfiorò il silenzio adorno di male ed echeggiò come un tuono.
Era poco distante da loro tre, frapposto in un lembo di stoffa cucita e della terra riarsa dal vento. Era un lascito anch'esso, flebile - ma forte al tempo stesso. Erano le parole che due labbra carnose, imbevute di nero rossetto, schioccavano lentamente.
Era la nera, come l'avevano chiamata. Era distesa in terra, ancora pregna di quei dolori che l'avevano fatta urlare. Aveva i capelli immersi nel fango, sporchi e stopposi; la terra gli dipingeva il volto, coprendogli una guancia e un occhio, mischiandosi al sangue e alle lacrime. Il suo vestito era grezzo, strappato in più punti e cosparso di altrettanta polvere.
Tendeva il braccio sinistro verso l'alto, quasi a proteggersi da un grande pericolo. E il pericolo era davvero grande, posto che - spostando di poco gli occhi - lo stesso sarebbe apparso loro in tutta la sua imponenza.
Era il torso imponente di Bara-katal, che le scagliava la propria ascia all'altezza del suo cranio. L'aveva rincorsa, l'aveva scovata - tracciandola col proprio fiuto di guerriero. E, una volta trovata, l'aveva raggiunta con la propria arma, colpendola nell'unico punto in cui sapeva avrebbe ceduto. All'istante, senza far rumore e dire nulla.
Eppure, lei aveva ancora un briciolo di coscienza. Spaventata, vinta - ma non indifesa. Non del tutto.
Aveva sentito il fiato del Pelleverde calargli sul collo, come quello di un leone sul cerbiatto. Si era girata, tornando visibile nell'istante stesso in cui la grossa ascia le calava all'altezza del viso.
E si era difesa con la mano nuda, in una folle e istintiva pretesa di dissuasione. La mano si era poggiata sulla mano, resistendo qualche istante a quella invereconda pressione. Eppure, la lama vinceva. Ogni millesimo di secondo, si faceva strada sulla mano nuda, squarciandola lentamente e dividendola in tanti zampilli di sangue.
Passo dopo passo, la lama le staccò il mignolo e l'anulare. Poi divise a metà l'indice, fino a scardinarle il palmo e tranciarle di netto il polso.
Quando raggiunse il volto, però, lei aveva già parlato una seconda volta.

« ...أمي... »
umi

Aveva detto, mentre il sangue nero come la pece le saliva in bocca. Dagli occhi scendevano lacrime, cariche di trucco e polvere, che le disegnarono una maschera funerea sul viso pallido.
Quello però che Bara-katal non vide, era ciò che dimorava nell'altra mano. Una piccola fiala, che le due sorelle avevano cercato a lungo. Nel pericolo, qualcuno aveva detto loro di romperla, di richiamarne il potere. E di evocare quel lamento con l'unica parola che avrebbe dato agio a esso: l'unica invocazione che avrebbe aperto il portale della salvezza.
E che quel momento avrebbe dovuto essere proprio quello in cui Bara-katal giungeva dinanzi a loro.
Una trappola, avevano detto loro. Ma loro ubbidivano, perché erano soltanto delle figlie di qualcuno.
E richiamando il potere, la mora esalò l'ultimo respiro. Proprio nell'istante in cui l'ascia di Bara-katal le divise la testa in due parti, facendone traboccare il cervello in ogni punto del terreno.
Ma l'ultima parola echeggiò ugualmente.

« ...أمي... »
umi.

Bara-katal rimase in silenzio, interdetto.
Si ripeté quella parola più volte, anche se non si permise di pronunciarla. Era lingua antica, lingua demoniaca. Parole che aveva udito nel suo passato e che mai si era ripromesso di pronunciare nuovamente. Eppure, nonostante quella decisione, in cuor suo sapeva ancora i meccanismi arcani di quella lingua. E non gli ci volle molto per tradurre quella parola, ripetendola al mondo come a esorcizzarne il significato.

« ...Madre...? » disse Bara-katal, fissando il cadavere a pezzi della sua nemica.
E mentre le pronunciava, il vento prese il comando. Una folata improvvisa quasi lo spazzò via dal suolo; ricadde sul fianco, mentre il corpo della mora, ormai cadavere, veniva scagliato lontano. Al centro dell'accampamento, ove c'era la grossa tenda, un buco nero apparve attraverso lo spazio. Comparve come una spaccatura nella realtà, divorando tende e polveri che si trovavano sul suo passaggio.
Lampi neri si trascinavano da dentro il buco e ribollivano verso l'esterno, bruciando il tempo e le persone. Nel mentre, le stelle scomparvero e un manto nero pece scavalcò la notte stellata, fino a renderla buia come l'ultimo giorno del mondo.

Attraverso il portale, fece capolino una figura femminea.
Aveva la pelle bianchissima e lunghi capelli neri, lasciati liberi a svolazzare nel vento. Teneva grossi guanti lungo le mani e, su di essi, anelli e gioielli che brillavano. Il suo volto era fine, col naso all'insù e occhi bianchi a fissare il mondo dinanzi a lei. Un aspetto regale e, al tempo stesso, terribile, di chi regna sul niente e lo governa come fosse un'estensione di se stessa.
Pareva fluttuare nell'aria, quella stessa aria che al suo passaggio diveniva freddissima e pareva flettersi dinanzi ai suoi tacchi a spillo.
Ella passò gli occhi e le lunghe ciglia su tutti i presenti, fino a fissarsi sull'unico essere che sembrava destare il suo interesse.

stryd1


« Bara-katal » disse, flemmatica. « Quanto tempo è passato? »
Il pelleverde, di risposta, trasalì. Lo sguardo si dipanò, fissandola insistentemente, come se avesse visto un fantasma. Poi, digrignò i denti, rivelando le zanne aguzze e sbavando di rabbia.
« Rekla Estgardel? » Abbaiò, irato. « T-tu... sei viva? »
La Nera Signora sorrise. Il suo nome era ormai divenuto un mito, un racconto oscuro del passato. Si diceva ella fosse stata una dei più terribili generali del Re che non perde mai e che avesse avuto un ruolo determinante nella Guerra del Crepuscolo. Era stata alleata di Bara-katal, in quella stessa guerra che aveva portato il popolo dei pelleverde sull'orlo dell'estinzione. L'aveva comandato e - insieme a Rainier - ingannato, solo per accattivarsi i suoi servigi.
Poi, era scomparsa. Rinchiusa nel suo trono di non morte, o confinata in qualche dimensione remota, aveva fatto perdere le sue tracce. Fino a quel momento, evidentemente.
« Sono viva e bramo il mio trono » disse, sorridendo.
Fece qualche passo verso di lui, ancora prono sul terreno. Si inarcò, toccandogli il mento con la punta delle dita.
« Tu e i tuoi pelleverde avete scorrazzato per queste terre già a lungo » ribatté, sogghignando. « Ora che il Regno degli uomini è confinato entro le proprie mura... »
« ...questo è il momento in cui il Nero Impero di Rekla riprenda il giusto posto su Theras. »
« E voi pelleverde ormai siete solo un... » si bloccò, dubbiosa. « ...un impiccio, ecco. »

Bara-katal ringhiò di rabbia, fece un passo indietro e riprese tra le mani la propria pesante ascia. « Tu ci hai usati, ci hai comandati con l'inganno... »
« ...e ora ci uccidi soltanto perché non ti serviamo più? »
Rekla sorrise ancora, divertita. « Siete diventati inutili, mio caro » sospirò. « Patetici, ingombranti e deboli; tu eri il loro guerriero più valoroso... »
« ...e guardati come sei ridotto. » Lo fissò, indicandolo.

« Non ti nascondo che ti ho teso questo tranello con un pizzico di emozione » sussurrò, schioccando la lingua sulle labbra. « Avevo voglia di vederti. »
« Ma sei una delusione, Bara-katal » ribatté, secca. « Non vali molto di più delle migliaia di Pelleverde che ora servono al mio comando... »
« come cadaveri. »

Alla fine, Bara-katal non si tenne più. Afferrò a due mani l'ascia e si scagliò come una furia sulla donna che un tempo lo comandava.
Ora la odiava; era il simbolo del suo fallimento, della depravazione del suo passato e della sua vendetta. L'icona di come i pelleverde si fossero fatti ingannare.
Simbolo di tradimento ed empietà.
Quando la raggiunse, però, l'esito fu inaspettato. Con il palmo della mano destra Rekla bloccò la sua ascia, strappandola dalle sue mani e scagliandola lontano.
Dalla mano sinistra evocò altre decine di mani scheletriche, che partirono dal suo braccio e si prolungarono, fino a raggiungere il collo del pelleverde.
Si strinsero attorno alle pelle nuda e presero a strozzarlo con forza, mentre lo sollevavano dal suolo. D'istinto, Bara-katal si portò le mani al collo, cercando di sfuggire alla presa. Mentre lo faceva, il panico lo pervase; non per la paura della morte, ma per la paura di non essere servito a nulla. Di non aver avuto alcun ruolo, di non essersi riscattato.
E, con lui, di non aver riscattato tutti i suoi seguaci. Gli eretici, gli inetti, gli esclusi: non avrebbero salvato nessuno.

Nel mentre, Rekla diede adito ai propri poteri per proteggere l'esecuzione del Pelleverde.
Attorno a loro si levò un muro di ossa, che cinse l'area della tenda interamente, circondando la Nera Signora e Bara-katal stesso.
Oltre il muro, c'erano ancora i cadaveri degli uomini e dei pelleverde morti. Questi presero a rianimarsi, levandosi come anime impunite al servizio della Nera Signora. Non morti assetati di dolore, che si avventarono sui tre sopravvissuti come api sul miele. Tra loro c'erano anche la rossa e la mora: le due sorelle, ovvero nient'altro che figlie dell'ingordigia di Rekla.
Di colei che non ama, ma che comanda.

stryd2

La stessa che portava Bara-katal sull'orlo del suo destino fatale.
E, mentre lo faceva, si prendeva gioco di lei. « Così muore Bara-katal, dunque? »
Diceva, ridendo.



CITAZIONE
QM Point
Siamo alle battute finali di questa breve quest.
Alla fine le due sorelle evocano quella che è la loro Madre, ovvero Rekla Estgardel "La nera signora". Voi probabilmente non sapete chi sia; comunque i vostri pg potranno aver legittimamente già sentito parlare di lei, in quanto è poco più di un'antica leggenda. Era uno dei generali del Re che non perde mai (come lo stesso Bara-katal, d'altronde - come si evince dal manifesto di Rou), apparentemente morta durante la Guerra del Crepuscolo. Ella era nota per poter evocare e comandare interi eserciti di non morti. Appare e si rivela come un tranello: di fatto tutta la battaglia era un modo per attirare Bara-katal e affrontarlo / ucciderlo. Così è. Bara-katal, infatti, si rivela impotente dinanzi alla nera signora e sta per essere sopraffatto.
Voi, d'altro canto, venite assaliti da un'orda di non morti. Letteralmente tutti i morti che ci sono stati nella battaglia, infatti, si rialzano e vi attaccano. Comprese la nera e la rossa, che sono appena morte. Contate questo attacco come una tecnica di natura Critica lanciata ad area da Rekla (di conseguenza è come se ciascuno di voi si dovesse difendere da un Alto). La tecnica ha natura magica, e causa danni al fisico (morsi, tagli, squartamenti...avete presente?). Il vostro turno di fatto vi pone un compito: salvare Bara-katal o fuggire. In ogni caso, dovrete difendervi dall'orda dei non morti. Se volete salvare Bara-katal, poi, dovrete anche superare il muro di ossa che lei ha evocato attorno a se (conta come una tecnica Alta a 360° intorno a se, magica - difensiva). Superato il muro, dovrete tentare di liberare Bara-katal dalla stretta al collo. Su questo non vi do dettagli in termini di potenza: semplicemente, improvvisate.
Il limite è sabato prossimo. Chiarimenti e domande, in confronto.

P.S. Onde vogliate approfondire l'argomento "Rekla", questa è la sua vecchia scheda, dell'utente Jimmy che ne era il giocatore. Per il resto, nella sezione "Valzer al Crepuscolo" trovate le informazioni sul suo ruolo durante la Guerra del Crepuscolo.
 
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view post Posted on 28/10/2015, 21:02
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♥ Non piangere Nishimiya sai poco fa ti ho parlato in un sogno, mi sembrava di aver rinunciato a molte cose, ma non è così. Ho sempre pensato come te Nishimiya...♥
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Rou ~ Stryd - Istinto di sopravvivenza -
Ririchiyo viveva come un animale che doveva in qualche modo preservare la propria natura, come una creatura a cui il mondo aveva insegnato di vivere solo per sé stessa. Si era imbarcata in quell’avventura per poter preservare la propria vita, era sempre stato quello il suo obiettivo, dei pelleverde o del destino del mondo poco le importava, non era affar suo perché lei e Lilith erano in grado di vivere ovunque.
Spalancò gli occhi rimanendo interdetta mentre vedeva tutto quello che accadeva intorno a lei e, soprattutto, quando venne evocata la madre. Forse aveva sentito aleggiare il suo nome, i sussurri sulle sue gesta ma ciò che faceva parte di quel mondo non le era mai importato molto. In effetti, dopo la fuga dalla sua terra e dopo la scoperta di ciò che erano davvero i demoni, era come una scatola vuota, un cassetto che era stato derubato dei propri sogni e delle proprie speranze, se solo il suo cuore non stesse ancora battendo poteva essere considerata morta. Un individuo, in fondo, poteva essere considerato vivo solo quando anche le proprie speranze e i propri sogni esistevano ancora. Quelli di Ririchiyo non vi erano più, avevano ormai lasciato quelle terre desolate da molto tempo.
Non sapeva bene cosa fare, in effetti non sapeva bene nemmeno cosa pensare, l’unica cosa che sentiva era che doveva fuggire, era che quel luogo risultava solo pericoloso e che non aveva più nulla da fare.

"Bara-Katal è ormai spacciato, nessuno può battere quell’oscura signora. Vuoi davvero sacrificare la tua vita per qualcuno che ti ha minacciato?"


Gli occhi di Ririchiyo stavano ancora fissando la scena quando questa mutò e i morti tornarono in vita. Per poter aiutare quello che momentaneamente era il suo compagno avrebbe dovuto superare quella muraglia e, soprattutto, penetrare gli attacchi della signora oscura, rischiare la sua vita. No, non ne valeva la candela. Le alleanze cambiavano a seconda dei momenti, tranne per i cani fedeli e lei non lo era per niente, non aveva motivi per essere fedele a quella gente e votare la sua vita alla loro causa.

”Non era mia intenzione aiutarlo. Ce ne andiamo.”


"E tutti gli altri?"


”Non è un problema mio.”


<bockquote>L’esercito di morti stava per attaccarli e mentre Ririchiyo attingeva potere dalla scorta del demone che risiedeva dentro di lei, Lilith rise davanti a quella sua affermazione, davanti a quanto quella ragazzina fosse cambiata in così poco tempo, da come fosse passata a stare con gli umani e odiare lei, mentre ora le carte in tavola erano state ribaltate. Era proprio vero, le alleanze cambiavano a seconda dei bisogni.

"Brava la mia bambina, vedo che hai imparato cosa davvero è giusto per la tua…per la nostra vita."


Si lasciò completamente inondare dal potere demoniaco e i suoi occhi presero a risplendere come due piccoli fari. Poteva vedere senza problemi qualsiasi tipo di mossa, qualsiasi tipo di attacco prima di essere colpita e con abile mossa scansò ognuno di questi e, alla fine, cercò una via di fuga. Non intendeva morire, quindi, non intendeva restare lì un minuto di più.

”Ce ne andiamo da qui, Lilith.”


Nello stesso istante in cui il pensiero raggiunse il demone, la ragazzina stava già cercando l strada giusta per allontanarsi da lì il più possibile e mettersi al sicuro. Se ci fosse riuscita non si sarebbe mai guardata indietro, né per vedere che fine stesse facendo Bara-Katal né tutti gli altri. Non si voltò nemmeno per quelle che erano state le sue compagne di squadra. Il suo cuore era di pietra e il suo animo completamente soggiogato dall’oscurità del demone. Poteva solo andarsene e pensare a sé stessa.


CITAZIONE

RIRICHIYO


Basso: 5% - Medio: 10% - Alto: 20% - Critico: 40%


»Stato fisico: Indenne
»Stato mentale: Indenne
»Sinossi: Egoista, indipendente e irascibile; coriacea, corna e occhi viola
»Energia:
    Energia 85/125 %


    Mente 95/125%


    Corpo 50/50 %



»Equipaggiamento:
    -Arco
    -Naginata
    -Armatura naturale

»Oggetti:
    -Cristallo del talento
    -Amuleto lunare

»Talenti:
    -Affascinare 1/6
    -Maledire 0/6
    -Focalizzare 0/6
    -Trasmissione 0/6

- Attacchi -
[スピード] “Supiido”:
    »Ne corso degli anni di caccia Ririchiyo ha imparato a muoversi sempre più veloce e ora, con anche l’aiuto del demone, i suoi movimenti sono più fluidi e più leggiadri riuscendo a schivare senza alcun problema gli attacchi dei nemici ed ha natura fisica.«
    Consumo di energia: alta energia



- Specchietto riassuntivo -
Utilizza la sua variabile per scansare gli attacchi e alla fine cerca un modo per fuggire e andarsene per sempre da quel posto.



code by Misato Kojima ♥ don't copy

 
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view post Posted on 31/10/2015, 17:43
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Roma! Roma? Si, Roma.

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Hooglans - Campo Sconosciuto
«Ancient Evil»

Uccidi il necromante, spezza il controllo sui servetti e vattene prima che inizino a massacrarsi fra di loro. Un piano così semplice che, anche con i suoi intoppi, doveva riuscire senza ulteriori complicazioni. Ci vuole una bella faccia tosta per starmene distesa al suolo con un polmone perforato e in tratto d'intestino sforacchiato come formaggio Ystfaldiano, ma ormai questo non sembra avere più molta importanza. le sorelline sono morte, hanno tirato le cuoia, fine dei giochi! Beh, questa euforia è durata più o meno una decina di secondi, prima che l'ultimo asso nella manica delle sorelline venisse rivelato a tutti i presenti. Sarò schietta, non ho mai avuto interesse nel partecipare la Guerra del Crepuscolo, anche se ho comunque seguito con grande dedizione gli eventi che hanno portato alla caduta o ascensione di Rayner. Questione di punti di vista, anche chi era li non è davvero sicuro di cosa sia realmente accaduto. Ma, beh, un Re non combatte di certo per conto suo. Ha comandanti,s ergenti, luogotenenti e generali. Ma un re come Raymond non poteva certo avere generali come chiunque altro, lui voleva il meglio del meglio. Nel bene e nel male. Da cui l'esistenza di Rekla Estgardel, nota necromante ed utilizzatrice di poteri oscuri id ogni sorta. demoni, Non Morti, spettri, abomini; non c'era davvero limite a ciò che quella donna era in grado di creare e controllare. Ed ovviamente era stata data per morta insieme alla maggioranza degli altri Generali degni di nota. ma si sa, la necromanzia è la via più comoda per la vita eterna. Ci sono sempre validi trucchetti per posticipare o fermare la propria morte. O anche far finta di essere morti, mentre si decide di spendere qualche anno in una piccola boccetta di vetro. Beh, questo significa che abbiamo fallito, non abbiamo puntato il bersaglio giusto. Usare le figlie come capro espiatorio, poi, davvero una madre esemplare. Beh, nuovo obbiettivo, svignarsela da qui ed andare ad avvertire chi di dovere. Non ci provo neanche a fermare l'orda di non morti che sorge tutt'intorno a noi, mi lascio sbalzare e graffiare, trascinare in giro come un sacco di carne privo di forze o vita. Non è per nulla piacevole, ma alla fine mi lasciano perdere, mi danno per morta mentre avanzano contro i restanti pelleverde e le mie "amiche del cuore".



« ... » Ormai non ho più nemmeno la forza per parlare, ma in mezzo a questo macello di cadaveri mutilati e magia nera avrò la mia occasione per sparire prima che lei abbia finito con il povero bara. « ... »



Scribacchio sul suolo una rudimentale runa di canalizzazzione, facendo si che il mio corpicino scompaia nel nulla, perso nell'orda di non-morti. A questo punto faccio affidamento ad ogni stilla di forza lasciata nel mio corpo, senza risparmiarmi urla o gemiti ad ogni passo. Fortunatamente l'incantesimo isolerà qualunque suono ancora per un po prima di rendermi nuovamente udibile. Se riesco a lasciarmi alle spalle l'orda di non-morti dovrò solo arrampicarmi oltre la barricata e continuare a correre, allontanarmi il più possibile da questa trappola mortale. Scapperò sulle montagne, mi nasconderò su un albero per permettere al mio corpo di rigenerarsi. Mi dispiace tanto, Bara, per non essere stata più utile di così. Ma priam di andarmene, userò quel poco di energie che mi è rimasto per guidare questi famelici corvi contro la nera signora, abbattendo il muro che ti circonda per dare ai tuoi uomini una possibilità di salvarti. Tutto ciò che mi è concesso, poi, è pregare per la tua salvezza. pregare per la salvezza tua e del tuo popolo, così che la Nera Signora non vi renda tutti schiavi un'altra volta.






¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
Riassunto

CS { 0 }

Fisico {20%} ~ Mente {55%} ~ Energie {10%}




Passive:

» Amuleto dell'Auspex: (2/6)
» Passiva Razziale - Scurovisione: (6/6)
» Passiva Razziale - Sensi Migliorati: (2/6)
» Passiva Razziale - Mira precisa: (4/6)
» Passiva Acrobata - Funanbolo: (2/6)
» Passiva Acrobata - Caduta Lenta: (5/6)
» Passiva Acrobata - Scalatore: (3/6)
» Passiva Acrobata - Contorsionista: (2/6)
» Passiva Ladro - Celarsi: (2/6)
» Passiva Ladro - Velo Sonoro: (2/6)
» Passiva Ladro - Velo d'Ombra: (2/6)


Attive:

Occultamento: La mia istruzione nelle arti magiche è stato altrettanto esemplare. In molti non lo sanno ma il vampirismo ha una natura strettamente legata alla magia, permettendo verosimilmente ad ogni vampiro di apprendere le arti magiche con grande rapidità e semplicità rispetto ad un essere umano o a qualunque appartenente alle razze comuni del Thedas. La magia si suddivide in varie scuole e la mia preferita è senza ombra di dubbio quella dell'Illusione. La prima capacità che io abbia mai appreso è stata quella di divenire completamente invisibile, e vi assicuro che la cosa non è semplice come sembra! Ci vogliono settimane di pratica, senza contare il fatto che il corpo all'inizio non riesce ad orientarsi se non riesce a vedersi. Può suonare strano ma è la pura e semplice verità! Certo la fatica è remunerativa quando puoi semplicemente sparire in un battito di ciglio e lasciare il tuo nemico li, imbambolato come un babbeo.
La pergamena è una tecnica di invisibilità di natura magica che rende il caster invisibile per l'intero turno in cui viene utilizzata. Questa però non è in grado di annullare un qualunque suono prodotto dal proprio corpo o le tracce lasciate dal proprio passaggio.

[Consumo Medio]

Empatia Animale: Oh si, ogni vampiro ha dei talenti insoliti che variano dalla natura della persona prima della trasformazione, il mio è quello di poter parlare con gli animali empaticamente e fargli fare quello che voglio io. Non importa se siano mammiferi o pesci, insetti o uccelli, riesco a sentire gli animali intorno a me e loro riescono a sentirmi. Se sono in pericolo essi vengono in mio soccorso, dal ratto più piccolo al lupo più cattivo di tutta la foresta. I miei preferiti però rimangono i pipistrelli, loro sono molto più carini dei ratti o dei lupi.
Odette è in grado di richiamare intorno a se la fauna locale per attaccare il nemico, infliggendo un danno di natura Fisica pari al consumo. Gli animali richiamati non persistono nell'area e si ritirano dopo aver sferrato l'attacco. A consumo Nullo la tecnica può essere usata per generare effetti scenici o comunque non più potenti di un effetto Passivo.

[Consumo Alto]





Incasso lAlto al corpo perchè tanto non ho tecniche per potermi difendere, ed il rischio di usare l'offensiva per poi prenderci 2 in sportività non lo corro xD Comunque, dopo essere stata ulteriormente malmenata Odette diviene nuovamente invisibile ed usa quasi ogni benedetta passiva per bypassare il malus del lacrimogeno e usare l'orda di non morti come copertura per allontanarsi e scavalcare la palizzata, dirigendosi verso la salvezza della foresta. Con le poche energie residue, però, decide di lanciare uno stormo di corvi contro la barriera d'ossa per un danno complessivo pari ad Alto, sperando di demolirla così da lasciare agli altri almeno una possibilità di salvare Bara.


 
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