Master of puppets, I'm pulling your strings Twisting your mind and smashing your dreams Blinded by me, you can't see a thing Just call my name 'cause I'll hear you scream
¬ Sürgün-zemat Un accampamento sul confine con Taanach
Ingiustificata ferocia si abbatteva sui corpi. Una violenza inaudita. Anche se una creatura crollava a terra, devastata dagli artigli brillanti, il Divoratore non si accontentava: infieriva più e più volte, strappando arti, aprendo pance, staccando teste. Era una vendetta a tutti gli effetti. Nella sua visione distorta del mondo, l'Incubo era convinto che ogni ferita procurata ai Caduti si ripercuotesse sulla Corruzione; per ogni morte, un dolore aggiuntivo all'Ahriman. Sapeva benissimo che tutto ciò non corrispondeva alla realtà, poiché i corrotti non soffrivano, non piangevano, non pregavano. Lui stesso aveva percepito la Tentatio e conosceva le sue caratteristiche. I membri del suo esercito non possedevano un'anima o ricordi o ambizioni, erano semplici pezzi di carne sospinti dal vento che spirava dal Baathos. Ma al Divoratore non importava. Sfogava la sua rabbia per non soccombere alla seducente pressione che lo spingeva a fermarsi, ad obbedire. Persino in quel momento, mentre il suo sguardo invisibile era concentrato sulle prede migliori, avvertiva il sussurro nell'etere. Potere. Libertà. Tenebre. Una dolce melodia che serpeggiava fin dentro la sua essenza liquida, toccando e frugando nella speranza di trovare qualcosa. Di trovare Robert. Era il suo punto debole, il metodo migliore per ostacolare la sua avanzata distruttiva. Se lui conosceva molto bene la Corruzione, la Corruzione conosceva altrettanto bene lui. Percepì un dolore pungente appena sotto gli spallacci metallici. Distratto dai suoi timori inespressi, il Divoratore non aveva fatto caso alla punta acuminata di una lancia. Gorgogliò, infastidito dall'accesso di un elemento estraneo nella continuità fluida del suo corpo. Tentò di divincolarsi, ma l'asta era penetrata a fondo e lo aveva bloccato in un'innaturale posa disarticolata. In quella posizione poteva osservare con attenzione la parte dell'arma che era sbucata all'esterno e che continuava a premere: era una lancia umana. Quel particolare lo mise in allarme istintivamente. Guardò a destra e a sinistra, come se potesse effettivamente vedere una sorta di Corruzione gassosa che s'insinuava tra i soldati e ne ottenebrava la mente. L'Ahriman aveva cominciato il suo lavoro di rastrellamento. Un barile di olio per la manutenzione delle macchine d'assedio esplose improvvisamente, gettando all'aria tende, bracieri di ferro, scorte, uomini e mostri. Il Divoratore venne sbalzato alcuni metri verso le rocce che circondavano l'ingresso Sud dell'accampamento. Cozzò violentemente contro una parete solida, l'asta della lancia si spezzò; l'Incubo crollò immediatamente a terra, privato delle forze. Un gemito simile ad un rantolo proruppe dalle grandi fauci cremisi. Poi accadde. In un primo momento gli parve di sperimentare una sorta di debolezza fisica, ma si ricordò quasi subito che le leggi delle altre creature non intaccavano la sua integrità. Scosse violentemente il capo. Il suo sguardo venne coperto da una patina scura, granulosa, seguita da una strana luminescenza porpora. Percepì un bisbiglio, voci che si sovrapponevano e lottavano per prevalere l'una sull'altra. Il corpo si contorceva e tentava di regredire ad una forma ben definita. Infine, contro la sua volontà, piombò nel limbo della metamorfosi.
[...]
Robert aprì gli occhi e, ancora una volta, il buio lo avvolse. Non accese la candela sul comodino e non allungò la mano per sentire se sua moglie era nel letto. Rimase invece immobile e si concentrò sul soffitto della stanza. Non lo vedeva realmente a causa del buio, ma immaginò grandi assi di legno e chiodi accuratamente posizionati. Sapeva di essere nell'incubo. Al piano di sotto lo attendeva la consueta scena di sangue e morte. Così non si muoveva, disteso sul materasso, sperando che una folata di vento o uno scossone lo svegliassero. Non accade. Lentamente i suoi occhi si abituarono all'oscurità e riuscì a distinguere le pareti della camera da letto. Poi un armadio di semplice fattura, un baule chiuso da un lucchetto e il profilo di un appendiabiti. Percepì anche un suono che non ricordava di aver mai udito in precedenza, una sorta di mormorio sommesso. Alzò il busto e tese le orecchie; erano voci. Voci umane. Provenivano dal piano inferiore. Non è possibile. Scostò violentemente il lenzuolo e si avvicinò alle scale. Ascoltò. Non si era sbagliato, c'erano davvero delle persone in cucina. Gli parve addirittura di distinguerle attraverso la cadenza vocale: una donna e un bambino. Il cuore di Robert accelerò. Scese le scale precipitosamente, giunse sul pianerottolo e fissò allibito la cucina. Davanti a lui, i visi sorridenti e le braccia lungo i fianchi, stavano sua moglie e suo figlio. Avevano gli occhi puntati su di lui, come se attendessero il suo arrivo. Avevano smesso di parlare. « Cosa...cosa succede? » La donna, che aveva lunghi capelli neri e la pelle candida, si avvicinò di un passo. La sua espressione era molto dolce, ma Robert riusciva a scorgervi una punta di tristezza. « Guarda. » Lilin indicò una macchia rossa che si stava allargando a dismisura sul ventre « Sei stato tu. » Robert non sapeva cosa dire. Improvvisamente, si trovò in mano un lungo coltello da cucina sporco di sangue. Si sentì mancare e provò a dire qualcosa. Aveva perso tutta la salivazione. Anche se era soltanto un orribile incubo, la sensazione di essere colpevole lo attanagliava con incredibile intensità. « Io...io... » balbettò. Tra le guance di Lilin si aprì un sorriso delicato. Le fossette sotto gli zigomi la rendevano incredibilmente bella. E reale. « Io ti perdono, Robert. » concesse e la macchia rossa venne riassorbita dalla pelle « Se mi prometti di restare per sempre al mio fianco. » Che voce melodiosa. Robert avvampò; uno sconfinato senso di felicità lo riempì, lo avvolse, lo cullò come una ninna nanna. Lei lo perdonava per gli errori commessi. Lo perdonava! Era incredibile, nessuno avrebbe potuto fare una cosa del genere, ad eccezione di una persona straordinaria come sua moglie. L'amava perdutamente. « Sì, te lo prometto. » quasi urlò « Prometto di... » La porta di casa si spalancò. Un vento gelido spezzò il calore emanato dal camino acceso nella cucina. Dall'oscurità penetrò una figura altissima e spettrale. Portava un lungo mantello nero che si avviluppava su un corpo magrissimo, quasi scheletrico, coprendone anche il capo. I movimenti fluidi e aggraziati davano l'idea di una creatura dalla consistenza liquida. L'essere penetrò nell'ambiente. « Attento a ciò che prometti. » sibilò. Robert conosceva quella voce. Impiegò appena un secondo per identificare l'estraneo con la figura del Divoratore. Ma cosa ci faceva nel suo incubo? « Non pensavo avessi la facoltà di parlarmi attraverso i sogni. » « Questo non è un sogno normale. » Robert guardò Lilin, che nel frattempo gli si era avvicinata ancora di più. L'espressione della donna esprimeva puro terrore e le dita affusolate si stendevano per toccarlo, stringerlo. « Lui ti ha costretto ad uccidere la tua famiglia. Lui! » Il Divoratore ringhiò. Si avvicinò anch'esso, allungando un braccio sottile e rapace. « Loro non sono Lilin e Nicholas. La Corruzione sta sfruttando l'onirico per vincolarti. » Stranamente, quelle parole risuonarono forti e senza eco nella mente di Robert. Tornò a fissare Lilin con maggiore attenzione e scoprì che il viso era troppo definito, gli occhi troppo lucidi, le labbra troppo chiare. Poi scovò le minuscole venature violacee che trasparivano dalla pelle e il biancore dei denti perfetti. Nicholas, invece, era un piccolo angelo in miniatura, bellissimo ed innocente. Enormi occhi azzurri lo osservavano con aspettativa. Ora vedeva con chiarezza. Aveva rivissuto quell'incubo molte volte e ricordava ogni dettaglio senza difficoltà. Lei non aveva quelle venature; lui non aveva gli occhi azzurri. Era tutto un inganno, una tremenda illusione. Robert si sentiva in qualche modo tradito, nonostante la veridicità delle parole del Divoratore. Osservò con inquietudine il coltello che stringeva ancora tra le mani. Provò rabbia. Dolore. Ira. Tristezza. Infine, non sentì più nulla. « Andiamocene. » disse con tono secco. Si allontanarono insieme, lui e la figura cupa del Divoratore, dalla casa illuminata. Passeggiarono un poco nel paesaggio fatto di strade infinite che si perdevano nel vuoto. Il mondo nero si chiudeva intorno a loro. Ben distanti l'uno dall'altro, nonostante il desiderio di provare a toccarsi, di percepire quella sensazione d'insieme che fino a quel momento avevano sperimentato solo nella realtà. Poi Robert cominciò ad avvertire la stanchezza. Le palpebre divennero di piombo. Il tempo del passato e dei rimpianti era terminato. « Come facevi a saperlo? » « Questa battaglia non è fatta solo di spade e zanne. Si combatte in profondità, nel subconscio. » Robert scosse la testa. « Non intendevo questo. » fissò il cappuccio liquido del Divoratore, scorgendo un bagliore rossastro « Come facevi a sapere i loro nomi? » Ma l'incubo terminò bruscamente e il buio si dissolse.
[...]
La battaglia imperversava in più punti e con sempre maggiore violenza. I Caduti soccombevano sotto i colpi di spada e di lancia, ma erano tanti, troppi. Dove un'aberrante creatura crollava, subito quattro o cinque bestie simili comparivano dalle retrovie. E gli uomini, per quanta determinazione mettessero in campo, non avevano sostituti da esporre. Lentamente, come il fuoco che anneriva ogni singolo strato di legno e stoffa all'interno delle tende, l'esercito della Corruzione si faceva largo nell'improvvisata roccaforte del Sürgün-zemat. Chi non soccombeva ad artigli e denti annegava nella disperazione e si trasformava in un burattino dell'Ahriman. Stranamente, i nuovi corrotti si accanivano con più ferocia sui compagni ancora lucidi, come se la contaminazione fosse un piano predisposto e studiato. Ma la Corruzione non aveva piani, non aveva fini ultimi: si espandeva semplicemente, casualmente e, forse, senza nemmeno rendersene conto. Al pari di un virus che, inconsapevole, distruggeva ogni cosa nella disperata ricerca di un equilibrio impossibile. Mentre tutto ciò accadeva, il Divoratore aveva ripreso il controllo sul suo corpo. Il buco generato dalla lancia non si era richiuso e doleva in maniera fastidiosa. Un'orda di Caduti si avvicinava sbavando e ringhiando a lui, poiché nessun'altra vittima era disponibile. Poteva tranquillamente ignorare il dolore, abbattere i nemici e trovare uno spiraglio per ricongiungersi all'esercito umano. In quel momento, tuttavia, aveva paura. Paura vera; un terrore che, nella sua breve esistenza sul piano materiale, non aveva mai provato. La Corruzione si era insinuata molto più in profondità di quanto si era aspettato, aveva scavato solchi indelebili nell'anima di Robert, aveva cercato e trovato il suo passato. L'Ahriman, con le sue dita invisibili, era giunto a contatto con la verità. Una verità che doveva rimanere celata. Non tanto per il controllo che si poteva esercitare su Robert, quanto per gli spaventosi effetti che avrebbe sortito una rivelazione del genere. Gli incubi veri erano cominciati proprio con l'avvento della Corruzione. Il Divoratore si sollevò da terra, assumendo una posizione adeguata al combattimento. Oppose un artiglio metallico ai Caduti più vicini, respingendoli verso le rocce. Poi notò gli sguardi spaventati dei soldati che correvano di fianco a lui, alcuni urlando per farsi coraggio, altri in preda al panico. Seguì la traiettoria dei loro passi. Un'immensa creatura era comparsa al centro dell'accampamento umano, una sorta di rettile che racchiudeva nel corpo anche i tratti di una donna e quelli di un anfibio. E non vi erano dubbi su cosa rappresentasse quel mostro multiforme...una bestia che non sapeva come raffigurarsi poiché non possedeva un singolo aspetto; un quadro dipinto da più artisti, utilizzando i colori che ritenevano maggiormente importanti o affascinanti; la prova che la Corruzione era un potere volubile e in continuo mutamento. « L'Ahriman... » sussurrò la voce di Robert, dischiusa nel profondo e ancora in preda ai sogni. « Una delle sue manifestazioni. » « ...distruggila! » Per il Divoratore non era cosa solita studiare l'andamento di una guerra o la strategia di uno scontro. Eppure il suo istinto non lo spingeva ad attaccare brutalmente, a spingersi attraverso i Caduti per raggiungere quel nemico gigante. Aveva appreso un'informazione importante mentre era a contatto con la Tentatio: non si poteva distruggere fisicamente. L'Ahriman aveva assunto una forma fisica, ma il vero nucleo era impossibile da vedere o toccare. Il vero nucleo era la Corruzione, un avversario invisibile e insidioso. « Non posso sconfiggere l'Ahriman, come non si può sconfiggere un incubo. » gorgogliò il Divoratore « Paradossalmente, è l'Ahriman stesso che deve decidere quando porre fine alla sua esistenza. » Una serie di grida acute accompagnarono lo spirare del vento e la puzza di carne bruciata. I ruggiti dei Caduti erano incessanti. « Ogni creatura vivente potrebbe essere l'Ahriman, perché ogni creatura di questo mondo porta dentro di sé un poco di Corruzione. Questo è il problema. » Il Divoratore percepì una sorta di timore estraneo. Robert era sull'orlo di una crisi. « La guerra è inutile. » bisbigliò l'uomo « Stiamo solo arginando l'avanzata di una lava oscura e famelica. » « No. La Corruzione non avanza di propria volontà...attecchisce solo dove la lasciano entrare. » Lo spirito di Robert parve calmarsi, intuendo una considerazione successiva. « I soldati sono disperati. Vedono lo spettro della sconfitta all'orizzonte e sono attratti dalla prospettiva di scampare alla morte... » « Esatto. Più ne muoiono, più la Corruzione alletta quelli ancora in vita. » Se doveva farlo, lo avrebbe fatto a modo suo. Ed era solamente per opporsi ad un nemico che minacciava di interferire con i suoi piani di sopravvivenza nella realtà materiale.
« Forniamo altre truppe a questo esercito di disperati. »
Una nebbia fitta, quasi scura, piombò sul terreno roccioso del Sürgün-zemat. Dalla nebbia cominciarono a giungere dei nitriti spettrali. Infine, comparvero. Erano neri, scheletrici e grondavano sangue dalle narici sbuffanti. Occhi di fuoco, denti brillanti, muscoli tesi su ossa sporgenti. Uno, due, dieci, cento. Erano cavalli dell'incubo.
Le bestie del mondo onirico svanivano ad intermittenza, passando da un piano all'altro in pochi istanti. Dal gruppo oscuro si staccarono i primi animali, seguiti immediatamente da un numero più consistente di esemplari. Si dispersero, ignorando i soldati e minacciando con i loro zoccoli tutti i Caduti che capitavano a tiro. Sfidavano i nemici aberranti ad inseguirli, a scostarsi al loro passaggio; fingevano morsi e svanivano all'ultimo secondo. Il Divoratore emise un verso simile ad una risata. Seguendo la scia di cavalli neri, avrebbe trafitto tutti i Caduti che si fossero scostati dalla carica o distratti dall'apparizione. L'illusione sarebbe durata solo qualche minuto, un tempo sufficiente per mietere molte vittime. E, forse, anche i soldati sarebbero caduti nel tranello, combattendo fianco a fianco agli incubi.
ROBERT/DIVORATORE
Critico {40%} ~ Alto {20%} ~ Medio {10%} ~ Basso {5%} Mente: 125 - 10 = 115% (dolore) Energia: 70 - 20 - 20 = 30% Fisico: 75 - 10 = 65% (ferita sotto la spalla)
Riserva di CS: FORZA+4(Illusione estesa fortificante), FORZA+1(Passiva sulle illusioni); FORZA-5(Attacco)
Passive utilizzate:
Offuscare la Realtà » Quando il Divoratore di Sogni protrae la sua mano sulle vittime e le cala nel suo mondo di buio, tutto ciò che è reale viene irrimediabilmente distorto. Mentre è in contatto, il mostro - e di conseguenza Robert - acquisisce determinate capacità sovrannaturali: può lanciare illusioni senza pronunciare parole o compiere movimenti, può utilizzare gli incubi generati sul campo di battaglia come punto di lancio per le sue tecniche offensive e acquisisce 1CS in Forza nel momento in cui lancia un'illusione. (Immagini Statiche + Immagini Legate + Immagini Fortificanti, Il Divoratore può lanciare illusioni stando immobile, può utilizzare le illusioni come tramite per le sue abilità e guadagna 1CS in Forza ogni volta che utilizza una tecnica illusoria, Psioniche, consumano Energia. 5/6 utilizzi.) Negazione della Forza » Fintantoché è nel suo ambiente notturno, il Divoratore di Sogni può entrare in contatto con le tenebre a suo piacimento. Il suo corpo diviene effimero, sinuoso, quasi liquido. In questo stato, il mostro è molto difficile da colpire con semplici attacchi fisici, essendo estremamente rapido nei movimenti. Un qualunque guerriero che volesse attaccarlo con un'arma, dovrà concentrarsi notevolmente per mettere a segno la sua offensiva. In termini tecnici, il Divoratore non risulta immune ai colpi fisici, ma è più sfuggevole. L'efficacia della tecnica è rimessa alla sportività dell'avversario, consistendo difatti in un'abilità con un fattore aleatorio. (Tecnica personale Passiva, quando è notte il Divoratore è estremamente difficile da colpire, 2/4 utilizzi.) Mondo Nero » Di notte la presenza del Divoratore di Sogni non è solo fisica. Il mostro influenza il campo di battaglia con le sue capacità di rilevazione, estrapolando dalle menti dei suoi avversari gli incubi più ricorrenti o profondi. Quando il Divoratore agisce in un ambiente notturno, richiama a sé il potere di controllare le apparizioni oniriche. I nemici presenti nel suo raggio d'azione saranno disturbati e intimoriti da visioni orribili provenienti dalle loro teste, proprio come in un incubo; tali apparizioni non possono in alcun modo attaccare, muoversi o fungere da difesa. (Tecnica personale di influenza psionica Passiva, i nemici vedono i propri incubi sul campo di battaglia e ne sono disturbati, Psionica, 2/4 utilizzi.)
Attive utilizzate:
Notte Perenne(2° turno) » (Tecnica personale di potenza Alta, trasformazione concreta del giorno in notte per quattro turni con aumento di 4CS alla Forza, Magica, consuma Energia.) Rinchiudere la Psiche » Sebbene la mente di Robert sia ben protetta, il rischio di subire danni in quel senso è molto alto. Tuttavia, egli può ricorrere alla sua incredibile forza psichica per schermare totalmente o parzialmente la propria testa. Concentrandosi alcuni istanti mentre sta per subire una tecnica volta a distruggerlo psicologicamente, Rober - e il Divoratore - deflette i danni al cervello ricorrendo alle energie spirituali. (Tecniche personali di entità Media/Alta, una protezione Media o Alta per la Mente, Psionica, consuma Energia.) Distorcere l'Assoluto » Il Divoratore può utilizzare i suoi poteri per richiamare gli Incubi dal Mondo Nero. Consumando una certa quantità di energia, la sua parola evoca le immagini più terribili sul campo di battaglia. Con un afflusso di energie pari a Medio, il Divoratore distorce la realtà con l'apparizione di un Incubo più o meno esteso che influenza tutti i sensi di un singolo bersaglio per due turni o tutti i presenti nell'ambiente. Consumando un quantitativo Alto di energie, invece, l'Incubo si estenderà ad ogni creatura vivente per due turni consecutivi, oppure per un singolo turno, donando però al Divoratore 4CS alla Forza. (Illusione Amplificata + Illusione Estesa + Illusione Amplificata Estesa + Illusione Amplificata Fortificante, Il Divoratore può lanciare illusioni che influenzano tutti per un turno, che influenzano un singolo per due turni, che influenzano tutti per due turni o che influenzano tutti per un turno e donano 4CS alla Forza, Psioniche, consumano Energia.)
Riassunto/Note/Altro: Subisco il colpo fisico. Ho interpretato l'influenza della Corruzione riproponendo una versione modificata dell'incubo ricorrente di Robert, inserendo il Divoratore come aggancio per la difesa che oppone all'influenza. Di fatto, è lo stesso Divoratore a salvare Robert dalla Tentatio. Successivamente a questo momento di vulnerabilità, il Divoratore si riprende e decide di non intervenire direttamente sull'Ahriman, consapevole dell'inutilità di un attacco sulla forma fisica. Opta, invece, per riorganizzare la battaglia attraverso un'incremento delle truppe. In termini tecnici, sfrutta un'illusione estesa a tutti i presenti - quindi sia soldati che Caduti, nei limiti del buon senso - per deviare l'attenzione dei mostri dagli uomini e permettere a questi ultimi di ritrovare il coraggio. Sfruttando il potere concesso dall'illusione (1 CS di passiva e 4 CS di tecnica) il Divoratore segue la scia di cavalli per mietere i nemici, quindi una serie di attacchi fisici rinvigoriti dai CS. Al master la penna! |