Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Aye, mio capitano!

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view post Posted on 21/12/2015, 07:04
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Cavalier Fata
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Aye, mio capitano! ~ Au revoir, Dortan.

C'è questa isola, al largo delle coste del Dorhamat, in cui nessuno ritiene sia importante mettere piede. Anche perché, di fatto, non c'è nulla che valga anche solo la pena di vedere, fatta eccezione per qualche sporadico mostro, demonio o quant'altro che, spinto da curiosità morbosa, si spinge ivi per capire se ci siano prede. Se qualcuno mi dovesse chiedere, o mi avesse chiesto qualche mese addietro, dove la mia vita mi avrebbe portata, difficilmente avrei riposto qui, a sentir le onde dell'oceano sciabordare contro gli scogli, immersa nello iodio, eppure questa è la vita. Per alcuni sono morta, per altri ho semplicemente preso armi e bagagli abbandonando quella massa fecale di Ladeca prima che la peste - o gli abitanti stessi, che poco si differenziano dalla peste bubbonica - se la portassero via. Entrambe le versioni sono vere, entrambe sono false.
Incontrare faccia a faccia un Dio, vedere gente che torna in vita, che poi muore, che poi torna, che muore tornando e torna morendo, mi ha convinta a compiere questo passo oggi più che mai convinta che non ci sia più posto per me su Theras. Non su questa parte di Theras, perlomeno. La convinzione puerile che una sola persone potesse cambiare il mondo l'ho rimossa con l'acido dal mio piccolo e fantasioso cuore, del resto a tutti prima o dopo capita di doversi scontrare con la dura realtà degli eventi. Persone che scompaiono, i buoni che muoiono e i cattivi che ballano sui loro corpi perché è così che Dio vuole, sono cose che ti segnano, che ti fanno capire molte cose sul passato, che ti aprono gli occhi ad un futuro diverso. Un futuro in cui io, se voglio far parte, dovrò reinventarmi.
Per adesso, però, a scapito di dubbi e rumori di fondo, di quel fastidioso brusio sulla mi fine, sono ancora qui. Distesa sulla chiglia di una nave arenata, a godermi un caldo sole nonostante l'inverno. Io, Nola, Patrick, Jeanne, sono arrivati qui uno alla volta, in momenti diversi. Per il mondo sono morta, per me sono semplicemente rinata ad una nuova vita, dove non esistono eroismi, dove non si incontrano gli dei e altre cose che ti devastano l'esistenza quasi come se dovesse pioverti il mondo addosso e poi, così come sono venute, scompaiono per non farsi più rivedere. La monarchia costituzionale, bella porcheria, esploderà. Esploderà perché la gente non la vuole, perché, forse, non la volevo nemmeno io che ho combattuto per averla. E allora mi domando: perché restare?

Un saggio una volta mi disse che la vita è difficile, che è tutta una questione di compromessi. Ma non ci credo poi così tanto. Cambierò nome, cambierò colore di capelli - ho sempre immaginato che il rosso mi donasse - e salperò, fermandomi solo quando il cuore mi dirà di farlo.
Penso, e lo dico solo per far coraggio a me stessa, che oltre i confini del mare non ci siano ridicole divinità a disturbare il corso degli eventi e a riportare in vita la gente. Certo, se non fosse stato per loro io sarei già morta e sepolta, ma... a chi importa, oramai?

Beh, forse a qualcuno importa. A qualcuno a cui ho fatto una promessa molto tempo fa, mentre tornavamo da una Tanaach distrutta dal Sole Nero. È per quello che sono tornata indietro, che mi sono fermata su quell'isola a poche miglia dalla costa ad aspettare. Avrei potuto continuare a viaggiare in qualche mercantile sino ad oltre l'orizzonte ma... non sarebbe stata la stessa cosa. I miei giorni da leader delle folle sono finiti, i miei momenti di gloria sul campo di battaglia sono segnati a vita sulla mia pelle con mille cicatrici, mille fratture e mille schegge incarnite sotto la cute. Ma il mio cuore, e la mia mente, sono liberi come non mai e, per la prima volta dopo quasi due anni, so quello che voglio davvero.

È tutto scritto in una lettera, una piccola pergamena redatta con la calligrafia elegante che tanto cara era a mia madre, fatta recapitare direttamente ad Aruj per vie trasverse, di mano in mano. Quel che recava scritto, nella sua semplicità, lo avevo sentito d'istinto, senza né pensare né ponderare. Non c'era e non c'è bisogno più di farlo.

« È arrivato quel momento che tanta commozione mi suscitò veleggiando nel Canale, guardando a sud le sponde del deserto, tra la meraviglia e lo stupore di paesaggi che non avrei, forse, mai più rivisto. È arrivato quel momento, caro amico, che io prenda il largo e lasci il Dortan e le sue malignità una volta per tutte. Io per loro sono morta, loro per me sono morti. Per quanto mi riguarda è morto persino Zoikar, il Sovrano o qualsiasi altro nome voglia avere. Solo io, i miei amici e il mare.
Ho bisogno di un capitano.

E dovunque vorrai andare andrò. Una nave per me è questo in realtà. Non è solo una chiglia, con uno scafo e un pontile, sì, la nave è fatta così, ma ciò che una nave è, che la tua nave è per me... è libertà

firmato Azzurra Frederique de Rougelaine.
»


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Non sono mai stata felice come in questo momento, Aruj.



Questo è il regalo di Natale che faccio a jedi, sperando che gli possa piacere. Sono certo che, se vorrà usare Azzurra, saprà farlo nel modo giusto.
Au revoir, Azzurra, scriverò ancora di te, molto presto, ma la tua vita su Asgradel continuerà a Sud. Ti lascio in buone mani.
 
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