Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Non Dimenticare, Contest Dicembre 2015 - Rivoluzione

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view post Posted on 30/12/2015, 13:02
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Time Lost Centurion (3dh Economic Crisis Edition)
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Regni del Leviatano - Campagne di Ladeca
«Home, at least»

Avete mai tosato una pecora? No? Male. Non che la cosa possa sorprendere, in fondo basta pensare ad un'azione tanto semplice per lasciare che il cervello la associ ad una miriade di elementi indesiderati. Lavoro manuale, da campagnolo analfabeta, non voglia il il Sovrano che le vostre morbide mani di velluto si insozzino con cotanto sudore. Non sia mai che un callo o due rendano la morbida pelle rigida e avvezza al duro lavoro. Non che io abbia di questi problemi, visto che la mia pelle è dura come l'acciaio. Sto divagando. La tosatura, in realtà è forse una delle cose più belle che ci siano a questo mondo. Pensateci, ogni volta che gli esseri umani o gli orchi devono ottenere qualcosa, c'è sempre qualcosa di terribile da fare in cambio. La caccia comporta l'uccisione di un'altra creatura, l'agricoltura impoverisce la terra, le miniere sfregiano le montagne. Certo, con le dovute accortezze il danno è minimo, ma questo non cambia certo la natura del gesto. La tosatura invece sfugge a questa regola, si ottiene qualcosa e non solo si evita di causare danno alcuno, ma si fa persino qualcosa di buono. Un rapporto simbiotico, per metterlo in termini scientifici. L'umano da alla pecora cibo, protezione dai predatori, un riparo. In cambio la pecora si fa alleggerire della lana in eccesso, si fa privare del suo latte per farne dei gustosi formaggi. Nessuno si fa male, la carne di pecora non è propriamente una gran leccornia, anche se a molti non dispiace quella dell'agnello. Non nel mio gregge, poveri piccoli. Poi gli umani dicono che siamo noi Vampiri i mostri. Abbiamo il nostro codice d'onore, non si toccano i bambini. C'è chi lo fa per semplice umanità, chi perché li giudica come un pasto incompleto, ma comunque salve poche eccezioni questa regola è sempre esistita da che ho memoria. Come è esistita anche la regola non scritta di trasformare solo chi ha raggiunto l'età adulta. Ma tra questo e il semplice desiderio dia vere una figlia quando si ha solo un grembo sterile, allora chi vince? Beh, eccomi qui.



« Sei diventata propria una petite mademoiselle, Fifì. Ha una lana morbida come le nuvole, potrei stendermici sopra e dormire per giorni interi. Magari potrei imbottirci un bel cuscino. » Il suono di legno che scricchiola accompagnato dal ritmico scandirsi degli zoccoli che cozzano contro il pietrisco, una figura massiccia che sobbalza sul carretto dopo aver preso in pieno una buca. Il carro è leggero, pronto per essere riempito di lana e latte. Un vocione profondo come quello di un Ogre canticchia una canzoncina in dialetto Nordico. Anche a distanza di mesi, l'Orso mantiene fede alla parola data. Il carretto si ferma, i passi pesanti come macigni si fanno sempre più vicini, la porta dell'ovile si spalanca bruscamente. « Buono di giorno, piccoli angioletti! Come sta voi og-... »



Per lunghi attimi fu il silenzio più assoluto. Se ne è rimasto li a fissarmi imbambolato, come se avesse visto un fantasma, o un parente che non vedeva da tempo immemore. Nemmeno io sapevo cosa dire, ero sparita per mesi interi a seguito della mia ultima avventura nel profondo sud, contro le nere legioni dell'Ahriman e la distruzione di buona parte del Sugur stesso. Mi ero preparata tutto un bel discorsetto quando tosavo i miei angioletti, qualcosa di sagace e spiritoso, per alleggerire il tutto ad un semplice sono tornata. In quel momento non mi veniva in mente nemmeno una sillaba, ritornavo lo sguardo dell'Orso senza muovere un muscolo, il vuoto più assoluto. Non so esattamente per quanto tempo me ne sia rimasta li, solo ho iniziato ad alzare la mano per esprimere una sorta di saluto, qualcosa per rompere il ghiaccio. Non mi sarei aspettata che un uomo della sua stazza potesse essere tanto veloce, fu un istante, al punto che persino io fui colta di sorpresa quando le sue braccia mi sia avvinghiarono intorno per stringermi in un abbraccio. Per un attimo non fui nemmeno in grado di respirare, e non perché mi stringesse così forte dal farmi sentire come un rametto secco sotto la ruota di un carro, ero sorpresa. Pensavo che si sarebbero scordati di me, o che mi avrebbero trattata come une estranea, andando avanti on le loro vite. Sarebbe stupido essere contenta perché qualcuno si ricorda di me? Non saprei... anzi, no. Non è per niente stupido. Non sono contenta, sono felice, gioiosa! Per la prima volta dopo tanto tempo ho fatto ritorno ad un luogo familiare, e mi sembra come se fossi tornata a casa.



« Dovresti fare attenzione, finirai con lo spezzarmi come un ramoscello secco se continui a stringermi così! Orso? Stai?... » Stava tremando, come una foglia autunnale sospinta dal vento, me ne sono resa conto solo adesso. Non diceva niente, però singhiozzava senza farsi scrupolo alcun di non darlo a vedere, credo che volesse davvero dire qualcosa ma semplicemente non ci riuscisse. Era una sensazione stranissima, non mi ricordo nemmeno l'ultima volta che mi sono sentita così... così... viva? Per un attimo valuto persino l'idea di divincolarmi da quella morsa affettuosa, trovavo il tutto un pizzichino imbarazzante, per quanto apprezzato. Ed è proprio allora che ha iniziato a parlare « Alcuni di noi pensava che tu morta... sai? Che tu sparita a sud e mai più torna, che abisso ingoia te e no sputa più fuori. Da quando tu andata via cose va bene, io mantiene promessa, ma durante cena Strangelove si arrabbia come neanche io sa fare. Qualcuno dice che è contento che piccolo Vampiro sparito, e quello con sua manina flebile gli tira ceffone come di soldato. Ci guarda a tutti, dice che noi branco di ingrati, che tu aiutato noi in tutto e noi dimentica e odia. Dice che senza di te noi saremmo solo contadini che nuota in nostre feci, che noi forse merita questo dopo ciò che fatto. Mi-... ci dispiace, noi aveva paura, deciso di lasciar perdere, deciso che tu mostro. Forse no io o Occhio, ma noi comunque provato a dimenticare. Forse qualcuno ancora preoccupato, ma a noi no importa, noi contenta che tu torna. Tu mancato noi, Zanzarina. »

« S-sai... sei proprio un g-gran maleducato. Non-.. non te lo ha insegnato la m-mamma? Che non s-si deve mai far pi-... » Mi sono stretta forte contro quel petto talmente duro da sembrare il tronco di una quercia, spingendo con la testa come un gatto in cerca d'affetto. Quando è stata l'ultima volta che ho pianto? A Basildera, tanto tempo fa, quando Lorch ha raso al suolo le mura e le sue legioni si sono abbattute sulla Basiledra, ormai inerme. Quando lo hanno lasciato ai cani, distruggendo tutto ciò che aveva difeso con la sua stessa vita, non sono riuscita a salvarlo. Perché avevo paura, perché ero debole, perché ero sola. Ho ancora paura, di perdere tutto ciò che sono riuscita a costruire, insieme a loro. Ho ancora paura perché nonostante tutto sono debole, e ci saranno sempre lupi più grandi di me, pronti a divorarmi in un sol boccone. Ma non sono più sola, per quell'idea balzana nata solo per salvare una città che sembrava morire sul nascere, una bambina bisecolare e un mucchio di allevatori e contadini seduti intorno ad un tavolo per trattenere le loro merci come fosse un dispetto. Ed invece abbiamo finito per cambiare tutto, la gente ha seguito il nostro esempio e ha cominciato ad essere indipendente, ad aiutarsi l'un l'altra, ad agire non per un simbolo o per un'ideale, bensì per il semplice ed umano istinto di aiutarsi a vicenda. Senza rendermene conto, ho tirato su una vera e propria rivoluzione. Non campi di battaglia, ma lunghi tavoli imbanditi. Non accordi presi in vicoli bui, ma semplici strette di mano tra i campi, sotto il sole primaverile dei campi di grano. Tutto questo regno è a modo suo una grande rivoluzione, ogni anima al sui interno partecipe nel bene o nel male nel risultato finale. Qualcuno si è dato per vinto, andandosene senza un perché o un saluto. L'importante è non dimenticare ciò che è stato fatto, i successi, gli errori. L'importante è non dimenticare, mai. L'Orso lascia cadere le braccia,, nonostante questo ci metto qualche secondo per distaccarmi da lui, e lui sorrideva. Quel sorriso gioviale, privo di preoccupazioni, che anche venisse la fine del mondo lui la affronterebbe senza timore alcuno, ridendogli contro. « Ah, ora basta con queste smancerie, se Occhio scopre lui prende giro me fino a fine di miei giorni! Aiutami a caricare lana, se siamo fortunati Balalaika ha sfornato crostata di crema! E poi si festeggia, stasera braciolata per tutti, da! »




 
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