Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Germogli ~ Siamo Immortali, Corsa all'Oro

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.Neve
view post Posted on 5/1/2016, 15:34




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Edited by Räv - 19/5/2018, 17:14
 
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The Grim
view post Posted on 19/3/2016, 18:51




Il Caduto era a conoscenza della nozione di " Rapimento ", il suo significato, le sue conseguenze, come ci si deve comportare, ma solo a livello teorico; non poteva immaginare di finirci dentro. Così si era trovato vestito di corde senza nemmeno capire come, e fatto prigioniero venne sballottato su e giù lontano dal lettino. Il demonaccio l'aveva tempestato di botte e calci, e lui non sapeva perché, non aveva reagito né urlato tanta era la sorpresa. Ed ora si trovava accanto al fuoco, circondato dai di lui compari, intorpidito, immobilizzato, e terrorizzato. Dal ghigno famelico di quel tipo era evidente che lo volessero mangiare, anche perché non potevano certo rubargli nulla, visto che lui non possedeva che i vestiti che portava. Forse, un tempo avrebbero potuto chiedere un riscatto, ma ora dubitava la sua famiglia avrebbe organizzato una sortita per difendere il proprio onore più che per salvare il loro consanguineo; un bagno di sangue senza significato.
L'unica era supplicarli, e sperare in un po' di fortuna.
La ebbe, volevano qualcosa che forse poteva dargli.

La ragazza pallida pareva fatta d'aria agli occhi dell'elfo, flebile, a malapena esistente ma fu lei a far chiarezza. Non sembrava per nulla simile agli altri due, eppure con loro era a loro agio. Nel riccio minaccioso stava la castagna, così in quel burbero rapimento si celava una storia succosa.

" Abbiamo bisogno di una guida,
siamo alla ricerca del Fiore degli Immortali.
"

Sul volto del caduto spuntò uno di quei sorrisi che si regalano ai bambini quando prendono sul serio le favole degli adulti, e già si aspettava d'ascoltare chissà quale stupida leggenda, invece il feroce capobanda iniziò a perdere fumo da una mano - l'Arshaid non sapeva come altro definire quel che stava osservando - e poi dar forma a quella nube proprio lavorasse su di un tornio invisibile, e in men che non si dica da quella massa forma si trasformò nell'elegante figura del Minyatur lótë, con le sue inconfondibili sette corone di sette petali. L'abilità di quell'essere era impressionante, aveva perfino rappresentato dettagli che alcuni non coglievano come la seghettatura più accentuata del petalo centrale di ciascun cerchio.

" Una cosa del genere, sì? "

Amrod poté solo sperare di riuscire nella sua messinscena, ma non era poi un bugiardo navigato. Qualche volta aveva inventato storie per giustificare errori, sonnellini prolungati, nottate passate fuori casa, e compiti mal eseguiti ai Giardini; ma non si era mai trovato nella situazione simile. Conosceva alla perfezione quel fiore, a tutti i bambini di Tuatha Cóiced avevano ascoltato almeno una dozzina di volte la storia del fiore magico che salverà la vita del Signore degli Elfi, addirittura suo zio era a capo della guardia d'onore che proteggeva quel posto e non era l'unico in famiglia, ma non poteva certo raccontare le loro leggende a degli sconosciuti; né lasciarli a bocca asciutta. Fingendo ingenuità cercò di guadagnare del tempo.

" Mai visto né sentito.
Raccontatemi qualche storia di questo fiore, poi chiederò ai miei amici se ne sanno qualcosa.
"
" Amic... "
" Giù, nel 'mondo di sotto', si dice che spesso il Signore del Labirinto se ne serva per creare le maschere che da ai suoi prescelti.
Rende praticamente immortale il suo portatore ed è in grado perfino di curare le malattie più terrificanti!
"

Si meravigliò di quanto quei demoni sapessero, erano quasi vicini alla verità; quella storia si era sparsa ai quattro venti allora. Agli occhi dell'elfo, benché non fosse esperto di creature come quelle, Ranocchio sembrava avere realmente bisogno di un rimedio potente, sembrava gracile e affannato, ma forse era solo una sua impressione; non gli sembrava il gruppo che andava in giro per giri caritatevoli, era più probabile che volessero vendere il Minyatur lótë a qualche loro signore demoniaco.

" Oh sembra davvero favoloso, si, da favola, ecco.
Forse un po' troppo diciamo.
Però possiamo provare.
"

Zeyd accennò un sorriso, durato solo un mezzo secondo, poi si voltò sull'elfo, snudando i canini, e scrutandolo con aria diffidente e cupa, da mettere i brividi a molti ben più coraggiosi che quel vigliacco di Amrod.
" Oi, di che 'amici' parlavi?
Bada che non deve saperlo nessuno, o ti mangio per davvero!
"

La minaccia fece trasalire l'Arshaid che si era completamente dimenticato quanto i suoi poteri risultassero straordinari a molti, mentre da lui era cosa normalissima. Dopotutto fra loro era stranissimo che qualcuno sapesse cavalcare mentre aveva incontrato popoli del sud che insegnavano ai bimbi come montare un cavallo; bestie che impressionavano e mettevano in soggezione il tozzo elfetto. Paese che vai, usanza che trovi.

" Chi meglio degli alberi e le piante, no? "

La semplice verità di quell'affermazione sconvolse i presenti, Zeyd con un gesto della dita indica chiaramente cosa pensava dell'elfo, che era uscito di senno, un pazzo. La Bianca Eloise puntò il demone con uno sguardo di disapprovazione, e dopotutto nessuno di loro era meno sorprendete di un Arshaid che conversava con le piante, eppure anche lei, con timore, espresse i suoi dubbi in parole:

" Loro... vi parlano? "
" Si, è una tradizione della città da cui provengo. Parlare però è un termine incorretto, ci capiamo uni con gli altri. "
" Che meraviglia.
E li conoscete proprio tutti?
"

L'entusiasmo e l'ingenuità di una bambina avevano preso il sopravvento nella sua voce, e il Caduto non si trovò più in una radura attorniato da brutti ceffi e rapitori, ma ad un pubblico che pendeva dalle sue labbra, era perciò giusto che iniziasse ad esibirsi nel suo spettacolo; forse era riuscito a scamparla. Forse.

" No, e nemmeno tutte le specie, questo fiore ad esempio non l'ho mai sentito. "

Una menzogna, a fin di bene. Sperò solo di non doversene pentire più in avanti, quando si sarebbe abituato a loro e avesse preso a pensarli non come una minaccia, ma compagni di viaggio. Strano era il Caduto, che si fidava di tutti, e sembrava sempre spuntarla senza poi farsi così male.

 
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