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Sotto un nuovo sole - Catene Infrante, Contest Gennaio 2016 - Alba

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view post Posted on 30/1/2016, 23:07
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Time Lost Centurion (3dh Economic Crisis Edition)
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Roma! Roma? Si, Roma.

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Qatja-yakin - Residenza Estiva De Sang
«The gods are dead, give me a shovel!»

Se c'è una cosa che il deserto ha di davvero emozionante, questa è l'alba. Si, il sole sorge dappertutto, fatta eccezione per il Baathos. Ma, sapete com'è, quando hai un intero continente come soffitto è difficile vedere il sole. La maggior parte delle persone pensa che le albe più belle siano riservate agli specchi d'acqua, con una piccola propensione a quelli marittimi. Fesserie, non c'è nulla di più bello del guardare il sole che taglia la notte, tracciando disegni dalla forme più insolite con i contorni morbidi e vellutati delle dune sabbiose. Il deserto, così mutevole e incostante, capace di offrire ogni mattina una vista completamente diversa. Forse è per questo che la maggior parte dei vecchi avventurieri si ritira qui nell'Akeran, quando le loro gambe cominciano a farsi deboli e le loro ossa non riescono più a sostenere il peso dell'età, ormai incalzante. Avere lo splendido privilegio di potersi affacciare alla finestra ogni mattina per vedere qualcosa di nuovo, osservare la fine sabbia che danza dolcemente sospinta dalle calde brezze desertiche, i disegni ondulati con cui la capricciosa natura si diverte a sorprendere persino gli occhi di chi ha già visto tanto, forse troppo. La vecchia residenza è rimasta in rovina per più di cinquant'anni, a nessuno interessava una vecchia catapecchia sperduta in una zona tanto afosa, con solo un fiumiciattolo ed una piccola oasi a colorare il paesaggio. Ma questo era il passato, adesso la Residenza Estiva non è più una vecchia villetta abbandonata su un fiume, soprattutto perché il fiume è diventato uno dei più grandi miracoli tecnologici di questo secolo. Un canale che taglia il continente da parte a parte come un fendente di spada, largo abbastanza da far passare persino due galeoni alla volta, controllato da un numero di chiuse idrauliche capaci di far alzare e abbassare il livello dell'acqua per superare dislivelli do ogni sorta senza mettere a rischio l'imbarcazione. Otto ha avuto l'idea di ristrutturare la villa, principalmente per necessità. Il numero di ingegneri e studiosi che hanno collaborato per la costruzione del canale è stato sorprendetemene alto, e ogni sezione del canale ha dei genieri addetti alla manutenzione giornaliera dei meccanismi idraulici. Ed Otto è tra uno di questi, quando è venuto a parlarmene era talmente felice dal sembrare un bambino a cui avevano appena regalato un cagnolino, ha parlato ininterrottamente per quasi un'ora senza rendersene conto, solo per dirmi che i lavori di ristrutturazione erano già iniziati da un paio di mesi. Tutto sommato mi merito una lunga vacanza, un periodo prolungato di distanza dal pasticcio Dortaniano, dal freddi climi e delle lunghe giornate piovose. Ufficialmente sono la piccola nipote curiosa di otto il Capo-ingegnere, giunta dal sultanato per apprendere le arti dell'ingegneria ed aiutare il mio caro zietto nelle sue fatiche giornaliere. Il più delle volte mi limito a starmene zitta ed osservarlo mentre lavora sui meccanismi delle chiuse, impartendo comandi come un condottiero e preoccupandosi per ogni vite allentata.



« Deve davvero piacerti stare qui. » Abbiamo persino una posizione di favore, una piccola stanza coperta con una grande finestra che offre una visuale completa di tutta la sezione del canale. Le strade sottostanti sono come un formicaio in constante fermento, con una grande differenza. Ogni bancarella è gestita da alchimisti, ingegneri, mistici e curatori. Uomini di scienza e cercatori di conoscenza che espongono le loro scoperte, si confrontano giorno dopo giorno per migliorarsi l'un l'altro. « Piacermi? Questo posto è tutto! Scienza e filosofia, chimica e tecnologia! L'epicentro di qualcosa che questo mondo non ha mai visto prima d'ora! Voglio dire-... guarda! »

« Mhmmm, quanto ci avete messo per costruirla? Settimane? Mesi? » Sono arrivata qui solo da qualche giorno, devo ancora abituarmi al modo in cui le cose vanno qui. Il canale è sotto il controllo del Sultanato, quindi il commercio di schiavi ed il passaggio di merci illegali verso il Dortan è sostanzialmente ridotto. Questo farà la sfortuna di molti, ma la fortuna di ogni bucaniere o pirata disposto a rischiare il mare aperto per portare poche casse di veleni o un carico di schiavi a qualche signorotto Dortaniano. Se non altro le città libere non hanno modo di contrastare il potere del sultanato, specialmente dopo che la guerra ha reclamato buona parte delle stesse. « Pochi messi, un lavoro che avrebbe normalmente richiesto interi anni! Migliaia delle menti più brillanti di tutto il mondo che hanno lavorato all'unisono, incessantemente, per creare questa bellissima creatura. Chilometri e chilometri di ingranaggi e pistoni, leve e contrappesi, controllato e migliorato giorno dopo giorno. Non vi sarà più alcuna necessità di circumnavigare il continente, ora si potrà semplicemente passare da una parte all'altra senza il rischio di naufragare o essere attaccati dai pirati. »

« Finché hai i soldi per pagare il passaggio, si intende. » L'ho fatta suonare come una critica, non volevo. Il prezzo dei materiali per manenere e migliorare le strutture del canale non è certo misero, ma il sultanato ha messo un imposta che varia in base alla quantità dei beni trasportati. inutile a dirsi, qualunque mercante è disposto a pagare un piccolo dazio quando può dimezzare i tempi di viaggio ed annullare qualunque rischio di naufragio. Un vero colpo da maestro, fama e denaro sino a saziare un tavolo di Re e Imperatori. « Nulla è gratis a questo mondo, cotanto sfarzo ingegneristico è anzi piuttosto caro. Ma in fondo si tratta di qualcosa in più del canale. Avanti, quando è stata l'ultima volta che hai visto tutte queste menti geniali incontrarsi in un singolo punto? »

« Mai, non è mai successo, Otto. Secoli e secoli di umanità dove genieri e alchimisti erano poco più che ripieghi, considerati poco più do ciarlatani e fattucchieri dagli strani modi di fare. Messi da parte in nome della fede. C'era un periodo in cui venivano considerati persino degli eretici, sai? Li braccavano, perché hanno scelto la via della logica piuttosto che l'asservimento ad un dio o l'altro. Perché si, c'è un motivo per litigare anche su quale dio sia più bello, più forte, o più qualunque cosa appaghi i deboli animi dell'uomo. Dei... nulla più che spettri glorificati che si divertono a giocare a scacchi con le anime di chi gli è fedele, ma ora non più. Questo è solo l'inizio, in termini di mercante questo boom tecnologico rappresenta la prima vera forma di concorrenza contro la fede. Perché pregare T'al per la sicurezza della propria nave, quando un ingegnere può progettare uno scafo rafforzato? Perché chiedere a Yffre che il proprio infante nasca in salute, quando un dottore sa esattamente come far partorire una donna senza rischio alcuno? Questa è... » Ed eccola la, puntuale come sempre, l'orizzonte che si incendia di giallo mentre i raggio del sole cominciano a lambire le dune desertiche. Dapprima il bianco del marmo, poi le acque cristalline del canale, ed infine l'interezza della cittadina. ma qui non è come al Dortan, la città non dorme mai. Che sia giorno o che sia notte, la vita continua a scorrere briosa in ogni strada e cunicolo. « ... l'alba degli uomini, dei nani, di tutti coloro che non hanno mai sopportato il giogo di dei capricciosi e ingiusti. La logica che trionfa sulla fede, la ragione che scaccia la superstizione. Poi, chissà, con un po di fortuna e buona volontà tutto questo diventerà una realtà persino nel Dortan. Un giorno... »



Sospiro, rendendomi conto di quanto questo possa essere difficile. Ci vorrà tempo, senza ombra di dubbio. La pazienza di far giungere tutto questo sino ai Regni del Leviatano, dove la dolce tirannia di Zoikar tiene ancora in catene il cuore di molti. Ma questa è una battaglia da lasciare per un altro giorno, una rivoluzione di cui non voglio ancora fare parte. Perché adesso che l'uomo ha imparato ad imbrigliare il destino nelle proprie mani, il timore dei divini non sarà più in grado di fermarlo. Se da tutto questo verrà fuori rovina o progresso non mi è dato saperlo. Ma, qualunque sia il risultato, ciò che è stato fatto non potrà più essere disfatto. Il futuro, finalmente, appartiene a chi di diritto. E nessun dio o credo potrà cambiare questo. Nessuno. Dei, Draghi, Demoni, che muoiano insieme al loro glorioso e lontano passato. Tutto ciò che è e che sarà appartiene a noi, adesso. Sorgeremo insieme, come il sole, scacciando la lunga tenebra che la fede sfrenata e priva di logica ha fatto calare sul mondo. Insieme, uniti, come è giusto che sia.



Ho appena realizzato di aver messo il contesto nel territorio sbagliato. Se qualche anima generosa me lo fa salire di un gradino a Nord lo apprezzerei molto :sisi:
 
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