Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Mercati, Free role per Sorran, Ahren e chiunque si voglia aggregare...

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Sorran
view post Posted on 15/2/2016, 02:22




Il mercato di Nael

Narrato, Pensato, Parlato, Parlato altrui

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Nascosta, fra le querce ed i cipressi secolari dell' Erynbaran, un fitto intrigo di passerelle e costruzioni lignee sviluppate intorno ad un antico albero padre, da vita al piccolo avamposto di Nael. Uno dei villaggi Arsahid piu' a sud della foresta dei sospiri. Benche' la sua estensione sia piuttosto ridotta cosi come i suoi abitanti, la sua posizione ed i continui contatti con le popolazioni esterne ne hanno fatto un punto di riferimento per i mercanti ed i viaggiatori. Tanto che si e' sviluppato un vero e proprio mercato poche miglia fuori dal confine abitato. Una zona franca, dove le diffidenze raziali ed anche le varie faide interne, sussistono in un teso equilibrio volto all'interesse economico di tutte le parti in causa.

I timidi raggi solari del primo mattino filtravano a stento la fitta copertura boschiva, lasciando il sottobosco in una magica atsmofera di penombra. L'odore del muschio morente pungeva i sensi cosi' come le perpetue litanie elfiche cullavano le orecchie di chi era gia' alzato.
Sedeva in ginocchio ai piedi del grande Shaogal Crann, una mano sulla sua corteccia rugosa e l'altra poggiata sul proprio petto, mentre le labbra recitavano preghiere in una lingua antica. Il rituale non duro' che alcuni minuti. Aduial, come era costume, si fermava a ringraziare gli alberi padre per la loro protezione ogni volta che giungeva in un insediamento.
Occhi curiosi lo osservavano mentre lasciava il centro del villaggio e muoveva piede sui semplici pontili di legno che collegavano i vari edifici. Non era cosa cosi' comune incrociare il percorso di un Arcere arcano, e solitamente era sinonimo di problemi. L'armatura che indossava recava incisi gli arcani simboli luminescenti dell'ordine rendendo inconfondibile la sua appartenenza, cosi' come il singolare arco portato di traverso sulla schiena.
Come due gemme nere di cuore liquido incastonate sotto la pallida linea delle sopracciglia inarcate, gli occhi oscuri dell'elfo stavano osservando lontano verso il mercato che si vociferava fosse diventato luogo di scambi illegali, come ombre o addirittura parti dei loro alberi sacri. Non sarebbe stato facile scoprire la realta' su eventuali traffici ne aveva realmente il tempo di indagare, ma forse la sua presenza sarebbe bastata a mettere in allarme possibili compratori ed a compromettere gli affari.


 
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.Ahren
view post Posted on 15/2/2016, 11:35




Il sole non aveva fatto ancora capolino all’orizzonte quando Ahren si svegliò. Erano settimane che progettava la partenza. Il suo mentore riteneva di avergli insegnato tutto quello che poteva apprendere, ed era ora che facesse nuove esperienze per migliorare le proprie abilità. Ormai non era più un ragazzino ed era giusto che si facesse una vita propria, lontano dalla famigliare protezione della sua tribù. Certo, aveva meditato a lungo sulle modalità e le tempistiche della partenza, ma ormai era certo di non poterla più posticipare. Aveva deciso di lasciare il villaggio la mattina presto, mentre tutti dormivano. Non era mai stato bravo con gli addii, e non era neanche detto che quello lo sarebbe stato. La vita di un elfo è lunga, molto lunga, quindi magari un giorno gli si sarebbe presentata l'occasione di tornare.
Indossò il mantello per ripararsi dal freddo mattutino, prese la borsa con un po’ di cibo per il viaggio, si sistemò le uniche due armi che aveva (un semplice pugnale ed un arco con faretra) ed uscì dalla sua abitazione. In pochi secondi scese dall'albero sul quale si trovava la sua piccola casupola (come il resto delle costruzioni del villaggio) e, non senza una punta di malinconia, si incamminò lontano dalle famigliari fronde degli alberi che per decenni erano state sinonimo di casa.

Passarono diversi giorni durante i quali non gli capitò di incrociare altri viaggiatori lungo il tragitto. Le provviste cominciavano a scarseggiare, ma nel caso in cui fossero finite non sarebbe stato un problema procacciarsi del cibo. Bacche, frutti e selvaggina erano relativamente abbondanti nella zona, o almeno lo erano per chi sapeva dove cercare. L’unica compagnia erano stati gli sporadici richiami che gli animali si scambiavano l’un l’altro e i cinguetti degli uccelli nascosti tra le chiome degli alberi. Fu proprio mentre era concentrato ad ascoltare le loro melodie che cominciò a sentire un’interferenza nel loro canto, un brusio che faceva da sgradevole sottofondo a quelle dolci composizioni canore. Incuriosito, Ahren cominciò a dirigersi verso quella che riteneva fosse la direzione dalla quale proveniva il rumore e proseguì per una buona mezz’ora fino a quando non ne vide la fonte: un mercato. Alle sue spalle, a poche miglia di distanza, un Shaogal Crann dominava incontrastato la foresta.



Edited by .Ahren - 15/2/2016, 12:01
 
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Sorran
view post Posted on 15/2/2016, 17:23






Narrato, Pensato, Parlato, Parlato altrui




L'ampia veste che lo proteggeva dal vento e dall' umidita, araldi della pioggia che di li a poche ore sarebbe caduta sulla zona circostante, si gonfio' vistosamente quando con fluida sicurezza si lascio' cadere da una delle postazioni delle sentinelle che proteggiavano l'avamposto da eventuali minacce, atterrando agile e silenzioso nel dedalo di radici e piante che era il sottobosco. Aveva scambiato non piu' di poche parole con gli altri arceri, ma sembrava che quel confine fosse relativamente sicuro, erano molte lune che non venivano avvistate ne ombre ne demoni.

Un brivido freddo gli percorse la schiena quando il gelo dei ricordi gli ottenbro' la mente in un attimo.
Corpi riversi a terra con i volti sconvolti dal dolore, il loro sangue sparso sulla neve. Le sue braccia a malapena in grado di brandire la spada dalla stanchezza mentre si trascinava dietro al manipolo di superstiti che disperatamente cercava di raggiungere le foreste.

Il mercato brulicava di vita. Carovane provenienti dal sud erano disposte irregolarmente al fianco di baracche di legno che sembravano poter cadere da un momento all'altro, e tendoni variopinti. Sui banchi erano esposte le merci piu' varie, da armi dalle fatture esotiche, materiali da costruzione, frutti, carni essiccate, pellicce e altro ancora. Dovunque lo sguardo dell'elfo potesse spaziare incrociava membri delle altre razze. Umani e nani in prevalenza e giusto qualche Arshaid.
Al centro della radura un edificio all'apparenza piu' stabile degli alri ospitava una sorta di taverna, che al momento non sembrava essere particolarmente gremita.
Aduial prese a camminare nella sua direzione, facendo pero un largo giro per arrivarci, osservando cosi' piu' da vicino le merci esposte.


 
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.Ahren
view post Posted on 16/2/2016, 01:34




Sebbene non si sarebbe mai aspettato di trovare un mercato in mezzo ad una foresta, Ahren non ne fu affatto dispiaciuto, ma anzi fremeva dalla voglia di entrare in contatto con altre culture e realtà. Già da lontano poteva intuirne la natura eterogenea: tendoni variopinti disposti sopra precarie bancharelle, baracche costruite una sull’altra senza un minimo ordine, carri di qualsiasi genere e provenienza posizionati in maniera scomposta all’interno della radura. Come una piccola mosca attratta dal miele, il giovane elfo si diresse verso le bancarelle, curioso di osservare più da vicino le merci vendute. Mentre si avvicinava alle strutture potè notare che quel luogo non era molto frequentato da Elfi, come si sarebbe aspettato in una regione sperduta come quella, ma anzi erano presenti in maggior numero componenti di altre razze, principalmente Umani e Nani. Era la prima volta che vedeva questi ultimi dal vivo: certo, erano facili da riconoscere a causa della loro limitata altezza, ma anche in quanto ad abbigliamento non passavano di certo inosservati dato che indossavano turbanti e vesti di colori molto accesi, e la maggior parte di loro portava lunghe barbe tinte di tonalità pastello. Affascinato da tutte quelle novità, Ahren si rese conto di fissare le persone troppo intensamente solo quando un piccolo nano tarchiato si accorse di essere osservato e ricambiò lo sguardo con occhio torvo. Imbarazzato, il giovane elfo sorrise timidamente e distolse lo sguardo, accelerando il passo.

Trascorse la successiva ora a girare tra le bancarelle, assaggiando cibi sconosciuti, esaminando armi e armature dalle più svariate fattezze, ammirando pellicce di animali mai visti prima e gioielli di straordinaria fattura. Ahren era entusiasta, ma l’entusiasmo cominciò a scemare quando cominciarono a cadere le prime gocce di pioggia che le nuvole scure e il vento stavano preannunciando già da qualche tempo. Non avendo alcuna intenzione di inzupparsi il mantello e gli abiti, egli decise di dirigersi verso il centro della radura, dove da un edificio che aveva tutta l'aria di essere una locanda provenivano suoni di canti e risate. Lì avrebbe trovato riparo.



Edited by .Ahren - 16/2/2016, 09:41
 
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Sorran
view post Posted on 23/2/2016, 19:23





Narrato, Pensato, Parlato, Parlato altrui




Aveva indigato distrattamente fra le mercanzie, che non avevano suscitato nell'elfo nessun particolare interesse, cosi' come i mercanti sui quali aveva indugiato il suo sguardo sufficientemente a lungo da cercare di capire se stessero nascondendo qualcosa o no. Forse quelle che aveva sentito erano effettivamente solo voci oppure come era plausibile pensare, quei venditori che si erano arrischiati di venire a nord erano abbastanza abili da tenere i loro traffici celati. Ad ogni modo, i suoi ordini erano solamente di pattugliare i confini ed accertarsi della loro integrita', non sarebbe quindi rimasto in quel luogo sufficientemente a lungo.
Quando le prime gocce cominciarono a cadere, l'arcere aveva gia' preso posto alla taverna. Sedeva ad un tavolo isolato, quasi in fondo alla grande stanza che di li a poco si sarebbe ulteriormente riempita dei viandanti in fuga dalla pioggia. Era una sala spartana, con tavoli di legno povero e sedie scomode di cui gli avventori pero' non sembravano curarsene mentre bevano e ridevano di racconti conviviali nel momento del pranzo. Botti di birra ed otri di vino erano ammassati dietro un banco dove un vecchio taverniere umano, aiutato dalle due figlie, stava affettando quello che aveva tutta l'aria di essere un maiale selvatico arrostito. Aduial si era spogliato della veste da viaggio, lasciando in mostra l'armatura ed i tatuaggi che segnavano la pelle dove le protezioni non la coprivano. Antiche scene della mitologia elfica prendevano vita sulle braccia, mentre le cime di un bosco sormontate da formule arcane e da una luna rossa spuntavano alla base del collo. Il volto giovane aveva un espressione assorta, i suoi occhi rapiti dalle pagine di un libro dall'aspetto antico.


 
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