| "Ancora una volta devo chiedervi scusa: non volevo che rievocaste penosi ricordi."
Pronunciai quasi rasserenato: odiai me stesso per aver messo in dubbio l'onestà della donna. Probabilmente quella vita mi stava cambiando, cominciavo a diventare come la gente che tanto odiavo. Mi avvicinai al tavolo e mi sedetti accanto a lei.
"Ma mi permetto di correggervi, Airya: non dovete considerare la vostra abilità come il prezzo pagato per una vita troppo dura, quanto piuttosto la ricompensa per averla affrontata."
Ricompensa, quella di cui parlavo, tanto agognata anche da me. Ah, quanto mi sarebbe piaciuto riuscire a destreggiarmi tra pelleverde e guerrieri di ogni tipo senza provare il minimo rimorso, senza esitare prima di ogni colpo. Ciò che mi mancava, l'esperienza, appunto, era stato imposto a quella donna. Devo ammettere che provai vergogna per la vita fin troppo agiata che avevo vissuto fino a qualche anno prima.
"Mangiamo ora, non vorrei che questo inconveniente finisca per rovinarci l'appetito."
Aggiunse Aelia, mettendo il cibo nei nostri piatti. Digrignai i denti, per un attimo. Il mio appetito era passato già da un po', in effetti. Ma avevamo un ospite a cui avevo già causato fin troppi fastidi: era del tutto fuori luogo rifiutarmi di mangiare, a quel punto.
"Airya, da dove venite? Non certo Basiledra, immagino."
Aggiunse Aelia abbozzando un sorriso.
"Penso sia arrivato il momento per noi di spingerci in città per guadagnare qualche denaro ed assoldare degli uomini per proseguire la costruzione. Come avrete notato, lavorare con i pelleverde comincia ad essere non poco problematico: conoscete per caso qualcuno che possa fare al caso nostro?"
Lavorare... Non stavamo lavorando con i pelleverde, erano nostri schiavi, piuttosto. Loro non potevano che sottostare al nostro volere per evitare la morte. Questo tentativo di rivolta era piuttosto prevedibile, oltre che giustificabile. Conoscevo Aelia, sapevo che non era così cinica da parlare in maniera così fredda di loro. Allora cosa era successo durante il primo attacco dei pelleverde? Perché il suo atteggiamento era cambiato tanto? Aelia aveva rifiutato di parlarne, in questi giorni, e la cosa mi preoccupava non poco. Nel frattempo, in lontananza, scorsi Sulpicio di fronte al gruppo di orchi. Con un solo colpo, decapitò Kurmbag. Mostrò agli altri cosa attendeva a chi osava ribellarsi. Punirne uno per domarli tutti: che macabro modo di comandare era quello? Ma ne esisteva forse un altro? La risposta a quella domanda la conoscevo già. Come già conoscevo il destino che attendeva quei peleverde, nonostante lo negassi a me stesso. Sarebbero morti, tutti. Ed io non avrei potuto far niente.
|