Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Sotto un nuovo sole ~ Da una preda all'altra, le mille e una notte.

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Lul~
view post Posted on 14/3/2016, 13:21




Era una terra ricca e calda, l'Alcrisia, un territorio civilizzato ma turbolento: una sorta di grande terreno di caccia per un branco alla ricerca di una nuova casa. Il fatto che - al tempo - fosse considerata dall'impero poco più di un'appendice di scarsa rilevanza dei Quattro Regni, al punto tale da relegarvi nobili di poca importanza ma di grandi manie di protagonismo, la rendeva ancor più appetibile agli occhi di un giovane lupo come William Ulrich. Tovolar non sarebbe mai stato d'accordo a spingersi così tanto a Sud: dai confini dell'Ystfalda a quelli del Deserto dei See, un terrazzo con vista sull'Akeran che spaventava i Fratelli più risalenti. Nessuno aveva dimenticato gli orrori vomitati dalle profondità del Baathos, creature ancor più oscure della notte stessa, che niente avevano a che fare coi demoni - decisamente meno spaventosi - che avevano incontrato oltre il Kessig. L'Alcrisia, il 'Mare d'Oro, poteva essere insieme speranza e inferno: il branco vi avrebbe trovato prede in abbondanza, ma allo stesso tempo il pericolo di una regione sconosciuta spaventava e illudeva. Avrebbero dovuto adattarsi in fretta, ma William sperava non fosse un problema. Anche per quello, forse, decise di spedire due Fratelli del suo drappello da Ranike indietro fino al Kessig, per avvertire Tovolar del piano: William avrebbe viaggiato fino all'Alcrisia in avanscoperta insieme ad un manipolo di compagni. Barthel Bishop in testa. Stava andando a vedere la sua nuova casa. Nessuno - nel suo branco - ne aveva mai sentito parlare o l'aveva esplorata, ma ora che la decisione era stata presa, le nebbie dei dubbi presero a diradarsi di pari passo all'estinzione della loro specie, un'estinzione che Tovolar stava cercando - in qualche modo - di arginare. La guerra fra le creature della notte, al Nord, si era fermata secoli fa quasi di colpo. Tovolar, l'Alpha più temuto e spietato di tutti i tempi, era finalmente sceso a compromessi per il bene della propria specie, e l'orda di bestie si era spartita i territori fra Gavony e il Kessig. La vittoria - però - diritto innato del Branco, era soltanto rimandata. Quasi tre secoli erano passati da quella decisione, ma l'antica faida si rivelò restia a seguire i dettami dei vertici. Congiure, tradimenti, Tovolar non ne poteva più. Il branco era ai minimi storici, però, nonostante l'obbiettivo fosse sempre innegabilmente rimasto lo stesso: nutrire i propri Fratelli. Far prevalere il l'Ulubranco. Se William avesse avuto ragione, e la campagna avesse avuto successo, per quelli come Tovolar, attaccati alle faide risalenti nei secoli, ciò avrebbe segnato fine di un'era. Come i Fratelli di tre secoli prima, sarebero diventati obsoleti anche loro. Peccato, perché Tovolar non viveva che di quello.

Il fatto che il resto dei Quattro Regni avesse subito lo stesso destino del Nord gli fu palesato subito dopo l'arrivo nel meridione: nell'Alcrisia trovò a nascondersi malviventi di qualsiasi lignaggio, che grazie anche i continui dissidi fra le casate nobiliari avevano creato terreno fertile perché vi si insediassero non solo biechi tagliagole, ma anche figure molto, molto più sinistre. Un branco di mannari, in quel senso, non avrebbe fatto differenza alcuna: tutto ciò era infatti tacitamente e sommessamente accettato dal popolo, che non osava affatto scagliarsi contro quei falsi signorotti per paura d'essere messo a tacere. Un sistema che aveva finito per premiare la bieca violenza.
Un bene, forse, per William e i suoi Fratelli.


DA UNA PREDA ALL' ALTRA
m o o n m i s t



La figura di William Ulrich si stagliava contro la sagoma - grande - della Luna. Era da un pezzo che quella corona d'argento aveva smesso di esercitare la propria influenza su di lui: i Lupi più forti - categoria alla quale senza dubbio apparteneva - avevano imparato a mutare solo e soltanto quando avessero voluto. Addirittura, alcuni avevano trasceso il sottile limite fra il giorno e la notte, ma quelle - escluso per chi davvero ne aveva avuto la prova - erano soltanto leggende. Guardava in basso, in piedi a poco meno di un metro dal baratro che lo sottostava.
Un altro, al suo posto, non sarebbe mai salito in quel punto: la rupe sulla quale si ergeva il palazzo principale guardava dall'alto tutta la valle, fino addirittura al deserto. Per una creatura della notte, un vero e proprio punto strategico. Il motivo? Semplice. Un Fratello più anziano di lui avrebbe potuto ignorare che la Fame, comunque la si volesse chiamare o definire, era una sorta di Vocazione. Come tale, chiamava e spingeva l'uomo - o il ragazzo - a darle fiato, a farle spazio. A fornirle nutrimento. Il più delle volte si riusciva ad impedire che accadesse: si aspettava la notte, quando l'intero branco si sarebbe mosso in caccia, ma nei rari casi in cui la Fame riusciva a ghermire la volontà del Lupo, ed era molto semplice che ciò accadesse in un esemplare 'giovane' come William Ulrich, toccava al Lupo stesso andare a procacciarsi una preda.
Così, nonostante William Ulrich fosse stato trasformato direttamente da Tovolar, e che quindi la sua mutazione fosse di un lignaggio completamente diverso da quella del resto del branco, si trovava in quel luogo proprio per placare la propria fame, a giudicare dal modo in cui scrutava e fiutava l'orizzonte. Era vestito alla solita maniera: stivali, braghe, cintura in cuoio e maglia in cotone. La stessa maglia in cotone lacera e larga che indossava di notte. Ormai non poteva più contare le volte che Helena, quella che il Branco chiamava 'La Madre', l'aveva raffazzonata. Era sempre stato simpatico, ad Helena, anche se non aveva mai capito perché. Era una delle poche donne del Branco, certo la più anziana.
Il consueto mantello scuro, tenuto chiuso sulla spalla destra da una spilla in oro raffigurante lo stemma degli Ulrich - un falco con le ali spiegate - si mosse accarezzato dalla brezza che si alzò da Sud, e che portò alle sue narici un odore inconfondibile, quello di una preda. Scattò quasi d'istinto, saltando di roccia in roccia giù per la rupe. La forza del Lupo, quella non lo abbandonava mai, così come l'intera immagine che dava di sé quella notte, un'immagine che non faceva altro che trasudare tensione e agitazione, ma non poteva essere altrimenti.
Era uscito nella notte per fare qualcosa di pericoloso, qualcosa che un lupo non dovrebbe mai fare: era andato a caccia da solo.

[...]

William Ulrich era in piedi, al centro del basolato che - dalle ultime dune del deserto - avrebbe condotto i viandanti al primo agglomerato urbano dell'Acrisia. Era una piccola carovana, quella che spuntò dalla curva a gomito stretta fra le curve della sabbia. Non era quello che sperava: una carovana - per piccola che fosse - indicava anche la presenza di soldati, protettori. Insomma, di qualcuno in grado di difenderla. Niente che un branco intero non fosse capace di spazzar via, ma William Ulrich, come detto - era solo.
Il clangore delle cianfrusaglie in uno dei convogli non faceva passare la carovana inosservata, e - anzi - con l'avvicinarsi del gruppo William Ulrich decise di far addirittura qualche passo incontro al proprio obbiettivo. Le sue membra ribollivano, e per ogni fibra pronta a scattare ce ne era un'altra che la teneva a bada.
Alzò lo sguardo dritto sulla scena che aveva di fronte. Una piccola sagoma, forse di un bambino, per mano con un'altra, probabilmente la madre. Accanto a loro, un'altra figura, meno comprensibile. Meno lineare. Un problema, forse. O un'opportunità.

« Scegliete voi » disse bramoso di scattare,
« Scegliete voi, per me una vita vale l'altra »


DUELLO UFFICIALE
- ( d o r t a n ) v s ( a k e r a n ) -

William Ulrich vs Stig {Viserion}
_ __ _________________ __ _

n i c k
Lul~ vs miky1992

d u r a t a
1 post di presentazione + 4 attivi

p o s t a
0 gold

s p e c i f i c h e
player killing: off; furti: off;
menomazioni permanenti: off;
tempo limite per postare: 7 giorni;
proroghe ammesse solo previo accordo.


a r e n a & m e t e o
alle porte dell'alcrisia | notte

p r i m o p o s t
Lul~

 
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miky1992
view post Posted on 16/3/2016, 21:56




Il mercenario, il demone, il bambino e il lupo.



Parlato Sayth
Parlato Ayla
Parlato Stig

NELL'AKERAN § IL BAZAR
(pov Sayth)


Sayth si muoveva con disinvoltura tra la folla. Invisibile agli occhi distratti del popolo, un'ombra fugace per gli sguardi attenti delle guardie e dei mercanti più attenti. Di tanto in tanto qualcheduno si voltava, ma ecco che Sayth anticipava quei movimenti e svaniva in mezzo alla folla. Lasciava abbastanza tempo da far credere alla vittima di essere il frutto dell'immaginazione, come Layla gli aveva insegnato. Un'illusione ecco cosa doveva diventare per gli altri.
Sayth aveva trovato la sua preda: un ciccione vestito con un ampia tunica rossa. Ayla gli aveva insegnato un altro segreto per sopravvivere, la pazienza. Un predatore deve prendersi tutto il tempo per studiare il bersaglio, deve muoversi con la convinzione di avere tutto il tempo del mondo per colpire. E Sayth si era preso il suo tempo per studiare la vittima, per memorizzare tutto quello che poteva essergli utile. I lardelli di grasso ondeggiavano a ogni movimento e di continuo si tamponava la fronte con un fazzoletto di seta che teneva in tasca. Questo gli suggeriva due cose: la prima era che se l'avesse scoperto di certo non avrebbe potuto corrergli dietro. La seconda era che mentre si tamponava la fronte rallentava l'andatura e tendeva ad abbassare la guardia.
L'altra cosa che aveva notato era la sacchetta di pelle gonfia assicurata alla cintura. Dal tintinnare dava l'idea di essere piena di monete.
Un'occasione troppo ghiotta.
Sayth si passò la lingua sulle labbra screpolate. Aveva tutti i sensi all'erta; sentiva il vociare distratto della folla in attesa di captare qualche increspatura, un segnale che lo avvertisse di essere scoperto. Lo sguardo apparentemente distratto schizzava dal bersaglio alla folla, per controllare che nessuno stesse guardando lui o la preda.
Appena fu certo di avere via libera cominciò ad avvicinarsi. Prima si avvicinò a una bancarella e finse di osservare voglioso alcuni datteri maturi. Il profumo era così intenso da poterne sentire il sapore in bocca. Anche questo era importante, doveva dare l'impressione di essere davvero interessato a una bancarella, o a qualche altro dettaglio innocente. Così si mosse di bancarella in bancarella, riducendo con costanza lo spazio tra lui e il bersaglio.
Il predatore si avvicina con aria innocente alla vittima ignara. Gli piaceva l'idea di identificarsi con un leone, o una pantera, era eccitante. E così immaginò di avere davanti una grassa mucca, lenta e impacciata. Il predatore gettò la maschera e si lanciò contro l'ignara vittima! Saith scattò verso il ciccione, allungò la mano e con un unico fluido movimento strappò la borsa delle monete dalla cintura dell'uomo.
Il cuore gli batteva all'impazzata, i polmoni dilatati al massimo, la bocca spalancata per incamerare più aria possibile. L'uomo ancora non urlava, ne sentiva i suoi pesanti passi dietro di se. Sayth lo immaginò col volto paonazzo, la bocca spalancata in una grande O di sorpresa. A quel pensiero gli venne da ridere. Sta calmo Sayth, non farti prendere dall'euforia. Sei tutt'altro che al sicuro!
Per quanto si sforzasse, non riusciva a strapparsi quel sorrisetto colpevole dalla faccia.
Adesso l'uomo gridava al ladro, ma ancora nessuno gli veniva dietro. Individuato un punto in cui la folla si ammassava vi si infilò in mezzo e sparì in un vicolo secondario.
- Si! Mormorò e premette il sacchetto delle monete contro il petto. - Ce l'ho fatta!
Si sentiva i polmoni in procinto di esplodere. Le gambe rigide tremavano. Le orecchie pulsavano. Il cuore batteva spasmodicamente.
Credo che Ayla si arrabbierà quando vedrà le monete, le avevo giurato di non rubare più a meno che non fosse stato strettamente necessario. Sayth strinse la presa sulla borsa e sbuffò. Però quel ciccione doveva essere molto ricco, un paio di monete in meno non lo rovineranno di certo e a noi servono.

***



Lo schiocco dello schiaffo ruppe il silenzio della stanza.
- Cosa ti avevo detto? La voce di Ayla era acuta, quasi uno strillo.
Sayth aveva lo sguardo fisso sul pavimento di legno. La guancia bruciava e il dolore si irradiava in un pulsare per tutto il volto. Ayla aveva ragione, ma non per questo le avrebbe dato la soddisfazione di vederlo piangere. Per escludere il dolore concentrò la sua attenzione sul nodo piazzato nel mezzo dell'asse di legno sotto i suoi piedi.
- Credi che sia divertente? Una specie di gioco? Il tono di voce di Ayla era tornato pacato come al solito. - Quello che ti ho insegnato non serve per giocare, ma per sopravvivere in caso di estrema necessità.
Sayth sentiva gli occhi bruciargli. Non devo piangere, non devo piangere. Sayth strinse i pugni e fissò Ayla diritta negli occhi. Il viso della donna aveva riassunto il solito contegno di sempre. - Ma a noi servono soldi! E a quel ciccione di certo non mancano!
- Te l'ho già detto una volta no? Mai puntare a prede che non puoi derubare.
- Ma io ce l'ho fatta. Disse Sayth a denti stretti.
- Per fortuna. Rispose Ayla. - Non per bravura.
Sayth non disse nulla.
Ayla si rigirò la borsa delle monete tra le mani. - Prendere questo per un gioco è la cosa peggiore che un vero ladro potrebbe fare. Credi di essere stato attento? Di essere pronto per questo tipo di vita? Hai solo giocato, sei stato un incosciente.
Sayth si morse le labbra. Avrebbe voluto ribattere, dirle che si sbagliava, che aveva compiuto quel gesto in buona fede. Però Ayla aveva ragione, aveva derubato quell'uomo per puro divertimento. Voleva solo testare le sue abilità sul campo con un bersaglio difficile.
Ayla alzò lo sguardo al cielo e sospirò. - Vado a comperare da mangiare, tu non muoverti di qui. Questa notte lasceremo la città e ci lasceremo questi problemi alle spalle.
- Farò il bravo. Disse Sayth con tono remissivo.
- Voglio sperarlo. Disse Ayla.
La donna si sistemò il velo per assicurarsi che le corna non facessero capolino in mezzo alla folla. - Tornerò presto. Disse e si chiuse la porta alle spalle.

PROTETTORE
(Pov Ayla)



Davanti all'osteria c'erano due nani e un uomo. I due nani se ne stavano in silenzio a fumare da pipe di legno, mentre l'umano sdraiato con la schiena contro la parete del locale, sembrava aver bisogno di un buon caffè. Al suo passaggio i nani voltarono i nasi a patata verso di lei. Il primo si limitò a squadrarla dalla testa ai piedi, mentre il secondo azzardò a un fischio d'approvazione.
Ayla rabbrividì di disgusto.
L'interno del locale era immerso nella semi oscurità.
Appena entrata Ayla attirò su di se gli sguardi di tutti i presenti. Nessuno si mosse verso di lei, ma comunque si sentiva a disagio. Le avevano detto che quello era il posto migliore per reclutare mercenari e aveva deciso di tentare. Certo lei era forte, ma avere qualcuno pronto a lottare per te fa sempre comodo. Decise quindi di dirigersi verso l'unico uomo seduto da solo al tavolo.
L'uomo indossava una maschera antigas e un giubbotto grigio scuro. Aveva dei coltelli legati al cinturone di cuoio e questo fece buona impressione su di lei.
Ayla senza proferire parola, si sedette davanti all'uomo. - Sei un mercenario vero? Disse con voce calma.
L'uomo aveva un che di strano. Riusciva a vedere giusto un lembo di pelle da sotto le lenti della maschera, solo che non era proprio pelle, somigliava più alle squame di un rettile.
- Dipende da cosa hai bisogno.
- Cerco qualcuno che mi scorti verso nord, più a nord possibile.
- Senti, non so quali siano i tuoi problemi e francamente non mi interessano. Ma se accetterò il lavoro voglio sapere cosa devo aspettarmi.
- Niente che quei bei pugnali non possano sistemare. Disse e lasciò cadere la borsa di monete sul tavolino.
L'uomo allungò la mano e tirò a se le monete. - Quando si parte?

DESERTO DEI SEE § VERSO ALCRISIA
(pov Stig)



Due settimane di viaggio insieme a una donna taciturna, fredda come il giaccio e un bambino cleptomane sarebbero abbastanza per far decidere anche al più santo degli uomini di fuggire nel deserto senza voltarsi indietro. Però loro mi pagano, pensò Stig.
L'idea di viaggiare insieme a una carovana era stata di Ayla. Stig si era inizialmente opposto, voleva viaggiare il più velocemente possibile e la carovana scelta da Ayla era composta perlopiù di donne e bambini. Lenti e indifesi, un'accoppiata pericolosa per quelle terre. Però Ayla era stata irremovibile, sembrava avere più paura dei suoi compagni di viaggio che dei banditi.
Eppure l'Akeran di banditi pronti a sgozzarli anche per una sola moneta d'oro. Una conseguenza molto sgradevole della confitta dell'Ahriman; tanti mercenari senza lavoro. Comunque mercenari e disperati sono bravi a improvvisare nuove occupazioni, e il brigantaggio era una delle più gettonate al momento.
Appena fuori dai confini dell'Akeran Stig decise che non avrebbe più seguito la donna a bocca chiusa. Voleva sapere quali fossero le sue intenzioni e se nel Dortan qualcuno avrebbe potuto avercela con lei. Certo, i mercenari lavorano mettendo a rischio la propria vita per soldi e questo Stig lo accettava di buon grado. Però proprio in via di ciò riteneva che mantenere inutili segreti potesse essere solo che controproducente per il suo lavoro.
Affrontò la donna di petto, in un momento in cui il ragazzino cleptomane era in giro a esplorare l'accampamento. - Ascoltami, ho bisogno di sapere cosa mi stai tenendo nascosto.
- Non è nulla che ti riguardi. Disse Ayla gelida.
- Tutto quello che può metterci in pericolo mi riguarda. Questo clima di tensione non mi piace, il nervosismo non aiuta certo a ragionare lucidamente.
La donna lo fulminò con una delle sue solite occhiatacce gelide, ma Stig non si fece intimorire e mantenne lo sguardo fermo su di lei. - Mantenere segreti scomodi tra di noi potrebbe metterci in pericolo poi. Disse.
In quel momento il bambino sbucò da dietro una Yurta rossa. - C'è qualcosa che non va?
- Niente. Disse secca Ayla. - Dovresti andare a dormire, è tardi.
La donna fece per allontanarsi, ma Stig la afferrò per il braccio. - Non abbiamo finito di parlare.
Ayla strappò il braccio alla presa di Stig e strinse i pugni. - Non ti azzardare a toccarmi. Sibilò. - Ti ho pagato per scortarci, quello che ti serve sapere è che qualcuno ci cerca e che saremo al sicuro una volta arrivati nel Dortan. Tutto qui.
Stig stava per ribattere, quando sentì qualcuno avvicinarsi qualcuno. Stig si voltò e vide un uomo avvicinarsi: capelli neri, uno segno degno di nota al momento una maglia troppo larga per lui e alquanto malconcia. Stig aveva memorizzato ogni membro della compagnia e chiunque fosse quell'enigmatica figura di certo non ne faceva parte.
«Scegliete voi»
«Scegliete voi, per me una vita vale l'altra»

La voce dell'uomo fece rabbrividire Stig, ma il drago decise di non farsi intimidire. Le intenzioni dell'uomo misterioso apparivano evidenti, ma Stig non voleva comunque provocare uno scontro. - Senti, non so chi sei o cosa vuoi, ma se cerchi cibo o oro, qui non abbiamo nessuno dei due.

CITAZIONE
Stig: Corpo 100%, Mente 75%, Energia 125%
passive utilizzate: Memoria ancestrale [Molte progenie dei draghi sono condannate a vivere una vita eternamente più lunga di quella media di un umano, maledette inoltre dal possedere la memoria ferrea della razza draconica. Alcune di loro hanno dunque sviluppato un meccanismo difensivo che permette di manipolare la loro stessa memoria, permettendogli di vivere con più serenità. Con un utilizzo di questa passiva è infatti possibile recuperare, dimenticare o distorcere un ricordo del proprio passato quasi a comando.] (Numero di utilizzi: 6 -5 ) AMULETO RAZZIALE

beh immagino che non resti altro da fare che augurarti buon massacro fortuna :8D:
 
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Lul~
view post Posted on 22/3/2016, 15:53




«Senti, non so chi sei o cosa vuoi, ma se cerchi cibo o oro qui non abbiamo nessuno dei due»,
disse la figura più alta delle tre, che a stento provava a mantenere un tono colloquiale ben diverso dalla rigida compostezza con cui William Ulrich aveva minacciato lui e il gruppo col quale viaggiava.

William Ulrich credeva - e sperava - che proprio come lui, trasformato da troppo poco tempo perché i suoi occhi fossero già - alla pari di quelli dei Lupi - abituati a scrutare oltre il buio della notte, gli individui che aveva di fronte non potessero mettere a fuoco con certezza la sua figura, avvolta dall’oscurità del cielo dell’Alcrisia. Di contro, provò per qualche istante a scrutare la figura che gli aveva appena rivolto parola, chiedendosi perché stesse cercando di sviare la sua attenzione su cibo e oro, cose che evidentemente non aveva domandato, né cercato. Lo incuriosiva - e lo preoccupava al tempo stesso - sapere perché una tale singolare carovana giungesse dal deserto proprio di notte, e se una parte di lui voleva sapere perché quell’uomo così sprezzante gli avesse risposto senza troppa paura, l’altra era ben cosciente che ormai il dado era tratto, e che per nessun motivo avrebbe potuto tornarsene sulla rupe dalla quale era disceso. La Fame premeva troppo per essere sopportata ancora a lungo. Più di ogni altra cosa, William Ulrich temeva che quella carovana potesse essere difesa da più di un guerriero capace di tenergli testa: senza il branco, avrebbe fatto fatica a cavarsela soprattutto in un’occasione come quella. Troppe persone ad osservarlo, e ricorrere alla mutazione col rischio di lasciare superstiti avrebbe significato disseminare per il Sud già più di un testimone. Nessuno avrebbe dovuto saperlo, meno che mai uomini di cui non conosceva obiettivi e moralità - che per quanto sostenuta dalla fede o dalla scienza - non non avrebbe mai potuto evitare di combattere una mostruosa minaccia per la razza umana. Doveva impedire a quella carovana di andare oltre - ucciderli tutti, se necessario. Per un bene superiore, quello del Branco.

Si odiò una volta di più per essere andato a caccia senza Barther o i propri fratelli, ma la Fame lo aveva costretto. Si maledì, perché aveva pensato proprio come l’ultimo dei trasformati, come una canaglia, più che un Fratello.
«Ebbene, ser, vada per il cibo», sorrise sarcastico.
«’ché a quanto vedo ne avete a libbre»

Mille pensieri ma un solo obbiettivo, saziare la Fame. Il suo sguardo si fece d’un tratto da sprezzante a minaccioso, e con esso l’atmosfera intorno alla sua figura, che prese ad emanare istinto omicida e un profondo senso d’angoscia, una a voglia di violenza inspiegabile mista e una sensazione di manifesta superiorità. Dopo aver pronunciato quelle parole piegò il ginocchio destro, flettendo la gamba pronto a scattare. Un ringhio profondo venne emesso dalla sua gola, quasi per amplificare quell’aura di terrore intorno alla sua figura e a richiamare - semmai ve ne fossero stati - Lupi o Fratelli nei dintorni. Solo allora agì. Socchiuse gli occhi con un'aria di sufficienza che rispecchiava all’esattezza ciò che avvertiva: il dovere di mettere in scena un gioco tanto semplice quanto remunerativo, all’apparenza, che gli avrebbe permesso - ben presto - di mettere i denti su qualcosa di mai tanto bramato. Nello stesso momento in cui riaprì gli occhi, con uno scatto repentino si portò a ridosso del grupetto; provò - dopo aver corso incontro al proprio obbiettivo - a superarlo di qualche metro; l'obiettivo di quel primo assalto non era colpirlo, ma coglierlo di sorpresa. Saltò sul cocchio del carro e da lì, saltò contro il nemico a braccia spiegate, pronto a chiudere quelle armi forti e possenti - le sue unghie - sul bersaglio grosso. Puntava al fattore sorpresa del suo grottesco movimento, al fattore buio, che rendeva il suo intero corpo inghiottito dall’oscurità della notte ben più difficile da tracciare per occhi non avvezzi e - infine - su un ultimo, ma decisivo, aiuto: quello dei Lupi.
Apparvero quasi all’improvviso, quasi che il suo movimento fosse stato necessario ad attendere il loro arrivo. Giunsero famelici e aggressivi alle spalle del nemico, due esemplari di lupo forse leggermente più grandi del normale e neri come la pece. Occhi dorati, artigli affilati, fauci mostruose. Uno provò ad attaccare il nemico dalla destra, l’altro dalla sinistra.

In un altro tempo, in un'altra notte, avrebbe riconosciuto che c’era, in effetti, del ridicolo nel chiedere l’aiuto di semplici lupi per aver voluto evitare, a tutti i costi, la scocciatura di dover cacciare col proprio branco. Ma non quella notte, non con quella Fame.
I lupi parvero ringhiare la propria approvazione mentre le loro fauci puntavano al gruppetto, in particolare alla figura del nemico - un nemico che avrebbe dovuto scegliere da cosa difendersi, e probabilmente soccombere già al primo assalto di quel branco improvvisato.



William Ulrich

Forma: Umana
Fisico: 100%.
Mente: 100%
Energia: 75%
Dominio: Ammaliatore (I)

Consumi Utilizzati nel Turno: 1 Alto (20%); 1 Basso (5%).
PASSIVE:
- affascinare •••••
- maledire ••••••
- forma demoniaca ••••••

TECNICHE UTILIZZATE:
Che sia in forma umana o in forma ibrida, a William basterà nulla per rendere un normale attacco fisico una pericolosa trappola mortale: il puro combattimento fisico è sconsigliato contro un mannaro. I suoi possono essere a dir poco devastanti, un pugno o una zampata possono far i danni che imprime una cannonata. Peso, stazza e forza possono anche essere semplici componenti del danno, aggravato anche da armi o artigli naturali. In termini di gioco, in pratica, qualsiasi colpo sferrato con questa abilità provocherà un danno pari al consumo speso per generarlo. La tecnica ha natura fisica, attinge dalla risorsa 'energia e danneggia la risorsa 'corpo' nemica [consumo variabile — ab. personale 1/25].

E se la forza del branco è quella dei singoli lupi che lo compongono, quella del lupo - inteso come individuo - è inevitabilmente quella del branco. Quello che un Alpha può ottenere dai propri fratelli è impressionante: essi possono combattere per lui, possono uccidere per lui, possono morire per lui. Perché possono star pur certi che un Alpha che si rispetti farebbe lo stesso per loro. Richiamarli sul campo di battaglia - in forma umana, ibrida o animale - è semplicemente l'applicazione pratica di questo sistema: attraverso un verso, un ululato, un richiamo, o anche solamente col pensiero, William potrà richiamare uno o più Fratelli sul campo di battaglia per farli combattere al suo fianco o al suo posto. I Fratelli così evocati disporranno (nel loro insieme) di una riserva di 2CS (in Forza) e spariranno dopo due turni, oppure dopo aver accumulato un danno complessivo pari a basso. La creature così richiamate saranno inoltre immuni agli attacchi fisici compiuti dal proprio avversario, vista la coreacità della loro pelle [consumo alto — per. richiamo minore invulnerabile].


RIASSUNTO:
- Un utilizzo passiva di timore del talento ammaliatore, utilizzata - di fatto - nel momento in cui William dice «Ebbene, ser, vada per il cibo, ’ché a quanto vedo ne avete a libbre»;
- L’attacco del PG non è altro che un attacco di potenza bassa, ottenuto con un consumo basso della variabile offensiva (1° slot tecnica);
- I lupi appaiono in virtù della pergamena ‘richiamo minore invulnerabile’: costo alto (attivato tramite quel ringhio nella notte), evocazione di uno o più costrutti (grossi lupi, non mannari, che possiedono 2CS (in Forza) e spariranno dopo due turni, oppure dopo aver accumulato un danno complessivo pari a basso. La creature così richiamate sono inoltre immuni agli attacchi fisici (2° slot tecnica). Ti attaccano per il totale di 1 CS.
 
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miky1992
view post Posted on 26/3/2016, 21:15




- Ebbene, ser, vada per il cibo, ché a quanto vedo ne avete a libbre.
A quelle parole Stig avvertì come un brivido, una forza repulsiva invisibile che tentava di spingerlo a scappare lontano dall'uomo misterioso. Era come se qualcosa dentro di lui urlasse: E' PERICOLOSO! SCAPPA! Stig strinse i pugni e inspirò a fondo. Non poteva lasciarsi sopraffare dalla paura, si era addestrato apposta per resistere a essa. Eppure, ebbe la sgradevole impressione che se si fosse voltato per fuggire, si sarebbe trovato con la gola tagliata prima ancora di poter urlare.
Se Stig fosse stato da solo la mossa del suo avversario sarebbe stata priva di utilità, ma Stig non era solo. Se Layla riuscì a resistere o almeno a limitare l'influsso negativo proveniente dall'aggressore, lo stesso non valse per Saith, la cui mente era indifesa difronte a un'influenza così forte. D'impulso Saith cominciò a urlare, si voltò e corse via.
Layla a quanto pare aveva accusato l'influsso di timore, perché non riuscì a reagire in tempo per bloccare il bambino.
- Sayth! Stig si voltò, scattò verso il bambino e lo afferrò per il polso.
Ci sono azioni che un mercenario è costretto a compiere, anche se questo potrebbe significare la morte di quest'ultimo. I rischi fanno parte del mestiere e Stig ne è consapevole. Distogliere la propria attenzione dal nemico è uno dei peggiori errori che un guerriero potrebbe compiere, ma in quei momenti la vita dei clienti vale il rischio della propria.
E così, a causa di quel gesto dovuto, Stig non si accorse della mossa del proprio avversario. Si accorse di lui solo nel momento in cui questi gli si lanciò contro dall'alto. Stig non si capacitò di come avesse fatto a compiere un movimento del genere, era evidente che in velocità lo batteva. Tutto quello che Stig riuscì a fare fu puntare i piedi, alzare la guardia davanti al volto e irrigidire il corpo. Il dolore si irradiò dalle braccia lungo tutto il corpo. Era come se delle lame avessero scavato nelle sue carni.
L'attacco nemico aveva fatto abbassare la guardia a Stig. Ormai era chiaro che la ragazza e il bambino fossero un impedimento, ma per farli fuggire avrebbe dovuto aspettare e trovare un'apertura nell'attacco nemico. Provocare uno squarcio nella guardia avversaria ora era la priorità per il drago. L'aggressore era poco distante da lui, poteva tenerlo impegnato per il tempo necessario ai due, per consentirli di fuggire e cercare riparo nell'accampamento. Poi due ombre sbucarono dall'oscurità.
Lupi?
L'arrivo delle due bestie fameliche complicava enormemente i piani del drago. Trovare l'apertura in un nemico era una cosa, farlo con tre era tutta un'altra questione. Le due bestie a quanto pareva ce l'avevano con lui: scattarono entrambe all'unisono, cercando ovviamente di sfruttare la superiorità numerica per aggredirlo ai fianchi. Stig avrebbe dovuto proteggere i due fino al momento opportuno. Il drago scattò indietro, mentre le proprie energie magiche lo inondavano diffondendo una forte sensazione di calore sulle braccia. In un lampo il potere magico si condensò davanti a lui, assumendo la forma di uno scudo di diamante trasparente grande quanto Stig stesso. Il drago lo posizionò in modo tale da fornire una protezione al trio. I due lupi si scontrarono contro la barriera magica, evidentemente erano semplici creature magari addestrate o controllate dall'aggressore. Certo la possibilità che il nemico potesse richiamare a piacimento lupi o altre creature era preoccupante, se invece di puntare a lui avesse rivolto le bestie contro l'accampamento sarebbe stata una strage.
Non poteva permetterlo.
Stig lasciò fluire la propria energia magica al massimo. L'energia lo attraversò come un fiume in piena, ma questa volta il corpo invece di venirne infastidito, danneggiato, il potere lo rinvigorì. Per un istante il dolore alle braccia svanì e Stig si sentì forte come non gli capitava da anni. Era come se tutto il suo corpo fosse pervaso da quella forza, pronta a esplodere al comando del drago. L'energia si diffuse attorno a lui, facendo vibrare l'aria attorno a Stig. Poi decine di lance simili a spuntoni di ghiaccio circondarono Stig e i suoi protetti, rimasero sospese per un istante, poi ad un pensiero del drago vennero scagliate all'unisono in tutte le direzioni.
Le ferite sulle braccia bruciavano, ma non sembravano gravi. DI una cosa il drago era ormai certo però, se avesse avuto tra i piedi i due protetti ancora a lungo le cose si sarebbero messe sempre peggio.
- Immagino che a questo punto le parole siano superflue... Disse e storse la bocca.
- Voi due rimanete dietro di me, non immischiatevi. Disse senza distogliere lo sguardo dall'aggressore. - A lui ci penso io.

CITAZIONE
Stig:
Corpo 100% - 5 (ferita bassa alle braccia) 95%
Mente 75% illeso ( preoccupato)
Energia 125% - 30 (consumo medio per difensiva + alto per offensiva variabile) 95%

Tecniche utilizzate: Scudo di diamante, Plasmare la forma

CITAZIONE
Scudo di diamante. Con questa tecnica creo uno scudo grande quanto me di forma esagonale e trasparente come un diamante, posso manovrarlo a seconda della mia volontà per proteggermi dai colpi nemici. Ha consumo medio e dura due turni. Questa tecnica ha natura magica, produce una difesa bassa a turno 2 pt. consuma energia PROTEGGE DA DANNI FISICI

CITAZIONE
Arte del diamante: plasmare la forma. La tecnica ha natura magica e provoca danni fisici ad area. L'utilizzatore sarà in grado di creare e plasmare diamanti avendo lui come punto d'origine. Potrà in questo modo generare frecce e sfere, armi, spazzate, contro gli avversari, con consumo energetico e potenza variabile. CONSUMA ENERGIA. costo variabile.

Passive utilizzate: studioso magico, mente gelida.

CITAZIONE
Studioso Magico: Gli Arcanisti sono maestri della magia, studiosi e discepoli delle arti magiche in grado di sviscerare ogni segreto della dottrina. Tale è la loro dedizione, infatti, che sono in grado di richiamare ed esercitare la magia in maniera istantanea, senza tempi di preparazione o di utilizzo delle abilità. Con il consumo di un utilizzo di questa passiva, l'Arcanista sarà in grado di utilizzare qualsiasi abilità di natura magica in tempi nulli, senza preparazioni di sorta o rituali specifici. (Numero di utilizzi: 6-5)

CITAZIONE
Mente gelida. La mente del drago è stata forgiata dalle privazioni subite, ciò lo rende meno suscettibile dagli influssi psionici altrui donandogli una difesa passiva. Numero utilizzi: 2-1

RIASSUNTO
- Il mio pg resiste all'influsso psionico grazie alla protezione della sua passiva, purtroppo ciò non vale per Layla e Latif che in preda al terrore cerca di fuggire. A causa di ciò Stig si distrae e subisce il primo attacco di William ( la variabile) che se ho ben capito dovrebbe provocare danni da taglio pari a basso.
L'attacco dei lupi evocati invece Stig lo blocca con la sua difensiva media, in pratica uno scudo trasparente di diamante frapposto tra lui e i lupi con l'aiuto della passiva studioso magico per velocizzare la creazione. (1° slot tecnica)
Il contrattacco Stig lo porta usando la sua variabile ad area Plasmare la forma a consumo alto (danno medio) per creare lance di diamante e colpire lupi e William. (2° slot tecnica)
 
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Lul~
view post Posted on 31/3/2016, 16:12




L'attacco andò come aveva sperato, o quasi. Dalle urla del ragazzino ai consigli del cialtrone: il suo rantolo nel buio un qualche effetto l'aveva sortito, così come il suo primo assalto. Vide con la coda dell'occhio i lupi da lui richiamati infrangersi sull'ombra di chissà quale barriera, mentre le sue unghie affondarono nelle carni delle braccia del suo nemico. Poco male: sarebbe bastato un ultimo attacco - forte anche della superiorità numerica - per sovrastare quella che si era rivelata, in fondo, una ben lieve minaccia. Non arrivò a immaginare di aver già sopraffatto il nemico, ma la sensazione doveva avvicinarvisi molto. Fece qualche passo - affiancato dai propri compagni - verso il malcapitato, senza immaginare affatto che - negli istanti seguenti - le sorti dell'incontro sarebbero state messe pesantemente in discussione.

Fu come una corona iridescente, un arsenale di diamante, quello che si materializzò spinto dall'energia di quello strano individuo. Lui e il suo gruppetto di viandanti vennero circondati da quelle che sembravano essere lance e dardi di quarzo, di diamante. Di qualsiasi diavoleria risplendesse così bene solleticata dalla Luna. Rimase sorpreso, prima che spaventato: fu qualcosa di totalmente inaspettato quel che vide, tanto da costringerlo a fermarsi ad osservare, se non altro per un innato istinto di autoconservazione. È così che una specie sopravvive, si riproduce, evolve. Mantenendosi alla larga dai pericoli. Non prendendo rischio alcuno. Evitando di cacciare in solitaria, magari.

Il seguito disse che aveva ragione. Nel bagliore di un istante, quelle rilucenti saette si scagliarono su di lui e le sue belve, come quel bastardo si fosse d'un tratto improvvisato un lanciere arcano, o qualche porcata simile. Dai lamenti nei loro versi, capì che le sue creature erano state trafitte e impalate da quei lunghi dardi. Le vide cadere a terra trafitte dai costrutti e morire sdraiate nel proprio sangue. La faccenda si faceva sgradevole e - purtroppo per lui - parecchio complicata.

« A lui ci penso io »

Gli piaceva la pioggia. Amava il modo con cui gli strisciava gelida lungo il collo. Il modo in cui l'aria diventava elettrica e tutto, d'improvviso, poteva così limpido. Il modo in cui il respiro riempiva i polmoni di quel freddo pungente. Quello che avvertiva scivolare giù dalla sua spalla, lungo il petto, però, non era pioggia. Era sangue; ed era il suo. Solo allora i suoi neuroni registrarono il dolore che - da quel palo piantato nella spalla - promanava nel suo corpo. Una fitta lancinante, accompagnata da un grido - un rantolo - che tagliò persino l'aria. William Ulrich, quella notte, fece anche un'altra cosa che ad un mannaro non si vedeva sentiva mai fare: urlò di dolore. Un dolore che divenne rabbia, una rabbia che montò dal diaframma al cuore, dal cuore alla gola, e da lì fin su negli occhi, che per un istante brillarono del riverbero dorato della Maledizione. Presto o tardi, lo avvertiva, avrebbe dovuto farne ricorso. Non era ancora il luogo, però, né il momento: non poteva e non doveva rischiare di compromettere il Branco per un capriccio personale. Non poteva mostrare a tutte quelle persone cosa era realmente. I Lupi più anziani avevano ormai imparato a far sì che la Luna non esercitasse più su di loro il suo influsso. Persino William, ormai, riusciva a mutare di propria volontà, e nonostante amasse sentire la rabbia della bestia invadergli le vene, sentir crescere sulla schiena il pelo irto color pece, sentire le ossa allungarsi e deformarsi, doveva respirare e rigettare quell'impulso. Doveva aspettare.

« Vedete, ser, è la violenza a vincere le guerre »

Ricacciò fame e dolore nella più buia delle segrete della sua coscienza. Aveva bisogno di concentrazione e lucidità, lui che poteva vantare soltanto forza e rabbia contro un nemico capace di materializzare scudi e costrutti, e chissà quale altra diavoleria. Poche volte un mannaro - una macchina da predazione, in cima a qualsiasi catena alimentare - poteva ritrovarsi in svantaggio o, peggio, di fronte ad un nemico che decidesse di tenergli testa piuttosto che scappare. Quella notte, senza il suo branco, William Ulrich fece i conti con la sfortuna. Sapeva fin troppo bene cosa accadeva ad un mannaro quando - per caso o per stupidità - finiva preda dei cacciatori di mostri: gli avrebbero tagliato la testa prima che la Maledizione avesse lasciato il suo corpo, riportando cranio e ossa a fattezze e dimensioni normali. Lo avrebbero esposto come trofeo, o come monito. Nel peggiore dei casi, come entrambi. Non poteva permettersi di lasciarsi sopraffare né dagli artifici di cui quell'uomo era capace, né dalla voglia di ricorrere alla mutazione. Doveva cavarsela con quello che aveva a disposizione. Rabbia, fame, forza e unghie. Oltre ad un pizzico di teatralità. Rimosse quell'aculeo iridescente dalla spalla, e stringendolo saldo nella mano destra si fece sotto al bersaglio con uno scatto fulmineo. Proteso verso il nemico, nel massimo dello sforzo, disegnò una traiettoria col braccio per scagliare - quasi fosse un giavellotto - quella diamantina lancia ancora sporca del suo sangue contro la sagoma del proprio bersaglio. Due metri, forse qualche centimetro di meno, separano i due. Chiuse quella distanza proseguendo col suo scatto, mentre la Bestia che era in lui non faceva che gridare la sua rabbia al mondo, una rabbia che risuonava quella notte in Alcrisia come un ringhio capace di far gelare il sangue nelle vene dei viandanti nella notte, o più semplicemente come il monito di un lupo incollerito. L'attimo seguente William stava tanto vicino alla sua preda che poteva sentirne l'odore, o più propriamente il puzzo. Attaccare con la sola foga delle proprie mani poteva rivelarsi un'arma a doppio taglio, ma ad un mannaro - questo - è importato sempre poco.

« Non i trucchi magici »

Il primo colpo fu simile a quello di pochi istanti prima, portato con la sola forza del braccio mancino: una sorta di fendente a calare sul viso del nemico, per mirare ai suoi occhi o - ancor meglio - invitarlo alla difesa.
Qualunque poi fosse stata la reazione della presa, l'altro braccio sarebbe calato come una scure che,
una volta decretata la sentenza e trascinata verso il basso,
non trova altro piacere se non spezzare o artigliare il braccio del nemico.



William Ulrich

Forma: Umana
Fisico: 90%.
Mente: 100%
Energia: 60%
Dominio: Ammaliatore (I)

Consumi Utilizzati nel Turno: 1 Basso [5%], 1 Medio [10%] (entrambi dalla variabile; scalati dall'Energia).
Danni Subiti nel Turno: 1 Medio al Fisico.

PASSIVE:
- affascinare ••••••
- maledire ••••••
- forma demoniaca ••••••

TECNICHE UTILIZZATE:
Che sia in forma umana o in forma ibrida, a William basterà nulla per rendere un normale attacco fisico una pericolosa trappola mortale: il puro combattimento fisico è sconsigliato contro un mannaro. I suoi possono essere a dir poco devastanti, un pugno o una zampata possono far i danni che imprime una cannonata. Peso, stazza e forza possono anche essere semplici componenti del danno, aggravato anche da armi o artigli naturali. In termini di gioco, in pratica, qualsiasi colpo sferrato con questa abilità provocherà un danno pari al consumo speso per generarlo. La tecnica ha natura fisica, attinge dalla risorsa 'energia e danneggia la risorsa 'corpo' nemica [consumo variabile — ab. personale 1/25].

RIASSUNTO:
- Il tuo attacco va a buon fine: i miei lupi vengono impalati, subiscono il loro danno e 'muoiono' (non spariscono per effetto di scena, ma l'evocazione, in soldoni, è distrutta); William subisce il danno Medio :sisi:
- Rimosso il cuneo che lo ha colpito alla spalla (e col quale Stig ha causato al Corpo di William un danno pari a Medio), William lo utilizza più che come un'arma, come un 'oggetto di ambientazione' (come se scagliasse un masso, per intenderci), lanciandolo contro lo stesso Stig da un paio di metri di distanza.
- Nell'azione, William ricorre ancora - insistendo - alla passiva 'affascinare' per mettere paura a Stig e ai presenti. Lo fa, come scritto, attraverso un ringhio, che non assomiglia per niente a quello dei cani, ma più a questo.
- I due slot tecnica se ne vanno per un doppio utilizzo della stessa Variabile offensiva a cui ho fatto ricorso anche prima, che ha l'effetto di trasformare semplici attacchi fisici in attacchi tecnica di potenza pari al consumo speso (nello specifico, un basso e un medio).
 
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miky1992
view post Posted on 5/4/2016, 15:18




I ragionamenti del drago gli diedero ragione: i lupi richiamati non erano altro che bestie, certo facevano paura e un loro morso avrebbe potuto prezzargli qualche osso, strappargli una bella porzione di carne. Però rimanevano solo semplici creature di carne e ossa.
Le lance di diamante trafissero le carni delle bestie impalandole a terra. Le vide contorcersi e lanciare guaiti straziati, poi si irrigidirono e smisero di lamentarsi. Stig sperò che il loro padrone avesse seguito il loro esempio e avesse avuto il buon gusto di crepare.
L'urlo disumano emesso dal suo avversario fece spegnere in Stig ogni speranza di rapida vittoria. Ecco che quell'urlo, o meglio, quel ruggito così simile a quello di un lupo mise in moto una serie di domande a cui Stig non poteva trovare risposta. Ma tra tutte la domanda che più lo assillava ora era: chi o che cosa ho di fronte?
Comunque a prescindere da questo Stig poteva dirsi soddisfatto, umano o no sembrava che il colpo avesse investito il nemico in pieno e questo era un dato di fatto. Stig era sicuro di essersi assicurato un discreto vantaggio sul suo nemico, ed era pronto a sfruttarlo per mettere in atto il suo piano.
A dispetto di ciò che riteneva, l'avversario pareva aver accusato il colpo senza troppo penare, cosa che lasciò Stig sbigottito e incrinò la sua sicurezza di vittoria. Per la prima volta dopo tanto tempo ebbe paura di morire, una paura concreta e tangibile, non una semplice eventualità. Eppure sapeva che situazioni del genere potevano accadere, aveva smesso di considerare la sua vita più di una semplice merce di scambio da tanto tempo ormai. La sua vita non era altro che una variabile nell'equazione, metterla a rischio era semplicemente una necessità e questo lo aveva sempre accettato.

In realtà non aveva mai considerato seriamente l'idea di morire. Prima, quando la speranza non era altro che qualcosa di sciocco e illusorio della sua vita maledetta non gli importava granché. Ma ora una speranza l'aveva, e concreta pure. Di certo non sarebbe stato quel pazzo a togliergliela.
Per prima cosa devo escogitare un trucco per mettere Layla e Sayth in sicurezza, ho già una mezza idea di come muovermi, ma devo aspettare che il nostro amico si avvicini.
« Vedete, ser, è la violenza a vincere le guerre »
Dimostrando un coraggio e una resistenza al dolore non comuni “l'uomo” si strappò la lancia dal corpo – cosa già da pazzi di per se secondo Stig – e non contento lanciò il dardo contro di lui. A quella mossa Stig si sentì avvampare: usare la sua nobile arte contro di lui e in un modo così grezzo! - Credi veramente di potermi colpire con la mia stessa arte? Disse Stig con una punta di risentimento nel tono della voce.
Il drago non si mosse, non ne aveva bisogno ( e viste le condizioni in cui versavano i suoi protetti non poteva muoversi). Semplicemente aspettò che la lancia impattasse contro lo scudo di diamante precedentemente richiamato. Il dardo rimbalzò contro la barriera facendola vibrare e producendo un tintinnio cristallino. Il nemico gridò di nuovo, facendo ripiombare Sayth nel terrore e mettendo a dura prova i nervi del drago che comunque non cedettero alla paura. - Immagino che anche la più nobile delle arti sia inutile nelle mani sbagliate. Disse.
Non i trucchi magici »
Avrebbe potuto bloccare almeno un attacco se non fosse stato per i due impiastri e questo era un dato di fatto, ma con i “se” non si va molto lontano. Così il drago non poté far altro che chiudersi a riccio, incassare i colpi che gli lacerarono le carni riuscendo comunque a mantenere una posizione eretta.
Le tre ferite – una al braccio destro due al braccio sinistro- gli avevano reso un inferno rovente gli arti, complicando enormemente ogni movimento. Fitte di dolore si irradiavano dal braccio sinistro, e il sangue sgorgava lento dalle ferite inzuppandogli la giacca. Idiota riprenditi! Ne hai passate di peggio!
Senza troppe cerimonie scattò all'indietro trascinando con se Layla e Sayth e mettendo un pugno di terra di circa un metro tra lui e l'aggressore
Il drago strinse i pugni e sorrise. Mi chiedo se voglia solo logorarmi o testare la mie capacità...
- Non sono per nulla d'accordo. Disse. Alzò il braccio per rivolgere il palmo della mano al volto e mettere in mostra la ferita subita poco prima. Le energie accumulate corsero verso il braccio, mentre con un leggero pizzicore il sangue si arrestava, la carne guariva e in pochi istanti delle ferite non rimanevano altro che gli strappi sulla giacca e qualche chiazza di sangue rappreso. Stig sperava così di catalizzare completamente l'attenzione su di se e mettere in pratica il piano per permettere ai suoi protetti di tornarsene al sicuro nel campo. Una volta allontanati avrebbe potuto lottare contro l'avversario senza preoccupazioni e mettere la parola fine a quella seccatura. - In realtà i trucchi magici mi hanno salvato la vita in più di un occasione.
A quelle parole il drago convogliò tutte le proprie forze nell'apparato muscolare e richiamare la sua vera forza di drago. Certo era notte e non poteva ne usare la propria trasformazione, ne la propria tecnica “lampo” che in quel momento gli sarebbe stata molto utile per mettere in salvo i due protetti. Ma se a quel pazzo piaceva il corpo a corpo, forse accontentandolo avrebbe dato modo ai due di fuggire.
Con un movimento fulmineo estrasse due coltelli da lancio dal cinturone. Il primo venne lanciato in direzione del volto nemico (proprio in mezzo agli occhi) il secondo invece Stig lo lanciò a livello dei bassi addominali. La mossa era calcolata: il drago sperava che il nemico fosse costretto o a sfoderare una mossa di difesa, dandogli modo di testarne i limiti, oppure – ancora meglio – il nemico avrebbe puntato a difendere il viso lasciando scoperti gli addominali. I colpi grazie alla forza richiamata sarebbero stati lanciati con più forza del normale in modo da aumentarne l'effetto distruttivo.
- Tutto quello che serve per vincere uno scontro è un freddo istinto omicida.

CITAZIONE
Stig:
Corpo 95% - 5 (ferita bassa alle braccia) – 10 ferita media al braccio sinistro (secondo attacco diretto proprio al braccio) 80% + 20% (cura incisiva) – 10% (forza del drago) 90%
Mente 75% - 20 (cura incisiva) 55% affaticato ( preoccupato)
Energia 95%

Tecniche utilizzate: cura incisiva, forza del drago

CITAZIONE
Scudo di diamante. Con questa tecnica creo uno scudo grande quanto me di forma esagonale e trasparente come un diamante, posso manovrarlo a seconda della mia volontà per proteggermi dai colpi nemici. Ha consumo medio e dura due turni. Questa tecnica ha natura magica, produce una difesa bassa a turno 2 pt. consuma energia PROTEGGE DA DANNI FISICI ATTIVA DA TURNO PRECEDENTE

CITAZIONE
Forza del drago. Con questa tecnica evoco un barlume della mia antica forza, grazie all'allenamento i miei muscoli tornano forti come un tempo. Questa tecnica ha natura fisica. Consumo medio 4 CS a forza 2 pt consuma corpo

CITAZIONE
Cura incisiva (400G)
Il campione è in grado di risanare un danno di moderata entità a se stesso o a un alleato. Al momento dell'acquisto va specificata quale risorsa il campione intenda risanare con questa pergamena. Se si possiede la tecnica passiva "guarigione vigorosa" o equivalenti, questa tecnica permette di risanare un danno Alto, altrimenti risanerà solamente un danno Medio.Ha natura magica
Consumo: alto (attinge da mente e rigenera energia)

Passive utilizzate: studioso magico, mente gelida, guarigione vigorosa, guaritore infallibile.

CITAZIONE
Studioso Magico: Gli Arcanisti sono maestri della magia, studiosi e discepoli delle arti magiche in grado di sviscerare ogni segreto della dottrina. Tale è la loro dedizione, infatti, che sono in grado di richiamare ed esercitare la magia in maniera istantanea, senza tempi di preparazione o di utilizzo delle abilità. Con il consumo di un utilizzo di questa passiva, l'Arcanista sarà in grado di utilizzare qualsiasi abilità di natura magica in tempi nulli, senza preparazioni di sorta o rituali specifici. (Numero di utilizzi: 6-3)

CITAZIONE
Mente gelida. La mente del drago è stata forgiata dalle privazioni subite, ciò lo rende meno suscettibile dagli influssi psionici altrui donandogli una difesa passiva. Numero utilizzi: 2-0

CITAZIONE
Guaritore infallibile: tramite il consumo di un utilizzo di questa passiva una tecnica di guarigione che curi l'energia cura invece il corpo: passiva 6-5 utilizzi

CITAZIONE
Guarigione vigorosa (300G)
Le tecniche di guarigione usate dal campione sono molto più potenti di quelle usate da altri. Consumando un utilizzo di questa passiva, il campione può rendere la propria successiva tecnica di guarigione di potenza pari al consumo. Riprendendo l'esempio fatto precedentemente, se spenderà il 10% in una risorsa per lanciare una tecnica di guarigione, recupererà il 10% in un'altra risorsa.
Consumo: passiva; 6-5 utilizzi

CITAZIONE
RIASSUNTO

Il mio pg si ripara dalla lancia di diamante utilizzando lo scudo e resiste all'influsso psionico grazie alla passiva mente gelida.
Per quanto riguarda i due attacchi tecnica il mio pg in pratica replica quanto fatto in precedenza, infatti la sua non è una tecnica difensiva, semplicemente si comporta come qualsiasi essere vivente e d'istinto va a coprirsi gli occhi.
Dopo aver incassato i colpi ricorre alla sua combinazione di tecniche e passive rigeneranti – cura incisiva, guaritore infallibile e guarigione vigorosa – per risanare le ferite al fisico completamente.
- l'attacco avviene tramite due colpi fisici potenziate dalle 4 CS ottenute con la tecnica forza del drago – 4 CS in forza – il primo coltello è potenziato con 1 CS il secondo con 3 CS.
 
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Lul~
view post Posted on 6/4/2016, 20:41




Altro sangue macchiò la sabbia dell'Alcrisia. La ferita sul petto, alla base della spalla, non aveva - invero - smesso di lacrimarlo nemmeno per un istante, ma quando il coltello lanciato da quel bastardo lo trafisse nel petto, la sensazione della carne lacerata e del dolore lancinante lo invase, così come l'odore del sangue, così ferroso e umido, invase l'aria, risvegliando in William Ulrich un istinto di sopravvivenza che assomigliava più ad un ringhio minaccioso di un lupo che al piano, struggente, di un uomo. Era riuscito ad evitare il primo coltello per fortuna o per riflesso, non ebbe modo di rendersene conto. Tutto quello che avvertì fu la fitta lancinante al torace, colpito sul fianco dalla seconda lama utilizzata dal mercenario. Una lama che soltanto per la poca mira di chi l'aveva lanciata non aveva trovato il caldo abbraccio del cuore del mannaro. Un errore che l'altro avrebbe pagato, di lì a poco. Nello stesso istante in cui il suo ginocchio toccò terra, quasi ad evitargli di cadere al suolo privo di forze, si rese conto del fremito e del ruggito che gli montava nel petto, sconvolgendogli le viscere. Era il richiamo del Lupo, i graffi del mostro che viveva nel suo stomaco, il ruggito della bestia che albergava sotto la sua pelle, e che stava per riversare la propria rabbiosa ambizione sulla preda che si era ritrovato a cacciare.

Lo sentiva. Il mostro stava per arrivare.
« Sai qual è la differenza tra un re e il suo cavallo? — disse riprendendo un discorso che gli fece Tovolar tempo prima, ma per spiegare al nemico tutt'altra morale — È nella forma, nell'ambizione, nella potenza. L'unico che combatte per arrivare all'apice diventa il re; quello che rimane diventa il cavallo, restando al precedente livello. E ora torno a chiederti » attese un breve istante
« Qual è la differenza tra i due? »

Sentì la rabbia della bestia invadergli le vene, sentì crescere sulla schiena un pelo folto ed irto, sentì le ossa allungarsi e deformarsi, fino a ricomporsi nella forma più orribile e terrificante. I primi a cambiare furono gli occhi, che si tinsero del dorato brillante del mannaro. Poi toccò alle mani, dove artigli affilati come coltelli sostituirono le semplici unghie. Il pollice scivolò indietro poco dopo il polso. Pelle e muscoli si irrigidirono sino a divenir coriacei quanto un'armatura, tanto resistente quanto può esserlo una forgiata. Il muso si si allungò dal teschio, e i denti divennero come quelli delle bestie più feroci. Infine, il pelo uscì dalla pelle, tingendosi del colore dei capelli del ragazzo. L'osso sacro si allungò fino a tornare ciò che era in origine: una coda. Il metabolismo accelerò, insieme al flusso sanguigno e al ritmo della respirazione.
In poche parole, quel poveraccio era spacciato.

« È l'istinto! »
Non aspettò che l'altro vi riflettesse su.

Sebbene costretto in ginocchio, il mostro manteneva una certa maestosità, forse per la stazza, forse per i ringhi e per quella voce roca, più profonda e dai toni meno limpidi di quella del ragazzo, o, infine, per il modo in cui la luna risplendeva sul manto nero della bastia. Una magnificenza ferale, capace di esprimere allo stesso momento la violenza più cieca e l'istinto più recondito, un connubio che avrebbe fatto accapponare la pelle anche al più temerario dei cavalieri.
Il resto lo fecero altri ringhi, che emergendo dall'ombra si mostrarono appartenere ad altre due fiere, ancor più grosse delle precedenti, col pelo ugualmente scuro e gli occhi che risplendevano dello stesso dorato di quelli di William.
Il branco stava cacciando.

Senza aggiungere altro fece forza sulle zampe posteriori - sulle proprie gambe - scattando in qualche modo verso l'alto.
Sfruttando una rapidità, una forza e una ferocia apparentemente irraggiungibili per un comune essere umano, William Ulrich - o quel che era diventato -fece a ritrovarsi quasi sopra il nemico, ad un'altezza di circa due metri. La sua intenzione era quella di sfruttare di sfruttare i lupi per attaccare i fianchi della sua preda e - aprendo così la guardia del nemico -affondare i propri artigli fra il collo e spalla, strappando di netto carne e giugulare. La forza di gravità avrebbe ulteriormente potenziato la capacità d'impatto del del mostro, la cui forza avrebbe anche potuto facilmente spezzare la clavicola al mercenario, rendendogli inutilizzabile il braccio se non al prezzo di dolori pari a quelli che aveva lui stesso sofferto fino a quel momento. Il suo scopo, ormai, era cibarsi di quel sacco di carne, per poi passare alla donna, alla sua prole e al resto della carovana.

D'altronde, Tovolar glielo aveva ripetuto spesso:
« se uccidi un uomo sei un assassino; se ne uccidi dieci sei un mostro »



William Ulrich

Forma: Umana
Fisico: 80%.
Mente: 100%
Energia: 45%
Dominio: Ammaliatore (I)

Consumi Utilizzati nel Turno: 1 Alto (per. rich. minore invulnerabile); 1 Basso (Variabile offensiva).
Danni Subiti nel Turno: 1 Medio al Fisico.

PASSIVE:
- affascinare ••••••
- maledire ••••••
- forma demoniaca •••••

TECNICHE UTILIZZATE:
E se la forza del branco è quella dei singoli lupi che lo compongono, quella del lupo - inteso come individuo - è inevitabilmente quella del branco. Quello che un Alpha può ottenere dai propri fratelli è impressionante: essi possono combattere per lui, possono uccidere per lui, possono morire per lui. Perché possono star pur certi che un Alpha che si rispetti farebbe lo stesso per loro. Richiamarli sul campo di battaglia - in forma umana, ibrida o animale - è semplicemente l'applicazione pratica di questo sistema: attraverso un verso, un ululato, un richiamo, o anche solamente col pensiero, William potrà richiamare uno o più Fratelli sul campo di battaglia per farli combattere al suo fianco o al suo posto. I Fratelli così evocati disporranno (nel loro insieme) di una riserva di 2CS (in Forza) e spariranno dopo due turni, oppure dopo aver accumulato un danno complessivo pari a basso. La creature così richiamate saranno inoltre immuni agli attacchi fisici compiuti dal proprio avversario, vista la coreacità della loro pelle [consumo alto — per. richiamo minore invulnerabile].

Che sia in forma umana o in forma ibrida, a William basterà nulla per rendere un normale attacco fisico una pericolosa trappola mortale: il puro combattimento fisico è sconsigliato contro un mannaro. I suoi possono essere a dir poco devastanti, un pugno o una zampata possono far i danni che imprime una cannonata. Peso, stazza e forza possono anche essere semplici componenti del danno, aggravato anche da armi o artigli naturali. In termini di gioco, in pratica, qualsiasi colpo sferrato con questa abilità provocherà un danno pari al consumo speso per generarlo. La tecnica ha natura fisica, attinge dalla risorsa 'energia e danneggia la risorsa 'corpo' nemica [consumo variabile basso — ab. personale 1/25].


RIASSUNTO:
- Subisco il tuo attacco fisico: 4CS equivalgono ad una potenza Media, ed è un danno pari a Medio che subisco.
- Il dolore innesca in William la rabbia, che a sua volta rende la sua trasformazione inevitabile: mo ti becchi il mannaro, e la passiva di timore è adesso associata alla mutazione.
- Come richiamati dall'ululato e dai ringhi di William, altri due lupi appaiono, esattamente come nel primo post attivo.
- L'attacco fisico dei lupi è portato con 2CS, quello di William attraverso la Variabile, con un consumo Basso. L'attacco è dunque di potenza Bassa.
 
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miky1992
view post Posted on 11/4/2016, 20:14




Stig sorrise trionfante nel momento in cui i suoi due coltelli penetravano la carne nemica allargando il divario tra lui e il suo avversario. Dopotutto quello è sempre stato il suo modus operandi, prosciugare le forze dell'avversario sfruttando i suoi poteri rigenerativi per poi colpirlo con un unico letale attacco. E presto sarebbe venuto il momento di chiudere lo scontro, Stig ne era sicuro. Il nemico costretto in ginocchio sembrava sul punto di cedere, ma proprio nell'istante in cui Stig si preparava per l'attacco successivo, il drago avvertì qualcosa. L'aria venne attraversata come da un invisibile scarica elettrica che d'istinto fece scattare Stig sulla difensiva. Il drago alzò la guardia mentre il suo nemico parlava. Era inconcepibile, nonostante il drago fosse a quel punto dello scontro in una posizione di relativo vantaggio, non poteva fare a meno di provare una sgradevole sensazione di pericolo. Una voce dentro di lui gli ordinava di battere in ritirata finché poteva, ma Stig non la ascoltò.

- Sai qual è la differenza tra un re e il suo cavallo? È nella forma, nell'ambizione, nella potenza. L'unico che combatte per arrivare all'apice diventa il re; quello che rimane diventa il cavallo, restando al precedente livello. E ora torno a chiederti:
- Qual è la differenza tra i due?


Allora il suo nemico rivelò la sua natura demoniaca. Stig rimase impietrito a fissare il nemico, o meglio la mostruosità che era diventata il suo nemico. Un enorme lupo antropomorfo, una creatura da incubo di cui Stig aveva sentito parlare solo nelle favole umane e che credeva esistesse solo in quel mondo di fantasia.
- È l'istinto!

Stig doveva pensare a una controffensiva, a difendere Sayth e Layla, a respingere l'attacco nemico. Troppi pensieri e troppo poco tempo per riuscirvi. A complicare la situazione altri due grossi lupi fecero il loro ingresso, mettendo ancora più in crisi il drago. Stig non riusciva a riflettere lucidamente, si sentiva impotente e come se non bastasse l'alba era ancora lontana. Almeno avesse potuto tornare alla sua vera forma e avvolgersi nel diamante, così non avrebbe avuto nulla da temere da quei lupi.
Nella frazione di secondo a sua disposizione, con la mente annebbiata da un profondo senso di angoscia, il drago fece l'unica cosa in suo potere. Anche se era notte il suo sangue era pur sempre quello di un drago. Stig fece ricorso a questo per proteggersi dagli attacchi dei lupi: certo le zanne del nemico erano affilate e dure, ma nulla è più duro del diamante. Attingendo a una goccia del suo antico essere Stig trasformò la propria pelle dandogli la resistenza del diamante. Il drago poté sentire le proprie membra indurirsi, il potere del diamante lo avvolse come fosse un'invisibile aura protettiva. In quel momento i lupi lo azzannarono ai fianchi, ma le creature non poterono far altro che scalfire la pelle del drago.
Stig aveva limitato i danni e arginato il pericolo derivante dai lupi, ma non poteva far molto contro la furia di chi li aveva evocati. Il lupo/demone era scattato quasi all'unisono con i lupi, dando modo al drago di assistere alla scena, ma senza dargli il tempo di escogitare una valida controffensiva. Troppo concentrato sui lupi il drago si limitò a muoversi leggermente a sinistra, evitando che gli artigli gli recidessero la giugulare. Se gli attacchi dello straniero erano dolorosi prima, adesso con artigli in grado di rivaleggiare con i migliori dei pugnali erano una vera e propria tortura. Non appena gli artigli penetrarono nella carne il mondo di Stig esplose nel dolore. Il drago cadde in ginocchio, nella più umiliante delle posizioni in cui trovarsi di fronte a un avversario. Il sangue colava lento dalle ferite, mentre il dolore si irradiava dalle ferite attraversandolo come fuoco vivo.
Il drago si sentì bruciare di rabbia. Essere ridotto in uno stato così pietoso era uno smacco terribile. Da quella posizione i suoi attacchi sulla lunga distanza erano inutili e così decise di agire come il suo avversario gli aveva suggerito: Violenza pura. Non pensò, agì d'impulso. Usò la sua magia curativa per risanare il danno inflitto dai lupi, ma quello che voleva veramente ottenere era l'effetto rinvigorente della sua tecnica. Con le ritrovate energie sferrò un pugno alla ferita appena inflitta dal suo coltello cercando di aggravarla. - Muori!
- E ora fuggite! Disse senza nemmeno voltarsi verso i due.

A quelle parole le sue due palle al piede corsero via. Con un po' di fortuna avrebbero chiamato aiuto, ma Stig dubitava che ci fosse qualcun altro nella carovana in grado di tenere testa al nemico. No, doveva cavarsela da solo. Non importava se il nemico fosse un demone, un mostro, o chissà cos'altro, lui lo avrebbe fermato e gli avrebbe impedito di raggiungere la carovana a qualsiasi costo.

CITAZIONE
Stig:
Corpo 90% - 10% ( basso morso dei lupi e basso artigliata William) 80% +5% (cura leggera fortificante) 85%
Mente 55% – 10% ( cura leggera fortificante) 45% affaticato
Energia 95% -10% ( pelle di diamante) 85%

Tecniche utilizzate: cura leggera fortificante, pelle di diamante

CITAZIONE
Pelle di diamante. Con questa tecnica rievoco la mia antica pelle, e la mia antica resistenza. Questa tecnica ha consumo medio e fornisce 4 CS a resistenza. Questa tecnica ha natura magica. 2 pt consuma energia

CITAZIONE
Cura leggera fortificante (200G)
Il campione è in grado di risanare un danno di lieve entità a se stesso o a un alleato. Al momento dell'acquisto va specificata quale risorsa il campione intenda risanare con questa pergamena. Se si possiede la tecnica passiva "guarigione vigorosa" o equivalenti, questa tecnica permette di risanare un danno Basso, altrimenti può essere utilizzata a livello scenico per curare personaggi da malattie, fratture, veleni e simili, a discrezione del QM. La tecnica, inoltre, fornisce 2CS al bersaglio soggetto della cura, rinvigorendolo e potenziandolo; il tipo di CS va specificato al momento dell'acquisto.
consumo: medio [Ha natura magica. Cura energia, consuma mente. + 2 CS in forza]

Passive utilizzate: studioso magico, guarigione vigorosa, guaritore infallibile.

CITAZIONE
Studioso Magico: Gli Arcanisti sono maestri della magia, studiosi e discepoli delle arti magiche in grado di sviscerare ogni segreto della dottrina. Tale è la loro dedizione, infatti, che sono in grado di richiamare ed esercitare la magia in maniera istantanea, senza tempi di preparazione o di utilizzo delle abilità. Con il consumo di un utilizzo di questa passiva, l'Arcanista sarà in grado di utilizzare qualsiasi abilità di natura magica in tempi nulli, senza preparazioni di sorta o rituali specifici. (Numero di utilizzi: 6-1)

CITAZIONE
Guaritore infallibile: tramite il consumo di un utilizzo di questa passiva una tecnica di guarigione che curi l'energia cura invece il corpo: passiva 6-4 utilizzi

CITAZIONE
Guarigione vigorosa (300G)
Le tecniche di guarigione usate dal campione sono molto più potenti di quelle usate da altri. Consumando un utilizzo di questa passiva, il campione può rendere la propria successiva tecnica di guarigione di potenza pari al consumo. Riprendendo l'esempio fatto precedentemente, se spenderà il 10% in una risorsa per lanciare una tecnica di guarigione, recupererà il 10% in un'altra risorsa.
Consumo: passiva; 6-4 utilizzi

CITAZIONE
RIASSUNTO

- Il mio pg subisce l'influsso psionico e si ripara dai lupi utilizzando la tecnica pelle di diamante e impiegando quindi 2 CS per difendersi. ( subendo un danno basso)
- Non potendo proteggersi dal colpo di William Stig incassa il danno basso dovuto alla tecnica subita ( l'artigliata) e subito dopo utilizza la tecnica cura leggera fortificante per curare il danno appena subito dai lupi.
- L'attacco di Stig è un semplice pugno portato con 2 CS a forza dovuti alla tecnica cura leggera fortificante e diretta alla ferita inflitta dal pugnale a William. Tutte le tecniche di Stig vengono velocizzate dalla passiva studioso magico.

ok, spero di non aver fatto confusione coi conti
 
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7 replies since 14/3/2016, 13:21   161 views
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