Il mercenario, il demone, il bambino e il lupo.
Parlato SaythParlato AylaParlato StigNELL'AKERAN § IL BAZAR
(pov Sayth)
Sayth si muoveva con disinvoltura tra la folla. Invisibile agli occhi distratti del popolo, un'ombra fugace per gli sguardi attenti delle guardie e dei mercanti più attenti. Di tanto in tanto qualcheduno si voltava, ma ecco che Sayth anticipava quei movimenti e svaniva in mezzo alla folla. Lasciava abbastanza tempo da far credere alla vittima di essere il frutto dell'immaginazione, come Layla gli aveva insegnato. Un'illusione ecco cosa doveva diventare per gli altri.
Sayth aveva trovato la sua preda: un ciccione vestito con un ampia tunica rossa. Ayla gli aveva insegnato un altro segreto per sopravvivere, la pazienza. Un predatore deve prendersi tutto il tempo per studiare il bersaglio, deve muoversi con la convinzione di avere tutto il tempo del mondo per colpire. E Sayth si era preso il suo tempo per studiare la vittima, per memorizzare tutto quello che poteva essergli utile. I lardelli di grasso ondeggiavano a ogni movimento e di continuo si tamponava la fronte con un fazzoletto di seta che teneva in tasca. Questo gli suggeriva due cose: la prima era che se l'avesse scoperto di certo non avrebbe potuto corrergli dietro. La seconda era che mentre si tamponava la fronte rallentava l'andatura e tendeva ad abbassare la guardia.
L'altra cosa che aveva notato era la sacchetta di pelle gonfia assicurata alla cintura. Dal tintinnare dava l'idea di essere piena di monete.
Un'occasione troppo ghiotta.
Sayth si passò la lingua sulle labbra screpolate. Aveva tutti i sensi all'erta; sentiva il vociare distratto della folla in attesa di captare qualche increspatura, un segnale che lo avvertisse di essere scoperto. Lo sguardo apparentemente distratto schizzava dal bersaglio alla folla, per controllare che nessuno stesse guardando lui o la preda.
Appena fu certo di avere via libera cominciò ad avvicinarsi. Prima si avvicinò a una bancarella e finse di osservare voglioso alcuni datteri maturi. Il profumo era così intenso da poterne sentire il sapore in bocca. Anche questo era importante, doveva dare l'impressione di essere davvero interessato a una bancarella, o a qualche altro dettaglio innocente. Così si mosse di bancarella in bancarella, riducendo con costanza lo spazio tra lui e il bersaglio.
Il predatore si avvicina con aria innocente alla vittima ignara. Gli piaceva l'idea di identificarsi con un leone, o una pantera, era eccitante. E così immaginò di avere davanti una grassa mucca, lenta e impacciata. Il predatore gettò la maschera e si lanciò contro l'ignara vittima! Saith scattò verso il ciccione, allungò la mano e con un unico fluido movimento strappò la borsa delle monete dalla cintura dell'uomo.
Il cuore gli batteva all'impazzata, i polmoni dilatati al massimo, la bocca spalancata per incamerare più aria possibile. L'uomo ancora non urlava, ne sentiva i suoi pesanti passi dietro di se. Sayth lo immaginò col volto paonazzo, la bocca spalancata in una grande O di sorpresa. A quel pensiero gli venne da ridere. Sta calmo Sayth, non farti prendere dall'euforia. Sei tutt'altro che al sicuro!
Per quanto si sforzasse, non riusciva a strapparsi quel sorrisetto colpevole dalla faccia.
Adesso l'uomo gridava al ladro, ma ancora nessuno gli veniva dietro. Individuato un punto in cui la folla si ammassava vi si infilò in mezzo e sparì in un vicolo secondario.
- Si! Mormorò e premette il sacchetto delle monete contro il petto.
- Ce l'ho fatta!Si sentiva i polmoni in procinto di esplodere. Le gambe rigide tremavano. Le orecchie pulsavano. Il cuore batteva spasmodicamente.
Credo che Ayla si arrabbierà quando vedrà le monete, le avevo giurato di non rubare più a meno che non fosse stato strettamente necessario. Sayth strinse la presa sulla borsa e sbuffò. Però quel ciccione doveva essere molto ricco, un paio di monete in meno non lo rovineranno di certo e a noi servono.
***
Lo schiocco dello schiaffo ruppe il silenzio della stanza.
- Cosa ti avevo detto? La voce di Ayla era acuta, quasi uno strillo.
Sayth aveva lo sguardo fisso sul pavimento di legno. La guancia bruciava e il dolore si irradiava in un pulsare per tutto il volto. Ayla aveva ragione, ma non per questo le avrebbe dato la soddisfazione di vederlo piangere. Per escludere il dolore concentrò la sua attenzione sul nodo piazzato nel mezzo dell'asse di legno sotto i suoi piedi.
-
Credi che sia divertente? Una specie di gioco? Il tono di voce di Ayla era tornato pacato come al solito.
- Quello che ti ho insegnato non serve per giocare, ma per sopravvivere in caso di estrema necessità.Sayth sentiva gli occhi bruciargli. Non devo piangere, non devo piangere. Sayth strinse i pugni e fissò Ayla diritta negli occhi. Il viso della donna aveva riassunto il solito contegno di sempre.
- Ma a noi servono soldi! E a quel ciccione di certo non mancano!- Te l'ho già detto una volta no? Mai puntare a prede che non puoi derubare.- Ma io ce l'ho fatta. Disse Sayth a denti stretti.
- Per fortuna. Rispose Ayla.
- Non per bravura.Sayth non disse nulla.
Ayla si rigirò la borsa delle monete tra le mani.
- Prendere questo per un gioco è la cosa peggiore che un vero ladro potrebbe fare. Credi di essere stato attento? Di essere pronto per questo tipo di vita? Hai solo giocato, sei stato un incosciente.Sayth si morse le labbra. Avrebbe voluto ribattere, dirle che si sbagliava, che aveva compiuto quel gesto in buona fede. Però Ayla aveva ragione, aveva derubato quell'uomo per puro divertimento. Voleva solo testare le sue abilità sul campo con un bersaglio difficile.
Ayla alzò lo sguardo al cielo e sospirò.
- Vado a comperare da mangiare, tu non muoverti di qui. Questa notte lasceremo la città e ci lasceremo questi problemi alle spalle.- Farò il bravo. Disse Sayth con tono remissivo.
- Voglio sperarlo. Disse Ayla.
La donna si sistemò il velo per assicurarsi che le corna non facessero capolino in mezzo alla folla.
- Tornerò presto. Disse e si chiuse la porta alle spalle.
PROTETTORE
(Pov Ayla)
Davanti all'osteria c'erano due nani e un uomo. I due nani se ne stavano in silenzio a fumare da pipe di legno, mentre l'umano sdraiato con la schiena contro la parete del locale, sembrava aver bisogno di un buon caffè. Al suo passaggio i nani voltarono i nasi a patata verso di lei. Il primo si limitò a squadrarla dalla testa ai piedi, mentre il secondo azzardò a un fischio d'approvazione.
Ayla rabbrividì di disgusto.
L'interno del locale era immerso nella semi oscurità.
Appena entrata Ayla attirò su di se gli sguardi di tutti i presenti. Nessuno si mosse verso di lei, ma comunque si sentiva a disagio. Le avevano detto che quello era il posto migliore per reclutare mercenari e aveva deciso di tentare. Certo lei era forte, ma avere qualcuno pronto a lottare per te fa sempre comodo. Decise quindi di dirigersi verso l'unico uomo seduto da solo al tavolo.
L'uomo indossava una maschera antigas e un giubbotto grigio scuro. Aveva dei coltelli legati al cinturone di cuoio e questo fece buona impressione su di lei.
Ayla senza proferire parola, si sedette davanti all'uomo.
- Sei un mercenario vero? Disse con voce calma.
L'uomo aveva un che di strano. Riusciva a vedere giusto un lembo di pelle da sotto le lenti della maschera, solo che non era proprio pelle, somigliava più alle squame di un rettile.
- Dipende da cosa hai bisogno.- Cerco qualcuno che mi scorti verso nord, più a nord possibile.- Senti, non so quali siano i tuoi problemi e francamente non mi interessano. Ma se accetterò il lavoro voglio sapere cosa devo aspettarmi.- Niente che quei bei pugnali non possano sistemare. Disse e lasciò cadere la borsa di monete sul tavolino.
L'uomo allungò la mano e tirò a se le monete.
- Quando si parte?DESERTO DEI SEE § VERSO ALCRISIA
(pov Stig)
Due settimane di viaggio insieme a una donna taciturna, fredda come il giaccio e un bambino cleptomane sarebbero abbastanza per far decidere anche al più santo degli uomini di fuggire nel deserto senza voltarsi indietro. Però loro mi pagano, pensò Stig.
L'idea di viaggiare insieme a una carovana era stata di Ayla. Stig si era inizialmente opposto, voleva viaggiare il più velocemente possibile e la carovana scelta da Ayla era composta perlopiù di donne e bambini. Lenti e indifesi, un'accoppiata pericolosa per quelle terre. Però Ayla era stata irremovibile, sembrava avere più paura dei suoi compagni di viaggio che dei banditi.
Eppure l'Akeran di banditi pronti a sgozzarli anche per una sola moneta d'oro. Una conseguenza molto sgradevole della confitta dell'Ahriman; tanti mercenari senza lavoro. Comunque mercenari e disperati sono bravi a improvvisare nuove occupazioni, e il brigantaggio era una delle più gettonate al momento.
Appena fuori dai confini dell'Akeran Stig decise che non avrebbe più seguito la donna a bocca chiusa. Voleva sapere quali fossero le sue intenzioni e se nel Dortan qualcuno avrebbe potuto avercela con lei. Certo, i mercenari lavorano mettendo a rischio la propria vita per soldi e questo Stig lo accettava di buon grado. Però proprio in via di ciò riteneva che mantenere inutili segreti potesse essere solo che controproducente per il suo lavoro.
Affrontò la donna di petto, in un momento in cui il ragazzino cleptomane era in giro a esplorare l'accampamento.
- Ascoltami, ho bisogno di sapere cosa mi stai tenendo nascosto. - Non è nulla che ti riguardi. Disse Ayla gelida.
- Tutto quello che può metterci in pericolo mi riguarda. Questo clima di tensione non mi piace, il nervosismo non aiuta certo a ragionare lucidamente.
La donna lo fulminò con una delle sue solite occhiatacce gelide, ma Stig non si fece intimorire e mantenne lo sguardo fermo su di lei.
- Mantenere segreti scomodi tra di noi potrebbe metterci in pericolo poi. Disse.
In quel momento il bambino sbucò da dietro una Yurta rossa.
- C'è qualcosa che non va?- Niente. Disse secca Ayla.
- Dovresti andare a dormire, è tardi.La donna fece per allontanarsi, ma Stig la afferrò per il braccio.
- Non abbiamo finito di parlare.Ayla strappò il braccio alla presa di Stig e strinse i pugni.
- Non ti azzardare a toccarmi. Sibilò.
- Ti ho pagato per scortarci, quello che ti serve sapere è che qualcuno ci cerca e che saremo al sicuro una volta arrivati nel Dortan. Tutto qui.Stig stava per ribattere, quando sentì qualcuno avvicinarsi qualcuno. Stig si voltò e vide un uomo avvicinarsi: capelli neri, uno segno degno di nota al momento una maglia troppo larga per lui e alquanto malconcia. Stig aveva memorizzato ogni membro della compagnia e chiunque fosse quell'enigmatica figura di certo non ne faceva parte.
«Scegliete voi»
«Scegliete voi, per me una vita vale l'altra» La voce dell'uomo fece rabbrividire Stig, ma il drago decise di non farsi intimidire. Le intenzioni dell'uomo misterioso apparivano evidenti, ma Stig non voleva comunque provocare uno scontro.
- Senti, non so chi sei o cosa vuoi, ma se cerchi cibo o oro, qui non abbiamo nessuno dei due.CITAZIONE
Stig: Corpo 100%, Mente 75%, Energia 125%
passive utilizzate: Memoria ancestrale [Molte progenie dei draghi sono condannate a vivere una vita eternamente più lunga di quella media di un umano, maledette inoltre dal possedere la memoria ferrea della razza draconica. Alcune di loro hanno dunque sviluppato un meccanismo difensivo che permette di manipolare la loro stessa memoria, permettendogli di vivere con più serenità. Con un utilizzo di questa passiva è infatti possibile recuperare, dimenticare o distorcere un ricordo del proprio passato quasi a comando.] (Numero di utilizzi: 6 -5 ) AMULETO RAZZIALE
beh immagino che non resti altro da fare che augurarti buon
massacro fortuna