Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

In the Endless' eyes, Glimpse

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view post Posted on 31/3/2016, 23:11
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Like a paper airplane


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Tutto quello che avevo cercato, tutto quanto, non ha più alcun senso.
Sedeva con la fronte tra le mani, affondata nella grande poltrona, le dita tremanti.
Tutto quello per cui ho lottato, la speranza a cui mi ero aggrappata, è stata inutile. Era già morta.
Un sorriso stanco le segnò il volto pallido, smagrito.
Ho sognato il potere. La gloria. Volevo essere un eroe per questo mondo che lentamente si stava spegnendo. Volevo essere protagonista, prendere le redini della mia vita e condurla verso la vittoria che non avevo mai avuto. Volevo vedere un mondo più vasto dei miei pensieri, sentir parlare lingue sconosciute. Volevo innamorarmi di profumi nuovi e stringere un principe tra le braccia.
Lacrime rade le bagnavano il mento. Il vestito era stropicciato, indossato troppo a lungo. Ritrasse i piedi sotto la falda della gonna.
E invece di me non è stato nulla. Solo una mano sfortunata di poker gettata a terra, carte alla rinfusa di cui è inutile cercare il senso. Di me sono stati solo fallimenti. E la gloria è rimasta a chi già la possedeva, a chi aveva piantato le radici come pugnali in questo mondo di merda. Impossibili da estirpare, come parassiti si sono nutriti della bellezza e della ricchezza fino a prosciugarla. Non ne resta più. Sai cosa vuol dire?
Alzò il capo, gli occhi ciechi spalancati e fissi verso il punto in cui lui si trovava. Per quanto fosse imponente lei non poteva che immaginarlo. Scosse il capo, certo di non doverla incoraggiare. Da troppi giorni meditava, immobile su quella stessa sedia, nell’ambasciata divenuta costernata e silenziosa, uno scheletro senza più carne a proteggerlo.
Vuole dire che non ci saranno mai più eroi, mio servo. Nemmeno uno. Non ci saranno più protagonisti, non ci saranno più compagni pronti a sfidare le forze del maligno. I veri mostri siamo diventati noi, deformi aborti delle stelle che ancora brillano nel cielo, ritirate, senza più alcun bisogno di intervenire. Ammirano la propria luce e di riflesso ci mostrano quanto possiamo essere abietti. Possiamo solo combatterci per stabilire chi sia il più forte, come cani nel fango.
Conficcò le unghie nel cuoio. Lui guardò la stoffa che le cadeva molle sulle spalle e si chiese quanto fosse dimagrita e quanto ancora avrebbe resistito. Sulle guance un rossore febbrile parlava della forza delle emozioni che la sconvolgevano.
Non ci sono più soluzione né salvezza. Solo una sporca, bieca, via di fuga. Un compromesso che nessuno dotato di dignità accetterebbe. Un tentativo talmente degradato e folle che sarebbe meglio tagliarsi la gola e scommettere sul tempo necessario per morire.
Lui strinse le labbra, grattandosi il mento con la grande mano nodosa. Voleva fumare. E non starla a sentire. Voleva stringerla e cullarla tra le proprie braccia.
È per questo che io devo farlo. Perché non ho più nulla da perdere e nemmeno la morte sarebbe un sollievo a questa umiliazione. Devo tentare perché forse la prossima delusione mi darà la forza di farla finita nonostante la paura. Perché in fondo non sono stanca di essere battuta. Voglio che il destino mi prema la faccia nella mia stessa merda. Quando avrò assaggiato il fondo del pozzo, allora ti chiederò di uccidermi, Akela. Vuoi fare questo ultimo passo con me?
No che non voleva. Voleva solo che lei sopravvivesse, felice, come una ragazza della sua età. Voleva che potesse guardare il cielo e stringergli la mano e sorridere. Ma annuì, perché ogni secondo in cui la accontentava era un secondo in cui lei sceglieva di non morire.
Dalle labbra le sfuggì un sospiro sollevato, mentre si abbandonava con la testa contro lo schienale, chiudendo le palpebre. Solo un piccolo sonno. Doveva recuperare le forze.


6jEc1yC


Sedeva dietro un tavolino sgangherato, incastrato tra il banco del pescivendolo e quello della venditrice di lane, appena visibile. Davanti alla sua postazione uno sgabello troppo basso, recuperato chissà dove. E dietro lui, con quelle gambe così lunghe che parevano starci a stento, con la schiena curva curva e i capelli ricci che gli coprivano quasi gli occhi.
Era vestito interamente di verde, quasi fosse un paggio, ma i suoi abiti erano più ricchi e più curati.


Salve. Oh, non fare caso al luogo, è il posto migliore. Accomodati pure”.


Tendeva una mano lunga e ammiccava con sottili occhi dorati. Un tempo avevano racchiuso segrete promesse e ora scavavano dentro l’anima con precisione chirurgica. Un grande cappello impediva ai passanti di dargli un volto, ma non a chi gli sedeva così vicino. Il tavolo tra loro pareva essere solo un pro forma, troppo barcollante per reggere una qualsiasi pergamena.


Se sei qui vuol dire che sei uno a cui piacciono i lavoretti sporchi”.
Si leccò le labbra, quasi assaporando quella consapevolezza condivisa, quel piccolo segreto.
In tal caso questo è proprio quello che fa per te. Altrimenti…beh, se sei capitato qui per caso perdona la maleducazione, ma dovresti andartene. Aspetto ospiti, gente con gusti sofisticati che non ti piacerebbe incontrare. Ma no, certo che rimani. Deve averti invitato il mio amico, dico bene?


Un ammiccamento, un movimento rapido del corpo che tentava invano di adattarsi a quel corridoio angusto e di sovrastare le voci degli altri commercianti. Si strinse nelle spalle.


Il lavoro è semplice, e pagato profumatamente. Chi te lo garantisce? Guardami: io non faccio le cose che fai tu – non più comunque – eppure sono vestito come un re. Ho un padrone che non bada a spese”.


Poggiò entrambe le mani sul tavolo, provocando scricchiolii di protesta. Con un solo gesto avrebbe potuto spezzare il legno e allungare finalmente le gambe. Ma non lo fece, dedicando invece un sorriso divertito ai propri piedi rattrappiti.


Questo lavoro, quindi. Diciamo che in una locanda non lontana – te la indicherò, naturalmente, ma in queste fasi tendiamo ad essere prudenti, non si sa mai – si riposa una signora con delle abitudini alquanto…discutibili. Beninteso, non abbiamo nulla contro i suoi passatempi, quando uno è grande organizza il tempo libero come più gli piace, mh? Ma forse i suoi passatempi potrebbero fornirti una scusa per il tuo lavoro, a qualcuno serve”.


Fece una piccola pausa, lasciando scorrere gli occhi a destra e a sinistra. Il suo sguardo si fece improvvisamente duro, circospetto. Quando tornò a guardare avanti aveva riacquistato la consueta espressione ironica.


Ecco, questa signora deve morire entro quattro giorni”.


Le dita della mano destra si sollevarono a indicare esattamente quanto tempo restasse a disposizione.

A te non interessa perché, a noi non interessa come. E nemmeno quando, di preciso. C’è chi preferisce agire in fretta e chi ama temporeggiare. C’è a chi piace un rimedio veloce e sicuro e chi, beh, insomma, chi ama essere a contatto con la sua vittima. Sono scelte che spettano a te, a patto che tu porti a termine il lavoro”.


Agitò la mano davanti al viso, come a scacciare un pensiero fastidioso.

Qui siamo tra professionisti, ne sono certo, ma ti raccomando di non fartelo mettere…oh beh, insomma, ci risulta la signora non sia indifesa. Se ce la farai torna a riferire a noi e avrai la tua ricompensa. Pulita come mai ne hai avute nella tua vita”.


Congiunse le mani davanti al viso, sfoderando un gran sorriso candido avvolto da labbra morbide. Il tavolo ebbe un nuovo fremito e si incurvò pericolosamente in avanti.


Allora, accetti?
Emise un sospiro gorgogliante, soddisfatto. Non pareva contemplare l’ipotesi negativa, così non perse nemmeno tempo ad attendere.
Domande?


Attorno a lui pareva essersi creata una bolla gelida di falsa cordialità. Né il prezzo del pesce né l’odore dello sterco di cavallo riusciva a infrangerla. Da qualche parte, entro quattro giorni, ben prima che quel pesce fosse marcito o che la lana si fosse consunta lungo l’inverno, ben dopo la sconfitta degli uomini e la prima fine del mondo, qualcuno doveva, inevitabilmente, morire.
E a quella città non ne fregava assolutamente nulla.




CITAZIONE
Qm Point

Benvenuti all'inizio della quest. Dunque, mi rendo conto che si tratta di un inizio un po' atipico (#omgcheater).
Ovviamente i vostri pg non interagiscono con la prima metà del post, ma con il png che parla nella seconda metà. Se notate, non ho in alcun modo riportato i vostri gesti e le vostre battute, limitandomi a una sorta di monologo/proposta di lavoro. Nel vostro post siete liberissimi di integrarlo/dilatarlo/adattarlo a quello che potrebbe essere il comportamento del vostro personaggio, purchè non modifichi azioni e parole del png.
Come vi avevo detto, vorrei ridurre il confronto al minimo, asciugandolo molto. In questo turno il confronto assume una funzione principale: lì potete chiedermi qualsiasi cosa desideriate sul png, sull'ambiente, sulle azioni che intendete compiere anche nei confronti del png stesso. Io ovviamente vi risponderò, consentendovi di inserire tutto nel post. Questo dovrà avere come contenuto minimo la vostra accettazione o meno dell'incarico (siete liberi anche di rifiutare :v, ma sareste dei bruti scunzajocu). Ovviamente, potete anche porre domande al termine della proposta del png: anche queste potete riportarle in confronto, così che io vi possa dare risposte.
Vi anticipo che non è necessario chiedere specifiche sul compito (arriveranno nel mio prossimo post), quindi sentitevi liberi di chiedere poco o non chiedere affatto per il momento. Si tratta solo di un post introduttivo (che chiaramente può comprendere anche il modo in cui siete stati contattati per giungere fino al png al tavolino. Su questo aspeto, come potete intuire, vi lascio assoluta libertà).
Per qualsiasi domanda (vostra a me) c'è di nuovo la sezione confronto *_*/.
Spero di essere stata chiara, in ogni caso confido che la fusione di partecipanti più abituati a un confronto scarno e partecipanti meno avvezzi sia vincente per aiutare tutti a gestire i capricci della qm.

Per questo #happypost avete tempo fino al 5 aprile.

 
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view post Posted on 2/4/2016, 14:46
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Time Lost Centurion (3dh Economic Crisis Edition)
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Regni del Leviatano - Ladeca
«The Price of Fame»

L'ultima volta che sono stata in questo scantinato la situazione era ben diversa, a dirla tutta completamente inversa. La mia piccola vacanza nell'Akeran ha sortito i suoi frutti, ho visto un sacco di cose interessanti, e con Otto a gestire tutto quanto posso stare tranquilla in merito allo stato della residenza estiva. Ci sono state varie sorprese ad attendermi quando sono ritornata a Ladeca. In primis il fatto che Ladeca sia ancora in piedi e prosperosa come quando me ne sono andata, con la morte del Re mi sarei aspettata un collasso, anche dell'Anarchia spiccia, ma niente. La vita sembra procedere serena, il parlamento sta effettivamente facendo il suo lavoro e grazie ad alcuni esponenti di una certa rilevanza tra cui anche l'Orso le cose sembrano andare per il verso giusto. In altre zone del regno la situazione non è propriamente rosea, questo è vero, ma comunque Ladeca rappresenta un potere centrale sufficientemente grande da mantenere in sicurezza un'area discretamente grande dei reami. In secundis, sono contenta che i miei angioletti lanosi siano tutti in salute e felici, il pastore che si è preso cura di loro doveva sapere davvero il fatto suo considerando che non ne è morta nemmeno una in mia assenza. Mi ci è voluta quasi una settimana per risistemare la mia casetta, predisporre il nuovo arredamento, rattoppare gli spifferi e le crepe. La guerra ha lasciato il suo segno, i campi adesso sono per lo più popolati da volti nuovi e giovani. Anche Orso si era unito alle forze di difesa della città, fino a quel momento non me lo aveva mai detto ma prima di stabilirsi e fare vita contadina sia lui che Balalaika erano dei mercenari. Una cosuccia davvero romantica, l'amore sotto le armi, un soldato di prima linea e una cavallerizza. Potrei persino scriverci un romanzo, ma di certo non potrei pubblicarlo per conto mio. Tornando ad affari più importanti, ho una piccola canaglia da interrogare. L'ho beccato due notti fa che cercava di intrufolarsi nella casa dell'Orso, lama alla mano, cuoio nero con tanto di cappuccio. So riconoscere un collega quando ne vedo uno, in effetti non era nemmeno particolarmente capace, l'ho beccato quasi subito. Dopo averlo messo al tappeto ho chiesto a Occhio di spogliarlo e legarlo in cantina, l'ho fatto aspettare li sotto per un paio di giorni, senza cibo ne acqua. Credo sia pronto a parlare.



« Ben svegliato! »

« Ngh-... chi... cosa sei tu? »

« Qualcuno che fa il tuo lavoro da molto più tempo di te, ma questo non ha importanza, non devo dirti per quale motivo ti ho fatto tenere qui sotto, giusto? »

« No... »

« Bene, mi piace quando ci si intende subito! Ora, cosa volevi fare era abbastanza chiaro, ma ciò che mi interessa davvero è il mittente. Risparmiami le solite scuse sulla professionalità, sul perché non puoi parlare o sul come chi ti abbia assunto sia più pericoloso di me. In questo momento sei legato come un salame in uno scantinato freddo ed umido, non mangi ne bevi da due giorni e non puoi fare nulla in merito. Sono il tuo dio, il tuo diavolo, la tua redenzione o la dannazione eterna. In questo momento la tua vita o morte dipende interamente da me, così come qualunque altro dettaglio della tua futile esistenza. »

« S-sei solo una marmocchia, che cazzo ne sai tu di queste cose?! »

« Beh, se è questo quel che credi... »

« Ch-che cosa vuoi fare con quello? Ragazzina?! Per il Sovrano st-...! »



Nelle ore successive all'alba le case sono relativamente vuote, gli uomini sono tutti a lavorare la terra, o a prendersi cura del bestiame. Se anche qualcuno urlasse, chi lo sentirebbe? Un piccolo scantinato con una minuscola finestra rivolta a nord, una grossa botola chiusa, potrebbe accadere di tutto qui sotto e nessuno se ne renderebbe nemmeno conto. me lo sono dovuto lavorare per quasi due ore prima di farlo cedere, era da tanto che non ne trovavo uno così determinato e ligio alla professione. Gli do dovuto staccare tutte le falangi dei piedi, cavare un occhio, tagliare un orecchio e se non lo avessi minacciato di staccargli l'argenteria probabilmente ne avrei ancora avuto per parecchio. Non c'è nessun mittente ufficiale, solo un contatto che ripartisce i contratti per garantire l'anonimato dei diretti interessati. Affari, ma devo arrivare all'uomo o la donna che hanno interesse a dissolvere la leadership del Vox. Un membro della nobiltà che non vede di buon occhio un popolo capace di governarsi, i soliti sospetti, nulla di nuovo. Mi ha persino rivelato dove aveva prefissato il suo prossimo contatto con l'Uomo Verde. Di questi tempi non sanno neanche inventare dei nomignoli un pochino più creativi. Ormai sono passati decenni da quando ho abbandonato l'attività per ritirarmi ad una vita più pacifica. O meglio, pacifica rispetto ad una vita fatta di contratti, omicidi e fughe per il rotto della cuffia. Non credo sia rimasto nessuno della vecchia scuola che si ricordi di me, ormai. Bene, tempo di rimettermi in gioco. In quanto a lui, beh... questo gioco ha i suoi rischi. Non si può vincere sempre. L'incontro ci sarà tra un paio di giorni, ci andrò munita di armi e armatura, indosserò un mantello sgualcito per coprire tutto, se sarò fortunata non ci sarà nessun altro per prendere il lavoro. Altrimenti, beh... alle volte bisogna anche saper fare gioco di squadra.






¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
Riassunto

CS { 0 }

Fisico {100%} ~ Mente {100%} ~ Energie {100%}




Passive:

» Amuleto dell'Auspex: (6/6)
» Passiva Razziale - Scurovisione: (6/6)
» Passiva Razziale - Sensi Migliorati: (6/6)
» Passiva Razziale - Mira precisa: (6/6)
» Passiva Acrobata - Funanbolo: (6/6)
» Passiva Acrobata - Caduta Lenta: (6/6)
» Passiva Acrobata - Scalatore: (6/6)
» Passiva Acrobata - Contorsionista: (6/6)
» Passiva Ladro - Celarsi: (6/6)
» Passiva Ladro - Velo Sonoro: (6/6)
» Passiva Ladro - Velo d'Ombra: (6/6)
» Passiva Personale - Grazia del Duellante: (6/6)


Attive & Oggetti:

//






No, non ho scordato un pezzo di post. Ho messo solo il prequel dell'incontro perché pur incontrando l'uomo Odette non parlerà, limitandosi ad annuire con la testa alle sue richieste ed ignorando momentaneamente gli altri. Come da posto O :sisi: dette sarà in armatura con mantello e cappuccio per nasconderla, viso completamente coperto


 
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view post Posted on 3/4/2016, 07:29
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Cavalier Fata
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In the Endless' eyes ~ Glimpse.
« Che sia forse la strada giusta? »

Qualcuno applaudì dal fondo della sala alla fine della canzone, ma la maggior parte degli avventori era troppo ubriaca per rendersi conto di qualcosa. Sospirai, riponendo al sicuro il mio violino, mentre l'oste della taverna in cui mi ero esibita mi elargiva un sorriso compiaciuto. Quel lavoro non mi dispiaceva, ma dopo aver superato di nuovo i confini del Dortan il mio animo si era come spento, affievolito. Il mese passato a Lithien mi aveva semplicemente rinvigorito, dato nuova linfa, come se la sola aria di montagna riuscisse a penetrare la profonda oscurità e solitudine che si celava malamente nel mio animo. Ero tornata perché sapevo di dover affrontare i miei demoni, di dover prendere di petto ogni conto in sospeso e finirlo una volta per tutte, evitando che tornasse inutilmente a tormentarmi bloccandomi, di fatto, dall'essere artefice del mio destino. Dovevo avere pazienza, era quello in mio mantra, perché da lì a poco sarebbe arrivato il momento di tornare a casa.
Mentre finivo di sistemare il palco dove mi ero esibita, recuperando tutti i miei possedimenti, una cameriera mi approcciò con un bicchiere di vino tra le mani.

« È quello di ieri, ho visto che ti è piaciuto e il proprietario mi ha chiesto di regalartene uno per l'esibizione. »

Era una ragazza di forse diciassette, diciotto anni, ma dallo sguardo avrei giurato che avesse una consapevolezza del mondo tripla rispetto alla mia. Graziosa, con i capelli corti e rossicci attese gentilmente che finissi di bere - tutto d'un fiato - il vino.

« Non mi sembri soddisfatta... » disse, recuperando il bicchiere vuoto. « ...questi cialtroni sono così ubriachi che non batterebbero ciglio nemmeno se mi spogliassi davanti a loro, non preoccuparti. »
Le sorrisi, divertita da quelle parole. « No, non è per quello, diciamo solo che avrei bisogno di qualcosa di diverso. Faccio questo lavoro da quasi dieci anni e, ogni volta, per me è una nuova emozione... ma da qualche tempo ho perso un poco l'estro, se così posso definirlo. »
Lei parve riflettere un secondo sulle mie parole, come se si stesse sforzando di comprendere il mio stato d'animo. Cercai di sdrammatizzare, muovendo la mano come a scacciar l'aria, per poi abbozzare un piccolo sorriso forzato.
« Non preoccuparti, sono solo scemenze. »

Lei però non parve prestarmi ascolto e, anzi, mi fece cenno di attendere un secondo, sparendo di corsa nel retro del locale.
Nella mia vita avevo conosciuto moltissime persone, tante delle quali erano rimaste solo un nome o un volto spezzato dal contesto nei recessi della mia memoria. Ogni volta che mi sforzavo di ricordare qualcuno non riuscivo a mai a far mente locale, la mia testa aveva disimparato ad affezionarsi troppo alle cose e alle persone, un meccanismo di difesa necessario ma, allo stesso tempo, distruttivo per quel poco di vivo che era rimasto in me. Era così, stupidamente, difficile fingere di essere una persona normale che a volte avevo la pulsione di lasciarmi andare, completamente, nel buio.
La cameriera tornò con una lettera stretta tra le mani, porgendomela.

« Karl, il cuoco, ogni tanto trova dei lavoretti per i clienti abituali. Di solito sono cose semplici, furtarelli e quant'altro... sai come vanno queste cose. » sorrise maliziosa. « Ho chiesto se poteva avere qualcosa per una signorina come te e mi ha dato questa roba qui. »

Afferrai la lettera leggendone il contenuto. Specificava solamente il luogo dell'incontro, ma non i dettagli dello stesso. Ovviamente, nessuno sano di mente avrebbe mai lasciato una lettera specificando chi stava rubando a chi. Avevo già fatto qualcosa del genere e mi era piaciuto, mi ero persino avvicinata a un paio di persone, magari era la strada giusta. Forse.

« Io... ci penserò, ecco. » nascosi il foglio dentro al corsetto. « Grazie comunque e... aspetta. »
Presi una moneta d'argento dalla tasca poggiandogliela sul palmo della mano.
« Per il vino. »

[ ... ]

Mezz'ora dopo la chiusura, quando oramai nella locanda erano rimasti solamente i dipendenti, una voce rauca e mascolina urlò il nome di Diana a gran voce. La giovane cameriera si affrettò a raggiungere la fonte di quello strillare, trovando Karl intento a rovistare in mezzo a dozzine di fogli di carta sparsi sopra un piccolo scrittoio. Lo teneva nell'angolo più lontano dalla cucina, seminascosto da una dispensa, ma nella spasmodica ricerca di qualcosa era riuscito a trascinarlo sin quasi in mezzo alla stanza, spargendo molti documenti sul pavimento.

« Che hai da gridare, vecchio? C'è gente che dorme, vuoi che vengano qui sotto a prenderci a calci in culo? »
Lui bestemmiò con rabbia poi, sempre urlando inferocito, chiese. « Quando hai preso la lettera per quella balorda che suonava, hai toccato altro? »
Lei si strinse nelle spalle, guardando il vecchio sovrappeso destreggiarsi malamente nell'angusto spazio rimastogli in cucina.
« No, ho solo preso la lettera che stava nel secondo cassetto, come mi hai detto. Non sono mica stupida, io. »
Lui alzò la testa, fissandola con due piccoli occhi scuri messi in risalto da profonde rughe. « Quale cassetto? »
« Il secondo a sinistra, ovviamente. » rispose, impettita.
Lui aprì il suddetto cassetto con la mano, tirando fuori una lettera. « E questa che cazzo è? »
Lei avvampò violentemente, diventando di un rosso vivido sulle gote.
« Karl, mi sa che ho confuso la destra con la sinistra di nuovo... »
Il vecchio sgranò gli occhi, sbiancando.

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« L'hai appena mandata a morire, Diana. »

[ ... ]

« Allora, accetti? »

Rigirai tra le dita della mancina il piccolo medaglione argenteo del fu Mark Smith. Quel gesto mi aiutava a pensare, come se fosse uno scacciapensieri improvvisato, qualcosa che mi distraesse dal riflettere troppo inutilmente sulle conseguenze di certi miei gesti. La cosa buffa di tutto quanto era che, lasciando casa, pensavo di riuscire a farmi una vita altrove, diventare qualcuno e fare carriera esattamente come i grandi eroi e le grandi eroine dei tempi andati... ma ogni volta mi rendevo sempre più conto di essere scivolata, volente o nolente, in un baratro oscuro e insidioso. Dopo Taanach mi ero resa irrimediabilmente conto di quanto fosse facile per me uccidere senza provare nient'altro che disgusto per l'odore ferroso del sangue e quello acre delle interiora. Forse, volendo ammetterlo a me stessa, la morte aveva rotto qualcosa dentro di me, un meccanismo prezioso che faticavo a mantenere in funzione. La mia umanità.
Alzai lo sguardo su quell'uomo vestito di verde dall'aria bislacca che, sin a quel momento, aveva parlato quasi ininterrottamente dell'incarico che mi avrebbe voluto affidare. Avrei voluto dirgli che non ero un sicario prezzolato, ma sarebbe stata una bugia sotto molti aspetti. Quando la mia nuova vita era cominciata mi ero sforzata di fare la cosa giusta, cercando di difendere un regno che non mi aveva mai nemmeno considerata parte integrante della sua gente, ma non era servito a niente.
Serrai la mano attorno al ciondolo, quasi a voler impedire all'anima di Smith di sentire le mie parole.

« Dubito che qualcosa possa farmi più male di quello che ho già passato. » dissi, a bassa voce. « Se dovessi morire, alla fine, forse sarebbe persino interessante. »
Non è la prima volta, dopo tutto.
Abbassai lo sguardo, tirando verso il basso la tesa del mio cappello. Prima accettavo che quella era la mia nuova vita, prima le cose avrebbero iniziato ad andare per il verso giusto e magari, un giorno, tutto sarebbe tornato a posto da solo.
« Hai i miei servizi. »



B. 5% - M. 10% - A. 20% - C. 40%



Capacità Speciali: 0
Riserva Fisica: 50%
Riserva Energetica: 100%
Riserva Mentale: 150%
Stato Emotivo: Intrigata.
Equipaggiamento:
• Pugnali da lancio.
• Flintlock .58
• Stocco.

Passive Utilizzate: //


Attive Utilizzate: //



Note: Bidibibodibiblù. Alla fine ho optato per l'errore umano. Mi piace l'idea che Allegra sia anche un pochino tragicomica e "sfortunata" un pochettino come me. Spero che sia decente come introduzione e non troppo lunga/noiosa \O/Spero anche si capisca la spezzatura del testo, non volevo mettere la scrittina coi riferimenti temporali perché esteticamente non mi piaceva, ma comunque i primi due pezzi sono l'antefatto, l'ultimo è il finale che riprende le parole del nostro uomo sexy.
 
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view post Posted on 13/4/2016, 22:50
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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-Fuori dal mio dormitorio!-
-Te ne pentirai stronzo! Non sai chi sono io.-
-Un verme strisciato fuori dal Nido dello Scorpione. Torna dai tuoi amici e digli che non possono vendere la loro merda qui!-
Gli oppiacei erano usciti dal quartiere malfamato di Ladeca, retto dalla Corte dei Superbi fin dalla fondazione della nuova Capitale, per tentare di attecchire in tutta la città: la cosa era però rimasta circoscritta nei bassifondi, dove chi elemosinava non pensava che a bere e a nutrire la criminalità organizzata della città; i cittadini benestanti che ricercavano quel tipo di sballo infatti non sprecavano il loro denaro per della merce scadente, preferendo spendere di più per i fumi nanici provenienti dall’Akeran.
La scomparsa di Re Julien di certo non aveva aiutato gettando l’intera città in un momento profondamente instabile, non tanto per quanto riguardava il passaggio dalla monarchia alla democrazia -già profondamente voluto e anticipato con la costruzione dell’Edraleo- quanto per l’improvvisa scomparsa della figura che aveva promesso di guidare le persone durante questo momento transitorio, verso un radioso futuro.
Il dormitorio dato in gestione a Kayris era quindi un ottimo terreno di caccia: disperati, vagabondi, poveri.
-Non hai paura della reazione della Corte dei Superbi?-
Gli si era avvicinato un uomo che, dall’aspetto, sembrava rientrare in tutte e tre le categorie.
-Non reagiranno. Dovrebbero aver capito ormai che a Ladeca non c’è più posto per loro. E se dovessero farsi vedere… non sono rimasti che quattro gatti, spaccherò volentieri la faccia ai coraggiosi che si riavvicineranno alle mie proprietà.-
L’uomo lo fissò -senza nascondere la cosa- dalla testa ai piedi, si grattava l’ispida barba sporca soffermandosi ora sulla katana, ora sui guanti in pelle di drago, ora sulle braccia strette nella camicia nera.
-Conosco un tale a cui forse può far comodo uno come te. Uno senza paura di niente, e soprattutto senza paura di sporcarsi le mani.-
Un tale disposto a pagare bene, se cercava qualcuno che facesse un lavoro sporco. Ma quanto sporco? Il Demone non avrebbe messo da parte la sua morale per il denaro.
-Dettagli?-
-Dovrebbe essere al mercato proprio oggi, questa notte partirà.-

La descrizione dell’uomo non lasciava adito a dubbi, impossibile confonderlo con qualcun altro: incastonato come uno smeraldo tra il banco del pesce e quello della lana sedeva un uomo vestito completamente di verde, a coprire le gambe un traballante tavolinetto messo lì più per scena che per altro e sulla strada un piccolo sgabello che poco c’entrava con il quadro generale.
Montu si sedette, scomodo, e notò l’inaspettata cura e ricercatezza in quegli abiti quasi stravaganti.
Un cappello a tesa larga gli aveva tenuto il volto celato fin quando il Demone non si era accomodato davanti a lui, lasciandogli liberi solamente i capelli corvini. Era magro, le mani lunghe e quasi scheletriche, e nonostante poteva non sembrarlo le gambe piegate a malapena sotto il tavolo tradivano la sua altezza.
-Salve.-
L’Eterno si guardò attorno, cercando di capire se quell’uomo era tanto folle da parlare di… qualsiasi cosa stessero per parlare, lì in mezzo. Lui sembrò leggergli nel pensiero.
-Oh, non fare caso al luogo, è il posto migliore. Accomodati pure.-
Accomodarsi, sì, difficile a farsi: si sistemò ancora sullo sgabello cercando una posizione un po’ più comoda ma si arrese dopo pochi secondi; l’altro sembrò non curarsene, giudicando la cosa solo una frase di circostanza.
Si assicurò che Montu fosse lì non per caso ma perché doveva esserci, e spiegò che il vagabondo era una sua persona fidata. Si prolungò a parlare di quanto fosse conveniente quel lavoro, pagato profumatamente da un tale che permetteva all’uomo in verde di vestire una stoffa tanto pregiata quanto preziosa. La sua pelle olivastra non nascondeva ammiccamenti provocatori o ironici e le particolari iridi dorate sembravano essere percorse da uno scintillio ogni qualvolta pronunciava la parola lavoro o denaro. Era senza dubbio un uomo molto bravo a parlare e a convincere le persone, il corpo sembrava straordinariamente agile. Forse un ladro, più probabilmente un truffatore che abbindolava i bersagli e poi saccheggiava le loro case. Almeno in passato, diceva di aver abbandonato la vita criminale, qualunque essa fosse.
-Di che lavoro stiamo parlando?-
-Questo lavoro, quindi. Diciamo che in una locanda non lontana – te la indicherò, naturalmente, ma in queste fasi tendiamo ad essere prudenti, non si sa mai – si riposa una signora con delle abitudini alquanto…discutibili. Beninteso, non abbiamo nulla contro i suoi passatempi, quando uno è grande organizza il tempo libero come più gli piace, mh? Ma forse i suoi passatempi potrebbero fornirti una scusa per il tuo lavoro, a qualcuno serve.-
Fece una piccola pausa, guardandosi intorno cirscospetto.
-Ecco, questa signora deve morire entro quattro giorni.-
Morire? Un assassinio?
Montu sorrise, non avrebbe ucciso per denaro. La signora poteva anche non essere indifesa a sentire l’uomo, ma forse quei passatempi non erano un buon motivo per decretarne la morte.
-Quali sarebbero questi passatempi? Come si chiama questa donna?-
Forse poteva portare la cosa a suo vantaggio.
-Niente nomi, niente dettagli. Almeno non prima che tu abbia accettato il lavoro. Siamo professionisti, te l’ho detto, non vogliamo sbottonarci con i particolari prima di avere qualche garanzia.-
A quanto sembrava non poteva cercare di capirci qualcosa senza finirci invischiato fino al collo.
-E sia.-
Poi avrebbe deciso da solo se quella donna sarebbe dovuta morire o essere aiutata a sparire.
Ma questo, all’uomo, non lo disse.



Energia: 150%
Fisico: 75%
Mente: 75%
Riserva CS: 0 []

Equipaggiamento:
Shokan
Pistola

Armature:
Pelle Coriacea [Arma Naturale]
Guanti di pelle di Drago

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Tossica: 1
Biglia Deflagrante: 1
Corallo [+1 Forza, +1 Velocità, +2 Maestria nell’uso delle Armi]
Corallo [+2 Forza, +1 Velocità, +1 Intelligenza]
Gemma della Trasformazione
[Anello del Tuttofare - Immortalità]

Pergamene Usate:
//

Abilità Usate:
//

Passive Usate:
Immortalità. Passiva (Numero di utilizzi: ∞)
Il Demone sfonda lui stesso la barriera della non vita, divenendo un immortale e sconfiggendo la morte una volta per tutte.
La tecnica ha natura magica e conta come un'abilità passiva - si potrà dunque beneficiare dei suoi effetti in qualsiasi momento nel corso di una giocata. Il caster diviene a tutti gli effetti immortale, rimanendo in vita indipendentemente dalla quantità di danni subiti. Non potrà comunque continuare a combattere con una somma di danni mortali sul corpo, non sarà immune al dolore né agli effetti dei danni - ad esempio, con una gamba spezzata non potrà camminare. La tecnica garantisce una difesa dalle scene in cui è possibile perdere il proprio personaggio o al termine di un duello con Player Killing attivo: i personaggi possedenti questa passiva non potranno essere uccisi in nessun caso.
[Il Demone potrebbe comunque essere ucciso qualora gli si cavassero gli occhi]

» Intuito: abituati da sempre a barcamenarsi tra i rischi del continente, i possessori di questo talento hanno sviluppato un intuito fuori dal comune che gli permette, con una semplice occhiata ad un interlocutore, di capire cosa sia in grado di fare, di fatto apprendendone la classe e il talento di appartenenza. (Numero di utilizzi: 65)

Note: Nulla da segnalare, se non l'utilizzo della Passiva Intuito, già anticipato in Confronto.
 
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view post Posted on 22/4/2016, 23:01
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Fantastico! Oh davvero, davvero fantastico!


L’uomo iniziò a battere le mani concitato, come se la situazione gli procurasse una forte emozione. Poi si fermò di scatto e sulle sue labbra si allungò un sorriso malizioso, stiracchiato verso l’alto in un ghigno compiaciuto.


Chi l’avrebbe mai detto, mh?
Si leccò lentamente le labbra.
Ma dunque, questi dettagli!


Le mani impattarono ancora violentemente sul tavolo che emise un roco scricchiolio.


Il tuo obiettivo si trova alla locanda del Poeta Allegro, registrata con il nome di Lady Darlene Luise Yvonne de Sade. Moooolto suggestivo, ma anche lei lo è, in fin dei conti”.


Il verde aveva ristretto la bocca a tubo e ora rise divertito. Sembrava non essere particolarmente dispiaciuto per Lady Rose o chiunque altro potesse tenerci alla sua sopravvivenza.


Come dicevo hai quattro giorni, durante i quali puoi liberamente scegliere come muoverti. E hai diritto ad un piccolo anticipo, se per caso ti trovassi con la cinghia un po’ tirata”.


Porse attraverso il tavolo una scarsella rigonfia. Non era il caso di aprirla davanti a lui, ma di certo era facilmente intuibile cosa contenesse. Bastava ascoltare il suono delle monete d’oro l’una contro l’altra, lo sbatacchiare allegro dentro quello stomaco troppo pieno.


Non prendere sotto gamba la ragazza. È una tipa con gli artigli. E non prendere sotto gamba nemmeno noi. Il mio capo probabilmente non sarebbe felice che io ti dicessi una cosa del genere. Lo giudicherebbe rude. Ma trovare informazioni è una cosa in cui sono molto bravo, a differenza dell’essere nobile ed educato. Quindi saprò sempre dove trovarti. Oltre alle precauzioni che abbiamo già preso in proposito. E tu non avresti dove scappare. I contratti funzionano sempre se tutte le parti li rispettano, mh?


Poggiò il mento sul dorso delle mani, con un nuovo sorriso sornione, quasi provocatorio. Forse a lui non sarebbe dispiaciuta una trasgressione, lasciava pensare. Sicuramente lo avrebbe divertito più di quella posizione scomoda, dietro un tavolo pericolante come un burocrate di quarta categoria, intento a contrattare con un assassino prezzolato.
Sospirò, e il suo fiato aveva un intenso profumo di pane appena sfornato e zucchero.


Domande?
Alzò la mano, agitandola da destra a sinistra con fare lezioso.
Perchè in caso contrario, ciao ciao my friend”.



Quando anche l’ultimo si fu alzato, l’uomo in verde poggiò le braccia sul tavolo e la fronte sugli avambracci. Sospirò e inspirò a lungo, lasciando entrare più aria possibile nei polmoni, fondendosi con gli odori e i suoni del mercato. Il cappello gli copriva completamente il volto, facendolo apparire un fagotto abbandonato per caso.


Che ci fai qui?


Il giovane aveva un’armatura splendente sotto il sole, di un argento intenso. I capelli biondi gli incorniciavano il viso delicato, con i grandi occhi lilla spalancati sulla via. Un tempo il suo aspetto era stato una leggenda e chiunque lo avrebbe riconosciuto, ma ormai era solo un avvenente paladino tra tanti altri, morti o sopravvissuti che fossero a quella guerra.
Il verde alzò lo sguardo, stropicciandosi gli occhi.


Ora anche riposare è un reato?


L’altro afferrò l’orlo del tavolo con una sola mano, gettandolo violentemente di lato con un gesto sprezzante. Afferrò il verde per un braccio sottile, trascinandolo con sé nel vicolo. Aveva una presa salda delle mani grandi e morbide.


E dimmi, mio rude compagno, afferrare un innocente per il braccio non è reato? E nemmeno assumere l’aspetto di un glorioso eroe?


L’altro rise, e mentre rideva il suo corpo parve dilatarsi, come se un vento impetuoso gli soffiasse dentro. Un attimo prima pareva più alto e un attimo dopo era gonfio come un pallone, le braccia simili a grossi salami. Ma non esplose, non succedeva mai. Le membra edematose si contorsero, avvolgendosi su se stesse, e al posto del fulgido guerriero rimase una donna dai capelli d’ebano. I vividi occhi lilla fissavano divertiti il verde.


Non rovinare sempre tutto, Ho Igoo. Vai a fare quello che devi”.


Si scambiarono un ultimo sguardo, prima che entrambi scomparissero tra le ombre senza emettere neppure un suono.


4K4RJdq

Il Poeta Allegro. Dio, che nome di merda, non trovi anche tu?


Difficile dire cosa trovasse lui, ma lei aveva qualche idea in proposito. Agitò il lungo bocchino d’oro, scuotendo la cenere a terra, sui preziosi tappeti che probabilmente lui avrebbe pulito mugugnando.


Per cosa mai dovrebbe essere allegro un poeta, secondo te? Ne hai mai conosciuto uno allegro, poi? La sua unica abilità è scrivere sonetti sulla depressione e la fine del piacere. O l’attesa del piacere. Non è esattamente qualcosa con cui guadagni da mangiare”.


Le labbra dipinte di rosso si distesero in una smorfia sarcastica.


O con cui rimorchi. Hai mai visto un poeta insieme ad una donna bella?


No, certo che no. Ma era anche convinta che a lui non interessasse. Non mentre lei se ne stava su quella poltrona, coperta solo da un accappatoio di seta, e dondolava lentamente una gamba accavallata. Lasciò cadere nuova cenere, allungando la mano libera a circondare il bicchiere di vino. Non aveva molti altri passatempi in quei giorni dopo l’ulteriore caduta del mondo. Solo sperperare i propri soldi in vino, tabacco, feste abbastanza discrete perché nessuno la conoscesse. E con lui, che aveva deciso di seguirla piangendo e supplicandola, afferrandosi alle sue caviglie e inumidendole con le sue lacrime. Nonostante i calci in faccia che lei gli aveva, letteralmente, dato. Sospirò.


My lady…
…Darlene Luise Yvonne de Sade. È più lungo della tua spada, watashi no yujin. Ma non altrettanto divertente, per tua fortuna. Altrimenti passerei tutto il tempo a riempirmi la bocca con quello”.


Lo guardò di sbieco, cercando conferma che lui avesse capito. Guardò nei suoi occhi, che avvampavano reprimendo le emozioni. Ridacchiò. Erano caduti veramente in basso, pensò. Così in basso che qualcuno avrebbe potuto trovarlo poco dignitoso.


Fai portare da bere, è finito il vino”.


Ma non lei, naturalmente. Con il tempo si impara a fregarsene di quello che pensano gli altri, almeno fino a quando non pensano te.




CITAZIONE
Qm Point

Eccoci!
Da questo momento in poi siete i padroni assoluti della giocata, che però ha qualche regola particolare. Andrò per grati.
1. Potete ovviamente utilizzare il confronto innanzitutto per porre al png in verde domande prima che vi congedi, e fin qui tutto normale.
2. Avete a disposizione quattro giorni solari per uccidere la residente della locanda (che fa un cameo nella parte finale del post). Al momento ne sapete esattamente quanto vi ha detto il png. Potete usare il confronto per organizzare cosa intendete fare, calcolando che indicativamente ogni vostro post deve coprire 24 ore. Ogni giorno potete fare quello che volete, ovviamente, e il confronto vi serve perchè io vi possa dire le conseguenze delle vostre azioni.
3. Avete a disposizione, per tutta la durata della quest 10 Punti Quest (PQ in breve), che potrete spendere per:
- ottenere armi/equipaggiamenti con poteri particolari
- aiuto di alleati/png specializzati
- generare degli eventi nell'ambientazione.
I punti che intendete usare vanno dichiarati di volta in volta in confronto. Siete liberi di decidere come distribuirli e se spenderli tutti insieme oppure un po' alla volta. L'effetto dell'investimento dei punti varia a seconda dell'ambito.
nell'ambito armi/equipaggiamenti vi verrà fornita da me un'arma con un effetto di potenza media per ogni punto speso (un punto un effetto di potenza media, 10 punti un effetto di potenza 10xmedio, cioè circa due critici). Sta a voi indicarmi di che effetto vorreste si trattasse (con il rischio che io vi fornisca qualcosa di non esattamente coincidente a quello che avete in mente) e in che modo utilizzarlo (una, due, dieci volte).
nell'ambito degli alleati/png vi verrà fornito un alleato png con una capacità di subire danni pari ai punti spesi, dove ogni punto è la capacità di subire un Medio non difeso. Voi dovete indicarmi genericamente che tipo di alleato vi serve e io lo caratterizzerò fornendovelo.
generare eventi genera un evento di "potenza" sull'area pari a una tecnica Media per ogni punto speso. Voi ovviamente dovete descrivermi l'evento, che io farò accadere compatibilmente all'ambientazione.

A voi la scelta di come organizzarvi strategicamente, se venire a sapere della presenza degli altri, come raccogliere informazioni e simili.
Potete agire sin dal primo giorno o attendere perchè, come ha fatto notare il png, a volte anche l'attesa riserva delle sorprese. Siccome ogni turno copre un giorno, non sarà mai possibile ritrattare quanto fatto il giorno prima.
La dinamica dei punti può nascondere qualche vantaggio non dichiarato e inaspettato, a voi trarne il meglio.
Il topic in confronto, naturalmente, esiste anche per tutte le domande necessarie.

Il prossimo post coprirà le prime ventiquattro ore. Per farlo (compresa la parte in confronto) avete tempo fino al 30 aprile.

 
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view post Posted on 4/5/2016, 00:50
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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Il tipo in verde, nonostante la disponibilità di Montu per svolgere il lavoro, non si sbottonò poi molto sui dettagli. Evitò accuratamente qualsiasi riferimento al vero mandante dell’omicidio, non si presentò mai e diede al Demone solamente una destinazione e un nome: Lady Darlene Luise Yvonne de Sade, aveva preso una stanza al “Poeta Allegro”. Quali fossero i passatempi scomodi non era dato saperlo, in fondo gli assassini non dovevano giudicare i bersagli ma solamente agire.
Un compito del genere, però, non si affida ad un solo uomo e Montu era certo che l’uomo dietro il banchetto avesse fatto quel discorsetto già a qualcun altro; bisognava scoprire quanti fossero questi altri, se l’intento dell’Eterno era quello di capire prima di uccidere a sangue freddo doveva badare anche a chi non era minimante intenzionato a pensarci due volte.
Prima di muoversi verso la locanda il Demone andò a “Le Tre Lune” per cercare di rubare informazioni da Davakas: un oste poteva aver avuto contatti con il collega, inoltre l’uomo aveva occhi e orecchie ovunque nell’ambiente -complice il suo passato da Sussurro- e senza dubbio avrebbe potuto dare un sostanzioso aiuto.
-“Il Poeta Allegro”? Certo che lo conosco! È appena fuori città, perché?-
-Un lavoro. Devo incontrare una donna.-
Davakas si grattò il mento raschiando l’accenno di barba, fissava l’amico.
-E immagino che non sia dato sapere di che genere di lavoro si tratti. Capisco. Aspetta.-
Scivolò dietro il bancone e riemerse con in braccio un grosso libro pieno di polvere. Aprì il libro mastro sul tavolo e i suoi occhi esperti iniziarono a vagare tra centinaia di nomi, alcuni scritti con inchiostri di colore diverso, altri barrati, altri ancora avevano simboli accanto alla città dove vivevano.
Montu ebbe una fitta al cuore leggendo distrattamente il nome di Nicolaj Luciano, sentì l’aria mancargli ricordando la dolorosa scomparsa; evidentemente in quel registro non c’erano solo fornitori e amici ma anche informatori e spie.
-Eccola.-
Chiuse di scatto il tomo e le pagine sbuffarono polvere.
-Tornerò tra un paio d’ore al massimo, aspettami nella tua stanza. Zeira, tu pensa ai clienti.-
-Ma che…?-
-Io non faccio domande sul tuo lavoro, tu non fare domande sul mio. Lasciati servire.-
Salutò il Demone con una pacca sulla schiena, poi uscì in strada.



23xoC




-Lei è Karima.-
Davakas era entrato nella stanza del Demone portando con lui una ragazzina sui quindici anni, capelli biondi slavati legati in una treccia arrotolata sulla nuca e una veste blu che la copriva fino alle caviglie.
-Davakas…-
Una ragazzina? Non aveva il tempo di fare da balia, cos’aveva in mente l’oste?
-Stai a sentire.-
La bimba si presentò, gli occhi castani presero a brillare mentre parlava di ciò che sapeva fare.
-Lavoro al “Poeta Allegro”, sono la cameriera addetta al servizio in camera delle ospiti donne. La nostra è una locanda molto discreta, ci teniamo alla riservatezza dei nostri clienti quindi sono anche l’unica ad occuparsi delle dame.-
-Se cerchi una donna in quella locanda sicuramente se ne occupa Karima. Non farti ingannare dall’età, sa il fatto suo.-
Montu fissò la piccola negli occhi, lei non abbassò lo sguardo mentre il Demone la studiava e cercava di capire fino a che punto potesse fidarsi.
-E va bene.-
Sia Davakas che Karima sorrisero, entrambi cercando di non darlo a vedere.
- Darlene Luise Yvonne de Sade. Chi è, cosa fa?-
La piccola spia fu sorprendente precisa, forse non era solo un contatto in più ma una spia professionista.
Darlene da quando era arrivata non aveva più lasciato la stanza, si faceva portare in camera i pasti e riceveva molti ospiti sia di giorno che di notte. Il tono con cui la ragazzina enfatizzò la parola molti lasciò intendere che non fossero propriamente incontri innocenti.
Era arrivata con un compagno che quotidianamente si allontanava dalla locanda, a volte senza tornare per la notte. I programmi della dama, poi, erano certamente organizzati in anticipo con l’aiuto dell’accompagnatore ma la cameriera ne veniva al corrente di volta in volta.
-Raramente rimane sola. Sicuramente quando si intrattiene in bagno, ma la notte ha sempre ospiti. L’uomo con cui è arrivata alloggia in un’altra stanza.-
-Puoi farmi avere la stanza accanto a quella di Darlene?-
-Certamente. Lei si trova all’ultimo piano, e lì ci sono solo tre stanze. Due sono occupate, come ti dicevo, dalla dama e dall’uomo, ma se vieni alla locanda non avrò problemi a farti sistemare sopra.-
-Grazie mille. Torna pure al “Poeta Allegro” allora. Io ti raggiungerò tra qualche ora.-
La piccola abbozzò un saluto e si avvicinò alla porta.
-Karima, un’ultima cosa: tienimi informato su chiunque arrivi alla locanda o faccia domande su di lei.-
-Naturalmente.-



23xoC




Karima era stata perfetta. Nel tardo pomeriggio il Demone aveva raggiunto la locanda e lei stessa, impassibile e professionale come se non l’avesse visto appena poche ore prima, l’aveva guidato fino alla stanza.
Arrivati sulla porta la spia l’aprì e scivolò dentro prima che qualcuno potesse notarla. Si sedette sull’ampio letto e incrociò i piedi.
-È arrivata una bambina oggi. Non ha fatto propriamente domande riguardo Lady Darlene, sembra solo una bisognosa. Forse la vedrai domani a pranzo se la faranno servire ai tavoli, per ora l’hanno impiegata in cucina. Però è… particolare, specie gli occhi: ha la sclera nera con l’iride di un bellissimo color oro, mettono inquietudine e senza dubbio la pelle pallidissima non migliora la sensazione.-
Poteva essere lì per Darlene? Una bambina? Improbabile. Forse la cosa non avrebbe dovuto sorprenderlo avendo Karima davanti, quel tizio poteva aver reclutato chiunque, ma una bambina sembrava veramente eccessivo.
-Grazie ancora. Stai facendo un ottimo lavoro.
Ci vediamo domani mattina, cercheremo di capire come muoverci.-



Energia: 150%
Fisico: 75%
Mente: 75%
Riserva CS: 0 []
Punti Quest: 10 8

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Biglia Stordente: 1
Biglia Tossica: 1
Biglia Deflagrante: 1
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Corallo [+2 Forza, +1 Velocità, +1 Intelligenza]
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Pergamene Usate:
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Abilità Usate:
//

Passive Usate:
Immortalità. Passiva (Numero di utilizzi: ∞)
Il Demone sfonda lui stesso la barriera della non vita, divenendo un immortale e sconfiggendo la morte una volta per tutte.
La tecnica ha natura magica e conta come un'abilità passiva - si potrà dunque beneficiare dei suoi effetti in qualsiasi momento nel corso di una giocata. Il caster diviene a tutti gli effetti immortale, rimanendo in vita indipendentemente dalla quantità di danni subiti. Non potrà comunque continuare a combattere con una somma di danni mortali sul corpo, non sarà immune al dolore né agli effetti dei danni - ad esempio, con una gamba spezzata non potrà camminare. La tecnica garantisce una difesa dalle scene in cui è possibile perdere il proprio personaggio o al termine di un duello con Player Killing attivo: i personaggi possedenti questa passiva non potranno essere uccisi in nessun caso.
[Il Demone potrebbe comunque essere ucciso qualora gli si cavassero gli occhi]

» Intuito: abituati da sempre a barcamenarsi tra i rischi del continente, i possessori di questo talento hanno sviluppato un intuito fuori dal comune che gli permette, con una semplice occhiata ad un interlocutore, di capire cosa sia in grado di fare, di fatto apprendendone la classe e il talento di appartenenza. (Numero di utilizzi: 5)

Punti Quest Usati:
2 PQ:
PnG Spia: Karima (può subire un Alto)

Note: Consumo 2PQ come da Confronto. Perdonami per l'enorme ritardo.
 
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view post Posted on 4/5/2016, 13:40
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Regni del Leviatano - Ladeca
«A Little Flower»

Nella mia condizione fisica di perenne innocenza ho imparato i più disparati trucchi e stratagemmi per agevolare la mia esistenza. Prendiamo ad esempio il Poeta Allegro, sorvolando sul nome, un simpatico locale dedito un po a semplici attività di ristoro, un po ad attività di stampo ben più personale. La morte e il sesso sono una costante fonte di guadagno, da quando le prime civilizzazioni hanno cominciato a stabilire piccoli centri abitati questa è rimasta una costante inattaccabile e mai smentita. Quindi come posso io, piccola ed innocente creaturina, continuare a prosperare in un mondo simile? La pietà. Ben inteso, metà del lavoro sta tutto nel capire con che genere di persone stai parlando, perché in un mondo così vasto trovare uno spietato o un menefreghista non è poi così difficile. ma quando trovi le persone giuste, quelle che sotto sotto hanno un animo buono -anche se non lo danno sempre a vedere- allora il gioco è fatto. Povera piccola orfanella senza famiglia, ti serve un posto dove stare? Se vuoi posso aiutare. Se poi sono dei malintenzionati, non disdegno comunque uno spuntino, ma questo non è il caso. Quando una bambina deve cercare posto per lavorare, non c'è posizione migliore della piccola sguattera dagli occhioni tristi. Tutti la guardano, ma nessuno la prende mai in considerazione, in fondo è come il mozzo di una nave senza vele. Sta li, fa un po di tutto, aiuta dove è necessario. Ma è come se non ci fosse, per i clienti in particolare è solo un'altra orfanella accolta per pietà, un piccolo trascurabile ritaglio nella vita della locanda. Chi vi lavora la potrebbe guardare con fare curioso, soffermarsi su quei strani occhi, fare domande tra una pausa e l'altra. Sei umana? Chi erano i tuoi genitori? Ti hanno abbandonata perché eri diversa?



« Non ho mai conosciuto papà, ma la mamma era un'elfa. Non le sono mai piaciuta, così mi ha abbandonato nel Dortan ed è tornata a nord. »



Pietà, sguardi misti di comprensione e tristezza, una carezza sulla testa della piccola creaturina dal doloroso passato. Quanto sei brava ad arrampicarti! Ho vissuto con un vecchio cacciatore nella foresta, me lo ha insegnato lui. Davvero riesci a vedere nel buio? La mamma era un'elfa, per questo forse dovrei esserle grata. Come sei pallida, stai bene? Gli elfi delle tribù nordiche sono pallidi come la neve, al confronto io sono come un caldo sole estivo. Cucinare, una delle cose che mi piace di più al mondo, ma non posso certo far capire alla vecchia cuoca di cosa sono capace! Non per sospetti, semplicemente perché rimanere sempre incastrata nelle cucine mi negherebbe qualsivoglia libertà nella struttura, non sarei in grado di provvedere al mio obiettivo. Non voglio certo ucciderla senza un valido motivo, per questo presto sempre orecchio a cosa accade nel locale. Quando devo pulire i pavimenti del piano alto lo faccio con meticolosa precisione. Il padrone è contento di tenermi in giro, ed io posso ascoltare ed osservare ciò che accade all'interno della struttura. Qualcuno entra, qualcuno esce, facce familiari si profilano all'orizzonte. Inoltre non sono nemmeno sola, c'è un'altra ragazza che lavora qui, fisicamente poco più grande di me. Sembra simpatica, ma ogni tanto se ne va in giro a sussurrare cose ad altre persone, con un che di guardingo nel suo modo d'agire. Potrei pensare che metà delle persone dentro questa locanda non siano ciò che sembrano, e probabilmente avrei persino ragione. ma questo non deve cambiare quello che io sono per loro. Una piccola mezz'elfa senza famiglia, un fiore bianco in una distesa d'erbacce. mancano ancora tre giorni alla scadenza, ho tutto il tempo del mondo a disposizione.






¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
Riassunto

CS { 0 }

Fisico {100%} ~ Mente {100%} ~ Energie {100%}




Passive:

» Amuleto dell'Auspex: (6/6)
» Passiva Razziale - Scurovisione: (5/6)
» Passiva Razziale - Sensi Migliorati: (5/6)
» Passiva Razziale - Mira precisa: (6/6)
» Passiva Acrobata - Funanbolo: (6/6)
» Passiva Acrobata - Caduta Lenta: (6/6)
» Passiva Acrobata - Scalatore: (6/6)
» Passiva Acrobata - Contorsionista: (6/6)
» Passiva Ladro - Celarsi: (6/6)
» Passiva Ladro - Velo Sonoro: (6/6)
» Passiva Ladro - Velo d'Ombra: (6/6)
» Passiva Personale - Grazia del Duellante: (6/6)


Attive & Oggetti:

//






Utilizzo le passive razziali di scuro-visione e sensi migliorati per poter osservare ed ascoltare tutto ciò che vale la pena udire nel suo primo giorno di lavoro. Per il resto Odette nona girà mai apertamente al di fuori delle sue mansioni da sguattera e non porterà mai armi o armature con se, nemmeno nascoste.


 
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view post Posted on 9/5/2016, 08:17
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Era seduta davanti a lui, i capelli sciolti sulle spalle. Lo fissava, in piedi, vestito come un signore, con i guanti ancora in mano e l’odore speziato delle strade tra i capelli. Fumava una sigaretta prigioniera di un lungo bocchino d’oro e sorrideva. Le ciocche corvine non si mossero allo scivolare verso il basso delle sue palpebre, quelle ciglia scure l’unico decoro a coprire il corpo perfetto.
Lui allungò il dito indice verso di lei, poggiandolo sull’addome teso, che aveva ammirato tante volte mentre lei ballava. Accanto a lui. Sopra di lui. Contro di lui. Immaginò di afferrarla e trascinarla a sé e convincerla ad andarsene finalmente con lui.
Invece le poggiò il polpastrello sulla pelle, delicatamente, come se temesse di romperla, senza andare oltre.
E lei, seduta davanti a lui, con una mano gli cinse il polso e con l’altra inspirò una nuova boccata di fumo, lentamente, attirandolo verso di sé, premendoselo contro. Rabbrividì, certo di quello che sarebbe successo. Certo che lei avrebbe diviso quelle ginocchia accavallate mostrandogli l’unica via che lui conoscesse per il mondo dell'Oneiron.
Lei socchiuse le labbra, un sipario rosso e gravido come un bocciolo a primavera. Vi lesse un invito, una promessa, una sentenza. Tese le orecchie fin quasi a sudare.


Non trovi che qui sia una vera noia?


Rimase gelato, perdendo quasi la sensibilità a quell’unico dito teso. Allargò e altre, senza arrivare a toccarla. Una risatina querula lo strozzò, facendolo boccheggiare. Chiuse gli occhi, cercando di non cadere in ginocchio, di non supplicarla di nuovo.


Dirai al padrone che questa sera riceverò ospiti”.


Le rispose in silenzio, concentrandosi sul collegamento tra loro, chiedendosi cosa gli impedisse di strangolarla sul posto. Ma il fiato di lei che gli si infrangeva contro era una risposta sufficiente. Guardò quegli occhi d’acciaio con le pagliuzze smeraldo che parevano nascondere altre terre e prendevano e pretendevano imperiosi il controllo. Desiderò che lo facessero a pezzi, mettendo a nudo la sua unica possibilità di essere felice.


E cercherai degli avventurieri e dei viaggiatori interessanti che mi raccontino le loro gesta”.


Scavallò finalmente le gambe, proprio come lui aveva dissperato. La sua pelle era così liscia che faticò a deglutire. Facendo leva sui tacchi scarlatti si alzò in piedi, fronteggiandolo, a pochi centimetri dal suo viso.


Almeno. Tre. Voglio addormentarmi stanca”.
Ora quegli occhi tremendi lo avvolgevano, come il braccio di lei. Le loro mani intrecciate erano l’unica barriera tra i loro corpi. Le sue parole erano una condanna sottile, dolorosa.
Sei un buon servo”.


La voce di lei gli scivolava dentro le orecchie senza fretta. Poggiò la guancia contro quella di lui, lasciandogli il polso per circondargli il collo con entrambe le braccia. Le avvolse i fianchi.
Come aveva sperato.
Alla fine lei non era davvero una sorpresa. Al più una delusione.


Dovrei ricompensarti più spesso”.


Lo sfiorò con la punta della lingua.
Al più un viaggio diretto per un mondo migliore. In cui esistevano solo loro due.
Lei lasciò scivolare le braccia verso il basso, seguendole lentamente. Lui non si oppose, non lo faceva mai, al pensiero di quegli uomini nella stanza insieme a lei. Non si oppose a lei in mezzo a loro come una tigre tra i cacciatori. Non pensò a come si sarebbe addormentata, aggrovigliata tra le loro braccia.
Non ci pensò nemmeno per un istante. Non in quel momento, in cui si limitò ad abbassare lo sguardo verso di lei, sopra di lei, dentro quello di lei, come una culla esposta alla pioggia. Dentro di lei una foresta rigogliosa in cui allargare le braccia, gridare, tornare a fissare il suo volto cesellato.
Sorprendente come anche in momenti come quello lei riuscisse a sorridere, inclinando lievemente, ironica, gli angoli delle labbra.


rdSh1sU

Karima, prepara la stanza della signora”.


L’uomo aveva le guance arrossate e i capelli candidi scompigliati. I suoi occhi rossi erano slavati, come se avesse riso o pianto a lungo. Difficile interpretarlo, ma lei aveva imparato a non farsi domande non necessario.


Stasera vuole incontrare degli avventurieri con storie interessanti da raccontare”.


Lui non indossava il mantello e aveva un passo elastico. Ma le spalle curve. I pugni serrati.
Non si chiese cosa gli fosse successo, non con quella donna di mezzo.
Aveva un compito da assolvere. Anzi due. E uno era riferire tutto quanto.




CITAZIONE
Qm Point

Inizia il secondo giorno
Avete a disposizione l'intera giornata e queste sono le premesse:
@Lucius: inizi la giornata senza avere alcuna informazione, ma totalmente libero di agire.
@Ramses: Appena sei sveglio Karima viene a riferirti che il tuo bersaglio organizzerà per la sera un festino privato con tre avventurieri (non sai come verranno o siano magari già stati scelti) che le racconteranno le proprie avventure.
Per il momento non sai altro, se non che Karima si occuperà di pulire e preparare la stanza della donna per la serata.

A voi totale libertà di agire, sia con che senza punti, operando sempre in confronto.

Per postare (compresa la parte in confronto) avete tempo fino al 17 maggio.

 
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All’inizio del secondo giorno Montu non aveva ancora capito se quella donna meritasse o meno la morte. Non che si sentisse degno di tale decisione, ma qualcun altro aveva già mosso i propri pedoni e la regina sarebbe potuta cadere da un momento all’altro; tanto valeva decidere se essere un pedone o il giocatore che avrebbe salvato la Dama.
Si sciacquò la faccia indossando solamente i pantaloni, lasciò che l’acqua gli cadesse sul corpo definito per rinfrescarlo poi guardò fuori dalla finestra: il Sole era ancora piuttosto basso, mancavano diverse ore al pranzo e non avrebbe di certo sprecato quella giornata; non poteva lasciare tutto il lavoro a Karima.
Si allacciò la camicia nera per poi sedersi allo scrittoio, estrasse il suo diario dal piccolo zaino e bagnò la punta della piuma ma prima che potesse iniziare a scrivere proprio la giovane spia bussò ed entrò nella stanza.
-Buongiorno Karima.-
-Buongiorno Montu. Poco fa l’uomo che accompagna Lady Darlene mi ha detto di preparare la stanza della signora, pare che questa sera abbia voglia di intrattenersi con degli avventurieri.-
Rimase in silenzio cercando nella testa le parole giuste, poi decise di essere il più diretta possibile.
-Mi sono permessa di fare il tuo nome, ed ora è qui fuori che vorrebbe entrare per parlarti.-
Uno spirito d’iniziativa che forse sarebbe piaciuto perfino a Kuro, così lucida in una situazione potenzialmente difficile e per giunta a quell’età. Il fatto che Davakas la conoscesse era stato senza dubbio un immenso colpo di fortuna.
-Ottimo lavoro, fallo entrare.-
Era lì, ad un passo, il contatto con il bersaglio. Giunti solamente al secondo giorno era impossibile che qualcuno fosse un passo avanti a lui, e il Demone se ne compiacque.
Si diresse nuovamente allo scrittoio, indossò i suoi guanti di Drago e appuntò un dettaglio sul diario che fece scivolare via nell’istante in cui Karima entrò nuovamente nella stanza.
Si sistemò la camicia per poi alzare la mano verso il giovane appena entrato:
-Salve, io sono Montu. Mi ha detto Karima che cercate un avventuriero, accomodatevi.-
Il ragazzo, non molto più grande di Karima, era alto e portava i capelli -lunghi fino ai fianchi- legati in un morbido nastro sulla nuca.
-Zephyr Luxen van Rubren.-
Rispose esibendo il più falso dei sorrisi che aveva in repertorio.
La giacca, i pantaloni e il mantello scarlatti con le bordature d’oro lasciavano intendere fosse il rampollo di qualche famiglia nobile; gli stivali di cuoio scuro erano impeccabilmente puliti.
-La mia signora cerca avventurieri con storie interessanti da raccontare. Conosciamo molto poco di questi luoghi.-
Sembrava vagamente irritato. Montu congedò Karima sperando di ammorbidire un po’ il ragazzo, lasciando che la discussione fosse un faccia a faccia privato.
-Se cercate avventurieri siete nella stanza giusta. Il Dortan negli ultimi anni è stato devastato da molte guerre e io, per fortuna, sono sopravvissuto a tutte; sarà per me un piacere parlarne con la vostra signora.-
Non poteva sbagliare nulla, non avrebbe avuto seconde occasioni. Si sistemò sullo schienale dimostrandosi più aperto alla conversazione che indagatore.
-Ma ditemi, voi da dove venite? Avrei qualche storia interessante anche sull’Akeran se non ci siete mai stati.-
-Invero il Dortan è stato sconvolto da numerosi conflitti. È una vera fortuna voi siate riuscito a sopravvivere a tutte quante… Montu.
Io e la mia signora veniamo dall’Est e siamo rimasti… estranei alla maggior parte delle vicende recenti. Per questo immagino non le dispiacerà ascoltare tutte le vostre storie.-

Si prese qualche secondo di pausa, sembrava stesse riflettendo su qualcosa.
-Ma vi avverto, la mia Lady è… particolare.-
Sì! Era fatta, l’aveva convinto. Eppure quella era solo la parte più facile. Dissimulò l’entusiasmo:
-Particolare?-
Chiese come se cadesse dalle nuvole.
È esigente, capricciosa, incontentabile. Molto più di altre donne che potreste aver incontrato nei vostri viaggi.
Ma soprattutto, perdonate l’ardire, sarebbe interessata a che voi preferiste… il fodero alla spada, mi spiego?-

Certo che si era spiegato, e magari avrebbe voluto sapere che grazie a quel passatempo Darlene si era conquistata una taglia. Storse la bocca come se fare quell’ultima rivelazione fosse stato particolarmente difficile. C’era qualcosa in quel giovane che non andava, possibile sospettasse o sapesse che Montu era stato assoldato per eliminare la sua Lady?
-È l’unica cosa della mia persona che non ho mai messo in dubbio. Dopo tanto parlare, d’altronde, bisogna pur bagnarsi la lingua.-
Lasciò che Zephyr cogliesse il doppio senso.
-Non si preoccupi, la sua signora non rimarrà delusa in alcun modo. Mi lasci da solo con lei per una notte e in futuro farà fatica a trovare chi la soddisfi.-
Il fastidio nel giovane aumentò, le guancie gli si arrossarono in un seocondo.
-Di certo amate millantare le vostre abilità, avventuriero. La mia signora sarà deliziata dalle vostre chiacchiere.-
Le nocche strette sulle ginocchia erano bianche.
-Ma mi ha espressamente chiesto almeno due uomini disposti a narrare le loro gesta. Come dovrei presentarvi per convincerla?-
Ancora un sorriso, incredibilmente più falso dei precedenti.
-Per quanto riguarda le mie gesta ditele che pochi uomini nel Dortan hanno visto ciò che ho visto io, e senza dubbio non li troverete entro stasera. Non voglio regalarvi tutti i miei segreti ora, ma vi confido che ho visto sorgere dalla terra un dio Maegon; credo che per iniziare possa andare bene come storia.
Dubito voi vogliate portare dalla vostra signora dei buffoni che a malapena sarebbero in grado di tenere in mano un pugnale.-

Lo fissò negli occhi, senza dubbio Darlene non sarebbe stata molto felice se Zephyr l’avesse delusa; sul pensiero di quella punizione Montu fece leva per convincere il giovane.
-Invece riguardo la spada...-
Rise sommessamente, poi spostò gli occhi sulla sua katana, appoggiata sul materasso insieme al mantello.
-...l'unica che vedrete voi è quella gettata sul mio letto ma domattina, se avrò deluso qualcuno, la mia stanza sarà ancora questa e qui mi troverete.-
-Chissà, forse se restassimo qui a discutere anche io potrei raccontarvi qualche evento interessante a cui ho assistito.-
Stava giocando a chi ce l’avesse più lungo? Si alzò in piedi e in quel momento il Demone capì che il ragazzo era semplicemente geloso di una donna che non poteva avere solo per sé, ma che anzi lo costringeva a trovargli uomini con cui passare la notte. Decise di non rispondergli.
-Ma sfortunatamente ho una padrona esigente e poco tempo da perdere. Presentatevi questa sera dopo cena alla porta della nostra stanza. E non contate sulla discrezione. La mia signora non ne possiede. E non è una campionessa nemmeno in modestia. Per questo le piacerete.-
Si avviò verso la porta e l’Eterno non lo fermò.



23xoC




Aveva dato chiare disposizioni a Karima riguardo l’informarlo su eventuali avventurieri che fossero giunti alla locanda, ma probabilmente le sue parole avevano funzionato perché nessun’altro sembrò avvicinarsi a Zephyr o Darlene. Pranzò nella sala comune, tornò in camera e si buttò nella vasca da bagno.
Le ore passarono senza che succedesse nulla, poi suonò la campana per la cena.
Tra i tavoli il Demone vide la bambina descritta da Karima, che sembrava veramente una bisognosa malaticcia; raramente aveva visto una carnagione tanto pallida e occhi così particolari.
Zephyr raggiunse la sala comune e si diresse a passo svelto verso il proprietario de “Il Poeta Allegro” sussurrandogli qualcosa all’orecchio. Tornò indietro incrociando lo sguardo di Montu senza però rivolgergli la parola né alcun cenno. L’Eterno fece un cenno al locandiere non appena il ragazzo sparì dalla vista, rovistò nelle sue tasche e mise sul tavolo cinque monete d’oro coprendole con la mano dopo essersi assicurato che l’uomo le avesse viste:
-Buon uomo, sareste così gentile da farmi un enorme favore? Il ragazzo, credo il suo nome sia Zephyr, prima, cosa vi ha detto?-
Sussurrò e il proprietario si avvicinò afferrando le monete facendole sparire immediatamente.
-Di far preparare la sua stanza per la notte. La sua padrona, nella stanza accanto, ha evidentemente scelto altra compagnia.-
Gli strizzò l’occhio, complice del pettegolezzo.
-Donna difficile, povero ragazzo.-
Montu gli restituì l’occhiolino e rise piano dandogli una pacca sulla spalla.
Quando il Demone ebbe finito il pasto si avviò sulle scale, verso la stanza di Darlene.
Si fermò lì davanti un secondo aggiustandosi ancora la camicia, poi bussò:
-Madame.-



Energia: 150%
Fisico: 75%
Mente: 75%
Riserva CS: 0 []
Punti Quest: 8 5

Equipaggiamento:
Shokan
Pistola

Armature:
Pelle Coriacea [Arma Naturale]
Guanti di pelle di Drago

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Tossica: 1
Biglia Deflagrante: 1
Corallo [+1 Forza, +1 Velocità, +2 Maestria nell’uso delle Armi]
Corallo [+2 Forza, +1 Velocità, +1 Intelligenza]
Gemma della Trasformazione
[Anello del Tuttofare - Immortalità]

Pergamene Usate:
//

Abilità Usate:
//

Passive Usate:
Immortalità. Passiva (Numero di utilizzi: ∞)
Il Demone sfonda lui stesso la barriera della non vita, divenendo un immortale e sconfiggendo la morte una volta per tutte.
La tecnica ha natura magica e conta come un'abilità passiva - si potrà dunque beneficiare dei suoi effetti in qualsiasi momento nel corso di una giocata. Il caster diviene a tutti gli effetti immortale, rimanendo in vita indipendentemente dalla quantità di danni subiti. Non potrà comunque continuare a combattere con una somma di danni mortali sul corpo, non sarà immune al dolore né agli effetti dei danni - ad esempio, con una gamba spezzata non potrà camminare. La tecnica garantisce una difesa dalle scene in cui è possibile perdere il proprio personaggio o al termine di un duello con Player Killing attivo: i personaggi possedenti questa passiva non potranno essere uccisi in nessun caso.
[Il Demone potrebbe comunque essere ucciso qualora gli si cavassero gli occhi]

» Intuito: abituati da sempre a barcamenarsi tra i rischi del continente, i possessori di questo talento hanno sviluppato un intuito fuori dal comune che gli permette, con una semplice occhiata ad un interlocutore, di capire cosa sia in grado di fare, di fatto apprendendone la classe e il talento di appartenenza. (Numero di utilizzi: 5)

[16/25] Fiducia. Passiva (Numero di utilizzi: 65)
Montu può rendere le sue parole estremamente convincenti, facendo credere a chiunque lo ascolti che dica sempre il vero. Tale abilità può essere applicata anche alle scelte che il Demone compie, rendendole agli occhi degli altri sempre le migliori possibili.

Punti Quest Usati:
2 PQ:
PnG Spia: Karima (può subire un Alto)

3 PQ:
Evento: essere tra gli avventurieri scelti per passare la notte con Darlene

Note: Consumo 3PQ come da Confronto. Nient’altro da segnalare.
 
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view post Posted on 17/5/2016, 13:22
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Time Lost Centurion (3dh Economic Crisis Edition)
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Regni del Leviatano - Ladeca
«And it's Thorns»

Una nuova alba, un nuovo giorno nel paradiso democratico di Ladeca. Gli affari sembrano andare davvero bene al poeta Allegro, la clientela non manca mai, ed i clienti abituali non fanno mai debiti. Buffo pensare che qualcuno consideri Ladeca come una città morente, un esperimento fallito, proprio perché manca un Re. Eppure quanto sarebbe stato utile adesso, un Re? Il parlamento ha già riempito i propri seggi, ormai è il popolo a decidere la via, perché incolpare il Re per la sua scomparsa? C'è chi lo dice morto, assassinato, ma se così fosse ci sarebbero stati dei funerali. Oh no, lui forse è ancora qui, nascosto tra le miriadi di volti di contadini ed artigiani, mercenari e uomini di ventura. Fintanto che fosse rimasto al potere, in fondo, gli altri avrebbero sempre guardato a lui come ad un salvatore, cercando il suo consiglio. Ha fatto la scelta giusta, non solo come sovrano, ma anche come essere umano. Ha capito che una vita semplice e libera sarà sempre migliore della disperata ricerca del potere, della gloria eterna, di quel viscerale desiderio che ci spinge a grandi atti d'eroismo o di perfidia solo per far si che la storia si ricordi di noi. Nessuno si ricorderà di me, e non vorrei fosse altrimenti. La colazione, pasto importante, momento forse più pacifico nella taverna subito dopo la nottata, salvo per qualche schiamazzo peccaminoso proveniente da una stanza o due. Nessuno è ubriaco la mattina, anche se qualcuno riesce ad essere brillo, e gli artigiani vengono qui per farsi servire una succulenta colazione prima di dedicarsi anima e corpo alle loro arti, dall'umile falegname al navigato fabbro dalle mani scottate dalle fiamme della forgia. La brezza mattutina porta un piacevole clima di freschezza, mentre i primi fasci di luce provenienti dall'orizzonte sono anticipati dall'acuto cinguettare di passeri e pettirossi. Ed io me ne sto nel corridoio ove si trova la stanza, quella più chiassosa di tutte durante la notte, quella dove si trova lei. Chi hai fatto adirare a tal punto da meritarti un tale giudizio, piccolo fiorellino? Chi è rimasto ferito dalle tue spine, con tagli talmente profondi da non potersi mai rimarginare?



« Buongiorno Karima! Hai visto che bel sole che c'è oggi? »



Oggi sembra andare di fretta, la piccola Karima. A ragion del vero io sono ben più piccola di lei, ma anche lei sembra trattarmi con cortesia, ma mai con pietà. Forse anche lei sa cosa significa essere qualcuno senza nulla se non la compassione degli altri, un po mi capisce, forse. Ma ciò che è mascherato dietro un'altra giovane sguattera mi interessa ben di più rispetto alle sue sofferenze passate. C'è chi si sorprenderebbe, così giovane, eppure così scaltra. La sofferenza, come l'esperienza, forgiano la mente e il corpo. Forse Karima non ha mai avuto un'infanzia, forse è nata schiava, forse i suoi genitori avevano troppe bocche da sfamare. Sta di fatto che nessuno guarderebbe mai con sospetto qualcuno come lei, io lo so bene, era per questo motivo che un volta mi facevo pagare profumatamente per missioni di questo tipo. Ed è per questo che dopo averla vista conversare con lo spilungone delle miniere sapevo che lei sarebbe stata il mio cavallo vincente. Loro non sospettano di lei, lei non sospetta di me. Cosa c'è di strano in una bambina che prende una figura femminile più matura di lei come esempio? Nulla, non dovrebbe essere altrimenti. La seguivo, da lontano, osservandola con occhi colmi di curiosità mentre svolgevo le più svariate mansioni. Spolverare un vaso, pulire un pavimento, portare le stoviglie sporche nelle cucine. Sembrava tornare sempre da lui, e quando le porte erano chiuse origliavo ed apprendevo. Di una donna screziata e lussuriosa, della sua disperata ricerca per sconfiggere il demone della noia e dell'apatia. Un che di curioso visto che è proprio un sangue di demone il cane che tiene stretto con un collare fatto di dolce sofferenza. Mi fa un po pena, vedere qualcuno reso schiavo da qualcosa di così banale e animalesco come il desiderio della carne. Ma non sta a me giudicare, del resto, non ne ho alcun diritto. Eppure percepisco qualcos'altro nel movimenti e nell'espressione del piccolo Incubus, gelosia? Reso schiavo fino a tal punto? Non mi sorprenderebbe, ad esser sincera renderebbe tutto quanto piccante quanto basta per trasformare i vizi di una nobile in un bagno di sangue. Magari è questo che vuole? Aizzarli gli uni contro gli altri come cani rabbiosi? Guardarli combattere all'ultimo sangue mettendosi come trofeo del vincitore? Col calare della tenebra mi allontanerò da una delle finestre, non vista, ammantata dalla notte e dalla magia. Ho nascosto la mia armatura e i miei pugnali in una rientranza sopraelevata di un magazzino prossimo alla locanda, un minuto per indossarla, pochi secondi per appostarmi fuori dalla finestra di lei. Questa notte, alla luce di quanto accadrà all'interno di quella stanza afosa e deviata, emetterò la mia sentenza. Non come un dio arrogante, non come chi si considera al disopra degli altri. No, solo perché la sua morte mi permetterà di proteggere chi in questa città merita davvero la vita.






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Riassunto

CS { 0 }

Fisico {95%} ~ Mente {95%} ~ Energie {100%}




Passive:

» Amuleto dell'Auspex: (5/6)
» Passiva Razziale - Scurovisione: (4/6)
» Passiva Razziale - Sensi Migliorati: (4/6)
» Passiva Razziale - Mira precisa: (5/6)
» Passiva Acrobata - Funanbolo: (5/6)
» Passiva Acrobata - Caduta Lenta: (5/6)
» Passiva Acrobata - Scalatore: (5/6)
» Passiva Acrobata - Contorsionista: (5/6)
» Passiva Ladro - Celarsi: (5/6)
» Passiva Ladro - Velo Sonoro: (5/6)
» Passiva Ladro - Velo d'Ombra: (5/6)
» Passiva Personale - Grazia del Duellante: (6/6)


Attive & Oggetti:

Arcano dello Spettro: La mia istruzione nelle arti magiche è stato altrettanto esemplare. In molti non lo sanno ma il vampirismo ha una natura strettamente legata alla magia, permettendo verosimilmente ad ogni vampiro di apprendere le arti magiche con grande rapidità e semplicità rispetto ad un essere umano o a qualunque appartenente alle razze comuni del Thedas. La magia si suddivide in varie scuole e la mia preferita è senza ombra di dubbio quella dell'Illusione. La prima capacità che io abbia mai appreso è stata quella di divenire completamente invisibile, e vi assicuro che la cosa non è semplice come sembra! Ci vogliono settimane di pratica, senza contare il fatto che il corpo all'inizio non riesce ad orientarsi se non riesce a vedersi. Può suonare strano ma è la pura e semplice verità! Certo la fatica è remunerativa quando puoi semplicemente sparire in un battito di ciglio e lasciare il tuo nemico li, imbambolato come un babbeo.
Pagando un prezzo equi-diviso tra Corpo e Mente, Odette sarà in grado di occultarsi Magicamente per l'intero turno di utilizzo. Questo però non è in grado di annullare un qualunque suono prodotto dal proprio corpo o le tracce lasciate dal proprio passaggio.

[Consumo Medio]






Come sempre tutte le passive e anche l'attiva di invisibilità.


 
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view post Posted on 22/5/2016, 22:51
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Like a paper airplane


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rodraKU


Le sue notti, strascicate, non erano poi così diverse l’una dall’altra. Distenevano la schiena rattrappita su molti materassi, allargavano le dita stanche su diverse lenzuola con un sospiro lieve che sfuggiva dalle labbra.
Come quella notte, in cui usciva dal bagno avvolta in una sottile sottoveste scarlatta che le lasciava scoperta la schiena tatuata ed era legata in vita da un sottile nastro d’oro. In piedi, nel mezzo della stanza, fumava immaginando chi sarebbe giunto, senza chiedersi se fosse la cosa giusta. Cercava di ricordare l’ultima volta in cui si era davvero divertita.
Ai polsi tanti piccoli bracciali d’orati e un unico orecchino all’orecchio sinistro, che si agitò lievemente quando qualcuno bussò alla porta e lei volse il capo. Inarcò il collo sinuoso, allungando il braccio che teneva la sigaretta come ad offrirla a qualcuno.
Dietro la linea scura del kajal le sue iridi d’acciaio scintillarono di aspettativa. Sotto le virgole vibranti delle ciglia le labbra si dischiusero umide.


Avanti”.


Una voce melodica, che aveva cantato a lungo. Ed esultato. E simulato.
Si volse verso l’ingresso, ma lentamente, perché lui potesse ammirarla ruotare e notare il tatuaggio della rosa in mezzo alle spalle, che le riempiva tutto il dorso. Il ricordo di un amante che non l’aveva mai posseduta, ma solo immaginata, sfiorata, fatta ballare.
Inarcò appena le ciglia quando notò che era solo uno.
E non due.
Si era aspettata di avvolgerli con le braccia sui fianchi, facendo sentire loro il suo tepore. Di farli sedere e sedersi sulle loro gambe, una ciascuno. O forse due, chissà, e lasciare che le raccontassero tutte le loro gesta. Per un tempo sufficientemente breve.
E invece era solamente uno. Si chiese se fosse la vendetta di Zephyr. O se lui non la credesse più capace di riempire i propri cuscini con troppi desideri. Non si era contorta abbastanza tra le braccia di lui per non sapere più come fare.
Sorrise, un sorriso morbido e malizioso, con la lingua che leccava delicatamente l’orlo delle labbra.


Benvenuto, mio misterioso ospite. Con chi ho il piacere di avere a che fare?


Gli si avvicinò lentamente, intenzionata ad attirarlo con due dita sotto il mento, così vicino che lui avrebbe potuto annusare il profumo di petali sulla sua pelle. E poi sognarlo per molte notti.
Gli piantò addosso gli occhi senza lasciargli scampo, suggerendogli cosa ci fosse sotto quella veste. Senza alcuna biancheria a coprirla. Senza alcuna inibizione a trattenerla.


Ma chiudete la porta. Ed accomodatevi”.


Calpestò la sottile sigaretta a terra, senza degnarla della minima attenzione. Aveva un’ombra rosata sulle guance e capelli corvini simili a seta, legati morbidamente sulla nuca.
Come le bambine brave e buone.
Gli indicò con un cenno del capo l’ampio – a m p i o – divano. Ma non rinunciò a condurvelo di persona, poggiandosi su di lui, con il suo braccio contro il petto, il più vicino possibile. Era quasi certa che non avrebbe rifiutato.



CITAZIONE
Qm Point

Siete nella notte tra il secondo e il terzo giorno
Siete liberi di agire, anche postando immediatamente.
Però, ovviamente, qualsiasi azione o conversazione con il png va gestita in confronto non essendo consentite le autoconclusioni.

Per postare (compresa la eventuale parte in confronto) avete tempo fino al 29 maggio.

 
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view post Posted on 6/6/2016, 16:05
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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Avanti.
Una sola parola, una melodia proveniente dall’interno della stanza. Montu girò la maniglia e spinse la porta, fermandosi sull’uscio ad ammirare la bellezza sinuosa di una donna che gli dava le spalle. L’enorme rosa tatuata tra le spalle gli restituiva quello sguardo beato, finché Darlene non si voltò, lentamente, per sorridergli leccandosi appena le labbra.
Il Demone avrebbe potuto riconoscere quel tatuaggio, le leggende su quella donna correvano e si inseguivano tra le vie del Dortan da decenni, ma il suo cervello -il suo corpo- era totalmente rapito dalla presenza di lei.
Benvenuto, mio misterioso ospite. Con chi ho il piacere di avere a che fare?
Si avvicinava lenta, avvolta in quella vestaglia scarlatta che lasciava facilmente intuire fosse l’unica cosa a coprirla; le curve risaltavano sotto il morbido tessuto, i braccialetti tintinnavano l’uno contro l’altro ai polsi e un unico orecchino ciondolava scintillando all’orecchio sinistro.
L’Eterno si inchinò.
Il mio nome è Montu, mia signora, di Basiledra.
Sì, lui era rimasto un cittadino della Capitale caduta, nonostante gli anni non si era mai affezionato veramente a Ladeca.
Era così vicina che lui poteva sentire il profumo di fiori che emanava la sua pelle, se ne riempì i polmoni chiudendo gli occhi e ispirando a fondo. Amava i profumi e i ricordi che questi evocavano; non era mai stato in un roseto ma in quel momento fu certo che non potesse avere altri profumi che quello di Darlene.
Ma chiudete la porta. Ed accomodatevi.
Gli indicò un divano straordinariamente ampio, e lo condusse lei stessa appoggiandosi a lui tanto stretta che il Demone poté sentirne il calore. Aveva i capelli corvini legati morbidi sulla nuca.
Affondò nelle piume dei cuscini.
Come posso esaudire i suoi desideri?
Lei si sedette accanto a lui avvolgendogli il braccio con le mani.
Di Basiledra…
Si picchiettò il labbro inferiore falsamente pensierosa. Montu capì che la sua mente stava cedendo al fascino della donna ma non se ne curò, e gli venne voglia di baciarla.
Anche io ero di Basiledra tempo fa.
Gli si avvicinò all’orecchio e sussurrò, sentiva le sue labbra sfiorargli la pelle e un brivido di piacere gli corse lungo la schiena.
Ricordi qualche aneddoto della città che ora nessuno più nomina. Capitale abbandonata per sempre, rinnegata come una puttana troppo vecchia.
Poggiò una gamba sulle sue, lasciando che la vestaglia le lasciasse la pelle nuda. Montu avvicinò la mano alla sua carne, sfiorò il profilo della coscia con sole due dita, senza quasi toccarla. Seta.
Ricordo i suoi tetti brillare alla luce dell’ultimo tramonto, come i vostri occhi. Ricordo i volti sorridenti delle persone, che sono niente in confronto alla bellezza del vostro. Ricordo le sue mura sciogliersi, morbide e letali come la vostra pelle.
Le dita risalirono dal ginocchio fino al fianco.
È un peccato che non ci siamo incontrati allora, dunque.
Le sue labbra gli sfiorarono la guancia. Sempre più vicina.
Ma dimmi, eri un guerriero possente tra le bianche mura? O un politico? O forse… o forse eri uno di quei gerarchi a cui piaceva sollazzarsi ai piedi del Re invincibile?
Un guerriero.
Aprì la mano sul suo fianco, la lasciò salire muovendo piano la vestaglia, le sfiorò il braccio e continuò a salire, le accarezzò il collo e le sfiorò i capelli.
Che vaga su Theras alla ricerca di sempre nuove avventure. Più esotiche, più rischiose, più audaci.
Era lei la sua ultima avventura.
Allora si direbbe tu abbia un ottimo fiuto.
Gli baciò il collo e dopo un attimo gli si sedette a cavalcioni, le ginocchia sul divano e le mani dietro la sua nuca.
E dimmi, avventuriero, nei tuoi viaggi a Basiledra ti hanno mai parlato della danzatrice del Sovrano, della Rosa del Toryu? O al tempo ancora non affilavi la lancia al mattino, prima di sbarbarti?
La Rosa del Toryu… quella rosa che aveva tatuata tra le spalle. Possibile fosse lei? Non riusciva a pensare lucidamente, poco afflusso sanguigno al cervello per permettergli di collegare quel tatuaggio ad un racconto di almeno vent’anni prima. Ma com’era possibile? Non sembrava invecchiata di un giorno dai racconti durante la Guerra del Leviatano.
D…Dalys, Signora d’Oriente! Ho servito la Rosa durante la Guerra del Leviatano.
Le passò le mani sulla schiena nuda accarezzando quella rosa che non poteva vedere, poi le afferrò i fianchi.
Mia Signora, è veramente lei?
Avrebbe dovuto riconoscerla, ma no, era impossibile. A meno che…
Poggiò la fronte contro quella di lui.
Dalys. Un nome che parla dei costumi lascivi di cortigiani troppo lassi, morti con il Crepuscolo.
Un sospiro.
Che belli i ricordi. Riscaldano, non trovi?
Verrebbe quasi voglia di rinfrescarsi un po’.

Si portò le mani dietro il collo e slacciò il nastro che teneva su la vestaglia; le scivolò addosso lentamente svelando il suo corpo, il Demone si beò di quella visione e prima che potesse rendersene conto le stava baciando il collo.
La spostò delicatamente sui cuscini, facendola sdraiare, e dal collo scese piano mentre anche lui si toglieva gli abiti di dosso. Baciò ogni centimetro della sua pelle, inspirò ogni goccia del suo profumo, disegnò ad occhi chiusi, sfiorandola, ogni sua curva.
La notte passò lenta, venne battezzato ogni angolo della stanza, ogni mobile, ogni piastrella del pavimento. Le leggende sul suo corpo erano seconde solamente a quelle sulle sue particolari capacità, e quella notte il Demone credette di averle sperimentate tutte.
La luce del Sole trapelò leggera tra le tende, illuminandoli e riscaldandoli più di quanto non desiderassero, quando si sdraiarono esausti l’uno accanto all’altra, la testa della Rosa sul petto del guerriero.
Si addormentarono così e, dopo qualche ora, lei si svegliò sorprendendo il Demone a giocare con i suoi capelli e a sfiorarle ancora la schiena. La guardava illuminata dai raggi del sole, vedeva il petto muoversi ritmicamente ad ogni respiro, ed era incredibilmente bella.
È lei la Rosa d’Oriente?
Non poteva esserne sicuro, ma doveva saperlo.
Hai passato la notte con me, guerriero. Tu cosa ne pensi?
Già, lui ne era sicuro.
Qualora non fosse Dalys… dovrebbe essere Yffrie, mia Signora.
Ora capisco molte cose.

Doveva dirle la verità, forse non era il momento più adatto ma non poteva attendere oltre.
È stata imprudente a lasciare il territorio dei Cavendish, qui qualcuno la vuole morta.
Si mise a sedere guardandola negli occhi d’acciaio.
Un uomo a Ladeca reclutava assassini, indicava questa locanda e la sua persona.
Mi hanno insegnato a giudicare con i miei occhi e anche questa volta non posso che ringraziare i miei mentori, ma dubito che altri siano stati dello stesso avviso; sono qui unicamente per proteggerla.

Una storia senza dubbio… strana, ma doveva credergli.
Dalys scoppiò a ridere, stupendo il Demone. Evidentemente non era stato abbastanza convincente.
Il tuo buon cuore è ammirevole, guerriero. Ha anche un prezzo o sei un generoso?
Cosa potrei chiedere ancora alla Signora d’Oriente? Forse è semplice giustizia quella che mi muove, ma come ho già combattuto nel nome del vostro casato ora sono pronto a farlo per difendervi.
Non so per quale motivo ma dovevate morire entro quattro giorni, ne mancano ancora due allo scadere del termine.

Ti prego, Dalys, credimi.
Non era particolarmente spaventata, ma d’un tratto sembrò credere all’Eterno.
Sei stato un servitore fedele, avventuriero, e sarai ricompensato.
Ora attendi e riposati. Mi occuperò io di tutto.

Si alzò recuperò la sua veste e fece per uscire, ma Montu la bloccò improvvisamente spaventato. La sentiva. Riusciva a percepire il suo odore, il corpo della Rosa sembrava perfino emettere un suono; un suono distorto, un odore corrotto. Era successo qualcosa di pericoloso, quella notte. Ma quando? Sarebbe stato imp… ma certo! Quando si erano addormentati.
Lady Dalys, un momento! È successo qualcosa mentre riposavamo, qualcosa… a lei. Credo che uno degli assassini abbia agito, ma non riesco a capire cosa abbia fatto.
Lo fissò, gli occhi ora tradivano una serietà che fino a quel momento non le aveva mai visto.
Non temere, mio servo.
Qualsiasi cosa accada, mantieni il tuo cuore saldo e non lasciare che la paura lo sconfigga.

Gli strizzò un occhio e abbandonò la stanza, lasciandolo lì, nudo, seduto sul letto.
Raccolse in fretta i vestiti, doveva trovare Karima. Sperava che la giovane spia avesse notato movimenti strani la notte, o una stanza vuota quando non avrebbe dovuto esserlo. Trovare il colpevole avrebbe di certo aiutato a capire cosa fosse successo, Montu avrebbe potuto far parlare chiunque.
Mancavano ancora due giorni, e qualcuno -probabilmente solo il primo- aveva già agito. Dalys doveva essere controllata da cento occhi… nonostante il pensiero che la Rosa fosse immortale aveva più volte sfiorato la mente del Demone.



Energia: 150%
Fisico: 75%
Mente: 75%
Riserva CS: 0 []
Punti Quest: 5

Equipaggiamento:
Shokan
Pistola

Armature:
Pelle Coriacea [Arma Naturale]
Guanti di pelle di Drago

Oggetti:
Biglia Stordente: 1
Biglia Tossica: 1
Biglia Deflagrante: 1
Corallo [+1 Forza, +1 Velocità, +2 Maestria nell’uso delle Armi]
Corallo [+2 Forza, +1 Velocità, +1 Intelligenza]
Gemma della Trasformazione
[Anello del Tuttofare - Immortalità]

Pergamene Usate:
//

Abilità Usate:
//

Passive Usate:
Immortalità. Passiva (Numero di utilizzi: ∞)
Il Demone sfonda lui stesso la barriera della non vita, divenendo un immortale e sconfiggendo la morte una volta per tutte.
La tecnica ha natura magica e conta come un'abilità passiva - si potrà dunque beneficiare dei suoi effetti in qualsiasi momento nel corso di una giocata. Il caster diviene a tutti gli effetti immortale, rimanendo in vita indipendentemente dalla quantità di danni subiti. Non potrà comunque continuare a combattere con una somma di danni mortali sul corpo, non sarà immune al dolore né agli effetti dei danni - ad esempio, con una gamba spezzata non potrà camminare. La tecnica garantisce una difesa dalle scene in cui è possibile perdere il proprio personaggio o al termine di un duello con Player Killing attivo: i personaggi possedenti questa passiva non potranno essere uccisi in nessun caso.
[Il Demone potrebbe comunque essere ucciso qualora gli si cavassero gli occhi]

» Intuito: abituati da sempre a barcamenarsi tra i rischi del continente, i possessori di questo talento hanno sviluppato un intuito fuori dal comune che gli permette, con una semplice occhiata ad un interlocutore, di capire cosa sia in grado di fare, di fatto apprendendone la classe e il talento di appartenenza. (Numero di utilizzi: 54)

[16/25] Fiducia. Passiva (Numero di utilizzi: 54)
Montu può rendere le sue parole estremamente convincenti, facendo credere a chiunque lo ascolti che dica sempre il vero. Tale abilità può essere applicata anche alle scelte che il Demone compie, rendendole agli occhi degli altri sempre le migliori possibili.

[17/25] Onniscienza. Passiva (Numero di utilizzi: 32)
Le capacità investigative dell'Eterno vanno oltre le umane possibilità: il suo essere Demone gli consente di analizzare indizi che altri trascurerebbero per riuscire quasi a vedere cos'è successo in un determinato ambiente. Anche se ciò che Montu cerca di scoprire è avvenuto non recentemente e gli indizi sono quindi perduti, ogni evento lascia una potente aura che supera i limiti temporali; grazie alla lettura di questa aura il Demone riesce quasi a vedere cose anche molto lontane nel tempo

Punti Quest Usati:
2 PQ:
PnG Spia: Karima (può subire un Alto)

3 PQ:
Evento: essere tra gli avventurieri scelti per passare la notte con Darlene

Note: Tutto come da Confronto, nulla da segnalare.
 
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view post Posted on 8/6/2016, 13:17
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Regni del Leviatano - Ladeca
«The Pig's Queen»

La notte, come era solita dirmi mia madre, porta consiglio. Il giorno è piacevole ma terribilmente caotico, anche nella quiete di un giardino i piccoli suoni come il cinguettare dei Pettirossi e lo sgranocchiare vorace di uno Scoiattolo riescono a rallentare o persino deviare i nostri pensieri. Ma nel cuore nero della notte, quando tutto tace, quando le anime buone dormono il sonno dei giusti. Ci si ritrova nei nostri letti, avvolti da morbide vesti, da soli coi nostri pensieri. I primi pensieri vanno al giorno passato, ai piccoli errori e le piccole vittorie, a ciò che si poteva fare meglio e a ciò che forse non andava fatto o detto. Col sopraggiungere del sonno la mente comincia a perdersi nel silenzio, quelle piccole inibizioni che ci fanno agire come persone per bene, lo scrupolo di coscienza che tiene i nostri istinti ben chiusi in un angolino buio della nostra mente. Ed è a quel punto che sopraggiungono i ricordi, quelli lontani, così remoti dal sembrare solo ombre distorte di ciò che erano. Di decenni passati, quando Basiledra era ancora una ridente città dalle candide mura le cui strade pullulavano di ogni genere di persona, da ogni angolo dei Quattro Regni. Quattro Regni, Cinque Corone. Andava tutto bene, seppur con le piccole scaramucce e i tipici problemi di cui ogni grande impero può soffrire. Ma era una macchina imperfetta, nessuno voleva ammetterlo, ma era così. Un macchinario immenso ed impeccabile, un capolavoro di ingegneristica, che dipendeva interamente da un singolo ingranaggio. Quando quel singolo ingranaggio decise di rimuoversi dalla macchina, tutto ciò che rimaneva da fare era vedere come questa falliva miseramente nel suo compito. I Cavendish giravano a destra, I De la Croix a sinistra... gli altri non volevano nemmeno muoversi! La verità è che i Quattro Regni sono morti molto prima di quanto la gente non ci tenga ad ammettere, perché Rayner era l'unica cosa capace di incatenare le ambizioni altrui con la paura o col rispetto. Spesso entrambe le cose, come è giusto che sia. Ma sarebbe da stupidi incolparlo per aver abbandonato tutto, con simili sciacalli ed approfittatori al suo fianco, chi non si sarebbe stufato? L'unica sua colpa è stata di non averli uccisi tutti prima di giocare a fare il dio. Quando la polvere è calata i più scaltri o vigliacchi si erano ben curati di nascondersi, relegarsi in luoghi lontani, usando quel poco potere rimastogli per sfuggire alle proprie colpe. Molti di loro hanno fallito. Ma alcuni, pochi, sono sopravvissuti abbastanza a lungo per far si che i più dimenticassero. Non io, io non dimentico, mai. Atti di bene, perfidia, vendetta... mi è stato insegnato che ogni essere vivente, all'infuori della carne e delle ossa, è fatto dei propri ricordi. L'unica cosa forte abbastanza da proiettarsi nell'Onerion. Non mi sono dimenticata di lei.



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« Dalys, la Scrofa del Toryu. »



Avida di potere, un corpo sconsacrato e reso campo di battaglia dalla sua stessa lussuria. Quanti generali, capitani, tenenti, governanti hanno dato sfogo alla loro bestiale natura sulle tue morbide forme? Quante teste sono dovute cadere per un tuo capriccio? Quanti uomini giusti sono stati piegati per servire i capricci di una puttana avida di potere? Dopo tutto questo tempo, avrà pensato che ormai pochi avessero memoria di chi lei fosse. Oppure, se scaltra come la ricordavo, avrà mandato un suo sosia per appurarsi della sicurezza dei Regni del Leviatano. Un servo risponde delle colpe del suo sovrano, un sovrano risponde delle colpe del suo servo. Avrei agito subito, ma lui, l'eroe che ha ucciso Caino ha temporeggiato. Tanta determinazione, tanto desiderio di portare a termine il proprio obbiettivo, ma è questa la sua vera faccia. Un opportunista che non esita a soccombere al proprio passato, un cane obbediente che ha bisogno solamente del suo stuzzichino per essere felice e scodinzolante. Osservo il rivoltante vorticare di carne e sudore, grida strozzate tagliate da sospiri non dissimili da chi sembra sul punto di soffocare, un vortice di lussuria e carnale bestialità adatta solo a degli animali come loro. Stringo l'elsa dei pugnali, socchiudo gli occhi, combatto il desiderio. Potrei aprire al finestra, non si accorgerebbero di me. Potrei sgusciare sino ai lati del capiente divano, non mi sentirebbero arrivare. Estrarrei le daghe, inspirerei, il primo colpo. Poi un altro, un altro, un altro ed un altro ancora! Le carni straziate, i corpi ancora caldi con il sangue che gocciola ritmicamente sul pavimento di legno nodoso. Vissuta come una regina, morta come una puttana. Sarebbe appropriato, ma non è così che lavora un assassino. La professionalità viene prima del desiderio, una morte pulita ed inaspettata che non lascia tesiamone alcuno. Le bestie si placano, la fatica reclama il suo tributo, il sonno sopraggiunge rapido. Solo allora agisco, come un gatto che per ore ha atteso il suo Pettirosso, sciocco abbastanza d posarsi al suolo. La scienza porta progresso, nel bene e nel male. La medicina Akeraniana è stata in grado di creare le sostanze più disparate, gli alchimisti sono divenuti i signori del Sultanato. Persino Otto ha guadagnato un pizzico di notorietà, nonostante siano le sue doti ingegneristiche quelle che stupiscono davvero. Una goccia, non di più. Si è curato di ripeterlo per ben tre volte, nella lettera. Un lungo filo di seta, come la tela di un ragno, la goccia scorre quieta su di esso. Un orecchio, un punto debole, la goccia che cade. Lei non si sveglia, lui non si sveglia. Lei è morta, lui potrebbe averne la colpa, non mi importa. Svanisco poco prima dell'albeggiare, nascondo le mie cose, ritorno da dove sono venuta. Tra poco ci sarà la sveglia, una dura giornata di lavoro comporta un sonno profondo. Ma lei è morta, e ancora non lo sa. Ed io sorrido, ma non so perché. Eppure mi sta bene, ho fatto la mia scelta. Una scrofa vestita da regina per la salvezza del regno.






¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯ ¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯¯
Riassunto

CS { 0 }

Fisico {90%} ~ Mente {90%} ~ Energie {100%}




Passive:

» Amuleto dell'Auspex: (4/6)
» Passiva Razziale - Scurovisione: (3/6)
» Passiva Razziale - Sensi Migliorati: (3/6)
» Passiva Razziale - Mira precisa: (4/6)
» Passiva Acrobata - Funanbolo: (4/6)
» Passiva Acrobata - Caduta Lenta: (4/6)
» Passiva Acrobata - Scalatore: (4/6)
» Passiva Acrobata - Contorsionista: (4/6)
» Passiva Ladro - Celarsi: (4/6)
» Passiva Ladro - Velo Sonoro: (4/6)
» Passiva Ladro - Velo d'Ombra: (4/6)
» Passiva Personale - Grazia del Duellante: (6/6)


Attive & Oggetti:

Arcano dello Spettro: La mia istruzione nelle arti magiche è stato altrettanto esemplare. In molti non lo sanno ma il vampirismo ha una natura strettamente legata alla magia, permettendo verosimilmente ad ogni vampiro di apprendere le arti magiche con grande rapidità e semplicità rispetto ad un essere umano o a qualunque appartenente alle razze comuni del Thedas. La magia si suddivide in varie scuole e la mia preferita è senza ombra di dubbio quella dell'Illusione. La prima capacità che io abbia mai appreso è stata quella di divenire completamente invisibile, e vi assicuro che la cosa non è semplice come sembra! Ci vogliono settimane di pratica, senza contare il fatto che il corpo all'inizio non riesce ad orientarsi se non riesce a vedersi. Può suonare strano ma è la pura e semplice verità! Certo la fatica è remunerativa quando puoi semplicemente sparire in un battito di ciglio e lasciare il tuo nemico li, imbambolato come un babbeo.
Pagando un prezzo equi-diviso tra Corpo e Mente, Odette sarà in grado di occultarsi Magicamente per l'intero turno di utilizzo. Questo però non è in grado di annullare un qualunque suono prodotto dal proprio corpo o le tracce lasciate dal proprio passaggio.

[Consumo Medio]






Come da confronto.


 
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view post Posted on 10/6/2016, 00:10
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Like a paper airplane


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Non aveva dormito. Inutile mentire fingendo il contrario.
Era rimasto disteso sul letto ad ascoltare ogni singolo suono nella stanza accanto, ogni rimbombo rauco del legno, ogni scricchiolio, ogni passo. Aveva chiuso gli occhi, cercando di non sentire, di non immaginare cosa lei stesse facendo, come. Di non vedere nei sogni il suo sorriso, quella dolcezza malinconica che le accarezzava le guance senza riuscire mai a renderla davvero serena.
Si era rivoltato, premendosi la mano sul fianco, dove nascondeva la spada, sperando di dover intervenire, di doverla stringere tra le braccia, di poterla sollevare tra le labbra come una parola proibita, fuggendo insieme a lei.
E invece era sorta l’alba sulla sua fronte sudata. Il sole aveva cercato di arrampicarsi sull’orlo del letto dalla finestra socchiusa.
Ma lei lo aveva preceduto: con soltanto le sue scarpette rosse e la vestaglia malamente legata dietro la nuca, i capelli sciolti sulle guance arrossate. Gli occhi stranamente lucidi.
Aveva spalancato la porta e l’aveva richiusa, restando incorniciata dal battente, una bellezza scarmigliata da mani non abbastanza attente. Eppure maestosa, capace di farlo levare in piedi, togliendogli l’ansia e la rabbia della notte, il grido di dolore che lo aveva posseduto. Fece per inchinarsi e baciarle le caviglie sottili, ma lei gli tese una mano.
Prese il suo polso tra le dita, lasciandosi attirare, premendosi contro il suo petto. Un gatto che faceva le fusa, come ogni volta che riusciva a farsi credere.
Così fragile, apparentemente, indifesa come una filastrocca recitata da voci di bambini. La circondò con il braccio libero, tremante al tepore della sua pelle. Là dove la ferocia di un altro non era ancora stata lavata, lui sovrappose i propri polpastrelli.


Servo, mi ami?


Lui non le rispose, premendo le labbra sul suo capo, senza chiudere gli occhi per non smettere di guardarla. Ascoltò il fruscio del sorriso di lei contro il suo collo, il rotolio pesante del suo sospiro.


Allora ascoltami attentamente. Non abbiamo molto tempo”.


Levò il viso e lui scivolò preda del suo sguardo serio, pulito dalla noia degli ultimi mesi. Uno sguardo che ricordava di aver guardato con invidia nel tempo in cui ancora non era suo. Che aveva desiderato suscitare, a cui avrebbe voluto rivolgersi.
Non le chiese spiegazioni, perché le annusò nel fiato con cui parlava. Lui, che conosceva bene quell’aroma dolciastro, sentì le ginocchia cedergli. Eppure non abbandonò la presa su di lei, che aveva cominciato a parlare come un fiume in piena.
E sotto le sue parole lui si contorceva al pensiero di tutto quello che lei sapeva essere, una rosa le cui radici affondavano nel piacere di piccoli piedi rossi. Una rosa dai petali tartassati da baci come grandine. E la sollevava tra le braccia, distendendola accanto a sé sul letto ormai bagnato dal sole.
Mentre le sue parole si facevano raccomandazioni e le sue labbra più pallide.
E sorrideva, dedicandogli un’espressione che per lui era nuova, accompagnata da una carezza.
Da un ultimo ordine.


…e se mai potrai farlo…


I suoi occhi si socchiudevano, mentre l’emozione le scuoteva tutto il viso come una straordinaria, affascinante tempesta sull’oceano.


…anche per questo…perdonami”.

pdjFCeO


I suoi passi erano troppo rapidi eppure troppo lenti. Si guardava le mani ricoperte dai guanti, ancora umide. Se le passava tra i capelli con un grido morto tra le labbra.
Camminava in tondo, ripetendosi tutto quanto per non sbagliare nulla. E poi meditava sulla propria colpa, un piccolo, insignificante, peccato di ingordigia. E sotto sotto ne rideva, come un folle, tornando a tapparsi la bocca d’improvviso per lo spavento.
Ma non poteva più lasciare trascorrere altro tempo.
Il corridoio era breve, così favolosamente breve, che raggiunse la camera del guerriero dannatamente in fretta. Non perse tempo a bussare, ad annunciarsi. La sua foga era pari solo alla rabbia che era costretto a reprimere dentro i pugni.
Spalancò la porta come lei aveva fatto meno di mezza giornata prima, ma con una forza tale da lasciare i segni dei palmi nel legno.
E guardò verso di lui, cercandolo con gli occhi scarlatti iniettati di foga febbrile. Non perse tempo a chiudere la porta.
AH!
Nessuno in quel corridoio poteva sentirli. Nessuno si sarebbe intromesso.
I capelli arruffati sulla fronte, i vestiti in disordine, senza il mantello, senza armi.
A m a n i n u d e.
Lo fissò con odio.


C’è qualcosa che devi vedere, cavaliere”.


Sputò a terra, ai suoi piedi, per paura di cosa avrebbe potuto fargli se lo avesse colpito in viso anche una sola volta. Di cosa sarebbe potuto nascergli dentro.
Lei era fragile, i suoi capelli nel tramonto, mossi appena dalla brezza, erano il suo sogno distante. Affacciata ai terrazzi gli parlava di quanto il mondo potesse essere vuoto e insignificante per una come lei. Ma lui non poteva capirla, perché un solo secondo con lei lo rendeva sazio.


Ma prima…


Aprì e chiuse le mani, i palmi doloranti nonostante la stoffa a proteggerli dalle unghie.
Lei per lui era un passo profumato di inesperienza e vita in potenza, lungo i corridoi di Basiledra. Quando la guardava di nascosto, solleticando il proprio desiderio perverso di stringerla come facevano tutti, ma per ultimo, per sempre. E lei gli sorrideva, come a tutti quanti, eppure riusciva a farlo sentire speciale.


…prima mi dirai esattamente cosa le hai fatto”.


Si fece avanti, chiudendo con delicatezza studiata la porta alle proprie spalle.
Lei per lui era il segreto inconfessabile che sollevava tra le braccia al mattino, quando si degnava di riceverlo durante la notte. E la portava a guardare l’alba spiegandole per cosa avrebbe dovuto gioire. Era la risata amara e incontentabile. Compiaciuta. La loro breve intimità priva di qualsiasi dignità.


Ogni. Singolo. Dettaglio”.



CITAZIONE
Qm Point

Inizia il terzo giorno
@Lucius è libero di agire come preferisce;
@Ramses ovviamente sei coinvolto nella scena con Zephyr a metà mattina.
Karima è giunta da te all'ora di colazione, dicendoti che nessuno si è mosso dalla stanza di Zephyr.

Per postare (compresa la eventuale parte in confronto) avete tempo fino al 17 giugno.

 
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view post Posted on 16/6/2016, 17:28
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Regni del Leviatano - Ladeca
«Killer of Queens»

All'alba il sole sorge con imbarazza, molto presto, ormai l'estate è così vicina dal farmi immaginare già le morbide sabbie delle spiagge prossime al Canale. La sabbia tra le dita dei piedi, il chiassoso stridere dei gabbiani in cerca di cibo, il lento e pacifico scrosciare delle onde sulla battigia. Potrei prendere tutto e andarmene in qualunque momento, sparire di nuovo, senza mai tornare. Allora perché insisto a rimanere qui? Un po deve essere per il cibo. Non che mi dispiaciamo le prelibatezze esotiche del sud, sia chiaro, ma ci sono cose come un succulento prosciutto di stagione abbinato a del morbido pane appena sfornato. Senza contare le Mele, le Pere, le Albicocche e tutte le leccornie che i frutteti hanno prodotto quest'anno. Il raccolto è stato ben più soddisfacente di quanto ci aspettassimo, anche merito delle nuove tecniche di agricoltura che è stato possibile applicare con un briciolo di cooperazione e pianificazione. Va tutto bene, per quanto possa suonare strano. Dopo la morte di Julien non ci sono state più rivolte, attentati al potere, nulla. Ladeca vive finalmente il periodo di pace che la sua gente si era prefissata di raggiungere, diventando una ridente ed allegra città in tutto e per tutto. Certo ci sono ancora quei piccoli "problemini" degni di ogni grande capitale. Una Gilda dei Ladri, la Maschera della Luna che causa i suoi piccoli scandali tra la bassa Nobiltà. Un pizzico di criminalità, qualche merce di contrabbando in arrivo dal sud, ogni tanto un vecchio veterano ubriaco si mette ad urlare contro un elfo di passaggio. Ladeca è una grande città, certe cose capitano. Eppure la gente che la abita non ha dimenticato, ricordano ancora ciò che p stato perso, ciò che è stato sacrificato. Per colpa di gente come lei. Individui lordi di sangue, carichi d'ambizione, pronti a schiacciare chiunque gli si parasse dinanzi pur di poter raggiungere il proprio obbiettivo. Ho portato la colazione come di consueto, gli avventori si rilassano sulle nodose sedie di pino come topi sazi nelle loro tane. Lei è assente, il suo amante è assente, lui è assente. Il veleno ci impiegherà ancora un po a fare effetto, appena finito qui andrò a pulire il pavimento al piano di sopra per assicurarmi che tutto sia andato come previsto.



« C'eran tre piccoli porcellin, eran tre fratellin »



Canticchio sotto voce, assicurandomi di pulire accuratamente ogni angolo, ogni minuscolo anfratto. Poi l'amante esce bruscamente dalla stanza, con passo deciso, pugni stretti. Riuscivo a sentire il suo cuore battere ferocemente ad ogni passo, il respiro talmente furioso che l'aria sembrava quasi esserne tagliata. Bussa un paio di volte, entra nella stanza del lussurioso cane, mi avvicino. Li sento discutere, minacciarsi, barcamenarsi tra menefreghismo e finta eleganza. Poi escono, vanno nella stanza di lei, continuano a discutere. Li ascolto, per un po, prima di guardare dal buco della serratura. La vedo. Pallida come la luna, immobile, morta. Sapevo che Otto non mi avrebbe deluso, del resto le sue doti alchemiche sono a dir poco eccezionali. Poi mi viene in mente un'idea. Perché limitarsi ad avere la sua testa, quando posso portare a fondo i suoi piccoli gigolò da compagnia? Mi allontano dalla porta, il volto storpiato da una smorfia di terrore, precipitandomi al piano terra per poi dirigermi verso la vicina pattuglia di guardie. C'erano due uomini in una stanza che discutevano! C'era una donna sul letto, però era pallida come un cadavere! Il resto, come si suol dire, verrà da se. Racimolo le mie cose, indosso un lungo e logoro mantello con cappuccio, mi dirigo al luogo dell'incontro. Lungo al strada la gente è così indaffarata che a malapena riesce a notarmi, una grande città è una città caotica. Chi presterebbe mai occhio ad una cosina così piccola? Nell'avvicinarmi noto già il contatto, intento a giocare a carte con se stesso, a fare la sua recita. Nell'avvicinarmi mi viene in mente quella canzoncina.



« Il macellaio li spedì nell'aldilà, è ora di mangiar. »






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Riassunto

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Fisico {90%} ~ Mente {90%} ~ Energie {100%}




Passive:

» Amuleto dell'Auspex: (4/6)
» Passiva Razziale - Scurovisione: (3/6)
» Passiva Razziale - Sensi Migliorati: (3/6)
» Passiva Razziale - Mira precisa: (4/6)
» Passiva Acrobata - Funanbolo: (4/6)
» Passiva Acrobata - Caduta Lenta: (4/6)
» Passiva Acrobata - Scalatore: (4/6)
» Passiva Acrobata - Contorsionista: (4/6)
» Passiva Ladro - Celarsi: (4/6)
» Passiva Ladro - Velo Sonoro: (4/6)
» Passiva Ladro - Velo d'Ombra: (4/6)
» Passiva Personale - Grazia del Duellante: (6/6)


Attive & Oggetti:

//






Come da confronto.


 
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