Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Preludio, Giochi di bimbi

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Red Phantom
view post Posted on 14/4/2016, 22:43




È buio nella caverna, salvo un unico grande fuoco. E silenzioso. A volte qualcuno piangeva. Raramente una voce rideva, sommessamente, per un sogno sfuggito al controllo. Ballavano attorno al fuoco. Ed erano tutti come ombre. E inventavano giochi. Tutti strani e divertenti, come lanciarsi tra le fiamme per vedere se qualcuno sarebbe bruciato o tenere la mano il più possibile nella brace rovente.
I giochi facevano male, ma Lui ne faceva di più.
Non c’erano mamme e papà nella grotta. Nessun adulto. Solo Lui. E quando diventavano troppo grandi era per loro il momento di andarsene. Li trascinava fuori dalla grotta, dove il mondo se li mangiava. Ed era tutta colpa loro. Non lo aveva capito subito, naturalmente.
I primi tempi si aggrappava a loro, piangendo, perché non andassero via. Supplicava con la poca voce che aveva. E Lui la batteva con forza, premendole il viso contro la pietra, facendole sanguinare la lingua. Le insegnava.
Non c’è amore nel mondo.
È solo
Una
Illusione.
Non c’è nessuno disposto a dare la vita per un altro, se non per il giusto prezzo. Non c’è altruismo se non per fama. Non c’è una carezza che non nasconda un segreto compiacimento.
Nel mondo c’è
Troppo
Male.
E odio. L’odio vince sempre. L’odio è l’arma che elimina l’orrore. E lei lo aveva imparato, naturalmente. Non subito. Forse dopo che lui le aveva gettato acqua rovente nelle orecchie. O dopo che le aveva tagliato la pelle con un punteruolo per la prima volta. Era allora che aveva capito di essere diversa da tutti loro. Lo aveva capito anche Lui.
Lo aveva letto nelle sue pupille dilatate, umide, più del sangue. Nel sorriso con cui si guardava i polpastrelli bagnati e se li portava alla bocca. Nel gesto tremante con cui cadeva in ginocchio e per la prima volta non aveva più bisogno della mamma. Non cercava più il suo contatto. Ma con un tremito cercava qualcosa di nuovo.
Nel mondo una sola scuola.
Il dolore.
Un solo maestro.
Lui.
E un solo piacere.
..
.
Aveva cercato di insegnare agli altri il suo nuovo gioco. Ma loro erano sempre piccoli e la grotta era sempre grande e buia. Mentre per lei diventava stretta e ballare attorno al fuoco più difficile. E le fiamme le lasciavano segni sotto i piedi.
Loro sembravano sempre più insignificanti e ottusi, incapaci di imparare quello che per lei era così ovvio. Sognava di essere percorsa ancora da quella lama, disobbediva per cercarla. Dalle sue cosce stillava sangue che non le provocava alcun piacere. Ma Lui, ogni tanto, le carezzava le scapole con un bastone, per non farla sentire sola.
Il più delle volte, ormai, le stava lontano. In mezzo agli altri. E lei gli guardava la schiena non più rosa.
Ma scolorita. Spelacchiata.
Il sogghigno.
Banale.
E le zampe paffute, incapaci di circondarle perfino una caviglia. Si piegava per avvicinarlo, ma non riusciva più ad arrivare fino in fondo. Solo a torcersi verso l’esterno, dove le ombre si allungavano e un bagliore la accecava.
Dove Lui non cercava di seguirla e loro non la chiamavano. In fondo non le avevano mai
Voluto
Bene.
Si copriva gli occhi con una mano, asciugando una lacrima passeggera, e sbucava nella valle che non ricordava di aver percorso, nel mezzogiorno che aveva vissuto solo una volta. Con le ginocchia nell’erba secca, morbida. Con le dita in una pozzanghera che pareva farsi beffe di lei.
Si accorgeva di essere nuda.
Mamma.
Di avere solo la propria pelle. E desiderava coprirla di amore dolore fino a che non vi fosse stato più spazio. E rideva conoscendo il suono della sua voce in uno spazio aperto.
Era bello, pensava. Come quel sole più rovente del fuoco che le batteva sulle spalle. E quella terra dove non doveva chinarsi per improvvisare una danza scomposta.
Allungava lo sguardo disabituato alla ricerca di altre caverne come la sua, senza vederla. Di altri come Lui.
Di quelli che erano usciti prima di lei.
Oh, quelli li vedeva.
C’erano dei pali attorno alla caverna, una sorta di orrida recinzione. Su ognuno c’era uno di loro, piccoli corpi più o meno decomposti, con gli occhi vitrei penzoloni e le manine preda dei corvi. O solo piccole ossa sul punto di franare a terra.
Era davvero
Diversa
Da tutti quanti.
Con le mani sui fianchi li guardava dall’alto in basso, quei pali poco più alti di Lui, nemmeno abbastanza ad arrivarle alla fronte.
Così
Diversa.
Si copriva la bocca con la mano, il corpo scosso.
Dalle risa ~
E poi sputava a terra. Era stufa di quei giochi da bambini. Quel mondo era pieno di merda, e la grotta era solo un piccolo universo dove si doveva morire. Ma lei aveva bisogno di altro. Di qualcosa di più grande. Un mondo fatto a su misura dei suoi desideri. Dove non ci fossero più persone cattive.
A parte lei
E dove nessuno avrebbe più sofferto. Ma ci sarebbe stato solo divertimento. E giustizia.
Si mise le mani sui fianchi, iniziando a camminare alla conquista del suo nuovo obiettivo. Era solo una ragazzina, nuda per giunta, ma Lui non era più lì per dirglielo. Lo avrebbe imparato a sue spese.



kQLzUTw


E le sarebbe piaciuto.

 
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