| Melkon |
| | Ain't i fun? Certo che ci sono domande. Un riassunto così breve non è certo esaustivo, no; ma non sempre è opportuno chiedere, perché può capitare di essere ascoltati, come diceva la buona Bruna. Comunque, ecco la storia, abbozzata appena, dei suoi nuovi compagni di viaggio. Ecco l'ultima storia di personaggi appena conosciuti, senza volto, senza nome. O di persone che si fanno conoscere attraverso una determinata maschera fatta di psicolgia, apparenze, abilità e tecniche? Una maschera veritiera, aderente alla carne di colui che la indossa, o una maschera totalmente differente, che altera i caratteri somatici, per divertimento o per autoprotezione? Non importa, non importa niente, e non importa a nessuno. Non importa ald i qua dello schermo, non importa nemmeno al di là. Non importa nel mondo creato dal burattinaio di Ray, non importa nemmeno nel mondo di Ray stesso. Sto diventando prevedibile anche io, con l'età. O con l'esperienza, o per qualche altro motivo. Sto diventando come i miei personaggi, loro stanno diventando come me. Stanno diventando quello che io vorrei essere ma non sono. Ed è grave, è sbagliato. E' sbagliato voler dare a Falathar le caratteristiche che vorrei avere io, ma che non ho la forza o il coraggio di avere. Ma è anche sbagliato approfittare di un luogo che per sua natura ha intenti diversi da essere spazio per queste considerazioni. Eppure, lo sto facendo!
Le parole di Ray sono state sentite e vagliate, tutte. Lo spazio di silenzio che lascia al suo termine è un invito alla riflessione, è un invito che viene colto da Falathar. Il cacciatore verde vestito che ha conosciuto appena Ray, che con lui ha scambiato non più di poche parole, ma che già sono state sufficienti a fargli avere un'idea - beninteso, poco più che una vaga idea - della portata umana del ladro.
Seccato, scocciato, insofferente. Parla come se ne sia costretto, ma non voglia farlo. Irritato, approssimativo, stanco. Sbuffa, sorride e ghigna, se ne sta sulla difensiva. Ma ora, a parte che non ho capito se Calintz è maschio o femmina, a parte che Ray non ricorda un nome a pagarlo gold, a parte che il treccione si chiama Bankotsu e il maestro Garret [per caso, Garret Jax? NdA], e che vogliamo andare al tempio per salvare questo Murony... a parte ciò, boh! Boh, boh, e ancora boh.
Frasi sconnesse, senza alcun senso. Preposizioni che si susseguono, non solo senza connessione fra loro, ma anche senza alcun significato. Io non so, cosa insomma, certo che non so quanto hai ragione. Perché se hai ragione... Ascolta, io non so che cosa ti è saltato in mente, non lo so. E non so che cosa risponderti. Non so che cosa domandarti. Dammi un minuto. Insomma, ma perché? Perché, che cosa è cambiato? Che cosa c'è di diverso adesso da due mesi fa? Due mesi e mezzo, si, hai ragione. Due mesi e mezzo. E quindi? Non stiamo camminando? Ma cosa, lo sapevamo che sarebbe stato così, lo sapevamo che sarebbe stato difficile, difficilissimo. Non è solo la distanza, non è la distanza in sè. Due volte, solo oggi. Forse tre. Alza il culo e non fare il duro che non sei Charlie. Sei Marrone, e sei un coglione. Ne possiamo riparlare con calma, insomma, tipo domani? No aspetta, forse è meglio di no. Forse.. FORSE!
Odio. Io odio chi è così. Io ieri odio me stesso. Io oggi mi odiavo.
Un istante solo di ragionamento. Qualche secondo, non di più, in tempo zero Falathar pensa, delira, esce di testa e ci rientra. Perché alla fine rientrano tutti, in un modo o nell'altro.
Io ho una domanda, anzi due. Che cosa dobbiamo aspettarci esattamente da Garret e i suoi? Magia, abilità con le armi, illusioni, ...? E poi, abbiamo almeno una vaga idea del motivo che lo muove a radunare forti guerrieri? |
Domande facili, più o meno. Fatte da uno sconosciuto, che non teme di prendere parola in mezzo a gente che non conosce, a cui non trema la voce neanche in occasioni più imbarazzanti. Che ha imparato a controllarsi, che ha controllato a non temere nessuno, che ha imparato che ci vuole rabbia e freddezza, rancore gelido per andare avanti così come lui vuole.Perdonatemi lo sproloquio senza senso alcuno; vi giuro che per me ha fin troppo senso, e che ne avevo bisogno...
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