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continua daLa crociata del traditore ~ cenere alla cenereLe ceneri scivolarono dalle dita di Verel.Particelle di vita passata, cullate da un vento invisibile, freddo come doveva essere stata la loro morte.L'uomo guardava passivamente quella cerimonia, con occhi spenti e provati dalla disgrazia."Com'è morto?" aveva chiesto a Willem, uno dei sudditi di Terra Grigia. "Combattendo contro la follia del suo Lord...!" era stata la striminzita risposta. Verel annuì e il grassoccio maestro lo lasciò da solo in quella stanza piccola, quasi uno sgabuzzino, dove una volta un uomo passava le sue nottate perché la caserma dei soldati era piena, non ci potevano dormire tutti. Che strano, pensò Verel. Terra Grigia gli sembrava grande e ampia, i Lancaster sembravano forti e ricchi, eppure un uomo doveva dormire nel ripostiglio. Forse perché era stato sfortunato, o forse perché era il più imbranato e debole di tutti i suoi camerati. O forse perché era solo l'ultimo arrivato e non gli spettava ancora una branda.Per Verel la branda era stata preparata.La fissò con dispiacere, rimanendo impalato sull'uscio della porta.Ci fu un funerale, a Terra Grigia.Alcuni soldati erano stati uccisi durante il banchetto di fuoco, si erano ribellati al loro Lord ed erano stati assassinati dai loro stessi amici. I loro corpi erano stati risposti su una grande pira e poi cinque draghi zanna, disposti a cerchio attorno, avevano soffiato il loro alito infuocato. Forse erano stati quegli stessi draghi ad ucciderli, qualche ora prima. Era assurdo, vero? Ma c'è un momento in cui ogni uomo sente qualcosa rompersi dentro di sé, e smette di farsi domande. Verel aveva appena raggiunto quel limite. Rimase immobile qualche metro dietro alle file di soldati che alzavano gli stendardi per onorare i loro compagni. Il cielo era gonfio di nubi, che si alzavano e si abbassavano come onde di un mare, muovendosi tutte all'unisono come quei grandi stendardi che fluttuavano nel vento sempre più feroce.Io resteròIo resterò qui? Del fumo si alzò dalla pira, mentre iniziava a prendere fuoco. In pochi minuti bruciava già come un'incendio, illuminando la terra oscurata da quel cielo così terribile, scaldando quella giornata così fredda. Quel calore però era come un ferro rovente poggiato sul cuore di un uomo che si sentiva già morire. La luce era riflessa nei suoi occhi altrimenti spenti, persi nell'immagine di sé stesso steso sulla pira in fiamme. Forse sarebbe morto come un eroe, forse sarebbe morto come un codardo. Non sarebbe cambiato nulla, effettivamente. Le fiamme non avrebbero fatto distinzione tra il suo corpo e quello di qualsiasi altro eroe o coniglio, sarebbe diventato cenere esattamente come gli uomini il cui spirito ora volteggiava nella colonna di fumo nero che si alzava fino alle vette più alte del cielo.Quella era l'unica giustizia che sarebbe riuscito a mostrare al mondo."Guardate", avrebbe detto, stendendosi sul letto di fuoco. "Guardate come i codardi bruciano".Si ritirò presto, quella sera.Chiudendosi in quello sgabuzzino in cui uno dei defunti una volta sognava meraviglie nel sonno che la pietra dura poteva concedere.Verel disfò la branda rabbiosamente e la gettò in un angolo. Si mise a sedere sul pavimento sporco, poggiando la testa alla parete, e sì abbandono all'eccezionale silenzio nella sua mente, che per una volta, per la prima volta, sembrava restare ferma come uno stagno.Era uno stagno vecchio e sporco, ormai. Pieno di sporcizia, logorato.L'uomo abbatté il suo pugno contro il pavimento. Lo fece una volta, e poi un'altra, spalancando la bocca in un urlo inudibile che dicevaperché?PERCHÉ?Solo quando fu esausto tornò ad abbandonarsi alla pietra dura, coprendosi il volto con l'unica mano ora nera di polvere.Cercando di coprire quella vergogna che gli usciva dagli occhi, quello schifo che era sé stesso, rinchiuso nell'oscurità di un luogo che non avrebbe mai potuto chiamare casa. Niente era casa, niente era suo. Si concesse quello sfogo, singhiozzando più che poté, struggendosi per tutte quelle vite e tutte quelle tragedie che non aveva potuto salvare. Debole, impotente, incapace.Solo.Lo videro ammirare i resti della pira per tutti i giorni successivi.Fermo nella polvere che il vento gli gettava addosso, scuotendogli quel mantello mai abbastanza ampio per coprire la mancanza del braccio.La prova definitiva che era un mortale.Non una leggenda, non un eroe, non un salvatore.Solo un uomo.All these yearsTruth In front of my eyesWhile I deniedWhat my heart knows was rightAt times like theseAny fool can seeAny fool can seeI want to be someoneI want to be someoneI want to be someoneWho someone would want to beSomeone would want to be