Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

A matter of Blood

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view post Posted on 28/5/2016, 21:05
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{continua da qui}

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— Da qualche parte nella Roesfalda —

A svegliarla sarebbe stata la percezione di una sensazione gelida, come di una serpe che le strisciasse sulla pelle. Nella sua tortuosa risalita alla coscienza, forse gli ultimi ricordi della battaglia sarebbero riemersi per brevi istanti, quel che bastava per rievocare la paura, il dubbio di non avercela mai fatta e di essere morta. Ma poi il dolore sarebbe giunto a confermarle il contrario, con le sue fitte alle costole mai completamente guarite, con il bruciore delle ferite scomposte accumulate in mesi di viaggi e battaglie, senza contare quella ben più grave che aveva accusato nel tentativo di difendere la sua signora.
Infine sarebbe giunta la luce.


~

Cassandra si ritrovò in una brandina umida del suo stesso sangue, intrappolata in un corpo in rapido e inarrestabile collasso. Non vi era modo di sapere quanto tempo fosse passato da quando avesse perso i sensi; per il momento poteva però forse trovare consolazione nel semplice fatto d'esser ancora viva. Qualcuno le aveva trattato le ferite alla bene e meglio e messo una spessa coperta di lana addosso, ma la precauzione non sembrava essere stata sufficiente a proteggerla dagli spifferi d'aria fredda che penetravano nella grotta. Né lo era il timido fuocherello che scoppiettava a qualche passo dal suo giaciglio, illuminando appena le poche cose lì attorno assieme alla figura della donna che ormai poteva facilmente riconoscere come Braska. Colei che avrebbe dovuto tradire e derubare; colei che aveva deciso invece di difendere con la propria vita.

La guerriera era riversa sopra una bacinella d'acqua, e si stava accuratamente ripulendo la pelle dalle tracce di sangue e sporcizia rimaste a seguito del confronto. Sorprendentemente, per quanto il debole chiarore delle fiamme consentisse d'affermare, non appariva lesionata in alcuna maniera. Alcuni istanti dopo, realizzò del risveglio della sirena e lasciò cadere il panno zuppo di rosso. La osservò per un poco, prima di aprir bocca.
« Ti consiglio di limitare al minimo i movimenti. » le disse rialzandosi da terra e afferrando un altro straccio « Le tue condizioni si sono aggravate notevolmente; non ero neanche certa che ti saresti risvegliata. »
Non lo affermò apertamente, ma dal tono del discorso era facile intuire che fosse lieta della sorpresa. Si avvolse il grezzo tessuto attorno al bacino e lo legò al fianco per tenerlo fermo. Poi si fece avanti, lasciando che la luce ne rischiarasse meglio le forme. Aveva i capelli sciolti e bagnati, così voluminosi che ricadendole sul petto coprivano completamente il seno. Dall'ombelico dondolava ancora il misterioso gioiello, marchio del fallimento del nemico.

« Tuttavia non ti devi preoccupare, per il momento sei al sicuro - per quanto le mie parole possano convincerti... » una smorfia simile a un sorriso animò le sue labbra « ...hai visto ciò che sono veramente, dopotutto. Ti fidi ancora di me, Cassandra? »


CITAZIONE
Giocata privata, si prega di non postare.

 
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Ashel
view post Posted on 6/6/2016, 13:02






Riacquistò i sensi lentamente, quasi risvegliandosi da un torpore antico.
Allungando le mani lungo i fianchi cercò allora di tastare il suo corpo, che sembrava pesante quasi quanto una vecchia e arrugginita armatura.
La sua mente stava lentamente riacquistando le facoltà cognitive ma all’inizio fu difficile ignorare il senso di vuoto che provava dentro di sé. I primi pensieri completi che fu in grado di elaborare riguardavano il ricordo di una ferita, una ferita che l’aveva raggiunta talmente in profondità da farle perdere il senso di se stessa e delle cose.
Era stato uno strano sonno. Non aveva sognato, ma era come se non avesse fatto altro che ricordare sprazzi della sua vita per tutto il tempo.
All'iniziò pensò di essere morta, o moribonda. Poi, compreso che invece era sopravvissuta, cercò di muoversi facendo forza sul bacino ma trovò con somma disappunto che il suo corpo non voleva saperne di rispondere ai suoi comandi.

- Ti consiglio di limitare al minimo i movimenti. Le tue condizioni si sono aggravate notevolmente; non ero neanche certa che ti saresti risvegliata.

Ah, quella voce.
Era distesa su una branda da campo, più morta che viva, con grossolane medicazioni degne di un macellaio e una leggera coperta addosso - ancora un po' e avrebbero dovuto utilizzarla per coprirne il cadavere.
Aveva freddo, aveva fame, ma soprattutto si sentiva esausta e svuotata.
Lentamente cominciò a ricordare. L'assalto a Carsa, la battaglia con le ombre, i mostri.
Il suo ventre, un tempo elegantemente ricoperto di scaglie morbide e sottili, era ora un campo di battaglia sul quale gli eserciti avevano lasciato giganteschi squarci e spaccature, un insieme a dir poco disgustoso di cicatrici, punti, e lividi.
Fece un respiro profondo prima di rilassare di nuovo i muscoli.
Braska era lì con lei, intenta a leccarsi le ferite. Quale premura.
Non le disse niente: non c'era niente da dirsi.

- Tuttavia non ti devi preoccupare, per il momento sei al sicuro - per quanto le mie parole possano convincerti...hai visto ciò che sono veramente, dopotutto.
Ti fidi ancora di me, Cassandra?
- le chiese ancora. Sul suo viso aveva fatto capolino un'espressione che la sirena, lì per lì, non fu in un grado di decifrare.

Sbuffò. Non le piaceva che le venissero fatte domande così retoriche.

- Mi fido quanto basta per mettere a repentaglio la mia vita. - rispose allora, dopo essersi schiarita la voce. Voglio sperare che sia tutto finito.
L'assalto, voglio dire.


Era da dopo l'attacco della Manticora che non si sentiva così stanca e inutile.
Come avrebbe fatto ad abituarsi a quella vita?


 
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view post Posted on 13/6/2016, 18:46
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PoV: Braska



« La battaglia è finita, certo. » replicò seria, con una punta d'amarezza « Ma la guerra è appena iniziata. »
Osservando il corpo martoriato dalle ferite e stremato dalla fatica della sua sottoposta, non riuscì a non provare uno strano senso di colpa. Il rimorso del comandante che aveva fallito nel garantire la protezione che aveva promesso. Allacciata a quella sensazione vi era anche però un piacere intimo, per certi versi sadico, maturato nella certezza che se le circostanze lo avessero richiesto, Cassandra avrebbe davvero dato la sua vita per lei. Molti le giuravano incondizionata servitù perché privi d'alternative o perché terrorizzati; ne era fin troppo consapevole ed era la ragione principale per cui non si fidava pienamente di quasi nessuno degli animali che la seguivano. Quella donna invece era giunta all'orlo della sopportazione fisica e mentale per lei, e di questo non si sarebbe presto dimenticata.

« Sei stata una compagna coraggiosa e fedele; vorrei averti al mio fianco nelle dure prove che ci aspettano. »

Le confessò con sincerità, ricercandone lo sguardo sofferente. Ciò che le attendeva sulla strada avrebbe probabilmente fatto sembrare il massacro del giorno precedente come una scampagnata nel parco; eppure era convinta che la sirena sarebbe stata capace di affrontarlo, a tempo debito. Aveva dentro di sé una forza che credeva non fosse pienamente conscia di possedere. La rossa forse avrebbe potuto aiutarla a risvegliarla.

« Ora non c'è tempo da perdere però, ti spiegherò tutto quando sarai di nuovo in grado di rimetterti in piedi. Al momento abbiamo una faccenda molto più importante di cui discutere. »

Adagiò la mano sulla sua fronte, e non si sorprese nel trovarla rovente. Aveva fatto quel che poteva coi metodi tradizionali, ma sapeva non sarebbero mai bastati. Lo aveva compreso mesi addietro.

« Ascoltami bene Cassandra, non ti mentirò imboccandoti false speranze: stai morendo e se anche ti rilasciassi dalla Rosa con tutta probabilità non faresti mai in tempo a trovare un guaritore capace di rimetterti in sesto, non qui in mezzo al nulla. »
Il suo viso, al bagliore del focolare, si era fatto un dedalo di ombre minacciose e riflessi rossi di fiamma.
« C'è solo un modo che conosco per salvarti la vita. »

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« Devi accettare il mio sangue. »

 
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Ashel
view post Posted on 29/6/2016, 13:40






Sudava freddo, eppure si sentiva scottare.
Il respiro si era fatto pesante e nel frattempo aveva scoperto di essere particolarmente incline ai dolori di stomaco.
Cassandra era abituata a trattare con indifferenza i suoi sentimenti; non dava loro il potere di annebbiarle la mente o condizionarne i desideri e questo principalmente per merito della rigida educazione impartita alle giovani sirene come lei.
L'unica cosa che sembrava in grado di muoverla era il disarmante cinismo con il quale aveva cominciato a giudicare il mondo e per questo le parole della rossa non sortirono alcun effetto sul suo umore già ampiamente messo alla prova.
I suoi occhi dardeggiarono brevemente nella penombra della tenda da campo, prima di tornare a fissare il soffitto con inquietante noncuranza.

- Sapevo di avere qualcosa che non andava. - fece all'improvviso. - Suppongo sia l'ultimo regalo della Manticora, non è così?

Poi, come se non si aspettasse di ricevere davvero una risposta, riprese dopo un lungo sospiro:

- Che cos'erano quelle creature?
Che cosa volevano da noi?


Ricordava a sprazzi gli ultimi avvenimenti dell'assalto ma non riusciva a ricostruire con efficacia il quadro completo della situazione, in particolare la fisionomia di ombre e lupi mannari.
Cercò di alzare un po' il bacino facendo perno sui gomiti e sentì una fitta lancinante al ventre. In realtà tutto il corpo le doleva in maniera innaturale.
Il sudore, il sangue, la sporcizia: cose a cui si era abituata.
Ma come avrebbe potuto anche solo andare in giro con le scarpe rotte, le brache luride, le vesti macchiate? Come poteva pensare di abituarsi alle brande imbrattate di sangue secco, ai colletti neri di sudore acido, di dormire in tende che presumeva sporche, o peggio per terra, esposta a ogni genere di malattia?
Come poteva pensare di non lavarsi per giorni, di puzzare, di non abitare in un luogo pulito e decoroso?
Quella era la vita che aveva scelto.
L'aveva davvero fatto con cognizione, lei che aveva conosciuto le mollezze della capitale, dei nodi alla cravatta di rappresentanza, dell'eleganza di certi piaceri aristocratici, del confortevole benvenuto di una società ordinata e pacifica, del mangiare come si addiceva alle creature a modo?

- E come intendete salvarmi questa volta? - chiese infine senza malizia.

No, forse non aveva fatto una scelta saggia.
Ma visto che ormai c'era dentro fino al collo sarebbe andata fino in fondo, e questo non per una vaga e stupida voglia di autodistruggersi.
Si sarebbe presa le sue soddisfazioni in futuro: ma prima aveva perlomeno bisogno di sopravvivere ad un'altra nottata.
 
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view post Posted on 7/7/2016, 10:41
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PoV: Braska


Scelse il silenzio alla prima affermazione della donna, continuando a fissarla con sguardo greve; non credeva vi fosse bisogno di una replica perché realizzasse la verità. Del resto, lei stessa le aveva confessato i suoi timori quella notte nel bosco, in mezzo a bruma e fantasmi. Già allora aveva previsto quel ramificarsi d'eventi. Ma sulla seconda questione sentì d'avere un debito di spiegazioni.

« I nostri nemici sono infidi stregoni, capaci di controllare cose che non appartengono a questo mondo. Sfortunatamente, si sono rivelati anche in grado di spezzare la volontà dei miei figli, spingendoli alla ribellione. » una crepa d'astio incrinava la sua voce « Sì, Cassandra, hai capito bene: quelle bestie erano prodotto del mio sangue. È ciò che accade quando i miei doni vengono trasferiti a chi non possiede una volontà forte abbastanza da sopportare i dolori e le pulsioni della mutazione. »

Si fece più vicina, adagiandosi sulla lettiga proprio al suo fianco - accorta a non sottrarle troppo spazio.
Stava soffrendo e non era difficile intuirlo.

« Ti avevo detto che le mie virtù potevano essere trasmesse; ora sai anche come. Sono pochi coloro che ne ottengono i vantaggi mantenendo la propria integrità fisica e mentale, e in circostanze normali, ti metterei in guardia dal prendere la decisione a cuor leggero; ma tu stai morendo. Inoltre non appartieni alla stirpe degli uomini, questo ti rende più forte e resistente al cambiamento. » facendo attenzione a non causarle pene aggiuntive, la rossa allungo le dita alla medicazione che copriva il ventre della sirena scostandone le bende un poco, quel che bastava a rivelare l'orribile squarcio ancora ben distante dall'esser guarito « Se accetti il mio sangue guarirai dalla malattia e dalle ferite. Dopo qualche giorno sarai in piedi e dopo una settimana il cambiamento sarà completo. » i suoi occhi di fuoco dardeggiarono dalle ingiurie alle iridi della donna che aveva imparato a rispettare « Diventerai più forte, i tuoi sensi si faranno affilati come lame e ogni tua passione brucierà due volte più intensamente di prima. È come rinascere, Cassandra. »

Colta all'improvviso da un oscuro pensiero, Braska distolse gli occhi e si sollevò in piedi, allontanandosi di qualche passo. Dall'esterno tirava un vento freddo, ma non bastava a cancellare il cattivo odore di sangue e sporcizia che albergava nell'alcova improvvisata.

« Tuttavia non posso forzare questa decisione su di te. Non lo ritengo giusto. Non mentirò dicendoti che i tuoi talenti mi sarebbero preziosi, ma dopo quello che hai fatto per me il minimo che posso concederti è una scelta. » inclinò il capo verso sinistra, offrendo uno spicchio di volto alla sirena « Una volta che il mio sangue si sarà mescolato al tuo non potrai più tornare indietro. Io e te saremo per sempre legate. »

 
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Ashel
view post Posted on 15/7/2016, 08:29






La sirena soppesò quanto le era stato detto senza la minima precipitazione.
Osservava un punto indefinito nello spazio, una porzione di tenda sopra di lei macchiata dalla muffa e dallo sporco.
Un sentore acre di foglie morte veniva dalla foresta a impregnare la nebbia e da fuori le asce dei mercenari cantavano sul legno fradicio raccolto nel bosco.
Il mondo non era altro che una bagnata vacuità, persino in un momento come quello.
Si distese più comodamente sulla branda e ignorò il dolore che impazziva in ogni angolo del suo corpo; cominciò a fare dei respiri profondi, il diaframma che saliva e scendeva con una lentezza disarmante, quasi a sfidare le circostanze.
Dunque era così che sarebbe finita.
Tutti quegli anni spesi a condizionare la propria volontà, gettati al vento.
Tutta quella fatica.
E le umiliazioni.
Di fronte alla morte qualsiasi cosa le sarebbe sembrata più importante, il suo addestramento o magari il suo retaggio, la missione e la volontà soppressa dal desiderio di una società tanto evoluta quanto malata.
Fece schioccare le dita e imprecò a bassa voce, ma con convinzione, mentre cercava di girarsi verso Braska.

- Io vengo dal mare. - fece allora, senza alcuna espressione. - Un paradiso rispetto alla porcilaia in cui sono capitata.
Non dico di volerci tornare adesso, ma un giorno, chissà, potrei voler rivedere i volti di coloro che mi sono lasciata alle spalle.


Non diede alcuna inflessione alle sue parole, che suonarono vuote e atone.

- Ho passato tutta la vita a combattere con le mie debolezze. A sopprimere i sentimenti.
Ad annullare la volontà individuale.
Non mi è spiaciuto sapere di essere stata scelta.


Provò a sollevarsi sulle braccia ma il suo corpo era come un macigno inanimato.

- Da quando sono qui non vedo altro che lordure e iniquità. Ho vissuto come un animale, mangiato radici e vermi per sopravvivere, dormito nella neve o nelle cavità umide e sporche della foresta, con la pancia vuota, la mente stuprata da un vecchio pazzo e un solo pensiero: tornare a casa. - Fece una pausa, non curandosi tuttavia di soppesare le sue parole in alcun modo. - Ho ucciso per voi.
Ho rinunciato alla mia integrità.
Al mio addestramento. Alla mia educazione.
Sono diventata come voi: una bestia.


Fissò Braska con i suoi sottili occhi d'ossidiana e allora le tornò in mente il peso di tutto quello che si era addossata; fu un attimo, ma il ricordo del suo freddo, spietato e cinico assassinio riemerse prepotentemente alla superficie della sua coscienza e la riempì al contempo di stupore e vergogna per se stessa.

- Quindi mi scuserete, mia signora, se vi chiedo di fare ciò che è necessario per tenermi in vita. - riprese, gelida. - Me lo dovete.



 
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5 replies since 28/5/2016, 21:05   89 views
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