Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Un nano particolare, Arrivo di Mârk

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view post Posted on 3/6/2016, 16:06
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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Umut Alev non poteva vantare lo sfarzo di Qashra, ma anche quello era il prezzo da pagare per potersi definire città libera; il Sultanato non prestava di certo attenzione agli innumerevoli insediamenti nel Bekâr-şehir -nonostante Moosa Raakin, attuale wali, avesse più volte fatto richiesta di legittimazione di quello che era il nodo centrale della Terra dei Primi- specie dopo che quel Jahrir Gakhoor aveva di fatto bandito lo schiavismo dal gioiello dell’Akeran. D’altronde cos’altro ci si poteva aspettare da un nano?!
Era forse colpa loro se la sua razza si era dimostrata così versatile e utile nello scavare nelle miniere? Sicuramente no! Ed era stata forse colpa loro nascere, per diritto naturale, superiori? Chiunque avrebbe risposto ancora di no!
Sul suo triclinio Moosa mangiava uva, imboccato da un’aitante elfa che staccava gli acini e li appoggiava delicatamente fra le labbra dello schiavista, quando un uomo coperto da un’armatura di cuoio rosso entrò a passo lento, attraversando il salone ricco di piante, cuscini e intarsi in oro. Sarebbe bastato affacciarsi da una delle finestre per capire quanto l’abitazione del governatore stonasse fastidiosamente con tutto ciò che la circondava: costruita interamente in marmo con il tetto a cupola impreziosito con oro e gemme tentava invano di accostarsi alle grandi moschee di Qashra, rivelandosi però l’unico accenno di lusso nel deserto che circondava Umut Alev come un unico orecchino prezioso indossato da una vecchia mendicante deformata dall’età.
Mio signore, mi ha fatto chiamare?
Ovviamente l’aveva fatto chiamare, altrimenti per quale diavolo di motivo sarebbe dovuto entrare nel suo salotto?
Hakim, sono stanco.
Hakim, l’uomo in armatura, in cuor suo odiava profondamente Moosa, ma in qualità di Primo Comandante dell’esercito di mercenari che proteggeva Umut Alev il suo compito non era esprimere opinioni ma contare le monete d’oro dei signorotti che lo pagavano. Di solito alla frase sono stanco seguiva una richiesta fastidiosa e talvolta impossibile, quel giorno non sarebbe stato da meno.
Sono stanco dei miei schiavi. Così tutti uguali tra di loro, così… comuni.
Sputava succo d’uva ogni volta che apriva la bocca, cosa che disgustava ulteriormente il Comandante.
I tempi in cui gli schiavi lavoravano e basta sono passati, forse proprio quel Gakhoor ha dato la scossa finale affinchè ce ne rendessimo conto. Ora gli schiavi devono avere ben altra funzione! Pensaci, Qashra ha l’oro, è vero, ma noi cos’abbiamo?
Nulla? Intuendo la retorica della domanda l’uomo tacque.
Gli schiavi! Sì, loro, loro sono il nostro gioiello più bello! Ma, come ogni gioiello, tanto più è prezioso quanto più è raro. Ed è questo che voglio! Schiavi… rari.
Quella era decisamente una richiesta fastidiosa e impossibile.
Rari?
Ma sì Hakim! Insomma! Rari! È così semplice da capire. Guarda quest’elfa, cos’ha di speciale? Nulla, una stupida creatura con le orecchie a punta che se butto nel ghiaccio insieme ai pesci del Dorhamat nemmeno trema. E allora? Non fa più colpo! Abbiamo una reputazione da mantenere con le altre città libere. Voglio un elfo dalla pelle blu! Voglio un nano che non abbia i peli di quel fastidioso rossiccio ma che siano verdi! Voglio un dannatissimo Pelleverde con un paio d’ali sulla schiena se ne trovi uno, qualsiasi cosa ma stupiscimi. Non ti ci vorrà molto a trovare qualcosa di facile per iniziare.
La foga del discorso aveva reso la pelle di Moosa paonazza e una grossa vena gli pulsava lungo il collo, come se dovesse esplodere a momenti. Riacquistò la naturale compostezza continuando a ingurgitare gli acini violacei, congedando Hakim con un gesto di sufficienza della mano.
Wali.
L’uomo accennò un inchino poi si avviò verso la porta attraversata pochi minuti prima. Schiavi particolari. Chi poteva mandare? Di certo non un uomo solo. Sarebbe dovuto andare lui, in persona? Odiava sporcarsi le mani. Ma dove trovare qualcuno che potesse soddisfare Moosa? Il Bekâr-şehir, con i suoi sentieri ricolmi di pellegrini, poteva essere un ottimo bacino di pesca qualora qualche sprovveduto avesse rischiato tanto da mettere piede nel territorio degli schiavisti.
Avrebbe dovuto sganciare più di qualche moneta ai suoi informatori per riuscire a lavorare velocemente, e questo lo infastidiva ancora di più.



CITAZIONE
Benvenuto Mark! Il tuo arrivo inizia ora. Ti illustrerò le dinamiche di gioco e metterò alla prova te e il tuo PG. Per qualsiasi domanda mandami pure un MP.
Il post è ambientato a Umut Alev, centro nevralgico del Bekâr-şehir; Moosa è il governatore (Wali) della città libera, mentre Hakim è il comandante dei mercenari che proteggono lo schiavista, come si evince dal testo. La scena, per ora, funge solo da presentazione alla giocata e non ha legami con le tue azioni o il tuo PG.
Per questo primo post dovrai limitarti a descrivere Ymir, come e perchè sei arrivato nel Bekâr-şehir, se ti sei fermato in qualcuno degli avamposti disseminati nel territorio o se hai proseguito senza riposo dritto per la tua strada verso una meta che, se vuoi, puoi specificare. Insomma, totale libertà in questo senso.

 
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Mârk
view post Posted on 3/6/2016, 22:10




Ymir, un nano, un viaggiatore, che vaga da città in città per un unico scopo, trovare la sua vera famiglia.
Cerca di non dar troppo nell'occhio nei luoghi che visita, andando a procurarsi, quando può, degli abiti simili a quelli della popolazione locale. Ma non attirare l'attenzione su di sé è quasi impossibile, visto il suo carattere piuttosto violento e testardo, la sua "mania" per le risse, l'ascia bipenne (quasi più alta di lui) sulla schiena e (anche se riesce a nasconderli abbastanza bene) i "tatuaggi" che ha su quasi tutto il corpo.
La gente, di solito, lo vede di cattivo occhio, un po' intimorita, quasi con un pizzico di paura. Non si sa' bene il motivo, ma potrebbe essere per la sua faccia non tanto rassicurante e simpatica, o il suo carattere non tanto socievole.
Ymir, avendo avuto informazioni da persone e da oggetti che lo circondano, si mette in marcia. Durante il viaggio arriva nel Bekâr-şehir, dove va nei vari avamposti per cercare risposte.
Adesso indaga nell'avamposto più vicino a Umut Alev.

 
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1 replies since 3/6/2016, 16:06   164 views
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