CITAZIONE
Narrato
Parlato
Pensato
Parlato altrui
Ecco a voi Effendi! I migliori abiti della città! Come potrete immaginare, però, il prezzo è caro...L'affermazione era abbastanza sensata, considerando che il suo avventore aveva richiesto costosissimi abiti di seta, presentandosi però con addosso semplici abiti di cuoio da popolano, con la barba lunghissima e i capelli incolti, lunghi quasi fino alle natiche. Uno straccione insomma! Però aveva fatto la sua richiesta con un tono ossequioso, tipico della gente colta e nobile, per questo il grasso mercante non l'aveva scacciato. Senza staccare gli occhi dallo splendido caftano blu notte con decorazioni dorate, Asarthur estrasse un grosso frammento di ambra blu dalla tasca interna della giubba di cuoio, depositandola sul bancone. Il mercante sbarrò gli occhi deliziato, cominciando a sperticarsi in lodi esagerate che cominciarono ad irritare il Serpente. Presa la merce, senza ancora degnare di uno sguardo il mercante ossequioso, se ne tornò alla locanda dove alloggiava, fuoriuscendone pochi istanti dopo con il suo nuovo aspetto: ora si che sembrava la persona di un tempo! Dopo aver pagato la figlia del locandiere, infatti, si era fatto sistemare la barba e i capelli, che richiedevano quel trattamento da una decina d'anni abbondante, si era vestito con i suoi nuovi e costosissimi abiti, aveva indossato i monili Maegon che aveva portato con sé dalla Piramide ed era poi andato per la sua strada, desideroso di assaporare quella mondanità che gli mancava da troppo tempo.
Chi avrebbe mai detto che avrei finito per sentirmi a mio agio in mezzo alla folla!Pensò sogghignando mentre si dirigeva verso il mercato, sistemandosi un lembo del turbante sfuggito al suo posto. Effettivamente, per uno che aveva passato tranquillamente dieci anni in totale isolamento, era riuscito a riabituarsi alla civiltà con sorprendente rapidità, meno di 3 giorni di convivenza forzata con i peggiori individui di tutta la città santa di Taanach. Da quando aveva lasciato la giungla, aveva fatto in modo di dare il meno possibile nell'occhio, agghindandosi come un pezzente ed evitando di pagare troppo spesso per non mostrare i gioielli che usava come moneta, ma ora che aveva raggiunto una delle sue mete poteva tranquillamente fare sfoggio della propria eleganza, come un pavone nella stagione degli amori. Passeggiando tra le bancarelle non poté fare a meno di notare quanto il caos fosse aumentato in quegli anni: marionettisti, saltimbanchi, giocolieri e feccia di ogni tipo dava spettacolo tra le varie attività commerciali, i cui proprietari non facevano altro che peggiorare la confusione urlando come ossessi quanto buone e fresche fossero le loro merci. E il fetore, forse, era addirittura peggio del rumore, poiché proveniva da fonti talmente diverse tra loro da creare un macro-puzzo decisamente nauseante: sudore, escrementi animali, cibi in procinto di marcire, eppure non infastidiva più di tanto il Viaggiatore, il quale esaminava con attenzione le bancarelle di gioielli, dei macellai (stranamente richiesti, mentre i fruttivendoli sembravano avere poco giro d'affari lì) e dei sarti, e nel frattempo rimuginava sul da farsi, non disdegnando di origliare le conversazioni che si svolgevano attorno a lui.
"Sembra ci sarà una favolosa processione domani, non vedo l'ora! Speriamo solo che quella bestia non decida di saltare fuori e rovinare tutto! Quel Coccodrillo è un pericolo per gli affari e le persone, dovrebbero abbatterlo e usare la sua pelle per farci degli stivali! Hai sentito che cosa ha fatto ai garzoni del vecchio Saif qualche settimana fa? Roba da matti, e le guardie glielo permettono! Ah ma se dipendesse da me..."Incuriosito dalla storia, Asarthur fece per voltarsi verso le due donne che stavano chiacchierando per ottenere qualche informazione, ma subito si bloccò: a che scopo farlo? Non era nei suoi interessi perdere tempo con leggende metropolitane e delinquentelli di bassa lega. Lui aveva ben altro da fare.
Devo sbrigarmi, non posso sprecare troppo tempo qui. Devo riuscire a viaggiare il prima possibile verso Qashra per riallacciare i miei vecchi contatti a corte. Ma prima devo assolutamente incontrare Obadiah e ragguagliarlo su cosa è successo in questi anni. Se c'è qualcuno che può aiutarmi con i miei lavori è sicuramente l'Alchimista Reietto. Chissà come procedono i suoi studi...Con un sospiro, smise di bighellonare e si avviò a passo svelto verso il quartiere degli alchimisti, una delle zone più isolate della città a causa dei pericoli legati a quelle pratiche: era un cammino tortuoso, che scendeva e saliva varie volte per vicoli stretti e insidiosi, dove capitava spesso di incrociare borseggiatori, puttane, lenoni ed assassini. Camminando con la testa fra le nuvole, continuò a soppesare i propri progetti, cercando di elaborare una strategia che gli permettesse di risparmiare tempo: aveva due opzioni, andare effettivamente nella Capitale, riallacciare i suoi contatti con il ministro della Ricerca e dimostrargli di essere ancora degno di fiducia, e quindi sperare di riuscire ad ottenere qualche incarico nell'Università di Qashra, oppure cercare di operare simultaneamente anche a Taanach, sfruttando quelle organizzazioni che nel Sultanato erano decisamente malviste per cercare di ottenere copertura economica e politica anche al di fuori delle terre dei nani. Era talmente preso dalle sue riflessioni che non percepì minimamente che qualcuno gli si stava fiondando addosso. L'urto fu piuttosto forte, e quasi lo fece cadere a terra. Cercando di mantenere l'equilibrio, emise un verso molto simile al sibilo di un cobra arrabbiato, voltandosi di scatto e preparandosi a riempire di insulti colui che l'aveva urtato, puntando i suoi occhi ambrati sull'individuo che in qualche modo era riuscito a rimanere in piedi come lui. Ciò che vide lo fece rimanere assolutamente di ghiaccio: l'uomo, se davvero era tale, era infatti la cosa più simile ad un Maegon che avesse mai visto in vita sua. Avvolto malamente in un logoro mantello grigio c'era infatti una creatura orrendamente rettiliana, con la pelle squamosa e trasudante, di un colore grigio-verdastro, e con enormi occhi giallo, sproporzionati rispetto alla testa e paragonabili a quelli di un geco. I denti, nella bocca leggermente aperta, come per lo stupore, erano triangolari ed aguzzi. Come un fulmine a ciel sereno, qualcosa balenò nella mente del Serpente.
Il Coccodrillo, quello di cui parlavano quelle racchie al mercato! Dunque è questa cosa, non un vero animale!Un vortice di sorpresa, curiosità e avidità cominciò a turbinare dentro di lui, lasciandolo come paralizzato ad osservare quella cosa con cui probabilmente condivideva qualcosa. Cos'era? Un ibrido? Il risultato di un esperimento? La progenie dell'antico popolo sopravvissuta in qualche modo ai secoli nascondendosi nelle fogne (a giudicare dal puzzo che aleggiava attorno a lui)? Doveva scoprirlo, analizzarlo, anche a costo di aprirlo in due e vivisezionarlo! Ad un tratto un rumore lo riportò alla realtà: il frastuono dell'acciaio e le urla concitate dei soldati.
L'ho visto andare di qua, seguitemi! Questa volta appenderemo la sua pelle alle porte del mercato!Oh, non finché ci sono io...Sibilò irato lo studioso. Con rapidità, allungò la mano verso il braccio del Coccodrillo, cercando di afferrarlo e strattonarlo nel vicolo lì vicino.
TU! Stai lì e non muoverti!Dopodiché si lasciò cadere a terra e prese a singhiozzare in maniera estremamente convincente. Quando le guardie arrivarono da lui cominciò ad urlare con voce isterica, come avrebbe fatto qualsiasi nobile nelle sue condizioni, indicando con il dito teso e tremante nella direzione esattamente opposta allo scuro vicolo doveva aveva mandato a nascondersi il Coccodrillo.
Quella cosa è andata verso il Bazar delle spezie! Avrebbe potuto uccidermi, ma perché voi non lo fermate???Appena i soldati furono spariti e il rumore dei loro passi spento, si rialzò, ridandosi un contegno, ed andò verso il mezzo-rettile, con un sorriso inquietante dipinto in volto. Obadaiah avrebbe aspettato: quell'occasione era troppo ghiotta, quell'incontro era chiaramente voluto dagli dei! Con voce soave e cercando di nascondere la brama che trasudava dalla sua persona, si rivolse al ricercato.
Allora, non ti pare il caso di ringraziare?CITAZIONE
Grazie mille per aver aperto la giocata! Spero di non aver disatteso i tuoi piani!