Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Una foglia nella foresta, Contest Aprile - Tradimento

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view post Posted on 28/4/2016, 01:26
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Il tempo è la sostanza di cui sono fatto.
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IN SUPERFICIE, NEI PRESSI DEL BAATHOS
Migliaia di anni prima.


-Quanti anni sono passati dall’inizio della guerra Marchosias?-
Azazel sbatteva pigramente le grandi ali per mantenersi a circa mezzo metro dal suolo; fissava l’orizzonte sollevando sbuffi di terra rossastra.
-Tre.-
Marchosias era uno dei suoi più fidati generali: più volte in quegli anni gli aveva lasciato il comando dell’intero esercito e con lui aveva pianificato le sortite più importanti di quella lunga guerra.
Nel Baathos esistevano varie razze e i componenti di ognuna erano facilmente identificabili grazie a particolari caratteristiche, vi erano poi dei Demoni che uscivano da quegli schemi risultando meravigliosamente unici; Marchosias era unico.
Una creatura senziente in grado di sputare fuoco, aveva il corpo simile a quello di un grosso lupo nero ma sul dorso si aprivano due grandi ali da aquila e la coda sembrava un serpente.
-Tre anni e gli uomini trovano ancora la forza di combattere. Ero convinto saremmo riusciti a sterminarli molto più in fretta.-
-Non potevamo immaginare che il loro numero fosse cresciuto così tanto negli ultimi secoli.-
-Colpa nostra che abbiamo temporeggiato. Colpa di quegli inetti dei miei fratelli intimoriti da questi vermi.-
-Combattono bene, dobbiamo rendergliene atto.-
Azazel fulminò l’ufficiale, che però sembrò ignorarlo.
-Hanno decimato le nostre legioni e sono riusciti perfino a ferire Leraje.-
Le ali dell’Eterno presero a sbattere più velocemente.
-Maledetto Leraje! Ha lasciato che gli uomini riconquistassero gran parte del nostro territorio!-
-Ha giurato vendetta contro di te.-
-Eppure è rimasto con la coda tra le gambe nelle retrovie. Che venga qui se ha qualcosa da dirmi. Non ho rimpianti: Halphas sta combattendo molto meglio, ed è grazie a lui se ora occupiamo questa città degli uomini, Larsa.-
Quella conquista era stata però l’ultimo barlume di superiorità del sottosuolo nei confronti degli uomini. Erano ormai mesi che i due eserciti non avanzavano, invero degli umani non c’era traccia da qualche settimana. Zagan aveva pattugliato i fiumi limitrofi per scovarli ma sembravano essersi volatilizzati, e tutti gli ufficiali avevano convenuto fosse meglio dare riposo ai demoni ed evitare di inseguire gli uomini senza una meta. Azazel si era opposto, loro li sottovalutavano ma era chiaro stessero preparando qualcosa! Dopo tutto quel tempo ancora non avevano capito come ragionava il nemico, possibile fossero così dannatamente ottusi? Non era passato giorno senza che almeno una raffica di frecce si abbattesse sulle loro truppe, e ora quell’innaturale pace sarebbe dovuta apparire a tutti quantomeno sospetta.
Cosa devo fare? Era la prima volta che Azazel non sapeva esattamente come muoversi; Marchosias aveva ragione, erano bravi, ma sarebbero crollati presto.
-Tutti, alla fine, cedono al Baathos.-
Disse più a sé stesso che al compagno.
-Azazel, ho una strana sensazione.-
Marchosias aveva le pupille dilatate, era chiaro che la sua capacità di percepire il futuro lo stava mettendo in guardia. Nonostante il lupo non avesse visioni nitide di ciò che stava per succedere i suoi sensi si attivavano in caso di imminenti pericoli; anche in quella guerra la sua abilità aveva più volte giocato un importante ruolo strategico intuendo le sortite nemiche.
-Cosa pensi possa essere?-
Il Demone cercò di mantenere un tono calmo ma il vibrare delle sue ali tradiva nervosismo.
-Non lo so, non credevo che qualcosa potesse andare storto ma sembrerebbe che le sorti della guerra stiano per cambiare.-
-Invierò un drappello di esploratori per trovare gli uomini. Qualsiasi cosa abbiano in mente li attaccheremo e porremo fine a questa storia.-
Marchosias non aveva mai sbagliato: alcune volte lui stesso aveva provato a modificare il futuro, le sue scelte, ma ogni passo l’aveva inesorabilmente portato verso quel pericolo da cui cercava di fuggire. L’unica cosa che si poteva fare era preparare una qualche difesa e aspettare, ma al Demone di Fuoco non disse nulla.
-Se gli umani hanno sviluppato qualche arma potremmo avere bisogno di rinforzi; dai ordine ai feriti di tornare nel sottosuolo, un messaggero andrà con loro per chiedere legioni ai miei fratelli.-
-Sarà fatto.-
Le grandi ali piumate si aprirono e l’ufficiale si alzò in volo dirigendosi verso l’accampamento.



23xoC





Zagan aveva riportato notizie confuse: sembrava che gli uomini avessero abbandonato ogni sorgente della zona, come se fossero tornati nelle loro città abbandonando la guerra di punto in bianco, ma le tracce di un piccolo drappello puntavano verso Larsa, la città perduta, per poi svanire quando il terreno diventava roccioso.
Azazel aveva pensato per ore a cosa potesse esser passato per la mente degli ufficiali nemici, ma in nessun modo riusciva a trovare motivazioni logiche per gli spostamenti di quel gruppo di uomini. Il fatto che avevano raggiunto quella zona rocciosa doveva essere il motivo per cui Marchosias si era allarmato, ma dov’erano ora? Di certo non potevano aver spiccato il volo, quindi dovevano essere ancora nei paraggi:
distanti dalle sorgenti, ma con abbastanza viveri per poter resistere; in pochi, ma armati a tal punto da poterli decimare. Era una situazione impossibile, non in quel territorio.
-Mio signore!-
Si avvicinò ad Azazel un demone umanoide dalla pelle verdastra alto più di due metri, sulla testa sembrava pulsare un cervello rosso ed era completamente nudo ma senza sesso. Vassago, uno dei più potenti principi del Baathos, era stato scelto come capo degli esploratori per la sua straordinaria forza: qualora qualcosa si fosse messo male lui avrebbe potuto risolvere la situazione.
A giudicare dalle ferite sul suo corpo non portava buone notizie.
-Cos’è successo?-
-Abbiamo trovato un accampamento deserto e credevamo si fossero ritirati, ma poi Zagan ci ha informati delle tracce che avevano trovato i suoi lungo il fiume e ci siamo mossi in quella direzione. Siamo tornati indietro fino alla pianura di roccia, non potevamo più seguire gli indizi ma i Fiutatori hanno percepito odore di sangue. Abbiamo seguito la scia ma…-
Vassago abbassò il capo toccandosi le ferite, era ricoperto di sangue e Azazel non era sicuro che fosse solamente il suo.
-Ma?-
-Ci hanno teso una trappola, qualcuno deve averci traditi. Cinque uomini hanno raggiunto l’ingresso del Baathos e portavano con loro un’arma micidiale, forse la stessa usata per ferire Leraje.-
Una cosa del genere poteva significare la fine del loro mondo. Aveva lasciato che gli uomini lo aggirassero, aveva fallito.
-Hanno massacrato tutti, credo che nemmeno i feriti abbiano fatto in tempo a tornare a casa.-
-Come sei sopravvissuto?-
L’ipotesi del traditore era fin troppo probabile, ma chi poteva aver fatto una cosa simile? Tra i suoi uomini era certo che nessuno avesse avuto contatti con il nemico, quindi il traditore era tra i tanti rimasti nel sottosuolo.
-Un Fiutatore ha fatto appena in tempo ad indicarmi un sentiero che non pullulava di trappole, poi è stato ucciso. Credo che il traditore sia qualcuno rimasto nel Baathos…- Sì, esattamente. Chi? -…e credo che ora sia in trappola, chiuso tra noi e gli uomini.-
-Forse non teme gli uomini, se è vero che ci ha venduti.-
-Ma non ha senso tornare indietro: se gli umani hanno distrutto il sottosuolo andrebbe incontro a morte certa, ma anche se i Tre fossero riusciti a combattere quell’arma e lui tornasse da solo sarebbe condannato a morte come traditore.-
C’era una sola cosa da fare.
-Non serve parlare ancora se è vero che il traditore è tra due fuochi. Guidami fino alla piana dove vi hanno teso la trappola.-
-Ma… mio Signore…-
-Non potranno nulla contro uno dei Quattro Immortali.-
Vassago non obiettò oltre e scattò verso l’ingresso del Baathos, Azazel aprì le ali da pipistrello e gli tenne dietro.



23xoC





-È successo qui.-
La pianura era avvolta da una fitta nebbia, quasi innaturale. L’odore acre di sangue e putrefazione riempiva le narici dei due, poi un’ombra nella nebbia tradì la presenza di qualcun altro.
Azazel abbassò la voce:
-Vassago, tieni gli occhi aperti e non rischiare, sei ferito. Penserò io a sistemare questo verme, poi raggiungeremo gli uomini e li uccideremo.-
Dietro di lui nessuna risposta. Il Demone si voltò ma Vassago non c’era. Non era morto, nessuno si era avvicinato a loro. Ma allora…?
-Dov’è che un uomo saggio nasconderebbe una foglia?-
Una voce conosciuta. Fin troppo familiare.
La nebbia si alzò di colpo, l’illusione fu sciolta. Sul terreno giacevano decine e decine di uomini smembrati, le loro viscere si mischiavano con quelle dei demoni morti; le spade scheggiate erano conficcate nelle carni di molti, grosse schegge di scudi frantumati dalle mazze erano piantate negli occhi di qualcuno. I corvi banchettavano su quella tavola degli orrori. Erano troppi quegli uomini per essere il drappello individuato da Zagan, e tra i demoni Azazel riconobbe i feriti che aveva mandato indietro.
I suoi tre fratelli erano lì, uno al fianco dell’altro, davanti a lui.
-Rispondi Azazel, dove?-
Enki.
-Nella foresta.-
Il silenzio tra i quattro era rotto solamente dal gracchiare sazio degli uccelli.
-Siete stati voi a fare tutto questo?-
-La guerra andava avanti da troppo tempo. Troppi morti.
Gli uomini hanno trovato un incantesimo per renderci mortali, potevano uccidere anche noi.-

-E così avete venduto la nostra terra. Per paura di morire.-
-Venduto? Oh no… Gli uomini tornano nelle loro città, noi nel Baathos. Nessuno vince, nessuno perde.-
-Allora perché tutto questo?-
-Perché tutti noi abbiamo bisogno di un capro espiatorio.-
Quella era una scena perfetta per uccidere un Immortale: in quella carneficina la sua morte non avrebbe destato sospetti, gli uomini avevano la conoscenza necessaria per farlo e la battaglia poteva essere semplicemente finita così. Null’altro da spiegare.
-Vi ucciderò tutti.-
Vassago si materializzò davanti a lui, stringeva in mano un corto pugnale dalla lama larga. Tutto l’acciaio era percorso da una vibrante luce bluastra.
Il demone afferrò la spalla di Azazel e lasciò che il pugnale penetrasse la carne all’altezza del plesso solare, dal basso verso l’alto, verso il cuore.
-Non se noi uccidiamo prima te.-
Poi tutto divenne nero, e il Demone di Fuoco cadde.



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