Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Idrophobia

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view post Posted on 20/6/2016, 19:14
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La pioggia sferzava incessante la banchina del porto, dove navi grandi e piccole dondolavano meste nel suo abbraccio. Le vele erano state ammainate, ma in alcune l’equipaggio si rifiutava di uscire e lanterne dorate brillavano calde dietro gli oblò. Pareva quasi che la tempesta avesse un proprio grido, rabbioso, pronto a riversarsi sulle miserie di quegli uomini gretti, abituati a sfidarla.
Il vecchio lupo di mare se ne stava in piedi sul ponte e guardava il cielo con aria di disprezzo. Socchiudeva gli occhi sormontati da folte sopracciglia brizzolate e si faceva schermo con la mano guantata, mentre l’altro braccio era piegato dietro la schiena. Quella tempesta per lui era solo una noiosa fonte di ritardo, che avrebbe dovuto cessare al più presto.
Nella stiva il carico prezioso rischiava di inumidirsi e qualcuno dei suoi uomini aveva iniziato a soffiare in un flauto stonato. Lasciò sfuggire un soffio d’aria dalle labbra screpolate, scoprendo di non essersi niente affatto rilassato nel tempo dedicato al suo diversivo segreto.


Non è quello che avevi promesso”.


Il ragazzo stava in piedi alle sue spalle, il mantello stretto contro il corpo e la schiena piegata come un giunco in inverno. Le sferzate bagnate minacciavano di portarselo via ogni volta che il temporale agitava la gonna. Una muraglia di aghi umidi li separava. Gli guardò i ricci incollati sulla fronte e gli occhi acquosi, gli stessi che lo avevano tanto colpito appena raggiunto il porto.


È quello che avrai”.


Ruotò appena il capo a fissarlo, chiedendosi se non sarebbe stato meglio far spostare il carico in una posizione più sicura. Il ragazzo strinse i pugni e si fece avanti. Il suo fiato probabilmente sapeva ancora di quella droga che fumava di notte e di altro. Del loro passatempo. Il capitano si calcò il cappello sulla testa.


Non erano questi gli accordi. Cosa direbbero i tuoi uomini se sapessero di me… o forse…
Quegli occhi scuri, simili a bottoni di ceramica, ebbero uno scintillio. Il primo che gli avesse mai visto. Quanto mai provocatorio, irritante. Gli ricordava quello della puttana che era solito chiamare moglie.
…o forse di noi".


Il marinaio sospirò. C’era sempre qualcuno che voleva attaccar briga in ogni porto. Ma in quella città non c’era una legge che gli impedisse di sistemare le cose. Non per davvero. Con piglio sicuro attraversò la pioggia, prima che l’altro potesse fare anche solo il gesto di resistere agli elementi e fuggire. Lo afferrò per i capelli. Era leggero, lo aveva notato anche poco prima, letteralmente un fuscello. Tutto il peso era quello delle sue monete d’oro, ma non lo avrebbe veramente trascinato a fondo.
Un vero peccato.
Con gesto sicuro lo spinse oltre la paratia, guardando le sue labbra aprirsi molto più di prima, mentre il suo grido veniva soffocato dal vento. Non sentì nemmeno il tonfo del corpo nell’acqua scura e ribollente.
Là sotto, appena qualche dito dalla superficie, era silenzioso come in una tomba. Come dopo aver fumato tutti i propri soldi, non appena subentra la calma. Una sensazione di utero, placido, uno schermo sulla notte tempestosa. Che faceva venir voglia di lasciarsi andare.
Ma Leòn continuava ad agitare le braccia scompostamente, maledicendo quell’uomo e la sua ciurma. Dicendosi che ce l’avrebbe fatta a raggiungere la superficie. Non era ancora il momento di mettersi a nanna.




CITAZIONE
Benvenuto, il tuo arrivo inizia qui *_*/ Si tratta di una sorta di tutorial in cui cercherò di illustrarti le dinamiche del gioco nel modo più chiaro possibile. Per qualsiasi domanda mandami pure mp così potrò darti subito precisazione.
Per iniziare ho deciso di ambientare la scena nel Dorhamat precisamente al porto, dove improvvisamente un ragazzo precipita in mare.
A te giustificare, nel tuo post, perchè ti trovi sul posto e come reagisci a quello che accade.

 
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Dr. CuloCane
view post Posted on 20/6/2016, 20:03




Mila vide quel ragazzo precipitare in mare, fare un tuffo alquanto forzato tra le braccia di Voljund in un giorno in cui pareva impossibile che non accadesse qualcosa d'insolito. Dorhamat in preda alle tempeste era una Dorhamat ancor più spaventosa del normale: le navi trascinate dal vento a destra e poi a sinistra, urla e bestemmie da parte dei diversi equipaggi i quali, a stento, riuscivano a reggersi sui ponti mobili per raggiungere la terra ferma. In quei giorni, però, la ninfa aveva assistito a condizioni climatiche davvero terribili, e per gli elfi di Urubeiah vi era solo una spiegazione a tutto ciò, nonostante lo scetticismo generale dei bipedi terrestri: il Dio era inquieto.
Sofferente, disperato, furioso per quanto accaduto nel Regno che più gli stava a cuore, almeno stando alle letture presenti nella biblioteca marina più vasta del Pianeta. Non che Mila potesse far qualcosa per rimediare al danno, non ne aveva neppure voglia a dirla tutta. Dopotutto, era stata bandita per aver fatto fuori il Re, non importa quanto meschino e dittatore potesse essere; dinanzi all'alto tradimento, cose come lo sterminio di una famiglia o la presa di potere conquistata con altrettanta violenza, venivano meno.
Eppure, in tutta sta storia vi era qualcosa - volendo proprio essere ottimisti - di buono: Mila aveva scoperto, infatti, che le salme dei loro cari presto avrebbe raggiunto il porto nel quale sostava tranquilla, coccolata dalle onde burrascose e bagnata da sottilissimi aghi quasi taglienti al contatto, se non fosse stata per la sua pelle altamente idrofoba. Non sapeva con chiarezza quale imbarcazione puntare, era però sicura che avrebbe percepito il loro odore di pesce morto.
Sì, triste a dirlo, ma era proprio così.

« ... » E infine la distrazione.
L'esemplare di umano in età sub-adulta che precipitava nelle fredde acque del porto, probabilmente in seguito ad una colluttazione con chiunque lo avesse spinto, dalla paratia di quella nave che la ninfa aveva dinanzi agli occhi; non mosse un muscolo perché non era compito suo salvare gli esseri umani, non si trattava mica di una sirena qualunque.
Voljund però tuonò, un monito folgorante che spinse Mila ad alzare gli occhi al cielo, palesemente infastidita dalla cosa.

« Se proprio insisti. » Non aggiunse altro, e rapida s'immerse per raggiungere il corpo in pericolo del malcapitato, sottoposto al freddo ed alla pressione che solo Mila era in grado di tollerare senza alcun problema; intercettò con qualche secondo di ritardo la sua caduta, in tempo prima che potesse bere sì tanta acqua da prosciugare ogni singola riserva di aria nei suoi polmoni. Lo vide dimenarsi, i pugni rivolti verso la superficie nel mentre le gambe si atrofizzavano, come primo effetto dell'assideramento, e a questo ovviamente Mila non poteva ovviare; infine lo afferrò per i capelli, una sferzata con la coda azzurrina e fu in un attimo in superficie, le spalle appoggiate alla facciata più vicina della nave affinché la ciurma non potesse osservarli.
Attese con impazienza che si riprendesse dal trauma, poi prese a parlare senza neppure abbozzare un mezzo sorriso.

« Mi ringrazierai dopo, umano- » Esordì, chiudendogli la bocca con la mano per evitare che urlasse, rivelando la loro posizione. « Ho bisogno di sapere se hai visto due salme di creature marine raggiungere questo porto, e non accetto un non ne ho idea come risposta. »

Umano vivo, oppure no, non faceva differenza per Mila.
A meno ché non sapesse qualcosa circa la sua famiglia.
 
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view post Posted on 21/6/2016, 22:07
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Gli era capitato parecchie volte di aprire gli occhi e trovarsi davanti a visioni inaspettate. Spesso di non avere più nemmeno un soldo. Talvolta di essere immerso nell’acqua, nel piscio, nel sangue.
Ma mai gli era capitato di inspirare aria in quel modo così affamato, così violento, sentendosi bruciare la gola e i polmoni. Di aprire gli occhi e trovarsi davanti una donna con quell’aspetto, di cui nemmeno sapeva il nome.
Aveva un palmo liscio, vagamente viscido, che gli impediva di gridare o di sputare l’acqua salmastra impigliata tra le labbra.
Aveva sempre pensato che gli uomini salvati dal mare fossero degli sfigati che esistevano solo nelle leggende, e invece ora avrebbe desiderato con tutto se stesso potersi aggrappare ai suoi polsi, avvolgersi a lei e trarsi fuori da quell’acqua gelida il più possibile. Ma le sue braccia e le sue gambe erano molli, appiccicose.
Prese fiato di nuovo, assaporando ogni secondo di quel gesto.
E poi cercò il senso delle parole di lei. Probabilmente non sapeva dei lavoretti che lui svolgeva. Nessuno dei due tipi di lavoretti. Ma in qualche modo aveva bisogno di qualcosa che lui poteva darle, quindi forse non lo avrebbe gettato di nuovo sotto la coperta color pece dove nemmeno la pioggia penetrava. Forse era la sua giornata fortunata.
Si sentiva incredibilmente lucido. Congelato. Cristallino. Come non era da giorni, dopo che si era fermato nella stanza a fumare opium per molte notti. Si sentiva pronto a svolgere il mestiere che preferiva.
Cercò di sorriderle, accattivante, ma riucì solo a far tremare le labbra e sbattere le palpebre, livido in volto.


Creature marine…non ne ho mai vedute prima”.


A parte lei, ovviamente. Si chiese se fosse una sirena, con quella coda, se avesse appena sedotto qualche marinaio con la promessa di un segreto viscoso che non poteva ottenere. Oppure se fosse un qualche genere di demone vomitato dall’inferno roboante della tempesta.
Ma dopo tutto poco importava, perché lui aveva perso il denaro e probabilmente avrebbe perso anche la vita se lei non lo avesse tenuto a galla.


Ma so di certo dove potresti trovarle, se fossero attraccate a questo porto”.


Salme. Quindi creature morte. Magari con le pinne, con i capelli intrecciati e bei visi pallidi avvolti dalle alghe. O forse enormi corpi di tritoni dalla pelle membranosa. Non importava, lui era certo di dove la gente della città li avrebbe portati, senza troppi riguardi, sperando di ricavarne qualche soldo. Conosceva gli uomini e le donne del porto e il loro senso pratico. Niente musei per quello che il mare vomitava sulla terra.
Niente cimiteri per quello che si ingoiava.


Raggiungiamo un terreno più solido e sarà mio onore condurti in quel luogo”.


Avrebbe potuto dirglielo subito, ma non poteva perdere la sua unica occasione di sopravvivere. Tentò di avere un tono deciso, ma la voce gli tremava, mozzata dalla violenza della notte.



 
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Dr. CuloCane
view post Posted on 22/6/2016, 23:41




Esseri umani, sapevano essere davvero stupidi a volte.
Mila alzò gli occhi al cielo, quand'egli ebbe il coraggio di proporle uno scambio apparentemente equo: in cambio della sua presunta confessione, circa la posizione delle salme dei suoi cari, la ninfa avrebbe dovuto condurlo sulla terra ferma, e la prima condizione non sarebbe stata soddisfatta se non al termine della seconda.
Come poteva pensare, l'inutile essere scampato a morte certa, che Mila accettasse una proposta di quel genere? Il semplice fatto che questi non avesse dato per certa, la possibilità che i suoi cari fossero giunti in questo porto nelle ore successive la loro morte, rendeva lo scambio pressoché inutile, unilaterale. E, ritenere che la ninfa fosse stupida come un chiunque altro essere marino - perché il punto era questo, giocare sulla sua disavventura e infondere speranza negli occhi di, in termini di speranza, aveva già dato più di quanto potesse permettersi - era a sua volta una mossa stupida.

« Devo ammettere che sai essere divertente, e non è facile con un viso come il tuo. »

Quel tuo fu pronunciato con un tono ben differente dal resto della frase, la quale al contrario mascherava intenzioni più che serie, e se non fosse stato per il suo totale disinteresse in qualunque reazione dell'umano, ci avrebbe scommesso che lo aveva spaventato, oppure semplicemente agitato. Nel terminare la sua frase, comunque, Mila risvegliò i suoi poteri di strega, e questi ebbero innanzitutto effetto nell'aspetto esteriore: gli occhi paglierino di lei mutarono la forma delle pupille, assottigliandosi in perfetto stile felino; finanche i sensi del giovane marinaio si affievolirono, ed improvvisamente ogni singola parola che venne dopo, in lui sortirono un effetto dettato dal preciso volere della giovane ninfa. Un volere che superava il vago concetto di ordine, orientandosi su qualcosa di più lussurioso, a preciso sfondo sessuale.

« Rivediamo i termini dello scambio- » Il viso pallido e freddo di lei sfiorava quasi quello di lui, erano a pochi centimetri di distanza ed il giovane poteva leggere negli occhi di Mila qualcosa di preciso. Qualcosa che avrebbe smosso il suo intestino, o il suo stomaco, o più semplicemente le sue parti basse. « Tu mi dici dove potrebbero essere, ed io, beh... non banchetterò con le tue interiora dopo averti annegato. » Parole che avrebbero potuto terrorizzare il più cauto degli uomini, ma che grazie ai suoi poteri acquisirono un tono differente. Che poi, Mila non avrebbe assaggiato le sue interiora neppure sotto tortura, le ninfe non si cibavano di umani.
E neppure di altre creature marine.

Le ninfe erano sostanzialmente vegetariane, questa l'amara verità.

fF9zKm1

Note ~ Utilizzo della passiva affascinare, talento ammaliatore.

 
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view post Posted on 26/6/2016, 20:37
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I termini dello scambio.
La sua voce. I termini dello scambio.
La sua voce.
Un brivido lo percorse, più gelido dell’acqua in cui le sue membra stavano perdendo lentamente sensibilità. Come un sussurro all’orecchio, come un fiato tiepido sull’orlo delle labbra.
Lei. Che banchettava con le sue interiora. Lei china sopra di lui che si nutriva dei suoi organi, con la bocca sporca di
Trattenne il fiato. nonostante già gli mancasse aria. Nonostante lei lo avesse appena minacciato di morte. Un pensiero si era insinuato tra i suoi ricordi, una fantasia serpentina come non ne aveva mai avute. Innaturale, per un come lui. La sentiva sotto i polpastrelli, dove sfioravano la sua pelle, lungo la gamba che appoggiava contro la sua coda. Dentro quegli occhi, che avrebbe voluto fissare a lungo, distesi accanto ai suoi.
Forse era solo curiosità, stuzzicante, proprio in quel momento in cui credeva di avere pochi minuti di sopravvivenza. Una sorta di reazione della sua mente. Una volta, quando svolgeva il suo secondo lavoro, una donna glielo aveva chiesto. Gli aveva domandato se lui non fosse per caso almeno un po’ curioso. Per caso.
O forse per morte. Certo era che quel temporale riusciva appena a schiarirgli le idee. Mentre il suo seno gli premeva contro la spalla e gli pareva di affondarle dentro. Ma non abbastanza. Sospirò lievemente. Era tutto assurdo, totalmente assurdo. Tanto per cominciare lei aveva una coda. Ma anche se avesse avuto due gambe, non avrebbe dovuto interessargli.
Fino a quel momento.
Le labbra di lei erano così vicine che dovette sforzarsi per parlarle solamente.


Senti…d’accordo…discutiamone. Ma stai calma, dear”.


La gola secca avvampava, bruciava per il sale e il respiro forzato. Mentre perdeva contatto con le punte dei piedi e cercava sul volto di lei una reazione, una reciprocità. Qualcosa che riverberasse il timido tentativo del suo corpo di rianimare la parte più corretta per interagire con lei.
Del tutto insensato, inspiegabile, eppure vagamente piacevole. Meglio di farsi divorare, in ogni caso.


Qui vicino…ai margini del porto. C’è un grosso mattatoio. Tutto quello che viene pescato o deve essere macellato è lì.
Quindi forse…corpi morti…


Socchiuse gli occhi, trattenendo il fiato. Lei non lo lasciò andare, non ancora. Un buon segno.
Perché la sua priorità in quel momento era sopravvivere. Toccare le lastre unte di pietra del porto e boccheggiare, vomitando la salsedine, rotolandosi su se stesso. Rotolandosi su di
Raccolse di nuovo le idee.


Io ti ci posso portare. Potrebbe servirti una mano”.


Una mano. Come quella con cui si avvinghiava a lei, un po’ più delicatamente di prima. Forse a lei piacevano le cose strane e non lo avrebbe sbranato. Una bella sorpresa, soprattutto se lo avesse salvato. Quella era decisamente la notte delle sorprese, dopo tutto.



CITAZIONE
Riposto lo specchietto messo nel post che ho cancellato (avevo male interpretato la tua tecnica) come promemoria.

La scena prosegue bene e scorrevole, ma il modo in cui hai citato la tua tecnica (per quanto corretto) non è il più adatto a riassumere cosa hai fatto (mancano i consumi, per dire, e lo specifico effetto).
Per questo motivo ti suggerisco uno specchietto (mio, ma solo indicativo) che ti possa dare un'idea di come strutturare le informazioni che fornisci, a vantaggio sia tuo che di chiunque si trovi a ruolare con te.
Fammi sapere se qualcosa non ti è chiaro.

SPECCHIETTO Come vedi il mio specchietto è strutturato nel seguente modo (non è necessario sia così, ma si tratta di un esempio):
1. Elenco prima le risorse di base a mia disposizione e il costo dei consumi.
2. Subito sotto riporto le risorse con indicati i consumi utilizzati lungo tutta la giocata (aggiungendo di volta in volta quelli del turno corrente) e li sottraggo, ottenendo il totale residuo della singola risorsa.
3. Elenco poi tutte le passive, i relativi utilizzi di base, e sottraggo quelli effettuati nella giocata, così so quanti me ne restano
4. Elenco le abilità (attive e passive) utilizzate nel corso del turno e subito sotto riassumo rapidamente le azioni effettuate. Talvolta infatti i post sono molto descrittivi e introspettivi e non indicano "qui uso questa tecnica" (stilisticamente non sarebbe il massimo xD). Perciò un riassunto che esemplifichi gli eventi può aiutare sia i correttori che gli altri partecipanti.
5. Lascio poi uno spazio per eventuali annotazioni x3


Spechietto

R. 125%.[Mente] 50%.[Corpo] 125%.[Energia]
*Proviene da un Occhio
B.[5%] M.[10%] A.[20%] C.[40%]



Energia. 125%
Fisico. 50% - [(Medio x1)] = 40%
Mente. 125% - [(Medio x1)] = 115%

.Passive.


Talento stratega - Ostinazione | Numero di utilizzi: 6
Talento stratega - Intuito | Numero di utilizzi: 6
Talento stratega - Mente Fredda | Numero di utilizzi: 6
Talento stratega - Scetticismo | Numero di utilizzi: 6
Passiva Personale 5/25: genera un'aura di disagio e inadeguatezza nei confronti di chi si trovi nel suo campo visivo | Numero di utilizzi: 6
Passiva Razziale umana | Numero di utilizzi: 6
Pergamena Immagin Statiche | Numero di utilizzi: 6
Pergamena Immagin Legate | Numero di utilizzi: 6
Pergamena Immagini Fortificanti | Numero di utilizzi: 6
Passiva Personale 16/25, Visione attraverso gli occhi della bambola anche quando essa non è a contatto con Ainwen | 6 utilizzi
Passiva Personale 17/25, Auspex delle anime | 6 utilizzi
Collana Elfica | 6 utilizz


.Abilità Utilizzate.


Abilità Personale 14/25, Natura Magica, Autodanno Mentale, Dominio delle tenebre con effetto difensivo dalle tecniche magiche | Consumo: Variabile --> (Usato a Medio)


.Riassunto.


MI difendo da un medio al fisico subendo un medio.


.Altro.


Sono fierissima ed emozionatissima di partecipare a questa quest *_____*/ Spero che il post sia degno!

 
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