Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

SensESless

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Æclipse
view post Posted on 3/7/2016, 15:06 by: Æclipse




Era una placida serata come tante, nel villaggio in cui è ambientata la nostra storia. Un modesto insediamento marittimo, di quelli in cui accade poco o niente tutto il giorno, tutti i giorni; una meta turistica apprezzata da molti nientemeno, forse proprio da quei raminghi stanchi di sfidare la sorte nelle terre selvagge. Ahimé, sfortunatamente per quei fiacchi residenti e spossati viaggiatori - le cui avventure non sono degne di nota -, uno strano vento soffiava quel giorno.
Si era fatto l'imbrunire, e gli ultimi fuochi del sole inondavano il foro cittadino; le mura e le strade luccicavano per la pioggia scesa fino a poco tempo prima, che aveva lasciato la città coperta da un sottile mantello d'acqua. Chi chiudeva negozio, chi ritirava i panni e chi se ne stava placidamente seduto a bere un calice di vino. O fingere di bere, quantomeno - dopotutto il principale scopo di un vino è farti sembrare sofisticato mentre lo reggi, no? Ognuno andava per la propria strada, ricamando una fitta trama di pacifica quotidianità.

D'un tratto il rintocco di una campana. Troppo acuto e squillante per essere quello di una chiesa; no, era un piccolo e frenetico trillo.
Immediatamente tutto il mondo si bloccò, volgendo lo sguardo ad est, in direzione delle mura. Un ritmico clangore di metallo e stivali accompagnava la corsa di diversi uomini d'arme, richiamati ai posti di guardia. La coltre di silenzio venne squarciata, ed in breve decine di persone si ritrovarono per le strade, vociferando in agitazione. Più che la paura, la confusione faceva da padrone: colli ritti, bocche spalancate ed occhi stretti nel cercare di mettere a fuoco qualcosa, qualsiasi cosa.

«Dicono di aver visto un mostro!»

Ad annunciarlo fu un carpentiere - un uomo robusto e pelato -, che era andato prontamente dal cugino - una guardia al cancello - a chiedere spiegazioni. Guarda caso, anche il cugino era pelato.
A quella notizia potete ben immaginare il fermento che si creò, tra persone spaventate ed altre parimenti eccitate. Alcuni vollero tornare alla sicurezza delle loro case, mentre molti altri si riversarono in strada incuriositi dai nuovi sviluppi. Un centinaio di persone tese come stringhe di violino, dalla testa ai piedi, a guardarsi intorno e scambiare commenti.

In quel tumulto, due persone passano oltre la folla. Spiccano non tanto per il loro aspetto, quanto per l'atteggiamento, in netto contrasto con lo sfondo degli astanti: tranquillamente camminano in direzione del porto - diametralmente opposto ai cancelli -, del tutto noncuranti della faccenda.
Ad aprire il passo, un bambino: alto, esile come un fuscello, con setosi capelli neri che gli ricadevano sulle spalle; non lasciava trasparire il fatto che avesse solo 11 anni. Qualcosa nei suoi lineamenti sottili, nel modo in cui si portava con sicurezza nonostante le sue palpebre fossero serrate. Chi non intuiva fosse cieco, poteva pensare che stesse giocando.
Qualche passo dietro di lui una figura tanto bizzarra quanto affascinante. Camminava con grazia ed eleganza, imbellettata dentro una ricca veste purpurea finemente ricamata; la pelle quasi diafana s'addiceva ai lunghi capelli dai riflessi argentati, chiusi in una cuffia decorata. Era quasi inquietante notare come quella splendida fanciulla ricordasse una bambola, pallida e liscia, in quel suo vestito prezioso.

Il duo aveva evidentemente una destinazione ben precisa, ma posso rivelarvi - cari lettori - che la sicurezza del loro passo celasse un dilemma interiore.
Quale ironia quando, per un attimo - nel passare di fronte una locanda -, le iridi perlacee della donna si posarono su una bambola... e la sua padrona non-vedente. Può sembrare una barzelletta, ma non lo è.
Il ragazzino in fronte si bloccò di scatto, torcendo il viso in una sincera smorfia divertita. Se gli avessi dato una voce - io autore -, avrebbe riso.
La sua accompagnatrice si fermò anch'ella; lo guardò in silenzio per un attimo, poi chinò rispettosamente la testa in segno di assenso. Solo i più furbi avrebbero capito il significato di quel misterioso gesto, ma per trasparenza io lo spiegherò a voi, cari lettori. Dovete sapere che in quel breve attimo di immobilità, i due ebbero una silenziosa conversazione telepatica, a cui seguì in particolare evento.

La giovane bambola vivente si fece incontro alla cieca ed il suo presunto compagno - l'uomo col bicchiere di vino, l'avevo citato prima, ricordate? -, rivolse un saluto col capo e semplicemente disse:

«Il mio Maestro desidera vedere l'oceano. Sapete indicarmi quale sia il punto con il panorama migliore?»

La sua voce era musicale, dolce, come se cantasse una ninnananna.
Peccato che su Thedas non esistesse la professione di doppiatrice, avrebbe fatto fortuna.



Ma che bello, ma che bello! :8D:
Non mi aspettavo una simile opportunità di interazione, sono gasato. :scl:
Premetto di non aver letto la parte tecnica del tuo pg per non rovinarmi niente, solo la descrizione del suo aspetto. Che il divertimento abbia inizio. :8):

PS: sto sperimentando solo ora questo tipo di scrittura, quindi sono un po' impacciato.
 
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4 replies since 2/7/2016, 23:57   240 views
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