Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Confronto rettile

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Caccia92
view post Posted on 4/6/2016, 15:04




Taanach, una catapecchia
- ora terza della notte

Si muoveva nel silenzio totale, sfiorando appena le pareti umide del rudere. Era un'abitazione antica, messa a dura prova dal trascorrere dei secoli. Fortunatamente la pietra reggeva ancora il peso del tetto, ma gran parte delle travi era crollata e ora giaceva abbandonata sul pavimento. Le violente piogge che di tanto in tanto interessavano la periferia della città avevano scavato lunghi solchi nelle assi di legno, marcite e ridotte a cadaveri di un passato dimenticato. Eppure, tra tutto il degrado, si poteva intuire lo sfarzo di un'antichità prestigiosa: una biblioteca privata. Piena zeppa di libri e di conoscenza, forse; ricolma di tesori per la mente, manoscritti, pergamene, papiri di grande valore. Non rimaneva nulla, se non qualche pagina strappata dai volumi di scarso valore.
Non sapeva dove andare se non in quel posto. La chiamava casa per darsi l'illusione di possedere qualcosa, di avere ancora un legame con la civiltà in senso proprio. Ma lui era un mostro. Vestito di stracci, con la pelle squamosa trasudante liquido e gli occhi gialli che brillavano tra le ombre. Molti lo conoscevano a Taanach poiché era sua abitudine sbucare dalle fognature per rubare cibo e acqua nella piazza del mercato. Non era violento, ma ogni volta che guardie e garzoni lo costringevano, sapeva difendersi bene. Per quel motivo - e per il suo aspetto grottesco - lo avevano definito "Il coccodrillo del Mercato". Nessuno, in verità, si era mai preso la briga di indagare su ciò che realmente fosse o dove si nascondesse. Alcuni ragazzini lo avevano addirittura visto mentre imboccava l'ingresso dell'antica biblioteca, ma non si erano interessati. Era un bene, in realtà.
Passò la notte in relativa tranquillità. Gli incubi, come sempre, tornavano a tormentarlo. Visioni di un mondo in cui tutti possedevano squame lucide, artigli e lunghe code, ma lui era un umano ed unico abitante della terraferma. Gli altri stavano nelle fogne, a mangiare rifiuti e a nascondersi dalla luce del sole. Chissà se, in tempi remoti, i Maegon vivevano nel sottosuolo perché infastiditi dal caldo o se costruivano le loro piramidi nelle profondità perché non conoscevano altro posto. Quelle riflessioni lo tennero sveglio per l'ultima porzione di riposo, così si rassegnò ad attendere l'alba. Doveva togliersi dalla testa quelle ossessioni...quelle stesse ossessioni che lo avevano reso un emarginato.



Taanach, piazza del mercato
- ora decima del giorno

C'era puzza al mercato di Taanach. La gente si accalcava intorno alle carovane di merci, spintonando e bisbigliando all'unisono. I banditori decantavano la freschezza dei prodotti, generando più caos nella testa delle persone. C'era addirittura chi aveva deciso di allestire un piccolo spettacolo di marionette per attirare i clienti e dei sinistri medici che portavano delle maschere bianche sul volto. La moltitudine di colori e suoni faceva venire il mal di testa, ma nessuno voleva andarsene senza aver visto almeno una decina di esposizioni. Vino, spezie e carni erano i più venduti e richiesti, mentre la verdura non era molto apprezzata per via dei metodi di coltivazione - che sfruttavano dichiaratamente l'alchimia per incrementare le dimensioni di patate e carote. Il pesce si trovava raramente.
Il Coccodrillo del Mercato sollevò il pesante tombino e sgusciò fuori. Si trovava in un vicolo limitrofo alla piazza, una stradina buia che tagliava a metà gli abitati. Per non essere riconosciuto subito aveva indossato una pesante cappa color grigio e dei pantaloni marroni. Sgattaiolò tra un'insegna e l'altra delle squallide taverne di periferia, trovandosi ben presto a contatto con i primi acquirenti carichi di leccornie e strambi oggetti per la casa. Il Coccodrillo si soffermò soprattutto su una donna che trasportava un cesto di anguille gialle, una prelibatezza per quella zona dell'Akeran. Decise di rinunciare quando percepì lo sferragliare delle armature: le guardie di ronda non mancavano mai.
Si avvicinò quindi ad una prima carovana che vendeva salsicce e prosciutti di scarsa qualità. Il proprietario - un uomo grasso con il grembiule sporco di sangue - stava discutendo sul prezzo della carne con un garzone; forse era un buon momento. Il Coccodrillo allungò una mano da un punto sicuro e afferrò una succulenta porzione di manzo. Il venditore, tuttavia, se ne accorse immediatamente.
« Il mostro! Guardie! Furto! » farfuglio l'omaccione in preda al delirio.
Il Coccodrillo, senza mollare il pezzo di manzo, cominciò a fuggire. I soldati potevano essere armati, ben allenati, forti, ma non conoscevano le vie di Taanach come lui. Aveva una buona possibilità di farcela. Guizzò attraverso stradine sconosciute, sottopassaggi inesplorati e casupole abbandonate. Si ritrovò, infine, senza fiato e con la bava alla bocca, a correre nel mezzo di una zona sconosciuta. Si era perso, ma non voleva fermarsi. Troppa gente lo aveva notato per sperare che le guardie avessero mollato la ricerca.
Purtroppo quello non era un giorno fortunato. Ad uno svincolo, improvvisamente, andò a sbattere contro un individuo. Più che la sorpresa dell'incontro, il primo odore che gli giunse alle narici lo lasciò di stucco. Era un'emanazione di feromone che solo i rettili possedevano.




CITAZIONE
Benvenuto alla tua giocata d'arrivo. Ho visto nella richiesta che preferivi il Sultanato o Taanach come luogo di partenza, quindi ho optato per quest'ultima. Ho letto anche il tuo background, quindi mi sono permesso di creare un personaggio che si adattasse alla tua storia. Parliamo del "Coccodrillo del Mercato" (non è il suo vero nome, quello dovrai scoprirlo tu, se vorrai), un individuo dall'aspetto rettiliano che girovaga per la città, specialmente di notte, perché emarginato dal resto della società. Il suo carattere/pische sono appena abbozzati, ma forse puoi intuire che cosa sia accaduto, molto tempo fa. Si rintana in una biblioteca, è disperato, ruba, cerca di vestirsi come un uomo. Un esperimento andato a male? Probabile.
Dunque, in questo primo post ti chiedo di fare una presentazione del tuo PG. Perché sei a Taanach, cos'hai fatto fino a questo momento, dove vorresti andare, quali sono i tuoi scopi. Insomma, fammi sapere qualcosa di te. In secondo luogo vorrei che reagissi con naturalezza all'incontro/scontro con il Coccodrillo. Ad un certo punto, mentre sei a spasso, ti si getta contro come uno stupido. Vediamo come si sviluppa la scena. Se hai domande o dubbi di qualsivoglia genere, puoi utilizzare la mia casella dei messaggi.
Buon gioco!
 
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.:Orion:.
view post Posted on 4/6/2016, 17:36




CITAZIONE
Narrato

Parlato

Pensato

Parlato altrui

Ecco a voi Effendi! I migliori abiti della città! Come potrete immaginare, però, il prezzo è caro...

L'affermazione era abbastanza sensata, considerando che il suo avventore aveva richiesto costosissimi abiti di seta, presentandosi però con addosso semplici abiti di cuoio da popolano, con la barba lunghissima e i capelli incolti, lunghi quasi fino alle natiche. Uno straccione insomma! Però aveva fatto la sua richiesta con un tono ossequioso, tipico della gente colta e nobile, per questo il grasso mercante non l'aveva scacciato. Senza staccare gli occhi dallo splendido caftano blu notte con decorazioni dorate, Asarthur estrasse un grosso frammento di ambra blu dalla tasca interna della giubba di cuoio, depositandola sul bancone. Il mercante sbarrò gli occhi deliziato, cominciando a sperticarsi in lodi esagerate che cominciarono ad irritare il Serpente. Presa la merce, senza ancora degnare di uno sguardo il mercante ossequioso, se ne tornò alla locanda dove alloggiava, fuoriuscendone pochi istanti dopo con il suo nuovo aspetto: ora si che sembrava la persona di un tempo! Dopo aver pagato la figlia del locandiere, infatti, si era fatto sistemare la barba e i capelli, che richiedevano quel trattamento da una decina d'anni abbondante, si era vestito con i suoi nuovi e costosissimi abiti, aveva indossato i monili Maegon che aveva portato con sé dalla Piramide ed era poi andato per la sua strada, desideroso di assaporare quella mondanità che gli mancava da troppo tempo.

Chi avrebbe mai detto che avrei finito per sentirmi a mio agio in mezzo alla folla!

Pensò sogghignando mentre si dirigeva verso il mercato, sistemandosi un lembo del turbante sfuggito al suo posto. Effettivamente, per uno che aveva passato tranquillamente dieci anni in totale isolamento, era riuscito a riabituarsi alla civiltà con sorprendente rapidità, meno di 3 giorni di convivenza forzata con i peggiori individui di tutta la città santa di Taanach. Da quando aveva lasciato la giungla, aveva fatto in modo di dare il meno possibile nell'occhio, agghindandosi come un pezzente ed evitando di pagare troppo spesso per non mostrare i gioielli che usava come moneta, ma ora che aveva raggiunto una delle sue mete poteva tranquillamente fare sfoggio della propria eleganza, come un pavone nella stagione degli amori. Passeggiando tra le bancarelle non poté fare a meno di notare quanto il caos fosse aumentato in quegli anni: marionettisti, saltimbanchi, giocolieri e feccia di ogni tipo dava spettacolo tra le varie attività commerciali, i cui proprietari non facevano altro che peggiorare la confusione urlando come ossessi quanto buone e fresche fossero le loro merci. E il fetore, forse, era addirittura peggio del rumore, poiché proveniva da fonti talmente diverse tra loro da creare un macro-puzzo decisamente nauseante: sudore, escrementi animali, cibi in procinto di marcire, eppure non infastidiva più di tanto il Viaggiatore, il quale esaminava con attenzione le bancarelle di gioielli, dei macellai (stranamente richiesti, mentre i fruttivendoli sembravano avere poco giro d'affari lì) e dei sarti, e nel frattempo rimuginava sul da farsi, non disdegnando di origliare le conversazioni che si svolgevano attorno a lui.

"Sembra ci sarà una favolosa processione domani, non vedo l'ora! Speriamo solo che quella bestia non decida di saltare fuori e rovinare tutto! Quel Coccodrillo è un pericolo per gli affari e le persone, dovrebbero abbatterlo e usare la sua pelle per farci degli stivali! Hai sentito che cosa ha fatto ai garzoni del vecchio Saif qualche settimana fa? Roba da matti, e le guardie glielo permettono! Ah ma se dipendesse da me..."

Incuriosito dalla storia, Asarthur fece per voltarsi verso le due donne che stavano chiacchierando per ottenere qualche informazione, ma subito si bloccò: a che scopo farlo? Non era nei suoi interessi perdere tempo con leggende metropolitane e delinquentelli di bassa lega. Lui aveva ben altro da fare.

Devo sbrigarmi, non posso sprecare troppo tempo qui. Devo riuscire a viaggiare il prima possibile verso Qashra per riallacciare i miei vecchi contatti a corte. Ma prima devo assolutamente incontrare Obadiah e ragguagliarlo su cosa è successo in questi anni. Se c'è qualcuno che può aiutarmi con i miei lavori è sicuramente l'Alchimista Reietto. Chissà come procedono i suoi studi...

Con un sospiro, smise di bighellonare e si avviò a passo svelto verso il quartiere degli alchimisti, una delle zone più isolate della città a causa dei pericoli legati a quelle pratiche: era un cammino tortuoso, che scendeva e saliva varie volte per vicoli stretti e insidiosi, dove capitava spesso di incrociare borseggiatori, puttane, lenoni ed assassini. Camminando con la testa fra le nuvole, continuò a soppesare i propri progetti, cercando di elaborare una strategia che gli permettesse di risparmiare tempo: aveva due opzioni, andare effettivamente nella Capitale, riallacciare i suoi contatti con il ministro della Ricerca e dimostrargli di essere ancora degno di fiducia, e quindi sperare di riuscire ad ottenere qualche incarico nell'Università di Qashra, oppure cercare di operare simultaneamente anche a Taanach, sfruttando quelle organizzazioni che nel Sultanato erano decisamente malviste per cercare di ottenere copertura economica e politica anche al di fuori delle terre dei nani. Era talmente preso dalle sue riflessioni che non percepì minimamente che qualcuno gli si stava fiondando addosso. L'urto fu piuttosto forte, e quasi lo fece cadere a terra. Cercando di mantenere l'equilibrio, emise un verso molto simile al sibilo di un cobra arrabbiato, voltandosi di scatto e preparandosi a riempire di insulti colui che l'aveva urtato, puntando i suoi occhi ambrati sull'individuo che in qualche modo era riuscito a rimanere in piedi come lui. Ciò che vide lo fece rimanere assolutamente di ghiaccio: l'uomo, se davvero era tale, era infatti la cosa più simile ad un Maegon che avesse mai visto in vita sua. Avvolto malamente in un logoro mantello grigio c'era infatti una creatura orrendamente rettiliana, con la pelle squamosa e trasudante, di un colore grigio-verdastro, e con enormi occhi giallo, sproporzionati rispetto alla testa e paragonabili a quelli di un geco. I denti, nella bocca leggermente aperta, come per lo stupore, erano triangolari ed aguzzi. Come un fulmine a ciel sereno, qualcosa balenò nella mente del Serpente.

Il Coccodrillo, quello di cui parlavano quelle racchie al mercato! Dunque è questa cosa, non un vero animale!

Un vortice di sorpresa, curiosità e avidità cominciò a turbinare dentro di lui, lasciandolo come paralizzato ad osservare quella cosa con cui probabilmente condivideva qualcosa. Cos'era? Un ibrido? Il risultato di un esperimento? La progenie dell'antico popolo sopravvissuta in qualche modo ai secoli nascondendosi nelle fogne (a giudicare dal puzzo che aleggiava attorno a lui)? Doveva scoprirlo, analizzarlo, anche a costo di aprirlo in due e vivisezionarlo! Ad un tratto un rumore lo riportò alla realtà: il frastuono dell'acciaio e le urla concitate dei soldati.

L'ho visto andare di qua, seguitemi! Questa volta appenderemo la sua pelle alle porte del mercato!

Oh, non finché ci sono io...

Sibilò irato lo studioso. Con rapidità, allungò la mano verso il braccio del Coccodrillo, cercando di afferrarlo e strattonarlo nel vicolo lì vicino.

TU! Stai lì e non muoverti!

Dopodiché si lasciò cadere a terra e prese a singhiozzare in maniera estremamente convincente. Quando le guardie arrivarono da lui cominciò ad urlare con voce isterica, come avrebbe fatto qualsiasi nobile nelle sue condizioni, indicando con il dito teso e tremante nella direzione esattamente opposta allo scuro vicolo doveva aveva mandato a nascondersi il Coccodrillo.

Quella cosa è andata verso il Bazar delle spezie! Avrebbe potuto uccidermi, ma perché voi non lo fermate???

Appena i soldati furono spariti e il rumore dei loro passi spento, si rialzò, ridandosi un contegno, ed andò verso il mezzo-rettile, con un sorriso inquietante dipinto in volto. Obadaiah avrebbe aspettato: quell'occasione era troppo ghiotta, quell'incontro era chiaramente voluto dagli dei! Con voce soave e cercando di nascondere la brama che trasudava dalla sua persona, si rivolse al ricercato.

Allora, non ti pare il caso di ringraziare?


CITAZIONE
Grazie mille per aver aperto la giocata! Spero di non aver disatteso i tuoi piani!
 
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Caccia92
view post Posted on 6/6/2016, 20:30




Taanach, una villetta nel centro urbano
- ora settima del giorno

Sistemare gli affari era un lavoro duro. Tra le cento scartoffie che gli giravano per le mani, la maggior parte riguardava concessioni di vendita e richieste di esportazioni. Solo alcune rientravano correttamente nella sua idea di "contratto di guadagno". Le forniture a basso costo, le aperture di nuove zone commerciali, il benestare dei templi per l'affissione dei listini sui colonnati. Oh, quello era un bel problema: da quando Taanach era emersa come capitale della sacralità, i sacerdoti non facevano altro che lamentarsi per le numerose carovane che attraversavano le cosiddette piazze immacolate. Di immacolato avevano solo l'incenso.
Un'altra grave questione riguardava i furti alla piazza del mercato. Negli ultimi tempi erano aumentati spaventosamente, complice l'afflusso sempre maggiore di stranieri. La gente cominciava a lamentarsi seriamente dei crimini, nonostante la dichiarata natura di Taanach. Cosa si aspettavano, un'ordinata serie di abitati costantemente pattugliata dalle guardie? Che se ne andassero a Qashra allora, dai nani e dalle loro leggi ferree!
Tuttavia non poteva stare semplicemente a guardare. In qualità di principale investitore nell'attività commerciale di Taanach, era suo dovere risolvere i piccoli fastidi. Per il popolo e i suoi affari. Maledizione, i furti facevano malissimo agli affari!
Bestemmiando più Daimon contemporaneamente, frugò tra le carte in cerca di un rapporto dettagliato dei furti. Ne recuperò uno in pochi secondi, poiché la maggior parte dei resoconti riguardava proprio quell'argomento. Cominciò a sfogliare le pergamene, leggendo mentalmente le varie informazioni. Furto, pesce, Il Coccodrillo; malfatto, banco delle spezie, un ubriacone di nome Jack; furto, carne, il Coccodrillo; tentativo di furto, salsicce, il Coccodrillo; furto, mele, la barbona della Via Sporca; furto, pesce, il Coccodrillo. Diamine, quel Coccodrillo doveva essere un esperto o un completo disperato. In quattro giorni di rapporti compariva più volte il suo nome della parola "furto". E lui sapeva esattamente cosa fare in tali situazioni.
Si rivolse ad uno dei suoi scrivani, addetto alla compilazione degli ordini esterni.
« Manda un messaggio a Coy. Digli che ho impellente necessità dei suoi servigi. »
Il lacchè non impiegò molto a scrivere e a portare la lettera. In meno di due giri di clessidra, Coy stava al suo cospetto. Quel giorno indossava un completo bianco che gli arrivava fino alle ginocchia, pantaloni dorati e un paio di stivali di pelle nera; portava, come sempre, la maschera bianca davanti al viso, simbolo degli Occhi del Serpente. Coy era un sicario a pagamento, membro dell'organizzazione di Lhissra'had Essien. Costava molto, ma era efficiente, rapido e non faceva domande. Sistemava le questioni senza sprecare lunghi cicli per organizzare una battuta di caccia e completare le procedure d'arresto. Ah, al diavolo i nani e le loro leggi!
« Bentornato alla mia umile dimora, Messer Coy. Sono onorato della sua presenza. »
L'assassino non rispose. Si limitò a dondolare la testa da una parte e dall'altra. Che pallone gonfiato.
« Ho un piccolo problema. Una specie di mostro sta commettendo una serie di crimini nella piazza del mercato e... »
« Come lo trovo? »
« ...cof...ehm, non ne ho idea. Dicono che si vesta con degli stracci e abbia delle squame al posto della pelle. La sua dimora dovrebbe trovarsi da qualche parte nella zona Est della città. »
« Devo ucciderlo o portarvelo vivo? »
Maledizione, quel Coy andava subito al sodo. Non aveva il minimo riguardo per le convenzioni.
« Uhm...uhm...no. No, uccidilo pure. »
Alla fine, a chi importava di un sudicio rettile privo d'onore?



Taanach, zona Est
- ora undicesima del giorno

Il Coccodrillo rimase in silenzio mentre lo sconosciuto fingeva di essere stato aggredito. Non disse nulla e non oppose obiezioni. Le guardie, due tipi dall'espressione ottusa, si lasciarono convincere e passarono oltre il vicoletto in cui era nascosto. Trascorsero alcuni minuti di silenzio, mente le orecchie ricercavano suoni spiacevoli o rumori sospetti nelle vicinanze. Non sentì nulla.
« Allora, non ti pare il caso di ringraziare? » chiese, in tono amichevole, lo straniero.
Era straniero sicuramente. Non lo aveva mai visto in giro per la città o in altri luoghi periferici. Taanach era grande, molto grande, ma l'inconfondibile odore di quell'individuo avrebbe sicuramente catturato il suo interesse diversi mesi prima. Lo studiò, valutandone i tratti e la postura: apparentemente era un uomo in tutto per tutto, eppure alcune sfumature - alcuni particolari nascosti - lasciavano intendere la sua natura ambigua. Soprattutto gli occhi, così brillanti e fissi, con la pupilla verticale, confermavano le sue ipotesi. Ad una prima occhiata quella barba curata e l'aspetto regale potevano sembrare caratteristiche comuni degli esseri umani o dei nani. Ma il Coccodrillo aveva capito: servivano a nascondere ciò che era veramente. Provò inizialmente invidia, poiché la sua trasformazione rendeva impossibile un camuffamento del genere; poi si ricordò di ciò che era appena accaduto e buona parte delle sue pene svanirono, sostituite dal senso di gratitudine.
Come poteva ringraziare? Non aveva nulla da offrire ad una persona che possedeva abbastanza denaro da permettersi vestiti di seta. Allungò quindi la mano artigliata e chinò la testa: consegnava il suo pezzo di manzo.
« Prendi, ti prego. Ssso che non è molto, ma ssspero comprenderai il gesssto. »
Un rumore secco. Un sibilo. L'impatto.
Una freccia dalle piume bianche aveva attraversato per intero la grossa porzione di carne e si era conficcata al suolo. Il Coccodrillo assunse istintivamente una posa curva, difensiva, mentre scrutava attentamente i tetti delle case. Poi ancora il rumore secco e il sibilo. E il dolore. Riuscì a notare con troppo ritardo l'uomo vestito di bianco che prendeva la mira da una sporgenza alla sua sinistra. La spalla esplose in un tripudio di schizzi di sangue e i nervi bruciarono tutti insieme. Si accasciò a terra ruggendo: la punta di metallo era penetrata in profondità nell'osso.
Seguirono altre due frecce, diretta al suo nuovo amico. Una di esse era più brillante, simile ad una piccola folgore. Tentò di avvertire lo straniero di cui ancora non sapeva il nome, ma le parole gli morirono in gola. Una fitta acuta risalì dalla clavicola e gli bloccò la mascella.




CITAZIONE
Dunque, ho molte cose da dire. Anzitutto lascia che mi complimenti con te per l'ottimo inizio. Ti avevo lasciato piena libertà su come introdurre il tuo personaggio e tu hai deciso di ripercorrere per filo e per segno almeno le ultime ore; ti sarebbe bastato un accenno, invece hai approfondito con dialoghi, pensieri e (parzialmente) con una visione complessiva di ciò che ti accadeva intorno. Buona introspezione, quindi, per un primo post. In secondo luogo, posso ritenermi pienamente soddisfatto per il campo valutativo della scrittura. Il tuo testo è chiaro, pulito e piacevole da leggere. Non vi sono errori grossolani (anzi, a dirla tutta non ho trovato errori) e il corso degli avvenimenti risulta piuttosto fluida. Ti dilunghi spesso in descrizioni dettagliate con un lessico molto buono e questo potrebbe far storcere il naso ad alcuni lettori: fortunatamente per te, io appartengo all'altro tipo di categoria di lettore. Anzi, apprezzo tantissimo le descrizioni dettagliate (serve anche la fortuna, in alcuni casi). Ho visto di buon occhio anche la tua iniziativa personale di manovrare personaggi multipli e il tuo tentativo di distrarre le guardie.
Ora, ciò che non va. In realtà è un'inezia a livello introspettivo, ma un errore di meccanica piuttosto serio per quanto riguarda il gioco in sé: scegliere chi è possibile muovere in maniera autoconclusiva (ciò decidendo nel tuo post cosa fanno, cosa pensano e come reagiscono a certi tipi di azione) e chi no. Non ti ho dato suggerimenti iniziali proprio per valutare il tuo metodo. Se il venditore di vestiti, le donne e la folla sono personaggi minori (addirittura di tua creazione), le guardie e il Coccodrillo non lo erano. Forse per le guardie non era così chiaro, ma il Coccodrillo rappresentava palesemente il mio (solo in questo caso, ovviamente) personaggio. Chi ti dice che non avrebbe reagito violentemente alle tue parole o non sarebbe fuggito subito appena fuori dalla tua visuale? Questi sono aspetti fondamentali per il rispetto della libertà altrui e una meccanica fondamentale per gli scontri - che vedremo in questo secondo turno. Spero di averti fatto capire come scegliere il tuo raggio d'azione e su quali tipologie di personaggio hai competenza. Ricorda questo, per semplificare: in una giocata con due o più giocatori, non esiste mai un unico punto di vista e un'unica influenza. Non voglio annichilire le tue ambizioni, anzi: voglio spronarle. Fai solo attenzione al quadro complessivo della scena e chiediti sempre "posso governare quel personaggio come se fosse mio?. Alcuni puoi, altri (molti meno in realtà) no.
Ora veniamo al post. La prima parte è introduttiva per spiegarti la seconda. Essenzialmente venite, ad un certo punto, ingaggiati da un guerriero misterioso che vi bersaglia con delle frecce. L'uomo si trova in una posizione vantaggiosa e sopraelevata rispetto a voi, su un tetto a sinistra della vostra zona. Il Coccodrillo viene colpito in pieno. Tu, invece, hai la possibilità di difenderti da due attacchi. La prima freccia è una tecnica:

CITAZIONE
Lampo: una freccia imbevuta di un composto chimico che riproduce l'effetto dell'elettricità. Una volta scagliata, la freccia si illuminerà di bianco e comincerà a crepitare. Se colpisce il bersaglio, l'attacco provoca un danno Basso al Fisico e immobilizza la vittima per la durata di un turno. La tecnica ha natura magica, potenza complessiva Media e consuma Energia.

Il secondo attacco è un semplice colpo fisico portato con 1 CS in Precisione.
Reagisci e, se puoi, contrattacca efficacemente. Buona fortuna.

P.S. mi sono dilungato molto sulla critica, ma proprio perché è una sola. Nel complesso mi sei piaciuto molto.
 
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.:Orion:.
view post Posted on 8/6/2016, 01:24




CITAZIONE
Narrato

Parlato

Pensato

Parlato Coccodrillo

Affascinante! Non solo capisce e parla il linguaggio umano, ma è perfino capace di provare sentimenti complessi come la riconoscenza e la deferenza! Questo mi indurrebbe a credere che la sua base sia umana, o comunque contaminata da una componente umana. Inoltre la lingua deve essere probabilmente forcuta, altrimenti non si spiegherebbero la pronuncia strascicata e i sibili...

Asarthur fissava in modo estremamente famelico il suo interlocutore, estremamente colpito dalle nuove informazioni ottenute e premunendosi di memorizzare in fretta degli appunti che, una volta raggiunto un luogo appartato, avrebbe provveduto a mettere per scritto sulla sua tavoletta di cera, in attesa di mettere le mani su della pergamena di buona qualità. Il modo in cui si muoveva, l'aspetto, il modo di parlare, il tentativo di sdebitarsi cedendo la propria preda: trovava tutto questo favolosamente avvincente, indice di una complessità che l'aspetto esteriore non tradiva. Conscio che per portare avanti questa ricerca doveva tenersi buono il nuovo "giocattolo", decise di giocare a fare il bravo eroe gentile, scuotendo il capo con un sorriso benevolo ma intimamente falso, fissando gli occhi gialli del Coccodrillo con malcelata avidità:

"Oh no, ti prego! Non è assolutamente necessario! L'importante è che quelli non ti abbiano preso, conosco le guardie, cercano sempre di approfittarsi di chi è inerme. Comunque mi chiamo Asarthur, ma tu chiamami pure Asar. Tu invece come...

Non completò mai la frase, poiché proprio in quel momento un sibilo sinistro catturò la sua attenzione, ed in un attimo vide che il bel pezzo di carne rossa tra gli artigli del rettile era stato trapassato da un dardo d'acciaio dalle piume bianche che si era conficcato al suolo con un rumore sordo. Appena il proiettile si fu conficcato a terra, il Coccodrillo si mise immediatamente sulla difensiva, assumendo una posizione atta a proteggere gli organi interni da eventuali attacchi, ma questo servì a poco, poiché una seconda freccia si era già conficcata profondamente nella sua spalla e, a giudicare dal ruggito di dolore emesso dalla creatura mentre era a terra doveva quantomeno aver lesionato perforato l'osso. Asarthur si voltò di scatto, fissando furioso i tetti nelle vicinanze in per scoprire il nascondiglio dell'aggressore, quando ad un certo punto percepì nuovamente il sibilo di un dardo diretto nella sua direzione dal tetto della squallida casa sulla sinistra poco fuori dal vicolo, a circa 3 metri dal suolo: il tiratore, apparentemente vestito di bianco e con uno strano bagliore nel punto dove si trovava il viso, doveva essere maledettamente bravo per riuscire a colpire da quell'angolazione! Il Serpente non era mai stato un fan del tiro con l'arco o con la balestra, ma non aveva alcun problema a riconoscere la maestria, quando se la trovava dinanzi.

"Ah e che cazzo! Non si può lavorare in pace al giorno d'oggi!"

Pensò furente, tuttavia non aveva troppo tempo da perdere in riflessioni inutili, poiché il dardo gli era quasi addosso e, a peggiorare la situazione, si accorse all'ultimo istante che emetteva un bagliore insolito, come se si trattasse di una piccola folgore: probabilmente era stata stregata in qualche modo, il che peggiorava enormemente la faccenda: una cosa era affrontare un mago o un guerriero, ben altra era affrontare un'abile assassino che disponeva di mezzi magici. Poteva risultare alquanto pericoloso, ma del resto, lui era lui, e non sarebbe stato un delinquente qualsiasi a toglierlo di mezzo! Con un rapidissimo gesto della mano, manipolò l'energia attorno a sé, attingendola dal mondo e lavorandola in modo tale da generare una barriera praticamente invisibile, distinguibile dall'aria solo per il leggero tremolio che la percorreva: quando il dardo simile ad una folgore la colpì, esso esplose in un piccolo lampo di luce, lasciando dietro di sé solo poche gocce di metallo fuso. Soddisfatto di sé, Asarthur non poté comunque tessere le proprie lodi troppo presto, perché una seconda freccia era già a un metro scarso da lui: il tiratore aveva chiaramente approfittato della sua distrazione durante la difesa dal primo colpo per scagliarla, sicuro di prenderlo alla sprovvista. Patetico arrogante! Come poteva pensare di coglierlo impreparato? Agì d'istinto: l'energia naturale si fiondò nel suo stesso corpo, percorrendo l'intero sistema nervoso e provocandogli il consueto dolore dei nervi sovraccaricati, e sottoponendo il corpo a una parziale metamorfosi, che rese la sua pelle più squamosa e le membra più sciolte. Con i neuroni iperstimolati ed il corpo teso come una corda di violino, Asarthur compì uno scatto estremamente rapido in avanti, abbastanza veloce da far si che la freccia, ormai praticamente a due centimetri dal suo torace, si limitasse a tagliare un lembo del caftano per poi conficcarsi al suolo, approfittando della situazione di momentaneo stallo, considerando che il nemico doveva essere probabilmente intento a ricaricare la propria arma, visto che non giunse una terza freccia, per analizzare l'area: l'unico modo per togliere di mezzo quel bastardo di un cecchino era raggiungerlo sul tetto e ammazzarlo, ma come fare? Per un secondo fu tentato di sfondare la finestra sbarrata dell'edificio e di fiondarsi al suo interno, salire le scale e pestare a sangue lo stronzo anche a rischio di cadere in trappola. Eppure quella sarebbe stata una mossa stupida, probabilmente il sicario si aspettava proprio che un eventuale reazione portasse il nemico all'interno dell'edificio. Doveva agire diversamente: approfittò di una vecchia cassa che si trovava casualmente a ridosso del muro come se fosse stato un trampolino, e pregò con intensità che la velocità ottenuta dalla rincorsa e dal doping che si era appena fatto fosse sufficiente a raggiungere i tre metri d'altezza. Non appena il suo peso arrivò sulla cassa, questa si spezzo, facendo volare balle di cotone, lino e seta un po' ovunque, tuttavia resistette il tempo necessario per dargli lo slancio verso l'alto e, per qualche secondo, "la vipera ebbe le ali". Quando fu all'altezza che desiderava raggiungere, non si diede nemmeno il tempo di dare un'occhiata approfondita al cecchino, ma si apprestò ad attivare le ghiandole che aveva in bocca dall'epoca della metamorfosi, producendo il liquido altamente infiammabile che generava il fuoco di drago e, senza troppi indugi, soffiò una sfera di fuoco grossa come un melone contro il suo nemico. Non ebbe però il tempo di controllare se il suo attacco era andato a buon fine: spinto dallo slancio eccessivo si ritrovò ben presto a impattare con il tetto piatto dell'edificio, rotolando per cercare di fermarsi. Appena fu nuovamente fermo e stabile, si rialzò in piedi, ansimando per lo sforzo compiuto e portando la mano alla cintura per estrarre il proprio coltello, pronto ad affrontare il nemico qualora fosse stato tanto abile da schivare il suo attacco incendiario.

CITAZIONE
Asarthur
Fisico: 100% Energia: 100% Mente: 100%


Stato fisico: Affaticato
Stato mentale: Concentrato
Danni subiti: 10% Fisico - 10% Energia - 0% Mente
Fisico: 90%
Energia: 90%
Mente: 100%
CS: +2 velocità - +2 intelligenza

Abilità passive:

Talento eremita: Pacifismo 6 utilizzi
Talento eremita: Divergenza 6 utilizzi
Abilità razziale: Soffio di fuoco 5 utilizzi

Tecniche utilizzate:

Barriera eremitica:
La tecnica ha natura magica. Attingendo all’energia che lo circonda, l’utilizzatore può generare una barriera in grado di assorbire completamente l’impatto di qualunque colpo atto a dannegiare il proprio Fisico, ma è totalmente inefficace contro attacchi rivolti alla Mente.
Risorsa: Energia
Consumo: Medio


Danza della Trasmigrazione:
Power-up di natura fisica, concentrando nel proprio corpo l’energia naturale Asarthur è in grado di risvegliare il lato draconico represso dentro di lui, rinascendo momentaneamente in una nuova forma e diventando quasi completamente un Maegon, ottenendo, inoltre, come beneficio per la trasformazione, un incredibile aumento della rapidità di pensiero e della rapidità di movimento, riuscendo a ragionare ed agire con estrema prontezza ed efficienza. Questa tecnica dona un bonus di 4CS, divisi tra Intelligenza e Velocità.
Risorsa: Fisico
Consumo: Medio


Riassunto:

Dopo essersi reso conto dell'aggressore, Asarthur blocca la tecnica nemica con uno scudo magico ed evita il suo attacco successivo attivando un potenziamento che aggiunge alla sua riserva 2 CS in velocità e 2 CS in intelligenza. Approfittando delle migliorate capacità mentali decide poi di utilizzare una cassa di tessuti posta accanto all'edificio come trampolino e sfrutta la velocità acquisita per compiere un balzo che lo porta sul tetto, approfittando dell'azione per scagliare una palla di fuoco contro il nemico, consumando così un utilizzo dell'abilità soffio di fuoco. Atterra poi sul tetto leggermente affaticato e pronto ad un eventuale ripresa dello scontro.


Edited by .:Orion:. - 8/6/2016, 02:44
 
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Caccia92
view post Posted on 12/6/2016, 13:46




Taanach, zona Est
- ora dodicesima del giorno

Coy non era una persona normale, nel senso letterale del termine. Andava in giro agghindandosi in maniera strampalata, con lunghissimi abiti di pelle bianca o pantaloni di lino azzurri; portava sempre, inoltre, una maschera sul volto, anche se la sua faccia non aveva alcuna imperfezione. A Taanach lo conoscevano tutti, ma nessuno sapeva il suo vero nome o il suo paese natale. Era arrivato un giorno d'estate, quando il caldo affossava le membra e destabilizzava i sensi. Pieno di soldi e di ego, Coy era entrato immediatamente a far parte dell'ampio gruppo di sicari che potevano essere assoldati in giro per la città. Ed era quello il vero mistero: perché il sicario? Non aveva bisogno di denaro e neppure di protezione. Forse Coy si divertiva ad ammazzare la gente, eppure molti giuravano che non era così. Non torturava le sue vittime, non ci giocava, non le inseguiva come un segugio e nemmeno si faceva scrupoli. Una personalità davvero interessante...in realtà, una totale assenza di personalità. Coy non aveva mai espresso preferenze o giudizi: semplicemente svolgeva il suo mestiere nel migliore dei modi e non si lamentava mai. Qualcuno lo identificava addirittura come un disertore dell'esercito Dortiano. Un ufficiale, probabilmente.

L'appostamento sui tetti era una specialità di Coy. Le sue frecce non fallivano mai. Quasi mai. Perché quello strano personaggio che si trovava accanto al Coccodrillo - una preda "facile" aveva immaginato - si era protetto dai suoi attacchi attraverso la magia. Poi, con un balzo, lo aveva bersagliato con una palla di fuoco grossa come una noce. Se non fosse stato per la prontezza di riflessi, unita al costante allenamento a cui si sottoponeva, Coy si sarebbe ritrovato con mezzo abito bruciato. Un vero peccato, considerato il costo.
Il sicario rimase immobile ad osservare il suo avversario. Teneva l'arco di noce, pitturato di bianco, su un fianco e la faretra sull'altro. In totale aveva cinque frecce piumate, ma sapeva che, oramai, erano diventate inutili. Uno scontro corpo a corpo non gli garbava più di tanto, eppure non vedeva l'ora di confrontarsi con lo straniero. La magia e la palla di fuoco gli avevano stuzzicato un interesse indicibile, mai manifestato prima di quel momento. Coy sapeva riconoscere i tratti della progenie draconica, quando li osservava così da vicino.
Con una calma straordinaria per la situazione, portò una mano sulla maschera perlacea: la tolse, rivelando il viso aguzzo, gli zigomi alti, la mascella leggermente sporgente...e brillanti occhi color ambra.
« Una piacevole sorpresa, direi. » sussurrò, con voce melodiosa.
Per un attimo spostò lo sguardo verso il basso, squadrando la figura rannicchiata del Coccodrillo.
« Il suo aspetto non ha niente in comune con noi. I geni sono qualcosa di diverso, più forte. »
Coy posò a terra arco e faretra. Recuperò dalla cintola un pugnale dal manico bianco, ricurvo ed estremamente affilato.
« Se ci tieni a difenderlo, non posso che compatirti ed eliminarti. Se, invece, vuoi conoscere la vera natura della nostra famiglia, ti invito a lasciarmi fare e ascoltare ciò che ho da dirti. »





CITAZIONE
Quello che mi è piaciuto ---> intraprendenza: ne sei ben fornito e non ti tiri indietro nel mostrarla. Le mosse all'interno di questo brevissimo - per ora - combattimento denotano una certa capacità nell'affrontare le situazioni più disparate. La strategia: sfruttare gli elementi di "sfondo" non è da novellini, addirittura inventati e coerenti con la presentazione della città. Ho molto apprezzato le modalità con cui hai raggiunto Coy, credibili per il tuo personaggio e sorprendenti per come sei riuscito ad incastrare, nella stessa scena, vari oggetti di accompagnamento. Questa tipologia d'azione può spesso risultare antisportiva, ma te la sei gestita bene e non ho altro da commentare. Bravo. Il testo: qui ho trovato alcuni errori in più rispetto al pezzo precedente, soprattutto di ripetizione, come:
Asarthur si voltò di scatto, fissando furioso i tetti nelle vicinanze in per scoprire [quel "in" è aggiuntivo, credo]
o
altra era affrontare un'abile assassino che [maschile, quindi senza caduta della vocale]
ancora
aspettava proprio che un eventuale reazione portasse [problema inverso, qui cade la "a"]
Cerca di rileggere i post prima di inserirli, in modo da scovare queste imprecisioni. Ti invito anche a inserire alcune pause lunghe aggiuntive, in quanto il testo, in alcuni tratti, può risultare stancante per chi legge. In ogni caso hai sviluppato bene (ancora una volta) la psiche del tuo personaggio e hai utilizzato un lessico molto buono. Correggi queste imperfezioni e sarai a cavallo!

Quello che non mi è piaciuto ---> in realtà in parte l'ho già scritto nella sezione precedente e riguarda principalmente il testo. Purtroppo c'è anche un errore molto importante per il combattimento: i CS. I CS sono capacità straordinarie che ti consentono non solo di compiere azioni fuori dall'ordinario, ma anche di confrontarti a livello fisico con i tuoi avversari. Hai giustamente implementato nella tua riserva un certo quantitativo di CS, eppure non ho capito dove le hai sfruttate. Ho immaginato che le 2 CS in velocità servissero per il balzo e quelle in intelligenza per attaccare con la palla di fuoco...l'ho dedotto io. Ricorda che la riserva di CS si riempie e si svuota; inoltre devi sempre chiarire dove e quando sfrutti (impieghi, utilizzi) le CS presenti nella tua riserva. Portare un attacco fisico semplice è ben diverso dal portare un attacco fisico con 1,2,3,4... CS. Anche per una questione di sportività nei confronti dell'avversario, indicare questi parametri è buona cosa. Per il resto sei andato bene, ti sei difeso e hai contrattaccato come potevi.

Passiamo al mio post ---> Coy si difende dalla tua palla di fuoco sfruttando un potenziamento Medio alla destrezza. Consuma un quantitativo Medio di energie per aumentare la sua riserva di CS di 4 in Destrezza e li utilizza tutti quanti per la schivata. Successivamente si priva dell'arco ed estrae un pugnale. Non ti attacca, per ora, quindi hai tu la prima mossa: puoi continuare il combattimento o optare per una seconda via. Penso sia chiaro quello che accade in questa scena, agisci di conseguenza.
Continua pure ad utilizzare lo specchietto riassuntivo (cosa buona e giusta per una comprensione delle tue azioni). Ricorda solo di indicare per esteso, almeno la prima volta, le passive che utilizzi e la quantità di CS ancora in tuo possesso (se ne hai).

Per il resto...buon gioco!
 
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4 replies since 4/6/2016, 15:04   92 views
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