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Energia arcana 0 - il folle

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miky1992
view post Posted on 1/8/2016, 14:10 by: miky1992




Energia Arcana 0 - Il Folle




Taanach, partenza.



-Bando agli indugi signori miei, si parte!
Keila non sembrava amare i lunghi discorsi, ne sembrava la persona più indicata per finanziare e sopratutto condurre una spedizione all'interno della giungla. Certo a una prima vista la donna non appariva come la solita nobildonna pomposa, ugualmente più d'uno tra i reclutati si stava chiedendo se la donna avesse mai effettivamente lasciato Taanach. Però da quando il sultanato aveva drasticamente ridotto i finanziamenti per quel tipo di spedizioni i privati erano diventati gli unici veri motori per degli esploratori desiderosi di riscoprire ciò che la giungla aveva conquistato.
La donna poi da come si comportava non sembrava una stupida nobile annoiata, aveva pagato di tasca sua viveri ed equipaggiamento e questo non lasciava dubbi sulla sua ricchezza, eppure era dotata di una certa praticità che aveva dimostrato nell'allestire i preparativi fino a quel momento.
Nonostante questo però trovare uomini e nani decisi a seguire una donna alla cieca non era stato affatto semplice; i primi membri della spedizione erano arrivati a grattare letteralmente il fondo del barile, dovendo fidarsi della gentaglia dei bassi fondi di Qashra e Taanach.
Nonostante questo la spedizione composta da una quindicina di clienti riuscì a partire.





Plaakar; giorno ventiquattro.



Jhaar il medico appoggiò indice e medio sul polso del malato. Scosse la testa e fece mente locale sulle condizioni del malato. Il cuore batteva velocemente, la fronte imperlata di sudore bruciava, il paziente tremava e il respiro roco era sempre più irregolare.
Non avrebbe superato la notte, con ogni probabilità non l'avrebbe nemmeno raggiunta.
Jhaar scosse la testa, posò una pezza imbevuta d'acqua fredda sulla fronte del malato e gli somministrò un sedativo. Come medico era tutto ciò che poteva fare per lui. Sospirò e scosse la testa. Era frustrante, aveva già perso cinque persone così.
Uscito dalla tenda Jhaar notò che gli altri esploratori avevano già cominciato a smontare il campo base, qualcuno si era pure preso la briga di scavare una fossa della misura adatta.

Le previsioni del medico si rivelarono esatte. Il malato ebbe la decenza di tirare le cuoia poco prima che gli uomini finissero di smontare il campo base e così poterono riempire la fossa e riprendere l'esplorazione senza perdere tempo. Non c'erano sacerdoti nella spedizione e così uno dei nani improvvisò un breve discorso, giusto per far piacere agli Dei.
Quella spedizione si era rivelata un vero e proprio fallimento, era come se la malasorte si fosse accanita contro di loro, con impegno per giunta. Eppure i primi giorni avevano fatto ben sperare agli uomini, le piste aperte dalle precedenti esplorazioni non erano ancora state riconquistate del tutto dalla foresta ed erano riusciti a penetrare in profondità senza incontrare nessun particolare intoppo.
La prima battuta d'arresto arrivò dopo il quindicesimo giorno. La spedizione si era ritrovata a dover affrontare la giungla in tutte le sue insidie e nell'aprirsi un varco avevano dovuto pagare pegno per il loro passaggio. Il vero problema non erano gli animali, benché tutti potessero udire soprattutto di notte i loro versi e il loro muoversi tra il fitto della giungla attorno al campo, non avevano mai subito alcun attacco da parte loro. In realtà in un'occasione alcuni animali simili a grandi scimmie, munite di una lunga coda terminante con un accenno di falangi artigliate avevano tentato di rubare le scorte di cibo. Gli uomini erano stati colti di sorpresa perché quelle bestiacce avevano attaccato dal cielo; attraverso la coda si erano calate dalla cima degli alberi eludendo le sentinelle e arrivando vicine a infliggere un duro colpo, forse fatale alla spedizione. Con grande stupore degli uomini era stata Keila a salvare le scorte, la donna aveva corso per tutto il campo con in mano due torce come una pazza e aveva colpito un paio di quelle bestiacce proprio prima che queste riuscissero nel loro intento.
Allontanate quelle bestiacce tutti credettero che il peggio fosse passato, ma poi il primo di loro si era ammalato. Probabilmente l'idiota aveva pensato bene di abbeverarsi a una pozza, o semplicemente aveva avuto sfortuna. Fatto sta che dopo di lui altri quattro si erano ammalati ed erano tutti morti. Jhaar aveva provveduto a bruciare gli oggetti personali dei malati, ma in quelle condizioni era impossibile arginare la malattia.

-Che fine disgustosa.
Il nano fece spallucce e cercò di accendersi una sigaretta lottando contro l'umidità della giungla. -Meglio lui che io.
-Già, ma secondo te quanto ci vorrà prima che tocchi a me o a te? Disse l'uomo.
Il nano bestemmiò e gettò la sigaretta. -Sono i rischi del mestiere, ci pagano bene anche per questo. Gli abbiamo scavato una fossa, abbiamo perso abbastanza tempo per onorarlo, forse lui non avrebbe avuto la stessa cura per noi.
-Ma si fotta quel coglione! Urlò. Il volto paonazzo, le mani strette a pugno. -Abbiamo perso cinque uomini, chissà quanti di noi sono contagiati. Magari lo siamo tutti, magari tra qualche giorno saremo tutti immobilizzati dalla febbre. Rimase in silenzio per lasciare che il proprio sfogo facesse presa sugli altri seduti in cerchio accanto a lui.
-Conosci anche tu i rischi del mestiere, se non avevi le palle per affrontarli non dovevi venire.
L'uomo si riscosse e fece spallucce. Evidentemente quelle parole lo avevano punto nell'orgoglio. -Non è questo il punto. Disse a bassa voce. -Conosco bene i rischi, ma questo è diverso... abbiamo pochi uomini, ne abbiamo persi alcuni ancora prima di arrivare e quando saremo in pochi per respingere le bestie feroci cosa ne sarà di noi? Cosa succederà quando la febbre ci colpirà e qualche maledetto animale deciderà che è giunto il momento di variare il menù?
-Se avete problemi dovreste rivolgervi a me.
Tutti si voltarono verso Keila. La donna che fino a quel momento se ne era rimasta in disparte ad ascoltare le lamentele degli altri si era finalmente decisa a parlare. -Vi ho già spiegato che il luogo da raggiungere si trova molto in profondità, nel cuore della giungla. Si tratta di una zona inesplorata, pensavate si trattasse di un'allegra scampagnata?
-Non prendermi per il culo! Siamo troppo pochi per quest'impresa, dovevi saperlo quando ci hai reclutato che non saremmo bastati, siamo male equipaggiati e abbiamo pochi viveri! L'uomo squadrò uno a uno tutti i membri della spedizione. -La sfortuna ci perseguita! Non siamo riusciti a cacciare nulla, non abbiamo visto nemmeno una misera impronta! È chiaro che questa spedizione è sciagurata, la malasorte ci affligge!
-Ti conviene continuare ad avanzare invece di blaterare di simili sciocchezze. Io dico che non vali la metà di quello che dici, che non sei capace di cacciare e questa sarà di sicuro la prima volta che metti il culo fuori dalla città. Quindi basta lagnarsi e tornate al lavoro!

Quella notte la spedizione perse tutti i suoi membri a eccezione di qualche temerario, del medico e Keila. Non era stata la malattia, ne gli animali feroci a portarli via; infatti dopo una rapida ispezione coloro che erano rimasti poterono scoprire che tutti gli oggetti di valore (eccezion fatta per gli oggetti personali dei vostri PG ovviamente) e quasi tutte le provviste erano scomparse.
-bastardi! Esclamò Jhaar. -E adesso come faremo senza provviste, senza equipaggiamento!
Di tutti i presenti l'unica a cui la sparizione degli uomini sembrò non importare era Keila. La donna constatò senza battere ciglio l'assenza degli uomini e la scomparsa dell'equipaggiamento e dei viveri.
-Non preoccupatevi per quei bastardi indolenti, le mappe erano con me nella tenda e vi assicuro che siamo ormai vicini alla meta. Vi assicuro che ormai ci siamo e senza quegli incompetenti a rallentarci riusciremo a raggiungere la meta molto prima.
Keila non mentiva e in meno di una settimana di viaggio la spedizione riuscì a giungere a destinazione.

Il tempio aveva un struttura circolare, le pietre erano ricoperte di muffa e in alcuni punti il muro aveva cominciato a erodersi. Il tempio non aveva niente della maestosità delle antiche città Maegon. Chi aveva costruito quella struttura non aveva badato a fronzoli o altro, non vi erano statue o decorazioni di sorta. I lineamenti del tempio erano semplici, rozzi. In realtà la struttura stessa messa a paragone con le costruzioni Maegon presentava diverse incongruenze. Lo stile, il metodo di costruzione sono troppo alieni per accostarli a quelle dell'antico popolo e questo risultava chiaro a chiunque avesse anche solo visto da lontano la città di Taanach o una qualsiasi struttura Maegon.
-Ci siamo. Disse Keila con voce atona. -Così vicini... bisogna trovare un modo per entrare. Qui sta a voi, spero riusciate a trovare l'ingresso.




CITAZIONE
Bene, l'inizio della quest è in medias res perché sinceramente io odio perdere tempo in giri inutili di presentazione, perciò quello che voglio da voi è che descriviate l'arrivo al tempio riassumendo (anche molto brevemente, basta anche un accenno di come siete stati reclutati e del vostro viaggio) una volta arrivati al tempio scoprirete che l'ingresso è sbarrato e che davanti alla porta di pietra troverete tre blocchi di pietra posti uno accanto all'altro alla stessa distanza e troverete queste scritte (la stessa su ciascun blocco ciascun blocco) un'anima forte risiede in un corpo forte e in una mente forte. In ogni blocco poi vedere una parola (partendo da destra) forza/spirito/mente
 
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