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Razar, Vento del sottosuolo

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Irmo
view post Posted on 30/8/2016, 19:39










•Nome: Razar, il sussurro della terra •Razza Nano
• Linguaggi: Comune / Nanico •Sinossi: Robusto, curato, buono, altruista
• Risorse: Corpo 125% Energia 100% Mente 75%
•Classe: Campione • Talento: Guardiano
•Fascia: Bianca •Pericolosità: D
• Gold: • Link utili e cronologia delle modifiche: -

E’ uno dei più alti tra i suoi simili e tarchiato come si confà ad un nano. Tiene i capelli tinti di un bel rosso tramonto o di blu puntellati di bianchi come il cielo della notte. Li tiene legati in una treccia che cade fino alle spalle e rasati ai lati. La barba, corta rispetto alla tradizione, è abbastanza lunga da formare tre piccole trecce sotto il mento, anch’essa tinta a tono coi capelli. Indossa sempre abiti puliti, di giorno di colori chiari e sgargianti, di notte colori scuri come la notte del deserto. Spesso indossa pantaloni larghi sulle gambe ma stretti su caviglie e fianchi che ricadono lungo le gambe, che rendano facili movimenti ed ogni genere di lavoro, un gilet di cuoio nero è il suo capo preferito, sotto niente così da resistere al caldo. Porta sempre un orecchino a pendete all’orecchio sinistro con un rubino incastonato, di ottima fattura e di cui è molto geloso. Gli piaceva tenere il capo libero dai grossi turbanti quando era sottoterra, non perché non gli piacessero ma per pura comodità, ma durante le lunghe traversate nel deserto era anche lui costretto ad indossarlo per evitare i problemi che poteva causare il sole cocente. Sole che aveva cotto la sua pelle rendendola color del legno anche se alla nascita, dicono i genitori fosse solo ambrata. Quando era nel fiore dell’età non desiderava altro che sperimentare tutto ciò che poteva, ed infatti all’interno della sua tribù aveva sperimentato tutti i lavori possibili, amava il mercato, l’arte in ogni sua forma e i lavori di artigianato, ogni giorno se ne usciva con una nuova idea, un nuovo hobby, ottenendo veloci risultati. Il giorno dopo però se ne era già dimenticato e ricominciava da capo con qualcosa di nuovo. Amava la sua tribù ma al contempo era desideroso di viaggiare, chiedeva ad ogni persona che incontrava di raccontargli il proprio viaggio, era un ottimo chiacchierone e raramente la gente si stancava di stare con lui. Le grotte della sua tribù, si narra che un tempo fossero uno dei tanti accessi per il Baathos scavato dai nani per errore, che poi crollò e ne seppellì per sempre l’accesso. Questo causava una grande curiosità in Razar che spesso si addentrava sul fondo della grotta a cercare segni dell’antica frana ma tutto faceva sembrare fosse solo una leggenda. Finché non ci fu quella notte, da allora si è ripromesso che avrebbe protetto chiunque dai demoni.






Splish



Splash



Ogni notta della sua vita quel rumore ha conciliato il suo sonno, ogni notte il suono del’acqua sulla roccia, il suono di una stalattite che cresce, lo aiutava a dormire.

Splish



Sin da giovane Razar portava allegria nel tribù, correva da una parte all’altra del mercato senza fermarsi, scolpiva, intagliava e temprava giocattoli, durante le sue guide nel deserto oltre ad essere sicuri di non perdersi di sicuro non ci si annoiava. La sua era una tribù di nani particolare, di giorno guide beduine attraverso il deserto che divideva l’Akeran dal Dortan e simpatici mercanti, di notte abili fabbri e artigiani delle viscere delle terra.

Splash

Vivevano tutti insieme in un complesso di grotte sotto il deserto, l’entrata scavata in una parete rocciosa si estendeva nel sottosuolo, vivevano in grotte scavate sulle pareti di un grande pozzo, ponti di legno e di pietra collegavano una caverna all’altra fino al fondo, qui c’erano le botteghe dove producevano quello che poi, vendevano al mercato. Ognuno aveva il suo compito tranne Razar, lui faceva tutto a seconda dell’umore della giornata

Splish

Crescendo tra tutti si era affezionato particolarmente ad una nana, Kartah, era bella, coi cappelli colore del sole al tramonto, un piccolo naso all’insù, labbra sottili che sembravano essere disegnate a mano, la pelle ambrata era liscia come un opale. Amava correre con lei nei cunicoli bui delle grotte imparandoli a memoria, giocavano a nascondino al buio per poi sfiorarsi all’ombra, cullati dalla roccia.

Splesh

Si svegliò di soprassalto, lei non era di fianco a lui, corse all’ingresso della grotta, e la trovò lì, affacciata nel buio del pozzo
“Lo hai sentito” Gli sussurrò lei

“Sì, l’ho sentito ma torniamo dentro, sarà stato uno dei piccoli che giocava”

“So che rumore fanno i piccoli! E tu pure! Andiamo a vedere” e così saltò nel ponte sottostante e si mise a correre, Razar la seguì, più preoccupato per lei che per i ragazzetti che si sapeva, amavano giocare e fare scherzi durante la notte. Arrivati sul fondo del pozzo videro un ombra muoversi, sentirono il rumore dei suoi passi, non era un nano, qualcos’altro, ma nonostante gli sforzi sembrava essere disperso nel nullo, entrato nella roccia…

“Andiamo a letto, forse è la stanchezza. Oggi abbiamo lavorato tanto tutti, non facciamo preoccupare le guardie”

Splish

La mattina dopo vennero svegliati presto dal rumore della campana, vennero tutti radunati sul fondo del pozzo per una riunione. Quella notte due bambini erano spariti e i genitori erano stati trovati morti sui loro letti, soffocati dicevano, ma qualcosa non andava, dov’erano i bambini? I portelloni non erano stati aperti e i condotti tutti setacciati. Tornarono a lavoro e per un mese da quel giorno tutto andò per il meglio, ma ogni notte Razar prima di dormire stava in silenzio e ascoltava per ore l’acqua che cadeva sul fondo del pozzo.

Splesh

Altri quattro sparirono e altrettanti furono trovati morti, poi altri e altri ancora, rimasero in cento, ogni notte Razar faceva finta di addormentarsi, e poi vegliava su Kartah, immobile con la sua ascia in braccio e con le gambe a penzoloni nel vuoto. Ed ogni notte sentiva l’acqua fare quello strano rumore sul fondo

Splesh

E così sapeva che anche quel mattino qualcuno non si sarebbe svegliato. Si trovarono sul fondo del pozzo, tutti ora facevano parte della milizia, il portellone non veniva aperto da giorni e tutti facevano a turni per la guardia, così che potessero continuare a lavorare. Bisognava fare qualcosa, ognuno aveva un idea diversa da quella degli altri ma tutti concordavano su due sole cose. Erano i demoni a rapire ed uccidere le persone e non se ne parlava di abbandonare le grotte, quelle erano casa loro e i nani sono testardi.

Splish


Per un po’ non successe niente, passo quasi un anno e oramai stavano tornando alla normalità, erano in pochi e non riuscivano a mantenere il ritmo di un tempo, ma nessuno di loro era disposto a cambiare lavoro e continuarono a fare del loro meglio per tenere la reputazione alta.

SPLESH

Il rumore era forte e diverso da solito, i passi erano molti, poco dopo si sentì un grido, le luci iniziarono ad accendersi, altre grida. Kartah era sveglia e stava imbracciando il martello
“Non puoi farlo nelle tue condizioni, ci penserò io qui, tu torna dentro e nasconditi”

Torno fuori, dal fondo del pozzo le luci iniziano a sparire, tutti si faceva nero, un nero denso che saliva lentamente e salendo attenuava i suoni, i passi, le urla, il cozzare dei martelli, tutto si attui fino a sparire, c’era una calma innaturale, poi… Un forte vento uscì dal fondo del pozzo, i suoi piedi rimasero piantati a terra, l’ascia in braccio, i muscoli tesi, una bestia immonda si arrampicò lungo la parete ma prima che potesse salire la grossa ascia si schiantò sulla pietra dove prima c’erano le mani del demone, il corpo cadde. Altri ne salirono, continuò a menare fendenti mentre sentiva i sensi venire meno ad ogni passo dei demoni, il buio gli stava entrando nella testa, i suoni sparivano, la vista si offuscava, si girò e iniziò faticosamente a correre verso l’interno finché cadde e poi nero. Si svegliò il giorno dopo nel silenzio, era tutto ancora buio ma ora l’acqua cadeva normalmente

Splish

...

Splash

...

Strisciò fino alla sua grotta, dentro vide Kartah, era distesa nel letto, con le braccia rigide e pallide teneva stretto sul seno un piccolo bambino, il ventre era lacerato e sangue rappreso insozzava tutti e due i corpi. Tutto giaceva immobile in un orrido scenario, eppure lei era bella, bellissima. Razar iniziò a singhiozzare, si buttò sul letto, la scosse, urlò, ma niente poteva portarla indietro. Quel giorno era rimasto solo, avevano lasciato solo lui

“PERCHE’ NON MI AVETE UCCISO, SONO QUI, NE AVETE MANCATO UNO!” urlò e urlò ancora finché aveva fiato in corpo e poi svenì.

Splish

Quando riprese coscienza pulì i corpi di tutti i suoi cari, li vestì e profumo, li porto nel deserto e li lì bruciò come era loro usanza. Kartah era bella tra le fiamme, con il suo vestito più bello e i rossi capelli raccolti in una treccia che iniziava a fondersi con le fiamme. Razar stringeva tra le mani l’orecchino che suo padre gli aveva dato da regalare a Kartah come segno di approvazione da parte della sua famiglia, potevano sposarsi e invece gli era stato portato via tutto.

Splash

Passò un anno intero nelle caverne, imparò a parlare con la roccia, a plasmarla, continuò tutti i lavori della tribù diventando famoso per le sue opere in pietra, poi ogni notte entrava dentro, chiudeva il portellone e si addormentava nella speranza di non svegliarsi più, ma ogni mattino era lì, apriva gli occhi e riiniziava il lavoro.
Finché un giorno decise che non sarebbe morto lì, avrebbe difeso chiunque dai demoni, quelle bestie immonde dovevano essere estirpate come si estirpa un erbaccia dall’orto, un po’ per vendetta, un po’ per attenuare i suoi sensi di colpa giurò guerra ai demoni e incise quella promessa sulla sua pelle, con un coltello rovente si intagliò il segno del suo clan sulla spalla, così che si ricordasse per sempre di quella promessa e da dove venisse. Affilò l’ascia, preparo lo zaino poi aprì lentamente per un ultima volta il portellone della grotta e ne uscì, direzione Sultanato, nel tragitto avrebbe ucciso ogni demone incontrato e avrebbe aiutato chiunque ne avesse avuto bisogno, così da espiare le sua colpe e rivendicare l’onore di Kartah. Sarebbe arrivato al sultanato e li qualcuno lo avrebbe ascoltato. Chiuse il portellone dietro di se e partì

Splish

Splash

...


• Equipaggiamento

Ascia bipenne:
Una grossa ascia di fattura nanica, Razar la tiene sempre ben pulita e affilata perché non si sa mai quando potrebbe incontrare un demone e in quel momento sarà bene che questo sia pronto a conoscere la qualità delle armi naniche. La lama è intagliata finemente, presenta diversi incisioni e buchi di forma geometrica che oltre a donarle una particolare bellezza la rende anche più leggera senza intaccarne la solidità. Il manico e foderato di cuoio di cammello tinto di nero, sulla manico in fondo è incastonato un grosso Zaffiro scuro.

Bolas: Tiene legate alla vita delle bolas, sono un arma improvvisata in quanto in realtà nella sua tribù venivano usate per catturare i cammelli e i dromedari per le traversate, una volta lanciate con la giusta maestria possono sia fare male che legare senza danneggiare un avversario.
Pugnale da caccia: Un pugnale particolarmente grande e dalla forma strano, la lama sottile e ricurva e particolarmente affilata, viene usato dalla sua tribù per difendersi negli spazi ristretti delle grotte dove abitavano ed è ottimo anche per la scuoiatura.

Frombola: Una vecchia fionda più utile per cacciare che non per difendersi, come diceva sempre il nonno di Razar: “Non è simpatico un sasso in un occhio, ricordalo sempre!”

• Abilità personali:

Eco localizzazione: Un abilità iniziata a crescere per gioco, gli serviva per trovare i suoi amici quando giocava al buio a nascondino nelle caverne della sua tribù. Sviluppata poi per percepire l’arrivo dei demoni durante i giorni dell’assedio. Razar è capace semplicemente ascoltando l’ambiente, o in presenza di silenzio attraverso un suono prodotto dalla sua bocca simile ad una goccia che cade, di individuare la posizione esatta di tutto ciò che lo circonda, funziona come l’eco localizzatore dei pipistrelli.
Passiva, natura fisica, auspex fisico (udito aumentato). 6 consumi

Pelle di pietra:
L’unico scopo della sua vita è difendere e la sua affinità con le terra è talmente alta che Razar ha imparato ad usare quest’ultima per difendere se stesso e gli altri. In situazioni di difficoltà la terra risale lungo il corpo entrandovi da ogni poro, le vene si fanno più marcate, la pelle si inspessisce e si crepa, Razar diventa parte della roccia.
Abilità magica di difesa, consumo energia medio

Culla di terra: I giorni passati nel buio della terra hanno insegnato a Razar come creare cupole di terra per riparare se stesso e i suoi alleati, una tecnica che ha sviluppato durante una fredda notte d’inverno, nella caverna faceva freddo, il calore del suo fuoco si disperdeva, fu allora che la terra lo chiamò, si addormentò dolcemente pensando di morire, invece la terra creò una cupola di pietra intorno a lui e lo protesse. Da quel giorno si allenò a padroneggiarla e ora, riesce a creare una cupola di roccia per avvolgere se stesso e i suoi alleati e proteggerli.
Tecnica magica di difesa ad area, consumo energia critico

Mani da scultore: Anni da lavoro hanno temprato le mani di Razar che hanno imparato a rompere la pietra a mani nude, utile quando si deve ricavare un pezzo più piccole per modellarlo da un pezzo unico più grande. Razar le mani di Razar si induriscono e sferrano un pugno talmente forte da poter rompere la pietra
Tecnica fisica, consumo medio energia.

• Abilità Talento:

Accortezza: una delle caratteristiche dei possessori del talento è la capacità di ricorrere alle proprie difese anche quando ciò sembra implausibile, nel momento stesso in cui l'offensiva nemica pare sul punto di andare a buon fine. Abituati a combattere qualsiasi tipo di nemico, coloro che consumano un utilizzo di questa abilità passiva ottengono la capacità di innalzare le loro tecniche difensive istantaneamente, senza alcun vincolo di tempo o concentrazione. (Numero di utilizzi: 6.)

Fiducia: abituati a difendere sempre se stessi e i propri alleati, i possessori di questo talento acquisiscono gradualmente una grande sicurezza nelle proprie capacità difensive. Così, consumando un utilizzo di questa passiva, il portatore del talento sarà in grado di espandere questa fiducia anche ad altri, che si sentiranno protetti dalla sua sola presenza, anche nel mezzo della battaglia. (Numero di utilizzi: 6)



• Pergamene

Guarigione vigorosa (300G)
Le tecniche di guarigione usate dal campione sono molto più potenti di quelle usate da altri. Consumando un utilizzo di questa passiva, il campione può rendere la propria successiva tecnica di guarigione di potenza pari al consumo. Riprendendo l'esempio fatto precedentemente, se spenderà il 10% in una risorsa per lanciare una tecnica di guarigione, recupererà il 10% in un'altra risorsa.
consumo: passiva; 6 utilizzi

Cura leggera fortificante (200G)
Il campione è in grado di risanare un danno di lieve entità a se stesso o a un alleato. Al momento dell'acquisto va specificata quale risorsa il campione intenda risanare con questa pergamena. Se si possiede la tecnica passiva "guarigione vigorosa" o equivalenti, questa tecnica permette di risanare un danno Basso, altrimenti può essere utilizzata a livello scenico per curare personaggi da malattie, fratture, veleni e simili, a discrezione del QM. La tecnica, inoltre, fornisce 2CS in forza al bersaglio soggetto della cura, rinvigorendolo e potenziandolo.
consumo: medio





Edited by Irmo - 4/9/2016, 15:55
 
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view post Posted on 30/8/2016, 21:30
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Devi indicare (se lo hai già fatto dimmelo, perchè non le ho viste ^^) le abilità che ti dà il talento.
 
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Irmo
view post Posted on 31/8/2016, 01:08




Hai ragione me ne ero dimenticato. Inserite
 
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view post Posted on 4/9/2016, 10:43
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Scheda idonea ^^
Conto in banca qui --> https://asgradel-gdr.forumcommunity.net/?t=59163025
 
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