Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Il Re è morto. Viva il Re! ◊ L'inizio di tutto ◊, Capitolo I

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¬K a h ø r i
view post Posted on 16/12/2016, 16:04 by: ¬K a h ø r i




Un losco individuo.



Non sapeva come fosse arrivata fin lì, o meglio, non sapeva perché.
Dopo il suo ultimo incarico nelle terre calde e desertiche dell'Akeran, aveva deciso di riprendere il suo cammino e spostarsi nuovamente verso nord, per visitare quella parte di mondo che non aveva ancora esplorato: il Dortan.
Non aveva uno scopo preciso, né una destinazione, e si prese tutto il tempo per girovagare e studiare i dettagli di quella regione: i paesaggi erano più variegati rispetto a quelli a cui si era abituata nell'Edhel e questo la attrasse fin da subito, ma le sua popolazione, composta prevalentemente da umani, la costrinse a rallentare e tenersi lontana dai centri abitati, potendo spostarsi liberamente per osservare villaggi e costruzioni soltanto a notte fonda.
Una sera decise di avvicinarsi ad uno di questi villaggi, nascondendosi tra un'ombra e l'altra proiettate dalla luce della luna piena fra le case, per osservare più da vicino la vita degli uomini. Fluttuava, lenta e silenziosa, tra le viuzze fatte di ciottoli, voltando lo sguardo in qua e in là: le case avevano mura fatte in pietra con macchie di muschio verde sparse un po' ovunque, tipiche di un clima umido e fresco come quello, ed i tetti in paglia, a spiovente, per defluire l'acqua delle piogge e al contempo riscaldare l'ambiente all'interno; una scuderia sulla destra era composta da pali di legno, attentamente levigati ed incastrati tra loro per poter reggere agli strattoni dei due cavalli legati all'interno del recinto, dormienti sopra dei giacigli fatti di paglia; in lontananza, sulla cima di un colle, un castello di pietra grigia, con le guglie delle torri messe in evidenza dalla luce sullo sfondo blu notte del cielo. Tutto era silenzioso e tranquillo, le luci spente e neanche il fumo usciva più dai comignoli delle case.
Il buio, il freddo, il silenzio. Quello era il momento, il suo momento: la notte.

Decise di essersi dilungata fin troppo nel suo osservare - stare lì allo scoperto in mezzo a tutti quegli umani era un grosso rischio - e fece per andarsene, quando un rumore familiare la fece bloccare di colpo sul posto: un sibilo che si faceva sempre più vicino, fino a che una freccia non si infilzò a terra, proprio davanti a lei.
Si mise in guardia, sollevò lo sguardo e solo allora capì di non essere sola: una figura era apparsa ad una decina di metri da lì, ma nell'ombra non riuscì ad intravedere cosa fosse, ed avanzava con passo lento e deciso verso di lei.
- Cosa vuoi, mh? – Chiese l’ombra con tono pacato. - Io non cerco guai, stavo giusto per andarmene. -
L’altro non rispose, ma continuò a camminare come se non avesse sentito nulla.
- Mmmh… Te lo chiedo di nuovo: che vuoi? – Questa volta parlò più forte, nel dubbio che prima non l’avesse udita. Non aveva paura, affatto, ma in quel momento non aveva voglia di ritrovarsi in mezzo ad un combattimento senza senso.
La losca figura si fermò a due metri da lei e uno spiraglio di luce la illuminò: portava un lungo mantello nero da cui spuntavano fuori solo due stivali di pelle marrone ai piedi, un cappuccio che nascondeva il volto e lasciava intravedere solo una folta barba rossiccia. - Tsk, sei anche più schifoso di quanto mi hanno raccontato... – Disse biascicando con tono sprezzante. - … Spero che abbia le sue buone ragioni per avermi mandato fin qui, tsk! -
L’ombra tentò di avvicinarsi, per vedere meglio il suo interlocutore, ma non appena mosse i suoi fasci d’ombra un’altra freccia si conficcò nel terreno a pochi centimetri dall'altra.
- Non azzardare ad avvicinarti, mostro! – La sua voce era piena di rabbia e sdegno, più che di spavento, e lasciava intendere che non si sarebbe preoccupato di conficcarle una freccia dritta nel petto.
- Mh, d’accordo... – Sospirò: era ormai troppo abituata a ricevere quel genere di accoglienza per preoccuparsi delle minacce che le venivano rivolte ogni volta. I suoi occhi si illuminarono. - Te lo chiederò per l’ultima volta: che cosa vuoi da me? -
- Io da te non voglio proprio un bel niente, tsk! – Concluse la frase con uno sputo. Doveva avercela proprio a morte con le creature come lei. - Ma lui vuole che tu porti a termine questo cazzo di lavoro… Te e non me, capisci!? – Il suo tono si stava alzando e diventava via via più aggressivo, il respiro affannato di chi riesce a stento a contenersi. Poi lo vide infilare una mano da qualche parte nel mantello e, dopo qualche profondo respiro, riprese il discorso più tranquillo. - Ma non me ne frega niente sai? Proprio un bel niente, tsk! Meglio che sia una bestiaccia come te a morire... -
Di nuovo quel sibilo, e poi una terza freccia si conficcò nel terreno, stavolta con un pezzo di pergamena, piegato in due, infilzato vicino alla punta di ferro.
- Lì c’è tutto quello che devi sapere... – Disse indicando con un braccio il foglio. - … Fa’ quello che devi o sarà un piacere ammazzarti, schifezza volante! Tsk! -
La nera creatura si accucciò per controllare meglio e, dopo essersi assicurata che non vi fosse alcuna trappola, allungò uno dei suoi fasci verso la freccia, strappando il biglietto. Quando si rialzò per chiedere ulteriori spiegazioni al personaggio misterioso, questi se n’era già andato, scomparso silenziosamente tra la nebbia che iniziava a salire tra i vicoli.
- Ma… Mmmh... – Si guardò un po’ intorno, ma capendo che non ci sarebbe stato modo per ritrovare quel tipo sospirò profondamente. - Mh, ci mancava solo questo... – Fissò per qualche secondo il foglietto che stringeva tra le sue mani fittizie: era davvero una buona idea leggerne il contenuto e dare retta ad un perfetto sconosciuto che non aveva fatto altro che minacciarla ed insultarla fino ad un attimo prima? - Magari conoscerò qualcuno di interessante, mh? -
Già. In fondo, per quanto si sforzasse di rimanere sempre fuori dagli affari degli esseri umani, la sua curiosità vinceva sempre su tutto. Srotolò la pergamena e lesse con attenzione quanto scritto.

”Fra quattro giorni ci sarà un banchetto serale nella magione di Lord Loyalar, nella Roesfalda. Introduciti nella sua residenza e ruba la missiva con la testa di una selvaggia creatura del Plaakar impressa sulla ceralacca. Portala con te la notte stessa, nel medesimo luogo in cui tu e il tuo mittente vi siete incontrati. Agisci con la massima libertà. La ricompensa sarà in danaro e non solo.

Nota: all'interno del castello ci saranno tre indovini specializzati in telepatia, illusioni e camuffamenti a controllare gli invitati, ma non si sa dove si trovino né che aspetto abbiano. Tu non sei sulla lista degli invitati.”


Eccola là: senza sapere né come né perché si era ritrovata nuovamente invischiata con gli affari politici degli umani, che la interessavano anche meno del denaro o del famoso onore dei duellanti di cui tanto parlavano.
Ma ormai c’era dentro. Assoldata da un presunto sicario sconosciuto, che l’aveva scelta chissà in base a quale criterio, promettendole una ricompensa di cui non le importava e che forse non sarebbe mai arrivata, ma c’era dentro. Perché – si ripeté nella sua mente – per quanto tutto ciò non la interessasse, il banchetto la incuriosiva. Il Lord di cui parlava la pergamena la incuriosiva. I tre indovini la incuriosivano. E, confidando nel fatto che non sarebbe stata da sola a svolgere quel lavoro, anche conoscere gli altri sicari assoldati la incuriosiva da morire.
Fu così che, dopo aver nascosto per bene il biglietto tra le sue tenebre, se ne andò fluttuante immergendosi nella nebbia ormai alta.




La magione Loyalar.



Per giungere fino alla sua destinazione la Tentazione impiegò tutti e quattro i giorni di tempo, approfittando ancora una volta per osservare e studiare la natura e la società.
La Roesfalada era molto diversa da quella che poteva considerare casa sua: era un territorio molto ampio, costituito principalmente da deserti ghiacciati che diventavano ancora più suggestivi in quel periodo dell’anno, con il freddo; le colline si susseguivano una dietro l’altra, cosparse da fiumi e fiumiciattoli che rendevano particolarmente rigogliosa la regione, al di là di quello che si potrebbe immaginare con un clima tanto rigido. I villaggi che si era lasciata alle spalle erano sempre molto piccoli e con pochi abitanti che uscivano poco di casa, da come aveva potuto notare, se non per andare a pregare e a lavorare nei campi.
Lei non ne capiva molto di usi e costumi umani, certo, ma già subito dopo aver varcato il confine i primi che aveva incontrato le erano sembrati particolarmente spaventati – se non del tutto terrorizzati – e molto poco ospitali nei suoi confronti, per cui aveva deciso di tenersi completamente alla larga da ogni centro abitato onde evitare guai, continuando il suo viaggio seguendo le rive dei corsi d’acqua.

Arrivò alla magione dei Loyalar all'imbrunire del quarto giorno, dopo aver smarrito per ben due volte la strada tra le colline. Dopo tutto non era facile captare informazioni su quale direzione seguire soltanto ascoltando i discorsi altrui, senza poter chiedere direttamente, ma tenendo fede alla sua scelta di restare nascosta aveva evitato di finire sulla forca e che qualcuno avesse saputo della sua presenza.
L’edificio era arroccato in cima ad una piccola montagna e da lassù governava la valle al di sotto, apparendo molto più maestoso di quanto non fosse in realtà, circondato da un’imponente parete rocciosa che rendeva apparentemente impossibile l’accesso, se non tramite il sentiero principale, che si snodava a partire da una fenditura al centro. Proprio come si sarebbe aspettata da un banchetto di nobili, due guardie armate erano state posizionate ai lati dell’ingresso a controllare gli invitati; c’era poi un terzo uomo al centro, con le braccia conserte e apparentemente immobile, probabilmente uno dei tre indovini di cui parlava la pergamena.
L’ombra si appostò in lontananza, nascosta tra gli alberi, ed attese finché non arrivò uno degli ospiti: l’indovino non si mosse di un millimetro, quasi fosse una statua, mentre una delle due guardie estrasse dall'armatura una pergamena e la spiegò di fronte a sé; l’invitato rimase fermo di fronte ai tre giusto qualche secondo, poi la guardia gli fece cenno di passare e questi entrò.
Con un sistema di sorveglianza del genere – pensò - non avrebbe avuto la minima possibilità di entrare: il suo nome non era tra quello degli invitati e se quello fosse stato l’indovino specializzato in illusioni, neanche la più forte delle sue tecniche l’avrebbe aiutata a superarlo.
Si immerse nuovamente tra gli alberi e dopo una ventina di metri tagliò verso destra, raggiungendo un punto più nascosto della parete rocciosa; controllò che non vi fosse nessuno a fare la guardia nei dintorni o dall'alto e poi con uno scatto si fiondò sulla roccia, iniziando un lento processo di scomposizione: fascio dopo fascio si dematerializzò, iniziando a penetrare con le sue tenebre tra le cavità delle pietre, come un fantasma, finché non si ritrovò letteralmente dentro le mura.
La parete era più spessa di quanto avesse immaginato e, mentre procedeva, si rese conto che qualcosa le stava procurando un enorme fastidio addosso, come un prurito: migliaia di piccoli insetti le si erano appiccicati lungo tutto il corpo e la mordevano freneticamente, come se non avessero toccato cibo per anni. Certo, uno solo di quegli affari non avrebbe fatto del male nemmeno ad una mosca, ma quando un intero nido si risveglia e decide di assalirti le cose non sono altrettanto facili. La Tentazione si sentiva tirare indietro, dolorante in ogni sua parte, e per un attimo credette di rimanere rinchiusa lì in mezzo per sempre, ma per sua fortuna era ormai arrivata dall'altra parte e con un ultimo sforzo si trascinò fuori, venendo sputata fuori dalle rocce tutta d’un botto. Si assemblò velocemente per non restare lì ferma allo scoperto troppo a lungo e notò i numerosi buchi che quelle odiose bestioline le avevano lasciato addosso, ma la sua consistenza le permise di richiuderli subito e non lasciar vedere nulla di quanto appena accaduto.

Una volta riprese le sue sembianze si appiattì contro la parete ed iniziò a guardarsi intorno, per capire dove fosse sbucata fuori: la magione si ergeva squadrata di fronte a lei, sviluppata su tre piani e con le mura tappezzate da edere e finestre, alcune illuminate dalle luci delle stanze; tra lei e la casa si frapponevano alcuni metri di giardino ben curato, con siepi e fiori di diverso tipo; alla sua destra il sentiero principale sbucava dalla roccia e continuava per arrivare fino al portone principale, aperto e sorvegliato da due guardie armate anche stavolta, ma senza la presenza di un indovino. Dopo qualche minuto di silenziosa osservazione un rumore leggero di passi la riportò al presente, facendole capire di non essere da sola là sopra.




The Witch.



Una ragazza le si era avvicinata e la osservava con uno strano sorriso in volto, i capelli neri e gli occhi verde smeraldo, che rendevano il suo sguardo intenso e profondo. Non sembrava avere paura di lei, anzi, sembrava mostrare un inconsueto interesse.
- Chi sei tu? E... Cosa sei? – Disse l’ombra con una certa esitazione.
- Oh dear, non v'é ragione di essere così affrettati, chi ha tutto il tempo del mondo dovrebbe godere della dolce ebrezza dell'ignoranza quando questa si presenta loro. Quando si finisce col sapere quasi tutto non si è più sorpresi di nulla, you can trust me. – Disse quella con molta calma, avvicinandosi a lei e protendendo le mani verso il suo volto, quasi volesse afferrarlo. - u cosa sei? Quale debole pensiero umano ha contaminato la tua natura? Che cosa ha richiesto l'inquisitrice da te? Tell me everything. -
Quella ragazzina non sembrava affatto spaventata e la Tentazione ne rimase alquanto stupita: aveva ormai imparato che quelli che non la temevano erano come lei, o demoni, o un’altra di quelle strane specie.
- Tutto il tempo del mondo, mh? Capisco... – Era un chiaro riferimento alla sua immortalità in quanto creatura inumana. Quella sapeva benissimo cosa lei fosse. L’ombra avrebbe dovuto provare paura, come le era stato detto da quell'elfo oscuro tempo addietro, ma negli occhi e nel tocco di quell'esserino percepì una certa familiarità, un ché di accogliente e rassicurante. Il suo sguardo si accese di un giallo intenso. - Io? Mmmh... Io potrei essere qualsiasi cosa tu voglia... Ogni tuo desiderio, ogni tuo sogno, ogni tuo incubo... Ma in fondo credo tu sappia meglio di me chi e cosa sono, mh? -
Si discostò, lasciando sfilacci d'ombra tra le dita della ragazzina, iniziando a fluttuare in tondo lì vicino. - Nulla di umano mi tocca, ma tutto mi incuriosisce... L'amore, l'odio, la paura, il coraggio, la gioia, il dolore... Eh si, gli umani sono così interessanti... – Si bloccò, tornando a fissarla. - Ma sai molto bene anche questo, mh? - Ricominciò a girare fluttuando. - L'inquisitrice? Mmmh... Sono stati tempi... Come dite voi? Tristi? Spiacevoli?... Si, forse li definireste così, mmmh... Io ho adempiuto ai miei obblighi e lei è morta, perciò non c'è molto da aggiungere ora... – Sapeva molte cose sul suo conto, forse troppe. Conosceva addirittura il suo passato, la Dama Bianca e tutto il resto. Chi era in realtà quella ragazzina? Le si avvicinò di botto, quasi con uno scatto, gli occhi sfavillanti, ma non minacciosi. - Risponderai alle mie domande ora, mh? -
Quella non arretrò, anzi si avvicinò ancor di più, tentando di abbracciarla e l’ombra, non sapendo come reagire a quel gesto, rimase lì immobile e un po' stupita da quell'atteggiamento, continuando a fissarla sempre più interessata.
- My dear, se ti mostrassi tutto ciò che amo e temo cambieresti forma con così tanta frequenza dal perdere cognizione di te stessa, ed io non voglio che questo accada. Speaking of which, I am a Witch. Una Strega, non come le vecchie mentecatte che vendono filtri annacquati per sciocchi contadinotti, ma una di quelle che era solita giocare con le vite dei regnanti per capriccio. Quelle della mia razza giocavano con quelle come te molto prima dell'inquisitrice, lei ha solo deciso di aprire una porta più grande e ha gettato via le chiavi. – Disse, con quella voce di chi è molto fiero di essere ciò che è.
- Giocare con noi, mh? E tu? Tu vorresti giocare con me? - Le fauci si aprirono e formarono un ghigno raccapricciante, emanando una luce bianca e scintillante, e i suoi tentacoli d'oscurità si liberarono sinuosi vibrando nell'aria, spargendosi un po' tutt'intorno. Quelle scene teatrali non erano da lei, ma doveva testare fino a che punto la piccoletta avrebbe resistito; e quella ancora una volta non reagì con timore, solo con uno sguardo leggermente infastidito. Dopo qualche secondo di pausa in cui la scrutò a fondo, l'ombra si ricompose e cercò di riassumere il suo aspetto più neutrale, allungando quella che potrebbe essere considerata una mano. - Mmmh... Sei interessante piccoletta, sei interessante... La Tentazione, così mi chiamarono e mi chiamano tutt'ora... -
- Any time you want, ma come puoi immaginare io scelgo i miei playmate con una certa attenzione, essere solo un'ombra non ti basterà. Tu hai bisogno di qualcosa di concreto, come un corpo, un'ancora fisica a cui aggrapparti. Tutto questo fumo non ti si addice, non alla Tentazione. – La strega fece dei bravi passi attorno a lei, scorrendo la mano sul suo fianco. - Se ti dicessi di poterti dare un corpo, tu cosa risponderesti? Non ti piacerebbe essere completa? Ho sempre desiderato avere un'amica come te, qualcuno che si avvicini anche solo marginalmente a quello che sento. Do you want to make a deal, my dear? -
L'ombra ascoltò le parole della strega con attenzione, gli occhi le si accesero improvvisamente all'udire la parola corpo e quel ghigno bianco lievemente pronunciato che era rimasto fino a quel momento sulla sua bocca, si spense e scomparve del tutto.
- Un corpo e... Un patto, mh? Accidenti... - Anche gli occhi ormai non erano più sfavillanti come un attimo prima. - Mmmh... Io sono un essere eterno, immortale, che è stato, è e sarà... Sono qui in questo mondo per mia libera scelta e vi rimarrò finché non mi stancherò di voi, delle vostre emozioni, dei vostri amori e delle vostre guerre, mmmh... A tal proposito, dovremmo occuparcene prima o poi, mh? - Girò il capo verso l'edificio imponente di fianco a loro. - Perché... Anche tu sei qui per quello, mh? - Si voltò di nuovo verso la ragazzina, sguardo fisso in quegli occhi color smeraldo. - La tua offerta non mi interessa... Non sarò in grado di capire gran parte dei vostri concetti, ma ce n'è uno che ho fatto mio e non me ne priverò... Mmmh... No, non ancora... La libertà è una cosa importante, mh? -
- A real shame, ma non credere di essere veramente eterna come ti hanno fatto credere. Per uccidere un'ombra basta cancellare ogni sua memoria, e la non esistenza è a ragion del vero ben peggiore della morte. – La strega sospirò, facendo scivolare le mani sul suo corpo etereo, per poi rivolgersi verso la villa. - La realtà dei fatti è che avrai comunque bisogno di un corpo se vuoi entrare senza destare sospetto alcuno, altrimenti sarai scoperta ancor prima di incontrare uno degli Indovini. Noone wants a bad ending, yes? Senza il mio sostegno non c'è molto che tu possa fare da qui, a parte certo fungere da esca. -
- Peggiore, migliore... Mmmh... Sono parole che non significano nulla per me... Si può credere di stare vivendo o di morire, è solo una questione di punti di vista, mh. - L'ombra si lasciò accarezzare e protrasse i suoi fasci verso la strega, inspiegabilmente attratta da quell'essere. - Questo comunque non significa che voglia smettere di esistere proprio oggi... Mmmh... Tu sei interessante piccoletta, te l'ho detto... Ed hai bisogno di me quanto io ho bisogno di te, mh? - La Tentazione si espanse, avvolgendo la ragazzina in maniera innocua, che si crogiolò tra le sue tenebre. - Oggi, e solo per oggi... La mia anima sarà tua, mh... Che ne dici, arwen en amin*? - E pronunciò quelle parole, ancora una volta. Solo la grande Etinel gliele aveva sentite dire: un segno di completa obbedienza e sottomissione, ecco cosa volevano dire per lei quelle parole. E in quel momento, riconobbe che il suo asservimento alla streghetta sarebbe stato necessario per sopravvivere e portare a termine il suo compito.
- Mine for a day, l'idea mi alletta molto, ma come ho detto non posso tenerti così, sarebbe sconveniente. - La Strega si voltò per cercare il suo volto, per poterlo prendere fra le mani ed accarezzarlo, sorridendo. - Ho in mente una forma perfetta, qualcosa di unico che tu hai visto già una volta nella tua esistenza.Do you trust me? -
- Non farmi ripetere... Come ho detto la mia anima è tua per oggi, mh... - Capendo l'intenzione della strega, l'ombra afferrò le sue mani e se le portò lentamente al volto, puntando gli occhi sui suoi. - Fai di me ciò che vuoi, arwen en amin... - Sussurrò infine, sfoderando il suo ghigno. Ripetere quelle parole serviva solo a rafforzare il concetto, a far capire alla sua interlocutrice che le sue intenzioni erano serie.

Era evidente che la strega non stesse aspettando altro, infatti non appena l'ombra acconsentì al suo piano si mise all'opera e in pochi istanti creò un nuovo corpo dal nulla, senza troppo sforzo, probabilmente abituata a quel genere di incantesimo.
L'involucro, così potrebbe essere meglio definito, era quasi identico alla ragazzina, una sua copia molto ben riuscita: una giovane alta e snella, dalla carnagione pallida, i capelli corvini e gli occhi color smeraldo, le labbra sottili e rosate; gli abiti invece si addicevano di più ad una creatura delle tenebre come la Tentazione: un vestito nero che terminava sopra le ginocchia, con delle balze in fondo alla gonna, un collo a camicia e delle maniche corte a palloncino, uno stringi vita di pelle nera e degli stivali che arrivavano fino al polpaccio, anch'essi di pelle nera, con numerose fibbie.
La nera creatura studiò ogni dettaglio di quel corpo, centimetro dopo centimetro, fluttuandole lentamente tutt'intorno. - Mmmh... -L'estetica non l'aveva mai interessata, ma se per la prima volta nella sua eterna esistenza avrebbe dovuto indossare un corpo, pretendeva che fosse preciso e curato nei particolari, che le piacesse, per quanto potesse capirne di bellezza. - Noto una certa somiglianza tra voi due, mh? - Disse infine dopo aver squadrato per bene il manichino. - Avrei scelto qualcosa di più tetro, ma... Mh... I patti sono patti... E io rispetto sempre i patti. -
Senza ulteriore indugio l'ombra si posizionò di fronte al corpo senza vita e si lasciò andare, liberando ogni fascio di tenebra e dirigendolo in ogni possibile cavità: occhi, naso, bocca, orecchie, persino dai pori della pelle; ci vollero solo pochi secondi perché tutta la sua oscura essenza fluisse all'interno, finché di lei non rimase nulla e quegli occhi smeraldi non si tinsero di un riflesso ambrato.
Era una sensazione strana, che non aveva mai provato prima: era lei, la sua coscienza e la sua mente erano rimaste intatte, ma ora poteva percepire due gambe, due braccia, il freddo sulla pelle e sulla punta del naso, lo stomaco che borbottava e il cuore al centro del petto che pulsava sangue caldo. Poteva sentirsi, in una consistenza che mai nella sua intera esistenza aveva potuto provare. Le punte delle dita le formicolavano, quindi strinse i pugni e li riaprì un paio di volte, per acquisire maggiore sensibilità; poi si stiracchiò allungando le braccia in alto e piegando la testa da un lato e dall'altro, finché non sentì quel corpo un po’ più suo. Dopo aver preso una certa confidenza con le sue nuove gambe, piegò in avanti il busto e facendosi forza con l’aiuto delle braccia si alzò in piedi, aspettando qualche secondo perché la testa smettesse di fare quello strano effetto, come se tutto il mondo attorno a lei avesse iniziato a girare.
- Wonderful, marvelous, impeccable!. Adesso sei perfetta, – Disse la strega, battendo le mani silenziosamente, un sorrisetto visibilmente trattenuto sulle sue labbra. - Adesso sarai in grado di entrare senza destare alcun sospetto, a questi sempliciotti farà bene avere qualcuno di apprezzabile fra di loro. Dovrai preoccuparti solo dell'Indovino capace di scrutare le menti, ma per il resto se non farai nulla di strano non avrai di che temere. -
Si voltò verso la strega: il suo corpo era cambiato, ma il ghigno sul suo volto era inquietante come sempre. - Mmmh... D'accordo... Mi ci vorrà un po' per abituarmi a queste nuove sembianze, ma non possiamo perdere altro tempo, mh... - Si voltò verso l'edificio ed indicò il portone d'ingresso con le due guardie. - Entriamo, mh? -
- Of course, ma prima cerchiamo di sistemare questa smorfia. - La strega poggiò gli indici ai lati della sua bocca e spinse verso il basso, fino a toglierle il ghigno dal volto. - Restami vicina, e qualunque cosa io dica per te sarà la verità più assoluta. Se dovessimo incontrare il mentalista ci penserò io a lui. Del resto non sono qui solo per della carta straccia... -
L'ombra non capì il senso del gesto della strega, ma ormai aveva una padrona e non si pronunció, sforzandosi di darle retta ed atteggiarsi piú da umana. - Mh, d'accordo... Ti seguo... -
Non immaginava cosa la strega avesse in mente, ma date le abilità che aveva dimostrato poc'anzi nelle arti magiche, era disposta a fidarsi, almeno fino a che non fossero riuscite ad entrare.





la Tentazione.

Corpo: 80%
Mente: 100%
Energia: 100%
Riserva CS: 0

Passive utilizzate:
CITAZIONE
»Disperdersi. Grazie al suo corpo etereo è in grado di decidere come e quando cambiarne la sua consistenza, così da poter oltrepassare degli ostacoli o essere oltrepassata per vanificare gli attacchi fisici, se attacco e difesa vengono compiuti a parità di CS. (Numero di utilizzi rimasti: 5) [Passiva razziale: Forma Eterea]

Attive utilizzate: //

Note: come detto in confronto ho subito l'alto al fisico dovuto agli insetti; sotto trovate la spiegazione delle uniche parole in gergo delle ombre che sono state usate.
Nient'altro da aggiungere, se non che mi scuro per il ritardo e... Buona role a tutti! :8D:

*Arwen en amin: letteralmente "mia signora", formale; termine che la Tentazione utilizzava quand'era a servizio di Etinel, per lei sta a significare asservimento ed obbedienza (quasi) totali.
 
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4 replies since 8/12/2016, 00:40   269 views
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