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Il Lascito degli Dèi ~ White Winter Hymnal, Contest Edhel - Oneiron

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view post Posted on 23/12/2019, 11:56
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Cardine
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    Per prima cosa ebbe l'impressione di cadere a terra (e così fu: la sua faccia si stampò sul selciato di Lithien e solo per caso non gli si ruppe il naso). Poi gli parve di essersi come appena alzato dal suolo, di scatto e senza fiato. Prima ancora di accorgersi che cosa lo stesse circondando, si scrollò di dosso uno strano peso e si sistemò il mantello rosso sulle spalle.
    Si ritrovò nel mezzo di una nevicata così intensa da ostacolare la vista e attutire gli altri sensi. Qualsiasi sagoma si stagliasse nei paraggi, che fossero alberi, rupi o corsi d'acqua, era uniformemente ammantata. Dallo strato di neve non emergeva nulla che non fosse di un bianco immacolato. Persino spingendo il proprio sguardo verso l'orizzonte più estremo non c'era nemmeno l'ombra dei picchi dell'Erydlyss o di altri paesaggi caratteristici. I grossi fiocchi scendevano fitti ma con una strana delicatezza. Ondeggiavano in qua e in là, come se si stessero prendendo il tempo necessario per posarsi nel punto giusto, quello per loro designato. Ognuno scendeva con la sua unica traiettoria ma tutti che condividevano la missione di ricoprire ogni cosa. La luce del giorno filtrava dalle nuvole in maniera innaturale e si rifletteva sul manto nevoso, esasperandone il candore.
    A qualche passo da lui c'era ancora la volpe d'ombra, grande adesso almeno quanto un essere umano. Poteva distinguerne dei tratti caratteristici, dalla forma degli occhi fino alle fibre del pelo, ma non appena il bardo si concentrava su un qualsiasi dettaglio, dalla coda alle zanne, esso assumeva fattezze grottesche e lo costringeva a distogliere lo sguardo. Ora che essa aveva moltiplicato a dismisura la sua dimensione, quella continua presenza che lo osservava con attenzione era solamente disturbante e minacciosa.
    Taliesin, pur in quel luogo senza nome, fece affidamento al suo solito repertorio: si voltò e cominciò a correre a perdifiato. Farlo in mezzo alla neve così alta e soffice si rivelò ben presto un'impresa impossibile. Dopo una manciata di metri percorsi goffamente con gli stivali già zeppi di neve, si voltò un'altra volta. Aprì le braccia, esasperato.
    «E va bene, allora che gli dèi ti maledicano! Cosa vuoi da me?»
    «Perché devi rendere tutto così difficile, bardo?» gli rispose l'animale con tono stizzito. La sua figura color della pece sembrava fuori posto all'interno del candido quadretto invernale. Tuttavia la neve cominciava ad accumularsi sul dorso, sulla testa e sulla coda della volpe, donandole un aspetto quantomeno buffo. Presto sarebbe scomparsa anche lei sotto uno strato candido come ogni altra cosa, pensò il bardo.
    «Diff--ma cosa significa? Hai visto che sta succedendo a Lithien?» chiese. In quello strano luogo non provava stanchezza né freddo, ma la presenza della gigantesca ombra a pochi metri da lui gli provocava non pochi disagi. «Non c'è nulla che io possa fare. Se raggiungessi i miei uomini, invece, potrei tornare da Jevanni e allora forse...» fece una pausa, come se volesse venire interrotto. La volpe restò immobile e muta. Taliesin scosse la testa. «E allora forse non lo so, che cazzo ne so!»
    «La tua presenza a Lithien sarà determinante, Taliesin
    «Balle!»
    La volpe si scrollò pigramente la neve dal dorso, riemergendo in tutta la sua oscurità.
    «Una mossa non astuta. Resterai qui con me finché non cambierai idea, dunque.»
    «Qui? Ma che vuol dire qui

I was following the pack / all swallowed in their coats
with scarves of red tied around their throats
to keep their little heads / from falling in the snow
and I turned around and there you go
and, Michael, you would fall / and turn the white snow
red as strawberries in the summertime


    Il fastidio fece presto posto all'ansia e poi alla disperazione. Per quanto il bardo tentasse di allontanarsi, la volpe gli rimaneva alle calcagna. Gli bastava restare immobile abbastanza a lungo perché quella venisse perfettamente ricoperta dalla neve e ingoiata dal paesaggio. Tuttavia, al minimo movimento del bardo la sagoma si ridestava, ancor più nera e grande di prima, e lo raggiungeva. Senza una destinazione precisa dove dirigersi, il vagabondo non poteva che stringersi nel mantello e marciare senza mai fermarsi.
    Il vento cominciò a sollevarsi e i fiocchi di neve mutarono la loro danza. Le folate spazzavano la neve in ogni direzione in enormi mulinelli, che il piccolo bardo rosso attraversava senza arrestarsi. Ben presto la tormenta si scatenò in tutta la sua violenza e Taliesin si accorse di essere diventato sempre più minuscolo e insignificante.
    Provò a seminare la volpe addentrandosi in una foresta di alberi gelati. Le impronte che egli si lasciava dietro nella soffice neve ne tradivano la posizione. Attraversò quello che doveva essere un fiume, anch'esso completamente ghiacciato e coperto da uno spesso manto. Lo fece nella vana speranza che la volpe, ora veramente gargantuesca, sfondasse il ghiaccio e vi rimanesse intrappolata. Si fece strada fra guglie rocciose dove il vento si incanalava con violenza. Nemmeno quello bastò.
    Ma fu quando giunse al centro della tormenta che per la prima volta, tra il bianco onnipresente della neve, scorse un colore diverso dalla pece o dal rosso. Una persona china e immobile a pochi passi da un grosso macigno coperto di muschio. A Taliesin parve che altre sagome si muovessero nella tempesta, più in là, ma non fu capace di distinguerne nessuna tranne quella a terra.
    «Glacendrangh?»
    «Lithien non può cadere, bardo, e tu di Lithien avrai bisogno per la battaglia.» La volpe era ora al suo fianco e lo sovrastava una decina di volte in altezza.
    «Mi sto svegliando, non è vero?»
    «Forse.»
    «Ma è così piacevole. Non fa freddo.»
    «Presto ne avrai abbastanza.»
    «Eppure io in fondo sono soltanto un bardo, no?»
    «La solita scusa. La solita autocommiserazione.»
    «Jevanni è--»
    «--l'unica speranza.»


    «Eccolo» mormorò il bardo, con tono privo di entusiasmo o di qualsiasi altra emozione. Soffriva ora il freddo; lo soffriva come mai prima di allora. Ormai le gambe si muovevano meccanicamente, senza che lui le controllasse davvero. Esausto, riusciva a proseguire solo perché prodigiosamente sostentato dalle razioni di Lithien.
    Lui e i suoi uomini avevano davvero attraversato una foresta sconfinata, guadato un fiume ghiacciato nel mezzo della tempesta e si erano infine fatti strada tra guglie rocciose e affilate. La volpe era sempre al suo fianco, ora minuta e silenziosa, e non era più da solo. Alcune centinaia di persone, perlopiù cittadini di Lithien che avevano risposto alla chiamata ma anche membri della Ruadh recuperati durante il cammino, avevano marciato al suo fianco attraverso la bufera di neve. Si erano infine ricongiunti all'esercito di Alder Gwydion proprio nel colmo nel colmo del conflitto, prendendone parte.
    Ma Taliesin non stava combattendo i demoni a spada tratta, no. Quello non faceva affatto parte del suo repertorio. Aveva invece proseguito la sua marcia disperata assieme ai suoi fedeli e a un manipolo di esploratori elfici dell'esercito dell'Edhel. Stavano portando a termine un incarico straordinariamente specifico e di massima importanza.
    «Eccolo» ripeté, quasi per convincersi di non essere impazzito. Di nuovo nessun entusiasmo.
    Pochi passi avanti, accanto a un macigno ricoperto di muschio, vi era un cumulo di ghiaccio e neve dove il vento non spirava. Al suo interno, si poteva scorgere a fatica una sagoma umana. Jevanni Glacendrangh riposava in una bara di ghiaccio che non poteva essere scalfita.
    «Portiamolo via.»

Il contest è l'occasione per chiarire un paio di cose che ho lasciato abbastanza indeterminate in Dark Matters, ossia quello che succede a Lithien quando la volpe blocca la fuga di Taliesin e lo "convince". In effetti lo addormenta e trasporta nell'Oneiron; lì lo trattiene per un tempo indefinito, fino a sfinirlo. Il bardo comincia infatti a muoversi nel sogno finché non ha un'epifania, a metà tra un delirio e una specie di premonizione del futuro che lo motiverà a combattere, liberando la città. Guiderà poi una piccola parte di essa verso il Talamlith. Con l'ultima parte, un enorme fast forward, si ricollega brevemente il personaggio e in generale la timeline di Lithien a quella di Coldest durante la battaglia, alcuni giorni dopo. Taliesin convince un nutrito gruppo di eroi a seguirlo e va a recuperare assieme all'esercito di Alder il Jevanni, catatonico e ghiacciato in mezzo alla bufera magica che ha evocato durante la battaglia del Talamlith. Cercherò di sviluppare a dovere anche questa circostanza del salvataggio non appena ce ne sarà l'occasione. Il titolo proviene dall'omonima canzone dei Fleet Foxes che trovate a inizio post, che da il mood giusto a tutto il resto. Ma tanto le canzoni non si ascoltano, quindi sappiate che è carina.
 
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