Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Notte II ~ Parte III, Nightfall

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view post Posted on 22/7/2007, 13:22
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¬ Partecipanti: .Zero.the.King. [Zero] & Kiba™ [Kiba]
¬ Obbiettivo: Uccidere Middle, uno dei cinque capi del Clan emergente "Gli Abbietti".
¬ Orario: 13:45 circa del pomeriggio.
¬ Ambiente: Clima afoso e insopportabilmente caldo. La luce del sole risulta a volte fastidiosa e accecante.
¬ Truppe: Ogni partecipante di energia Bianca avrà a sua disposizione 80 uomini di fanteria leggera, vestiti di una semplice pelle piuttosto resistente, come protezione, e armati di una spada bastarda sfilettata accompagnata da un set di coltello da lancio. Risulteranno molto poco addestrati, e per alcuni di loro questa potrebbe essere addirittura la prima missione.
- Ogni partecipante di energia Gialla avrà a sua disposizione 40 uomini vestiti di un'armatura leggera, abili nell'utilizzo dell'arco e delle frecce, con a disposizione, ulteriormente, una spada lunga. Metà di loro saranno a cavallo, mentre l'altra metà saranno a piedi.
- Ogni partecipante di energia Verde avrà a sua disposizione una truppa di 20 soldati scelti, armati di scudo, spada corta, armatura completa e dotati di una forza e di un'abilità straordinaria in battaglia. Uomini decisi a non fermarsi fino alla conclusione della battaglia, motivati e decisi. Possiedono anche una notevole sopportazione al dolore e paiono resistere egregiamente a ferite mortali.
- Ogni partecipante di energia Rossa avrà a sua disposizione un piccolissimo contingente di dieci uomini, che si riveleranno essere combattenti esperti sul campo di battaglia, armati di spada e arco lungo, e capaci di usare anche notevoli stregonerie come barriere o raggi di pura energia. Possiedono una destrezza fuori dal comune, degna anche dei migliori avventurieri, e ognuno di essi va trattato come un'energia verde.
- Tutti gli uomini, per tutte le energie, sono vestiti di nero per impedire di essere riconosciuti. Ray ha infatti espressamente ordinato che "Nessuno deve venire a sapere che ad attaccare "Gli Abbietti" è stato il clan Toryu" Quindi, regolatevi di conseguenza, a costo di uccidere ogni uomo che troverete sul vostro cammino, o agire come un normalissimo plotone di banditi.

"Gli Abbietti.". Un piccolo clan nato da poco per le contrade del mondo umano e che, per quanto piccolo, è riuscito in poco tempo a fare molto molto casino, ponendosi alla pari di grandi confraternite come quelle del Toryu o Goryo, o Sorya, e rivaleggiando quasi alla pari con loro. Ma cosa si sa in realtà, di questo clan?
Pare che sotto tutto quel fumo ci sia ben poco arrosto, e che la loro tanto decantata potenza sia data prettamente dal numero. Proverbi a parte, prendendo singolarmente ogni uomo del clan, questo non varrebbe la metà del più debole di un vero e proprio plotone di uomini, e la cosa ha infastidito pesantemente Ray, che ha sentito il suo potere inevitabilmente minacciato.
Pare che le fondamenta degli "Abbietti" siano cinque persone a loro capo che sostano in zone diverse del territorio controllato, trovandosi di tanto in tanto per fare consiglio e dare nuovi ordini al clan. Nemmeno loro però sembrano dimostrare alcuna potenza in battaglia, tanto che ogni loro accampamento è estremamente fortificato, e ricco di uomini e mercenari, assoldati essenzialmente per loro difesa personale.
Tuttavia gli ordini di Ray sono pur sempre ordini, e se tutto andrà come dovuto, la vita degli "Abbietti" si spegnerà piuttosto velocemente.

Come alcuni potrebbero capire dal nome, Middle non è affatto uno sprovveduto, e nemmeno uno che eccede, in qualsiasi campo.
Ha infatti deciso, per se, una postazione al centro del deserto più grande e caldo del Mitghard, dov'è impossibile sopravvivere anche per gli orchi e i troll più duri. Pare che lui stesso, per permettersi d'avere una vita serena, abbia incaricato alcuni maghi di lanciare un incanto di "Fresco" perenne al di sopra della base, così da non rischiare di morire evaporato.
L'accampamento è una sorta di piccola "Legione straniera", fortificata con alte mura bianche per impedire l'attacco dei predoni, ma dai sottoposti e dai soldati relativamente incapaci, in quanto veramente pochi di loro hanno deciso di rimanere lì a difendere il loro capo, e i più forti e intelligenti, non sopportando il clima, hanno abbandonato la base tempo prima.
Le dune potranno fornirvi un riparo dagli sguardi della piccola fortezza, ma i vostri abiti neri non saranno d'aiuto.
L'azione dovrà essere portata quindi con estrema cautela, senza sbagliare nemmeno un passo.
Il vostro contingente di uomini si trova in un accampamento installato ad un'oasi poco lontana, dove stanno trovando refrigerio prima dell'attacco. Sono poco motivati a causa del caldo, e sarebbe conveniente incoraggiarli almeno un poco.

Attaccate l'obbiettivo e eliminate Middle il prima possibile, uccidendolo. Non è importante quante vittime mieterete o quanto distruggerete: Ray non è il tipo da preoccuparsi per le vite dei civili o per delle penose costruzioni senz'animo. Eliminate l'obbiettivo, e impedite a chiunque di scoprire che siete dei Toryu, a costo di trucidare ogni sopravvissuto, anche innocente.

CITAZIONE
Bene. Ora fate il primo post che varrà come "Post di presentazione", in cui arrivate all'accampamento e, magari, vi presentate ai vostri soldati.
Il post di presentazione è comunque liberissimo. Potete compiere qualsiasi tipo d'azione attinente alla quest che non consista nell'"Attacco al villaggio". Una volta che entrambi avrete postato, vi dirò come proseguire.

 
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.Zero.the.King.
view post Posted on 23/7/2007, 23:47




~ Post di presentazione ~



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Black... really no-cleaver

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Il Mitghard, il torrido deserto del mondo umano. Un luogo assurdo, ove qualsiasi forma di vita non poteva sopravvivere per più di pochi giorni. Il calore che saliva dalle dune all'orizzonte deformava tutto ciò che si riusciva a vedere, formava delle onde invisibili che rendevano disumane tutte le figure presenti in lontananza. La luce era troppa e troppo forte. Accecava chiunque guardasse in qualsiasi direzione, anche quella opposta al sole. Si rifletteva sulla vetrosissima sabbia dorata dal pallido colore giallo. L’umidità presente nella torrida aria non aiutava la sopravvivenza.
Una figura buia si presentava all'orizzonte, o meglio, sulla cima dell'unica duna visibile dall'accampamento. Non si capiva bene chi fosse, o quanto alto fosse: gli aloni di calore lo rendeva a momenti enorme, gigantesco, a momenti piccolo, lontano. L'unico fattore che rimaneva immutato era il suono. Il fruscìo della sabbia spostata dai piedi del personaggio rimaneva costante, ritmato, aumentava di volume. La figura si avvicinava. Ecco che, ad un determinato numero di metri, le forme della persona che si avvicinava all’accampamento smisero di mutare casualmente. Ora lo si distingueva perfettamente. Era alto e vestito di nero. Dalla testa ai piedi. Un turbante gli ricopriva testa e volto, lasciando scoperti i soli occhi e il setto nasale, mentre il manto di seta leggera orientaleggiante che lo vestiva sul busto prendeva una forma particolare, in corrispondenza delle spalle. Una notevole sporgenza rivelava la presenza di un’armatura che proteggeva il viandante alla perfezione anche al di sopra degli arti. Un mantello nero e oro gli ricadeva sul dorso, mentre dei leggeri pantaloni sullo stile asiatico, stretti in vita e larghi in prossimità dei polpacci, terminanti con un elastico all’altezza della caviglia, lo vestivano dalla cintola in giù. Essi erano attraversati da ampi aloni bianchi, ovvero i sali lasciati dall’evaporazione del sudore. Le scarpe? Inusuali per il resto dell’abito: stivali scamosciati a suola di cuoio duro, dalla singola fibbia dorata. Una cintura di cuoio scuro, anch’essa dalla fibbia placcata d'oro stringeva in vita l’uomo, mentre una fodera di mezzo metro da cui spuntava una lunga elsa d’oro bianco, giallo e zaffiro pendeva da codesta cinta. Uno schioppo prezioso se ne stava a tracolla sul dorso del viandante, sotto al mantello.
L’alto uomo estrasse da sotto l’indumento una borraccia rotonda. Dopo averla stappata, la portò alle labbra e bevve. Il tappo, legato con una fine cordicella al contenitore, rimase appeso ad esso. L’uomo abbassò la testa, richiuse la fiaschetta e la ripose dove l’aveva presa.
« Ray l’ha pensata giusta, sì, ma poteva darci dei vestiti bianchi? » pensò Zero, mentre entrava nell’oasi popolata dai suoi uomini.
Non appena mise piede sull’erba scosse i piedi, per togliere la sabbia dagli stivali, quasi entrasse in casa ed avesse messo i piedi su di uno zerbino. Si guardò un attimo attorno.
La sorgente nel deserto era piuttosto vasta. A terra cresceva rigogliosa un’erbetta smeraldina, mentre dei cespuglietti spuntavano qua e là, soprattutto in corrispondenza della pozza e dei caratteristici alberi del deserto, le palme, che numerosissime, creavano un tetto naturale il quale proteggeva chi si accampava con una fresca ombra. In fondo all’oasi, ovvero dal lato opposto al quale Zero s’era introdotto, se ne stava l’accampamento sotto il comando dei Toryu. Esso era stato posizionato proprio in quel punto perché lo spiazzo ove appunto risiedevano tutti, nonostante fosse coperto dalle palme, mostrava un minor numero di cespugli. Tende, tende, tende, tante tende bianche e leggere coprivano il manto erboso, disposte casualmente. Ognuna poteva ospitare circa cinque uomini. Subito oltre iniziava, di punto in bianco, una duna sabbiosa piuttosto alta, sulla cima della quale vigilavano a turno le vedette in una torretta di tela.
Zero giunse alla pozza. Rifletteva quegli sprazzi di cielo che gli alberi non coprivano con una limpidezza pura all’estremo. Ottanta suoi uomini si abbeveravano, alcuni prima ed alcuni dopo, con quell’acqua. Erano tanti, tantissimi, molto giovani. Alcuni erano addirittura più giovani di lui, e c’è da valutare che egli aveva appena raggiunto il diciottesimo anno di età. Si dimostravano inesperti e poco fieri anche nei movimenti, ed il cacciatore si rendeva conto che non sarebbe stato facile adempiere al compito che il capo gli aveva assegnato. Per alcuni di essi era la prima missione.
L’abbigliamento dei guerrieri e il loro armamento era misero, tale quale la loro abilità in battaglia. Essi indossavano un’armatura di cuoio nero leggero ma piuttosto resistente e dei pantaloni tali e quali a quelli di Zero, possedevano una spada sfilettata della lunghezza di un metro circa, la cui lama era piuttosto lucente e perfettamente nuova, oltre ad un set di coltelli da lancio ciascuno. La maggior parte di loro era scura di carnagione. Avevano ben pensato di chiamare alle armi dei combattenti nativi delle zone del Mitghard, cosicché sarebbero stati più resistenti al tremendo calore che attanagliava tutto l’esercito.
I mori mercenari tenevano il volto scoperto, al contrario di Zero. Erano infatti guerrieri assoldati da Ray, ma non effettivamente dei Toryu, quindi se anche venivano riconosciuti, ciò non causava un problema troppo gravoso.
« Adunata! In piedi! » berciò con la sua calda voce il cacciatore mascherato. Immediatamente tutti i suoi adepti si alzarono fiaccamente da terra per disporsi un po’ disordinatamente innanzi a lui. Erano tesi, sconvolti, demoralizzati. Si leggeva la preoccupazione sui loro volti.
Zero notò un giovane mulatto, doveva avere circa quattordici anni. Era basso, circa un metro e sessanta, dai capelli mori, grandi occhi scuri. Vibrava, ma continuava a guardare fisso di fronte a lui. Una goccia di sudore colò giù dalla sua fronte, per la tempia…
Il diciottenne comandante posò il suo indice sinistro poco sotto la tempia del ragazzino. La goccia di sudore si fermò sul dito di Zero. Il ragazzino, disattento, immerso nei suoi pensieri, sussultò. Non se l’aspettava.
Il sudore era freddo. Molto freddo. Il cacciatore posò le mani sulle spalle del presunto quattordicenne accucciandosi, parandosi innanzi a lui.
« Hai paura? » mormorò.
Il ragazzino annuì.
« Tu verrai con me. »
Se lo tirò di fianco e fece sì che lo accompagnasse sino al punto dove si trovava prima, davanti a tutti.
Ora tutti si sarebbero aspettati un incoraggiamento, un discorso che li aiutasse a risollevarsi da quello stato di depressione.
« Ragazzi, carichi come molle e tranquilli. Non dico altro, tanto lo so bene anch’io, con gli umani non so parlare. Vi preoccuperei solo di più. Mi dispiace per me e per voi, ma sono cinico e realista. Sapete cosa potrei dirvi… » il tono era impetuoso ma tristemente preoccupato per i propri uomini. Non appena ebbe finito di parlare, camminò dritto innanzi a sé a testa alta. La folla si scostò rapidamente per lasciarlo passare. Lo squadravano. Incuteva timore, rispetto, anche in quelle vesti meno imperiose. Incuriosiva qualcuno per gli stivali, ma questo qualcuno era leggermente più esperto o meno spaventato.
« Sappiamo benissimo tutti che qualcuno morirà… e sappiamo benissimo che non sarò io. » pensò il ragazzo.
Il quattordicenne, giovanissimo mercenario, lo seguì silenzioso e affascinato dal suo comportamento sino alla sua tenda. Essa non differiva da quelle degli altri. Per cinque persone (quindi piuttosto spaziosa) con una branda e i suoi oggetti personali.
Non appena Zero ebbe scostato la stoffa che copriva l’interno dell’abitazione provvisoria con la mano, i due udirono un miagolìo. Una bestia bianca, lucida e lustra e dalle lunghe zanne si avvicinò al cacciatore mascherato. Fu allora che per la prima volta il quattordicenne proferì parola.
« Morde? » sussurrò un pochettino scosso dalla vista di tal bellezza, grinta e aggressività nel bel mezzo del Mitghard.
« Solo i ragazzini mercenari. Ma dai! È un agnellino. Ha più paura lei di te di quanta ne abbia tu di lei. Vero, Micia? » si rivolse scherzosamente Zero al mercenario. Quest’ultimo, all’udire il nome Micia, capì che ciò che diceva quel Capo estraneo era reale. Il gattone era un micio ingrandito una cinquantina di volte circa, ma bastava una smorfia per spaventarlo.
« Come ti chiami? » chiese con voce bassa, roca e profonda Zero, mentre si chinava a riempire la borraccia dando le spalle al quattordicenne.
« Non ho un nome. Mi hanno sempre chiamato Nih, che nella mia lingua significa “nulla”, “niente”, “zero”. » rispose borbottando l’altro, guardando a terra imbarazzato.
« Che c’è da vergognarsi? Io sono Zero, il vero Zero, e pochi altri possiedono un nome così significativo come il nostro. Non ho cognome, non ho famiglia, ma io SONO Zero e tutti lo sanno. » esclamò in tono deciso il cacciatore, fulminando con lo sguardo intensissimo Nih. Già lo amava.
Il giovane Nih chinò il capo, ma subito Zero glielo tirò su con la mano.
« Così devi stare, fiero di te. »
« Ed ora aspettiamo… speriamo che Kiba arrivi presto… »
Zero si sedette sulla branda e tolse il turbante. Di Nih, aveva già capito, poteva fidarsi.



CITAZIONE
Scusate, è un po' scarno di descrittiva, ma proprio non riesco a mettere assieme frasi d'effetto, oggi. Sono giorni che vanno così, se non funzia non funzia XD.

 
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Kiba™
view post Posted on 25/7/2007, 10:25




I - Our life...



Quel posto, quel caldo...Non volevo proprio crederci!
Il deserto caldo era uno dei luoghi che odiavo di più, era il contrario del mio habitat naturale: le "Tundre Artiche"!
Ma mi era stata assegnata una missione e io non avevo né la voglia né l'intenzione di fallire!
Era il mio primo incarico, forse alcuni potevano pensare che la prima volta poteva essere una scusa per giustificare un loro occasionale sbaglio o errore, per me invece era tutt'altra cosa.
Iniziando bene si è già a metà dell'opera!

Mi misi in cammino e il sole era alto nel cielo, la sabbia era ardente e si "divertiva" a fare quei soliti effetti di luce, ma la mia rabbia saliva e la calma era stata totalmente cancellata insieme a tutta la vegetazione.
Quel posto mi agitava, mi innervosiva, eppure continuavo a correre per quelle dune desolate, le quali in un modo o nell'altro si spostavano inermi sotto la forza di quel leggerissimo venticello arido.
Come se mi stesse seguendo un incubo, e i miei sospiri fugaci ricordavano una di quelle notti strazianti.
Peccato che era pura realtà e io dovevo anzi ero obbligato ad affrontarla nel modo più razionale possibile, a costo della mia vita.
Ero vestito tutto di nero, nero come il sangue sporco, nero come le tenebre che nascondono nelle loro braccia i segreti più bramati.
Quel colore era utile in quelle occasioni, forse attirava di più i raggi solari ma il problema principale era quello di proteggere la propria pelle.
Indossavo un giubbotto in pelle nera, i pantaloni invece erano molto larghi e comodi per garantire un'ottima velocità e libertà nei movimenti, i miei occhi di ghiaccio e la mia pelle chiara erano coperti da un sottile velo nero che avrei tolto durante il combattimento.
La mia vista si mise a scrutare l'orizzonte e forse con molta fortuna riuscii a localizzare l'oasi in cui mi aspettavano i miei compagni.
Io non mi ritenevo un comandante o un condottiero, ma di certo al mio arrivo avrei fatto un discorso.
Di poche parole e allo stesso tempo chiaro e circonciso, avevo questo in mente e non avrei di certo cambiato idea! Il tempo però incalzava a io non potevo permettermi questo lusso quindi nonostante il caldo e la sabbia mi misi a correre con più foga e forse mi fu d'aiuto poichè con quella corsa riuscii a calmare quella rabbia che stava ribollendo.
Da lontano si vedevano le palme e un verde stranamente rigoglioso, simbolo che la natura è una delle cose più forti anche più della morte.
Quel verde aveva riacceso la speranza nei miei occhi, non so spiegarmi il motivo ma mi sentii di più a casa. Calpestai quel’ erba con decisione come se volessi far credere ai miei piedi che non dovevano calpestare più la sabbia.
Ad osservarmi c'erano ottanta uomini, uomini si fa per dire, potevo chiamarli coetanei considerando la loro età.
Però a differenza mia erano spaventati e preoccupati, il nemico forse gli faceva paura?? Di sicuro avrei fatto qualcosa ma la prima cosa che feci fu di togliermi quel fastidiosissimo velo nero che copriva il mio viso e con voce molto bassa ma allo stesso tempo duro esclamai:


Portatemi immediatamente dell'acqua, per favore!



Li guardai tutti negli occhi e loro volevano andare tutti a farmi questo favore ma uno fece più in fretta e mi portò una borraccia fatta di qualche strana pelle di animale del deserto.
La portai alle mie rosee labbra e bevvi quel ‘ acqua quasi tiepida, era disgustosa per il mio palato abituato a bere l'acqua più gelata che potesse esistere, ma il bisogno era tanto e dovevo sopportare.
Mi guardavano tutti come una star, e i loro occhi si spostavano insieme alla mia figura. Mi infastidii molto questo atteggiamento e capii che era il momento di parlare.
Presi un coltello dalla tasca e lo lanciai sul tronco di una palma che si fece trafiggere senza opporre molta resistenza.
Il pugnale rimase conficcato a metà nel tronco e io mi avvicinai molto lentamente, ci appoggiai un piede e mi aggrappai all'albero.


Ragazzi, se avete paura perdetela, se credete che io sia il vostro capo avete sbagliato. Qui noi siamo tutti uguali e dobbiamo essere un BRANCO, il branco è diverso da una soldatesca, nel branco si combatte solo per due semplici cose, la VITA e la FORZA.
Voi dovete combattere non per uccidere il nemico ma per proteggere la vostra vita e quella dei vostri compagni, e più nemici uccidete più diventate forti!
Non importa quanto vi sentite deboli o piccoli ma l'unica cosa a cui dovete pensare è che c'è un vostro amico che vi aiuta!
Io mi batterò solo per voi, anche se non vi conosco io sono abituato a fare così, quando si è in gruppo si COLLABORA!
Ci dobbiamo impegnare a subire meno perdite possibili, dobbiamo chiudere la missione con solo i morti del nemico, inoltre potete contare su di me.
Io per lo meno mi batterò come un lupo, difenderò la mia vita con le zanne e con gli artigli, voi invece??



Era una domanda a cui non volevo sentire nessuna risposta, infatti nessuno fiatò.
Estrassi il pugnale da quella pianta così caratteristica e mi avvicinai ai ragazzi:


Dov'è la mia tenda.



Uno mi indicò la strada senza proferire nessuna parola, forse si erano un pò tranquillizzati e forse erano carichi e avevano almeno un briciolo di coraggio in più.

Adesso andate nella vostre capanne e riposatevi, scherzate e divertitevi, perchè fa poco non ci sarà più tempo per farlo!



In silenzio mi ritirai nella mia capanna e tutti gli altri fecero lo stesso.
E come una brezza gelida passa senza far rumore fra le foglie di un pino facendole scuotere, io feci l'entrata all'accampamento...
 
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view post Posted on 25/7/2007, 12:19
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Istruzioni


All'interno dell'accampamento nemico la vita scorre come tutti i giorni. Le sentinelle fanno meste la ronda lungo le alte mura bianche, e le porte si aprono di tanto in tanto per far entrare i carri contenenti i rifornimenti necessari alla sopravvivenza del forte.
Nessuno sospetta un attacco da parte di un clan rivale, e persino Middle è inteso a godersi la bella vita all'interno della sua casettina in marmo bianco posta al lato opposto dell'entrata alla fortezza, schiavizzando un paio di soldati perché gli portino da bere, e sodomizzando alcune puttane comprate poco tempo fa ai beduini, quando necessita di soddisfare i suoi bisogni sessuali.
Le guardie d'altra parte sembrano quasi addormentate, e sicuramente il caldo non le aiuta, intorpidendole nonostante l'incantesimo fungente da "Condizionatore" che agisce su tutta la base.
Come suddetto, nessuno pare aspettarsi l'attacco da un clan rivale, ancora.


Modalità Mischia


Si svolgerà come un combattimento normale, con slot azione e simili.
Prima posterete voi due, in ordine libero [Può postare chi desidera per primo, come in una quest normale, poi l'altro] e in successione ai due post posterò io, descrivendo le azioni del contingente nemico.
Nel prossimo post dovrete semplicemente descrivere il vostro avvicinarvi alla base, durante esattamente "Un turno", dopodiché si inizierà con la modalità "Mischia".
Durante questo tipo di combattimento avrete a disposizione due slot azione. Ogni slot azione può essere sprecato per utilizzare un'abilità/tecnica/incanto artefatto [Non passivi] del vostro personaggio, oppure per far compiere ai vostri soldati, o a parte di essi, un'azione "di gruppo". [Avanzare; Scagliare le frecce; Attaccare frontalmente ecc. ecc.]
Scrivete sempre dove e come attaccano i vostri uomini, con cura, e io mi preoccuperò di rispondere descrivendo la riuscita delle azioni e un breve corpo a corpo.
Le azioni dei vostri uomini non dovranno mai, infatti, essere autoconclusive. [Es. Gli uomini scagliano delle frecce contro il forte.] Non [Gli uomini, scagliando delle frecce contro il forte uccidono "tot" uomini nemici].
Le azioni del vostro personaggio invece, saranno assolutamente autoconclusive. Lo stesso, incontrando soldati o simili, potrà affettarli tranquillamente. Tuttavia il vostro realismo e la vostra lealtà nel compiere questo tipo d'azioni influenzerà pesantemente sulla valutazione e sulla ricompensa finale.
A proposito, come già detto la missione fallisce se scoprono che siete dei Toryu, quindi evitate di usare tecniche o abilità troppo appariscenti, perché sarebbe come urlare ai quattro venti che fate parte di un clan rivale. Ad ogni mio post vi sarà infatti un contatore in percentuale della probabilità che i nemici abbiano capito che siete dei Toryu. Inutile dire che se scagliate un fulmine contro tutto l'accampamento nemico, questa schizzerà al 100% alle stelle.
Sappiate quindi che se la percentuale di sospetto è superiore al 50%, e qualche fortunato sopravvissuto dovesse riuscire a fuggire, la missione è da considerarsi fallita.
Allo stesso modo la missione sarà da considerarsi fallita se tornerete con meno del 10% degli uomini.

Buon divertimento.

CITAZIONE
La modalità "In mischia" si attiverà solo quando i vostri soldati saranno effettivamente "In mischia". Per allora procedete come se fosse una normalissima quest senza preoccuparvi di slot o simili. Nonostante serva un turno per raggiungere l'accampamento nemico, ricordatevi che la libertà è la prima regola, e potrete compiere qualsiasi tipo d'azione che più vi aggrada per attaccarlo. La fantasia prima di tutto.

 
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.Zero.the.King.
view post Posted on 26/8/2007, 21:06




~ Post di avvicinamento alla fortezza ~





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Go my guys.

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Un gran vociare si levò al di fuori dalle tende, ad una ventina di metri di distanza. Gli ottanta uomini di Kiba iniziarono ad esclamare frasi di gaudio, gioire, acclamare il loro "capo branco".
Senza dimostrare alcuni interesse agli occhi di Nih, Zero si rimise il turbante, triste di dover già ripartire per quelle dune orripilanti.
Intanto l'oasi era in fermento. I mercenari si caricavano le armi in spalla, salivano sui cammelli, smontavano le candide e leggere tende e le riponevano in grandi zaini.
Il sole cuoceva sopra le palme, verdi e rigogliose per la presenza di quel raro, trasparente e dissetante liquido chiamato acqua.
Il diciottenne finì di avvolgersi il turbante sulla testa e scostò il setoso telo che fungeva da uscio. Vide un ragazzo molto determinato parlare di coraggio, sopravvivenza, vita e forza. Era alto circa come lui, e pure l'età sembrava la stessa. Indossava un paio di scarpe nere dalla punta bianca, dei jeans somiglianti a quelli che portava lui di solito, una giacca di pelle nera e una maglietta, sotto. I capelli selvaggi e sbarazzini gli rammentavano se stesso, come anche gli azzurrissimi, glaciali occhi, opposti ai suoi ma espressivi quali i suoi. In viso portava un velo nero che lo oscurava parzialmente ma lasciandolo comunque intravedere. Non era un condottiero, e lo si notava dalle parole che usava, più che dall'arguta fermezza che dimostrava nei movimenti delle mani e dall'espressione facciale, le quali avrebbero fatto presumere l'opposto. L'abito non fa il monaco.
Quando Kiba si ritirò nella propria abitazione provvisoria, il cacciatore si distese. Non sarebbe partito subito. Non ne aveva alcuna voglia.
Passò dei minuti a pancia in sù sulla propria branda, osservando il biancore della pregiata stoffa, ma pensando a tutt'altro. Rimuginava, pensava a ciò che andava incontro. Ponderava sui bivi di lì in poi, e giunse perciò anche a pensare cose ne avrebbe fatto di lui Ray in un remoto caso di fallimento. Nulla di piacevole, ciò era certo. Ma non volle pesare troppo su quelle figure nella sua mente. Ci sarebbe riuscito. Era determinato come sempre. E come sempre manteneva salda la mente e la personalità, tenendo a bada le sensazioni che tentavano di assalirlo. Non poteva però controllare quella potente dose di adrenalina che però lo possedeva, e il batticuore tornò a presenziare, mal accetto dal serioso cacciatore.
C'era molto silenzio nella sua tenda, tranne le fusa di Micia accarezzata dal piccolo Nih. Fuori, nelle altre tende, i suoi "uomini" e quelli di Kiba tentavano di svagarsi per liberare i pensieri prima della burrasca di sangue, frecce ed incantesimi a cui andavano inesorabilmente incontro. Molti di loro avrebbero anche trovato, ahimé, la morte.
Impigrito, l'arabico Zero si alzò da dove stava seduto, uscendo a passi lenti e calibrati. La lince gli saltellò dietro, alla sua destra, la bocca spalancata e la lingua di fuori. Nih non fece altro che seguirlo, mentre subito dei giovani e atletici mercenari, rimasti di vedetta, smontarono la tenda appartenente ad egli ed andarono a chiamare gli altri.
Il ragazzo non si avvicinò al collega né lo saluto, ma si diresse a busto ritto e sguardo fisso verso la pozza. Il fruscìo dell'erba sotto i suoi passi accompagnava la sua fiera camminata, mentre il trambusto generale andava placandosi. La metà degli uomini si raggruppò innanzi a Zero in scoordinate file.

« Andiamo! »

berciò il nascostissimo ragazzo, che seguito da quegli ottanta si diresse a decisi passi verso ovest, verso l'esatto centro dell'infernale deserto del Mitghard, verso il bastione degli Abbietti. Andava verso la morte di tante, giovani ed innocenti anime che erano state costrette a quella ingloriosa fine da parenti e genitori molto poveri, che avevano un disperato bisogno di ogni spicciolo che potevano raccimolare. Ciò non toglieva che la vendita di un figlio costava loro molto dolore e dispiacere. Erano esseri viventi anche loro, provavano sentimenti come tutti. E anche queste vicende fanno pensare. Ognuno, ogni singolo ragazzo di quel complessivamente debole reggimento aveva una storia, era lì per qualche motivo, aveva ancora tanto davanti, in teoria, ma in pratica sarebbe rimasto vivo per poche ore ancora. Allucinante, veramente.
Camminarono piuttosto a lungo in quella rovente sabbia dorata, che si estendeva omogenea attorno a loro per chilometri e chilometri. Interminabili dune si potevan scorgere sino all'orizzonte, per quanto si riusciva a vedere data la potente luce che annebbiava, offuscava la visione di tutti. Era tremendamente fastidiosa anche quella dannatissima afa che vampava dal terreno e aleggiava attorno ai guerrieri. La leggera brezza che si era levata a mezzogiorno, com'era abituale in quel luogo, non aiutava la refrigerazione, forse peggiorando la situazione.
Dalla cresta delle dune dei sottili filamenti di sabbia si alzavano costantemente in volo, a causa del vento.
In lontananza nulla, se non ondulanti sagome di dune deformate dalle radiazioni di tremendo, insopportabile calore che si levava da terra. Anche quel luogo, come i ghiacci dei Villaggi del Nord, avrebbero fatto impazzire chiunque in breve tempo, se il povero malcapitato non avesse saputo come uscirne.
Poi, dopo un lungo cammino, i ragazzi notarono una vera e propria macchia bianca all'orizzonte. Non poteva che essere ciò che pensavano loro.

« Ancora tutta questa strada ci toccherà fare? »

chiese Nih sconfortato, tirando per le brache Zero.
Non aveva nemmeno finito di dirlo che già la fortezza sembrava toccabile con mano, vicinissima.
Nih fece una faccia stupefatta e tremendamente impaurita. *ç*

« Non badare alle apparenze: l'alone di calore che sregolatamente sale dal terreno deforma tutto e solo l'udito può guidarci. »

rispose quieto e fermo il diciottenne bendato, con la voce bassa ma non roca.

« In marcia! »

sbraitò di nuovo continuando a camminare e scendendo lungo il versante occidentale della duna sulla cui cima si trovavano. Già udivano delle parole, trasportate dal vento, provenienti dal candido forte nemico. La vista di una tale base ricordò al condottiero l'immensa fortezza Toryu alla quale, dopo tanti giorni di assenza, sperava di tornare per godersi del meritatissimo riposo. Era mentalmente stanco, sfibrato, si reggeva in piedi per sola forza di volontà. Prima aveva compiuto il lungo viaggio verso Miura, appiedato. Poi si era ritrovato misteriosamente nei Villaggi del Nord, dove aveva visto cose che non avrebbe voluto vedere, vissuto cose che non avrebbe voluto vivere, sofferto come non avrebbe voluto soffrire. E dopodiché non aveva nemmeno avuto il tempo di riposarsi a casa. Era dovuto subito ripartire verso questo posto del cazzo alla guida dei suoi ottanta inesperti lottatori. Ma perché a lui e a Kiba erano toccati questi poveri disgraziati che avrebbe dovuto veder perire, mentre altri compagni avevano ricevuto un drappello sì più ristretto, ma molto più addestrato e fermo di nervi? Cosa pensava Ray, che egli fosse uno smidollato sprovveduto? Ah, ma non sarebbe continuata così ancora per molto. Avrebbe finalmente dimostrato ciò che era in grado di fare, senza l'aiuto di nessuno.
Si accorse poco dopo che in quei momenti provava rancore per il suo capoclan, colui il quale gli permetteva di avere una casa e una famiglia, e se ne vergognò amaramente, mandando a farsi fottere quello stupido cinismo che lo dominava.
Camminando e camminando, il drappello giunse ad una distanza di circa duecentocinquanta metri. La fortezza si distingueva per bene, finalmente. I guerrieri erano appena appena dietro al ciglio della duna che avevano appena risalito.

« Bene, attaccheremo dal versante sud, ovvero quello alla nostra sinistra. »

spiegò Zero.

« In questa maniera saremo abbastanza vicini da coglierli di sopresa saltando fuori dal nulla. Le dune ci copriranno. »

Era seduto al centro del suo gruppo di uomini e disegnava con il dito nella sabbia i movimenti che avrebbero fatto, anche se non proprio tutti riuscivano a vedere l'illustrazione. Perciò il giovane accompagnava il piano disegnato ad un'accurata spiegazione.

« Ci avventeremo contro la fortezza molto celermente, tentando di uccidere quante più guardie possibili sulle mura. Nel caso di un contrattacco a terra, pronti a sguainare le spade. Non appena la porta sarà aperta tenteremo uno sfondamento per cercare Middle. Gli taglierò personalmente la gola. »

terminò Zero, determinatissimo nella voce, negli occhi, nei movimenti.

Raggiunta la postazione a sud della fortezza, il ragazzo la osservò per un po'.
Era scarsamente difesa, e le poche guardie che passeggiavano sulle mura sembravano degli smidollati di dubbia utilità, ma come spiegato da Ray, il solo elevato numero li rendeva associabili alla parola "forti". Sarebbero spuntati come funghi, gli inetti.

 
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Zul'kas
view post Posted on 3/9/2007, 13:54




Istruzioni


Ancora nessun cambiamento dagli Abbietti: le guardie ciondolano avanti e indietro senza troppo curarsi di svolgere il proprio compito, parecchio intontite dal caldo solamente smorzato dall'incantesimo refrigerante. Non si accorgono del plotone che, passando da ovest, con cura si inoltra fra le dune e svincola in direzione sud. D'altra parte, però, da ovest avviene un imprevisto, per il Clan Toryu. Un inetto comandante, non avendo dato alcuna disposizione ai suoi, ha lasciato che essi si avvicinassero da quella direzione, desiderosi soltanto di dar battaglia, ma inesperti ed incauti. Vengono avvistati tutti e ottanta, e scatta l'allarme. Un grosso manipolo di guardie si precipita su quel lato delle mura, lasciando relativamente scoperti gli altri tre. La porta, situata sul lato sud della candida muraglia, si apre, lasciando uscire un centinaio di uomini ben armati a cavallo di puledri arabi. Sono esperti combattenti del deserto, armati di scimitarre, picche corte e qualche balestra. Cavalcano veloci verso ovest, inconsapevoli del pericolo che li attende lì vicino.
La truppa di Kiba ha dunque favorito quella di Zero, che si trova fortunosamente a poter ingaggiare un combattimento in mischia dal lato, sorprendendo i cavalieri che sono usciti dalla fortezza. Oppure, può scegliere di operare in altra via. Sebbene comunque la porta rimanga aperta, le mura non sono totalmente sprovviste di guardie. Ergo, starà al comandante decidere come agire.


Modalità Mischia


Si svolgerà come un combattimento normale, con slot azione e simili.
Prima posterete voi due, in ordine libero [Può postare chi desidera per primo, come in una quest normale, poi l'altro] e in successione ai due post posterò io, descrivendo le azioni del contingente nemico.
Nel prossimo post dovrete semplicemente descrivere il vostro avvicinarvi alla base, durante esattamente "Un turno", dopodiché si inizierà con la modalità "Mischia".
Durante questo tipo di combattimento avrete a disposizione due slot azione. Ogni slot azione può essere sprecato per utilizzare un'abilità/tecnica/incanto artefatto [Non passivi] del vostro personaggio, oppure per far compiere ai vostri soldati, o a parte di essi, un'azione "di gruppo". [Avanzare; Scagliare le frecce; Attaccare frontalmente ecc. ecc.]
Scrivete sempre dove e come attaccano i vostri uomini, con cura, e io mi preoccuperò di rispondere descrivendo la riuscita delle azioni e un breve corpo a corpo.
Le azioni dei vostri uomini non dovranno mai, infatti, essere autoconclusive. [Es. Gli uomini scagliano delle frecce contro il forte.] Non [Gli uomini, scagliando delle frecce contro il forte uccidono "tot" uomini nemici].
Le azioni del vostro personaggio invece, saranno assolutamente autoconclusive. Lo stesso, incontrando soldati o simili, potrà affettarli tranquillamente. Tuttavia il vostro realismo e la vostra lealtà nel compiere questo tipo d'azioni influenzerà pesantemente sulla valutazione e sulla ricompensa finale.
A proposito, come già detto la missione fallisce se scoprono che siete dei Toryu, quindi evitate di usare tecniche o abilità troppo appariscenti, perché sarebbe come urlare ai quattro venti che fate parte di un clan rivale. Ad ogni mio post vi sarà infatti un contatore in percentuale della probabilità che i nemici abbiano capito che siete dei Toryu. Inutile dire che se scagliate un fulmine contro tutto l'accampamento nemico, questa schizzerà al 100% alle stelle.
Sappiate quindi che se la percentuale di sospetto è superiore al 50%, e qualche fortunato sopravvissuto dovesse riuscire a fuggire, la missione è da considerarsi fallita.
Allo stesso modo la missione sarà da considerarsi fallita se tornerete con meno del 10% degli uomini.

Buon divertimento.

CITAZIONE
Zero ha ora due opportunità: continuare ad agire come in questo post, come fosse una normale Quest, tentando di intrufolarsi coi suoi oltre la porta, oppure ingaggiare la "modalità in mischia". In quel caso, dovrà seguire le regole succitate.



SPOILER (click to view)
CITAZIONE
@Zero: Scusa il ritardo, avevo dimenticato di dover rispondere a questa miniquest °ç°
Stai andando bene, abbiamo deciso di considerare questa giocata come una sorta di esame. Continua così, magari evitando due principali errorini che ho notato: sii meno prolisso [sì, parlo proprio io -__-" xD] e più diretto nelle descrizioni, magari usando termini più comuni. Per il resto, buon divertimento °ç°
 
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.Zero.the.King.
view post Posted on 4/9/2007, 09:55




~ Post di attacco ~





--:: ╬ ± ╬ ± ╬ ± ╬ ± ╬ ± ╬ ± ╬ ::--

Enter or attack? Glory or friendship?

--:: ╬ ± ╬ ± ╬ ± ╬ ± ╬ ± ╬ ± ╬ ::--




image

Gli ottanta giovani combattenti arabici furono colti da una morsa emotiva nel profondo dello stomaco, un atroce dolore dovuto allo spavento, all’adrenalina in costante aumento. Zero provò lo stesso, anche se in maniera attenuata, essendo più abituato a questi colpi di timore: i portoni della grossa fortezza si erano spalancati con violenza, e fuori da essa erano piombati un centinaio di cavallerizzi probabilmente originari di quei luoghi, molto ben armati e dall'aria esperta.
I baldi giovani ai suoi comandi stavano già per saltare fuori dal nascondiglio, convinti di esser stati avvistati, ma Zero li fermò con un cenno. C’era qualcosa che non andava, e i suoi adepti stavano per mandare tutto a puttane.
Essendo un esperto osservatore, il diciottenne s'era accorto del notevole spostamento di uomini nemici sul lato est della fortezza (che avevano così abbandonato le posizioni a sud, ovest e nord). Gli Abbietti non avevano avvistato loro, bensì il drappello di combattenti guidato da Kiba, che evidentemente non s’era preoccupato di stare nascosto.
Si trovò davanti ad un bivio.

Poteva vedere il ragazzo alleato sopraffatto, attaccato da nemici molto più forti di lui, molto meglio armati e in numero maggiore. Non c’era scampo per lui. Troppi, troppo forti. Ma lasciando Kiba al proprio destino, Zero avrebbe potuto infilarsi nel forte, trovare e assassinare Middle incontrando ben pochi ostacoli.

Avrebbe potuto invece attaccare il centinaio di uomini a cavallo per evitare che il suo compagno facesse una brutta fine, ma allora sarebbe stato lui a perdere, se Kiba non fosse intervenuto, e probabilmente sarebbero periti tutti, anche se l’intervento del ragazzo Toryu fosse stato abbastanza tempestivo. Anche in centosessanta. Loro erano più deboli. Punto.

Zero scosse la testa con violenza. Da quando si abbandonava a ragionamenti del genere? Era scemo? Farsi prendere dall'emotività in missione? Era la peggior cosa che poteva fare. Kiba era stato uno sprovveduto, e se la sarebbe cavata da solo. Il fine ultimo della squadra era di demolire l'impero Abbietto, e intrufolarsi meno vistosamente possibile era anche più nel suo stile.
Attese con impazienza che i cavallerizzi avessero raggiunto il lato su cui si trovava il compare Toryu prima di uscire allo scoperto.
Lui e i suoi uomini se ne stavano pancia in giù e solo lui sbirciava oltre il dosso che forniva loro riparo visivo. Sembrava tendessero un’imboscata, mentre facevano proprio l’opposto. Erano tesi, sudavano, stavano immobili, muscoli saldi. Qualche giovane mercenario se l’era fatta anche addosso. Paura di morire.
Zero, invece, fremeva all’idea di entrare. Non ne poteva più di attendere. Maledetto deserto, maledetto Middle. Ormai lo odiava come se fosse stato lui a uccidere suo padre. Era colpa sua e degli Abbietti in generale se pativa per il caldo come un cane bastonato. Lui era nato e cresciuto sui monti. Non ne poteva più.
I cavalieri, sotto lo sguardo attento del giovane cacciatore, non esitarono davanti all’entrata del forte, ma galopparono velocemente verso est. Il suono degli zoccoli non era l’usuale, era un susseguirsi di sordi, cupi tonfi.
Poi raggiunsero il lato del forte sul quale già si svolgeva lo scontro. Erano distratti ormai.

Scoccò l’ora.

Gli ottanta guidati da Zero balenarono fuori dal loro nascondiglio e corsero verso la porta molto velocemente, ma in silenzio, i passi felpati.
Il versante sud era relativamente scoperto, e gli uomini del cacciatore avevano già le armi da lancio alla mano, pronti ad attaccare gli arcieri sulle mura. Il giovane comandante evitò di mettere in mostra lo Springfield e Lynx. Erano armi troppo poco comuni, rischiava di farsi riconoscere. Preferì rimanere in mezzo al gruppone di uomini in corsa ed evitare gli eventuali proiettili e frecce che giungevano a lui attivando "sensi sviluppati": la potenza della luce non permetteva di individuare i maledettissimi dardi a vista. Se l'azione fosse andata a buon fine, avrebbe perso pochi uomini e si sarebbe inserito nella candida fortezza senza farsi scoprire dalla grossa mole di nemici che attaccavano Kiba, né avrebbe fatto intuire facilmente che LUI, uno solo in mezzo a quel plotone, era il comandante di tutti quegli uomini.



SPOILER (click to view)
CITAZIONE
:sisi: era un po' pesante da leggere tutta quella roba effettivamente. Questo post l'ho alleggerito *ç*.
 
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view post Posted on 7/9/2007, 14:22
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Istruzioni


Certo, i soldati di Middle sono idioti, ma non tanto da non accorgersi d'una ottantina di uomini che fanno il loro ingresso all'interno delle porte. Soprattutto quelli a guardia delle stesse.
Purtroppo per loro il grosso dell'esercito si è spostato sul campo di battaglia, attratto dall'azione di Kiba, e al campo sono rimasti solo una ventina di persone male organizzate, stupite dal diversivo inaspettato e incapaci di prendere delle decisioni precise, poiché tutti i comandanti stanno combattendo nel deserto. Sarebbe meglio eliminarli prima che gli altri rientrino all'interno del forte.
Attratto dalla confusione, persino Middle esce dal suo piccolo "Palazzo". I lunghi capelli corvini legati in una treccia, lo sguardo duro, freddo e stronzo, e le vesti elaborate, non dissimili da un nobiliare kimono orientale.
In pochi secondi, con voce fredda riporta la calma, e i soldati si pongono a sua difesa, armati di coltelli per combattere in corpo a corpo ancora infoderati e di balestre puntate verso gli ottanta uomini che sono entrati dal cancello.
Nello stesso momento, Middle erige una barriera di livello Basso su tutto il gruppo. Niente che gli attacchi di ottanta uomini non possano abbattere.
Lo scontro inizia, e le frecce abbattono ben quindici dei soldati di Zero, che si accasciano al suolo. Dietro lo scudo, infatti, gli avversari hanno ritrovato il coraggio.
Non ci sono molte scelte per il comandante del plotone del clan Toryu, che ormai si ritrova coinvolto al centro d'una battaglia. Middle è dietro i suoi venti uomini, oltre la barriera.
Nessuno sospetta che siete dei Toryu, comunque. Tutti pensano ancora che siate dei semplici predoni, non rari nel deserto.


Modalità Mischia


Si svolgerà come un combattimento normale, con slot azione e simili.
Prima posterete voi due, in ordine libero [Può postare chi desidera per primo, come in una quest normale, poi l'altro] e in successione ai due post posterò io, descrivendo le azioni del contingente nemico.
Nel prossimo post dovrete semplicemente descrivere il vostro avvicinarvi alla base, durante esattamente "Un turno", dopodiché si inizierà con la modalità "Mischia".
Durante questo tipo di combattimento avrete a disposizione due slot azione. Ogni slot azione può essere sprecato per utilizzare un'abilità/tecnica/incanto artefatto [Non passivi] del vostro personaggio, oppure per far compiere ai vostri soldati, o a parte di essi, un'azione "di gruppo". [Avanzare; Scagliare le frecce; Attaccare frontalmente ecc. ecc.]
Scrivete sempre dove e come attaccano i vostri uomini, con cura, e io mi preoccuperò di rispondere descrivendo la riuscita delle azioni e un breve corpo a corpo.
Le azioni dei vostri uomini non dovranno mai, infatti, essere autoconclusive. [Es. Gli uomini scagliano delle frecce contro il forte.] Non [Gli uomini, scagliando delle frecce contro il forte uccidono "tot" uomini nemici].
Le azioni del vostro personaggio invece, saranno assolutamente autoconclusive. Lo stesso, incontrando soldati o simili, potrà affettarli tranquillamente. Tuttavia il vostro realismo e la vostra lealtà nel compiere questo tipo d'azioni influenzerà pesantemente sulla valutazione e sulla ricompensa finale.
A proposito, come già detto la missione fallisce se scoprono che siete dei Toryu, quindi evitate di usare tecniche o abilità troppo appariscenti, perché sarebbe come urlare ai quattro venti che fate parte di un clan rivale. Ad ogni mio post vi sarà infatti un contatore in percentuale della probabilità che i nemici abbiano capito che siete dei Toryu. Inutile dire che se scagliate un fulmine contro tutto l'accampamento nemico, questa schizzerà al 100% alle stelle.
Sappiate quindi che se la percentuale di sospetto è superiore al 50%, e qualche fortunato sopravvissuto dovesse riuscire a fuggire, la missione è da considerarsi fallita.
Allo stesso modo la missione sarà da considerarsi fallita se tornerete con meno del 10% degli uomini.

Buon divertimento.

CITAZIONE
Ok Zero, ora devi iniziare ad utilizzare le regole di modalità in mischia. Stai giocando bene: continua sulla linea dell'ultimo post e questa quest ti varrà l'energia Verde, ulteriormente alla ricompensa.
Un paio di consigli riguardo alla scrittura: Cerca di utilizzare uno schema narrativo meno "Parlato" e più adatto ad uno scritto, come si conviene, e amplia il tuo lessico.
Tuttavia sono piccolezze, e se continui come nell'ultimo post non dovrai preoccuparti di nulla.
Buona fortuna ;D

 
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.Zero.the.King.
view post Posted on 15/9/2007, 18:57




~ Mischia ~



--:: ╬ ± ╬ ± ╬ ± ╬ ± ╬ ± ╬ ± ╬ ::--

Middle... die, bastard!

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Eccolo. Era lui.
Middle era uscito dal forte, guardando in faccia la realtà. Doveva lottare, non poteva starsene rintanato. I suoi fidi soldati erano incapaci, e solo lui poteva dar loro qualche speranza di vincere. O almeno questo era il pensiero di Zero riguardo ciò che Middle poteva ponderare in quel momento.
La folle corsa degli ottanta si lanciava ininterrotta sul drappello di nemici, quando la ventina di guardie scoccarono delle frecce. Ben quindici ragazzi caddero rotolando. Era un macello.
La sabbia iniziò a ingrumarsi, il sangue non riusciva a filtrare sottoterra che già rinsecchiva velocemente su di essa a causa del potente calore tipico del deserto.
I ragazzi che cadevano in preda al panico a terra, morenti e dolenti, ostacolavano anche la carica dei restanti sessantacinque, i quali improvvisamente si ritrovarono a scavalcarli disordinatamente. Qualcuno cadde, ma si rialzò goffamente nel modo più celere possibile. Fermarsi era sinonimo di morte.
Zero, avendo attivato Sensi Sviluppati, era ancora pronto a eventuali imprevisti, e con sinuosa agilità degna di un felino scavalcò tutti gli spaventati caduti che gli si paravano davanti. Nel correre avanti riuscì anche a vedere i loro volti con la coda dell'occhio, e giacché avevano tutti la sua stessa età e anche meno, immaginò se stesso in quelle condizioni. Una morsa di terrore lo colpì allo stomaco. Non avrebbe dormito per notti.
Il giovane cacciatore si ritrovò a precedere il gruppone, con Nih poco dietro. Era stato il più agile tra i giovani a scavalcare i poveri moribondi. Il diciottenne, in quella posizione, capì che non aveva più senso tentar di celare il suo posto nella gerarchia del gruppo. Rimase davanti estraendo la brillante, preziosa spada roteando polso e manico della spada nella propria mano, in modo da impugnarla correttamente. Contemporaneamene portò lo schioppo presso il proprio fianco destro. In fin dei conti erano armi, e quei venti disadattati Abbietti sarebbereo tutti morti, periti. Dovevano pagare il male che avevano fatto a quei giovani. Quindici vite stroncate sul nascere.

« No, caro Middle, non la passerai liscia. Il tuo sangue arrosserà il deserto prima che giunga la sera! »

Non appena Zero focalizzò un po' la situazione, si accorse di ciò che Middle aveva combinato. Quell'inetto impreparato aveva creato uno scudo magico. Ma si capiva ch'era un'idiozia. Non sarebbe bastato per fermare la carica dei reduci dall'attacco dei balestrieri.
I giovani mori mercenari erano inconsciamente tutt'altro che concordi col loro valoroso comandante. Alla vista di quella mezza sfera magica si scoraggiarono. La magia era una branca a cui ancora non avevano avuto accesso, e non ne sapevano un granché.

« Non preoccupatevi, ragazzi miei! Quella barriera non è nulla che non possiate sfondare! »

Un urlo barbarico, una specie di esultanza assordò Zero, ancora sotto l'effetto della propria, amata pergamena. Era gioia. Probabilmente i soldati erano un tantino rincuorati a sentir quelle parole così semplici ma così d'aiuto in quel tremendo contesto.
Non appena furono ad una ventina di metri, ovvero pochi istanti dopo l'incoraggiamento, al grido di "MORSA AI LATI, ORA!" i mercenari Toryu si divisero in due gruppi da circa trenta persone che si portarono ai lati del drappello di Abbietti, per caricare l'avversario da destra e da sinistra. Avrebbero molto probabilmente sfondato la barriera e sarebbero entrati in un furioso, cruento combattimento portatore di inutili morti, che però avrebbe reso alte onoreficienze alla casata Toryu e, forse, anche al giovane Zero. Avrebbero lottato come tigri inferocite ed affamate, non avevano intenzione di morire. Avevano paura del freddo abbraccio del tristo mietitore.
Il cacciatore mascherato non seguì nessuno dei due gruppi di compagni, bensì continuò l'attacco frontale. Aveva una chiarissima intenzione: impegnare nella lotta i venti inetti con i suoi ragazzi, per poter uccidere Middle indisturbato. Continuò imperterrito, Lynx sguainata e Springfield puntato, correndo. Applico il cosiddetto Sniper a Middle. Quel mirino magico avrebbe posto prematura fine alla battaglia. Non appena lo scudo magico si fosse infranto, avrebbe premuto il grilletto. Cinque volte.
Probabilmente molto presto. Molto.

CITAZIONE

Statistiche di combattimento

ReC: 175; AeV: 175; PeRf: 150; PerM: 125; CaeM: 250



Status Fisico: un po' stanco, ha caldo.
Status Mentale: Stufo, incazzato, vendicativo.
Energia Residua: 88%
Pergamene: Ancora il prossimo turno con Sensi Sviluppati attiva.
Abilità: Sniper, dominio.
Armi: Lynx, mano sinistra, eventualmente pronta. Sprinfield, mano destra, mira Middle grazie allo Sniper, pronto a scaricare tutti i colpi.
Colpi: 5, in attesa di ridursi a 0.



SPOILER (click to view)
Spero che quel dannato dominio non mi faccia alzare troppo il "livello di sospetto", anche perché in tanti lo possiedono. Ahimè, ho scelto delle armi troppo distintive :sconfitt:. Dopo questa riflessione, mi ritiro in un buco. x'D


Edited by .Zero.the.King. - 15/9/2007, 20:27
 
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view post Posted on 16/9/2007, 15:42
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Come si suol dire, tutto terminò in poco meno d'un attimo.
I guerrieri attaccarono sui lati, senza nemmeno dare ai soldati di Middle il tempo necessario per cambiare arma, disfandosi delle balestre ed estraendo la spada.
Com'era prevedibile, la barriera non resse nemmeno per un secondo. Al suono d'un vetro infranto si frantumò in migliaia di schegge tintinnanti che, ricadendo in terra, svanirono nel nulla, dissolvendosi come neve al sole.
Nello stesso istante, lo sparo.
Purtroppo per Zero, Middle non era né uno stupido, né uno sprovveduto. Chi poteva non conoscere le abilità dei tiratori? Lo sniper, nel particolare?
Alzò una mano innanzi al volto, e il proiettile si fermò nell'aria.
Il tempo di capire che cosa stesse succedendo, e tornò indietro.
Probabilmente il capitano del plotone di così creduti "Predoni" non si sarebbe nemmeno accorto di essere deceduto a causa del proprio stesso attacco.
Un secondo sparo, e un buco si disegnò nella fronte di Zero.
La battaglia era vinta. ...Ma a quale prezzo?

Riaprendo gli occhi, il guerriero si sarebbe ritrovato in un letto del castello del clan Toryu, dove s'era addormentato qualche ora prima, sotto ordine di Ray.
Il re, lui stesso, lo stava studiando da poco lontano, poggiato placidamente a un muro e leggendone ogni reazione, senza lasciarsene sfuggire nemmeno una.
Accanto al suo letto ve n'erano altri ancora. Zero avrebbe potuto riconoscere Kiba, il suo compagno, Madarame ikkaku, Ishida Uryuu, Hati, Altair, Aeras, e altri ancora, addormentati in un sonno profondo.
I suoi pensieri, però, sarebbero stati interrotti dalla voce sprezzante e spaventosa del ragazzo che come una lama avrebbe squarciato il silenzio, raccogliendo la sua attenzione.

₪ Buondì, caro. Era ora che qualcuno di voi si decidesse a svegliarsi. ₪


Fece qualche passo avanti, portandosi alla luce, e sorridendo ampiamente.
Senza badare molto alle buone maniere, lo indicò lascivo, abbandonando il braccio nella sua direzione.

₪ Sei il primo. I miei complimenti, E hai addirittura superato l'esame vincendo la battaglia... non potevo aspettarmi di più. ₪


In quel momento, s'era fatto veramente vicino. Troppo vicino. Il suo volto era a non più di dieci centimetri da quello di Zero, e lo scrutava beffardo, giocandosi di lui anche solo con lo sguardo.

₪ Dimmi, amico mio... che effetto fa cadere in battaglia, e morire, anche se solo in sogno? ...Fanne tesoro per quando vi manderò su un vero campo di battaglia. ₪


Si voltò quindi, di scatto, dandogli le spalle e allontanandosi celere.

₪ Goditi il resto della notte, Zero, e dimenticati della tua caduta. Ci sono delle stelle meravigliose in cielo... sarebbe un crimine perdersele. ₪


CITAZIONE
Quest conclusa :sisi:
Perdona il post scarno, spero comunque che si sia capito cos'è successo °_° Ora sai perché la quest si chiamava "Nightfall" e "Notte II".
Passo a dare le ricompense.
NB: Se lo desideri, puoi fare un post conclusivo. Altrimenti non è necessario.

Zul'kas: 50G
Kiba™: 50G
Ray~: 300G
.Zero.the.King.: 300G & Energia Verde

Piccolo giudizio: Durante la quest hai dimostrato tutti i requisiti necessari per un avanzamento d'energia, indi per cui la verde è più che meritata. Ricordati solo di non essere troppo prolisso, e d0evitare alcuni considerazioni capziose nel contesto della situazione, utili solo all'appesantimento del post. Amplia il tuo lessico e combatti molto in duelli ufficiali, che ti aiuteranno ulteriormente nel tuo processo d'evoluzione come scrittore e giocatore.
NB: Ricordati che hai il permesso d'aggiungere un'abilità gratuitamente in scheda, con l'energia verde, di qualsiasi livello/consumo energetico.

 
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view post Posted on 16/9/2007, 18:30




~ Post Conclusivo ~



A soul...

Non... non lo sapeva.
Zero non sapeva cosa pensare. S'era visto. Aveva visto se stesso morire. In sogno, sì, ma al risveglio una fitta tremenda di terrore lo aveva assalito.

₪ Buondì, caro. Era ora che qualcuno di voi si decidesse a svegliarsi. ₪

Dentro ad una stanza che non era la sua singola, Ray gli si era avvicinato sorridendo, un ghigno di tremendo piacere. Era un piacere perfido, perverso. Zero, col fiatone, ancora non ripresosi dallo spavento, dal terrore, lo guardò molto confuso.

₪ Sei il primo. I miei complimenti, E hai addirittura superato l'esame vincendo la battaglia... non potevo aspettarmi di più. ₪

Il Capo si avvicinò a lui tantissimo, anche troppo, come per controllare cosa c'era che non andava. Sentiva il suo debole respiro sulla sua faccia, e vedeva i suoi capelli spostarsi ad ogni proprio respiro. Dio, era stato proprio un bastardo!

₪ Dimmi, amico mio... che effetto fa cadere in battaglia, e morire, anche se solo in sogno? ...Fanne tesoro per quando vi manderò su un vero campo di battaglia. ₪

A questa domanda Zero avrebbe volentieri risposto, se non fosse stato così profondamente scioccato. Ma intanto il ladro lo sapeva benissimo come ci si sentiva. Era ovvio.
Di colpo il nulla. E poi tanta, tanta paura. Panico. Terrore.
Quella sì che era stata una prova davvero terrificantemente efficace, sul suo ego.


₪ Goditi il resto della notte, Zero, e dimenticati della tua caduta. Ci sono delle stelle meravigliose in cielo... sarebbe un crimine perdersele. ₪

Gli disse ancora, girando i tacchi e allontanandosi velocemente.
Zero, attonito, si scoprì e si sedette di lato, respirando profondamente, in modo da calmarsi il più possibile. Micia, dalla sua posizione accoccolata, rizzò le orecchie, aprì gli occhi per poi osservare il padrone per qualche istante. Dopodiché tornò subito a serrare le palpebre e ricadere nel soffice, dolce abbraccio di Morfeo.

« Nih... »

Sussurrò Zero osservando il pavimento.

In un istante, con impeto violento, gli venne alla mente l'immagine del ragazzetto moro colpito violentemente alla testa con un'arma. Non distinse bene quale. Sangue che sprizzava via all'impatto, il cranio che si rompeva, cervella che fuoriuscivano...
BRRR! Spaventato ancor più di prima, Zero si alzò di scatto, per infilarsi i jeans e una maglietta. Micia ripeté ciò che aveva fatto prima, guardandolo. Questa volta, vedendolo andarsene, lo seguì.
Uscirono a passeggiare nelle sconfinate praterie che circondavano la fortezza. La luna illuminava fortemente la soffice erba su cui camminavano, e lui guardava verso l'alto. Una stella brillava più delle altre. La brezza pungente di frizzante aria notturna lo colpiva in viso, raffreddandoglielo. Doveva socchiudere le palpebre, per quel fastidioso alito di vento. In fin dei conti gli piaceva. Ciò gli riportava alla mente la fresca montagna, dove aveva vissuto.

« Nih... »

sussurrò nuovamente.
Camminò molto, senza pensieri. Lo faceva così, per schiarirsi le idee. Non c'era molto da chiarire, eppur Zero non capiva. C'era qualcosa che non andava. Che non gli andava.
Giunse ad un piccolo cimitero abbandonato. Senza nemmeno farci tanto caso, ci entrò.
Era un posto piccolo, angusto. Quattro mura di pietra alte poche spanne in più di lui delimitavano il terreno di sepoltura, che però non possedeva un tetto. Delle piantine rampicanti crescevano attaccandosi alle pietre levigate che componevano le quattro pareti, sulle quali c'era pure del muschio. Zero si aggirò per un po' all'interno del "locale" alla ricerca di qualche fiorellino. Si guardò attorno, e ne vide uno piccolo. Lo raccolse e lo appoggiò davanti una tomba senza nome alcuno scritto sopra.
Si inginocchiò ad osservarla, in un rispettoso silenzio. Chiuse poi gli occhi, chinando un po' il capo.
Micia lo guardava confusa. Non aveva mai visto il padrone in quello stato. Mai lo aveva notato fare ciò che faceva.
Dopo un paio di minuti egli riaprì i profondissimi occhi blu, raccolse un sasso acuminato. Tracciò rozzamente tre lettere sulla lapide.
"N I H".
Quella notte era morta un'anima.



CITAZIONE
Quando hai scritto che è morto Zero, mi sono quasi cagato addosso. Bellissima sta idea, miniquest stupenda. :sisi:
Grazie della promozione!!! Corro a sistemare la scheda!

 
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10 replies since 22/7/2007, 13:22   401 views
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