Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Cane mangia cane, « Avvoltoi - Scena Libera »

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view post Posted on 11/12/2012, 21:17
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C a t a r s i

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Background ::Gli spalti dell'arena dei Maegon sono stati ristrutturati in tempo per accogliere un numero di spettatori molto superiore a quello di qualsiasi altro scontro della prima fase del torneo. Le gradinate più interne sono quelle che hanno subito maggiori interventi in quanto riservate ad ospitare le persone più influenti e ricche di Taanach mentre i posti più esterni presentano ancora interi settori inagibili o privi di qualsiasi comodità. Un palco speciale leggermente rialzato è stato appositamente preparato per concedere ai Custodi e ad alcune delle più alte cariche della città uno spazio privato dover poter parlare liberamente senza essere disturbati e allo stesso tempo di godere dello scontro.

Regolamento ::
- Ciascun membro del Goryo potrà accedere sia alla sezione di tribune riservate alle personalità importanti che a qualsiasi altro settore possano desiderare. L'unico luogo in cui non sarà possibile accedere è il palco privato dei custodi.
- Allo stesso modo di quanto riportato nelle regole del duello della finale lo scontro si svolge circa due settimane dopo al conclusione del primo turno attivo in modo da lasciare a tutti la possibilità di riprendersi delle ferite.
- Durante la scena lo staff Goryo consiglia a tutti i partecipanti di evitare scene di dialogo a due che si sviluppano in corti posti successivi o altro che possa rendere la narrazione difficile da seguire.
- Ciascun membro della Gerarchia godrà, in tutto l'evento, di poteri da QM potendo così intervenire sia con png appositi che con i propri personaggi.
- In nessun motivo sarà possibile per i personaggi nelle tribune di influenzare in qualunque modo quanto stia accadendo nell'arena. Qualsiasi trasgressione in questo senso comporterà gravi sanzioni.
- Qualsiasi situazione dannosa non compresa in questo regolamento sarà gestita normalmente dai QM il cui giudizio è sempre assoluto e insindacabile.


 
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view post Posted on 12/12/2012, 16:16

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Cane mangia cane
-Avvoltoi-

Era giunto sugli spalti qualche ora prima dell’inizio dello scontro. Erano passate due settimane dal duello con Shivian, la prima delle quali era stato costretto a letto per far guarire la terribile ferita al costato che aveva riportato in quello scontro. Lo avevano trattato bene in quella settimana, quasi fosse uno di quei signorotti di Taanach, gli erano stati affidati guaritori capaci che lo avevano curato in breve tempo, gli avevano raccomandato di non fare grossi sforzi e di non alzarsi dal letto se non per andare in bagno, e lui si era rivelato un paziente modello. Dal patto con Shivian la sua vita parve essere cambiata, ora guardava la Purgatory dal basso svettare alta nel cielo, la prigionia del suo animo e del suo corpo non erano altro che ricordi lontani, momenti bui che avevano trovato la forza per ghermirsi di una nuova luce. Camminò per gli spalti ancora vuoti osservando quella che sarebbe stata l’arena della finale: al centro un grande spazio adibito allo scontro, dove i contendenti si sarebbero sfidati per la gioia degli spettatori, tutt’intorno spalti enormi che si innalzavano verso l’alto, d’acciaio e lame ripiegate; un colosso di metallo ideato dai Maegon, come praticamente lo era tutta Taanach. Alcune parti esterne restavano tuttavia ancora inagibili, mentre le parti più interne erano state ristrutturate per contenere l’affluenza di pubblico che ci sarebbe stata. Gli spalti erano sostanzialmente divisi in tre parti: La prima parte, quella più interna, dedicata alle figure più illustri della città, alla quale persino Morpheus era stato invitato; la seconda parte, quella esterna, era priva di confort e di inutili orpelli attui a mettere a proprio agio la vista degli umani, ma non erano altro che gingilli di inutile valore; infine l’ultima parte era un palchetto privato riservato ai custodi. Morpheus osservava l’arena, mostri metallici che sbucavano dalle pareti, ogni cosa raccontava di una guerra sanguinosa, di un passato indimenticato. Poggiava i piedi su quella struttura osservandone la magnificenza, il valore inestimabile. I passi rimbombavano come un eco nel vuoto della struttura. Il sole s’innalzava in alto nell’atmosfera, i raggi penetravano persino quella spessa bruna caratteristica dell’Orbrun. Era una giornata perfetta per la finale. Morpheus si accomodò nella parte interna dell’arena, quando gli avevano proposto l’opportunità di seguire la finale non aveva trovato un vero motivo per rifiutare. Sarebbe stato un piacevole modo per ingannare il tempo, un modo per conoscere gli altri membri del Clan, visto che dal momento in cui era arrivato - a parte i guaritori - non aveva rivolto la parola a nessuno; benché, quando passeggiava per la città, di tanto in tanto sorprendeva persone intente a osservarlo e additarlo. Ma, cosa più importante, avrebbe carpito il potere dei due contendenti della finale, per meglio capire le sue debolezze. Incrociò le gambe, le pieghe della tonaca indaco parvero brillare, come se a ogni movimento l’abito sprigionasse piccoli bagliori di colori diversi, simili all’arcobaleno. Attaccata alla cintola v’era l’elsa d’oro di Stormbringer, con lo zaffiro incastonato più fulgente di qualsiasi altro suo pari. S’era agghindato come nelle migliori occasioni, i capelli corvino non erano più ribelli, bensì pettinati e immersi in qualche olio costoso che ne risaltava la lucentezza, il viso era glabro come sempre, il corpo esalava un dolce profumo artificiale di rose e fiori, ai piedi scarpe arabe di finissimo oro. Rimase in attesa dei due duellanti, mentre il pubblico cominciò a invadere l’arena, mentre il brusio invase l’atmosfera.
La finale del Cane mangia cane stava per avere inizio.


CITAZIONE
Niente da dire, semplice post, chiunque voglia può interagire con il mio pg


Edited by Lud† - 12/12/2012, 20:26
 
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Lenny.
view post Posted on 13/12/2012, 10:34




Cane mangia cane ~ Avvoltoi


Fortunello Gerth smontò finalmente da cavallo dopo otto giorni e otto notti di incessante cammino per le brulle, desertiche, tristi, morenti terre dell'Akerat. Fu lieto di constatare che le indicazioni che gli erano state date erano esatte, e quel meta-agglomerato urbano, quel formicaio cencioso stracolmo di gentaglia ancora più cenciosa di nome Taanach si trovava lì, sotto i suoi occhi. Passò i bivacchi degli accampamenti nomadi appostati fuori città, sorpassò facilmente oltre l'ingresso principale della nuova sede del clan Goryo: tutto sin troppo semplice, tutto sospettosamente semplice. Ma la città sembrava essere in fermento per qualcos'altro, e lui era solo un banalissimo viandante in nero di mezza età, uno dei tanti, uno dei troppi, assieme al proprio destriero scheletrico color antracite. Lasciò il destriero al primo stallatico incrociato per strada, per poi dirigersi a passo svelto verso il luogo della Grande Finale, la pomposa arena dei Maegon: un fiero inno al passato e contemporaneamente una gloriosa promessa al futuro per un clan che, Gerth sapeva bene, non aveva più nulla da perdere.
Lo chiamavano Fortunello perché era sopravvissuto allo sterminio della sua città natale, Padelle Salate, il giorno in cui la flotta degli uomini di oltremare era sbarcata mettendo tutto a ferro e fuoco. Lo chiamavano Fortunello perché era scampato al successivo massacro operato dai Falkenberg Korps nella stessa città, due settimane dopo, finendo tra le fila dei prigionieri condotti a RotteNhaz. Lo chiamavano Fortunello perché aveva visto la Purgatory bruciare, e il clan Goryo finire in ginocchio, agonizzare sotto il pugno di ferro del Beccaio. Lui era lì, era uno di loro il giorno in cui le fila del Beccaio si erano allargate come non mai. La più grande vittoria per i Korps era avvenuta lo stesso giorno in cui Viktor von Falkenberg era stato sconfitto da Hyena. Una vittoria generale e una sconfitta personale. Ma oltre tutto questo, uno scontro in cielo tra un corvo immane nero come la notte e un drago di luce rossa come l'alba. L'alba più luminosa dopo la notte più oscura.
Gerth non avrebbe mai potuto dimenticare.
Nessuno di coloro che erano stati presenti avrebbero mai dimenticato.

Raggiunse gli spalti dell'arena di primo pomeriggio, sotto un bulbo infuocato che cuoceva letteralmente tutto il pubblico. Non lui. Oramai il sole non riusciva più a scaldare il suo corpo, non dopo il suo soggiorno a RotteNhaz. Era come se un gelo senza inizio e senza fine ammantasse costantementele sue membra, rammentando a chi lui, Gerth Fortunello, realmente appartenesse. Un memento che restava marchiato a fuoco sulla sua schiena, sotto forma di teschio alato, il simbolo dei Korps.
Si sedette in un punto a caso, tra le ultime file degli spalti. Aveva un buon occhio, ed era certo di poter osservare con calma la finale senza essere -cosa ancora più importante- a sua volta osservato. Il compito che gli era stato dato direttamente dal reitermajor Montag de Villlers era semplice, mortalmente semplice:
raggiungere la nuova latrina in cui si nascondevano i Goryo, venire a conoscenza della loro reale forza, studiare le loro mosse, osservare insomma. Solo osservare. Senza mai interferire.
Per poi tornare a fare rapporto a RotteNhaz, al termine del prossimo ciclo di luna. Non aveva potuto far altro che obbedire all'Osso di Ferro -e chi mai avrebbe osato rifiutare un suo ordine?- ecco perché si trovava lì.
A prima vista Gerth Fortunello era solo un ometto basso e brizzolato dalle vene del naso scoppiate e gli occhi stanchi. Nascosto sotto il suo cappuccio nero, avvolto nel suo mantello di stracci plumbei, riusciva a confondersi alla perfezione nella massa caotica di quella latrina di nome Taanach. Sembrava solo l'ennesimo scarafaggio in una fogna stracolma di scarafaggi. Nessuno poteva conoscere i suoi poteri, le forze oscure che Viktor von Falkenberg e RotteNhaz gli avevano donato e scorrevano dentro, nel profondo. E se tutto fosse andato bene, nessuno lì in mezzo le avrebbe mai scoperte.
Era lì per osservare. Solo osservare.
Senza mai interferire.

Mancava poco all'inizio della finale, eppure gli scarafaggi erano già in subbuglio. Alle orecchie di Fortunello giungevano spropositate scommesse a favore di quel contendente, un mostruoso figuro di nome Rage, o di quell'altro, un bravo soldatino di nome Ludvic Dmitri. Solo nomi, titoli, reputazioni che lui e solo lui avrebbe dovuto ritenere fondate o meno e -nel qual caso- comunicarle a de Villers il giorno del suo ritorno. Così come avrebbe comunicato di come Hyena si era andato a nascondere come un cane idrofobo nel relitto inservibile della Purgatory. E di come Shivian aveva preso in mano le redini della situazione nel clan, organizzando un maestoso torneo per annebbiare le menti dei Goryo, lasciando credere loro che ogni pericolo fosse passato. Shivian era il vero padrone di Taanach, signore incontrastato della politica di una città di straccioni e derelitti che, a differenza dei membri del clan, non aveva avuto modo di conoscere il potere dei Falkenberg Korps. Per il momento.

6rkj74

Sogghignò malevolo, sotto i baffi.
Ecco cosa Gerth Fortunello avrebbe raccontato al reitermajor.
Taanach, Shivian, il Goryo, il Cane mangia Cane.
Nient'altro che una città occupata da maiali più che mai intenti a grufolare nel loro stesso sangue.
Senza preoccuparsi minimamente del vero pericolo.

semplice post in cui uso un png appartenente ai Falkenberg Korps. Una piccola spia ci stava °w° chiunque voglia interagire con il png può farlo!


Edited by Lenny. - 23/12/2012, 14:47
 
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Dampyr
view post Posted on 13/12/2012, 14:15






Il torneo del Goryo era alle battute finali. La Finale tanto attesa era infine arrivata. Chi avrà l’ onore di issare il vessillo della vittoria? A chi Nike avrebbe sorriso? Domande che tra pochi minuti avrebbero avuto le loro risposte.
Gli spalti gremiti, i palchi di legno che traballavano sotto il peso di quella massa informe, che voleva solo sangue, divertimento e basta.

Panem et circenses

E i capi del Goryo avevano accontentato Taanach. La puttana aveva il suo divertimento e il suo passatempo preferito, la massa informe urlava, si muoveva, parlava: barbe incolte bagnate da birra e alcool di basso costo, risa sguaiate mostravano denti marci e bocche informi, di altrettanti insulsi vermi. Occhi annacquati dal vino a basso costo e forse dal piacere di avere per un istante scordato le baracche di legno marcio da dove arrivavano; si la finale faceva scordare tutto questo e dava sollievo.
Tutti sembravano divertirsi agitarsi, i bambini sulle spalle che urlavano: vi era euforia sanguinaria in quella arena e appoggiato ad una delle balaustre vi era un uomo: un mantello nero con cappuccio, una Okatana al fianco destro, con l’ elsa perlacea finemente decorata con alcune strane immagini di combattimento tra angeli e demoni pareva, e occhi neri che osservavano l’ arena, alto come pochi in quell' arena e un viso celato a metà da lcappuccio.
Erlik Khan era arrivato al torneo per vedere chi sarebbe stato incoronato Re. Chi avrebbe mangiato l’ ultimo carne e si sarebbe sollazzato con i suoi intestini. Certo era invidioso, certo voleva che fosse lui a trovarsi ora in mezzo a quell’ arena. Certo…ma purtroppo non era andata così. Aveva perso ed ora era lì. Appoggiato in maniera tranquilla, il braccio sinistro sulla balaustra e gli occhi sempre più curiosi di vedere e sapere chi sarebbe stato il Vincitore.
E quegli occhi neri sondavano l’ intera arena e il suo viso non tradiva nessuna emozione.


Arrivo pure io. Un post semplice tanto per appagare la curiosità di sapere chi vinca.Chiunque voglia io ci sono
 
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Drag.
view post Posted on 13/12/2012, 17:35




Aveva impiegato parecchio tempo per raggiungere quell'arena; prima di tutto si era alzato tardi quel mattino, e gli impegni erano tutti slittati di un paio d'ore rallentando i suoi piani. Aveva fatto colazione in fretta e furia, mollando a Red il bucato e la lista di una spesa che di certo non avrebbe avuto il tempo di fare. Alla fine era corso a rotta di collo fino alla stamperia per copiare i volantini pubblicitari, restandoci fino a pranzo.

« Hanno il gusto per il fatiscente, qui. », mormorò a mezza voce, tenendo il malloppo di manifesti sottobraccio ed accendendosi una sigaretta con un sottile fiammifero. Gettò un'occhiata oziosa ai turpi volti di mille macchine d'acciaio fuso che costituivano le ossa portanti di quel colosseo: avevano un'aria decisamente inquietante, nonostante fossero come avvolte da un sudario di ruggine ed antichità. I loro occhi sicuramente non potevano più vedere la moltitudine che stava riempiendo lo stadio, ma ciò non significava che chi come lui aspettava agli ingressi non rabbrividisse sotto la loro ombra.
Buttò il fumo fuori dalle narici lentamente, mirando prima la sigaretta accorciarsi placidamente, poi la gente che lo oltrepassava senza degnarlo di uno sguardo. Nonostante l'aria malsana e il caldo opprimente, Taanach non pareva tanto diversa dai sobborghi malfamati in cui aveva vissuto da piccolo; in effetti, se non fosse stato per il cielo quasi bianco sopra la sua testa, avrebbe potuto giurare di trovarsi all'esterno dell'Arena Nera di Merovish, e non su Asgradel.

« Grazie, buono spettacolo. », rispose con tono automatico quando un signore, passandogli accanto, raccolse dalla mano protesa del mercenario il volantino pubblicitario. No, si convinse, non c'era alcuna differenza: i letamai sono uguali dappertutto. Stessa sporcizia, stesse difficoltà, stesse facce. Forse era proprio per quello che nessuno lo notava, nonostante superasse il metro e novanta di altezza e la sua costituzione fosse più simile a quella di un toro che non di un essere umano. A dirla tutta, però, quel genere di anonimato gli piaceva; non che nel Bloodrunner fosse mai stato una star, anzi, ma i bassifondi come Taanach donavano ai propri figli le identiche opportunità per scalare il baratro, e vedere la luce fuori dal pozzo.

Motivo per il quale, probabilmente, i due all'interno avrebbero combattuto.

La città sembrava animata da particolare fermento ogniqualvolta si nominava l'evento. Cane Mangia Cane, l'avevano chiamato: bè, era un nome azzeccato, piuttosto potente, del genere che attira la folla. Vaairo però era su Asgradel da poco più di una settimana e membro del Goryo da circa quattro giorni, e non aveva avuto modo di comprendere a fondo il significato preciso oltre la semplice ostentazione di potere. Quella manifestazione comportava qualcosa per l'interno regno, lo percepiva... Ma che cosa fosse questo segreto ulteriore, non lo sapeva.

Scrollò le spalle, buttando a terra il mozzicone morente e calpestandolo con la suola dello scarpone. In fondo, non erano affari suoi. Quelli erano ideali e particolari troppo grandi e sconosciuti per Vaairo, i cui desideri si celavano ben più a portata di mano. Per esempio, in quell'istante si sentì particolarmente rinfrancato dalla soddisfazione di vestire una bianca camicetta a maniche corte e dei jeans a cavallo basso che arrivavano al ginocchio: un abbigliamento particolarmente leggero e fortunato, data l'arsura di quel pomeriggio all'arena dei Maegon. Lui, sotto sotto, si accontentava di poco.

Ad occhio e croce l'incontro starà per cominciare, pensò. Aveva consegnato buona parte dei manifesti alla gente comune, abitanti di Taanach senza status o portafoglio abbastanza capiente da alloggiare nella tribuna riservata ai vips, Goryo compresi. Dubitava a loro potessero interessare i suoi volantini sulla yoruzuya, ma tentare non avrebbe fatto male a nessuno, tanto più che le copie ormai erano state pagate e mollarle lì sarebbe stato uno spreco. Scompigliandosi i corti capelli ramati con la grande mano destra, valicò anch'egli i grandi portali d'ingresso per prendere posto all'interno.

Non c'era molta gente nel palchetto riservato, non ancora, perlomeno. Si prese il suo tempo per sistemare i manifesti, poi osservò senza grande interesse il vasto spiazzo dentro il quale i contendenti si sarebbero scontrati. In realtà la sua mente stava riflettendo su nuovi modi per attirare clientela per l'agenzia di tuttofare che avevano tirato in piedi lui, Asama e Red; una società sgangherata decisamente appropriata per il genere di persone che erano.

Si riscosse, mettendosi il cuore in pace: doveva prima terminare l'opera di volantinaggio.
« Dunque, vediamo a chi posso darlo... »


Postato col nuovo pg! Yeeh. Il volantino che sta consegnando più o meno a tutti quelli che entrano (e che sono già entrati) nel palco riservato ai Goryo reca la seguente scritta, oltre alla caricatura stilizzata di un omino sorridente con il pollice in su in alto a destra:

agenzia tuttofare Yorozuya

Uomini giusti per lavori di qualsiasi tipo!
Esorcizzazione di demoni? Acchiappafantasmi? Scorta, bodyguards, vedette o sterminatori d'eserciti? L'agenzia yorozuya è ciò che fa per voi!
Professionalità impeccabile ed ampia competenza in ogni campo dello scibile: dove c'è un problema, yorozuya è la soluzione. Lavoratori tuttofare per ogni evenienza. Contattare al 275 - 56974366.

ORA ANCHE SU ASGRADEL!

La sede è rintracciabile al numero 36b (secondo piano) del quartiere del mercato del martedì di Nuova Taanach. Affrettatevi! Sconti per comitive.


L'agenzia yorozuya è legalmente iscritta presso il registro delle imprese; chiunque decida di affiliarsi deve presentare regolare domanda presso la sede societaria. Non è richiesto alcun conferimento.

Avvertenze: l'agenzia yorozuya si occupa legalmente anche di quegli incarichi un po' meno legali.
E' specializzata nello svolgimento di incarichi militari e/o arcani.
Se siete un Re senza figli, l'agenzia yorozuya sarà ben felice di occuparsi della vostra eredità.

 
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The Grim
view post Posted on 13/12/2012, 17:45




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Lo vide in lontananza e gli venne un'insana voglia di voltarsi e scappare via. Fuggire il più lontano possibile, senza voltarsi , e correre finché le gambe troppo stanche non l'avessero fatto rovinare a terra. Nessun edificio a Taanach, od in qualsiasi altra città da lui visitata, assomigliava a quello stadio, meno che uno. Il luogo da cui aveva sempre cercato di scappare, quello che avrebbe tanto voluto dimenticare. O distruggere.
La Torre del Guanto di ferro.

Quel cieco terrore, per quanto intenso, si sciolse come neve al sole. Non perché lo Stregone fosse tutto ad un tratto divenuto coraggioso, anzi continuava a trovare l'arena inquietante ed a domandarsi chi mai vi si recasse di sua spontanea volontà. Semplicemente si era accorto della profonda diversità tra l'arena e la Torre. La prima pareva non tanto una costruzione umana ma il lavoro di una qualche mano sovrannaturale tanto era liscia e perfetta, come se una colata di lava avesse modellato un unico blocco di ferro brunito. L'arena invece era in tutto e per tutto una costruzione umana, edificando unendo parti diverse di metalli altrettanto diversi, in una cacofonia di forme, volte, angoli e statue. Ed una volta entratovi la sensazione era sempre più quella di un immenso monumento ai vittoriosi sugli sconfitti, per quanto terrificante. Figlio di un istinto più che umano, e non un mistero insondabile che attraeva i maghi più perversi.


ɲ Ɏ ɳ

Un uomo di mezz'età, in un consunto completo di pelle, stava in mezzo alla folla, in un posto nemmeno troppo lontano dall'arena vera e propria, con un sorriso sardonico ed uno sguardo affilato, da rapace. Agitava una mano nella sua direzione, a metà fra il saluto e l'invito ad avvicinarsi.

" Berelen, qua! C'è un posto per te. "

Il tono colloquiale del Trapster era fin troppo fastidioso per Jace, che trovava sempre più insopportabile la grezza informalità dell'uomo. Se avesse potuto, sarebbe andato a sedersi ben lontano da lui, ma era stato quell'uomo ad insistere per assistere assieme all'incontro. Senza la sua insistenza forse non sarebbe nemmeno venuto a vedere quella finale. Gli si accostò lentamente, facendo attenzione a non urtare o fare movimenti bruschi col braccio steccato. Ogni movimento azzardato aggravava la frattura ed allontanava la guarigione, benché quindici giorni di riposo erano ben più di quanto avesse mai avuto a disposizione.


" Messer Van Horne, è sempre un piacere per me vedervi.
Una vera fortuna potervi incontrare qui nonostante i vostri numerosi impegni.
"

" Basta coi convenevoli ragazzo, siediti e godiamoci lo spettacolo. "

" Ma nessuno dei due contendenti è ancora arrivato, solo gli spalti sono affollati. "

" Appunto, non vedi quanta abbondanza di carne fresca abbiamo? Le signore amano mettersi in mostra in queste occasioni, ed io non sono certo stupido da non approfittarmene. Ma uno smidollato come te che ne deve capire.
Non saresti capace nemmeno a combinare qualcosa con la signora Liebenivz!
"

" E perché mai dovrebbe interessarmi una vecchia donna troppo grassa per muoversi?
Lascia il suo letto soltanto per accomodarsi a tavolo da pranzo ormai.
"

" Non ti scaldare troppo, ragazzetto! Almeno qualcosina con la signorina sei riuscito a combinarlo? "

" Mi è stato gentilmente lasciato intendere da suo padre di non avvicinarla in alcuna maniera. E visto che al momento è il mio datore di lavoro, nonché padrone di casa evito di contraddirlo. Sopratutto visto che mi paga per non far nulla. Sono la più inutile delle guardie del corpo, sopratutto visto il mio braccio rotto. "

" Sei un Goryo, e questo gli basta. Vuole i nuovi padroni della città amici, per poter fare affari. Finché lo reputerà conveniente ti terrà con lui ma drizza le orecchie e tieniti pronto a saltare alla prima occasione. Siamo a Taanach. "

" Lo so. Ho già notato che non gli sto molto simpatico, cosa reciproca devo ammettere, quindi cercherà di sbarazzarsi al più presto di me. Non si fida di me e pensa che voglia innestarmi perennemente in casa sua. L'apotecario Griddle si è arricchito vergognosamente con degli infusi alle erbe proteggi mente chiaramente fasulla. "

" Davvero? - L'uomo di mezz'età scattò a ridere sguaiatamente. - Quel vecchiaccio non finisce mai di divertirmi.
Beh a quanto pare il primo è arrivato, e l'altro non tarderà certo ad arrivare. Godiamoci lo spettacolo.
"

I finalisti di quel torneo, che per lo più era dimostrazione della potenza e spavalderia del Goryo, stavano già per entrare. Il primo piantò la sua arma, un'immensa falce, nella sabbia in un gesto di sfida verso l'altro od il pubblico. Non conosceva questo Rage di cui si vociferava tanto, un oscuro figuro molto cimiteriale e lugubre. L'altro invece, Ludvic, se lo ricordava a malapena. Un carceriere giunto da pochissimo allo scoppiare della Ribellione, che proprio come Jace si era schierato dalla parte sbagliata. Sorrise vedendo che uno dei due finalisti fosse un prigioniero e reietto. Difficile trovare una propaganda migliore per il Goryo che così non appariva come un tiranno vendicativo, ma più come un alleato scaltro, alla ricerca delle offerte migliori. Taanach era una di quelle città in cui nessuno faceva nulla per niente, e tutti avevano uno scopo. Qualsiasi gesto serviva a raggiungerlo, anche i più insignificanti come un invito per uno spettacolo.


" Van Horne, scusami se mi intrometto, ma tu perché hai così tanto insistito per incontrarci qui? "




Adoro ladrare su DeviantArt :iena:
Per il resto nulla da dichiarare, Jace si siede comodo comodo a chiaccherare con un Png che ha conosciuto in questi 15 giorni.
Edit: Ridimensionata l'immagine poiché troppo grande! Tnx Sistah!


Edited by The Grim - 13/12/2012, 22:12
 
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view post Posted on 16/12/2012, 00:51
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A volte la vita può lasciarci seri dubbi ?
Qual'è il senso della vita ?
Dio esiste ?
I miei proiettili avranno ammazzato quel bastardo ?
Questa era più o meno la domanda che rimbombava nella viscida e contorta mente di Jack. Oltre ai soliti incubi naturalmente...
Del resto non era riuscito a vedere la fine dello scontro: la stanchezza aveva prevalso e lui si era ritrovato a svenire prima di veder la luce della vita abbandonare Erlik Khan.
Si era risvegliato qualche ora più tardi su un letto, il corpo fasciato e la maschera appoggiata al suo fianco. Fortunatamente si era ripreso abbastanza in fretta: la sua idea di ingoiare una dozzina di pillole aveva aiutato enormemente!
E poi quando aveva rimesso la maschera sul suo capo si era sentito finalmente completo e pronto ad affrontare qualsiasi cosa.
Ma aveva capito che non poteva più azzardarsi a farlo da Jack Crane. Jack aveva quasi perso l'incontro e questo non se lo poteva permettere.
Fu così che prese un'importante decisione: avrebbe ripudiato il suo nome, il suo passato...TUTTO!
L'unica cosa che doveva rimanere era il suo ideale. Quello e la maschera.
Un'importante decisione che l'avrebbe condotto a destinazione. Restava da vedere se la destinazione era la gloria oppure una morte violenta.


Taananch lo accolse di nuovo in tutto il suo"splendore". Non era raro che viaggiasse per i vicoli della città ma quella volta non passeggiava per trovare nuove vitti...cavie!
Come festeggiare la vittoria in un'ordalia di sangue ? Con un ordalia di sangue ancora più grande, è ovvio!
Un fantastico combattimento al quale non avrebbe partecipato purtroppo. Ma ahimè molte cose cose lo Spaventapasseri voleva ma ancora nessuna gli era stata concessa...nemmeno un'infermiera.
Il suo umore si risollevò nel vedere l'edificio metallico. L'arena era ancor più maestosa di come se l'era immaginata.
E da vicino era anche meglio! Figure grottesche e mostruose decoravano le pareti. Una vera e propria rappresentazione architettonica di un incubo.
Se fosse riuscito ad ottenere una vera dimora, l'avrebbe voluta così...
I suoi pensieri furono interrotti da un foglio che si muoveva a pochi metri da lui. A muoverla era un ragazzo dai capelli neri.
La curiosità era la caratteristica principale per un bravo scienziato e, nonostante Jack non si considerasse esattamente un"bravo scienziato", si avvicino allo straniero prendendogli un volantino.
Con un cenno della testa si dileguò mentre leggeva quel pezzo di carta. Agenzia Yorozuya...
Piegò il foglio mettendolo all'interno del suo vestito tra le pieghe degli stracci. Meglio tenerlo con sé, chissà magari un giorno gli sarebbe stato utile.
Il vociare dell'arena gli riempì le orecchie. Fu sorpreso dal numero di persone che conteneva quello splendore inoltre...
Così tanta gente vuole vedere due uomini ammazzarsi l'un l'altro ?
Un miscuglio di disgusto e divertimento si mosse in lui. Alla fine prevalse il divertimento e si mise a ridere come un demente.
Ma la sua risata ebbe vita breve. I suoi pugni si chiusero di scatto quando lo vide: Erlik Khan era ancora vivo ed ora si stava godendo la vista della finale del Cane mangia Cane.
Prese un profondo respiro e si allontanò: neppure lui era così stupido da scatenare una rissa sotto gli occhi dei Custodi.
Per calmarsi pose lo sguardo sui due combattenti: il primo era uno spadaccino e gli ricordava fin troppo Khan per riuscire a piacergli; l'altro tuttavia catturò la sua attenzione.
Un uomo vestito di scuro armato di falce. Aveva quel senso di funebre che Jack adorava.
Bene...aveva appena deciso per chi tifare!
Si sedette accanto ad un uomo vestito d'indaco. Portò le mani ad incrociarsi dietro la testa.

"Difficile respirare con tutta l'ipocrisia in quest'aria!"

Un pensiero che lo colmava fin dall'entrata all'arena ma che non aveva trovato il modo di uscire a causa di tutte quelle distrazioni.
E che alla fine si era fatto sentire in un altro modo. Non trovando ascolto nella mente aveva provato con il mondo esterno uscendo dalla bocca.



Lud se vuoi rispondere alla mia affermazione fai pure! Però credo che nel caso volessi instaurare una conversazione sarebbe meglio usare gli mp per accordarci così da non dover fare un sacco post.
Bhe fammi sapere :sisi:
 
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Lenny.
view post Posted on 23/12/2012, 10:53




Cane mangia cane ~ Avvoltoi


« Yoro...zuya. »
Ripeté Gerth Fortunello tra sé e sé, rileggendo il bizzarro nome al centro del volantino che stringeva tra le mani. Da quanto aveva potuto intendere, l'agenzia Yorozuna era una sottospecie di gruppo mercenario al soldo del miglior offerente. Conosceva i tipi come loro. Tagliagole per ogni borsa, puttane per ogni cliente, soldati per ogni esercito. Uomini fedeli solo a se stessi e al loro sanguinoso pantheon di dei: il dio oro, il dio guerra, il dio violenza.
Fu allora che gli venne un'idea.
Il suo sguardo tornò sul giovanotto che gli aveva consegnato il volantino, ancora intento nella sua attività pubblicitaria. Un ragazzo intorno alla ventina, giovane e in forze. Sui volantini che consegnava c'era scritto l'indirizzo della sede Yorozuya, ma chissà che Garth Fortunello non potesse approfittare di quell'occasione per risparmiare tempo. In realtà, ciò che intendeva fare esulava completamente dai limiti preposti da De Villers per quella missione di spionaggio. Ma se l'agenzia mercenaria alla quale intendeva rivolgersi manteneva -come era appuntato sul volantino- la discretezza e la riservatezza di cui Gerth aveva bisogno, tutto sarebbe filato liscio. Ci avrebbero guadagnato sia i Korps che gli Yorozuya.
Accartocciò il volantino serrandolo forte nel pugno, per poi gettarselo alle spalle. Senza staccare gli occhi di dosso dal fulvo, Gerth discese le gradinate che portavano alle file più basse, per poi farsi largo tra il viavai di gentaglia che entrava e usciva dall'arena Maegon. Più si avvicinava al ragazzo, più il piano nella sua mente assumeva forme e contorni. Più passavano i secondi, più Gerth assaporava il momento in cui avrebbe raccontato della sua idea all'Orso di Ferro. E chissà, magari il generale von Falkenberg sarebbe addirittura arrivato a promuovere il buon Gerth Fortunello. Al solo pensiero Gerth non riuscì a trattenere un sorriso. Lo stesso sogghigno di denti -i pochi rimasti- storti e marci che rivolse al fulvo una volta raggiunto e attirata la sua attenzione con una mano sulla spalla.
« Hai tempo per due parole, ragazzo? »
Gli sussurrò all'orecchio, per poi far cenno col capo verso due posti vuoti in una delle file vicino loro. Lì avrebbero potuto farsi una bella chiacchierata senza essere disturbati.
« Potresti aver trovato un ottimo cliente, quest'oggi. »

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Edited by Lenny. - 23/12/2012, 14:44
 
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view post Posted on 23/12/2012, 14:30




Vaairo camminò lateralmente di un paio di passi, sfuggendo ad un fastidioso raggio di luce che tagliava l'aria attraverso una delle tante merlature metalliche dell'Arena dei Maegon, accecandolo. Con una smorfia infastidita, alzò la mano per proteggersi la vista, e fu proprio in quell'istante che notò l'anonima figura dell'uomo incapucciato; probabilmente non si sarebbe mai accorto della sua presenza in mezzo a quella folla, o certamente non gli sarebbe balzata all'occhio se non avesse percepito la sua attenzione concentrata su di lui.

Il ragazzo mercenario non si mosse oltre, un po' per via della sconveniente luce radente, un po' per timore di aver preso un granchio, e cascare nella più stereotipata delle figuracce - ritenere erroneamente che qualcuno stia cercando proprio te.
Il brizzolato uomo di mezz'età invece stava proprio guardando lui, e mentre si avvicinava Vaairo potè scorgerne i lineamenti, la barba scura tagliata con cura e i baffi color della pece. Nonostante potesse assumere un'aria dimessa, gli occhi dell'uomo tradivano la sua vera natura: quello sconosciuto non era uno sprovveduto, nè un popolano qualsiasi. Era il genere di uomo che sapeva cosa voleva, e come ottenerlo.
Un tipo determinato.

« Anche tre. », rispose con la sua voce roca quando questi gli domandò se avesse tempo per fare due chiacchiere in privato. Lo seguì con passo tranquillo lungo gli spalti, prendendo posto su una delle gradinate libere non lontano dagli ingressi. Avvicinandosi allo spiazzo dei contendenti Vaairo potè osservare compiutamente i contendenti per la prima volta: avevano appena dato inizio allo scontro, e, per quanto poteva vedere, un inquietante uomo devastato da cicatrici e dalla carnagione di un pallore malato stava per difendersi dall'attacco di un volitivo guerriero armato di katana e una granata stordente. Dall'aspetto, poteva solo ipotizzare che l'uomo che prima aveva arringato i Goryo definendosi "la Morte" potesse essere il tizio inquietante - il che lo descriveva alla perfezione.

Voltò lo sguardo verso colui che lo aveva invitato accanto a sè; sorrise alla sua dichiarazione, perchè le opportunità vanno create ed i rapporti coltivati - soprattutto dietro retribuzione.
« E tu un ottimo affare. »

Allungò la largo mano destra, presentandosi.

« Vaairo. Molto lieto. »


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view post Posted on 23/12/2012, 15:57




Cane mangia cane ~ Avvoltoi


« Gerth. »
Ringhiò di rimando, rispondendo con forza alla stretta di Vaairo. Attorno a loro, la folla di spettatori borbottava sorpresa ed emozionata, commentando il contrattacco esplosivo di Ludvic come una massa di bifolchi di fronte a un imbonitore da macellaio. Niente da fare, né quel teatrino da due soldi né la marmaglia vicina riusciva a interessare minimamente Gerth. La spia dei Korps affondò una mano in una falda interna del pastrano, per poi estrarre una fiasca in ottone di acquavite. Una parte di lui, come una vocina nella testa, gli diceva di non bere, di conservare la lucidità necessaria per il piano che aveva ideato.
Gerth stappò la fiasca con i denti, sputò il tappo sulle tribune sottostanti e mandò a cagare quella vocina nella testa.
L'aria era una coltre viscida, ammorbata dal puzzo di quelle persone ammassate le une accanto alle altre, le une sulle altre.
« Siamo circondati da topi. »
Stanchezza, nella voce di Gerth. Stanchezza e disprezzo.
« Topi ciechi in un labirinto di macerie. »
Continuò, lasciando all'intuito di Vaairo il compito di comprendere i sottintesi. A cosa si riferiva? Al pubblico dell'arena Maegon? Alla finale? Al Cane Mangia Cane?
O al Goryo.
Perché Gerth non era vissuto così a lungo anche grazie a una buona dose di innata scaltrezza, oltre che alla fortuna. Non era un genio, ma sapeva il fatto suo. Prima di stipulare un accordo così rischioso con un potenziale membro del clan Goryo, Gerth aveva il dovere di sondare il terreno. Scoprire quanto Vaairo e gli Yokozuya erano disposti a rischiare nel nome del dio oro. Un elemento che il Beccaio avrebbe dispensato ai mercenari senza riserve, pur di raggiungere i suoi scopi.
Ingollò una lunga serie di sorsate. L'acquavite scese nelle sue viscere come piombo fuso. Quando smise, si pulì col dorso della mano -suo fazzoletto naturale- e ruttò sonoramente, disperdendo goccioline di bava sulle rovine dei Maegon.
« Lui non avrebbe ridotto il clan Goryo a dei putridi sorci dementi. Lui non avrebbe permesso a questa grottesca farneticazione del Cane mangia Cane di prendere forma. »
Scosse la fiasca mezzavuota sotto gli occhi di Vaairo. Un tacito invito a condividere con lui quel piscio fetido raschiato via dalle cantine di RotteNhaz. Se il ragazzo non aveva troppe esigenze o uno stomaco debole, avrebbe anche potuto piacergli.
« Dì un po' Vaairo, il nome Viktor von Falkenberg ti dice nulla? »


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view post Posted on 23/12/2012, 18:33




All'inizio non comprese a chi Gerth si stesse riferendo. Dopotutto, era su Asgradel da troppo poco tempo per comprendere l'intricato susseguirsi degli eventi che aveva sconvolto il Goryo in tempi recenti; Asama si era prodigato in rapidi riassunti sia per lui che per Red, ma anche le sue informazioni costituivano solo una piccolissima scheggia dell'immenso, scuro cristallo costituito dalla società del meridione del mondo.

Il mercenario preferì pertanto tacere, e ascoltare il suo interlocutore descrivere piuttosto realisticamente lo spettacolo che li circondava. Le sue parole trasudavano disdegno, e Vaairo non poteva dargli torto, nonostante lui fosse del parere che, dopotutto, i topi nelle macerie sopravvivono. Ognuno fa quello che può - o che si sente di fare, il che comprende tutta la differenza di questo pianeta. In genere si nasce tutti topi, o piccoli insetti in un formicaio nel quale si ha un ruolo insignificante: alcuni hanno le capacità per ergersi al di sopra della feccia, altri ne hanno la volontà. I più si rassegnano e lasciano che siano altri a vivere i sogni della propria vita - un po' come la maggior parte degli spettatori nell'arena dei Maegon stava facendo, proiettando le proprie delusioni sui due duellanti.
Un'eccellente catarsi emotiva per purgare, e rinascere - l'intento del Goryo era evidente persino per una mente semplice come quella di Vaairo.

O, forse, lui era semplicemente più abituato a simili manifestazioni.

Accettò di buon grado la fiaschetta che Gerth gli offriva, annuendo a mo' di ringraziamento.
Per quanto fosse sempre stato attento alla propria igiene, aveva condiviso con estranei ben più di un boccale di birra, e da quando era stato costretto a curarsi con strumenti da cerusico quasi certamente infetti la sua schizzinosità era prepotentemente scemata.
L'acquavite scorse giù per la gola assetata del ragazzo mercenario, bruciando quanto bastava perchè potesse piacergli.
Red diceva sempre che era un mezzo alcolizzato, nonostante lui non fosse da meno; di solito non gli dava retta, perchè mentre lo affermava la scena era sempre quella del rosso che si apriva una lattina di birra a buon mercato, ma ripensandoci probabilmente non aveva affatto torto.

« Condottiero, distruttore, calamità. », rispose, quasi stesse elencando una lista. Diede una nuova sorsata alla fiaschetta, per poi lasciare che Gerth l'ammazzasse del tutto. « Dicono sia un nome di cui avere paura - come quello di tutti i rivoluzionari. »

Dicevano che era un negromante, un satanasso, uno spietato posseduto che cavalcava destrieri infernali. Dicevano che portava via i bambini per sputarli soldati adulti, crudeli e senz'anima come lui. Raccontavano storie della sua fortezza come se i diavoli stessi banchettassero al suo desco, e le comari cominciavano addirittura a sussurrare come la notte stessa lo avesse risputato dopo la morte perchè l'oscurità del suo cuore la terrorizzava.

Scrollò le spalle, offrendo un nuovo largo sorriso a Gerth; la luce arancione del soffocante sole sopra Taanach illuminava il viso di Vaairo come tagliandolo, e le ombre ocra che accarezzavano la sua pelle sembravano disegnarlo più vecchio di quanto non fosse.

« Rivoluzione signfiica cambiamento, e cambiamento significa quasi sempre paura,
per quanto non abbia mai visto un così grande terrore negli occhi di coloro che parlano di Viktor.
»

Prese a giocherellare con l'angolo spiegazzato di uno dei pochi volantini che ancora stringeva nella mano sinistra, facendo passare lo sguardo sul duello dinanzi a loro senza vederlo davvero.

« Io ed i miei compagni siamo nuovi di qui, ma di solito per noi cambiamento significa opportunità. »


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view post Posted on 23/12/2012, 21:40
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– E l'inferno è certo.
·······

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Sugli spalti rumore di morte.
Attraverso lentamente il corridoio che porta all'area riservata ai membri del Goryo, indosso un mantello per coprire le mie forme, non voglio essere notata. Prendo distrattamente un volantino da un ragazzo davanti all'entrata, accartocciandolo immediatamente e buttandolo dietro di me con noncuranza. I soliti accattoni. I cavi che pendono dal casco oscillano lentamente, e per qualche motivo non posso che sentirmi sola. Di solito ho sempre con me di Ashardon e la sua presenza decisamente ingombrante, ma portarmelo dietro non sarebbe stato proprio un modo per "non attirare l'attenzione". Inoltre lui non sembra divertirsi nel guardare questa tragedia tutta del genere umano, mentre io, beh, se posso vedere all'opera quelli che sono i due migliori cani di tutto il Goryo non posso che fremere.

«Avanti, fatevi a pezzi per me.»

Mi siedo in un posto vuoto e unisco le mani, giunte come in preghiera, mentre mi preparo ad assistere in religioso silenzio a quello che diventerà un massacro. Perché se sanguineranno per me e si faranno a pezzi non dovrò neanche sporcarmi le mani, ma potrò studiarli dall'alto, da dietro le loro gabbie, senza dover temere alcun pericolo. Nel campo di battaglia non sono sorpresa di vedere Rage, colui che incontrai per primo a Taanach e che si era dimostrato fin da subito un esemplare interessante. L'altro non lo conosco, voglio vedere come se la caverà.

Sì, non avevo dubbi: mi sarei divertita un mondo.



Semplice post di arrivo, chiunque voglia interagire faccia pure. ;D
 
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Lenny.
view post Posted on 24/12/2012, 10:42




Cane mangia cane ~ Avvoltoi


« Capisco. »
Annuì Gerth, senza staccare gli occhi di dosso ai due contendenti nell'arena.
« Per alcuni di questi topi appestati, invece, cambiamento ha significato tradimento. »
Si era inserita una distorsione nella voce di Gerth Fortunello. Rabbia? Rimpianto? Sofferenza? oppure odio, odio agli elementi primevi? Le immagini dello stupro di ferro e fuoco della Purgatory scorrevano ancora nella sua mente. Poteva ancora ricordare con assoluta, cristallina purezza i nomi e i volti di chi aveva lottato al suo fianco sotto la bandiera del suo signore. Di chi era morto, di chi era sacrificato nel nome di un potere unico, di un potere in grado di scavalcare lo spazio e farsi beffe del tempo. Il potere del Beccaio, destinato a riunire i popoli della terra, ghermendoli attraverso l'Asgradel.
Quanti soldati erano caduti quel giorno.
E quanti altri avevano cambiato bandiera dopo lo scontro tra Hyena e Viktor. Boicottando la fedeltà verso Viktor per la loro misera vita. Un voltafaccia che Gerth forse poteva comprendere, ma che il suo signore non avrebbe mai perdonato. Da qui il perché del suo piano.
« Durante l'invasione della Purgatory, hanno fatto parte integrante dei Falkenberg Korps. Li abbiamo trattati come fratelli, e assieme a loro abbiamo distrutto il vecchio clan e bruciato la nave volante. Ma tutti -sia noi che loro- sotto la sua guida...prima che quei topi decidessero di voltare gabbana. Nel giro di un ciclo lunare i topi sono stati i primi ad abbandonarlo, salendo sul carro di Shivian una volta che il rischio siè si è fatto troppo alto. »
C'erano un paio di nomi che Gerth aveva intenzione di fargli, ma prima era necessario che il mercenario Vaairo accettasse l'accordo. Aveva autonomamente deciso di sfruttare un po' dell'oro datogli dall'Orso di Ferro per far sistemare un po' di vecchi traditori -cosa c'era di sbagliato in questo? I suoi superiori lo avrebbero elogiato -forse addirittura promosso al rango di reitermeister- ne era sicuro.
Riportò la fiasca d'ottone nella falda del pastrano. Quando la sua mano riemerse, era stretta attorno a qualcosa di completamente diverso.
« C'è un debito di fedeltà che questa feccia deve scontare con la vita. »
Un sacchetto di cuoio grigio.
Vaairo non avrebbe mai potuto dire cosa contenesse, ma quel tintinnio metallico gli sarebbe certamente suonato familiare..
« E voglio che siate voi Yorozuya a farglielo pagare. »

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view post Posted on 24/12/2012, 13:03




Vaairo inizialmente non proferì parola.
Piegò in avanti il busto, appoggiando le labbra chiuse sulle dita intrecciate. Ne accarezzò le nocche con il tatto, muovendosi impercettibilmente con il capo; era pensieroso, e glielo si leggeva nell'espressione degli occhi grigi, come adombrati dalla nebbia dei ricordi.

Lui non amava le missioni di assassinio.
In vita sua, ne aveva portate a termine quattro, e una quinta l'aveva fallita semplicemente perchè il bersaglio era morto prima del suo intervento; la prima volta che gli era stato affidato un incarico simile non vi aveva dato peso: l'oro è sempre uguale, dopotutto. Solo quando si era trovato ad affondare la lama nella carne dell'ignara vittima il peso del gesto aveva assalito la sua coscienza come un macigno.
Era una sensazione strana da descrivere: Vaairo non si era mai definito un guerriero onorevole. In battaglia provocava e ricorreva ad ogni trucchetto conoscesse, anche il più ovvio, per portare a casa la pelle e i soldi in tasca. Uccidere a sangue freddo, però, è tutta un'altra cosa. Vedere l'uomo cadere senza potersi difendere, senza la benchè minima percezione della fine incombente, gli aveva lasciato un amaro in bocca che tutt'ora sentiva nel sapore della saliva.

Da quel giorno, le sue missioni d'omicidio erano diventate duelli a viso aperto: odiava nascondersi e manovrare la morte come uno strumento che potesse colpire chiunque, anche il più esperto, se questi si fosse distratto per un istante. Se doveva uccidere, allora voleva farlo vincendo in tutto e per tutto: non era onore, era rispetto.

« Non posso impegnare i miei amici. », disse, senza osservare Gerth, o l'oro che teneva tra le mani. « Accetto a titolo personale, Gerth, ma voglio essere onesto e parlarti con franchezza. »

Finalmente si girò verso l'uomo incappucciato, dando le spalle al fragore della folla ed al caos dell'arena. Cercò di guardarlo dritto negli occhi celati dall'ombra della falda del mantello, affinchè le sue parole venissero recepite pienamente. Era consapevole della debolezza insita nelle sue dichiarazioni, ma non poteva venire a patti con il suo io interiore; gli veniva chiesto di prendere posizione nella faida all'interno del clan, per quanto in maniera indiretta, e solo dopo mezza settimana di permanenza a Taanach...! Quella città sembrava sempre più Merovish, parola sua.

« Siamo mercenari, non bastardi senza cuore.
Se dovessi scoprire che questi voltagabbana sono degni di vivere ancora, allora vivranno: in tal caso, questa conversazione non avrà mai avuto luogo, e il tuo oro sarà restituito. Tutto ciò che resterà di quest'incontro sarà la promessa che in me e nei miei compagni non avrai mai nemici, non dopo aver condiviso il tuo alcool con me.
»

Tacque per qualche istante, lasciando che le sue parole sedimentassero nella mente del suo interlocutore.

« Ti sta bene? »


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Lenny.
view post Posted on 27/12/2012, 14:28




Cane mangia cane ~ Avvoltoi


« Coscienza. »

Ribatté Gerth Fortunello, arrotando quella parola come se si trattasse di un vile insulto.
Un mercenario, un tagliagole, un assassino che ammazzava le vittime a seconda di come girava alla sua coscienza. Gli avrebbe volentieri spiegato come la cosa non avesse alcun senso. era come una puttana che andava a letto solo coi clienti di cui era innamorata. Qualcosa di assurdo.
Ma Vaairo era giovane, e forse la sua unica colpa era non possedere l'esperienza necessaria per fare quel che Gerth aveva in mente. Distolse lo sguardo dal mercenario, dalla folla, dallo scontro. Ormai la cuccuma era stata versata e non poteva tornare indietro: le parole di Vaairo gli sembravano una mezza accettazione. E un mezzo rifiuto.

« Un tempo anch'io ero afflitto da quel morbo. La tua fottuta coscienza non è altro che materiale buono per scavare le fosse comuni. "Qui giace un uomo vissuto secondo coscienza.." »

Gracchiò roco, per poi sputare con aria disgustata verso le file sottostanti. Probabilmente, chi fu colpito dallo sputo si voltò imprecando alla ricerca del colpevole. Ma Gerth semplicemente se ne infischiava. Tornò a fissare Vaairo.
E non avrebbe saputo dire neanche lui, l'astuto Gerth Fortunello, cosa lo convinse che quello poteva essere l'uomo giusto. Qualche strana luce negli occhi, forse, o semplice empatia, o una sensazione. Un quinto senso e mezzo, ecco tutto. La sua espressione cupa si riaddolcì, distorcendosi in un sorriso sghembo.

Proprio in quell'istante, l'intera arena di Maegon fu avvolta da una foschia di dense tenebre. Un'oscurità artificiale nella quale gli spettatori non riuscirono più a vedere a un palmo dal naso. Attorno a loro, la gentaglia berciava agitata e confusa -e anche un po' giustamente incazzata- chiedendosi cosa diavolo stesse succedendo. Gerth si limitò a ridacchiare acido. L'incappucciato nell'arena -Rage, così si chiamava- amava giocare a fare il saltimbanco da due soldi, ammaliando la folla di sorci con un trucchetto che era solo la pallida e aspra copia di quanto riusciva a fare il suo padrone. Perché Gerth aveva avuto modo di sentire nelle sue ossa il gelo, il terrore, la morte che soffocava e corrodeva il mondo quando Viktor von Falkenberg manipolava le tenebre. Gerth invece volle approfittare di quell'occasione per dare il suo commiato al giovane Vaairo. Gli si avvicinò e accostò all'orecchio senza alcun problema di movimenti, riuscendo a scorgere tanto bene nell'ombra quanto alla luce. Era una creatura rigurgitata da RotteNhaz, un po' di buio non poteva che metterlo a suo agio.

« Ma si, ammazzali pure seguendo la tua coscienza, non mi interessa il modus operandi di voi Yokozuya...basta che sia efficiente. Ogni tanto verrò a trovarti nella vostra sede, tanto per sapere come stanno andando le cose. »

Gli sussurrò all'orecchio, abbandonando il sacchetto di monete d'oro sulle gambe del ragazzo. E assieme a quello, una pergamena. O meglio: una lista. Un elenco di nomi con allegati piccoli disegni abbozzati a mano. Nomi e reputazioni di un gruppo di Falkenberg Korps che avevano tradito il Beccaio dopo la rivolta nella Purgatory, passando dalla parte di Shivian per portare a casa la pellaccia. Nient'altro che vomito emorragico incrostato tra quelle quattro pietre diroccate che chiamavano Taanach.

« Consideralo un piccolo anticipo, e riceverai la stessa somma per ogni lavoro portato a termine.
A presto, Vaairo.
»

E scivolò via tra la calca che affollava gli spalti. Nient'altro che ombra solida dentro ombra eterea.
Un'ombra con un ghigno velenoso stampato in volto.

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