Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Scheletri nell'armadio, I nostri scritti: narrativa, poesia, e chi più ne ha più ne metta!

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view post Posted on 5/8/2015, 23:19
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Cardine
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   Il lampione rotto

È notte, e stai camminando a testa bassa ormai da un'oretta. Ma il tempo non ti pesa, neanche un poco. Heh! Per lei percorreresti chilometri e chilometri, con la gola secca e i piedi che t'implorano pietà. Peccato solo che questo non lo capirà mai...
   È notte, stai camminando - magari con la tua solita musica orrenda nelle cuffiette, maledizione a te - e pensi ai cazzi tuoi con una dedizione che ha dello straordinario. Sembri uno degli innumerevoli automi londinesi di The Waste Land. Fissi la punta dei tuoi piedi (che scarpe vecchie!) e ogni tanto, tra un problema che ti pare irrisolvibile e l'altro, ti domandi se prima o poi quei due la smetteranno di fare avanti e indietro. Un po' come fai tu, andando avanti, e immancabilmente indietro, nel disperato tentativo di fare qualche progresso e tenere assieme i cocci rotti. No che non è facile, ma forse stai esagerando. Smettila di sospirare.
   Quando ecco che passi la solita curva, percorri il solito ponte di pietra che passa sopra il solito torrente sporco e t'accorgi che il prossimo, solito lampione è rotto. La grossa lampadina pulsa di un bagliore esausto, che non attira più nemmeno gli insetti. La strada sembra finire, lì dove la luce non arriva. Pure i lampioni rotti, riesci solo a pensare, come se fosse colpa di qualcuno. Hai paura? Quella discontinuità nel tuo solito percorso per tornare a casa è un piccolo imprevisto, e ci passeresti sotto senza fare nemmeno la più piccola smorfia se, nel fissare la lucetta morente, non ti accorgessi quasi per caso di una cosa.
   Cosa sono tutte quelle cose lassù, ti stai chiedendo? E come hanno fatto a nascondertele per tutto questo tempo? Hai ragione, sopra i lampioni c'è un altro cielo, ben più vasto e meno luminoso del solito, con molte più stelle di quelle che eri abituato a intravedere tra i tetti. L'inquinamento luminoso della metropoli - oh, quest'ironia è ripugnante... - ti benda gli occhi da anni, ormai. Dai, non lo immaginavi che le stelle fossero così tante? E se trovassi la voglia di andare in montagna, come fanno i vecchi non appena ne hanno l'occasione, e aspettassi il crepuscolo ne vedresti altre centinaia che nemmeno avevi pensato potessero esistere.
   Ti siedi sul parapetto del vecchio ponte, stando attento a non sporcarti le chiappe, e resti naso all'insù, incuriosito. Ci voleva un lampione guasto per accorgerti che forse ti stai facendo troppi problemi? La luce che mostra la strada in realtà acceca, e il buio rivela le cose importanti. Ti senti uno sciocco nell'aver formulato una massima del genere, ed è quel che meriti. Resta lì a pensarci, ti farà solo bene.

Non è passato mezzo minuto che la lampadina trema, tossisce in qualche lampo, pare arrendersi ed ecco che il lampione si riaccende a tradimento. La tapparella luminosa di cui ti sei accorto solo oggi cala rapidamente davanti ai tuoi occhi, spazzando via le nuove stelle e risparmiando solo - ahimé - le solite. Prima non ci credi: ha una luce diversa dagli altri lampioni, azzurra e fastidiosa. Ma quello non accenna a spegnersi. Aspettava proprio te per rimettersi a funzionare? Sembra volerti dire «continua a camminare, stronzo, qui non c'è nulla da vedere».
   E tu, un po' rassegnato ma un po' più leggero, ti alzi e riprendi la processione per tornare a casa. Ma da quel momento in poi, pur pensando alle tue stronzate ed esalando quei sospiri, brevi e rari, farai più attenzione ai lampioni nella speranza di trovarne un altro rotto, che ti apra uno scorcio di lieta oscurità su di un firmamento che troppo spesso ti è stato nascosto. E che non sei mai stato in grado di apprezzare abbastanza a lungo.
 
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Blaubart.
view post Posted on 7/8/2015, 14:42




    La vita crolla addosso, io divento passivo al mondo. Il mondo, quello, affonda le sue radici nere dentro di me e vorrei che tutto cambiasse che tutto diventasse comprensibile agli altri che la vita possa essere migliore che il cielo potesse sorridermi e che il dolore potesse danneggiare davvero il mio cuore elastico cosicché io possa essere normale come tutti e costruire barriere e fare della mia vita una costruzione semplice e che l’affetto non mi manchi che le persone verso cui provo interesse mi sorridano e mi ammirino che il gioco diventi amore e non l’amore un gioco della mia sola mente, solamente io insieme a nessuno cerco di bastarmi ma chi non si ama non può pretendere di farsi amare e allora cerco di migliorare le cose cerco di amarmi ma i tentativi sono vani dunque fingo ma sono attimi passeggeri migliorie frivole e non durature le mie certezze svaniscono il mondo mi crolla dentro e addosso il peso del marmo e del marcio che entra nella mia bocca ovunque fino a rendermi preda dei rapporti interpersonali la gente non capisce ciò che ho dentro e allora tutto diventa nero anche se c’è del bianco e vorresti morire perché la morte risolleva la tua vita liberandoti da tutto il male che sparirà fintamente grazie al tuo cuore elastico un cuore inutile un cuore piccolo e troppo grande un cuore ingenuo non innocente ma dolce e affettuoso e allora mi chiedo se c’è qualcheduno là fuori che voglia capirmi sin dentro al midollo sin dentro al mio piccolo cuore elastico che sembra nessuno possa danneggiare ed essere danneggiato ma in realtà muore ogni volta e la solitudine incalza. Inettitudine della vita, inetto negli affetti, inetto nella gestione di tutti e tutto ciò che mi circonda.
 
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16 replies since 23/1/2014, 17:58   481 views
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