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Tea Cups - L'occasione fa l'uomo...lettore?

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view post Posted on 5/2/2014, 00:01
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Attenzione: presenza di ironia brutta e cattiva. Non per animi sensibilii <3


« L'occasione fa l'uomo... lettore? »

Eccomi qua di nuovo. Devo confessare che l’argomento mi è venuto in mente all’ultimo, qualche giorno fa, mentre parlavo insieme a Desdinova e Yuu di quanto sarebbe figo trasformarsi in Virginia Woolf x3. Inutile quindi aspettarsi qualcosa di veramente serio è_é
E quindi ecco il mio argomento di questa notte: come scegliere un libro da leggere tra i millemila che si trovano in una libreria (o in una biblioteca)? La risposta più ovvia sarebbe “Compriamoli tutti *_*/ (Gotta catch’em all!)” Ma purtroppo alle comuni mortali come me non è concesso di spendere tutti i risparmi per comprarmi un reparto di narrativa (…sigh). Perciò, riflettendo, mi sono resa conto di seguire una strategia d’azione che probabilmente fa di me una specie di incubo per le case editrici.

1. L’abito fa il monaco. Ebbene sì, per me la copertina è essenziale. Spesso mi sposto avanti e indietro tra gli scaffali lasciando scorrere gli occhi per trovare un frontespizio che mi colpisca. A volte è solo un dettaglio, a volte è l’immagine, a volte la disposizione del titolo, ma se nulla attrae la mia attenzione sarà veramente difficile che io acquisti un libro. Ovviamente non mi basta ci sia una foto di due tizi che si baciano spiaccicata davanti e di un ragazzo muscoloso sul retro perché mi decida ad acquistare. Ho sempre preferito le immagini evocative, magari astratte o non facilmente decifrabili o che apparentemente hanno poco a che fare con il titolo. Possibilmente non graficate in 3D (per favore editori di quei nuovi libri di tutti graficati fino al midollo non fatelo più ç_ç). Un esempio per tutti in questo senso è “La svastica sul sole”. Quando l’ho comprata, ammetto con un certo imbarazzo, non sapevo nemmeno bene chi fosse Dick, ma in copertina c’era topolino e parlava di nazisti e la cosa era praticamente irresistibile per me x3

nsPSfkO

2. Nomina nuda tenemus. Ci rimangono solo i nomi, diceva uno dei miei scrittori preferiti, e in effetti il secondo elemento che guardo sempre è il titolo. Ma non quello italiano (perché nella traduzione italiana, secondo me, perdono spesso la propria poesia), bensì quello originale. Se non mi colpisce il titolo non mi spingerò a leggere la trama. È grazie al titolo che mi sono avvicinata ad alcuni tra i miei scrittori preferiti (tra cui Jo Nesbo di cui ho fatto una recensione qualche settimana fa). A questo proposito mi sento di spendere un punto cuoricino per i titoli di Stephen King, che mi fanno rabbrividire ancora prima di iniziare a leggere la storia. Anche qui l’esempio perfetto del connubio titolo copertina, è “Doctor Sleep”. L’ho visto in anteprima online e mi sono già venuti i brividi x3

JaSr1S7

3. La Quarta Pagina è profeta in patria. Il terzo passo è leggere la quarta pagina di copertina, che di solito introduce la trama cercandolo di renderla accattivante al lettore. Ma per quanto riguarda solitamente riesce solo a rovinarmi la poesia xD. Quindi spesso compro nonostante quello che c’è scritto. Se però anche quella mi convince, sono sicura di trovarmi davanti a un libro notevole, uno di quelli che devo acquistare per forza ed iniziare a leggere nelle successive 24 ore.

Quindi al termine della requisitoria non mi resta che passarvi la penna x3 Sperando nessuno fosse un fan dei romanzi dove ragazzi figosi fanno umpa-zumpa con le copertine in grafica 3D. In quel caso non odiatemi, non sono cattiva, è che mi scrivono così ç_ç

 
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view post Posted on 5/2/2014, 21:20
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Come hai detto tu, questi sono i punti con i quali solitamente scelgo un libro - a meno che non sappia già cosa prendere, ovviamente -; in particolare la copertina e il nome mi interessano più di tutto - sembrerà frivola come cosa, ma è così -. Altra cosa importante è il "settore", ovviamente. Quasi sempre vado a vedere prima il reparto fantasy, poi guardo il resto. :sisi:
 
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view post Posted on 5/2/2014, 21:38
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CITAZIONE (Y u @ 5/2/2014, 21:20) 
Come hai detto tu, questi sono i punti con i quali solitamente scelgo un libro - a meno che non sappia già cosa prendere, ovviamente -; in particolare la copertina e il nome mi interessano più di tutto - sembrerà frivola come cosa, ma è così -. Altra cosa importante è il "settore", ovviamente. Quasi sempre vado a vedere prima il reparto fantasy, poi guardo il resto. :sisi:

+1 punto cuoricino <3

Comunque è vero, mi sono scordata di dire che anche io guardo al reparto. Il reparto fantasy e thriller ha sempre il primo posto nelle mie ispezioni u.u
 
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view post Posted on 5/2/2014, 21:41
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– E l'inferno è certo.
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Dunque... io non sono un lettore impulsivo.
Anzi. Seguo in sacco di blog letterari (principalmente fantasy/fantascienza) e quando consigliano un autore me lo segno mentalmente e compro un libro, se mi piace ne compro un altro e così via. In genere mi piace leggere più o meno tutta la produzione di un autore in una volta, lol. Così ho scoperto per esempio Dick, Gaiman, Palahniuk, Vonnegut, Heinlein and so on.
Poi ci sono i consigli di amici, se mi parlano molto bene di un libro gli do una chance. E se mi piace diventa più il mio autore che il loro, tanto da chiedermi pietà, lol. E' il caso di Murakami o Bukowski.
Infine i libri di scuola se così possiamo chiamarli, nolente o volente e pur non essendo spesso grandi prof erano comunque grandi lettrici, quindi devo ammettere di dovere alla scuola il mio amore per Pavese, per McCarthy (che non è un classico ma la nostra prof lo aveva messo tra le letture estive, wp), per Flaubert, Svevo, Pirandello, Wilde, Kafka e tanti altri nomi.

Poi ci sono i criteri per cui non scelgo un libro: qualunque cosa sia nel reparto fantasy e soprattutto italiano e che segua la moda del momento (troppa, troppa spazzatura), qualunque cosa sotto il reparto horror (ovvero le troiat* paranormal romance coi vampiri), qualunque cosa che dalla copertina all'ultima riga trasudi stucchevolezza. Ma in genere seguendo i criteri che seguo non scelgo mai un libro che possa non piacermi, la vita è troppo breve anche solo per annoiarmi per una pagina, se un libro non mi prende lo accantono, inconsciamente o no.

Edit: poi vi è l'importanza dell'incipit. Anche tra gli autori che conosco per scegliere la prossima lettura mi affido quasi sempre all'incipit. Mi permette di capire dove andrà a parare e se può interessarmi. Un incipit vago e noioso è il modo migliore per non avere i miei soldi. :asd:
 
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view post Posted on 6/2/2014, 11:11

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Io sono un'impulsiva indecisa.
Prima mi giro tutta la libreria facendo impazzire il commesso che mi scruta dalla cassa per un'ora sperando che porti finalmente a pagare quella tonnellata di libri che ho tirato giù dagli scaffali. Poi faccio un giro rapido e spazzolo tutto quello che a istinto mi aveva colpito di più.

1. La sezione
I primi libri su cui mi fiondo sono quelli di narrativa contemporanea, evitando come la peste la montagnola dei best-sellers (quelli se voglio me li leggo dopo perché MI VA, non perché mi sventoli sotto al naso dieci milioni di copie vendute, anzi questo di solito mi fa desistere a meno che non sia proprio il mio genere/autore).
Ho un debole ingiustificato per alcuni autori/categorie di autori, quindi i primi che calamitano la mia attenzione sono nell'ordine i libri di autori angloamericani tipo Jonathan Coe, Dave Eggers e limitrofi, poi mi butto sulla narrativa italiana (Baricco, Benni, Ammaniti e co.), poi la letteratura ispano-latina (Allende, Marquez, Amado...) e infine quella asiatica partendo dai giapponesi (Murakami in primis) e passando dai cinesi (ultimamente i romanzi cinesi che leggo sono piccole perle).

2. Copertina e formato
Sarà frivolo, come ha detto Yu, ma la copertina è importante. Se è rigida poi è esclusa a priori: i libri mi devono stare in tasca, in borsa, nascosti dietro gli spartiti quando mi annoio alle prove...Mi piacciono le copertine con pochi colori, motivi grafici, monocrome o comunque poco elaborate, mentre in genere non guardo tanto le copertine con foto o disegni troppo riconoscibili, non so perché. E poi il formato: sarà sciocco, ma un paio di volte ho cercato di leggere dei libri di Paasilina che mi ispiravano, ma erano editi da Iperborea che fa questi libri strettini e ruvidi che proprio mi scocciano dopo un po'. Lo so che è una sciocchezza, ma quel formato mi ha rovinato il gusto della lettura e non li guardo nemmeno più.

3. La quarta di copertina la degno di poca considerazione, dato che in genere l'editore ci scrive un paio di cazzate ad effetto che non vogliono dire niente, o un paio di commenti a caso dalla critica tipo "Eco è un genio" (ma và?), "Il libro del secolo" (mi ricorda i vari "prodotto dell'anno" sulle etichette del detersivo, poi scopri che era un sondaggio a cui hanno partecipato undici casalinghe di Molfetta e tua zia Ada) e così via. Invece mi soffermo prima sulla terza di copertina dove in genere c'è qualche nota biografica dell'autore: mi ispira a prescindere se è un autore italiano, americano, inglese o francese (boh!) nato negli anni '60-'70 (gusti!), perché in genere il tipo di scrittura è quello che mi piace; oppure se vengono citati episodi storici o culturali che mi intrigano, a seconda del libro. Poi mi leggo bene la seconda di copertina per capire che tipo di storia è.

4. L'argomento (a grandi linee) a volte è determinante nella mia scelta, ma non sempre. Se è la storia di una donna, ad esempio, quel libro è mio a priori. Chiaramente se il contesto culturale è ben delineato, certi autori poi sono una garanzia: prendo a occhi chiusi un romanzo su una figura femminile scritto dalla Allende o un qualunque autore latinoamericano. Oppure un romanzo a sfondo storico di Eco. O un romanzo che parla di un viaggi scritto da un americano. Credo che la mia sia una forma di razzismo letterario (che sono pronta a sfatare in qualunque momento leggendo, naturalmente), ma difficilmente prenderei "ad istinto" una storia di viaggi scritta da un russo, per dire.
 
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Alb†raum
view post Posted on 7/2/2014, 18:50




Le prime venti pagine. Un romanzo si deve giocare tutto in quelle, secondo me. Per questo odio i libri incellofanati o chiusi sotto teca. Secondo questa logica dovrei comprare un libro di cui so solo il titolo e la copertina. Stessa cosa per i venditori stronzi che ti dicono "questa non è una biblioteca". Vorrei dire loro "grazie, mi hai ricordato che posso leggerli gratis" e andarmene.

Nelle prime venti pagine si capiscono un sacco di cose, prima fra le quali lo stile. Faccio fatica a leggere un libro se lo stile del suo autore non mi piace, anche se è rinomato e la trama è avvincente. In secondo luogo, l'argomento. Vero, c'è la quarta di copertina. Ma a volte si limita a dire cose in maniera vaga o troppo entusiasmante. Meglio valutare il prodotto per come è che leggerne la presentazione scritta apposta per fartelo comprare, secondo me.
Un'altra cosa che si capisce è il ritmo dello scrittore. Se lo stile è buono e l'argomento tiene ma nelle prime venti pagine non succede assolutamente nulla so di trovarmi davanti a un autore lento. Non è un difetto di per sé, ma a volte non si ha semplicemente voglia di attendere quaranta pagine prima che inizi qualcosa di interessante (come nel Signore degli Anelli *tossisce*).
Ultima cosa, dalle prime venti pagine si capisce se è spazzatura. La spazzatura si nasconde purtroppo molto bene fra gli scaffali delle librerie. Magari ha uno stile convincente (per via degli editor), un inizio entusiasmante... ma poi si rivela per lo schifo che è. In venti pagine si elimina il 90% di questa spazzatura. Il restante 10% lo si elimina alla prima pagina.


La copertina è (purtroppo) un elemento che si considera, consciamente o meno. Se sulla copertina c'è l'immagine di una ragazza in vestito nero che cammina sulle sponde di un lago grigio stringendo un fiocco rosso ho idea che quel romanzo faccia schifo. Le copertine che mi attraggono di più sono quelle con disegni astratti e semplici. Meglio ancora se sono spoglie. Un autore non ha bisogno di foto stralunate per vendere se è bravo, di solito. Ci sono ovviamente romanzi orrendi con copertine spoglie (come cinquanta sfumature di grigio) e romanzi bellissimi con glitter sulla copertina (...non mi sovviene un titolo, in realtà).
 
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The Grim
view post Posted on 7/2/2014, 19:52




Io mi affido quasi totalmente al passaparola e ad i blog che seguo, non guardo nemmeno di striscio le copertine. (Ho appena finito Sogno di una cosa di Pasolini, copertina? Monopagina rossa :asd:)

Se conosci le persone che ti consigliano i libri sei a cavallo. Per cinque anni avevo un amico che lavorava in una libreria di Genova che mi sapeva imboccare ottime letture, dei cui autori magari andavo a cercare altre opere, Sanderson è stato un esempio in questo caso. Arriva il mattone di mille pagine in libreria, il mio amico se lo fuma in meno di un finesettimana, mi chiama e mi dice: leggi quello, è una bomba. E così me lo sono spazzolato anche io in 2 giorni - in cui non ho fatto NIENT'ALTRO - e dà lì è iniziato un appassionato scambio di letture. Poi ho iniziato a recuperare la letteratura seria, che quando un autore è un maestro, lo stile piace o non piace, ti fa appassionare. Hugo, il mio preferito, fa certe divagazioni a caso che nessuno si potrebbe permettere, come in Novantatre dove elenca tutti i membri della Convenzione ed è riuscito ugualmente a tenermi incollato per quelle due pagine.

Affidarmi a fonti affidabili, scusate per il gioco di parole, è quello che reputo il modo migliore, non mi frega di scoprire qualcosa di " nuovo " ma di leggere roba interessante :D
 
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dra31
view post Posted on 7/2/2014, 20:23




In grandi linee sono del tipo "Impulsivo Indeciso", come Zaide.

Sebbene ultimamente le librerie le frequenti pochissimo e soprattutto quando effettuo viaggi lunghi in treno (vacanze), il mio modus operandi è il seguente:

1. La sezione: che sia la libreria della Stazione Termini o la mia preferita in città, il primo passo è osservare rapidamente le poche sezioni che riguardano gli argomenti che mi interessano (Narrativa e Saggistica su Storia e Architettura ante 1700, Cucina/Giardinaggio, Fai-da-te), annotare mentalmente gli elementi interessanti e poi passarli al setaccio, aiutandomi anche con i commessi se qualcosa mi incuriosisce.

2. Copertina e formato: Copertina rigida o morbida e/o con sovraccoperta, formati tascabili o tomi enciclopedici: entrambi non sono elementi principali per la scelta del libro. Ho volumi di tutte le misure o caratteristiche, l'importante è trattarli bene.

3. Copertina: Solitamente passo direttamente alla seconda di copertina o alla quarta per le info generiche sul tema del libro, passando poi alla terza dove solitamente c'è la biografia dell'autore. La prima di copertina, il biglietto da visita del libro, non è importante per la scelta, anche se a volte suggeriscono ottimamente il contenuto del libro.

4. Argomento: Non ho autori preferiti per ogni argomento e genere preferito, solitamente vado d'istinto o mi oriento sulle opere di autori che già conosco. Se poi l'istinto o la fiducia fanno cilecca, non mi faccio problemi: ogni libro ha sempre qualcosa di utile e interessante da trasmettere, anche se fossero poche parole su millemila.
 
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Lill'
view post Posted on 7/2/2014, 20:39




Anch'io cerco di dare il meno peso possibile - perché fisiologicamente certe copertine ti saltano all'occhio, credo - all'aspetto in sé del libro.

Alla letteratura cerco di affiancare sempre un minimo di trattatistica, che sia un saggio raccattato su internet sull'argomento o anche un'introduzione ben fatta, almeno. A questo unisco le citazioni interne al libro stesso (che, seppure molte di meno che nei saggi, aumentano con l'aumentare di libri che leggi) e riferimenti sparsi da amici o dalla rete.

Da ciò, ho quasi sempre già in mente cosa voglio leggere. Se vado in biblioteca per forza di cose devo solo trovare quello che ho scelto; se vado in libreria, il più delle volte seguo lo stesso processo (con vari divagamenti quali la copertina, appunto, o ancor di più le prime pagine di libri random) e meno spesso do uno sguardo più da "shopper" in giro.

Personalmente ritengo ci sia una quantità enorme di buona letteratura che devo ancora leggere, per cui nelle sezioni adibite alle "novità" (spesso una buona metà delle librerie) ci metto piede di rado. So che perdo parecchie occasioni, così (ma non tuttetutte, eh), però sinceramente credo ne perderei molte di più tra classici e affini facendo diversamente.

@Grim: Petrolio, che sto leggendo adesso, ce l'ha tutta nera. Tra le due forse va anche meglio :sisi:
 
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Fanie Elberim
view post Posted on 14/2/2014, 13:21




CITAZIONE (Zaide @ 6/2/2014, 11:11) 
Io sono un'impulsiva indecisa.
Prima mi giro tutta la libreria facendo impazzire il commesso che mi scruta dalla cassa per un'ora sperando che porti finalmente a pagare quella tonnellata di libri che ho tirato giù dagli scaffali. Poi faccio un giro rapido e spazzolo tutto quello che a istinto mi aveva colpito di più.

1. La sezione
I primi libri su cui mi fiondo sono quelli di narrativa contemporanea, evitando come la peste la montagnola dei best-sellers (quelli se voglio me li leggo dopo perché MI VA, non perché mi sventoli sotto al naso dieci milioni di copie vendute, anzi questo di solito mi fa desistere a meno che non sia proprio il mio genere/autore).
Ho un debole ingiustificato per alcuni autori/categorie di autori, quindi i primi che calamitano la mia attenzione sono nell'ordine i libri di autori angloamericani tipo Jonathan Coe, Dave Eggers e limitrofi, poi mi butto sulla narrativa italiana (Baricco, Benni, Ammaniti e co.), poi la letteratura ispano-latina (Allende, Marquez, Amado...) e infine quella asiatica partendo dai giapponesi (Murakami in primis) e passando dai cinesi (ultimamente i romanzi cinesi che leggo sono piccole perle).

2. Copertina e formato
Sarà frivolo, come ha detto Yu, ma la copertina è importante. Se è rigida poi è esclusa a priori: i libri mi devono stare in tasca, in borsa, nascosti dietro gli spartiti quando mi annoio alle prove...Mi piacciono le copertine con pochi colori, motivi grafici, monocrome o comunque poco elaborate, mentre in genere non guardo tanto le copertine con foto o disegni troppo riconoscibili, non so perché. E poi il formato: sarà sciocco, ma un paio di volte ho cercato di leggere dei libri di Paasilina che mi ispiravano, ma erano editi da Iperborea che fa questi libri strettini e ruvidi che proprio mi scocciano dopo un po'. Lo so che è una sciocchezza, ma quel formato mi ha rovinato il gusto della lettura e non li guardo nemmeno più.

3. La quarta di copertina la degno di poca considerazione, dato che in genere l'editore ci scrive un paio di cazzate ad effetto che non vogliono dire niente, o un paio di commenti a caso dalla critica tipo "Eco è un genio" (ma và?), "Il libro del secolo" (mi ricorda i vari "prodotto dell'anno" sulle etichette del detersivo, poi scopri che era un sondaggio a cui hanno partecipato undici casalinghe di Molfetta e tua zia Ada) e così via. Invece mi soffermo prima sulla terza di copertina dove in genere c'è qualche nota biografica dell'autore: mi ispira a prescindere se è un autore italiano, americano, inglese o francese (boh!) nato negli anni '60-'70 (gusti!), perché in genere il tipo di scrittura è quello che mi piace; oppure se vengono citati episodi storici o culturali che mi intrigano, a seconda del libro. Poi mi leggo bene la seconda di copertina per capire che tipo di storia è.

4. L'argomento (a grandi linee) a volte è determinante nella mia scelta, ma non sempre. Se è la storia di una donna, ad esempio, quel libro è mio a priori. Chiaramente se il contesto culturale è ben delineato, certi autori poi sono una garanzia: prendo a occhi chiusi un romanzo su una figura femminile scritto dalla Allende o un qualunque autore latinoamericano. Oppure un romanzo a sfondo storico di Eco. O un romanzo che parla di un viaggi scritto da un americano. Credo che la mia sia una forma di razzismo letterario (che sono pronta a sfatare in qualunque momento leggendo, naturalmente), ma difficilmente prenderei "ad istinto" una storia di viaggi scritta da un russo, per dire.

*
Tranne per il fatto che a me i libri piacciono con copertine molto robuste perchè amo metterli in libreria o leggerli a letto, quindi averli rigidi mi da il sostegno adeguato. Per tutto il resto sei la mia sorella di scaffale.
 
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view post Posted on 30/5/2015, 13:53
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"No more let Life divide what Death can join Together".
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Diciamo che il mio modo di scegliere va da un estremo all'altro, visto che di fatto si basa sulle correnti Autore Garanzia e A Cuore.

La prima corrente è costituita da tutti quegli autori che ritengo molto validi (come King, Benni, Baricco, Murakami e la Yoshimoto) di cui prendo e compro senza guardare niente perché so che non mi deluderanno, e infatti non lo fanno mai.

La seconda corrente... è un caso talmente a parte che sono la prima a non sapere come descriverla. Sicuramente gran parte degli elementi sopracitati (come la trama, la copertina o, perché no, qualche frase qua e là da leggere per fare la prova del nove) hanno il loro peso nella scelta, ma quello che veramente decide l'acquisto è altro : il feeling.
Quel feeling sincero e spontaneo, non ancora condizionato dalle scelte fatte in base a conoscenze/cose logiche (tipo appunto copertina, trama e compagnia bella).
Un po' come una sorta di imprinting che mi dice "Prendi e porta a casa perché non è un libro, è IL libro".
Che per carità, detta così suona molto strano, ma è questo che spesso e volentieri succede. E, al riguardo, la cosa più divertente è che puntualmente finisco per prendere un libro che amo da matti XD
 
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