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Società e cultura dell'Edhel

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view post Posted on 3/7/2014, 21:49
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società e cultura dell'Edhel
~ tutti i dettagli sulle terre degli elfi


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Geografia
L’Edhel è la regione più a nord di Theras, confinante a sud con Dortan e per tutti gli altri punti cardinali con l’Oceano di Zar. Situata oltre l’immensa barriera naturale costituita dalla catena montuosa dell’Erydliss, l’Edhel gode da sempre di un clima freddo boreale, caratterizzato da inverni lunghi e rigidi ed estati mediamente temperate, dominate dal disgelo delle nevi e dalla formazione di grandi laghi ed ampie zone depresse acquitrinose ai piedi delle più vaste catene montuose. Morfologicamente l’Edhel raggiunge il suo picco con l’Erydliss - la più alta vetta di tutta Theras - degradando poi verso nord in una ben più contenuta serie di zone collinari e pianeggianti in concomitanza con il confine settentrionale dell’Oceano di Zar. Egualmente, la vegetazione cresce rigogliosa nelle zone meridionali, verdeggiando di conifere, foreste e boschi temperati per poi diradarsi sempre più in depressioni freddo acquitrinose collimanti in una vera e propria distesa ghiacciata a nord. Fiumi e laghi abbondano in questi territori, irrorando la fitta vegetazione boschiva di un reticolo fluviale tale da permettere la navigazione interna per lunghi tratti.
Per via del suo clima rigido e delle barriere naturali che lo separano dalla restante parte del continente, l’Edhel si presenta dunque come una regione scarsamente abitata, punteggiata nelle zone più temperate da insediamenti di piccola dimensione e percorsa in tutta la sua superficie da popolazioni per lo più nomadi e girovaghe. Erigere delle vere e proprie città in stile Dortan sarebbe infatti impossibile: se gli ostacoli ambientali potessero essere aggirati, diversamente accadrebbe con quelli naturali che conferiscono all’Edhel la sua oscura nomea. Ovunque sul territorio imperversano Ombre e mostruosità sgusciate fuori da Bathos il cui accesso a Samarbethe rimane costantemente aperto. Colme di genti e persone, città di grandi dimensioni finirebbero per divenire null’altro che ghiotti depositi di cibo per queste aberrazioni la cui fame costringerebbe nel tempo ogni insediamento a vivere in uno stato di assedio costante, nemico numero uno di ricchezza e prosperità.

Politica
Per le genti di Dortan e Akeran, l’Edhel è da sempre stata una terra misteriosa, colma di pericoli ed asperità tali da renderla a tutti gli effetti il territorio su Theras meno desiderabile e ghiotto da conquistare. Anticamente queste credenze venivano confermate dalla presenza di Eitinel e del suo aberrante esercito di Ombre che, al suo servizio, imperversavano per il territorio respingendo con ferocia qualunque tentativo di invasione e insediamento. Dall’alto di Velta, la torre maledetta, la Dama Bianca dominava tutto l’Edhel corrompendo le sue terre con miasmi e incubi, rendendo la vita di coloro che si ostinavano a vivere in quei luoghi dura e difficile, poco diversa da una costante lotta per la sopravvivenza.
Dopo la sua caduta, l’intera regione ebbe modo di risollevarsi dalle proprie ceneri, germogliando da cicatrici e ricordi di giorni terribili onde sperimentare una nuova, faticosa, primavera. Al confine con l’Erydliss, nella zona dell’Erynbaran, rifiorì l’antica civiltà degli Arshaid, il ceppo più antico e autentico degli elfi di Theras un tempo signori del Nord ed in seguito sconfitti dalle armate di Eitinel e costretti all’esilio. Loro è tutta la zona al limitare meridionale dell’Edhel, dominata da foreste di conifere e dedali fluviali. Protetti da enormi Shaogal-Crann, (Alberi-Padre o Alberi-Vita nella loro antica lingua) contro l’invasione delle Ombre, essi hanno stabilito nelle zone boschive le loro comunità teocratiche dominate dal culto degli enormi alberi/statua sotto le cui fronde solgono stabilirsi. Fortemente ostili e superstiziosi, gli Arshaid impediscono a qualunque altra razza (elfica e non) di mischiarsi con la propria, preferendo una vita comunitaria e isolata. Nella restante parte del territorio, costantemente in movimento a seconda delle stagioni e degli spostamenti delle ombre nell’Edhel vi sono i Rahm as Aid (letteralmente, i Popoli senza volto, senza padre), i discendenti degli antichi elfi che durante la grande guerra contro Eitinel e le sue armate preferirono fuggire piuttosto che combattere. Banditi dagli Arshaid per il loro antico atto di codardia, essi non possiedono alcuna difesa contro le Ombre se non la propria astuzia e gli insegnamenti degli Avi cui l’esperienza insegnò l’arte della sopravvivenza nelle difficili terre dell’Edhel. Per tradizione nomadi, i Rahm as Aid non possiedono re e regine ma solo Guide attorno alle quali si riuniscono genti di ogni dove e razza provenienti da tutto il continente.
Nel centro esatto dell’Edhel si trova la nera foresta del Gwathlaiss nella cui zona più fitta e ombrosa prospera il regno di Matkara, meglio noto come il Reame delle Ombre. Qui dimorano spettri, incubi ed ombre ed ogni altra mostruosità che decida di sottomettersi al potere di Velta, la Torre Spezzata, e della sua fu regina, la Dama Bianca.
Molto più a Nord, laddove le condizioni climatiche rendono la sopravvivenza molto più ardua e difficile, la vita alla luce del sole cede il passo a quella del sottosuolo, concedendo alla città di Neirusiens di fiorire in un dedalo di gallerie e grotte sottarranee. Nata dall’antica stirpe dei Predatori di Neiru, vecchia comunità elfica sfuggita all’avanzata delle Ombre, questa città sorge nel cuore di una montagna appartenente alla catena settentrionale dell’Erydliss e poggia le proprie fondamenta su un’oscuro lago (Ràn) che da essa si dirama originando lunghi tratti fluviali in tutto il nord. Qui vige un governo aristocratico, dominato dal potere di pochi elfi appartenenti alla stirpe di Neiru (La Cerchia del Drago) soliti mantenere l’ordine mediante l’utilizzo della forza e della temibile setta dei Danzatori d’Ombra, assassini noti in tutta Theras. Le poche razze abitanti all’interno di Neirusiens vivono in uno stato di soggiogamento perenne, schiavi delle gerarchie interne che vedono gli elfi primeggiare quali membri della società.
Avanzando infine verso Nord, seguendo le medesime gallerie che da Neirusiens si snodano, si giunge nell’ultimo baluardo dell’Edhel, la zona gelida ove Bathos e Theras si incontrano onde unire i due mondi in un incrocio tanto pericoloso quanto infernale. Si tratta di Samarbethe, patria di demoni e aberrazioni, da tutti evitata come ricettacolo di orrori e asperità. Voci inquietanti parlano di un Regno dei Demoni, dominato da gerarchie di potere e servilismi impensabili. Fortunatamente però pochi o nessun abitante di Theras è mai riuscito a confermare tali supposizioni, essendo questi territori abbastanza pericolosi da scoraggiare qualunque curiosità.

Società
Nella regione dell’Edhel la razza dominante è quella elfica, unica che nel tempo ha saputo sviluppare con questo ostile territorio una sorta di empatia/simbiosi impensabile per qualunque altra specie vivente. Originariamente uniti in unico popolo, gli elfi furono in seguito costretti a dividersi a causa dell’avvento di Eitinel che li sparpagliò per tutti i territori dell’Edhel dando inizio a storie ed evoluzioni differenziate a seconda dei clan di provenienza. Quelli che ancor’oggi si sono mantenuti integri sono i Predatori di Neiru, i Rahm as Aid e gli Arshaid.
Divisa all’alba dei tempi, vi sono tuttavia alcuni tratti che si sono conservati comuni nella specie elfica, primo fra tutti l’estrema longevità seconda solo a quella dei draghi: un elfo è in grado di vivere in media 200-250 anni. Questa condizione permette agli elfi di crescere e svilupparsi con tempistiche estremamente lunghe e dilatate, una sorta di “primavera della vita” che essi attraversano e poi abbandonano senza fretta, quasi in contemporanea con l’evolversi del mondo stesso. Mente e corpo cresceranno dunque in modo costante ma dilatato -per certi versi quieto-, apprendendo con rapidità ma ponderazione ogni cosa della vita in un flusso costante che solo il surplus di anni renderà superiore ad umani, nani e quant’altro. Un elfo adulto potrà quindi essere incredibilmente saggio e ponderato, così come uno giovane potrà apparire terribilmente irrequieto e avventato. Anticamente noti per la loro fulgida bellezza e avvenenza, gli elfi dell’odierno Edhel non possiedono oramai più molte di queste caratteristiche. Non nel senso stretto della parola. I lunghi anni trascorsi nei territori corrotti del Nord privarono infatti la maggioranza dei rappresentanti di questa razza dell’angelica perfezione un tempo così preziosamente custodita in nome di una ben più sinistra ricercatezza e austerità. Pur differenziandosi fortemente a seconda dei clan di appartenenza, poco più bassi degli esseri umani, tutti gli elfi si distinguono per forme esili e slanciate, velate da pelli pallide. Naturalmente androgini fino all’età adulta, essi hanno in grande considerazione i connotati virili quali peli e barba che solo in alcuni di loro riesce a crescere florida. Avvicinandosi al termine della propria vita, il corpo e la mente di un elfo parranno intraprendere un cammino tale da riunirli a ciò da cui essi provengono: per gli uomini si vocifera la terra, per gli orchi la roccia; per gli elfi, la natura.
Sempre più sottile e fragile, il corpo e la pelle prenderanno dunque ad inspessirsi e velarsi di un reticolo di rughe del tutto simili alle venature della corteccia. Gli occhi si annebbieranno sempre più, smarrendo il loro naturale vigore in ragione di una calma serafica, meditativa. Ed infine, sempre più restio a muoversi e conversare, verrà il giorno in cui l’anziano partirà per terre lontane, ritornando alle foreste da cui questa razza proviene e li unendosi a coloro che prima di lui si sono addormentati divenendo, come in origine, piante, alberi, arbusti.
Sviluppatisi in una sorta di isolamento naturale, gli elfi sono generalmente diffidenti ma non ostili a qualunque tipo di razza non appartenente al loro ceppo d’origine. Molto più aspri sono viceversa i rapporti interni a questo popolo dove antichi trascorsi hanno scavato profonde cicatrici e rancori fra consanguinei oramai irrimediabilmente nemici. Predatori di Neiru, Rahm as Aid e Ashaid portano avanti da secoli faide e guerre civili le cui asperità spesso ricordano una condizione di conflitto perenne spesso dominato da picchi sanguinosi e cruenti la cui risoluzione pare impossibile.
Malgrado il clima ostile, da sempre le popolazioni dell’Edhel hanno provveduto alla propria sussistenza in modo autonomo, senza usufruire dell’instabile tratta commerciale che attraverso la catena dell’Erydliss si snoda fra Dortan e il Nord. I passi creati artificialmente lungo le vette sono infatti irti di pericoli ed impraticabili per la maggioranza dell’anno, dando modo solo a poche carovane e compagnie mercantili di passare durante la stagione estiva. Per fare questo commercianti e trafficanti devono servirsi di Làir, guide elfiche che a caro prezzo conducono i visitatori lungo le instabili vie delle montagne. Coloro che giungono al nord, solitamente, non oltrepassano la barriera per vendere quanto più per compare merci dell’Edhel come erbe medicamentose, pietre e legnami pregiati e alcune rarità che fra i nobili e le classi più abbienti di tutto il continente sono richiesti come simbolo di opulenza e potenza. Alcuni fra gli oggetti più richiesti sono i grandi occhi degli Alberi-Padre che si dice contengano abbastanza potere per proteggere dalle ombre e per millenni la casa in cui vengono riposti. Pochi dei villaggi del Nord sono favorevoli a questa tratta e i pochi che la permettono si limitano a fornire ai commercianti gli occhi dei germogli degli Shaogal Crann che, pur in qualità modesta, replicano il potere dell’albero originario.
Molto più illegale e criminosa è la tratta che alcuni commercianti fanno di vere e proprie Ombre, considerate da alcune sette di Theras dei veri e propri intermediari con il mondo dell’Oltre, patria di sogni e incubi. Oltre a questo, le superstizioni affibbierebbero al cuore di queste aberrazioni proprietà curative e mistiche, abili a potenziare le capacità psioniche e magiche. Il mare non è utilizzabile perchè gli elfi e le genti dell’Edhel non possiedono la tecnologia necessaria a farlo. Inoltre, salendo verso Nord, le acque si presentano gelate per la maggior parte (o per la totalità) dell’anno.

Storia
Difficile ricordare cosa fosse l’Edhel prima che il mondo lo conoscesse per la sua triste fama. Antichi racconti la descrivono come una terra fiorente e florida, uno sterminato snodarsi di boschi e laghi temperati costantemente in fiore. Avvolta in una sorta di primavera perenne, questa regione veniva soprannominata dagli avventurieri “paradiso terrestre” ad indicarne lo splendore e la bellezza apparentemente inesauribili. Tribù elfiche colonizzavano le sue zone, un unico popolo dislocato per tutto il Nord noto a tutti per la mitezza d’animo e la cordialità sia fra consanguinei che con gli stranieri.
Tale mirabile condizione ebbe però termine circa 300 anni p.C quando un’elfa reietta di nome Eitinel si allontanò dal proprio clan per fondarne uno nuovo denominato Sorya. Rifuggendo le proprie origini ed il mai espresso accordo di non belligeranza che gli elfi avevano stretto con i signori di Dortan e Akeran in ragione di una pace prospera e duratura, ella diede inizio ad una politica di conquista e dominio atte a trasformare l’Edhel in una grande potenza e non più in un giardino delle delizie.
Ebbe qui inizio l’Era della Dama Bianca, dominata dal progressivo rafforzarsi della potenza di Eitinel e del Sorya in ragione dell’indebolirsi dei clan nativi costretti sempre più ad arretrare verso le zone confinanti l’Edhel a causa di battaglie sanguinose, defezioni impreviste e inadeguatezza nel sostenere un vero e proprio conflitto armato. Eitinel ed i suoi avevano infatti dalla loro un esercito di Ombre, richiamate dalla Dama direttamente da Oneiron per servirla e distruggere chiunque osasse opporsi al suo dominio. Dinnanzi ad una disfatta pressoché certa, i primi ad abbandonare il proprio popolo furono i sacerdoti ed i seguaci di una antica setta adorante il Dio Neiru, signore delle ombre e delle arti velenose. Essi si nascosero a lungo nelle profondità della terra, creando sotto la guida di Cantori e Sacerdoti una nuova civiltà oscura, adorante tenebre o oscurità. Pur riuscendo a scampare alle brame di Eitinel per lunghi anni (se non decenni), infine i Predatori di Neiru vennero comunque scovati ed annientati dall’armata delle Ombre. I secondi a fuggire furono i codardi ed i pavidi, convinti che scavalcando l’Erydliss le genti di Dortan avrebbero dato loro rifugio ed asilo. Sfortuna volle che così non fosse: spaventati dalle medesime ragioni che conducevano gli elfi fuori dall’Edhel i popoli di Dortan ricacciarono indietro i profughi trasformandoli in breve nei Rahm as Aid oggi più conosciuti, comunità raminghe che a ricordo del passato chiamano se stesse “I popoli senza Padre, senza Volto”.
I soli che rimasero fino alla fine a combattere furono gli Ashaid che, di battaglia in battaglia, di scontro in scontro, finirono infine per ripiegare nell'attuale Erynbaran dove, stremati, decisero di addormentarsi trasformandosi in statue/albero in attesa che, come ogni altra cosa, il tempo sconfiggesse al loro posto il potere di Eitinel. E fu esattamente questo che avvenne durante il Valzer del Crepuscolo, dove Eitinel e Velta -la torre che racchiudeva ed amplificava il suo potere- vennero distrutte e trascinate nel regno dell’Oltre per non poterne uscire mai più. Il Sorya ed i suoi seguaci si dispersero raccogliendosi dopo lungo vagare al cospetto di una giovane donna, un tempo braccio destro di Eitinel. Alexandra, questo il suo nome, fondò i Leoni dell’Eden e con essi, decise di porre la parola fine all’Era della Dama Bianca per dare inizio a quello della Regina senza Regno. Molti anni più tardi, con lo spezzarsi dell’antico confine fra Theras da Oneiron ed il ritorno di Velta, ebbe inizio la terza era dell’Edhel, quella che tutt’oggi vige e che solo i posteri decideranno come chiamare. Per ora le genti del nord la chiamano Era dell’Abisso, poiché con l’aprirsi di Bathos ad opera del Kishin e lo squarciarsi del confine con il mondo del sogno, pare che la pace abbia per sempre abbandonato l’Edhel ed i suoi abitanti.

Cultura
Da sempre isolato e riparato dalla restante parte di Theras, l’Edhel sembra non aver mai prestato troppa importanza a ciò che accadeva al di fuori dei propri confini, coltivando da tempi immemori le proprie radici e la propria cultura fondata su menti centenarie capaci di ricordare e non solo, di trasmettere ai posteri conoscenze ed esperienze che, viceversa, sarebbero andate perdute. Nel senso prettamente “scolastico” del termine, dunque, l’Edhel non può dirsi una regione istruita. Nel senso più ampio del termine, viceversa, il popolo del Nord non ha rivali su Theras. Esso è infatti depositario di antiche arti oramai dimenticate, di accadimenti perduti, di rimedi primitivi, conoscenze ancestrali e leggende svanite. Essi sono, in sostanza, la vera memoria delle più antiche tradizioni di Theras che come tali si mantengono intatte nei secoli tramandando attraverso scritti e racconti tutto ciò che viceversa altrove è andato irrimediabilmente perduto. Coronamento di questo virtuosa trasmissione di ricordi è Lithien, la remota capitale di ogni erudizione situata sulla cima più alta dell’Erydliss dove si dice che ogni elfo dell’Edhel debba andare almeno una vola nella vita onde narrare ai sapienti lì collocati la propria vita ed esperienze.
Per Ere interminabili perduta e solo a seguito della guerra del Crepuscolo ritrovata miracolosamente intatta, Lithien è ad oggi meta di pellegrinaggi da parte di Draghi ed antiche creature millenarie ma non solo: si dice che anche i più grandi Eroi, Guerrieri e Maestri risiedano fra le sue sale alcuni in attesa della propria morte, altri di tempi migliori per compiere grandi gesta.
Diviso dunque fra sapienze ancestrali e ignoranze odierne, l’Edhel vive ed al contempo soffre della specificità della propria conoscenza, rischiando spesso di fungere da barriera culturale tanto ai popoli che ivi vogliono abitare quanto a quelli che viceversa vogliono abbandonarlo. In entrambi i casi, chiunque varchi l’Erydliss dovrà irrimediabilmente confrontarsi con modi di vivere, lingue, usi e costumi completamente diversi dai propri, un confronto che per molti versi scoraggia la maggioranza delle genti comuni a tentare un simile passo.


Edited by janz - 3/9/2014, 07:51
 
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