| Dispiace a me di aver inteso male il tuo messaggio. Tento qui di spiegare più chiaramente (e lungamente visto che ora siamo in topic) quale sia il mio pensiero.
L'editoria in generale (non quella italiana, come molti accusano, bensì quella mondiale) non è un settore volto a rendere pubblica la cultura e la letteratura al pubblica. È un settore che mira a ricavare un utile, e per generare un utile è necessario che i costi di stampa per i libri vengano altamente superati dalle indagini di mercato che hanno svolto. Ora, tralasciando i libri che falliscono i test di marketing, prendiamo invece quelli che hanno successo. L'indagine di mercato mostra all'editore che, in seguito a una campagna pubblicitaria, un film o una serie televisiva, fare una nuova edizione del libro porterebbe a un utile aggiuntivo. Mettendoci una nuova copertina con effetto metallizzato con sopra i personaggi della serie televisiva tratta dal libro e i rilievi delle palle degli occhi dei personaggi, è persino possibile spingere qualche lettore che aveva già acquistato l'edizione precedente del libro a comprarlo di nuovo per il valore della collezione. E, per quanto orrore mi faccia l'idea, questo è quello che qualsiasi azienda fa in ambito commerciale. Che siano libri, cacciavite, rose, bazooka, si producono nuove cose se c'è qualcuno disposto a comprarle.
Non fraintendete questo discorso. La colpa non è di chi acquista. La colpa è di come è strutturato il mercato. Se guadagnare vale più della produzione di cultura, nuove idee e immaginario, allora si arriverà alla duecentesima edizione di qualsiasi cosa che può essere venduta così a lungo producendo comunque denaro. Finché la moda non cessa. A quel punto arriverà qualche altro sedicente scrittore a presentare l'innovazione, che creerà semplicemente una nuova corrente di pecore e imitatori. Ma stiamo andando oltre. Serie tv e telefilm funzionano alla stessa maniera: vengono finanziati se si pensa che potrebbero generare maggiore successo al libro e generare nuove vendite. Se il successo aspettato è poco, si può anche finanziare un film così così (vorrei tanto, tanto far nomi ma sento già infuriare una flame war). È poi possibilissimo che un film su cui si siano spesi milioni venga male a causa di una regia fatta coi piedi e un film low cost sia un piccolo gioiello del genere, ma sono casi rari. In generale, i film dei libri sono fatti esclusivamente per trarre nuove vendite. Ma immagino che questa cosa non sia nuova a nessuno, e non vedo alcun riscontro morale negativo nella faccenda, solo il pericolo di un riciclo continuo di idee.
Quindi: volete "lottare" contro questo sistema insultando ogni libro che ha fatto successo tramite tv/telefilm, che ha fatto ventimila edizioni perché viene comprato oppure tentare di fare la differenza in qualche maniera? Lamentarvi non vi rende diversi dagli altri, vi rende fastidiosi. Come gli hipster che ormai sono diventati parte della mainstream anche loro. Liberi di mettere occhiali senza lenti e cappellini di stoffa in testa, ma se l'unica cosa di cui siete capaci è lagnarvi di come va avanti l'editoria e il marketing, allora non valete assolutamente nulla di più della ragazzina che compra per la terza volta Hunger Games per la copertina differente. Assolutamente nulla. Siate diversi. Tentate di divulgare nuove idee che avete letto, visto, ascoltato da qualche parte. Anche quelle che scrivete. Allora sì che starete lottando contro il sistema.
(E vorrei sottolineare che, nelle parentesi del post fatto prima, non ho parlato a sproposito di Tuailait e Cinquanta sfumature. Tuailait è plagio di Diario di un Vampiro, Cinquanta sfumature di Tuailait, e credo che la cosa sia ben nota. Non vorrei dilungarmi oltre su quanto sia spregevole il plagio, ma soprattutto quanto sia spregevole chi lo accetta.)
Il tl;dr è quello della volta scorsa. Aggiungo: non fate gli Hipster, per carità.
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