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| « Spinadirosa »
« Quale spina migliore di una katana, per la Rosa che viene dall'Oriente? Una spina infilata in un fodero rosso, di un colore così intenso da apparire simile al nero. Rosso come...come i petali, come il fuoco? No. Rosso come il sangue. Tale è il richiamo alla morte, che attorno all'impugnatura la Danzatrice ha legato l'unico ricordo del proprio passato: un nastro, scarlatto anch'esso, che le fu donato dall'ultima mano sfiorata, dalla piccola mano per cui sarebbe morta. La bambina che ha amato, la bambina a cui ha raccontato una fiaba. E per il cui nome ancora trema. Tutto pare parlare di lei, anche la superba lama, solcata da un colore brunito, come ossidato. Potrebbe apparire una lama ormai morta, ormai rovinata, ma la Rosa ben sa come chi appare morto possa in realtà covare eterna vendetta. Infatti il filo di Spinadirosa è così affilato che riesce difficile scorgerne il termine. Vuoi tendere una mano, straniero, e provare tu stesso? Oppure preferisci stare a guardare? Sarà un bello spettacolo, perchè la katana e la sua signora si muovono come un'unica cosa, nell'armonia della danza che il meraviglioso corpo di lei le concede. Un fiore e la sua estrema difesa. Guarda, straniero, ti piacerà. »
Regola delle Spine ~ Dotata di volontà propria, Spinadirosa riconosce la propria padrona e avversa coloro che cercano di impugnarla senza averne il diritto. Se toccata da mani altrui, emetterà dal manico decine di spine spesse e resistenti, come grossi spilli crudelmente uncinati, le quali si conficcheranno nelle mani dei ladri, trapassandole da parte a parte provocando un dolore improvviso che normalmente costringe anche il più audace dei ladri a lasciare la presa dell'arma in preda a fitte launcinanti.
Regola della Rosa ~ Se costretta al corpo a corpo, chi possiede Spinadirosa può sfruttarne le capacità per incrementare sia le probabilità di colpire, sia il danno inflitto. Per attivare questa tecnica è necessario passare due dita sul piatto della lama, infondendovi energia. Terminato il procedimento, la katana emanerà un alone rosso intenso. Il successivo attacco fisico portato con Spinadirosa risulterà potenziato, difficile da parare o schivare con semplici movimenti fisici, inoltre qualora l'attacco dovesse ferite l'avversario a gambe o braccia, il sangue che scaturirà dalla ferita si tramuterà in rovi spinati che si avvolgeranno all'arto, rendendo difficoltosi i movimenti ed incrementando la gravità della ferita, sparendo solo dopo due turni. [Consumo Medio]
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« Dalys è una danzatrice, il suo corpo pare avvolgersi sinuoso attorno ai suoi passi. Nel lontano Oriente, quando ancora la sua era una vita, imparò l'arte del nastro, le complicate evoluzioni che con esso si potevano effettuare. E ora l'abilità a lungo archiviata torna a galla, colorata di una sinistra sfumatura di vendetta. Un lungo nastro rosso, ampio circa trenta centimetri, di un tessuto simile alla seta. La sua superficie liscia è piacevole al contatto, fresca e gratificante. L'impugnatura è di pelle scura, nera come l'anima che ha concepito questo strumento. Lungo circa due metri, può apparire difficile da maneggiare ai meno esperti, ma nelle abili mani della ballerina è in grado di generare complicate figure e di prendere velocemente velocità. Se già la possibilità di strangolare in distanza l'avversario, o di avvilupparlo impedendogli di muoversi, non fosse sufficiente, alla sua estremità è legata saldamente una lama d'acciaio lucente e affilata. Come un piccolo falcetto può procurare anche ferite molto gravi, rese ancora più pericolose dall'alta velocità e dalla traettoria imprevedibile del nastro stesso. Essendo la lama molto leggera, l'oggetto può essere maneggiato con una sola mano. Questo fa sì che la lama stessa non possa penetrare le armature più resistenti. Viene da sè che, ogni qual volta il nastro avvolgerà il nemico, questi dovrà fronteggiare anche il successivo attacco della lama che segue il moto della stoffa alla quale è legata. »
Derviscio ~ Selvaggi, esotici e pericolosi con le loro lame turbinanti, i Dervisci riassumono velocità, rapidità e abbandono. I loro movimenti sembrano essere casuali tanto quanto aggraziati, ma i passi della loro danza sono eseguiti secondo un ritmo ben preciso. In parole povere, essi sono i guerrieri che combattono danzando, spesso nomadi, zingari e legati alle tradizioni e ai movimenti del loro popolo. Spesso utilizzano armi esotiche e mai viste che li contraddistinguono tra tutti i guerrieri, armoniosi e letali come nessuno. La loro principale caratteristica è quella dell'imprevidibilità. Fintanto che Dalys utilizzerà la mietitrice scarlatta come propria arma, infatti, danzando, i suoi movimenti diverranno totalmente imprevedibili e colpirla sarà per i propri avversari praticamente impossibile. In termini tecnici, fintanto che utilizzerà la mietitrice scarlatta e starà danzando, Dalys non potrà assolutamente essere colpita da qualsiasi attacco che non sia una tecnica. Siano essi fendenti di spada, frecce, pallottole o colpi di corpo a corpo. Tale abilità può funzionare unicamente se Dalys non indossa armature o scudi di alcun tipo.
Danza del derviscio ~ Spendendo un consumo pari a Alto, Dalys può iniziare una danza micidiale che da sempre ha contraddistinto la classe dei Dervisci, per tre turni compreso quello d'attivazione. Durante tale danza, ogni colpo inflitto dalla Mietitrice Scarlatta andrà considerato come una tecnica di livello Basso, e affrontato come tale. I movimenti di lei diverranno inoltre incomprensibili: Benché questa sensazione non porti alcun vantaggio al personaggio durante il combattimento, le movenze della sua danza appariranno come trascendentali; permeate di una spiritualità tale da incantare e catturare lo sguardo di chiunque, come se Dalys divenisse una vera e propria lingua di fuoco, impossibile da stringere fra le proprie dita senza soffocarla.
Mille tagli ~ Spendendo un consumo pari a Medio e cessando improvvisamente la propria danza, il possessore della Mietitrice Scarlatta sarà in grado di disperderla nell'aria, lasciando che essa si frammenti in una moltitudine incredibile di piccoli petali di rosa. Essi si disperderanno per tutto il campo di battaglia, ricoprendo e fluttuando per tutta l'arena, in attesa di un gesto o di un ordine del proprio possessore, che potrà concedersi anche nei turni successivi e non necessariamente in quello in cui disperde l'arma (Che ovviamente non potrà quindi essere utilizzata, nel frattempo). Ad un suo segnale, i petali di rosa inizieranno ad abbattersi sull'avversario da tutte le direzioni, taglienti come lame, per infliggergli un danno totale pari a Medio, che si manifesterà con una moltitudine incredibile di piccole ferite lungo tutto il corpo. Dopo aver attaccato, i petali riformeranno istantaneamente la Mietitrice Scarlatta.
Il Derviscio non conosce ostacoli ~ La lama sinuosa, il morso danzante del serpente, non solo si adatta ai gesti della propria padrona come un animale fedele. Qualora il nemico si rivelasse particolarmente ostico, armato o protetto da qualsiasi arma o armatura di materiale metallico, la Mietitrice Scarlatta rivelerebbe il proprio sadico potenziale. Superba come la sua signora, non conosce alcun ostacolo al proprio procedere. Basterebbe il solo volere della Rosa, e al minimo contatto con la superficie metallica desiderata, questa verrà miseramente sbriciolata per un certo raggio attorno al punto di contatto. L'arma non andrà distrutta per sempre, ma solamente per il turno del duello, garantendo così l'impunità alla stupenda Eguagliatrice di anime. Per poter utilizzare questo potere è necessario che la Rosa abbia già iniziato la propria fatale danza e con essa sussurri l'ordine alla propria arma.
| « Il lascito di Viviana »
Nel gran guazzabuglio delle leggende di Artù, trovare un filo logico o anche solo una sistematicità non è facile: è tutto un rincorrersi di personaggi che cambiano caratteristiche e biografia da un poema all’altro, senza che sia possibile trovare una versione definitiva. Il ciclo di Artù è simile al ciclo delle leggende troiane, ma non ha mai trovato un suo Omero. Così persino i protagonisti più noti sono cangianti, hanno biografie mutevoli, sorti alternative, vite che si intrecciano e si districano in modi imprevisti e differenti da fonte a fonte. In mezzo a questo gioco di specchi c’è anche lei, Viviana, che in talune tradizioni non compare proprio, in altre di striscio, in altre ancora non si capisce bene fino in fondo che ruolo giochi e chi sia. Ma quando c’è, è una donna che lascia il segno: perché se Ginevra è in fondo un fantasma privo di vero carisma (viene sposata da re Artù, fa innamorare di sé Lancillotto, ma non le si riconosce un gesto, un atto che sia solo suo: sta lì, e lascia che il mondo le giri o le rovini attorno) e Morgana un’ombra piena di risentimento e di rabbia, Viviana no, Viviana è viva, come dice il suo stesso nome, e scapricciata, e testarda, e padrona del suo destino: è una donna, mentre le altre sono icone. Viene talvolta rappresentata come colei che consegna a Re Artù la spada Excalibur; come colei che porta il re morente ad Avalon dopo la Battaglia di Camlann; come colei che alleva Lancillotto rimasto orfano del padre; e come colei che seduce e imprigiona il Mago Merlino: di tutte, quest'ultima è la leggenda che più ci interessa, poiché il Lascito di Viviana sono un paio di scarpe rosse che si dice abbia dimenticato proprio lei a casa del mago dopo aver giaciuto con lui per l'ultima volta.
ti ho amato come re a volte come marito ma non si può guardare troppo a lungo il sole
Io vorrei... non vorrei... però se vuoi; gente per bene, gente per male; l'apparenza ~ " Viviana toglie a Merlino, più ancora che la magia, quel potere che era stato la sua ragione di vita. Lo lascia nudo perché lui nudo si era fatto di fronte a lei. E' una donna, Viviana, non una maschera. " Il lascito di Viviana possiede - ovviamente - parte di quel potere che lei aveva sottratto a Merlino. Non sono delle normali scarpette Rosse, quanto più delle scarpette Rosse infuse di quei poteri che sarebbero dovuti appartenere ad un futuro, possibile, anticristo. Perciò anche solo pensare di sottrarle o di danneggiarle è fuori discussione: nessun danno si ripercuoterà mai sulle calzature, né esse potranno essere tolte dai piedi della loro portatrice (a meno che non sia ella stessa a desiderarlo).
Io vivrò (senza te); sognando e risognando; mi ritorni in mente ~ "Lancillotto se ne va. Parte per seguire le sue avventure, di cuore e di lancia. Viviana, la dama del Lago, resta sola, nel suo castello fatato, ad invecchiare protetta da quella magia che non ha dato la felicità a Merlino, non l’ha donata ad Artù, e non la regalerà neanche a lei, ma può darle la noia ovattata della ricchezza, ed una solitudine priva di sofferenze reali. Neppure ci dicono, le fonti, come muore e se muore, la Signora del Lago: scompare sospesa, avvolta dalla nebbia della leggenda e dalla fama di esser stata l’unico essere umano capace di gabbare il grande Merlino, pur essendo solo una ragazzetta di campagna. " Il lascito di Viviana non può quindi che trasformare la propria portatrice in una novella dama del lago. Ella diverrà una figura nebulosa, scura, confusa... non tanto concretamente quando si entra in contatto con lei, tanto più nei ricordi di chi l'ha incontrata. Nessuno, infatti, si ricorderà perfettamente di Dalys finché ella indosserà queste scarpe. La danzatrice tornerà a loro in mente come una follia di mezza estate, un'avventura con una donna bellissima e incredibilmente affascinante della quale però non ci si ricorda il viso. Reincontrandola, le sue "vittime" avranno solo la spiacevole sensazione di averla già vista, senza però riuscire a ricordarla. Come la dama del lago, Dalys potrà svanire dopo aver conquistato il proprio uomo per aleggiare perennemente nella sua memoria senza mai trovarvi un posto vero e proprio. Naturalmente, a volontà, Dalys può anche decidere di essere ricordata.
Non è Francesca; un uomo che ti ama; ami ancora Elisa ~ : " Giovane e bella, la descrivono quei pochi che parlano di lei. Anzi, giovanissima, una ragazzetta. Forse manco nobile, non è chiaro: di certo non principessa, e non aristocratica importante. Bella, sì, ma più che bella, dotata di spirito e carattere. " Viviana, com'è facile immaginare, era in grado di far dimenticare a chiunque dei suoi precedenti amori e delle sue passioni, per poi conquistarlo senza il dubbio che lui fosse ancora legato alle proprie passate compagne. Tale potere è stato ereditato insieme al lascito di Viviana da Dalys: le basterà infatti destreggiarsi in un elegante e breve passo di danza - spendendo un consumo pari a Medio - perché una caratteristica tecnica psionica vada a colpire il proprio avversario. Questo, se colpito, si troverà a dimenticare improvvisamente tutti gli amori e le pene che lo legano ad altre donne che non siano Dalys. Se era innamorato, ora non lo sarà più. Se rimpiangeva delle scelte sentimentali fatte in passato, ora non vi rimuginerà più sopra. Se era semplicemente legato alla memoria di una donna che non ha più visto, Dalys scioglierà quel legame. L'effetto è tuttavia temporanea e durerà solo per quanto riguarda il duello/scena e non oltre.
Fatti un pianto; dolce di giorno; acqua azzurra, acqua chiara ~ : " Divenuta potentissima come incantatrice, che fa Viviana la bella? Si presenta a re Artù per avere quelle prebende che erano del suo amante Merlino? Trama per il potere? Seduce cavalieri? No. Si crea un suo meraviglioso castello fatato. " Un castello al di sopra di un lago, celato fra le nebbie. Dunque perché Dalys non dovrebbe aver ereditato anch'ella tali poteri, insieme al titolo di "Dama del lago"? Intingendo il piede nel terreno come si fa con una piuma in un calamaio - e spendendo un consumo Medio - verrà a formarsi un'improvvisa increspatura nel terreno e questo, in un raggio di dieci metri da Dalys, prenderà la consistenza dell'acqua. Esatto: benché il pavimento non muterà nell'aspetto in alcun modo, esso si trasformerà in un piccolo laghetto della profondità di un metro e mezzo: non abbastanza per affogare qualcuno, ma di certo sufficiente perché i guerrieri vengano impediti dalla terra che, come acqua, li lambirà fino al torace. Dalys ovviamente non sarà affetta da questo incantesimo e potrà scivolare sulla superficie dello specchio d'acqua con la stessa eleganza con cui un cigno solca la superficie di uno stagno, senza alcun problema di movimento. L'incanto dura per tre turni compreso quello d'attivazione, ma il terreno può essere fatto tornare normale prima - a desiderio del caster. In questo caso chiunque si trovi all'interno dell'acqua non verrà imprigionato nella terra, ma tornerà a trovarsi sul pavimento come per magia - come se nulla fosse successo.
Comunque bella; abbracciala, abbracciali, abbracciati; una vita viva ~ : " Nel suo castello fatato Viviana raccoglie, con tenerezza materna, un giovane orfano regale, tal Lancillotto, che alleva come il figlio che non ha. Lo sa, Viviana, che, divenuto grande, se ne andrà per la sua strada. Lo sa che verrà travolto dalla passione funesta per Ginevra, dai mille intrighi della casa di Artù. Ma è il suo bambino, quel piccolo, e lei lo nutre e lo ama con affetto disinteressato, riversa su di lui tutto quell’amore che non ha mai dato a nessun uomo, neppure a colui che per averla è stato disposto a perdere ogni cosa: Viviana la stronza è un’ottima madre, per quella incredibile capacità che hanno le donne di essere sempre tutto ed il suo contrario, sante e puttane, streghe e balie, pretendere troppo da chi ci vuole bene, dare tutto a chi ci lascerà sole. " E come l'ha cresciuto, Viviana avrebbe potuto richiamare Lancillotto in qualsiasi momento - poiché un figlio deve sempre proteggere la propria madre e tutte le donne necessitano di un cavaliere. Spendendo un consumo Alto il possessore del lascito di Viviana potrà attingere al suo lato materno - strano ma vero - ed evocare due cavalieri prestanti, in armatura completa - di piastre e scintillante - che la difenderanno dai nemici e li sconfiggeranno per lei. Tali cavalieri rimarranno sul campo per due turni compreso quello d'evocazione, non andranno trattati autoconclusivamente - sarà Dalys nel suo turno a decidere quanti danni hanno subito e come. I due cavalieri saranno in grado di parlare e avranno un carattere ben distinto (generalmente onorevole, pacato e intelligente) e saranno quasi totalmente soggiati a Dalys - anche se questi sono dettagli che possono essere modificati dall'evocatrice stessa.
Aver paura di innamorarsi troppo; donna selvaggia donna ~" Merlino la vede e se ne innamora. Sì, Merlino, il mago. Ma non pensate a lui come al simpatico vecchietto disneyano che brontola bonario con sulla spalla il gufo Anacleto. Il Merlino originale della saga, personaggio dai tratti sulfurei ed ambigui: che è figlio di una vergine e del Demonio, e solo il battesimo impartito da mamma ha salvato dal suo destino, ch’era quello di diventare l’Anticristo. Non è per niente bonario, quel Merlino là, ma un clamoroso figlio di buona donna: uno di quei consiglieri del Re che i Re li creano, sì, ma per gestirne il potere nell’ombra a loro esclusiva discrezione, e che i Re se li tengono buoni secondando tutti i loro più bassi istinti e tenendone nota, così assieme ne diventano complici e controllori, ed hanno sempre in mano armi sufficienti per tenerli a freno con il ricatto. Già, sono sacrificabili tutti, tranne una: Viviana, appunto. Quando la vede, Merlino sa che rischia, anzi, è certo di perdere: vede il futuro, Merlino. Ma chiude gli occhi. Chiude gli occhi ostinato, perché quella ragazzetta gli piace, perché non ne può fare a meno, perché sente in lei l’unico essere umano in grado di stargli in pari, di giocare con lui una vera partita, perché ha furbizia, malizia, ma anche una intelligenza spregiudicata, veloce, amorale. La corteggia, trasformandosi in un bel giovane. Ma mica la freghi con una maschera, Viviana. Lei lo capisce chi ha di fronte, e sa anche di averlo completamente soggiogato. Non gli cede, nonostante lui faccia di tutto e tutto le prometta: ricchezze, castelli, l’eterna gioventù. Lei, quando si rende conto di chi le fila dietro, gli chiede invece una cosa sola: il segreto della magia. Non vuole essergli amante, o moglie, ma allieva. Impadronirsi di ogni suo segreto per giocare ancor più alla pari con lui, divenirgli davvero compagna, nel senso di uguale. E Merlino cede, anche se è conscio di firmare la sua condanna. Le insegna tutto, i trucchi e gli incantesimi, le sottili arti della divinazione, ma forse quelle ancor più sottili della politica. Si mette finalmente a nudo, con quella ragazzetta, perché da lei, da lei sola, vuole essere amato per ciò che è. E lei lo frega. Apprende tutto e poi, al momento opportuno, gli getta addosso un incantesimo, che lo farà dormire prigioniero in una grotta, per anni ed anni. " Decisamente, questo è il più spaventoso dei poteri del lascito di Viviana e - in un certo senso - il più pericoloso. Spendendo un consumo pari a Immenso e provocandosi un danno critico che si manifesterà in Dalys come una pericolosissima emorragia interna, la danzatrice potrà lanciare un incanto psionico sul proprio avversario che avrà la stessa portata di una tecnica di livello Mortale. Tale incanto - il più subdolo! - provocherà un danno permanente alla psiche di chi non sarà in grado di difendersi adeguatamente, facendolo innamorare perdutamente, follemente e perpetuamente di Dalys. L'innamorato non attaccherà la danzatrice, tenterà di proteggerla, la tratterà come fosse la cosa per lui più importante al mondo e - cosa ben più peggiore - non potrà mai più liberarsi di tale innamoramento. Dimenticherà le donne a cui aveva votato il proprio cuore e volterà le spalle ai suoi ideali: il tutto per Dalys. Le obbedirà e farà tutto ciò che gli è possibile per renderla la donna più felice del mondo. Qual'è il problema? Se Dalys per malaugurato caso dovesse decidere di castare nuovamente questa tecnica su qualcun altro, il primo personaggio affetto ne sarà completamente libero, e anzi inizierà a odiare la danzatrice con tutto il proprio cuore. Diverrà completamente immune a qualsiasi tecnica psionica di quest'ultima e farà di tutto per manifestarle il suo odio nella maniera più coerente alla propria personalità (ignorandola, prendendola in giro, ferendola, tentando di ucciderla). Come se non bastasse, Dalys si innamorerà perdutamente di lui come lui era precedentemente innamorato di lei. Così la nuova vittima amerà Dalys, che però sarà innamorata di un uomo che prima la amava e ora la odia. Viviana era maestra nel giocare con l'amore, ma si sa: quest'ultimo è cieco e non è possibile controllarlo del tutto. [Conta come una teck di livello Mortale; non è utilizzabile su PnG di alcun tipo.]
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« Un bastone che Dalys ha trovato nel deserto. E' di un materiale simile al cristallo, semitrasparente, ma molto più resistente e di un colore più scuro. Potrebbe essere stato originato dalle alte temperature del deserto, che hanno cristallizzato la sabbia, ma è solo un'ipotesi. Ad un'estremità è incastonata una pietra che riflette i colori delle dune del deserto. Quando Dalys rischia di perdere il controllo la pietra diventa nera. Dalys lo usa per scagliare i propri incantesimi e anche per colpire i nemici nel corpo a corpo. E' lugno circa un metro e ottanta, leggerissimo e molto maneggevole, adatto ad essere utilizzato insieme a complicate acrobazie. »
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« Un anello. Niente altro che un banale, misero, anello. Eppure quanti significati, quanti ricordi possono essergli attribuiti. Ricordi d'amore, di tradimento, di sventura. Ricordi di morte, di sangue. Non dimenticherai mai, vero Ballerina? Finchè le Voci canteranno incubi nella tua mente, finchè l'ultimo petalo non sarà avvizzito. Non potrai dimenticare. Non potrai gettarlo via, piccolo, insignificante cerchio d'oro che ti lega al tuo passato, come un nodo. »
Ricettacolo ~ Le memorie del padre, della sua famiglia, della sua vita edella sua casa prima della sua fuga impregnano l'anello che Dalys porta al collo, potenti e tracimanti di rimpianto. Esso è il manifesto di quanto la ragazza fosse stata stupida e ingenua e lei stessa lo porta con se per non dimenticarsene: Difatti, la sola vista del gioiello riesce a riscuoterla e infonderle nuova determinazione, rendendola più attenta e concentrata su ciò che accade introno a lei. Il contatto con l'accessorio le dona quindi, numericamente parlando, un miglioramento di 2 CS ad Astuzia, passivamente.
Danza della Rosa ~ Dalys è una ragazza bellissima, meravigliosa, incantevole come una rosa e, come tale, provvista di dolorose spine. Spendendo un consumo pari ad Medio e iniziando una danza sinuosa e suggestiva, il terreno attorno alla ragazza si illuminerà di rosso, delineando una circonferenza perfetta avente il centro nel meraviglioso ballo di lei. Pochi istanti e dal suolo inizierà a ramificarsi un fitto cespuglio di spine color rosso sangue, che si innalzeranno verso l'alto e verso l'esterno, ferendo chiunque si trovi nelle circostanze e coprendo un raggio di circa cinque metri. Il roveto lascerà comunque a Dalys lo spazio di danzare al suo interno senza alcuna difficoltà, piegandosi docilmente a ogni suo gesto così da non ferirla. Le spine più vicine all'avversario, quindi, si getteranno su di lui nel tentativo di ferirlo, graffiandolo e trapassandolo con ferocia e provocandogli un danno pari a medio. Subito dopo torneranno nel sottosuolo, sparendo nel nulla.
Danza dell'Uno ~ "Sia le donne troppo belle che gli uomini che le guardano compiono peccato." Spendendo un consumo pari a Medio Dalys si darà in una danza che non potrà fare a meno di catturare lo sguardo del proprio avversario e far sì che esso si concentri sulle proprie forme e sui suoi sinuosi movimenti, in grado di rapire e incatenare le fantasie di qualsiasi uomo. Attraverso i loro occhi la danzatrice capirà e comprenderà il loro prossimo attacco e, se diretto, magico o fisico che sia, riuscirà ad evitarlo con una grazia innaturale, come se stesse semplicemente continuando i suoi passi. Questa tecnica conta naturalmente come una difesa assoluta.
Danza dell'Amante ~ La rabbia, il desiderio, il piacere. Lo sguardo dell'amante e il suo ricordo, la sua carezza e la sua memoria. Il passo della fanciulla, il passo nel deserto, il passo tra le Bianche Mura. Il potere che viene donato, che viene strappato e tenuto stretto contro il petto come la morte, come il sangue. Il potere che serve a una donna sola, a una donna troppo accompagnata. Una donna che deve vincere, che sa di essere perennemente sconfitta. Questo speciale anello pare aver compreso molto sulla propria portatrice, tanto da donarle 3 CS (1 in Agilità, 2 in Astuzia).
Elan Vital ~ Un semplice anello, un cerchio d'oro che si avvolge attorno all'anulare destro. Come una promessa, come un vincolo. A cosa? Al Bianco Maniero, al Re, alla patria? O semplicemente a se stessa, per non perdersi più, per non dover più navigare anni e anni nella follia e nella vendetta? Non lo sa, ma di tanto in tanto vi passa sopra le dita, sentendo la fredda consistenza del metallo, ammirandone i bagliore al tramonto. E' come se contenesse una fiamma, una piccola anima di fuoco assopita al suo interno. Forse è questa a donare vitalità al portatore, energia, forza. A consentire alla danzatrice di svegliarsi ogni giorno come se non avesse compiuto alcuno sforzo, come se fosse eternamente giovane. [Anello del Potere - Un semplicissimo anello che, se indossato, concederà al portatore di risparmiare il 3% di energia su qualsiasi tecnica attiva castata (minimo 1% di consumo energetico). Gli anelli del potere non sono cumulabili, come non lo è alcun risparmio energetico: si applica semplicemente il più alto.]
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« Ogni principessa deve avere la propria corona, il suo capo deve essere ornato d'oro e di sogni. Quella della Danzatrice è un vero e proprio ricamo, ove piccoli rubini sono incastonati a formare rose di pregevoli perle. Perfezione per quel capo che deve reggerla come un peso, una dichiarazione e una condanna. Ma che le affida il proprio sogno, il proprio incubo. Una corona a sovrastare un'anima intrisa di Voci e di incubi. E che forse, prima o poi, cercherà di esaudirli. »
Non si conosce il motivo per cui un oggetto qualsiasi, come una corona realizzata dall'orefice del Maniero, si sia trasformato in un'arma tanto letale. Forse il materiale, o forse il contatto con colei che la porta, l'hanno resa qualcosa di unico. Basterà un consumo pari ad Alto perchè essa inneschi una terribile trasformazione nell'aspetto della propria Principessa, in grado di durare per due turni. Non si tratta però di una vera e propria mutazione, di uno di quei volgari spettacoli che gli intrattenitori mostrano nei circhi. Saranno le Voci, solitamente sussurranti, prigioniere all'interno della mente della Rosa, a scivolare lentamente all'esterno, afferrandola e trasformandola in se stesse. Il Requiem, l'ultimo canto del cigno per un corpo ormai dilaniato dagli incubi e dalla morte. Le Voci porgeranno un dono in cambio della libertà a colei che le lascerà affacciarsi al mondo esterno. Faranno sì che la magia della Danzatrice aumenti a dismisura, attingendo al potere che l'incubo riesce a creare nella sua anima perseguitata. Certamente il nemico rimarrà stupito e affascinato da ciò che si troverà davanti. Non più la sinuosa Rosa del maniero, ma una ragazzina sui tredici, quattordici anni, i lunghi capelli corvini lunghi a mezza schiena, la corona che sembra reggersi appena in quella cascata di seta nera. Indosso un solo abito bianco, fin troppo semplice, corto fino alle ginocchia, privo di maniche. Cosicchè le gambe e le braccia, i piedi nudi, possano mostrarsi in tutta la propria apparente innocenza. Cosicchè gli occhi verdi, così acquosi e così innocenti, possano stregare l'osservatore. Ma se ciò non fosse sufficiente a far rabbrividire l'avversario, basterà che la bambina parli, che il passato parli, perchè il tono della sua voce sveli che qualcosa non va. Nessuna bambina può vantare una voce così composita, somma di molte voci insieme, sussurrante, maliziosa, impaurita, come se molte bocche parlassero attraverso di lei nel medesimo tempo. Nessuna bambina potrebbe cantare con tanta squisita coralità utilizzando solamente la propria voce. Nessuna bambina potrebbe essere più simile alla Rosa eppure così diversa. Poichè solo lei è l'incarnazione dell'Incubo, delle Voci, di una solitaria e quotidiana follia.
| « Leviathan»
Livyatan ~ לִוְיָתָן ~ Liwyāṯān « Auctoritas, non veritas facit legem. »
Leviatano (contorto; avvolto) è il nome di una creatura biblica. Si tratta di un terribile mostro marino dalla leggendaria forza presentato nell'Antico Testamento. Tale essere viene considerato come nato dal volere di Dio. La creatura viene spesso rappresentata con sembianze serpentine o draconiche, come una lunga successione di spire, troppo grandi per poter essere trattenute e troppe per poter essere contate. In tempi remoti, un filosofo di fama rinomata ha pubblicato un testo in cui identificava la figura del Leviatano nel potere dello stato, nella forza di una figura che combatte e fa leva sulle proprie capacità per garantire la sua pace e quella dei suoi sottoposti, o degli amici più cari, o, ancor più generalmente, di un proprio ideale. Un combattente, quindi, che avrebbe saputo difendere strenuamente la propria presenza e quella delle proprie idee, se necessario, combattendo. Il Leviatano non è altro che il prodotto perverso di tale filosofia. Fatto forgiare da Ray, il Re che non perde mai, è stato messo in palio come primo premio ad un torneo solo perché i duellanti possano dimostrare di poterlo possedere, e quindi di essere capaci di combattere senza remore per un proprio obbiettivo, o ideale che dir si voglia. Sia esso la sconfitta dei propri nemici, la pace del proprio regno, o quant'altro, più personale. Chi si aggiudicherà il premio, avrà dimostrato l'unica vera legge di questo mondo; ovvero che per ottenere qualcosa, bisogna vincerla. Faticare per ottenerla, superare avversità e, spesso, dimostrarsi superiori ad altri che concorrono per il medesimo ideale. Ciò non significa non condividere, non sperare e non avere dei compagni. Semplicemente, dimostra l'assoluta volontà di riuscire a concretizzare le proprie speranze e i propri desideri, qualsiasi essi siano. « E' l'autorità a fare le leggi, non la verità. »
Forma: Naturalmente, il Leviatano si presenta come una sfera del diametro di quindici centimetri, solida e simile al vetro, anche se non altrettanto fragile, e di colore grigio. Al suo interno si potrà scorgere come un'acqua limpida e pastosa al tempo stesso, di una consistenza assolutamente inconcepibile. Tuttavia, il Leviatano si plasma a seconda del proprio padrone. Il colore della sfera cambierà infatti a seconda di chi diverrà il suo possessore, che dovrà deciderlo nell'istante in cui le sue mani si poseranno sull'artefatto e, come se non bastasse, anche la sua forma cambierà. All'inizio di qualsiasi scena, infatti, spendendo uno slot tecnica ma nessun consumo, il suo possessore potrà trasformarlo in un'arma a piacere: Non una semplice arma tuttavia, bensì quella che più si adatterà alla sua personalità. Nelle sue mani, infatti, il Leviatano non potrà assumere che quella forma e nessun'altra. Esso manterrà quell'aspetto fino al termine del duello, della scena o della quest, quando tornerà ad assumere la sua naturale forma sferica. Qualsiasi sia l'oggetto di cui prenderà le sembianze, esso avrà delle incredibili proprietà offensive, come fosse affilato come una spada o resistente come scudo.
Una sfera scarlatta, dello stesso colore del sangue, inquieta come un'anima tormentata dal dolore, aerea come una fiamma colpita dal fiato bollente della danzatrice. Nel momento in cui le sue dita l'hanno sfiorato, il potere del Toryu è divenuto niente più che una bolla di magma infernale. Eppure la grazia di una Principessa non poteva accontentarsi di così poco. La sua pelle sempre tiepida non conosce altro ristoro che il pigro movimento del ventaglio donatole dalla vittoria. Aria viziata quanto lei, mossa dal movimento dolce del polso. Un oggetto apparentemente innocuo, dietro cui celare il viso e le emozioni, carico di un potere che l'osservatore non potrebbe mai immaginare. Materia: Che il Leviatano venga tenuto in forma sferica o meno, il suo potere fluirà costantemente all'interno del corpo del suo possessore, potenziandolo incredibilmente. Ma a differenza di qualsiasi altro artefatto, la forza del Leviatano non sta nella sua capacità di rendere incredibilmente potenti, o veloci... bensì nella sua duttilità, unica nel suo genere. Non è infatti un mero medaglione, ma molto di più. Il Leviatano aumenterà di ben 4 CS la CS già più alta del personaggio, rendendolo assolutamente devastante. Che sia l'intelligenza, la forza fisica, la velocità, i riflessi o la mira... prima di possedere l'artefatto, quale di queste era la più spiccata tra le cinque, diverrà incredibilmente più grande. Aspetto: Il Leviatano cambia; si evolve, anche durante il corso del combattimento, svelando i propri veri poteri. Lanciandolo in aria, infatti, sia esso in forma sferica o in forma di arma, esso genererà un'immagine assolutamente realistica nell'aria, sopra il proprio possessore, rappresentante ciò che egli più desidera. Una creatura mitologica, un dragone invincibile, persino l'aspetto di una divinità o un qualche arabesco astratto. Qualunque immagine abbia formato, comunque, essa inizierà a muoversi come fosse viva, e lancerà un attacco contro il proprio avversario; generalmente un raggio energetico o un attacco diretto come un affondo di spada: Un'offensiva comunque frontale, e dalla potenza devastante. La tecnica impiega un consumo energetico pari ad Variabile. Dopo essersi conclusa, l'artefatto si riformerà magicamente nelle mani del suo possessore con la forma che aveva precedenza o, in alternativa, dove il personaggio è solito portarlo. Significato: Come ha una forma per l'offesa, l'artefatto propone anche una forma per la difesa. Semplicemente concentrandosi, infatti, o compiendo un gesto innanzi a sé, il possessore sarà in grado di generare uno scudo energetico di livello Variabile, spendendo un medesimo consumo. Tale difesa avrà l'aspetto e le sembianze immaginate dal caster, ma dovrà sempre e comunque essere uno scudo in grado di difenderlo unicamente da un lato. Ad esempio, se invece di una semplice lastra metallica esso vorrà essere difeso da un cavaliere, comparirà un guerriero innanzi a lui che affronterà adeguatamente l'offensiva del proprio avversario. Allo stesso modo potranno crescere spine dal terreno per formare un muro, o simili. Il Leviatano si plasma sulla forza del suo possessore ma, sempre, gli fornisce la forza per raggiungere i propri desideri.
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« Una rosa rossa, simbolo di passione: bella e morbida, ma dura e fredda come l'acciaio. Un nucleo di Amore racchiuso da un guscio di Odio... »
Tocco e volontà, questo serve per sprigionare la magia di questa Rosa: e allora sarà placida Serenità e Amore bruciante, Gioia sempiterna e Allegria avvolgente, senza dolore né pena.... solo Serenità e Amore, Gioia e Allegria. Per un sol, sfarfallante battito - lungo un'eternità - il terribile evento della sua vita passata sarà cancellato dal cuore e dalla mente, e Dalys sarà ciò che sarebbe potuto essere: non più un ricordo doloroso o una possibilità mai avveratasi... ma verità, semplice e avvolgente, perfetta come quella vita! E per quell'attimo soltanto non ci sarà dolore in Dalys... solo Amore e Serenità.
[Ottenuto qui]
| ~ Gli otto immortali ~
Otto i sigilli del mio cuore. Otto i veli sul mio volto. Otto i sogni su cui riposo. Otto i giorni che verranno. Otto i sentieri che io traccerò. Otto i nomi con cui mi chiameranno.
Astoņas no manas sejas skaistumu. Nevar pazust šī skaistuma, ja ne ar nāvi
E così sarà. Perché io lo desidero.
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Basterebbe un solo spiro, un solo ansito tracciato da labbra immortali ed ogni cosa, ogni misero essere mortale si scoprirebbe a trattenere il fiato. Ad attendere, inconsapevole stoltezza, che qualcosa, qualunque cosa, accada. Che sia un nuovo giorno. O la fine del mondo stesso. Basterebbe un misero anelito, e tutto tacerebbe improvvisamente. Ammutolito. Stordito. Colto da quel vago senso di assenza ed insieme essenza. Da quel vacuo ed infinito interrompersi dell'Attimo al passaggio del Per Sempre. Tali sono gli Dei. Tale è il loro mistico Essere, tanto unico ed essenziale da indurre in ogni creatura il vacuo timore dell'impronunciabile, dell'irraggiungibile. Alti e distanti. E bellissimi. E inalterabili. Come cosa perfetta, immodificabile. Troppo ben riuscita per apportarne anche solo una modifica. Tali sono gli Dei. E se unica è la loro presenza, altrettanto impareggiabile è il mondo in cui essi dimorano. Gli oggetti che essi sfiorano. Gli abiti che essi indossano. Velati della magica aura per sempre negata ai Mortali, essi brillano nel buio del Mondo. Splendono, idoli impareggiabili di potenza e perfezione. |
Come eco sbiadita, fugace è la voce, tenue il sospiro. Che tutto cede e scompare, che tutto ammutolisce, dimenticato, per poi spegnersi nell'oblio tranne ella, alta melodia di una vita incapace di mancare, di spegnersi, di rinnegare se medesima. E svanire, vitreo riflesso di una parola mai più pronunciata, mai più presagita. Che dolore non lascia ricordo se non vi sia rumore ad esprimerlo, a renderlo vero e non più solo presagito. Come eco sbiadita, fugace è la voce, tenue il sospiro. Eppure nulla teme chi del verbo ha il potere, chi delle parole ha il dono tanto di dare quanto di togliere. Voce del vero. Voce della menzogna. Pura e semplice beltà di quell'immortalità che trova il suo Io non nel persistere, ma quanto più nel dare persistenza all'immutabile, all'infrangibile. Che il senso non è, se non vi è dato senso.
A Song from the Past Che nulla può esistere nel silenzio. Che tutto vive nella melodia.
Leggenda vuole che Han Xiang Zi fosse un giovane bello e seducente, dotato delle più alte qualità nelle arti e nella danza. Era l'allievo preferito di Lu Dongbin e fra tutti gli altri giovani, egli si distingueva nell'uso del flauto traverso. Un giorno, volendolo premiare per la sua dedizione e bravura, Lu Dongbin decise di portare Han Xiang Zi nelle terre sacre dell'Aldilà, luogo dove dimorava il sacro Xian della Vita e della Morte, pescatore di anime nel Lago dell'Omniscenza. Ma il giovane scivolò nelle acque, e proprio in quell'attimo divenne Immortale, prendendo il suo posto nell'empireo degli altri Xian. Fra tutti egli fu il primo a rinchiudere la propria anima all'interno dell'originario Xian e anche il primo a fuggirne quando Shivian e la sua brama di potere corruppero la beatitudine del monastero in cui il prezioso monile era custodito. Egli era figlio della bellezza, dell'avvenenza, e di tutto ciò che è gradevole e ben fatto per l'occhio umano. Come sarebbe mai stato possibile cedere alle brame di un uomo senza altro scopo nella vita se non quello di possedere tutto, di dominare ogni cosa e nel sangue sottometterla al proprio volere? Un attimo prima di abbandonare alla loro misera sorte gli altri Xian, Han Xiang Zi promise che mai nessuno avrebbe dominato il suo spirito se non colui che della bellezza, della pura essenza del sublime avesse fatto il proprio scopo ultimo. E così, anima senza corpo e senza più forza alcuna, il giovane Xian abbandonò il mondo immortale per giungere privo di tutto, a quello mortale. E tale era la misera consistenza del suo essere che alcuno si sarebbe accorto della sua presenza se non per un soffio di vento, per un brivido nella notte, per una, forse l'ultima, nota stonata in una triste melodia. Vagando senza meta, vivo solo per Condanna e non per Scelta, egli prese dunque a camminare libero per il Mondo, insofferente alla fame e alla sete e spinto in avanti da un solo ed unico pensiero: fuggire. Poiché certamente il Tempo avrebbe dimenticato, ma Shivian no. Così, spinto in avanti da tale pensiero, lo Xian dimenticò i giorni, i mesi ed infine gli anni tramutando ognuno di questi in passi, in strade da percorrere, sentieri da intraprendere, il suo bel volto che deperiva nel deperire dello spirito e delle speranze. Che triste popolo l'umanitàpensava talvolta. Più camminava, più conosceva, e più egli capì come non vi fosse alcuna bellezza in quel popolo rozzo, ricco solo di animi putridi e di voci brutali. Solo violenza, solo voracità. Nulla che valesse la beatitudine di uno Spirito, il dono della sua Immortalità. Ma Han Xiang Zi non si arrese e un passo dietro l'altro continuò ad avanzare finché le sue forze glielo permisero, finché un giorno, oramai svuotato di tutto, egli si accasciò inerme sul selciato di un paese senza nome. Alla vista egli era ormai un vecchio stanco e decrepito, brutto tanto nelle sembianze quanto nello spirito, così nessuno si sporse ad aiutarlo, lasciandolo semplicemente li, a morire. Ma fu allora, proprio ad un attimo dalla Fine che lo Xian udì un suono. Una canzone, dolce e triste, che dalle finestre spalancate di una reggia filtrava come luce nell'oscurità della notte circostante. Dentro vi erano nobili e contesse, ricchi uomini d'arme le cui armature splendevano dei riflessi di candele opalescenti e fra di loro, fiamma danzante dai cremisi colori, Han Xiang Zi vide una donna. Rossa in viso, rossa nel corpo, i lunghi capelli corvini che come cascate d'ombra seguivano sinuosi i suoi movimenti tutti onde e perle. Può uno Xian amare? Può l'immortalità tacere dinnanzi a qualcosa di mortale, di effimero? Han Xiang Zi non cercò parole per descrivere Dalys. Non osò nemmeno pensare ad un nome per decantarla, ad un suono per chiamarla e con esso assaporare un attimo della sua sfuggente bellezza. Semplicemente, quando ella fu abbastanza vicina per notarlo, egli catturò la sua danza e con un movimento baciò la sua mano pallida. Che questo giorno non finisca mai, Rosa, e con esso la tua bellezza. le sussurrò ora vestito di nuovo dei panni di un giovane, del ragazzo che un tempo era stato. E così, facendo suo il Vero Nome di Dalys, Han Xiang Zi concesse alla donna il dono dell'Immortalità, giurando che insieme alla sua anima, egli avrebbe custodito per sempre quel volto, quella bellezza, quella perfezione. Immortale nella voce. Immortale nel suono che tutto trattiene e tutto sprigiona. Che nulla esiste al di fuori di ciò che ha nome, di ciò che può essere raccontato Accettando il dono di Xiang Zi, Dalys entrò a far parte di quella infelice schiera che il mondo chiama come "immortali", esseri senza tempo e senza destinazione, liberi di perdurare, semplicemente, finché vi sarà tempo, speranza, possibilità. Ma in cambio di cosa? Quale scotto impose lo Xian all'avvenente fanciulla in cambio del sommo onore, della grande concessione? Pur stregato dalla bellezza, infatti, uno Xian non è mai troppo stanco, troppo disperato o vecchio per ricordare che nulla può essere concesso per nulla. Soprattutto la vita eterna. Così, ultima richiesta prima dell'abbandono, Xiang Zi chiese a Dalys di donargli il proprio nome: "Che tu sia mia, se non nel corpo, almeno nello spirito" E nell'esatto istante in cui egli faceva sue quelle poche, semplici, lettere, istantaneamente l'esistenza di colei a cui erano riferite sublimava dal piano materiale a quello eterno. Poiché è la parola, è la voce che da esistenza al mondo, e se a pronunciarla altri non è che un eterno, allora eterno sarà anche il nome da esso pronunciato. Finchè Xiang Zi custodirà il nome di Dalys ella sarà immortale, la sua esistenza e vita imperturbabile da ciò che è terreno e mortale. Dovesse però lo Xian obliarlo, disconoscerlo o perire egli stesso, allora nel medesimo istante anche Dalys smetterà di esistere, dissolvendosi nel nulla come ciò che mai, mai è esistito e mai più esisterà. Il nome di Dalys, infatti, appartiene a Xiang Zi e a Xiang Zi solamente, e per questo nessuno, a parte lui, avrebbe il potere di farlo esistere tanto nel mondo mortale quanto in quello immortale.
~ La veu que diu ~ La voce che tutto racconta Ciò che dimora nel Regno degli Immortali rimane nel Regno degli Immortali. E allo stesso modo, colui che è in grado di vedere tale mitico ed infinito orizzonte non avrà parole che per quello. Frasi vuote e senza pensiero gli parranno le cose del mondo. Silenzio confuso il suo rimpianto. Nessuna parola per ciò che è infimo, per ciò che nulla merita.
Rinunciando al proprio nome e confinandolo nel luogo ove alcuno potrà mai più coglierlo e violarlo, Dalys ottenne il dono dell'immortalità. Ma può esistere nel mondo mortale ciò che nel mondo mortale non può essere nominato? Come pensiero dimenticato, come sensazione mai concretizzatasi, senza un nome con cui definirla anche la fanciulla avrebbe dunque finito con il dimenticarsi di se stessa, svanendo e confinandosi per sempre in quel mondo immortale dove Xiang Zi, triste amante, la stava già aspettando. Così, sommo amore, lo Xian le fece in dono il potere lei stessa di denominare la realtà mortale. In questo modo, Dalys avrebbe potuto non solo scegliere per sé un nome che le permettesse di esistere in quella dimensione, ma anche donare lo stesso appellativo ad infinite altre cose ed oggetti che, esistendo, avrebbero preso a rappresentarla come veri e propri "filatteri" abili di mantenerla eternamente in vita anche se distrutti. In termini di gioco. Dalys è in grado di chiamare con il proprio nome un numero indefinito di oggetti e cose. Essi varranno come suoi filatteri e finchè non verranno distrutti tutti, lei non potrà in alcun modo morire.[Passiva] Nominare significa "far esistere", decretare con un semplice atto di volontà che ciò che si vede, si sente e si tocca effettivamente è presente nella realtà osservata. Significa ammettere che così ed in nessun altro modo esso appare, distinzione univoca che non ammette repliche. Possedere il dono della parola, del nome, significa dunque fare proprio questo atto di potere decidendo con proprio arbitrio che una cosa è tale non perché qualcun altro l'ha chiamata così ma perché Dalys ha deciso di darle quell'appellativo. Divenendo l'immortale della parola, ella divenne dunque capace di raccontare il mondo, di definirlo e argomentarlo secondo il proprio desiderio, decidendo a piacere ciò che avrebbe e ciò che non avrebbe dovuto essere. Per ogni turno di combattimento, Dalys potrà decidere a proprio piacimento di raccontare la realtà che la circonda sostituendola a quella che effettivamente persiste. Questo vale sia per cose effettivamente esistenti quanto per cose puramente immaginarie e fantastiche. Ella, dunque potrà a tutti gli effetti inventare il mondo che più preferisce. Tale azione sarà vissuta come una influenza psionica passiva da parte di chi sarà in grado di ascoltarla, tranquillamente eludibile con un'adeguata difesa: per chi non crede, non esiste realtà differente, nome alternativo. Tale capacità potrà anche essere utilizzata all'interno di quest secondo le medesime modalità: all'inizio di ogni turno Dalys potrà apporre al paesaggio i cambiamenti che più desidera, vissuti da chi le sta attorno come influenza psionica passiva.[Passiva] Allo stesso modo di ciò che la circonda, Dalys avrà il potere di raccontare se stessa, mutando le proprie fattezze nel modo che più le aggrada. Diversamente dal mondo mortale, tuttavia, ella non avrà bisogno di essere creduta da altri perché effettivamente il suo nuovo essere prenda corpo e consistenza: sarà sufficiente che Lei riconosca se stessa, che l'irreale diverrà reale, facendo di lei un essere vero e proprio. Nel concreto, Dalys potrà mutare a tempo indefinito il proprio aspetto nella forma umanoide che più le aggrada. Questo varrà anche per le persone che ella conosce. Nel momento in cui ella muterà sarà in grado di guadagnarne anche il carattere e la indole. La trasformazione è di tipo magico e varrà fino al momento in cui ella deciderà di ritornare alle proprie sembianze o di mutare in altro ancora. Le statistiche dell'umanoide assunto saranno però quelle di Dalys.[Basso per due turni] In ultimo, concedendole il potere di denominare il mondo, Xiang Zi non diede a Dalys solo la facoltà dell'invenzione dei nomi ma anche, e soprattutto, della re-invenzione degli stessi. Poiché vi è grandezza nel creare dal nulla, ma ancor di più nel piegare al proprio volere ciò che altri hanno già fatto. Per questo, semplicemente volendolo, Dalys sarà in grado di apporre il nome proprio di una persona a se stessa di modo che da quel momento in avanti, tutti gli individui presenti nella realtà vigente la riconoscano come quella persona. Uno scambio d'identità, insomma. Da quel momento in poi nel mondo esisteranno due entità con lo stesso nome: la prima vera, la seconda fasulla. Eppure per chiunque esse saranno una e una soltanto, interscambiabili a seconda che si presenti la prima o la seconda. Si tratta di una influenza psionica a costo nullo il cui effetto sarà sostanzialmente di far credere a chiunque entri in contatto con Dalys di avere invece a che fare con la persona cui essa ha preso il nome. Non esiste modo per fronteggiare questo potere -tranne che con adeguate difese psioniche- il cui dissolvimento si avrà solo ed esclusivamente se: Dalys spezzerà l'illusione o la persona cui è stato rubato il nome incontrerà la ragazza. Malgrado questo, mantenere troppo a lungo questa illusione sarebbe un errore se non un rischio mortale per Dalys: più un nome rimane avvinto ad un destino, più difficilmente esso se ne separerà lasciando un vuoto dietro di sé. Se la giovane manterrà su di se il nome di un altra persona per più di quattro turni consecutivi, esso si sostituirà in via definitiva a quello originario facendo assumere alla ragazza ogni ricordo e personalità del precedente possessore. Egualmente ella smarrirà se stessa credendo a tutti gli effetti di essere ciò che il suo nuovo nome le suggerisce. Sfortunatamente, tale convinzione varrà per Dalys sola: l'incanto agente su tutti gli individui svanirà all'istante, lasciando lei sola con la convinzione di essere chi non è. Questa abilità non provoca alcun danno all'avversario ma può essere usata nelle situazioni più disparate. Tale prodigiosa malia può essere estesa anche ad altri: a patto che il soggetto sia consenziente, Dalys potrà compiere lo stesso identico "scambio" a danno di un terzo. Da quel momento in poi, per quattro turni, egli potrà vestire i panni di un altro, venendo da tutti riconosciuto per ciò che non è. Trattandosi però di una concessione della ragazza, egli non avrà alcun potere sulla tecnica: solo Dalys potrà scioglierla anticipatamente. Per lui, la durata inequivocabile sarà di quattro turni. [Basso]
~ Le Otto Essenze ~
Xiang Zi:[Attivazione Critica. Durata 4 turni] Volontà Esseri sovrannaturali, creature primordiali antiche come la parola stessa, nulla degli Dei sopravviverebbe senza che il loro nome, la loro essenza venisse ricordata e di voce in voce raccontata a fanciulli attenti, a folle bramose e ancora ansiose di credere che esista davvero qualcosa, qualcuno più grande della quotidianità, più potente della comune possibilità. Una volontà, insomma, tanto alta e potente da non temere le insidie del tempo, della malattia, della vita e della morte. Xiang Zi rappresenta proprio questo, la volontà dell'irraggiungibile, dell'inarrivabile tale da sottomettere le comuni leggi del mondo ad una sola parola, una sola sillaba. La stessa che Dalys dovrà pronunciare per richiamare a sé la potenza dello Xian: le basterà sillabare il suo nome perché esso, anima affine, risponda mutando le proprie sembianze di monile per capelli in vera e propria arma da combattimento: dall'unione delle due bacchette all'apparenza inoffensive ad un ventaglio di raggio poco inferiore ai due metri, leggero e sottile tanto da permettere alla ragazza di maneggiarlo con una sola mano quasi si trattasse di un naturale prolungamento del braccio. La base, costituita di pure lame d'ossidiana nera saranno affilate da entrambi i lati, capaci di tagliare qualunque superficie e armatura non magica che non superi in spessore la loro lunghezza. Fra di esse, il pavese parrà costituito da una inconsistente trama di nera seta nei cui riflessi parranno di tanto in tanto occhieggiare sguardi e volti nebulosi. Durante i combattimenti, Dalys potrà afferrare il ventaglio da qualunque parte ella desideri: seguendo una volontà propria, la seta parrà cedere al tocco delle sue dita e le lame perdere il filo così da non ferirla in alcun modo. [Passiva] Viceversa, tenendo chiuso il ventaglio, esso assumerà le sembianze di una spada senza manico di lunghezza più contenuta - poco più di un metro-: un'unica lunga lama di nero alabastro abile di essere impugnata solo ad un estremo, unica parte non affilata da entrambi i lati. Quest'arma, veloce e rapida, sarà in grado di tagliare solo ed esclusivamente ciò che Dalys nominerà, ed ogni suo fendente varrà come un danno Basso alla psiche. Colui che subirà la tecnica avrà come la sensazione di essere derubato di se stesso, le ferite riportate che non sanguineranno ma ai suoi occhi parranno farlo "svanire" di istante in istante, un progressivo processo di scomparsa che, se lasciato libero di accumularsi in un danno Mortale alla psiche, gli darà l'illusione di essere completamente svanito nel nulla. Non sarà possibile nominare più di un bersaglio e compiere più di due fendenti per turno. Se ciò dovesse capitare, sul corpo di Dalys comparirà una ferita Bassa per ogni fendente in più. Attivando il potere di Xiang Zi, Dalys guadagnerà immediatamente 2 CS di bonus a una CS a scelta (Agilità), e attorno a lei parrà di udire il risvegliarsi di sussurri vacui, informi e distanti quanto l'eco di famigerati fantasmi. Tali voci non avranno forma e consistenza, ma chiunque dovesse udirne le parole fioche avrà la netta sensazione che essi siano ovunque e, paradossalmente, in nessun luogo, manifestazione spettrale di ciò che l'occhio e i sensi umani non possono definire. Chi sono queste entità? Semplicemente, "ciò che non ha nome" o, ancora meglio, "chi non ha nome". Ciò che il mondo, la realtà o il destino ancora non hanno creato ma che, prima o poi, dovrà per forza avvenire. Sono l'incognita del futuro, del nascosto, dell'ignaro. Ciò che Dalys potrebbe con una semplice parola richiamare ma che, suo malgrado, desiste ancora dal nominare. Diversamente, ella potrà però chieder loro di sussurrare, cantare o semplicemente intonare ciò che più le aggrada. Chiunque avverta la presenza dei "senza nome" si ritroverà a dover affrontare un'influenza psionica di paura passiva. [Passiva] All'attivazione del Ba Xian Dalys dovrà decidere quale delle due tipologie di arma utilizzare. Nel caso in cui desiderasse passare dall'una all'altra dovrà pagare un costo Medio.[Medio] Ma qual'è il vero potere di Xiang Zi? Cosa può, dunque, un immortale che un mortale non potrebbe? Qual'è la vera e più recondita potenzialità della parola? Cosa può creare che altre forme di magia o alchimia non potrebbero? Nell'istante in cui lo Xian cedette la sua anima a Dalys, fu con timore e ardore che le rivelò la più alta aspirazione della Parola, del Verbo: comandare la Vita. Con un semplice accavallarsi di sillabe, con un modesto sovrapporsi di parole. Dal nulla, al tutto. Dalla morte alla vita. O viceversa? Dalys è in grado di scrivere tanto la parola fino quanto quella inizio di un qualsivoglia individuo il cui fato fosse stato in precedenza deciso. Nel primo caso, ella racconterà la sua dipartita, nell'altro il fortuito come egli sia riuscito a scampare la morte per miracolo. In termini gdrristici: Dalys potrà vantare una tecnica di Pk utilizzabile in post autoconclusivi. Scrivendo come se fosse ella stessa la voce narrante, descriverà la fine del personaggio in questione. [Nullo] Di controparte, ella avrà a disposizione una difesa assoluta da utilizzare a beneficio di qualunque personaggio ella desideri (non se stessa). Sempre assumendo i panni di voce narrante, Dalys descriverà modalità e perché del suo scampare alla morte.[Basso] In ultimo, sempre nel potere di creare e togliere la vita con il semplice utilizzo di una parola, Dalys ha ricevuto il dono di nominare per sempre un'entità consenziente a nuova creatura e personalità. Basterà che un attimo, che un pensiero, e ciò che era sparirà lasciando il posto a ciò che è: in termini gdrristici, Dalys potrà consentire ad un qualunque utente di cambiare per sempre Aspetto, Background e carattere del proprio pg dopo previa scena gdr concordata (o situazione da quest concordata). Tecniche e pergamene rimarranno invariate.[Nullo] Bùxiǔ mǐ [Attivazione Basso. 4 Turni di permanenza] Xiang Zi conosce più profondamente di chiunque altro i desideri di colui a cui ella venne destinato. Per sua natura o semplice attitudine, essa è in grado di avvertire ed in seguito manifestare l'essenza del proprio portatore con una dedizione e perfezione aliene a qualunque altra forma di occlumanzia esistente in Terra. Proprio per questo, specchio senza veli e sbavature, ella è stata perfettamente in grado di intravedere l'unica, sola, grande ossessione di Dalys. Per colei che tutto può e tutto è in grado di fare con il semplice manifestarsi della propria volontà, quale paura più grande, quale terrore più inestricabile se non quello di perdere la voce? Di vedersi privare per sempre dell'uso della parola, unica e sola sovrana della realtà? Per questo, in presenza di un qualsiasi immortale, il solo in grado di ferire e strappare per sempre Xiang Zi da Dalys, lo Xian reagirà sparendo dalle mani di Dalys per imprimersi come ombra di rosa sulla sua schiena. Tale fiore sarà ancora un bocciolo, e rappresenterà il tempo a disposizione di Dalys per negare il naturale corso degli eventi con il proprio potere. Per quattro turni dall'attivazione (compreso quello di attivazione) Dalys potrà negare l'immortalità del proprio avversario. Tale azione non comporterà l'impiego di uno slot tecnica ma dovrà essere deciso all'inizio di ogni turno. Per tre volte, dunque, Dalys potrà tentare di uccidere definitivamente un immortale. Ma a quale prezzo? E' davvero possibile mutare anche il corso di ciò che di propria natura, di propria essenza, già un corso non ha più? Un immortale, per cui il tempo non esiste, la vita e la morte non sono che concetti privi di significato? Per ogni volta in cui ella si servirà di questa abilità la rosa aprirà sempre più i propri petali fino a sbocciare. Ma una volta sbocciata (uso di tre volte dell'abilità), la rosa inizierà ad appassire. Come scotto da pagare, se Dalys utilizzerà tre volte la "disattivazione di immortalità" dell'avversario, non potrà considerare se stessa immortale fino alla fine della giocata. [Nullo] Destato dal rivelarsi dell'estrema potenza dello Xian, dalla sua sconfinata capacità di creare ed insieme distruggere il mondo, non solo il mondo circostante Dalys ma anche la più sottile realtà dell'ignoto non potrà che soccombere ad esso divenendo sensibile non solo alle parole della ragazza ma anche a quelle di coloro che le stanno accanto. Ad ogni turno il campo di battaglia cambierà di qualche tenue, pur avvertibile, particolare seguendo la volontà della ragazza e del suo avversario/i. Nulla di abbastanza radicale da influenzare minimamente le sorti della battaglia (non si potrà per esempio far calare la notte) ma sufficientemente evidente da essere notato da entrambi. Oltre a questo, attingendo dunque alla suprema arte dello Xian, Dalys potrà compiere un ulteriore passo in tal direzione: dare anima e corpo ai "senza nome" i quali, richiamati per sua volontà, prenderanno a tutti gli effetti parte al duello. Si tratta di evocazioni di un livello inferiore a Dalys, potenza media capaci di restare in campo per due turni ciascuno. Sembianze, personalità, caratteristiche saranno a pieno arbitrio di Dalys salvo che potranno combattere solo ed esclusivamente con attacchi fisici [Alto per due turni]
~ Destiny ~
L'essenza di Xiang Zi è solo la prima di altre 8 eguali che, se unite, avranno il potere di trasformare un comune mortale in Immortale. Un semplice essere vivente in una presenza Eterna. Infima è infatti la situazione di Dalys: L'immortalità da lui guadagnata non è altri che la mera apparenza della più alta e magnifica esistenza degli Dei, degli Eterni. Un rimasuglio di eternità. Uno scorcio di Per Sempre. Solo conquistando tutti e 8 gli Xian sarà possibile guadagnare la vera e propria Gloria. Il Potere supremo che si originerà dalla loro unione. Tale destino, questa proverbiale risoluzione non solo è voluta dalla ragazza, donna conquistata dalla possibilità di creare, ma anche dagli Xian stessi che, privati della loro originaria unità, costantemente bramano il ricongiungimento con i loro simili. Che egli forse pensi che, divenendo un Dio, potrà infine obliare ogni cosa? Capaci di "sentirsi" in qualsiasi istante e momento, gli Spiriti saranno in grado di riconoscere immediatamente qualunque portatore di un Artefatto Xian e, di conseguenza, eserciteranno una insostenibile pressione nei confronti del loro padrone per la conquista dello stesso. In termini di gioco, se Dalys dovesse trovarsi dinnanzi ad un altro personaggio avente un artefatto Xian, sarà costretta ad affrontarlo per la conquista dell'oggetto. [Passiva] Oltre a questo, il potere del Ba Xian è immenso, ma, come ricordato, esso è riservato unicamente agli Dei, agli immortali. Se esso dovesse venire a contatto con ciò nella cui anima scorre ancora il tempo mortale, siano questi oggetti o esseri viventi, il suo destino sarebbe inesorabilmente quello di finire in mille pezzi, squarciato dalla lama della vita. In termini di gioco, nel momento in cui Dalys utilizzerà Ba Xian, quindi, ella potrà immediatamente individuare qualunque immortale o divinità si trovi nelle sue vicinanze. (Salvo che esso non sia nascosto da illusioni e tecniche di vario genere) Tuttavia, se l'artefatto dovesse venire anche solo una volta a contatto con un "mortale", immediatamente essa verrà ridotta in frantumi. In termini tecnici, ogni volta che Ba Xian entrerà in contatto con oggetti o entità non Immortali, ossia nel caso in cui Dalys venga sfiorata da un Mortale dopo aver rilasciato il potere di Xiang Zi ( o di uno degli altri 8 immortali ), egli perderà per sempre il proprio nome. In poche parole, ella morirà in quanto inesistente.[Passiva] In ultimo, ed è bene ricordare questo ultimo particolare, qualunque danno inferto da Ba Xian su personaggi Immortali, avrà effetto del tutto permanente, impossibile da cancellare con qualunque artificio di sorta. A prezzo della rottura dell'Essenza, l'effetto varrà anche sui Mortali. [Passiva]
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| Edited by Majo_Anna - 6/9/2012, 16:59
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