Asgradel - Gioco di Ruolo Forum GDR Fantasy

Marchosias

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Ikit89
view post Posted on 25/2/2011, 21:56




Indice

■Background
■Descrizioni
■Caratteristiche
■Riepilogo
■Cronologia Scheda
■Conoscenze
■Storyline

Noto Come: Hakuouki Razza: Costrutto\Umano Classe: Artefice
Dominio: Esper (III) Energia: Verde Pericolosità: Grado D $$$: [X]


"Padroneggi schemi arcani, Artificio...
me ne compiaccio. Sarà un piacere scoprirti passo dopo passo."
-Shakan Anter Deius


"La vita mi ha insegnato che ognuno di noi nasconde un demone. Tu nascondi un umano, Hakuouki."
-Dalys Cavendish


"Tu sei Marchosias, l'Artefice e Hakuouki.
Non una fredda macchina, certo, ma nemmeno un uomo."
-Raymond "darkdragon" Lancaster


BACKGROUND

«il padrone te lo assicura, quando avrai finito con questo lavoro la tua vita cambierà!»

E come potevo, a posteriori, dargli torto? Adesso forse scorgo una sorta di ironia in quello che mi è accaduto, e dire che non mi pensavo tipo da ridere delle disgrazie, soprattutto le mie.Sistemai meglio la coperta che usavo per coprir(mi)lo e tornai a guardare quelle cose che era più semplice chiamare "piedi", mentre le mandavo avanti una dietro l'altra.Era il momento di lasciarmi andare ad una risata nervosa, una risata come a compatire me stesso, lì in mezzo alla radura, con nessun essere senziente ad ascoltarla?Forse, ma rimandai quel momento: in realtà ero terrorizzato dal suono che avrebbe, insomma, che avrei potuto emettere; un tentativo di parlare l'avevo già fatto prima di incamminarmi e mi era bastato. Un suono ovattato e freddo fu l'unica cosa che ero stato capace di tirar fuori, ed era estremamente difficile affibbiargli un inflessione emotiva, tutto quello che usciva fuori sembrava provenire dal fondo di un pozzo, da un posto non fatto per accogliere suoni umani, roba da far gelare le ossa. Ahahaha, gelare le ossa... le ossa! Ora faccio pure lo spiritoso.

Ma quali FOTTUTE ossa!?

Stiamo forse argomentando riguardo la manciata di vertebre cervicali, uno scarto di cranio e la mia cara adorata riverita coccolata degradata materia grigia che mi porto dietro dentro questa lattina con i ghirigori sopra? O dovrei parlare di tutto il resto, del mio "pacchetto completo", il resto del mio scheletro con tutto il ripieno e compagnia cantante, che ho lasciato alle larve?

EH!?

Una delle due cose striscia sul sentiero di terra battuta e solleva uno sbuffo di polvere: ancora non riesco a controllarle come voglio.

No, no, no. Calmo. Rilassati.

«Marchosias, nei tuoi lavori ci metti tutto te stesso!»


tanti me l'avevano detto, e stavolta pare ci abbia messo dentro solo il minimo indispensabile.
Aha. Divertente. Proprio tanto.Perdio, questa è la volta che perdo il senno sul serio; piuttosto, meglio organizzarmi le idee e trovare un folle che creda a questa storia.

E dire che di solito gli artefici sono persone piuttosto equilibrate. Gli Artefici sapete?Insomma Tecnomaghi, o chiamateli come vi pare: incantatori che padroneggiano la Magia per assemblare ciò che non si può ottenere con il semplice artigianato. Da dove credete vengano i Golem allora? Non dalle fottute cigogne, ovviamente. E non parlatemi dei cavoli.Marchosias praticava questo mestiere per vivere, ed era anche piuttosto bravo, non che avesse molta concorrenza nei villaggi limitrofi. Era dotato di una spiccata vena creativa e traeva massimo piacere dal suo lavoro; sentirsi creatore era la sua passione, un po' come fare il Dio in piccolo, tirar fuori dal nulla oggetti impossibili ma soprattutto costrutti coscienti, pallida imitazione della vera vita. Era da un po' che andava abbastanza forte, si era fatto un nome nella propria zona, e la gente abbastanza ricca da commissionare un lavoro non mancava, alcuni percorrevano discrete distanze per arrivar fino al suo laboratorio. Marchosias lo prendeva come un motivo di vanto. Quasi ogni giorno un nobile si svegliava al mattino con in testa l'idea di voler possedere un maggiordomo costrutto o un capocantiere decideva di investire in un golem per i lavori pesanti, e avanti di questo passo.In quel periodo il lavoro non mancava di certo, per fortuna.

«il mio padrone, il Visconte di Castel Maggiore, concede al vostro laboratorio l'onore di una commissione»

Ah, se solo il nostro artefice avesse potuto guardar da capo a coda la catena di eventi che quel tizio recava con sé, l'avrebbe cacciato via di lì seduta stante.L'uomo che si era presentato alla sua porta era smilzo ma vestito in maniera dignitosa e ben pulito, difficilmente l'avrebbe identificato come il messo di un qualche nobile.L'artefice peccava di ignoranza riguardo nobiltà, stemmi, araldica e tutto il resto: l'espressione sul proprio volto doveva parlare per sé, perchè il valletto aggiunse:

«parlo di Lucanor di Castel Maggiore, capite? Le proprietà del padrone comprendono molte terre circostanti a questo villaggio.»

Fingendo di aver rimembrato il nobile in questione, l'Artefice accolse il valletto in casa propria.Se solo avesse capito con chi aveva a che fare, le sciagure dell'Artefice sarebbero state troncate sul nascere. Eppure i sospetti erano leciti dato il tipo di richiesta: tale visconte gli aveva commissionato un costrutto singolare, una guardia del corpo, qualcosa di letale ma al tempo stesso elegante a vedersi; doveva apparire come un armatura od una scultura, così aveva scritto, da tener a palazzo in angolo, vicino alla propria persona.Rigirò a lungo la pergamena che il valletto gli aveva consegnato. Marchosias guardò costui con divertimento, pareva attendere la risposta come il "si" del "vuoi sposarmi?".Ancora adesso potreste chiedere all'artefice stesso se la risposta affermativa fu dettata dalla spinta creativa che quel lavoro comportava, ennesima sfida alla sua vulcanica mente, o in maniera meno pittoresca, dall'eccessivo compenso promesso: dubito sarebbe certo della risposta..

[.....]

A notare l'espressione di sollievo, pareva essersi scordato quanto fosse comoda la poltrona nello studio. Da quanto gli mancava il sonno, o il solo riposarsi pochi istanti? Sulla soglia dei suoi sogni, il brontolio dello stomaco fu come uno strattone: aveva solo il miraggio del suo precedente pasto caldo. Come ubriaco, guardò distrattamente fuori dalla finestra che dava sull'aperta campagna, ma i suoi occhi erano insensibili alle bellezze della natura, almeno in quel momento; e dire che si affacciava sempre a guardar il paesaggio quando voleva sgombrare la mente. Adesso non aveva proprio bisogno di svuotarsi la testa, ci avevano pensato i giorni di lavoro estenuante e concitato, sostenuto solo dalla sua stessa indole creativa, che si autoalimentava in maniera febbrile. Amante premurosa, il nulla lo accolse ancora una volta.

[.....]

Aprì gli occhi e cambiò poco: era notte fonda. Si sentiva rinato, neanche fosse stato il primo sonno della sua vita. A tastoni cercò la candela sul tavolo, accesa quella si diresse verso il laboratorio, in quello stato di coscienza acerba che segue il risveglio, lo scricchiolare delle assi come unico compagno. Arrivato vide subito il frutto del proprio lavoro. Per un momento fu come se non fosse stato un estraneo e non lui a passare ore tra quegli strumenti, ma al tempo stesso conosceva ogni parte di quell'entità. Gli capitava ad ogni lavoro; assaporò il deja-vù come un frutto esotico ed inaspettato, un sorriso da ebete sul volto. Era come se fino a prima avesse lavorato su tutt'altro, qualcosa di grezzo, erroneo, destinato al fallimento; e invece eccolo lì, ed in quello stato di torpore l'artefice stesso si era quasi scordato di averlo compiuto. Sembrava qualcosa di totalmente diverso rispetto all'ultima volta che l'aveva osservato. Con un po' di immaginazione l'avrebbe visto respirare: era perfetto, ogni parte si fondeva alle altre come solo la carne può, l'occhio non cadeva sulle singole parti, come il quadro di un orologio e i suoi ingranaggi, bensì trasmetteva un idea di insieme, di un organismo. L'aveva dotato di capacità uniche, capace di manipolare la materia egli stesso; era certo che chi l'aveva commissionato sarebbe rimasto stupito. C'è qualcosa di innaturale nell'osservare l'opera di un artefice, chiunque ha sempre bisogno di metter un attimo a fuoco ciò che ha davanti: materia inerte fusa, plasmata, combinata fin nell'intimo, come fossero creature già nate così. Passò una mano su quel... no, era difficile comprendere dove finiva il metallo e iniziava dell'altro, la maggior parte materiali impossibili foggiati tramite la magia.

«mi sono superato ancora una volta» pensò, pieno di sé.

Adesso altro sonno, e qualcosa di caldo da mettere sotto i denti, aveva bisogno di forze, domani sarebbero iniziati le prove di attivazione. L'alone di luce salì le scale assieme al portatore, poi il tonfo di una porta.

Il valletto portava con sé il vino, già, vino. Ed anche il sapore non era neanche male, forse il migliore mai assaggiato. Se oggi potessi bere qualcosa, di sicuro non sarebbe vino. La mia mente ride in maniera amara, ma tengo quella risata ben stretta, per paura di come potrebbe risuonare, lasciandomela sfuggire da qua dentro. Quando mai un cliente facoltoso mi aveva mai offerto una bottiglia di vino per festeggiare da solo prima della consegna? Stupido, stupido, uno sciocco, ecco cosa sono stato. Doveva insospettirmi il fatto che quel presunto visconte delle mie brache non avesse fatto visita per vedere il suo gioiellino, nemmeno una volta, dopo tutti quei soldi promessi.
Gli sorrisi come un idiota, ecco cosa feci, e come un idiota bevvi solo in casa quel veleno, come non avessi avuto tra le mani del vino, guardando fuori da quella finestra dove mi piaceva indugiare, pieno di me stesso come non lo ero mai stato. Sapevo di ladri di costrutti, masnade di contrabbandieri senza scrupolo, disposti a tutto per smerciare quella merce rara, ma vuoi per fortuna, vuoi per attenzione, non ero mai incappato in simili esperienze.
Non c'è che dire, furono furbi: il finto valletto di un inesistente nobile ed una commissione particolare; volevano assicurarsi tra le mani un pezzo costoso per il loro colpaccio. Ripensandoci è ovvio che i miei lavori fossero preda ambita da tempo per quella gente. Oh oh, guarda un po', suona come un complimento. Andassero tutti al diavolo, e non mi avranno mai, né me, né il mio lavoro, o per meglio dire: il mio lavoro E' me. Almeno per ora. Urge una soluzione, ma non è il momento di parlarne...

Il veleno dite?

Oh, penso avessero paura delle mie arti magiche... Già, molto buffo. Mi verrebbe da ridere se non mi venisse da piangere. La verità è che non sono mai stato un mago combattente, avrei potuto far poco, meglio nulla, se avessero tentato di derubarmi con la forza, e in quel caso immagino li avrei lasciati fare i loro comodi, almeno mi sarei risparmiato tutto ciò che avvenne dopo. Mi accorsi di ciò che stava accadendo troppo tardi, altra prova che quel vino mischiato al veleno non era proprio malaccio. Iniziò dalle mani: le unghia diventarono bluastre e iniziarono a creparsi. Già, creparsi: fu il suono del ghiaccio che si rompe ad attirare la mia attenzione su ciò che stava accadendo, infatti quel veleno pareva non causare dolore.

Dovrei ringraziarli per quella pietà? Un altro sorriso amaro se solo avessi una bocca con le quali regalarvelo.

Quando iniziarono a cadere i capelli sul tavolo e fui certo che non era l'ubriachezza ad ingannarmi, provai ad alzarmi, sentii le gambe addormentate e mi mancò l'appoggio; caddi, e poi un suono liquido assieme a quello del legno che scoppietta nel camino. Alzando lo sguardo vidi i miei piedi del colore dell'ossidiana, deformati e con il bianco delle ossa che sbucavano dalla carne, spezzate, candidi punti esclamativi ad urlare il mio stupore.

Le fissai per un attimo, un solo attimo, e poi fu il panico.

Fatico a ricordare quello che accadde nelle ore successive, la mia mente è rimasta danneggiata nel processo, oppure semplicemente ha rimosso tutti i ricordi che potrebbero farla collassare. Ormai mi era chiaro che il mio corpo stava marcendo, io stavo marcendo, a causa di un veleno magico. Pensai di essere spacciato, chissà quanti maghi curatori in quella fetta di Asgradel erano in grado di curarmi in tempo. Vi risparmio l'ordalia con la quale mi trascinai delirante giù carponi tra i miei strumenti in laboratorio, e di come sentivo il mio corpo marcire, una sensazione di torpore incalzante. Sembrerà strano, un pensiero formulato in un momento di terrore assoluto, ma la vista del Dajjal mi rincuorò un poco: sembrava ricordarmi che nonostante tutto ero capace di cose fantastiche, che in qualche modo le mie capacità creative mi mettevano un gradino sopra tutti, come se un uomo capace di queste cose non poteva morire così. Si, lo so, egocentrismo rampante anche in un momento simile, con quel veleno che oramai aveva intaccato metà dei miei organi interni e icore nero che iniziava a fuoriuscire dai miei orifizi, impedendomi di respirare con polmoni oramai disfatti. Attribuitelo pure alla situazione disperata nella quale mi trovavo, se volete; l'ultimo pensiero di un folle orgoglioso.

Io non mi condanno: quella mia follia mi rese salva la vita.

Sapete, gli Artefici non operano mai su materiali vivi: metalli, minerali, e ciò che non esiste in natura lo si plasma con la magia, come le fibre dei muscoli costrutti, che a tastarle sembrano a metà tra metallo e carne, ma quest'ultima è un territorio estraneo alla mia arte. Le mie conoscenze di anatomia umana erano eccellenti, fanno parte dell'arte: studiamo a lungo organismi autentici prima di imitarli. Quelle stesse conoscenze mi dicevano che quello che mi stavo apprestando a tentare non poteva avere successo, non si poteva fare, non era previsto o contemplato. Sapevo di avere pochissimo tempo: me lo diceva l'annebbiarsi della mia vista; subito dopo fu il buio, e sentii due tonfi flosci sul pavimento: dovevano essere i miei occhi liquefattisi. Avevo già inalato il mio ultimo respiro, ogni parte del mio corpo era uno sfacelo o lo sarebbe stato a breve, ed il semplice fatto che continuavo a formulare pensieri era prova che rimaneva ancora il minimo nucleo possibile non intaccato da quel veleno: il mio cervello, roccaforte del mio essere. Onestamente non so se vi siano mai stati altri tentativi riusciti di impiantare materia organica originale in un costrutto, meno che meno un organo complesso a livelli così ridicolarmente alti come un cervello. Un cervello umano, tra l'altro. Ah, ovviamente, per rendere ogni cosa più semplice, il cervello in questione era quello della persona che attua l'artificio.


Totalmente folle, eppure ebbi successo.

Non so esattamente come completai il formulamento dell'artificio in tempo, ma vi riuscii; forse la spinta di autoconservazione fu così forte da attingere ad ogni briciolo di potere del quale ero capace, o forse fu solo fortuna. Non esiste droga capace del turbine di sensazioni che seguì, potrei passare anni interi nel tentare di mettere in parole quelle...

...Cose?

Fu luce e l'assaporai un momento, vedendo l'odore che mi si presentava. Già, proprio così.

A posteriori ho formulato l'idea che la mia mente non si era ancora stabilizzata alle nuove connessioni, e le sinestesie di cui ero vittima furono impetuose, indescrivibili, il mio io sballottato da una forte risacca.

Il tatto.

Quello era totalmente scomposto ed alieno, per adattarsi ad una nuova superfice inusuale e segmentata. Chiedete ad un cieco dalla nascita cosa sia il color cremisi, ad un sordo cosa sia un la di petto: ecco, descrivere come i miei sensi si sono riadattati è facile come rispondere a queste domande. Sta di fatto che i miei sensi si ricomposero in misteriose maniere, testimonianza delle immense capacità della mente umana, e dopo poco ero in grado di "vedere" e "sentire" come non fosse successo nulla, e non riesco a ricordare come vede e sente un corpo umano. Restava solo un piccolo distacco di fondo, un velo di alienazione, come guardare uno spettacolo in galleria anziché nelle prime file. Muoverlo, cioè muovermi, non rappresentava un problema: scavalcai una pozza di liquame nero nel qualche galleggiavano i miei vestiti, un arcipelago in un mondo alieno, lì proprio sul mio pavimento. Non ci feci caso lì per lì, mi tornò in mente più tardi che era quanto mi ero lasciato alle spalle del mio corpo, o almeno della maggior parte, tranne la più importante. Pensai che chi mi aveva voluto morto era lì pronto a cogliere il proprio bottino. Avvolgere lo Dajjal, o meglio avvolgermi in una coperta, e fuggire via, nella notte ormai arrivata, fu un attimo. Ripensandoci avrei potuto portare con me qualcosa di utile, ma la paura e lo sbando di quel momento vibravano nella mia mente, non lasciando spazio ad altro.

Mi serviva un unica cosa. Il posto più sicuro al mondo per questa marionetta. Facile a dirsi. Il posto dove chiunque può essere potente e temibile, chiunque può essere un... Re. Il Clan Toryu.

Ecco, bravo Marcho, è già un inizio

dividerq



ASPETTO

Chi di voi, vedendolo, si è mai soffermato a interrogarsi sulla vera natura di questa creatura? [1] Marchosias il costrutto, placche di un materiale sconosciuto che si oppongono al mondo esterno come un’armatura leggera. Una barriera che racchiude al proprio interno la debole, effimera essenza di Marchosias l’uomo. Al tempo stesso la sua salvezza, l’unico motivo della sua sopravvivenza, e la sua condanna. Una prigione invalicabile nella quale la sua mente si è innestata sprigionando un potenziale inaspettato. Ciò che era un oggetto, deputato alla guerra, ad essere guidato da spiriti deboli, è germogliato nutrendosi dei pensieri, delle angosce di un essere umano che non voleva andarsene. Marchosias il demone, senza volto e senza espressione, dall’apparenza solo vagamente umanoide. Nato per imitare l'umanità, per incarnarne i pregi senza i difetti, è alto quasi due metri, leggero nelle proprie proporzioni, di un peso inferiore a quello di un uomo della medesima stazza. Senza volto, senza mollezza, senza deboli giunture logorate dall'età, eternamente ricostruibile. Impossibilitato a parlare con la propria voce, a compiere anche i più elementari gesti della comunicazione umana, come corrugare la fronte, sollevare le sopracciglia, sorridere, piangere. Incapace di tornare indietro, di espandersi a sfiorare l’esterno con il tatto di un tempo, di assaporare la consistenza della pelle di un’amante, l’umida erba dei prati. [2] Non più mani per carezzare, per provare compassione, per pregare, ma dita artificiali, ma una pinza meccanica con la quale combattere e uccidere. Non uno strumento, non semplicemente quello che appare, che affascina i bambini e fa inorridire i comuni mortali. Non volle morire e ora vive sospeso sul filo del rasoio tra la vita e un oblio meccanico, incapace di convincere il mondo di ciò che è. [3-4] Fino ad allora semplicemente un Artefice forse solo più capace di altri. Carne, sangue e capacità sopite sotto la pelle, insieme ai sogni e alle paure. Un flusso invisibile, che è emerso solo al contatto con un corpo capace di catalizzarlo verso l'esterno, rendendo l'Artefice un fenomeno eccezionale tra i propri simili. Ma anche questo non è che una pena. Sconfinato, il desiderio di essere uomo anche per un secondo soltanto, terribile l’anelito a potersi lasciar ferire gli occhi ancora una volta dal sole, lasciar spazzare via il proprio spirito dal vento. In un corpo eterno, un’anima volatile quanto petali di un ciliegio.

    [1] Armatura leggera "Placche Composite"
    [2] Arma da mischia "Pinza"
    [3] Erboristeria: Cristallo della conoscenza
    [4] Erboristeria: Tomo Selvaggio


DEUS EX MACHINA

I frutti di un connubio imposto. Le implicazioni utili ma al tempo stesso odiate della fusione dell'umano con il disumano. Limiti, sbarre, porte chiuse attraverso cui nuovo potere è traspirato come un vento, assumendo la forma di potenzialità inaspettate. Capacità sottili, straordinarie quanto le catene che le vincolano. Risvolti interminabili della stessa medaglia: un unica entità con due facce dai confini sempre più labili. Una rinuncia forzata al ciclo vitale dell'uomo e alle azioni che lo distinguono come essere vivente. [1] Nutrirsi, bere, cercare riposo. Bisogni andati perduti insieme alle spoglie umane. Perdute le necessità ma non il desiderio di appagarle. Perpetuo è il fastidio della fame e della sete e del sonno che Marchosias non può ottenere. [2] I sensi stessi si sono presi gioco di lui, ricomponendosi in nuove maniere, lasciandolo spesso in balia delle sinestesie più impreviste. L'udito e la vista perfetti di una macchina, rischiando però di restare in balia dell'enorme flusso di percezioni. Più di una volta Marchosias ha preso il controllo inconscio degli apparati da lui stesso ideati, soffocando temporaneamente l'uno o l'altro a piacimento. Un amaro prezzo non chiesto e al tempo stesso un netto vantaggio che pone questo essere sopra le debolezze di quelli che erano i suoi simili. [3] Conversare con loro, esprimere i propri pensieri: perfino un'azione così semplice ha assunto nuove sfaccettature, ognuna delle quali gli ricorda beffarda la sua sventura. La voce stessa del costrutto - metallica e inadatta alle emozioni - sembra allontare l'Artefice dalle persone alle quali si rivolge. Ma tutto ciò non è bastato a fermare la sua disperata presa su quanto di proprio - vero e individuale - gli è rimasto. Adattatosi ai nuovi organi e infrastrutture che egli stesso ha progettato, ha riconquistato l'uso della propria voce umana, nonostante questa non può essere udita da orecchio alcuno. Le menti dei suoi interlocutori, quelle saranno raggiunte direttamente dai pensieri decifrati in parole ogni volta che Marchosias vorrà essi sentano. Che sentano e realizzino che il fantasma dentro il guscio non si è ancora arreso. [4] Perchè il percorso di Marchosias è e sarà disseminato di difficoltà e orrori di ogni sorta, prove più difficili da sostenere dalla la mente umana piuttosto che dalle fibre - inanimate e insensibili - del corpo. Il distacco dalla realtà, le mura della sua prigione, le distanze da tutto e da tutti. Le ha maledette mille volte e adesso sono un'armatura, un perfetto parafulmine per tutte le illusioni e le finte realtà agghiaccianti che vorranno farsi strada verso la sua mente. Ma i suoi demoni, le sue personalissime atrocità, quelle dovrà affrontarle da solo.

    [1] Passiva Razziale "Tenacia" (Nano)
    [2] Pergamena: "Zero" ( Cacciatore, Basso)
    [3] Passiva Dominio (Esper, Liv I)
    [4] Abilità Personale, Difesa Psionica (Variabile)

G-RADIANZA

La legge della gravità che permea ogni angolo del piano di esistenza. Il più importante degli ingranaggi astratti sui quali si basa la realtà per come la conosciamo, il fulcro sul quale fa leva ogni azione; la vera prima causa di molti cambiamenti, forse anche della vita stessa. Come effetto collaterale della sua ibrida natura, Marchosias si è sorpreso percepirne la forza: un flusso continuo e invisibile che si agita mutando costantemente, appena sotto la trama che comunemente per ogni altro uomo costituisce l'intero insieme delle cose tangibili. Una percezione che in breve è diventata una risorsa da sfruttare, un'arma da scatenare sui propri avversari. Lui stesso non sa dire se all'origine di questi poteri vi sia la natura del costrutto oppure quella della propria mente. Questa, ormai slegata da molti dei vincoli umani potrebbe forse essere capace di esprimersi al proprio massimo potenziale negli artifici che ha sempre praticato, manipolando però forze invisibili anzichè la materia consona. In ogni caso utilizzando queste facoltà si è spettatori di una scoperta continua: espedienti fantasiosi hanno dato frutto ad effetti imprevedibili. [6] Primo tra questi effetti è la manifestazione più semplice e grezza delle particelle gravitazionali. Marchosias in principio scoprì di poter emanare a piacimento flussi di gravitoni, manifesti sotto forma di sottili scie violacee, capaci di essere indirizzate a grande velocità verso un bersaglio designato, sia esso materia solida oppure un punto a mezz'aria. Raggiunto l'obiettivo, questi vettori serpeggianti si spengono per lasciare posto ad un accumulo di forze invisibili che danno vita - nel giro di attimi - ad una implosione localizzata. L'intensità della manifestazione è sempre commisurata alla quantità di vettori emanati a scapito delle energie del costrutto. Un'emissione abbastanza potente può frantumare anche la roccia più solida o causare gravi danni contundenti e interni, nel caso di creature viventi. Stimolato da questi imprevisti risvolti dell'unione al costrutto, Marchosias non ha tardato a sperimentarne gli aspetti più sottili. [3] E' bastato poco per capire come giostrare le forze in maniera più raffinata, per esempio foggiandole in maniera tale da arrestare o deviare degli attacchi in arrivo. Il risultato è un sottile scudo frontale, capace di difendere però solo dalle offese più deboli. Ma oltre agli impieghi che implicano il concentrare le particelle intangibili, Marchosias si è dedicato a quanto era ricavabile dalla loro rarefazione. [1] Disperdere la dose di gravità propria di un oggetto o nei suoi pressi lo libera istantaneamente dal proprio peso, facendolo levitare. Allo stesso modo, alterare il verso delle particelle rende capaci di muoverlo a piacimento e agire su di esso come fosse tra le proprie mani. A questo punto per scagliarlo contro un nemico o frapporlo ai suoi attacchi basta solamente un pensiero. L'unico limite alla massima massa disclocabile sembra avere una qualche relazione con la forza stessa del costrutto, dato è impossibile agire su oggetti più pesanti di quelli che normalmente potrebbero essere spostati normalmente. [2] Nel caso di oggetti familiari e conosciuti nei minimi particolari Marchosias ha - con la ripetizione dell'abitudine - compreso ogni sfaccettatura con la quale la gravità fa presa su di essi. Il risultato è che la concentrazione e le energie necessarie ad applicarvi la telecinesi sono di gran lunga inferiori. Con la pratica l'Artefice ha dunque preso l'abitudine di spostare e brandire il proprio equipaggiamento facendolo orbitare intorno a sè in maniera inconscia: finchè questi oggetti sono nei suoi pressi può agire su di essi con la stessa istintività dei gesti più comuni. [5] Comunque pochi sono gli espedienti che hanno effetto anche contro le creature viventi e tra questi il più utile è sicuramente un impulso attrattivo, una presa capace di strattonare anche un'essere umano.[4] Infine gli sviluppi di questo concetto lo hanno portato alla più naturale delle conseguenze, cioè la telecinesi sull'oggetto che meglio di ogni altro egli conosce nei particolari più intimi: la sua creatura, la sua prigione, la sua migliore opera d'arte. Mantenendo un minimo di concentrazione è capace di diradare le forze naturali che gravano sul costrutto, innalzandolo a mezz'aria e rendendo il volo una realtà raggiungibile.

    [1] Attiva Dominio (Esper, Liv I, Basso)
    [2] Passiva Dominio (Esper, Liv II)
    [3] Attiva Dominio (Esper, Liv II, Medio)
    [4] Passiva Dominio (Esper, Liv III)
    [5] Pergamena: "Attrazione violenta" ( Mago, Medio)
    [6] Abilità Personale, Dominio Elementale Offensivo:
      ▪ Elemento Gravitoni
      ▪ Costo Variabile

ALI DI OSSIDIANA

[1] Arma, scudo, canalizzatore di venti magici o frivola decorazione, la natura di queste appendici è sconosciuta allo stesso Marchosias. Esse infatti sono state generate dal corpo del costrutto in maniera autonoma e misteriosa. Marchosias stesso si è reso conto della loro presenza dopo essersi risvegliato - indenne - tra le macerie del vecchio Borgo Toryu, sulle quali è poi sorta Basiledra. Le ali posseggono un apertura massima di circa tre metri, sostenute e articolate da una sorta di bracci formati da tasselli e ricchi di meccanismi che ricordano l'orologeria più precisa. Ma non si tratta di pura meccanica: la magia stessa è complice dell'eleganza dei loro prodigiosi movimenti. I due bracci sono estensione diretta del resto del corpo e sono dunque composti dagli stessi materiali del costrutto, nonchè suscettibili al senso del tatto, del dolore, alla temperatura e ai danni. Marchosias può muovere queste estremità per spiegare, richiudere, o avvolgere attorno al proprio corpo le ali, ma non può compiere movimenti complessi o applicare forza con esse. Anzichè un comune piumaggio, presentano delle lastre di un materiale vetroso simile all'ossidiana, pesante e duro ma più fragile dell'acciaio. Le estremità sono affilate a livello molecolare e capaci di tagliare molti materiali senza dover applicare forza su di essi. Il materiale delle lame è soggetto ad una rigenerazione maggiore di quella del resto del corpo: come unghia di una mano, ricrescerà col tempo se spezzato o danneggiato, mantenendo inspiegabilmente il proprio filo. Le sezioni delle ali possono scorrere in maniera telescopica e una volta richiuse occupano pochissimo spazio sulla schiena. In questa posizione mantengono l'affilatura all'interno, evitando di ferire accidentalmente le persone circostanti.
[2] La loro natura instrinseca rende queste estremità perfette collettori di energie e venti magici, rendendo possibile una particolare maniera di viaggiare, preclusa ai comuni umani. Si tratta di un processo che inizia con un periodo della durata di diverse ore, solitamente da 8 a 12, durante le quali Marchosias sovraccarica ogni fibra del costrutto, che è costretto a restare pressocchè immobile sul posto, assorbendo energia (termica e solare perlopiù) dall'ambiente circostante. Un tempo di carica così prolungato ne impedisce ogni uso in combattimento. Questa lunga attesa viene sfruttata dall'Artefice per eseguire i complicati calcoli di traiettorie e tempi di orbita necessari raggiungere la locazione designata. A carica ultimata il costrutto consuma l'enorme surplus di energia in un ciclopico salto di alcuni kilometri verso l'alto: il terreno circostante viene corrugato e tremori di lieve entità possono essere percepiti nei dintorni. Ad un certo punto dell'ascesa un altra grossa fetta dell'energia accumulata viene espulsa tramite le ali, sfruttate come mezzo di propulsione per oltrepassare gli strati superiori dell'atmosfera. L'Artefice e il costrutto seguono dunque la traiettoria, che può comprendere un orbita completa a seconda dei casi. L'energia residua viene spesa per creare una bolla difensiva che lo protegge dall'ambiente avverso e dal rientro a terra: quest'ultimo infatti avviene in caduta libera dai confini dell'atmosfera. Grazie ai residui della bolla energetica l'impatto al suolo non provoca danni all'utilizzatore, ma genera un cratere di dimensioni notevoli (circa 20m di diametro).

    [1] Arma da mischia
    [2] Abilità Personale, Descrittiva (Nullo)

FULMINE GLOBULARE

[1] Oggetto creato da Marchosias stesso tramite l'Artificio, esso è al limite tra fenomeno fisico e pura magia, rendendo con la propria esistenza labile e sfocato il confine tra questi due concetti. Il suo aspetto non è mai statico: è composto da puri fenomeni energetici di natura elettrica e volute di plasma. Una barriera sferica di natura magica incapsula il tutto e lo rende a tutti gli effetti un oggetto solido e sferico, piccolo abbastanza da essere tenuto in mano e tiepido al tatto; grazie a ciò è maneggiabile in sicurezza da Marchosias o da chiunque altro. Il suo utilizzo principale è quello di arma a lunga gittata: secondo il volere dell'utilizzatore sulla barriera magica si aprirà per un attimo una minuscola breccia, che lascerà modo alle energie interne di scaturire per un attimo sotto forma di una violenta saetta. Queste scariche elettriche schizzano scaricandosi verso il bersaglio; hanno una lunghissima gittata ma sono alquanto imprecise. Non sono pericolose come dei veri e propri fulmini ma potenti abbastanza da essere letali quanto dei colpi da arma da fuoco. A causa della natura interna di questo "oggetto" possono essere emesse fino a cinque scariche prima che il fulmine globulare necessita di diverso tempo per riaquisire l'intensità necessaria a generarne altre. La sfera nel suo complesso risulta leggermente magnetizzata e aderisce alle superfici metalliche se a contatto con esse. [2] Dopo le prime sperimentazioni su questo oggetto, Marchosias ha aggiunto invisibili incanti per rendere le saette più precise a prescindere dalla mira di chi utilizza l'arma. Esse possono essere calibrate sull'impronta elettrica del bersaglio e quest'ultimo agirà quindi da parafulmine: le saette si scaricheranno su di esso qualunque cosa accada, seguendo anche percorsi tortuosi e imprevisti per raggiungerlo.

    [1] Arma da fuoco piccola (5 munizioni)
    [2] Pergamena: "Mira Infallibile" ( Cacciatore, Basso)

FLARE

La sorprendente alchimia dentro i cuori delle stelle, la magnificenza di un sole. Pochi sanno che anche il più piccolo granello di sabbia può bruciare abbagliando un regno intero. [1] Regole segrete per cui l'aria stessa può innescarsi incendiando se stessa se carezzata in maniera opportuna, mutando e dando vita ad un vento: l'alito stesso del Sole. Un plasma iridescente e cangiante, pronto a scagliarsi in un flusso incontenibile contro chiunque l'Artefice sia intenzionato a bruciare. [2] E dove l'uomo comune vede "niente", l'Artefice scorge interminabili quantità di particelle sulle quali far presa. Qualsiasi spazio può essere stimolato, le forze sopite delle materie più inerti destate in un incendio silenzioso e duraturo. Alla vittima spetta una sorte sciagurata. Sarà incuriosito dal bagliore che repentineo illumina il suolo, si chiederà il perchè del tremolio dell'aria; forse nutrirà il dubbio, ma solo per pochi attimi. L'Artefice sa che le domande lasceranno posto esclusivamente al calore disumano.

    [1] Pergamena: "Padronanza elementale (Fuoco)" ( Mago, Basso)
    [2] Pergamena: "Trappola incandescente" ( Cacciatore, Alto)

EMP FIELD

Un abbraccio continuo avvolge ogni oggetto, ogni creatura, il mondo stesso. Un tocco capace di fare rizzare i peli quando è leggero come una carezza; fulmini si schianteranno al suolo quando è pesante come una mazzata. L'origine dei fenomeni è forse nascosta ai più, ma non a tutti. Non a colui che può piegare la materia e le regole del mondo. [1] Invece ne ha fatto una forza da adoperare per i propri scopi. Un'amico che lo avverta dei pericoli che non possono essere visti ne sentiti. Un sesto senso, un tatto spalmato su una sfera quasi invisibile, composta da forze irrequiete e scintille danzanti. Con essa la possibilità di sentire - come toccandola - ogni cosa che vi passi attraverso. [2] Ma un amico fidato sa anche allontanare gli ospiti indesiderati. Si tratta di una forza repulsiva costante, una sfera di solitudine: la piccola e personale torre d'avorio di Marchosias. Ammessi solo coloro che faranno uso di notevoli sforzi per oltrepassare la barriera seppur per un unico momento, tentando di ghermire l'essere al suo interno. In ogni caso durerà abbastanza perchè l'Artefice possa vendicarsi dell'offesa subita. [3] Verrà poi il momento in cui ciò che lo colpisce e lo offende è tutto intorno a lui, quando davvero il bisogno di distaccarsi dall'ostilità del mondo esterno diventa una necessità assoluta. Allora il costrutto si chiuderà a riccio, un feto alieno che mai ha avuto madre, reso inarrivabile a coloro che ne bramano la caduta. [4] Infine con la difesa più impenetrabile ogni attacco sarà ritorto in parte contro la mano che l'ha scagliato con violenza, e i nemici di Marchosias pagheranno per ogni colpo sferratogli.

    [1] Pergamena: "Campo elettromagnetico" ( Mago, Basso)
    [2] Pergamena: "Cerchio della paura" ( Mago, Medio)
    [3] Pergamena: "Armatura magica" ( Mago, Alto)
    [4] Pergamena: "Schermo Riflettente" ( Mago/Cacciatore, Alto)

WORMHOLE

[1] Il costrutto non ha occhi, eppure egli riesce a vedere realtà precluse a coloro che lo circondano. Lo spazio, il tempo, non sono che grandezze relative per colui che è condannato a vivere per l'eternità e non appartiene a nessun luogo. Impiegando un imponente quantitativo di energia egli, viaggiatore ovunque ramingo e ovunque a casa propria, potrà connettere due punti casuali nello spazio per un brevissimo periodo di tempo. una breccia squarcerà l'aria, una ferita nell'anima per una ferita nel mondo, una porta per colui che istantaneamente potrà attraversarla. Uno spostamento rischioso, un varco che si chiuderà immediatamente, inesorabile, alle spalle dell'incauto viaggiatore. Un trucco per spostarsi, difendersi, tentare di sfuggire da se stessi. Tutto gli è preferibile fuorchè la morte.
[2] Il costrutto non ha corpo, non conosce vecchiaia, eppure la sua anima conta ogni secondo dello scorrere del tempo. Lo percorrono, scavandolo come il battito costante di una pendola. Talmente tanti sono passati dal giorno della sua condanna, che ormai egli è avvezzo, li conosce come se fossero propri figli e per essi è un padre, al punto che gli hanno dispiegato il proprio segreto. Marchosias è qui e ora, davanti ai vostri occhi, eppure è qui e tra un poco, appena un poco, il tempo che vi servirà per respirare, grattarvi il naso, baciarvi, asciugarvi una lacrima. Il tempo si è piegato a lui che lo ha compresso come una fisarmonica di cui è l'esperto musicista. Perfino nel corso del combattimento, quando le sue energie sono maggiormente assorbite dal confronto con il nemico, egli potrà anticipare il tempo, essere e non essere, quasi simile a un dio, tanto da anticipare le mosse di chi lo fronteggia per un attimo. Elegante nella schivata, quasi fosse un caso, letale nell'attacco, quasi impossibile da contrastare. Ogni secondo sarà per lui come la not adi una canzone imparata nella giovinezza, da ripercorrere con il passo ora veloce ora stanco della memoria, inesorabile quanto inconsolabile.

    [1] Pergamena: "Balzo dimensionale" ( Mago, Alto)
    [2] Attiva Dominio (Esper, Liv III, Alto)

PANDORA'S DICES

Il potere in pugno, letteralmente. Nessuno ha mai inventato il gioco adatto a questi dadi, piccoli cubi senza segni: una manciata di miracoli fabbricati contro natura. Materie esotiche a cui forse solo Marchosias - loro creatore - ha dato un nome. Figli ibridi pronti a reagire al primo impatto, sacrificandosi in effetti istantanei. [1] Una nebbia densa, capace di oscurare la vista di chi non ha alcun aiuto oltre a quello dei propri occhi. [2-3] Una concussione violenta, un'onda d'urto in grado di far perdere la lucidità ad una mente non allenata, oppure un boato tale da assordare chiunque. [4-5] Infine, la meraviglia più inquietante: oggetti capaci di far fluire la luce stessa come un torrente. Porteranno il buio più totale o la luce più accecante, anche se solo per un'attimo. Per chi ha aperto il vaso di pandora, mescolato i dadi della scienza, non ci sarà più riposo: la scommessa è iniziata, il gioco più pericoloso è cominciato.

    [1] Erboristeria: Fumogeno
    [2] Erboristeria: Stordente
    [3] Erboristeria: Bomba Sonica
    [4] Erboristeria: Bomba Oscurante
    [5] Erboristeria: Bomba Accecante



CARATTERISTICHE

Razza: Nano Umano
Classe: Mago/Cacciatore Artefice
Dominio: Esper Livello III
Allineamento: "Legale Neutrale"
Bonus Cambio PG: 1x


PUNTI CS: 4

Pianificazione: 2
Intuito: 2
(4pt. Saggezza, Dominio liv III)

CONSUMI:

Immenso: 40%Alto: 20%Medio: 10%Basso: 5%




CRONOLOGIA


Approvazione Scheda 26/02/11 ▪
Arrivo Concluso, promozione a VERDE 28/03/11 ▪
Acquisto pergamene 29/03/11 ▪
    - "Fede Incrollabile", "Campo elettromagnetico", "Barriera"
Acquisto abilità personale: "Forma Mentis" 29/03/11 ▪
Acquisto arma: "Ali di Ossidiana" 04/11/11 ▪
Valutato combattimento vs mostri "Crisalide" 12/11/11 ▪
Acquisto abilità personale: "Icaro" 14/11/11 ▪
Acquisto pergamena "Fede Incrollabile" 17/11/11 ▪
Selezionato per quest "Marble Asylum" 19/11/11 ▪
Selezionato per quest "Primavera d'Oriente" 01/12/11 ▪
Valutato contest Novembre: "Valzer" 02/12/11 ▪
Acquisto arma: "Fulmine Globulare" 12/12/11 ▪
Acquisto pergamena: "Mira infallibile" 12/12/11 ▪
Incastonata "Mira infallibile" in "Fulmine Globulare" 12/12/11 ▪
Utilizzato il Bonus Cambio Pg per un riassetto tecnico 21/01/12 ▪
    - Cambiato dominio (da Arcanismo ad Esper)
    - Cambiata razza (da Umano a Nano)
    - Pergamene: eliminata "Barriera" (Mago, Gialla, Medio),
    ottenuta "Zero"(Cacciatore, Gialla, Basso)
Valutato combattimento vs mostri "Scrap Yard" 31/01/12 ▪
Acquisto pergamena in saldo "Balzo dimensionale" 31/01/12 ▪
Conclusa la Quest "Primavera d'Oriente" 16/03/12 ▪
Acquisto in erboristeria: "Cristallo della Conoscenza" 16/03/12 ▪
Acquisto in erboristeria: "Tomo Selvaggio" 03/04/12 ▪
    -Biclassamento: Mago/Cacciatore
Acquisto in erboristeria26/04/12 ▪
    -Fumogeno, Bomba oscurante, Stordente
Acquisto pergamene 27/04/12 ▪
    -Cerchio della paura, Attrazione violenta, Trappola incandescente
Selezionato per quest " Winterreise ~ Gute Nacht" 30/4/12
Acquisto pergamena "Schermo Riflettente" (Mago/Cacciatore, Gialla, Alto) 24/6/2012
Acquisto Erboristeria: Bomba Sonica, Bomba Accecante 24/6/12
Aggiunto in scheda l'artefatto Avanzato "Fulmine Globulare" 01/10/12
Venduto artefatto "Lume del Cercatore" 29/07/13
Venduto artefatto "Fulmine Globulare" 29/07/13

RIEPILOGO

Pergamene:
[920]
Pergamene Vuote:
[0/3]
Abilità Personali:
[3/10]
Oggetti Erboristeria:
[7]
Artefatti: [0/5]
Corrispondenze descrizioni:

    ■ Aspetto:
      ▪ Armatura leggera "Placche Composite"
      ▪ Arma da mischia "Pinza"
      ▪ Erboristeria: Cristallo della Conoscenza [1]
      ▪ Erboristeria: Tomo Selvaggio [2]

    Deus Ex Machina:
      ▪ Passiva Razziale "Tenacia" (Nano)
      ▪ Pergamena: "Zero" ( Cacciatore, Basso)
      ▪ Passiva Dominio (Esper, Liv I)
      ▪ Abilità Personale, Difesa Psionica (Variabile)
      [1]
    ■ G-Radianza:
      ▪ Attiva Dominio (Esper, Liv I, Basso)
      ▪ Passiva Dominio (Esper, Liv II)
      ▪ Attiva Dominio (Esper, Liv II, Medio)
      ▪ Passiva Dominio (Esper, Liv III)
      ▪ Pergamena: "Attrazione violenta" ( Mago, Medio)
      ▪ Dominio Elementale Offensivo [2]
        -Elemento Gravitoni; Costo Variabile
    ■ Ali di Ossidiana:
      ▪ Arma da mischia
      ▪ Abilità Personale, Descrittiva (Nullo) [3]
      Pergamena: "Martirio" ( Paladino, Basso)
    ■ Fulmine Globulare:
      ▪ Arma da fuoco (piccola, 5 munizioni)
      ▪ Pergamena: "Mira Infallibile" ( Cacciatore, Basso)
    ■ Flare:
      ▪ Pergamena: "Padronanza elementale (Fuoco)" ( Mago, Basso)
      ▪ Pergamena: "Trappola incandescente" ( Cacciatore, Alto)
    ■ EMP Field:
      ▪ Pergamena: "Campo elettromagnetico" ( Mago, Basso)
      ▪ Pergamena: "Cerchio della paura" ( Mago, Medio)
      ▪ Pergamena: "Armatura magica" ( Mago, Alto)
      ▪ Pergamena: "Schermo Riflettente" ( Mago/Cacciatore, Alto)
    ■ Wormhole:
      ▪ Pergamena: "Balzo dimensionale" ( Mago, Alto)
      ▪ Attiva Dominio (Esper, Liv III, Alto)
    ■ Pandora's Dices:
      ▪ Erboristeria: Fumogeno, Stordente, Bomba Sonica, Bomba Oscurante, Bomba Accecante [3, 4, 5, 6, 7]

CONOSCENZE

Nome
Shakan
Noah
Zaide
Jason
Dalys
Kuro
Yusuke Takeshi
Senza nome
Noki
Motoko Aoyama
Raymond Lancaster
Primo Incontro
"Prima Esibizione"
"Marble Asylum"
"Marble Asylum"
"Marble Asylum"
"Primavera d'Oriente"
"Primavera d'Oriente"
"Primavera d'Oriente"
"Primavera d'Oriente"
"Primavera d'Oriente"
"Primavera d'Oriente"
"Leviathan 2.1"

STORYLINE


Prima esibizione
Crisalide
Endless Waltz
Excelsior!
Marble Asylum
Scrap Yard
Primavera d'Oriente
Primavera d'Oriente ~ Epilogo
Under the Skin
La via per il Grande Oriente
Il Vento dell'Est
At last, they will rise
Sacramento di Unica Vera Fede
Leviathan 2.1
Winterreise ~ Gute Nacht


[Conclusa]
[Conclusa]
[Conclusa]
[Conclusa]
[Conclusa]
[Conclusa]
[Conclusa]
[Conclusa]
[In Corso]
[In Corso]
[In Corso]
[In Corso]
[Conclusa]
[In Corso]
[In Corso]



Licenza Creative Commons
Marchosias by Ikit89 is licensed under a Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 3.0 Unported License. Permissions beyond the scope of this license may be available at https://asgradel-gdr.forumcommunity.net/?act=Msg&CODE=04&MID=6832980&p=307681457.



Edited by Ikit89 - 29/6/2013, 15:41
 
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view post Posted on 21/1/2012, 19:15
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CITAZIONE (Ray~ @ 26/2/2011, 13:55)
Ehilà Ikit ;D
La scheda è idonea; ecco il link al tuo conto:

CODICE
http://asgradel-gdr.forumcommunity.net/?t=44143134

CITAZIONE (Ikit89 @ 21/1/2012, 16:59)
Ho modificato la scheda successivamente all'approvazione del riassetto tecnico. Ecco le modifiche:

Cambio di Razza (da Umano in Nano), eliminate vecchia passiva di razza e sostituita con la seguente:
    Deus ex Machina -> Passiva Razza (Nano)

Cambio di Dominio (da Arcanismo in Esper), eliminate vecchi poteri di arcanismo e sostituiti con i seguenti:
    Tèlepàtheia -> Passiva Dominio (Esper, Bianca)
    Telekinesis -> Attiva Dominio (Esper, Bianca)
    Doryforos -> Passiva Dominio (Esper, Verde)
    Shock Layer -> Attiva Dominio (Esper, Verde)

Cambi Pergamene:
    • Elimino la pergamena "Barriera" (Mago, Gialla, Medio) in favore di "Zero" (Cacciatore, Gialla, Basso)

Distribuzione punti iniziali:
    • Punti iniziali redistribuiti e valori statistiche aggiornati dopo il cambiamento razza/dominio.


Idonea.


 
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1 replies since 25/2/2011, 21:56   2208 views
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